20 April, 2024
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Si chiama Jaju Podcast ed è un progetto che raccoglierà in tutta l’isola racconti, storie e leggende in lingua sarda che diventeranno poi puntate radiofoniche diffuse sulle piattaforme social. L’idea è della compagnia Teatro Impossibile dell’attore e regista Elio Turno Arthemalle, protagonista del progetto insieme alla cantante Rossella Faa, alla psicologa ed esperta di comunicazione Damiana Culeddu e all’attore e operatore sociale Marco Camboni. Sostenuto dalla Fondazione di Sardegna e dalla Regione Sardegna, il progetto Jaju Podcast si rivolgerà essenzialmente agli ospiti delle strutture residenziali per anziani e conoscerà una prima fase di ascolto nel corso di tre incontri che saranno tenuti da Elio Turno Arthemalle e Marco Camboni. L’appuntamento è per martedì 14 maggio a Mandas presso la Casa San Giacomo, mercoledì 15 a Selargius presso la Fondazione Stefania Randazzo di Su Planu, e venerdì 17 alla Comunità Il Fenicottero di Quartu Sant’Elena, sempre con inizio alle 10.00.

In questa fase i temi e le leggende saranno concordate con le persone ospiti delle strutture residenziali che successivamente saranno protagoniste della registrazione.
 Nel corso dell’incontro preliminare verranno dunque raccolti gli argomenti più stimolanti e si stabilirà a quale storia abbinarli.

In ogni struttura residenziale verrà quindi costruito una sorta di set che ricordi uno studio radiofonico. 
I quattro conduttori (ma non mancheranno ospiti come attori, musicisti e studiosi) discuteranno del tema stabilito, coinvolgendo nella discussione il pubblico degli anziani ospiti della struttura che, avendo proposto il tema, avrà avuto, nelle settimane successive al primo incontro, il tempo di preparare delle domande. Nel corso dell’incontro verranno anche diffuse musiche originali, scritte appositamente per l’occasione, e verrà eseguito il brano di radioteatro originale.

Il pubblico avrà così l’opportunità di “entrare” in uno studio radiofonico e di osservare, partecipandovi, a una vera e propria registrazione dal vivo con tanto di effettistica, regia, interviste, etc.

La proposta è l’evoluzione in chiave di azione sociale di un progetto radiofonico sviluppato nel 2011 per la sede regionale della Rai.
In quell’occasione, Arthemalle, Faa e Culeddu (che riformulano, per l’occasione, il format originario), crearono una cornice che potesse contenere e far interagire contenuti e modalità di comunicazione molto differenti tra loro.

Ora come allora, ad ogni tema sociale (violenza di genere, famiglia allargata, ecc.) verrà dunque associata una storia, tratta dal repertorio delle fiabe d’ogni tempo e luogo. La lingua utilizzata (il sardo, nelle tre varianti parlate dai conduttori: cagliaritano, logudorese e medio-campidanese), permetterà di raggiungere una vasta fascia di ascoltatori sardoparlanti e di svolgere un’efficace azione di promozione della lingua sarda.

La registrazione di ogni puntata sarà inserita in un podcast pubblicato su un sito costruito su misura per il progetto, accompagnato da una nota con i nomi dei protagonisti locali coinvolti, la cronaca dell’incontro e contributi fotografici e video.

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Quali effetti avranno, nel breve e medio termine, gli impegni assunti ieri sera dal Consiglio regionale, al termine di un lungo dibattito, con l’approvazione dell’ordine del giorno proposto dal capogruppo del Partito democratico Pietro Cocco (presenti 46, sì 26, no 17), sulla vertenza dei lavoratori Aias? E’ la domanda che si pongono i lavoratori e le famiglie dei pazienti assistiti nelle decine di centri operanti in Sardegna.

L’ordine del giorno impegna il presidente della Regione Francesco Pigliaru, la Giunta e l’assessore regionale della Sanità e dell’Assistenza sociale Luigi Arru:

  1. a sollecitare l’Aias ad effettuare una certificazione dei propri bilanci, allo scopo di accertare l’effettiva consistenza dei crediti vantati nei confronto delle Uussll, delle Asl e ora dell’Ats;
  2. a prevedere che nei contratti stipulati dall’Ats con gli erogatori privati vi siano esplicite clausole di salvaguardia delle retribuzioni dei lavoratori, che – se disattese – potranno essere sanzionate anche con la revoca dell’accreditamento;
  3. ad adottare un atto di indirizzo in base al quale: a) il pagamento delle retribuzioni pregresse avvenga tramite il ricorso alla procedura di cui all’articolo 1676 del codice civile; b) il contenzioso in essere, laddove possibile, venga risolto in via transattiva;
  4. ad avviare una ricognizione degli operatori privati potenzialmente interessati a svolgere questi servizi sanitari e socio sanitari, in grado di superare il monopolio in atto.

Il Consiglio regionale ha bocciato l’ordine del giorno presentato dai consiglieri di minoranza (18 voti a favore, 25 contrari), primo firmatario Pietro Pittalis, che prevedeva l’impegno per l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, «ad attivare entro una settimana un Tavolo tecnico presso l’Assessorato stesso, tra i rispettivi Uffici legali dell’Aias e Fondazione Stefania Randazzo e dell’Ats e Regione Sardegna, affinché in una prima fase si prendano congiuntamente in esame i contenziosi in essere di più immediata soluzione, con l’obiettivo di giungere ad una transazione in tempi rapidi (entro il mese corrente), al fine di utilizzare le risorse derivanti da tali crediti vantati da Aias e Fondazione per il pagamento degli stipendi arretrati. In una seconda fase, il Tavolo prosegua il lavoro per azzerare i contenziosi di maggiore complessità, n modo da non lasciare crediti pregressi in piedi che rappresentano una realtà ingiustificabile per la Regione e per la stessa Ats, questo entro 60 giorni dall’inizio dei lavori; di provvedere ad anticipare le somme necessarie per il pagamento degli stipendi arretrati».

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Stasera il Governo ha risposto in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, all’interrogazione sul caso AIAS Sardegna/Fondazione Stefania Randazzo (lavoratori non pagati per 9 mesi ed azioni punitive per chi critica l’azienda e chiede somme ai committenti di AIAS, le ASL ed i Comuni) sottoscritta dal deputato del Partito Democratico Francesco Sanna e dai colleghi Giovanna Sanna, Caterina Pes, Marco Meloni, Paola Pinna e Gianpiero Scanu. 

«Il sottosegretario del ministero del Lavoro Franca Biondelli, a nome del Governo – scrive in una nota Francesco Sanna -, ha chiarito che tali azioni dei lavoratori sono pienamente legittime, come ha anche deciso il Consiglio di Stato. Ha poi ricostruito la responsabilità delle amministrazioni nella vicenda.»

«Mi son detto parzialmente soddisfatto della risposta del Governo – aggiunge il deputato del Partito Democratico -. Va bene l’azione degli Ispettorati territoriali del lavoro e la mediazione della Prefettura di Cagliari. Ma occorre esplorare ancora più a fondo la possibilità di esercitare le azioni di vigilanza, di annullamento delle delibere illegittime e forse anche di commissariamento temporaneo degli organi di amministrazione, a tutela dell’esistenza di AIAS stessa.»

«Su questo versante – conclude Francesco Sanna – occorrerà approfondire ancora, da parte del Ministero dell’Interno, sia il percorso giuridico, sia l’indirizzo politico da imprimere agli uffici territoriali del Governo.»

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I deputati sardi del Partito Democratico Francesco Sanna, Caterina Pes, Paola Pinna, Giovanna Sanna, Gianpiero Scanu hanno preso una decisa posizione sulla situazione della Fondazione Stefania Randazzo e dell’AIAS Sardegna, chiedendo un intervento del Governo nazionale che scongiuri conseguenze negative sui pazienti e sulla qualità del servizio, con un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno Marco Minniti e del Lavoro Giuliano Poletti.

Per raggiungere questo obiettivo, ferme restando le competenze della Regione e dei comuni che pagano i servizi resi dal sistema AIAS, i parlamentari chiedono al Governo di compiere due mosse.

La prima richiesta, inoltrata al ministro Giuliano Poletti, è quella di verificare se i dipendenti, con retribuzioni erogate sistematicamente in ritardo di otto mesi siano nel loro pieno diritto di chiedere gli arretrati direttamente ai debitori pubblici di AIAS e Fondazione. Nel qual caso sarebbero evidentemente illegittime le sanzioni disciplinari poste in essere da AIAS nei confronti dei dipendenti che in questi mesi cercano di portare a casa qualcosa utilizzando l’azione prevista dall’articolo 1676 del Codice Civile.

La seconda iniziativa è invece richiesta al ministro degli Interni Marco Minniti, a cui competono poteri di indirizzo alle Prefetture, che hanno compiti di controllo e possono sostituirsi agli organi delle fondazioni in caso di violazione di leggi, illegittimità e sviamenti nel loro operato rispetto alle finalità statutarie, che i parlamentari sardi del Partito Democratico definiscono esplicitamente meritorie.

Evidenziato l’evidente intreccio di attività tra Fondazione ed AIAS Sardegna – da considerarsi un tutt’uno secondo gli interroganti – i deputati PD ricordano al ministro dell’Interno come l’autorità governativa abbia il potere-dovere di esercitare il controllo e la vigilanza sull’amministrazione delle fondazioni. Di fronte a violazioni di legge, dell’atto costitutivo che individua le finalità della fondazione, dell’ordine pubblico (qui gli interroganti fanno riferimento esplicito alla delicatezza dei servizi sociosanitari, messi in discussione dalla tensione tra enti e lavoratori) si possono annullare le delibere che abbiano posto in essere tali eventuali violazioni.

L’interrogazione evoca inoltra la possibilità della soluzione estrema, «nell’interesse degli enti ed in collaborazione con le istituzioni locali», dello scioglimento degli organi di amministrazione e la nomina di un commissario, che riporti condizioni di dialogo tra le parti, faccia chiarezza sulla situazione finanziaria accelerando i pagamenti dei salari, ripristini in tempi rapidi le normali condizioni di resa del servizi socio sanitari.

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Aias Cortoghiana

Nuova manifestazione di protesta dei lavoratori dell’Aias e della Fondazione Stefania Randazzo, stamattina davanti all’assessorato regionale alla sanità, per sollecitare risposte politiche alla loro vertenza. Il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, esprime solidarietà per i disagi dei lavoratori. «C’è una forte preoccupazione per le condizioni di lavoro difficili che da mesi devono affrontare i dipendenti dell’Aias – dice Gianluigi Rubiu, presente al sit-in di protesta -. Una pattuglia di circa 1.400 professionisti del settore che non percepisce gli emolumenti a causa del ritardo della Regione nell’erogazione dei finanziamenti. E’ assurdo che la vertenza sia stata trascinata sino ad oggi, con decine di strutture in tutta la Sardegna che rischiano la chiusura e pazienti senza la dovuta assistenza. La speranza è che il vertice in prefettura – conclude Gianluigi Rubiu – possa produrre lo sblocco della trattativa, con gli stanziamenti dovuti per l’attività sociale e sanitaria dell’azienda e la stipula della convenzione con la Regione per il 2016.»

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato un’interpellanza urgente sulla situazione di disagio dei centri Aias e della Fondazione Stefania Randazzo.

«I lavoratori dell’Aias non devono subire le conseguenze di una vertenza annosa – dice Gianluigi Rubiu -. Si garantiscano gli stipendi ai dipendenti e un’adeguata assistenza ai disabili».

La vertenza coinvolge circa 1.300 lavoratori, che da mesi non ricevono gli stipendi, a causa di un contenzioso con la Regione. Una circolare dell’assessore della Sanità blocca gli emolumenti, oltre nove milioni di euro, dando attuazione ad un articolo del codice civile. Ieri c’è stata l’audizione con i vertici dell’associazione per l’assistenza dei sofferenti.

«In base al dibattito, purtroppo, non si intravede una soluzione volta a dare una risposta ai lavoratori, in attesa di risposte per la corresponsione degli stipendi. Non si può certo continuare con questa vertenza, visto che manca un disegno strategico per assegnare le risorse all’ente. E’ necessario – conclude Gianluigi Rubiu – che il presidente Pigliaru sblocchi la controversia, dando così una risposta certa ai lavoratori.»

La sede Aias di Cortoghiana.

ernativo La sede Aias di Cortoghiana.