29 March, 2024
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Le atlete italiane continuano a vincere, a portare il nostro Paese sul podio, conquistando contemporaneamente premi e medaglie e un pubblico sempre più numeroso che segue le loro imprese. Nonostante vittorie e traguardi restano però una realtà poco raccontata, non hanno la visibilità mediatica che meritano, rimangono pressoché invisibili in tv e sui giornali. La narrazione nei media televisivi e nella carta stampata è ancora distorta e poco equilibrata, concentrata spesso sulla fisicità delle sportive e non sulla loro bravura, a discapito dei risultati. Ecco perché le parole giuste per dirlo e le occasioni per riflettere sui temi della discriminazione di genere non bastano mai, e le iniziative di Giulia giornaliste che mirano ad abbattere gli stereotipi che sulle donne in particolare producono una deformazione dell’informazione in diversi campi e un fiorire di luoghi comuni e doppi sensi nei testi e nelle immagini, sono numerose e in continuo aggiornamento. Dalle parole giuste per fare bene i titoli nei media, per rappresentare le persone con disabilità nella comunicazione, per tutelare la dignità delle persone qualunque sia il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere, alle parole giuste per una corretta informazione priva di pregiudizi su donne e sport. Sarà proprio quest’ultimo il tema centrale del terzo corso di formazione della stagione autunno-inverno 2019-20 organizzato da Giulia giornaliste Sardegna e dall’Ordine dei Giornalisti Sardegna, in collaborazione con il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari, dal titolo “Donne e Sport – Riflessioni urgenti per una corretta rappresentazione mediatica” che si terrà mercoledì 11 dicembre 2019, nell’Aula Motzo della Facoltà di Studi Umanistici, Università di Cagliari (Sa Duchessa), dalle ore 14.00 alle 17.00.
Il corso intende promuovere le linee del Manifesto “Media, Donne e Sport: idee guida per una diversa informazione” redatto da Giulia giornaliste e Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti) per contribuire a realizzare cronache e interviste attente, consapevoli, corrette e libere da pregiudizi.
Intervengono per i saluti istituzionali: Francesco Birocchi, presidente Odg Sardegna; Celestino Tabasso, presidente Assostampa Sardegna; Susi Ronchi, fondatrice di Giulia giornaliste Sardegna; Mario Frongia, presidente Ussi Sardegna (Unione Stampa Sportiva Italiana). Seguiranno i contributi di Elisabetta Gola, docente di Semiotica dei media (Unica), Mara Cinquepalmi, giornalista professionista (Agenzia di stampa Italpress e Atlante di Treccani), è autrice dell’ebook “Dispari, storie di sport, media e discriminazioni di genere”; Mimma Caligaris, presidente della CPO FNSI, caposervizio sport “Il Piccolo” e sportiva; Silvia Garambois, presidente Giulia giornaliste; l’avvocata Margherita Falqui, componente del gruppo di lavoro FIS (Federazione Italiana Scherma) per la stesura del codice anti-molestie; Federica Ginesu, giornalista, esperta di questioni di genere e sport; Veronica Baldaccini, cronista sportiva Sky; Chiara Obino, fra le prime dieci donne al mondo per le immersioni in apnea. Modera: Simona De Francisci, vicedirettrice Videolina. Ai giornalisti verranno riconosciuti 5 crediti deontologici.

Lo sport al femminile sta suscitando maggiore interesse, come dimostrato dai Mondiali di calcio 2019, quando “le ragazze mondiali”, le calciatrici azzurre, sono scese in campo la scorsa estate: audience da record su Rai1 e un’intera nazione a fare il tifo. Ma oltre al problema di una corretta rappresentazione nei media, le atlete italiane in Italia si scontrano con un forzato dilettantismo sportivo condannate da una legge datata 1981 che proibisce loro l’accesso al professionismo e tutto quello che ne consegue.
Diritti negati, ma non solo. Una disparità di trattamento che si ripercuote anche nei compensi, le sportive agoniste percepiscono in media il 51,4 per cento in meno rispetto ai colleghi maschi. La poca attenzione alle gesta vittoriose delle sportive è uno degli elementi che alimenta la mancata parità tra uomini e donne nello sport.

Mercoledì 11 dicembre 2019
Corso di formazione
“Donne e Sport”
Riflessioni urgenti per una corretta rappresentazione mediatica
Facoltà di Studi Umanistici |Sa Duchessa
Università di Cagliari
Aula Motzo
ore 14.00-17.00

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Le atlete italiane continuano a vincere, a portare il nostro Paese sul podio, conquistando contemporaneamente premi e medaglie ed un pubblico sempre più numeroso che segue le loro imprese. Nonostante vittorie e traguardi restano però una realtà poco raccontata, non hanno la visibilità mediatica che meritano, rimangono pressoché invisibili in tv e sui giornali. La narrazione nei media televisivi e nella carta stampata è ancora distorta e poco equilibrata, concentrata spesso sulla fisicità delle sportive e non sulla loro bravura, a discapito dei risultati.

Ecco perché le parole giuste per dirlo e le occasioni per riflettere sui temi della discriminazione di genere non bastano mai, e le iniziative di Giulia giornaliste che mirano ad abbattere gli stereotipi che sulle donne in particolare producono una deformazione dell’informazione in diversi campi e un fiorire di luoghi comuni e doppi sensi nei testi e nelle immagini, sono numerose e in continuo aggiornamento. Dalle parole giuste per fare bene i titoli nei media, per rappresentare le persone con disabilità nella comunicazione, per tutelare la dignità delle persone qualunque sia il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere, alle parole giuste per una corretta informazione priva di pregiudizi su donne e sport. Sarà proprio quest’ultimo il tema centrale del terzo corso di formazione della stagione autunno-inverno 2019-20 organizzato da Giulia giornaliste Sardegna e dall’Ordine dei Giornalisti Sardegna, in collaborazione con il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari, dal titolo “Donne e Sport – Riflessioni urgenti per una corretta rappresentazione mediatica” che si terrà mercoledì 11 dicembre 2019, nell’Aula Motzo della Facoltà di Studi Umanistici, Università di Cagliari (Sa Duchessa), dalle ore 14.00 alle 17.00.

Il corso intende promuovere le linee del Manifesto “Media, Donne e Sport: idee guida per una diversa informazione” redatto da Giulia giornaliste e Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti) per contribuire a realizzare cronache e interviste attente, consapevoli, corrette e libere da pregiudizi.

Intervengono per i saluti istituzionali: Francesco Birocchi, presidente Odg Sardegna; Celestino Tabasso, presidente Assostampa Sardegna; Susi Ronchi, fondatrice di Giulia giornaliste Sardegna; Mario Frongia, presidente Ussi Sardegna (Unione Stampa Sportiva Italiana). Seguiranno i contributi di Elisabetta Gola, docente di Semiotica dei media (Unica), Mara Cinquepalmi, giornalista professionista (Agenzia di stampa Italpress e Atlante di Treccani), è autrice dell’ebook “Dispari, storie di sport, media e discriminazioni di genere”Mimma Caligaris, presidente della CPO FNSI, caposervizio sport “Il Piccolo” e sportiva; Silvia Garambois, presidente Giulia giornaliste; l’avvocata Margherita Falqui, componente del gruppo di lavoro FIS (Federazione Italiana Scherma) per la stesura del codice anti-molestie; Federica Ginesu, giornalista, esperta di questioni di genere e sport; Veronica Baldaccini, cronista sportiva Sky; Chiara Obino, fra le prime dieci donne al mondo per le immersioni in apnea. Modera: Simona De Francisci, vicedirettrice Videolina. Ai giornalisti verranno riconosciuti 5 crediti deontologici.

Lo sport al femminile sta suscitando maggiore interesse, come dimostrato dai Mondiali di calcio 2019, quando “le ragazze mondiali”, le calciatrici azzurre, sono scese in campo la scorsa estate: audience da record su Rai1 e un’intera nazione a fare il tifo. Ma oltre al problema di una corretta rappresentazione nei media, le atlete italiane in Italia si scontrano con un forzato dilettantismo sportivo condannate da una legge datata 1981 che proibisce loro l’accesso al professionismo e tutto quello che ne consegue.

Diritti negati, ma non solo. Una disparità di trattamento che si ripercuote anche nei compensi, le sportive agoniste percepiscono in media il 51,4 per cento in meno rispetto ai colleghi maschi. La poca attenzione alle gesta vittoriose delle sportive è uno degli elementi che alimenta la mancata parità tra uomini e donne nello sport.

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Il cambiamento della città, in parallelo al frenetico scambio di informazioni, è il tema di discussione dell’incontro organizzato dall’UCSI Sardegna che si terrà sabato 6 aprile, alle ore 10.45, nella sala interna de Le Plus Bon, in piazza Unione Sarda, a Cagliari. L’analisi del racconto della città attraverso i media locali verrà condotto da Simona De Francisci, vice direttore del TG di Videolina, che intervisterà Gianni Filippini, già direttore responsabile ed editoriale de L’Unione Sarda ed ex assessore della Cultura del comune di Cagliari.

Raccontare la città è anche il tema dell’ultimo numero di Desk, la rivista trimestrale realizzate e promossa a livello nazionale dall’Unione Cattolica della Stampa Italiana, che da anni documenta le nuove realtà delle professioni del giornalismo e della comunicazione, approfondendo i grandi processi sociali del nostro tempo.

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Si è conclusa l’8 marzo l’edizione 2018-del Premio “Gianni Massa” organizzato dal Corecom presieduto da Mario Cabasino, in collaborazione con Giulia giornaliste Sardegna, guidata da Susi Ronchi, sul rapporto tra media e parità di genere. La cerimonia ufficiale di premiazione si è tenuta all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari, una grande macchina messa in moto lo scorso anno con un tributo al grande maestro di giornalismo Gianni Massa e a Piera Mossa, prima programmista e regista RAI in Sardegna (e seconda in Italia) per riflettere sul tema di forte attualità come quello della parità di genere nel mondo dell’informazione e della comunicazione.

Centosedici le proposte pervenute all’organizzazione per le tre sezioni del concorso Giornalismo, Università e Scuola. «Ci siamo trovati a lavorare in perfetta sintonia con il Corecom su un terreno comune, spinti e motivati dall’impegno di cercare di contrastare qualsiasi forma di discriminazione, purtroppo ancora presenti nei media – ha spiegato Susi Ronchi -. Questa serata non è la conclusione di un percorso ma è la prima tappa fondamentale di un progetto che ha visto il coinvolgimento di 50 Giulie giornaliste e la realizzazione del bellissimo spettacolo “La conosci Giulia?” che ha riscontrato un grande successo con sold out in tutte e due le date di Cagliari e in quella di Sassari, oggi richiesto in diversi territori della Sardegna e in alcune regioni d’Italia. La pièce teatrale è diventata anche un laboratorio didattico per le scuole, con le Giulie abbiamo lavorato in tutti questi mesi anche con diverse classi degli Istituti superiori e dell’Università di Cagliari, tenendo seminari sul tema e coinvolgendo gli studenti in questa operazione di sensibilizzazione.»

Un premio per ricordare quanto la parità di genere ancora oggi «sia fortemente condizionata negli stereotipi e nella cultura sessista spesso promossa anche dagli organi d’informazione, tra i cardini della società democratica che hanno il dovere di garantire la libertà di stampa, la diversità di opinione e il pluralismo, di promuovere il rispetto della dignità umana e di lottare contro tutte le forme  di disuguaglianza», hanno ricordato le conduttrici della serata Incoronata Boccia, giornalista RAI e Valeria Aresti, avvocato. «Gianni Massa è stato un maestro di giornalismo, ha formato tanti di noi. Un professionista di grande sensibilità, fondatore dell’Agi in Sardegna che ha posto le basi anche per l‘istituzione del Corecom, sempre attento a tutte le difficoltà dei giovani giornalisti che muovevano i primi passi in quegli anni, ai più deboli», ha commentato Mario Cabasino, ricordando la figura di uno dei grandi maestri del giornalismo in Sardegna scomparso a 79 anni nel 2015. 

Una serata speciale ricca di interventi, momenti musicali e spassose gags, in cui hanno partecipato esponenti del mondo dell’università, della scuola, del giornalismo, della magistratura e della politica, oltre alle irriverenti Tanya e Mara (Lucido Sottile di Tiziana Troja e Michela Sale Musio). Ai vincitori la consegna delle targhe e diversi premi in denaro. In particolare gli elaborati premiati delle scuole sono il risultato della partecipazione allo spettacolo “La conosci Giulia?”, promosso da Corecom e dall’associazione Giulia Giornaliste Sardegna, e ai diversi seminari tenuti in alcuni Istituti superiori dalle “Giulie” che hanno posto l’attenzione sul difficile rapporto tra media, linguaggio e discriminazioni di genere.

Premio Giornalismo” per la categoria Carta stampata e Web a Federica Ginesu per l’articolo “I loro insulti peri nostri tacchi” pubblicato sul settimanale Grazia: «un esempio di giornalismo moderno per il riconoscimento dei diritti delle donne». A consegnare il premio il capo della politica de L’Unione Sarda Giulio Zasso. Per la categoria “Giornalismo radio televisivo” sul podio del vincitore la trasmissione di Videolina “Monitor”, “una delle poche trasmissioni, se non l’unica, a livello regionale, che propone all’opinione pubblica spunti di riflessione su temi di grande attualità. Premio a Simona De Francisci, Egidiangela Sechi e Nicola Scano. A consegnare loro la targa la giornalista e vice presidente dell’Assostampa Simonetta Selloni. Infine premio per la categoria dedicata al Giornalismo per immagini a Elisabetta Messina, consegnato dal giornalista Franco Siddi. Un’immagine, simbolo di integrazione in una giornata speciale di festa che celebra il rito del matrimonio selargino. In uno scatto la profondità dei valori irrinunciabili che fondano una società democratica.

Per la sezione “Università”, in collaborazione con i Corsi di Laurea in Scienze della Comunicazione, premiate due tesi di Sassari e due di Cagliari. Per l’Ateneo di Sassari premio alla neolaureata Laura Dettori per la sua tesi dal titolo “Walter Benjamin: narrazione e società”, relatrice la professoressa Romina Deriu, consegna del premio da parte del prorettore Pietro Ciarlo dell’Università di Cagliari. La tesi affronta alcuni dei principali temi della comunicazione nella società contemporanea, analizzando il ruolo e le nuove responsabilità che le professioni dell’informazione assumono nei nuovi scenari comunicativi.

Secondo vincitore per Sassari Carlo Mandras con la tesi dal titolo” Linguaggio di genere: (non) usi e prospettive nella Pubblica Amministrazione”, con la relatrice prof.ssa Patrizia Patrizi, premiante Roberta Celot, Responsabile Ansa Sardegna. La tesi affronta la questione del linguaggio di genere nella dimensione della comunicazione politica e istituzionale.

Premio per le due migliore tesi dell’Università di Cagliari a: Clara Zucca per il lavoro dal titolo “La percezione della donna vittima di violenza di genere: uno studio su un campione di giovani e adulti”, del Corso di Laurea Magistrale in Psicologia dello Sviluppo e dei Processi Socio-Lavorativi, relatrice la Professoressa Cristina Cabras, premiante il prof. Camillo Tidore dell’Università di Sassari; Roberta Spiga, con la tesi  su “Il linguaggio di genere all’interno della Pubblica Amministrazione: evoluzione, prospettive e linee guida per l’utilizzo di un linguaggio inclusivo”, Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione con la relatrice professoressa Elisabetta Gola, premiante Lia Serreli, Direttrice generale del gruppo “L’Unione Sarda”. La tesi ha affrontato un tema di grande attualità, che viene trattato con consapevolezza e da una prospettiva multisfaccettata.

Per la sezione Scuola un ex aequo per due classi vincitrici: classe Quarta A, guidata dalla professoressa Sandra Pani, Indirizzo Finanza E Marketing Istituto Tecnico Primo Levi di Quartu Sant’Elena accompagnati dal prof. Francesco Podda e classe Quarta I del Liceo Scientifico A. Pacinotti di Cagliari, accompagnati dalla prof.ssa Maria Annunziata Lenigno. L’Istituto Primo Levi ha partecipato con un video dal titolo “Il valore delle parole, frutto di un percorso formativo che ha stimolato la creatività dei ragazzi attraverso la partecipazione a seminari, conferenze e a iniziative come lo spettacolo “La conosci Giulia?” sul contrasto alle discriminazioni, agli stereotipi ai pregiudizi, premiato perché: «Ben pensato il progetto e ben costruito il video proposto, per sottolineare l’importanza della scelta delle parole, il valore del linguaggio». Premiante la giornalista Maria Paola Masala.

Da una rappresentazione stereotipata della violenza e del femminicidio a una rappresentazione corretta e rispettosa dell’identità e della dignità della vittima il Liceo Scientifico Pacinotti, Classe Quarta I, ha partecipato con il video “Una donna come te”. Studentesse e studenti hanno realizzato un breve filmato capace di destrutturare gli stereotipi e creare, una duplice condizione nel rapporto sentimentale e di coppia. Ha consegnato il premio Micaela Morelli, prorettrice dell’Università di Cagliari.

Tre infine le menzioni speciali: la prima alla redazione “La Nuov@Scuola”, «un progetto straordinario di approfondimento del linguaggio, realizzato da studentesse e studenti nelle pagine del quotidiano La Nuova Sardegna che ha promosso una collaborazione continuativa con le scuole del territorio», guidato da Daniela Scano, Caporedattrice Sassari de “La Nuova Sardegna” e coordinatrice del progetto. Ha consegnato la targa Maria Grazia De Matteis, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza; Menzione speciale alle agenzie di stampa Agi e Ansa, sul palco Roberta Celot, responsabile ANSA, e Roberta Secci (giornalista AGI), per il loro delicatissimo ruolo di fonte primaria di notizie. Consegna della targa da Francesco Birocchi, Presidente Ordine dei Giornalisti della Sardegna. Menzione speciale a Eugenia Tognotti, Professoressa presso l’Università di Sassari Editorialista Nuova Sardegna e La Stampa e Federico Palomba, Alto Magistrato, ex parlamentare ed ex presidente della Regione, per il contributo culturale dato al premio con la loro partecipazione. Per la professoressa Eugenia Tognotti ha ritirato la targa Valentina Guido, Ufficio stampa Università di Sassari. A consegnare il premio il giornalista Gianni Filippini.

La cerimonia di premiazione si è arricchita di tanti contributi da parte degli ospiti, attraverso una serie di interventi, momenti di riflessione e di spettacolo. Tra questi la cantante Ambra Pintore (nel cast di “La conosci Giulia?”) che ha portato con i suoi musicisti (Roberto Scala al basso; Federico Valenti alla chitarra; Diego Milia, violino) il brano “Sa Este”, profonde e eleganti atmosfere che restituiscono il fascino di una Sardegna arcaica e sensuale, con un dolcissimo omaggio recitato a tutte le donne; il trio femminile della classe di musica d’insieme fiati sotto la guida del prof. Luigi Muscio del Conservatorio Pierluigi da Palestrina, costituito dalle giovanissime Selene Gaviano al flauto, Giulia Marongiu al clarinetto e Consuelo Anedda al fagotto, in repertorio Minuetto e Trio e Rondò finale dal Divertimento n. 3 di W.A. Mozart; e ancora il duo cult delle Lucido Sottile (Tiziana Troja e Michela Sale Musio), anche loro protagoniste dello spettacolo “La conosci Giulia?” di cui hanno curato anche la regia (Tiziana Troja) e la produzione. Un doveroso salto nella periferia che “ogni tanto non guasta” con i loro esilaranti personaggi, Tanya e Mara, tra colorito slang e irresistibile ironia, sempre sul pezzo in un pieno di risate e paradossi esplosivi sui temi attuali della politica, delle recenti elezioni regionali, e naturalmente su discriminazioni e parità di genere.

Ospedale Civile di Cagliari
L’assessorato regionale della Sanità ha dato il via libera per la proroga dei contratti a tempo determinato dei lavoratori che operano nelle Asl, nelle aziende ospedaliero-universitarie, nell’Istituto zooprofilattico della Sardegna e nell’Arpas. L’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, ha fornito alle direzioni generali degli enti le indicazioni per la prosecuzione semestrale di quelle assunzioni a tempo determinato funzionali al mantenimento dei livelli essenziali di assistenza del Servizio sanitario isolano. 
Il provvedimento interessa circa 1.700 lavoratori e si inserisce nelle disposizioni impartite dal ministero della Salute nel dicembre scorso a proposito della proroga dei contratti del personale precario nella sanità.

La direttiva assessoriale specifica che la prosecuzione dei contratti è attuata in attesa dell’applicazione delle norme sulla rete assistenziale e tenuto conto delle richieste delle direzioni aziendali che «hanno più volte manifestato il permanere di talune criticità per le consistenti carenze di organico di figure a valenza altamente strategica, nonché dell’imminente scadenza dei contratti prorogati al 31 dicembre 2013, o comunque in scadenza entro il primo semestre del 2014».

Le aziende sanitarie, viene specificato nella direttiva, potranno fare ricorso ad assunzioni a tempo determinato «mediante conferimento ex novo, proroga del precedente rapporto lavorativo o rinnovo del contratto, avendo riguardo, comunque, a non incrementare il numero complessivo di contratti in atto posti in essere».

Domani, venerdì 31 gennaio, dalle 16.30, nella sala Auditorium – via Roma, 253, Cagliari – si terrà l’incontro formativo sul tema “Morbo di Wilson e deficit alfa-1-antitripsina: verso lo screening della popolazione sarda?”. La patologia ha una forte incidenza in Sardegna. I dati sulla frequenza nei residenti, pongono l’isola in vetta alle regioni italiane e tra le prime in ambito europeo.

Il seminario. L’appuntamento – curato dall’assessorato regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale, in collaborazione con gli specialisti dell’ateneo di Cagliari – è rivolto oltre che all’intera classe medica, alle associazioni, gli studenti e gli specializzandi in Medicina. Al centro dei lavori sulle due patologie genetiche definite “malattie rare”, incidenza, terapie e assistenza. Ma anche aspetti clinici, di laboratorio e molecolari indispensabili per predisporre lo screening della popolazione sarda.

Relatori. Ai lavori – aperti dall’assessore regionale alla Sanità, Simona De Francisci – intervengono, tra gli altri, i professori Luigi Demelia (presidente corso di laurea in Medicina, direttore Gastroenterologia Azienda ospedaliera-universitaria, Cagliari), Gavino Faa (ordinario di anatomia patologica, direttore Istituto anatomia patologica, Cagliari), Ferdinando Coghe (direttore laboratorio analisi Azienda ospedaliera-universitaria, Cagliari), Pierpaolo Coni (responsabile Patologia molecolare, Istituto anatomia patologica).

«L’ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari non sarà abbandonato e conserverà la sua vocazione sanitaria. Presto sarà convocata una conferenza di servizi tra tutti i soggetti che hanno competenza per discutere sul futuro dello storico presidio sanitario del capoluogo sardo.»
La rassicurazione arriva dall’assessore regionale della Sanità Simona De Francisci, che conferma l’intenzione della Regione di trasformare il polo realizzato dall’architetto Gaetano Cima nel 1844 in un centro geriatrico e in una Casa della salute, nell’ambito della territorializzazione dei servizi sanitari portata avanti in questi anni dalla Giunta regionale. Un dibattito di attualità, anche in vista dell’imminente trasloco dei reparti nei nuovi Blocchi del Policlinico universitario di Monserrato. 
«Convocheremo una conferenza – annuncia l’assessore – con l’Università di Cagliari, l’Azienda ospedaliero-universitaria e il Comune per discutere insieme i progetti per un’adeguata valorizzazione della struttura. Noi come Regione rilanceremo l’idea di ubicare al San Giovanni un Centro di specializzazione geriatrica, considerato anche il tipo di utenza della zona. In più, pensiamo di farlo diventare il poliambulatorio di Cagliari.«
L’assessore interviene poi sulle perplessità avanzate da alcuni cittadini, preoccupati per il trasferimento dei reparti al Policlinico.
«Capisco i loro timori – sottolinea Simona De Francisci – ma dopo oltre 150 anni di onorata carriera l’ospedale civile non è più in grado di garantire standard di sicurezza adeguati, né per i pazienti né per il personale che ci lavora. Ricordo anche che nel centro di Cagliari opera comunque il Santissima Trinità, che assieme alla Asl 8 stiamo potenziando e in questi anni abbiamo riqualificato. Il capoluogo, dunque, continuerà ad avere tutti i servizi sanitari, dal pronto soccorso fino alla Geriatria.»

Ospedale Civile di CagliariSimona De Francisci

 

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Su proposta della Giunta, il Consiglio regionale ha approvato ieri pomeriggio un emendamento alla manovra finanziaria che incrementa di 10 milioni di euro i fondi per la non autosufficienza. Il provvedimento, che ricalca quanto approvato nelle due Finanziarie precedenti, è stato condiviso anche dall’opposizione. 

Soddisfatta l’assessore della Sanità e politiche sociali Simona De Francisci, tra i promotori dell’emendamento in Aula: «Si tratta di risorse fondamentali e di cui, solo nel 2013, 8 di queste sono state usate per il programma “Ritornare a casa”», ha spiegato l’assessore.

 

«La bocciatura del disegno di legge sull’equilibrio del servizio sanitario regionale mette a rischio l’intero sistema delle cure primarie in Sardegna, ovvero i livelli essenziali di assistenza. Dopo tutto il lavoro, le interlocuzioni e le battaglie di questi mesi in Conferenza delle Regioni e Stato-Regioni, questa battuta d’arresto può essere controproducente. Mi appello al senso di responsabilità di tutti i consiglieri affinché nella prossima seduta dell’Assemblea si riporti in Aula il testo. Ricordo che il Consiglio aveva preso un impegno, conseguente al taglio dell’Irap che comunque non sarebbe dovuto andare a discapito della sanità.»
Lo dichiara l’assessore Simona De Francisci, che ha espresso preoccupazione e stupore in merito al pronunciamento di oggi da parte dell’Assemblea legislativa. 
«Il voto del Consiglio è sovrano, ma chi oggi ha votato contro il disegno di legge ieri accusava la Giunta di voler chiudere i piccoli ospedali: bene, coloro sappiano che è il loro “no” a metterne a rischio l’esistenza, anche perché tra le conseguenze della bocciatura vi è l’azzeramento di tutti gli atti aziendali delle Asl che dovranno essere riformulati, perchè con le attuali risorse finanziarie non sono sostenibili economicamente. Insomma, qui è a rischio il sistema sanitario sardo nel suo complesso: ospedali, reparti, Asl, cure, tutto.» L’assessore poi sottolinea come le risorse necessarie al finanziamento inserite nel disegno di legge fossero disponibili perché generate dai risparmi degli assessorati a seguito dei blocchi di spesa imposti dal Patto di stabilità. Risorse inoltre che sarebbero state tra l’altro utili a garantire alle Aziende sanitarie la liquidità necessaria al pagamento dei debiti commerciali. Dopo il voto di ieri, se non verrà posto rimedio con urgenza, viene dunque messo in ginocchio l’intero sistema legato alla sanità, Asl e indotto, perché impedisce alle aziende di procedere ai pagamento in tempi stretti.

Simona de Francisci 34

La Sardegna è la regione più solidale d’Italia in fatto di donazioni di midollo osseo. Secondo il Rapporto di attività del Registro nazionale dei donatori di midollo osseo, anche nel 2012 la nostra Isola è risultata al primo posto in Italia per numero di donatori iscritti in rapporto alla popolazione residente. Su una popolazione di circa 1 milione 650 mila abitanti, gli iscritti in Sardegna sono oltre 21mila, con un indice di 23,52 donatori ogni 1.000 abitanti di età compresa tra i 18 e i 55 anni.

I dati sono stati illustrati ieri dall’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, da Carlo Carcassi, responsabile del Centro trapianti regionale che ha sede, assieme al Registro sardo dei Donatori di midollo osseo, all’ospedale Binaghi di Cagliari (Asl 8 Cagliari). Erano presenti anche il professor Licinio Contu, pioniere delle ricerche genetiche e fondatore del Registro donatori midollo osseo nonché presidente Admo, e due giovani donatori che hanno raccontato la loro esperienza.

«Ancora una volta – ha detto l’assessore De Francisci – la Sardegna si conferma una comunità dalla generosità straordinaria, in un momento in cui di solidarietà c’è sempre più bisogno.»
Nella classifica nazionale dei potenziali donatori, dopo la Sardegna, sono presenti Veneto (con un indice di 20,53 ogni 1000 abitanti), Emilia Romagna 18,11), la Provincia autonoma di Bolzano (17,50) e la Provincia autonoma di Trento (17,02). Per potenziali donatori di cellule staminali midollari si intendono le persone iscritte nel Registro regionale – e, automaticamente, in quello nazionale – che, in presupposte condizioni di buona salute, non hanno superato il limite di età fissato a 55 anni.
Dal 1992 hanno già donato il midollo osseo 170 volontari sardi, a favore di pazienti sardi e di quelli ricoverati in strutture della Penisola o estere. 83 le donazioni per pazienti sardi, 49 quelle per pazienti di altre regioni italiane, 30 in Europa e 8 negli Stati Uniti, Canada e Australia. Dal 2011 si è notato un notevole incremento delle donazioni con 13 donazioni effettuate nel 2011 e 17 nel 2012. Nel 2013 in 8 hanno già donato le cellule staminali.
Per molti pazienti affetti da malattie ematologiche neoplastiche (ad esempio leucemie o linfomi) e non neoplastiche (ad esempio talassemia o anemia aplastica), il trapianto di midollo osseo rappresenta una valida possibilità di trattamento e guarigione. Con il trapianto di midollo viene effettuata la sostituzione del midollo osseo malato con cellule sane, capaci di rigenerare il sangue circolante. Dichiarare la propria disponibilità a donare il midollo significa mettere a disposizione di un malato le cellule staminali di una persona sana.
Le cellule da trapiantare devono ovviamente essere compatibili con il ricevente, per questo motivo sono nati circa 20 anni fa i Registri dei donatori di midollo osseo che attualmente contano più di 22 milioni di donatori in tutto il mondo e circa 340 mila in Italia.
I centri trapianto di midollo osseo (più correttamente di cellule staminali emopoietiche) quando hanno un paziente che non possiede un donatore in famiglia attivano una richiesta di donatore sul Registro nazionale e sui Registri esteri. Tutto questo costa e incide sulle ricerche attivate in Italia o all’estero. Le Regioni che hanno un registro donatori scarso sono obbligate a attivare le ricerche di donatore all’estero e questo costa (si veda la Lombardia che ha l’89% delle ricerche all’estero e che ha un saldo negativo di oltre 2 milioni di euro).
In Sardegna si trova la percentuale più bassa di ricerche all’estero (55%) in quanto reperisce i donatori nelle ricerche nazionali e prevalentemente nei sardi con un saldo economico positivo (unica regione insieme al Veneto).
Con la delibera di Giunta approvata lo scorso ottobre, infine, la Regione Sardegna ha recepito integralmente l’accordo della Conferenza Stato-Regioni per la «Definizione dei poli di funzionamento del Registro nazionale Italiano Donatori di Midollo Osseo, sportello unico per la ricerca e reperimento di cellule staminali emopoietiche da donatore non consanguineo».
In particolare, il Centro regionale si avvale di diverse strutture funzionali di supporto sparse in tutta l’Isola, da Cagliari a Sassari, da Nuoro a Oristano fino a Olbia.

Carlo Carcassi.

Carlo Carcassi.

 

Simona de Francisci.

Simona de Francisci.