29 March, 2024
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Partiranno a breve i lavori di rimozione del relitto della Cdry Blue, la nave mercantile di 108 metri, arenatasi la notte tra il 21 e il 22 dicembre scorso sulla costa sud ovest dell’isola di Sant’Antioco, tra Portu Sciusciau e Capo Sperone.
Già da qualche giorno, sono arrivati al porto commerciale di Sant’Antioco il pontone, munito di gru, ed il rimorchiatore della Resolve Marine, l’azienda americana che dovrà occuparsi dei lavori di taglio e smantellamento del relitto della nave.
«Al momento si stanno approntando le apparecchiature a bordo per il successivo trasferimento sul sito della Cdry, per le operazioni di demolizione», dichiara Bernardo Camboni, manager della Seamar, la ditta di Cagliari, rappresentante in loco della Resolve Marine.
La demolizione seguirà tre fasi precise, come spiega ancora Bernardo Camboni: «Sono previste tre macro fasi. La parte “opera morta”, ovvero il taglio di tutta la parte che sta sopra la linea di galleggiamento, sarà divisa in due fasi. A cominciare da poppa, saranno tagliate tutte le infrastrutture fino ad arrivare a prua. Una volta rimossa la parte di opera morta verrà demolita la parte immersa, quindi stive e sala macchine».
Come avverrà questa operazione?
«Probabilmente la nave sarà riafflottata con dei galleggianti, per poter operare con più sicurezza e facilità.»
Il mercantile verrà “sminuzzato” in pezzi molto piccoli e si prevedono due possibilità di smaltimento: il trasloco diretto dal relitto al cantiere oppure un passaggio intermedio, con le parti che verranno trasportate al porto di Sant’Antioco e da lì spedite al cantiere di demolizione. Salvo condizioni meteo avverse, il pontone resterà accanto alla nave e rientrerà in porto una volta a settimana.
La Resolve Marine è tra le tre migliori aziende al mondo che si occupano di smantellamento navale. Tra i lavori più importanti di cui è stata protagonista ci sono quelli di recupero della Costa Concordia.
«Sono tre le aziende al mondo cosiddette “big”prosegue il manager della Seamar -. Tra queste c’è la Resolve. Quindi abbiamo il top del top. Si tratta di una ditta che ha una professionalità indubbia, nel merito di questo tipo di operazioni.» La previsione per la durata dei lavori è di circa due mesi. Saranno le condizioni meteo ad influire maggiormente sul processo.
«Si lavora d’estate proprio perché il tempo dovrebbe essere più favorevole rispetto all’inverno – prosegue Bernardo Camboni -. Anche perché la nave si trova in un’area aperta, verso il mare aperto, esposta ai venti predominanti da ovest e da sud-ovest.»
Il controllo a sostegno delle operazioni sarà effettuato dalla Guardia di Finanza. «Il servizio navale della Guardia di Finanza, quando richiesto dagli enti competenti, mette a disposizione il proprio naviglio, per porre in essere quelle che sono le attività richieste, a supporto di specifici eventiafferma il Capitano Stefano Sogliuzzo, comandante della Stazione Navale di Cagliari, che ci ospita a bordo del Guardiacoste “G204 Finanziere Garulli“, per un sopralluogo a distanza della Cdry Blue -. Qualora richiesto, siamo a disposizione come servizio navale, attraverso l’impiego di nostri mezzi navali e aerei. Questo, anche qualora ritenuto necessario, da parte di chi ha il compito di rimuovere la nave da questa posizione.»

Il tratto di mare interessato dai lavori sul mercantile, intanto, resterà interdetto al traffico marino e diportistico. «Interdetto non solo per la posizione della naveprosegue il comandante Stefano Sogliuzzo ma anche perché, in questo tratto, la costa è abbastanza particolare e ci sono dei punti in cui il diportista deve fare più attenzione durante la navigazione.»
Una navigazione resa pericolosa per via delle secche e degli scogli a pelo d’acqua, non visibili ad occhio nudo, soprattutto in circostanze come quelle che portarono il mercantile ad arenarsi sulla costa, durante una notte di forte burrasca. Condizioni meteo marine avverse non rendono il lavoro facile nemmeno agli uomini della Guardia di Finanza, che talvolta si trovano a risolvere situazioni di emergenza anche col mare in tempesta.

«Potete notare, anche con pochi centimetri di onda, quanto possa essere difficoltosa anche la semplice vita a bordo di un’imbarcazionespiega il Capitano Stefano Sogliuzzo -. Chiaramente, tutto ciò si va a complicare ulteriormente quando ci ritroviamo a dover operare in situazioni con mare ancora più formato e quindi con condizioni più critiche. Sicuramente non facilita l’operato degli uomini della Guardia di Finanza.»
Federica Selis

 

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Negli ultimi giorni, favoriti anche dalle buone condizioni meteo, sono aumentati gli sbarchi di migranti nelle coste sud della Sardegna. In particolare, in tre diversi momenti, sono arrivate, sulla costa di Porto Pino, un centinaio di persone.
Il pattugliamento a mare è affidato alla Guardia di Finanza, che attraverso mezzi navali e aerei, effettua le operazioni di controllo e monitora gli arrivi.
«Il servizio navale della Guardia di Finanza svolge un’attività molto intensa, soprattutto in questa zona particolarmente interessata dai fenomeni di migrazione afferma il capitano Stefano Sogliuzzo, comandante della Stazione Navale di Cagliari, che ci ospita sull’unità navale “G204 Finanziere Garulli”, un guardiacoste di 22 metri di stanza a Cagliari -. Nello specifico vengono eseguite delle attività cosiddette di “law enforcement”. Attraverso l’impiego dei mezzi navali si riesce a fare un’attività di interdizione dei traffici illeciti che porta al deferimento, verso l’autorità giudiziaria competente, dei cittadini extracomunitari, con il successivo sequestro sia del natante, quindi dell’imbarcazione utilizzata e del motore.»
Di assoluta importanza, anche visto il periodo delicato sul piano della salute, il controllo costante e quotidiano effettuato nei nostri mari.
Prosegue il comandante Stefano Sogliuzzo: «Cerchiamo di essere presenti in zona, ventiquattr’ore al giorno, sette giorni su sette. Operiamo attraverso una cooperazione aeronavale, che prevede sia l’impiego di unità navali sia di elicotteri, con delle ricognizioni a medio e lungo raggio, in modo tale da monitorare eventuali traffici diretti verso le coste italiane. Cerchiamo di essere costantemente presenti per contrastare questo tipo di fenomeno».
Un lavoro di sinergie terra aria, quindi, ma a volte può capitare che siano i cittadini stessi a collaborare nell’individuare situazioni critiche con cui vengono a contatto. Come la segnalazione avvenuta, proprio ieri mattina, da parte di alcuni bagnanti, di un barchino con tre persone a bordo, davanti alla spiaggia di Porto Pino. L’allerta arriva immediatamente al guardiacoste “Finanziere Garulli”, che si trova poco distante dalla costa. Contemporaneamente, da una barca a vela in navigazione arriva la segnalazione di un barchino in legno, vuoto e senza motore, ritrovato alla deriva. Pare che i bagnanti a terra avessero visto la stessa barca a vela salvare le tre persone nel barchino, caricandole a bordo. L’equipaggio della motovedetta intercetta la barca a vela, abborda ed effettua i controlli. L’allarme è alto. Se la situazione è davvero quella descritta si potrebbe trattare di una condizione di pericolo. Ma quando la “Finanziere Garulli” accosta all’imbarcazione a noleggio, si trova di fronte ad una famiglia di quattro persone in vacanza. Nessun migrante disperso in mare e salvato dall’equipaggio ma solo un barchino alla deriva di uno sbarco avvenuto nei giorni scorsi. I militari accertano la situazione, effettuano i controlli dovuti e la barca a vela può riprendere il viaggio. Il livello di adrenalina torna normale ma l’equipaggio della “Finanziere Garulli” ha gestito l’emergenza con prontezza ed estrema preparazione.
Chiediamo al comandante Stefano Sogliuzzo come dovrebbero comportarsi i cittadini di fronte ad una situazione di avvistamento o di pericolo in mare.
«La Guardia di Finanza ha una vocazione sociale. Cerchiamo di garantire una sicurezza per far star tranquillo il cittadino. È chiaro che se ci fosse una circolarità informativa anche nei nostri confronti, qualora un bagnante intraveda qualsiasi tipo di attività ritenuta anomala, la Guardia di Finanza è a disposizione della collettività. Quindi aiuta e facilita il nostro operato.»
La “G204 Finanziere Garulli” è un’unità navale di 22 metri, dotata di due motori da 1.500 cavalli ciascuno, che possono raggiungere i 35 nodi di velocità massima. Con un’autonomia di 11mila litri di carburante, alla velocità di crociera di 25 nodi, il Guardiacoste può permettersi una navigazione continuativa di 24 ore. L’equipaggio a bordo è composto da 9 militari che, in caso di missioni più impegnative, possono essere integrati da altri 3 uomini, ognuno con una diversa specializzazione e una specifica mansione. La gestione del mare e delle emergenze è garantita da un’ampia strumentazione di bordo e da due radar.
Spiega il Capitano Stefano Sogliuzzo: «Siamo dotati di un radar di navigazione e di un radar di scoperta, maggiormente performante, per poter agganciare degli echi anche a distanze notevoli».
Le caratteristiche dell’imbarcazione aiutano ma a bordo la vera forza dell’equipaggio è l’affiatamento.
«Sicuramente la tecnologia e la struttura dell’imbarcazione facilitano l’operatoconclude il Comandante -. Ma quello che è più importante è sicuramente il fattore umano. È l’esperienza maturata dalle persone che sono presenti a bordo di queste unità navali, che svolgono con passione questo lavoro tutti i giorni e che quindi hanno maturato quella conoscenza sia del territorio ma soprattutto di un ambiente così particolare come quello marino.»
Federica Selis