24 April, 2024
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Simona de Francisci.

Simona de Francisci, assessore regionale della Sanità.

 

La Giunta regionale dice no ai tagli alla sanità paventati dal Governo nazionale.

«Nessun nuovo taglio alla sanità sarà tollerato – ha dichiarato stamane Simona De Francisci, assessore regionale della Sanità, in merito ai paventati tagli del Fondo sanitario nazionale per 3,5 miliardi di euro tra il 2014 e il 2015 – ma se da Roma si dovesse perseguire questa strada la Regione Sardegna è già avanti sulle misure richieste sul fronte dell’ottimizzazione dei costi sanitari, tra cui il contenimento della spesa farmaceutica e le gare centralizzate per l’acquisto dei farmaci
In queste ore il Governo avrebbe allo studio, infatti, gli interventi che ogni Regione dovrà attuare per controbilanciare le riduzioni da apportare al Fondo sanitario: tra questi, i risparmi sulla farmaceutica e le gare uniche (e non più Asl per Asl) per l’acquisto di medicinali e beni sanitari in genere.«Sono assolutamente d’accordo con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – sottolinea De Francisci – sul fatto che depauperare il Fondo nazionale sarebbe deleterio per tutto il sistema sanitario italiano. Meglio invece agire sul Patto per la Salute con un confronto aperto tra ministero e Regioni.»

«In ogni caso, sia sul fronte della spesa farmaceutica, sulle gare centralizzate e la tracciabilità dei farmaci – ricorda l’assessore De Francisci – già da due anni la Sardegna ha messo in atto diversi provvedimenti. Si tratta di riduzioni della spesa che però non hanno intaccato i servizi sanitari, anzi migliorandone la qualità generale. Sono i primi concreti risultati del percorso virtuoso intrapreso dalla Giunta Cappellacci, con significativi risparmi (nell’ordine di decine di milioni di euro). Lotta agli sprechi ancora più efficace se si considera che la nostra Regione (assieme a Provincia di Trento, Marche e Valle D’Aosta), non fa pagare il ticket sulle ricette, che incide sulla spesa lorda tra il 13% e il 15,2%. 

Secondo i dati Federfarma relativi all’andamento della spesa netta e del numero delle ricette nel primo semestre 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012, con un – 10 per cento la Sardegna è la prima Regione in Italia sul fronte dei risparmi. In particolare, già tra gennaio e luglio 2013, sulla spesa farmaceutica convenzionata, si sono risparmiati 18 milioni di euro, mentre su quella Dpc (distribuzione per conto), i risparmi sono di 7,5 milioni di euro.

A giugno 2013, la Giunta ha approvato una delibera che contiene 6 nuove azioni per contenere e razionalizzare la spesa sanitaria, senza tagli ai servizi per gli utenti. Le misure riguardano l’ottimizzazione dell’utilizzo dei posti letto per acuti; l’ottimizzazione dell’impiego del personale; l’ottimizzazione dell’organizzazione dei servizi; della gestione delle procedure di gara; della qualità dei flussi informativi e la definizione delle procedure per l’approvazione degli atti aziendali.

Al contenimento della spesa farmaceutica territoriale ha inciso anche il recente accordo con Federfarma Sardegna, in vigore dal 1 gennaio 2013, basato su 4 punti e già raggiunti in questi mesi: estensione dei farmaci da distribuire in per conto (Dpc), cioè acquistati dalle Asl ma venduti nelle farmacie di tutta l’Isola; la remunerazione del servizio reso dalla farmacia; il coordinamento del sistema con la partecipazione attiva di tutti i soggetti; la sperimentazione di forme innovative di collaborazione con le farmacie. L’intesa sta portando a un doppio beneficio: al cittadino, che può continuare a trovare il farmaco sotto casa, e perché consente di risparmiare nella distribuzione della singola scatola, senza per questo arrecare un danno economico alle farmacie che comunque aumentano in volume la propria attività. 

Pecore
La Regione ha stabilito i criteri e le modalità con cui gli allevatori potranno ricevere gli indennizzi previsti dalla legge sulla lingua blu. Lo hanno annunciato oggi a Cagliari gli assessori dell’Agricoltura, Oscar Cherchi e della Sanità, Simona De Francisci.
«Appena avremo ricevuto l’ok dalla Unione europea, potranno partire i primi indennizzi – ha confermato Oscar Cherchi – ed è ragionevole prevedere che i primi saranno erogati già da novembre attraverso i Comuni, ai quali saranno trasferite le risorse necessarie.»
La Regione autorizzerà risarcimenti per il mancato reddito e per i capi morti, a seconda del loro valore di mercato.
«Gli importi – ha specificato Cherchi – potranno variare a seconda che si tratti di ovini iscritti o meno ai Libri genealogici. Previsto anche un indennizzo forfetario calcolato su base statistica. Queste riferiscono di una probabile diffusione della malattia al 20 per cento del gregge interessato dal focolaio. Ma la nostra attenzione è rivolta anche alla lotta all’insetto vettore. Per questo gli allevatori saranno incentivati ad adottare tutte le misure necessarie per combatterlo.»
Sul fronte sanitario, l’assessore De Francisci, infatti, ha annunciato che è pronto il piano contro gli insetti che diffondono il virus, piano che prevede la disinfestazione a cura dagli enti locali. L’assessore della sanità ha inoltre ricordato gli ultimi provvedimenti su vaccinazione e il via libera alla movimentazione di ovini e bovini. Simona De Francisci ha sottolineato che a oggi è stato utilizzato l’80 per cento delle dosi di vaccino disponibili (circa 900mila) e che già nei primi mesi del 2014 si procederà con l’avvio della nuova campagna vaccinale. Per debellare la malattia dagli ovili resta però decisivo il contributo degli allevatori nel tenere migliorare la biosicurezza degli edifici e dei locali di ricovero degli animali.
Secondo gli ultimi dati disponibili, sono 180mila circa i capi malati di Lingua blu, mentre quelli morti sono arrivati a 38.500.

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità e politiche sociali, Simona De Francisci, ha deliberato il trasferimento di dieci milioni di euro ai Comuni per combattere la povertà e sostenere le famiglie disagiate.
«Si tratta di un intervento molto atteso – sottolineano il presidente Ugo Cappellacci e l’assessore De Francisci – considerato il momento di difficoltà e grave crisi che l’Isola e il nostro Paese in generale stanno vivendo. Queste somme, che si aggiungono agli altri interventi attuati dalla Regione nel campo dell’assistenza sociale, sono un supporto indispensabile per i Comuni che dovranno fare fronte alle esigenze dei loro concittadini che vivono in condizioni socio-economiche difficili.»
La delibera prevede l’erogazione di aiuti secondo tre linee di intervento: sussidi a favore di persone e nuclei familiari in condizioni di accertata povertà; concessione di contributi fino a 500 euro mensili per far fronte all’abbattimento dei costi dei servizi essenziali (ad esempio (affitto casa, imposta sui rifiuti, bollette di gas, energia elettrica e acqua, servizi educativi per i bambini), a favore di persone e nuclei familiari con reddito pari alla soglia di povertà calcolata secondo il metodo dell’Indice della situazione economica equivalente (Isee); infine, il provvedimento della Regione prevede sussidi (fino a 800 euro mensili), per lo svolgimento del servizio civico comunale. 
Per la ripartizione del finanziamento regionale ai Comuni restano in vigore gli stessi criteri utilizzati l’anno scorso, ovvero: 35 per cento in parti uguali; il 35 per cento sulla base del numero degli abitanti residenti; il 30 per cento sulla base del numero dei disoccupati.

Simona De Francisci.Oscar Cherchi.Antonello Usai 1
L’assessore regionale della Sanità Simona De Francisci ha firmato oggi il nuovo decreto per contrastare in maniera più efficace l’epidemia di Lingua blu che ha colpito gli allevamenti ovini della Sardegna. La firma arriva dopo le verifiche e d’intesa con il ministero della Salute, i Servizi veterinari delle Asl e l’Istituto Zooprofilattico della Sardegna. Alla presentazione del provvedimento, oggi a Cagliari, oltre all’assessore De Francisci erano presenti l’assessore dell’Agricoltura Oscar Cherchi e il direttore dello Zooprofilattico Antonello Usai. 
«È un decreto importante – ha sottolineato De Francisci – perché integra e rafforza le precedenti disposizioni, prevedendo tra le altre norme l’anticipazione della campagna vaccinale 2014.»
L’assessore ha poi voluto lanciare un appello a tutto il sistema affinché non si abbassi la guardia. In particolare, ha chiesto al mondo allevatoriale la massima collaborazione perché immunizzino i propri capi: «È un vaccino spento, dunque con nessun effetto collaterale e assieme a una corretta profilassi è l’unica arma per combattere la malattia».Riguardo agli indennizzi agli allevatori, l’assessore Cherchi ha illustrato i contenuti della legge appena approvata in Consiglio regionale, che destina 18,5 milioni di euro all’emergenza: «Tra le novità più significative vi è il coinvolgimento degli enti locali, ai quali verranno trasferite le risorse per velocizzare i tempi di erogazione delle somme necessarie a ristabilire il patrimonio zootecnico compromesso direttamente dalla Blue Tongue. Inoltre una parte consistente dei fondi sarà destinata alla prevenzione e alla ricerca».
Oscar Cherchi ha poi chiarito che con questo provvedimento non sono previsti indennizzi per gli abbattimenti.«Il ricorso a un vaccino spento – ha poi aggiunto il direttore dello Zooprofilattico, Antonello Usai – si è reso necessario per evitare gli effetti collaterali del passato e per andare incontro alle richieste degli allevatori. I sierotipi della Blue tongue sono oltre 20, perciò il vaccino da solo non basta, anche se resta uno strumento indispensabile. Quindi insieme alla profilassi sanitaria dobbiamo fare squadra con gli allevatori e fare la guerra all’insetto vettore della malattia.»Sono 3.081 i focolai di blue tongue registrati all’11 settembre dal Centro di Sorveglianza Epidemiologica dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna. I casi di malattia confermati sono 1.092 mentre i sospetti sono 1.989 per un fenomeno che interessa più di 3mila aziende isolane. Gli ovini contagiati sono 74mila circa, con una mortalità che non supera l’uno per cento sul totale dei capi coinvolti (900mila: cioè la somma di tutti gli animali presenti nelle aziende interessate dalla lingua blu). Le province più colpite restano quelle di Nuoro (739 focolai), Oristano (747) e Sassari (574). Stabili, i numeri di Lanusei: 115 focolai.

Simona De Francisci Antonello Usai 1

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Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il disegno di legge n° 555 presentato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale dell’Agricoltura e riforma agropastorale, Oscar Cherchi, che prevede “Interventi urgenti a favore degli allevatori per fronteggiare la febbre catarrale degli ovini (blue tongue)”. La legge prevede lo stanziamento di 18,5 milioni di euro (inizialmente i milioni previsti erano 10 ma un emendamento proposto dal gruppo UDC-FLI, approvato, ha incrementato questo fondo di 8,5 milioni destinati alla profilassi).

L’assessore regionale della Sanità Simona De Francisci, intanto, ha disposto nuovi interventi con un decreto contro l’epidemia di “Lingua blu”  che consentirà di introdurre nuove misure rafforzate di lotta al virus, integrando quelle già messe in campo nei mesi scorsi.  Tra le novità del provvedimento, l’aver già incluso la strategia e le procedure per l’acquisto delle dosi di vaccino per la campagna 2014, in modo tale da partire con le prime vaccinazioni con 2/3 mesi di anticipo rispetto a quest’anno. Il nuovo decreto, inoltre, prevede che la vaccinazione sia effettuata nelle aree non ancora interessate dal virus (in quelle cioè distanti oltre 4 chilometri dai focolai) e nei capi da movimentare (sia agli ovini che ai bovini). Inoltre, sarà adottata una profilassi diretta più forte grazie all’uso di particolari repellenti. Saranno poi potenziati i Servizi veterinari delle Asl.

Il decreto verrà presentato alla stampa giovedì mattina a Cagliari (ore 10.30 nella sala riunioni, 4° piano, dell’assessorato regionale della Sanità, via Roma 223), dall’assessore Simona De Francisci e dal direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna, Antonello Usai.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Simona De Francisci.
Il Consiglio regionale ha approvato la legge “Interventi per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e allo stalking. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 7 agosto 2007, n. 8 (Norme per l’istituzione di centri antiviolenza e case di accoglienza per le donne vittime di violenza)”.
«Con l’approvazione della legge – ha commentato l’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci – la Sardegna si pone tra le Regioni all’avanguardia dal punto di vista socio-legislativo per la tutela delle donne e sulla lotta a ogni forma di violenza. È una norma che si inquadra nel lavoro che la Regione ha già attuato con i recenti provvedimenti degli ultimi anni, tra cui il protocollo interistituzionale sottoscritto nel novembre 2011 che ha costituito ufficialmente la Rete regionale dei servizi antiviolenza.»
Nel corso della discussione, la Giunta regionale ha presentato un emendamento migliorativo al testo (poi approvato), perché la prima versione, all’articolo 4, prevedeva che i soggetti destinatari dei finanziamenti per i Centri Antiviolenza fossero solo i Comuni nell’ambito dei Plus.
«Se fosse passata questa modifica alla legge 8/2007 – sottolinea l’assessore De Francisci – avremmo di fatto tagliato fuori tutti quegli altri enti e soprattutto le associazioni no profit che in molti casi hanno gestito e gestiscono con professionalità i Centri. Ecco perché abbiamo ritenuto di presentare l’emendamento che tutela il ruolo di tutti i soggetti e non solo dei Comuni in ambito Plus, anche perché la platea dei destinatari dei finanziamenti è ampia (tra cui Province, associazioni o Unioni dei Comuni). Di fatto, abbiamo operato nel pieno rispetto dell’articolo 3 della legge istitutiva dei Centri antiviolenza della Sardegna.»

 

Simona De FrancisciIMG_5772
Martedì 10 settembre l’assessore regionale della Sanità Simona De Francisci firmerà il nuovo decreto contro l’epidemia di “Lingua blu” che ha colpito tra luglio e agosto gli allevamenti ovini della Sardegna. Ieri una prima bozza è stata inviata al ministero della Salute per la concertazione con i tecnici del dicastero, mentre a inizio settimana è prevista la riunione della task force tra Regione, Istituto zooprofilattico della Sardegna e Servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali per definire gli ultimi dettagli. Poi il sigillo dell’assessore, che consentirà di introdurre nuove misure rafforzate di lotta al virus, integrando quelle già messe in campo nei mesi scorsi. 
Tra le novità del provvedimento, l’aver già incluso la strategia e le procedure per l’acquisto delle dosi di vaccino per la campagna 2014, in modo tale da partire con le prime vaccinazioni con 2/3 mesi di anticipo rispetto a quest’anno. Va ricordato che i ritardi riscontrati quest’anno sono stati causati non dalla Regione ma da una concomitanza di fattori avversi, tra i quali le particolari condizioni meteo-climatiche a cavallo tra primavera e l’estate (con le piogge di maggio e giugno che hanno favorito il proliferare degli insetti vettore) e il prolungarsi dei test dei vaccini da parte della ditta produttrice, che ha potuto inviare le prime dosi solo a inizio luglio anziché ad aprile (come previsto invece dal capitolato). Da sottolineare che le prove di efficacia e innocuità, trattandosi di vaccini “spenti”, si sono rese necessarie per una ulteriore garanzia nei confronti dei capi e delle aziende ovine, in modo da non presentare effetti collaterali come avvenuto ad esempio nel 2004 quando venne utilizzato un vaccino “vivo”. Una certificazione aggiuntiva per rassicurare gli allevatori e convincerli alla vaccinazione, che resta l’arma più efficace contro la diffusione della malattia.
Il nuovo decreto, inoltre, prevede che la vaccinazione sia effettuata nelle aree non ancora interessate dal virus (in quelle cioè distanti oltre 4 chilometri dai focolai) e nei capi da movimentare (sia agli ovini che ai bovini). Inoltre, sarà adottata una profilassi diretta più forte grazie all’uso di particolari repellenti. Saranno poi potenziati i Servizi veterinari delle Asl. 
Nella stessa giornata di martedì 10 settembre il Consiglio regionale esaminerà il disegno di legge approvato dalla Giunta un mese fa sul ristoro delle aziende danneggiate: sono previsti 10 milioni di euro per l’indennizzo dei capi morti e per il mancato reddito e aiuti per lo smaltimento delle carcasse. 

Simona De Francisci. Ugo Cappellacci 576
La Giunta regionale ha adottato due importanti provvedimenti  per il sostegno ai minori e gli anziani e per il funzionamento e l’accreditamento delle strutture sociali. 
Su proposta dell’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, sono state definite sia le procedure per il pagamento di contributi straordinari in favore dei Comuni in materia di affidamento di minori e di anziani disposti dall’autorità giudiziaria o di minori stranieri non accompagnati, che le modalità e requisiti strutturali, organizzativi e di personale per il rilascio dell’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sociali, istituti di partecipazione e concertazione.

Il primo provvedimento licenziato definisce le richieste di sovvenzione in favore di quei Comuni che devono far fronte alle esigenze di particolare urgenza e inderogabilità. Nello specifico le richieste di finanziamento, che può essere erogato una sola volta, devono riportare gli estremi del provvedimento dell’Autorità giudiziaria nel progetto di inserimento. Le domande dovranno contenere, tra gli altri: i dati anagrafici del beneficiario dell’intervento; le motivazioni e le circostanze che giustificano l’autorizzazione; la durata, i risultati attesi e le verifiche previste; il soggetto attuatore e le motivazioni della scelta; il programma delle iniziative che i servizi sociali porranno in essere per superare la fase di emergenza; la certificazione degli impegni assunti dal comune e i relativi pagamenti per la programmazione delle assegnazioni annuali e, infine, il Piano educativo individualizzato (PEI).

La Giunta ha anche approvato le nuove modalità e requisiti, delle strutture sociali, istituti di partecipazione e concertazione, come previsto dal Regolamento di attuazione della legge 23 del 2005. Il Regolamento, che definisce i requisiti generali comuni a tutte le strutture, sviluppa inoltre quelli relativi anche alle Comunità di tipo familiare e gruppi di convivenza; le strutture residenziali a carattere comunitario; le strutture a ciclo diurno e le strutture per la prima infanzia (procedura per l’accreditamento).
Il documento approvato è scaturito da una lunga fase di concertazione e incontri con le organizzazioni rappresentative e gli operatori del terzo settore, con le organizzazioni dei gestori sociali, pubblici e privati, oltre che con l’Anci nell’ambito del tavolo di partenariato istituzionale. Per la verifica delle strutture sociali verrà costituito, infine, un apposito Nucleo tecnico che dovrà attuare tutte le verifiche e i sopralluoghi necessari prima del rilascio dell’accreditamento.

Per il presidente della Regione, Ugo Cappellacci e l’assessore della Sanità, Simona De Francisci, i due interventi potranno offrire servizi sempre più adeguati e con alta professionalità. Da un lato «I finanziamenti straordinari che la Regione potrà liberare in favore dei Comuni costituiscono un ulteriore supporto al lavoro degli Enti Locali per la salvaguardia delle prerogative e delle più stringenti necessità di quelle categorie di persone particolarmente sensibili come i minori e gli anziani», hanno commentato Cappellacci e De Francisci.

Con la definizione di requisiti specifici per le strutture sociali si potranno «garantire le condizioni di base per una erogazione efficace dei servizi sociali sia in termini residenziali che educativi e di recupero o sviluppo delle capacità personali e per questohanno concluso il presidente e l’assessore – sono stati ritenuti indispensabili gli aspetti educativi e l’adozione di tutti gli strumenti professionali utili a personalizzare il sistema dei servizi attraverso piani di assistenza che includono anche un progetto educativo individuale».

 

Simona De Francisci.

Simona De Francisci, assessore regionale della Sanità.

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità, Simona De Francisci, ha approvato la programmazione per l’anno 2013 dei 30 milioni e 300mila euro relativi al Fondo regionale per il sistema integrato dei servizi alla persona. Istituito dalla Legge Regionale 23 del 2005, il Fondo comprende le attività di programmazione, realizzazione e valutazione dei servizi e delle prestazioni per il benessere delle persone e delle famiglie che si trovano in situazioni di bisogno sociale. 
«Anche quest’anno la Giunta ha assicurato le risorse necessarie al fine di garantire il potenziamento e la continuità degli interventi già in atto nell’ambito di un settore, quello delle politiche sociali, di primaria e fondamentale necessità.»
Per il presidente Cappellacci e l’assessore De Francisci, il finanziamento di questo Sistema integrato per il supporto delle persone bisognose e gli indirizzi programmatici approvati per quest’anno, permetteranno di «proseguire nel costante supporto per la gestione dei servizi alla persona e al consolidamento delle politiche di sostegno alle persone con disabilità e alle loro famiglie, oltre che al rafforzamento dei programmi di assistenza e integrazione sociale». 
Nello specifico le somme ripartite prevedono, tra le altre: 24 milioni per il finanziamento della gestione associata dei servizi della persona (PLUS triennio 2012-2014); oltre 3 milioni e 160 mila euro per il “Bonus Famiglia” a favore dei nuclei familiari con quattro o più figli; 690 mila euro per il Programma Sport Terapia per persone con disabilità; 645 mila euro per interventi di gestione dei servizi di accoglienza e integrazione per le persone senza fissa dimora; poco meno di 530 mila euro per Interventi urgenti per il superamento dell’emergenza Nord Africa; 250 mila e 200 mila euro, rispettivamente per il Sistema Informativo delle politiche sociali e come Trasferimenti ai comuni per il rimborso delle spese viaggio al lavoratore emigrato che rientra in Sardegna.
La Regione, inoltre, sempre all’interno del sistema integrato dei servizi alla persona, finanziati dal Fondo, sostiene le politiche in favore dell’assistenza e integrazione sociale in favore delle vittime di tratta e di grave sfruttamento, il supporto alle attività di integrazione sociale verso i detenuti e gli ex detenuti, senza dimenticare i contributi predisposti per gli Enti autorizzati alle adozioni internazionali con sede nell’Isola, come contributo nazionale in favore dell’assistenza agli hanseniani e i loro familiari a carico, e un contributo all’Azienda pubblica “Istituto ciechi di Cagliari”.

Giorgio Locci.

Giorgio Locci, consigliere regionale del PdL.

 

Simona De Francisci.

Simona De Francisci, assessore regionale della Sanità.

Il consigliere regionale del PdL Giorgio Locci ha presentato un’interrogazione all’assessore della Sanità, Simona De Francisci, per l’esenzione dal ticket sanitario per i portatori di pacemaker e per i portatori di defibrillatore impiantabile.

«I portatori di defibrillatore impiantabile, come anche i portatori di pacemaker – spiega Giorgio Locci – risultano soggetti al pagamento del ticket per una prestazione chiaramente connessa alla patologia cronica invalidante. Pertanto appare necessario correggere e adeguare il Nomenclatore Tariffario Regionale.»

Giorgio Locci, primario cardiologo in aspettativa, riferisce come ai pazienti a cui è stato installato il defibrillatore impiantabile, per il pagamento del ticket per la visita di controllo viene inserito il codice 89.48.1 relativo, invece, alla prestazione “Controllo e Programmazione del pacemaker”. Ciò accade per il mancato adeguamento, da parte del ministero della Sanità, di questa nuova prestazione da inserire nell’ambito del codice A02 (002) vale a dire “Malattie Cardiache e del Circolo polmonare”.

Giorgio Locci, nell’interrogazione, rimarca come, sia la Lombardia sia la Toscana, adottando una delibera di Giunta, hanno potuto correggere questa palese ingiustizia nei confronti di persone affette da gravi patologie cardiache.

«Il defibrillatore automatico impiantabile – precisa il consigliere regionale originario di Sant’Antioco – è, infatti, un dispositivo salvavita per pazienti a elevato rischio di arresto cardiaco e questi devono, necessariamente, sottoporsi a controllo almeno tre volte l’anno. La prestazione tecnologica è relativamente recente, perciò il controllo medico non è ancora inserito nel Nomenclatore tariffario nazionale, la stessa visita ambulatoriale, pur in presenza di una patologia cronica invalidante, non è esente dal pagamento del ticket anche perché, come detto, la prestazione è codificata fra i pazienti dotati di pacemaker.»

«Queste due patologie, quindi, dovrebbero essere esenti dal pagamento del ticket – spiega ancora Giorgio Locci – ma per quanto riguarda i portatori di pacemaker, la problematica non è emersa in quanto la larga maggioranza dei pazienti è in età geriatria, pertanto già esenti per limiti d’età. I portatori di defibrillatore, invece, sono prevalentemente persone di età adulta o giovane.»

Per questi motivi, Giorgio Locci chiede all’assessore della Sanità di adeguare la Sardegna, come la Lombardia e la Toscana, al fine di correggere questa grave ingiustizia prevedendo, nella delibera di giunta ad hoc, l’esenzione dal ticket sia per i portatori di pacemaker sia per i portatori di defibrillatore impiantabile, inserendo queste tra le prestazioni del codice A02(002).