25 April, 2024
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Tore Cherchi 12 copia

Tore Cherchi, presidente del CICC (Centro Italiano della Cultura del Carbone), ha inviato una lettera di cordoglio all’ambasciatore della Repubblica di Turchia per la tragedia costata la vita a centinaia di minatori.

«Eccellenza – scrive Tore Cherchi ad Hakki Akil – siamo profondamente rattristati per la gravissima tragedia verificatasi nella miniera di carbone, in Turchia. Noi viviamo nella sola area mineraria carbonifera italiana, il Sulcis, nell’Isola di Sardegna.»

«La nostra comunità – aggiunge Tore Cherchi – è particolarmente colpita da un evento così terribile. A lei vogliamo manifestare i nostri sentimenti di solidarietà con le famiglie dei minatori, con il popolo turco e le istituzioni della Repubblica.»

Firma del Piano Sulcis 2 copia

La pubblicazione del decreto ministeriale sulla fiscalità di vantaggio che prevede l’assegnazione a 4.359 micro e piccole imprese di agevolazioni fiscali e contributive per un importo complessivo di 124.469.136,48 euro, ha rappresentato il primo tassello nel programma di attuazione del Piano Sulcis, sottoscritto il 13 novembre 2012 nella sala riunioni della Grande miniera di Serbariu, al termine di una giornata caratterizzata da una fortissima contestazione di alcune centinaia di lavoratori nei confronti della delegazione ministeriale arrivata per l’occasione a Carbonia, guidata dai ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca e dal sottosegretario Claudio De Vincenti.

La fiscalità di vantaggio rappresenta un’importante boccata d’ossigeno per migliaia di micro e piccole imprese ormai allo stremo delle forze, ma per porre un freno alla gravissima e per molti versi drammatica crisi ed avviare un processo di rilancio del territorio, occorrono interventi strutturali, ad iniziare da quelli previsti dal Piano Sulcis.

Questa mattina l’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, oggi rappresentante del ministero dello Sviluppo economico per l’attuazione del Piano Sulcis, pubblica una nota, come fece a metà novembre, ad un anno dalla sottoscrizione, sullo stato d’attuazione del Piano Sulcis, che riportiamo integralmente.

 

«Si riassume lo stato di attuazione del Piano Sulcis al 15 aprile 2014 come definito nel Protocollo d’Intesa (1) concernente gli “obiettivi e le condizioni generali di sviluppo e la attuazione dei relativi programmi nel Sulcis Iglesiente”, sottoscritto a Carbonia il 13 novembre 2013, dai Ministri per lo Sviluppo Economico, della Coesione territoriale e del Lavoro, dal Presidente della Provincia e dai 23 Comuni del territorio.

SINTESI 

Il piano Sulcis per effetto del Protocollo d’Intesa sottoscritto il 13 novembre 2012 fra Stato, Regione ed Enti locali, e di successivi provvedimenti collegati allo stesso Protocollo, ha una dotazione finanziaria di risorse pubbliche di 623,8 milioni di Euro.

  • L’attuazione del Piano registra il sostanziale rispetto delle scadenze per quanto attiene l’ applicazione del regime fiscale e contributivo di Zona Franca Urbana, alle piccole e micro imprese del territorio provinciale.
  • Ritardi notevoli si registrano nei programmi di bonifica delle aree minerarie e industriali e di infrastrutture funzionali agli obiettivi del Piano. Si evidenzia la persistente criticità dei ritardi nell’adeguamento del porto industriale di Portovesme e della bonifica dell’area ex Sardamag di Sant’Antioco. Questi ritardi condizionano, sino al rischio di comprometterli, investimenti privati e pubblici rilevanti.
  • Il bando internazionale di idee innovative per il Sulcis (Call for proposal) è stato concluso. A mio avviso, i provvedimenti di spesa  delle risorse finanziarie correlate al bando, compromettono almeno in alcuni casi significativi, la realizzazione delle idee selezionate.
  • Nel comparto industriale e della ricerca correlata, sono state assunte importanti decisioni per il riavvio delle produzioni di Eurallumina  e dei laminati. Si prospetta un rilevante investimento per la produzione di bioetanolo a Portovesme. Sono stati assunti i provvedimenti per dare corpo al Polo tecnologico per l’energia e per realizzare una centrale elettrica di potenza ragguardevole basata su clean coal tecnology. Peraltro nel comparto industriale, la situazione di crisi indica un tendenziale aggravamento degli impatti sociali per effetto a) della persistente interruzione della produzione nell’intera filiera dell’alluminio con effetti sull’occupazione stimati in circa 3.500 unità; b) della decisione di chiudere la miniera della Carbosulcis con effetti sull’occupazione superiori a 1.000 unità e c) della prospettata dismissione della Centrale termoelettrica Enel di Portovesme (circa 600 addetti diretti e indiretti).
  • L’applicazione delle misure di sostegno del reddito è regolare per i lavoratori diretti delle aziende in crisi mentre incontra ritardi inaccettabili per i lavoratori indiretti delle manutenzioni. La prevista sperimentazione di politiche attive del lavoro  non ha avuto luogo anche a  causa dei ritardi nell’attuazione del Piano.
  • La Governance presenta rilevanti criticità. Il modello previsto nel Protocollo d’Intesa è stato applicato solo molto parzialmente. Questo fatto, a prescindere da valutazioni sulla efficacia del modello, condiziona lo sviluppo del Piano Sulcis.

OBIETTIVI, RISORSE E GOVERNANCE DEL PIANO

Il Protocollo d’Intesa sul Piano, fissa sette linee guida:

  • salvaguardia del tessuto produttivo  attraverso iniziative industrialmente sostenibili;
  • realizzazione di un Centro di eccellenza per ricerca e produzione di energia eco-compatibile (cd Polo tecnologico energia). E’ compreso il progetto sulla cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS);
  • realizzazione delle infrastrutture funzionali agli obiettivi del Piano;
  • individuazione di nuove prospettive di sviluppo con particolare attenzione alle macro aree delle: 1) filiera dell’energia pulita e dell’agro-energia eco-compatibile, compresa la realizzazione a Portovesme della base logistica del Progetto GALSI per il metano; 2) filiera per il risanamento ambientale; 3) filiera agro-alimentare peculiare del territorio; 4) filiera del turismo, compreso il rilancio del Parco Geominerario.
  • definizione di adeguati piani di formazione e riqualificazione professionale compresa la sperimentazione di flex security per i lavoratori espulsi dal ciclo di produzione industriale;
  • sviluppo dei Centri di ricerca già esistenti sul territorio e realizzazione di un nuovo polo specializzato nelle tecnologie del risanamento ambientale dei suoli e delle acque;
  • definizione di un’adeguata governance anche con il ricorso a misure straordinarie. Si stabilisce che entro 60 giorni, cioè entro il 13 gennaio 2013, i soggetti sottoscrittori del Protocollo, definiscono l’Intesa attuativa.

Le risorse assegnate al Piano con il Protocollo d’Intesa ammontano a  451 mln/€. Con successivi provvedimenti (vedi infra) le risorse sono state integrate sino a 623,8  mln/€. Questa cifra è approssimata per difetto poiché non comprende risorse per investimenti di amministrazioni pubbliche, correlati a obiettivi del Piano Sulcis. Non sono stimati gli investimenti privati. Le risorse sono ripartite per macro-programmi:

1 – Infrastrutture, 167,6 mln/€. Interventi principali: infrastrutturazione energetica Portovesme, 20 mln/€; Polo tecnologico energia, 8,3 mln/€; recupero approdi minerari e approdi minori, 5,6 mln/€; sistema portuale turistico (Sant’Antioco compreso istmo, Carloforte, Calasetta, Buggerru), 37,9 mln/€; integrazione fabbisogno finanziario per porto industriale Portovesme, 7 mln/€ (da sommare a 8,4 mln/€ già disponibili e non compresi nel prospetto finanziario del Piano); collegamento idrico sistema Flumendosa – Sulcis 50 mln/€ (con successivo provvedimento elevati a 60 mln/€); adeguamento SS Carbonia- San Giovanni Suergiu – Giba, 30 mln/€; delimitazione zona franca Portovesme 1mln/€; altri interventi 7,8 mln/€.

2 – Ambiente e Bonifiche, 177,7 mln/€, compresi gli interventi nel Guspinese connesso all’Iglesiente.

3 – Interventi a sostegno delle filiere produttive, 100 mln/€, di cui 10 mln/€ sono fondi regionali per bandi per pmi e 90 mln/€ sono fondi statali liberati dal PON SIl 2000/2006, finalizzati a Contratti di sviluppo.

4- Call for Proposal, cioè il bando internazionale per idee innovative per il Sulcis Iglesiente, 55,7 mln/€.

Come detto precedentemente, le risorse assegnate alla data  della sottoscrizione del Protocollo sono state successivamente integrate con: 124,4 mln/€ per la fiscalità di vantaggio (2) delle piccole imprese (zona franca urbana); 10 mln/€ per copertura maggiore fabbisogno finanziario del collegamento del sistema idrico del Sulcis a quello del Flumendosa (3); 30 mln/€ dal Pianopluriennale di Ricerca per i programmi del polo tecnologico energia  cui si dovrebbero sommare altri 30 milioni di reperimento ancora imprecisato (4). Tenuto conto della preesistente disponibilità per il porto industriale di Portovesme (8,4 mln/€), le risorse pubbliche confluenti sul Piano Sulcis valgono 623,8 mln/€.

Governance e Modalità operative. Il Protocollo, oltre la già richiamata Intesa attuativa, precisa che:

  • la definizione dei tempi di attuazione è fatta con cronoprogramma fissato dalla Regione e dal Governo;
  • la gestione avviene attraverso Accordi di Programma, con il supporto di Invitalia;
  • si costituisce un Coordinamento rappresentativo di tutte le Istituzioni nazionali, regionale e territoriali;
  • per l’attuazione, si ricorre alle risorse professionali interne alle Amministrazioni interessate;
  • Il monitoraggio pubblico avviene attraverso il portale Open coesione.gov.it .

Il Protocollo contiene una parte relativa ai problemi occupazionali con impegni concernenti: 1) tutela del reddito e ammortizzatori sociali; 2) politiche attive del lavoro e flexsecurity; 3) cabina di regia affidata a persona con “capacità manageriale superiore” per la gestione di “formazione, riqualificazione e avviamento al lavoro” del personale espulso dai cicli produttivi.

STATO DI ATTUAZIONE

Per chiarezza espositiva si segue lo schema del Protocollo d’Intesa.

Industria

  • La interruzione della produzione nelle quattro fabbriche della filiera dell’alluminio ha avuto un impatto occupazionale negativo di circa 3.500 unità, una riduzione delle risorse spese nel territorio per acquisti di beni e servizi e per stipendi valutata in 170 mln/€/anno, una riduzione del fatturato di 560 mln/€/anno, oneri per la finanza pubblica per assistenza e mancate entrate fiscali e contributive (5).
  • Successivamente alla sottoscrizione del protocollo, la Regione, anche per fare fronte alla procedura di infrazione attivata dalla Commissione UE e al mutato quadro di riferimento in materia di aiuti di Stato all’industria carbonifera, ha assunto la decisione di chiudere la Carbosulcis, entro il 2018 (6). Il piano di chiusura della miniera è ufficialmente all’esame della Commissione UE dopo lunga e positiva istruttoria coordinata dal MISE. I tempi di chiusura della procedura costituiscono una criticità. La Regione deve inoltre approvare una legge per fare fronte ai costi di chiusura. La decisione ha un impatto sull’occupazione diretta e per servizi di manutenzione esterni pari a circa 600 unità.
  • Il Presidente dell’Enel ha comunicato in Parlamento, che la Centrale Termoelettrica del Sulcis è avviata verso la dismissione. Da fonti ufficiose risulta che Enel gestirà la Centrale sino alla scadenza dell’attuale autorizzazione all’esercizio, 2019. Attualmente i lavoratori impegnati in Enel, compresi quelli dei servizi esterni di manutenzione, sono circa 600.

In conclusione, la crisi del comparto industriale genera nel territorio un problema occupazionale complessivo  che vale 5000/5500 unità di lavoro.

Il recupero di occupazione nel settore industriale è un obiettivo del Piano, posto che gli altri settori dell’economia locale non sono in grado di assorbire le conseguenze sociali della crisi nel medio periodo. I fatti successivi alla sottoscrizione  del Protocollo  Sulcis, riguardano:

  • definizione del programma di riavvio di Eurallumina come da Accordo (7) sottoscritto fra le pubbliche Autorità e Rusal il 20/12/2012, a Roma. Il programma è sostenuto con un finanziamento agevolato, quindi da rimborsare, pari a 75 mln/€ provenienti dal Piano Sulcis (60 mln/€ dai Contratti di Sviluppo e 15 mln/€ dai fondi regionali  per infrastrutture). Il programma è effettivamente in attuazione ma è subordinato al superamento di importanti criticità delle autorizzazioni ambientali per la disponibilità e l’esercizio del bacino dei fanghi rossi. In funzione di questo obiettivo, è in corso una robusta iniziativa anche del Governo.
  • decisione sul riavvio della unità di produzione di laminati attraverso la newco Portal che ha rilevato gli impianti ex Ila dal Curatore fallimentare. Il programma è in ritardo per la vischiosità del procedimento autorizzativo regionale degli impianti eolici asserviti alla produzione metallurgica. Recentemente è stata conclusa la Conferenza di servizi per due autorizzare due pale.
  • localizzazione a Portovesme di un impianto per la produzione di bioetanolo (8) della capacità di 80mila tonn/anno. L’impianto proposto da Mossi e Ghisolfi può generare nuova occupazione per 350 unità, compreso l’impatto sull’agricoltura. L’investimento industriale di 200/250 mln/€  è incentivabile con risorse in parte del Piano Sulcis nei limiti dei massimali UE. La criticità dell’investimento è connessa a decisioni sulle infrastrutture di competenza pubblica, in particolare quelle relative al porto industriale.
  • nuova centrale per la produzione di energia elettrica (9), dotata dei dispositivi per la riduzione/eliminazione dell’anidride carbonica immessa in atmosfera. La decisione sulla realizzazione sarà assunta sulla base degli esiti della sperimentazione di una nuova tecnologia (oxycombustion) non ancora neppure avviata. L’occupazione non è stimata.

A completamento dell’esame del comparto industriale di Portovesme, si riassumono le criticità della metallurgia dello zinco e dell’alluminio primario. Con riguardo allo zinco (oltre 800 addetti in impianti recentissimamente rinnovati) la criticità riguarda la scadenza al 31/12/2015 della misura sulla “superinterrompibilitá” e degli sconti tariffari collegati sulla fornitura dell’energia elettrica. La scadenza che riguarda anche altre importanti aziende sarde (tutte quelle che impegnano potenza per più di un MW),  richiede decisioni tempestive sulla prospettiva. Con riguardo all’alluminio primario, l’obiettivo perseguito è ricollocare lo stabilimento presso altro produttore (10). La trattativa in atto con Klesch è fortemente condizionata nelle stesse premesse, dal recente caso di bancarotta di una controllata Klesch in Olanda (Aldel, stabilimento alluminio primario in Vlissingen) che segue altra negativa esperienza di Klesch in Francia (caso Kem One, produzione di vinile). Nell’ipotesi di una positiva conclusione dell’esame del piano industriale di Klesch, è da mettere nel conto la richiesta delle parti sociali al Governo e alla Regione, di farsi solidamente garanti delle conseguenze in caso di ripetizione malaugurata delle esperienze francese e olandese. Sono state assunte recentemente concrete iniziative del Governo per sollecitare l’interesse di un altro importante soggetto industriale.

In conclusione, a mio avviso, alcune decisioni sull’industria vanno assunte entro un termine ragionevole e compatibile con i fatti richiamati, al fine di mitigare le ricadute economico – sociali.

  • L’investimento di Mossi e Ghisolfi è da salvaguardare; al riguardo la Regione ha la responsabilità di risolvere i problemi infrastrutturali che sono essenzialmente di tipo organizzativo/autorizzativo e per i quali sono da tempo disponibili le risorse finanziarie. Il Governo può dare una corsia veloce alle autorizzazioni necessarie.
  • Deve essere scongiurata la cessazione dell’esercizio della centrale Enel; occorre investire per migliorare l’efficienza e abbattere il costo di produzione secondo un programma già illustrato in altre comunicazioni. La centrale resa efficiente deve essere asservita alla metallurgia come se fosse un’infrastruttura e come del resto era nel disegno originario del polo metallurgico. E’ uno schema razionale che genera risparmi molto rilevanti in termini di sconto delle tariffe elettriche per la metallurgia (tenere presente lo zinco oltre l’alluminio), di retribuzione all’Enel del servizio elettrico essenziale e  di altri notevoli oneri direttamente a carico della finanza pubblico. È inoltre  necessario conciliare  il  programma di dismissione della Centrale Enel e il programma, invero incerto, di costruzione di una nuova centrale basata sulla clean coal technology.
  • Quanto all’alluminio primario, alla luce dei casi tedesco e francese di mantenimento o ripristino della produzione negli impianti dismessi dalle multinazionali Alcoa e RTZ-Alcan, è più evidente che la decisione ha un  importante contenuto politico e non  solo di mercato, con costi sociali e per la finanza pubblica, notevolmente diversi in relazione agli esiti.

b) Polo tecnologico energia. La missione è affidata a Sotacarbo SPA, società in house  di Regione e Enea, con laboratori nella miniera di Serbariu. La vigilanza della Regione è esercitata tramite l’Assessorato alla Programmazione. Oltre le attività in essere, Sotacarbo è destinataria di 60 mln/€ per lo due linee di attività: 1) sperimentazione progetto oxycombustion con un modulo di 50MWte, finanziato con 30 mln/€ provenienti da fondi statali e regionali; 2) piano di attività pluriennale finanziato con 3 mln/€/anno per un periodo di 10 anni a valere sul Piano pluriennale per la ricerca sul sistema elettrico. Si vedano i riferimenti (4) e (9). Le conclusioni della sperimentazione Oxycombustion condizionano la realizzazione della Centrale termoelettrica clean coal technology di cui sopra.

c) Infrastrutture funzionali agli obiettivi del piano. 

Il programma è finanziato con risorse messe a disposizione dal Governo alla Regione nel novembre 2012 (vedi open coesione.gov.it). L’esame dettagliato dei singoli interventi effettuato dall’Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici (UVER) registra forti criticità sulla cantierabilità dei progetti per infrastrutture e per bonifiche ambientali. Si riassume lo stato di attuazione dei principali interventi:

  • porto industriale di Portovesme. L’obiettivo principale è realizzare l’escavo per rendere disponibile la grande banchina ovest completata da anni. Se ne rileva l’essenzialità per le industrie dell’alluminio primario e dello zinco, per la piattaforma logistica del metano/Galsi, per il progetto Biofuel, per la cantieristica, settore nautico. Sono disponibili 15,4 mln/€. La Giunta regionale ha adottato solo in data 26/11/2013 la delibera di attribuzione al Consorzio industriale di Portovesme dell’attuazione del programma (11). A tal fine è stata sottoscritta (metà aprile, circa 16 mesi dopo la disponibilità delle risorse!) una convenzione fra Consorzio e Assessorato Industria. Quest’ultimo ha il compito di approvare un progetto. Nessuno di questi atti è stato completato. Si stima che sia praticabile un cronoprogramma di 24/30 mesi per dare disponibili una parte della banchina, se si assumono decisioni coerenti.
  • strade, 30 milioni direttrice Carbonia, Giba, Nuxis. La delibera della GR del 11/02/2014 (3) individua come soggetti attuatori, il Comune di S.Giovanni (3 mln/€  per allargamento strada provinciale, progetto preliminare pronto) e all’ANAS per quanto insiste su strade statali (27 mln/€); la progettazione è in corso, disponibile solo la progettazione preliminare del tratto di strada provinciale. Programma in capo all’Assessorato,dei LLPP della RAS.
  • porti per il turismo e altre attività, 37,9 mln/€. Programma gestito dall’Ass.to LL PP. La richiamata delibera (3) ripartisce 34 mln/euro fra  Carloforte (4 mln /€), Calasetta (6 mln/€); S.Antioco (9 mln/€), individuati come  soggetti attuatori. Il compito di risistemazione dell’istmo e del collegamento mare- laguna è assegnato all’ANAS (15 mln/€). Si evidenzia che la suddetta delibera non fa riferimento allo Studio di fattibilità sul sistema portuale del Sulcis Iglesiente elaborato dalla Provincia e approvato dal Nucleo di Valutazione degli investimenti Pubblici dell’Ass.to regionale della Programmazione (12). Bisogna fugare i rischi di ripetizione di studi molto complessi già fatti e di perdere la visione complessiva di un programma che presenta  le più rilevanti prospettive di generazione di nuove attività d’impresa, riducendolo ad un mero programma di opere pubbliche. Si noti che per il Porto di Buggerru è finanziato il progetto per l’escavo con fondi extra-piano ma occorre reperire le risorse ingenti per realizzare le opere idonee a metterlo strutturalmente in sicurezza.
  • collegamento del bacino idrico del Sulcis con quello regionale del Flumendosa, 60 mln/€, programma in capo all’Ass.to ai LLPP. La più volte richiamata  delibera (3) individua l’ENAS come soggetto attuatore. Il primo atto è la progettazione preliminare. Si sottolinea che l’opera ha l’obiettivo di affrancare il Sulcis dalle periodiche crisi idriche, rafforzandone le potenzialità di approvvigionamento.
  • altri interventi. Dei 20 mln/€ per infrastrutture nell’area industriale di Portovesme, 15 mln/€ sono stati impegnati per il programma Eurallumina a titolo di finanziamento da rimborsare. Il programma sugli approdi minerari è finanziato e gestito dalla Provincia (ora commissariata); le restanti risorse riguardano il già citato Centro per le tecnologie energetiche (8,4 mln/€) e interventi su Sant’Antioco e Iglesias di competenza comunale.

d) Nuove prospettive di sviluppo. Progetti di filiera.

d.1 Energia ecocompatibile, metano. Rientrano in questo ambito il progetto sul Biofuel (vedi sopra) e il programma per realizzare la base logistica a Portovesme per il nuovo gasdotto Galsi che ha il terminale nel Sulcis. Il programma è condizionato dall’alea del progetto Galsi. Sul Galsi è necessaria una decisione conclusiva. Nell’ambito della Call for Ideas, la società Clivati ha presentato una proposta per terminale GNL a Portovesme.

d.2 Filiera del risanamento ambientale. Il Piano quantifica 177,7 mln/€. A queste risorse si sommano quelle di origine privata che ammontano a oltre 50mln/€. Talune bonifiche sono preliminari ai programmi di riconversione, vedi a titolo puramente esemplificativo l’area ex Sardamag di Sant’Antioco che condiziona l’attuazione di un programma di straordinario interesse. Le criticità riguardano le autorizzazioni e l’attuazione dei progetti di bonifica. Regione e Ministero Ambiente hanno sottoscritto un Accordo di Programma (13) per rendere più fluido il procedimento di autorizzazione. Le criticità operative sono legate alla Società in house Igea, recentemente trasformata in Agenzia e tuttora in una fase di grave incertezza. Sugli stessi problemi si sovrappongono in casi importanti, più soggetti pubblici.

d.3 Filiera agroalimentare peculiare del territorio e d.4 Filiera del turismo. Si attribuisce  particolare rilevanza a queste filiere per le potenzialità di crescita. Su queste filiere impattano una parte significativa degli investimenti in infrastrutture (acqua, porti, strade) se adeguatamente coordinati. Sulle  filiere agroalimentare e turistica confluiscono  anche 10 mln/€ di fonte regionale già inviati a bando (14). Anche le idee emerse nella apposita Call for Proposal in parte cospicua riguardano questi settori (vedi sotto). La operatività del Parco Geominerario è tuttora condizionata da decisioni da assumere a livello regionale (attribuzione del patrimonio culturale gestito da Igea) e statale (confusione sulla natura giuridica del Parco trattato dal ministero ambiente come se fosse un parco naturale e non un Agenzia per tutelare e valorizzare i beni minerari).

Bando di idee per il Sulcis (call for proposal). Il bando è stato pubblicato il 18/02/2014. Sono state  presentate 148 proposte. La Commissione esaminatrice è stata insediata con ritardo, ha concluso i lavori individuando 6 idee vincitrici e 10 idee segnalate come rilevanti. A valle degli esiti del bando,  Invitalia ha elaborato, come previsto nel Protocollo,  un nuovo Piano strategico sostanzialmente limitato nelle proposte alle indicazioni su come impegnare 55,7 mln/€ finalizzati agli esiti della stesso bando.La Giunta regionale con Delibera N. 3/9 del 31.01.2014 (14) ha preso atto del progetto strategico elaborato da Invitalia e ha ripartito la suddetta somma (turismo sostenibile, cultura e produzioni locali, 27mln/€; spin off e start up, 3 mln/€; ricerca sull’ambiente, 3 mln/€; investimenti su luoghi e infrastrutture, 17mln/€; scouting, 3,7mln/€ altro a complemento). Si procederà con bandi per filiera. Quanto descritto si presta ad annotazioni critiche. La procedura della Call internazionale ha impegnato oltre un anno e notevoli risorse professionali e finanziarie. Gli esiti sono stati tradotti in bandi di filiera che potevano essere fatti senza il ricorso alla Call e la perdita di oltre un anno di tempo, sulla base degli studi già prodotti sulle potenzialità di queste filiere. Le idee vincitrici del bando, attraverso la procedura prescelta, o non potranno essere realizzate (vedi il centro di competenza su bonifiche di suoli e acque per inconsistenza dei finanziamenti assegnati) o rischiano di essere realizzati in modo monco (vedi le proposte Strade del Carignano, Bioedilizia etc). La strada alternativa ai bandi generalisti poteva essere quella degli studi di fattibilità delle idee vincitrici e almeno di taluna di quelle segnalate, e la successiva messa a gara della realizzazione. È alto il rischio di delusione dei proponenti le idee.

Centri di ricerca. Si è riferito più sopra sul Polo tecnologico per l’energia (Sotacarbo). Ci si sofferma ora sul Centro di Competenza sulla bonifica dei suoli e delle acque previsto nel Protocollo. L’Università di Cagliari ha presentato una proposta al Bando per il Sulcis, classificata al secondo posto fra le vincitrici. La Giunta regionale ha destinato 3 milioni di euro a Sardegna Ricerche per fare dei bandi per progetti di ricerca in tema di risanamento ambientale. In realtà in questo modo l’idea presentata dall’Università è sostanzialmente smarrita e non potrà essere conseguito l’obiettivo di creare un Centro di accumulazione di conoscenze sul tema. Questo sarebbe molto negativo poiché questo Centro di competenza ha notevoli potenzialità potendo contare sulla tradizione scientifica enorme dell’Università di Cagliari nel campo minerario e del trattamento dei solidi e sulla esperienza acquisite nelle bonifiche differenziate e complesse, programmate nel territorio. Si aggiunga che ad avviso di Studio Ambrosetti, consulente per il Piano strategico provinciale, questo specifico Centro di Competenza dovrebbe essere un’opzione prioritaria. Per le ragioni riportate sopra, avrebbe infatti   vantaggi competitivi,  in un mercato, quello del risanamento ambientale,  in fase di grande sviluppo in tutto il mondo,

Zona Franca urbana. Riguarda le riduzioni fiscali e contributive nel limite del de minimis per le piccole e micro imprese. Il MISE è responsabile della misura. Il bando è stato concluso. Il MISE ha decretato l’ammissione ai benefici fiscali e contributivi di 4359 piccole e micro imprese. La dotazione è di 124,4 milioni di euro con una riserva del 20% in favore delle imprese di nuova costituzione, non sono previste riserve per obiettivi settoriali. Questo intervento è stato attuato con ritardi molto modesti in relazione alla complessità delle procedure. Si richiama la presa di posizione del neo  Presidente Francesco Pigliaru, per assicurare le risorse per i 14 anni di vigenza della misura. E’ da monitorare il raccordo fra questa misura e gli obiettivi del Piano.

Ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro. L’obiettivo tutela del redditi e ammortizzatori sociali è stato conseguito pienamente per quanto riguarda i lavoratori diretti mentre si registrano ritardi gravi verso i lavoratori delle imprese degli appalti. La cabina di regia per le politiche attive del lavoro è stata costituita e affidata al presidente di Italia Lavoro. Non sono decollate le politiche attive del lavoro. Il responsabile della cabina di regia ha individuato circa 600 potenziali occasioni di lavoro generabili dall’attivazione delle prime misure  del Piano Sulcis. Il ritardo dell’attuazione del Piano si riflette anche su questo obiettivo. E’in corso l’attività prer dare corso alle misure nazionali che operano in funzione dell’occupazione giovanile.

Governance. Il Comitato interistituzionale si è riunito  sporadicamente su impulso del MISE e del Ministero della Coesione territoriale. Gli Accordi di Programma attuativi  non sono stati stipulati solo per alcuni casi. Il cronoprogramma complessivo del Piano non è mai stato definito;  le singole Amministrazioni hanno   individuato in alcuni casi scadenze temporali  per i programmi di competenza. La Regione ha costituito una segreteria operativa composta di dieci unità, collocata presso la Presidenza (16). Il monitoraggio su Open Coesione è parziale. Si può finire che la Governante prefigurata nel Protocollo è stata applicata solo in misura parziale e che questo fatto rappresenti una criticità.

Riferimenti

  • Protocollo d’Intesa, ai sensi dell’art 15 della L. 7 agosto 1990 n. 241, per la definizione di obiettivi e condizioni generali di sviluppo e la attuazione dei relativi programmi nel Dulcis Iglesiente. Carbonia 13 novembre 2012.
  • Legge 17 dicembre 2012, n.221, art 37; MISE, Decreto del Direttore generale, 13 dicembre 2013.
  • Delibera GR N. 5/48 del 11/02/2014. Piano straordinario per il Sulcis. Programmazione e  attuazione interventi infrastrutturali di competenza Ass.to LLPP.
  • Protocollo d’Intesa tra MISE e RAS, per lo sviluppo di un Polo tecnologico per la ricerca sul carbone pulito e la costruzione di una Centrale elettrica clean coal technology. Roma 2 agosto 2013.
  • Sostenibilità della filiera dell’alluminio nel medio periodo. S. Cherchi, 30 luglio 2013.
  • Deliberazione GR RAS, N. 53/75 del 20/12/2013. Carbosulcis SpA. Piano di chiusura della miniera di carbone.
  • Addendum al Protocollo d’Intesa per l’impianto Eurallumina di Portovesme, stipulato il 22 novembre 2012, MISE, Roma.
  • Gruppo Mossi e Ghisolfi. Progetto Sud, giugno 2013.
  • Decreto Legge 23 dicembre 2013, N. 145, “Destinazione Italia”.
  • Alluminio Alcoa. Verbale di Accordo del 27 marzo 2012, MISE, Roma. Verbale di Riunione, Incontro Alcoa, 28.10.2013, MISE, Roma.
  • Deliberazione GR RAS N. 49/43 del 26/11/2013. Interventi nella portualità di Portvoesme…
  • RAS, Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici. Parere sullo Studio di Fattibilità “Programma per il riassetto e la razionalizzazione del sistema portuale del Sulcis Iglesiente”. Febbraio 2012.
  • Accordo di Programma tra Ministero dell’Ambiente e RAS riguardante la semplificazione e lo svolgimento delle procedure tecnico-amministrative relative agli interventi… Nelle aree minerarie dismesse del SIN Sulcis, Iglesiente, Guspinese. Roma, 27/11/2013.
  • Deliberazioni GR RAS N.33/42 del 08/08/2013 e N.38/22 del 18/09/2013.
  • Deliberazione GR RAS N. 3/9 del 31/01/2014. Piano Sulcis. Presa d’atto del “Progetto strategico Sulcis” e proposta di rimodulazione allocazioni finanziarie. Atto d’indirizzo per l’attuazione del “Progetto Strategico Sulcis”.
  • Deliberazione GR RAS N. 50/62 del 21/12/2012. Protocollo d’Intesa del 13/11/2012. Attuazione del coordinamento regionale e di una segreteria operativa.»

Coquaddus copia Cristiano Erriu Ninetto Deriu Centro termale 1 Convegno Centro termale 2

L’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, “apre” al progetto del gruppo Deriu che prevede la realizzazione di un Centro termale a Coquaddus, località balneare dell’Isola di Sant’Antioco. L’importante novità è emersa ieri, nel corso del convegno svoltosi nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, organizzato per illustrare il progetto, che venne presentato già quattro anni e che ha avuto il parere favorevole del Consiglio comunale di Sant’Antioco, considerato dal soggetto proponente, un’opportunità di sviluppo per il Sulcis, alle prese con la crisi più grave degli ultimi trent’anni.

«La Giunta regionale sta lavorando alla revisione del Piano Paesaggistico regionale e allo stesso tempo sta lavorando ad una nuova legge urbanistica – ha detto Cristiano Erriu nel corso del suo intervento – non vogliamo perdere tempo, perché il tempo non è più una variabile indipendente, con i tempi che corrono, la semplificazione edilizia, la semplificazione amministrativa, costituisce uno degli obiettivi del programma di governo del presidente Pigliaru. Le esigenze di risposte celeri e immediate che il mondo dell’impresa giustamente pretende da una pubblica amministrazione, per molti versi nel passato disattenta e distante, sono due piste di lavoro sulle quali la Giunta si è spesa e vuole spendersi in futuro. Questo non significa trascurare le esigenze dell’ambiente e l’opinione di chi, portatore di interessi diffusi e le associazioni ambientaliste, deve partecipare al processo partecipativo che abbiano avviato, ma ecco perché vogliano ricostruire le basi dello sviluppo della Sardegna, fondandole non più su una spesa pubblica ormai inesistente, ma solo sugli investimenti dei privati che devono essere messi nella condizione di poterlo fare».

«L’impressione immediata, la risposta immediata che mi sento di dire all’imprenditore Deriu e a tutti voi – ha aggiunto Cristiano Erriu -, è che all’assessorato dell’Urbanistica troverà risposte, orecchie disponibili ad ascoltare, tempo da dedicare per affrontare i nodi che devono essere sciolti, problemi che devono essere approfonditi, risposte che possono essere date, facendoci carico anche del lavoro di regia e di coinvolgimento di altre autorità, quelle ambientali in primo luogo, ma anche le varie soprintendenze, per cercare di costruire le condizioni perché su questo progetto, magari modificato, aggiornato e rivisto ma in linea con le aspettative di un territorio che mi pare di capire su questo progetto crede molto, è nostro dovere occuparcene con serietà e tentare di dare risposte.»

L’intervento dell’assessore Erriu è arrivato al centro del dibattito, preceduto dall’esposizione del progetto da parte degli esperti incaricati dall’imprenditore Ninetto Deriu. Sono intervenuti il geologo Alessandro Grosso, direttore dei lavori, sull’attività del permesso di ricerca; il professor Andrea Fuganti, geologo, docente dell’università di Trento, responsabile del procedimento di certificazione delle acque; il professor Mario De Bernardi di Valserra, docente dell’università di Pavia, responsabile del procedimento di certificazione delle acque a fini terapeutici; l’ingegner Fulvio Maurizio Pisu, responsabile degli aspetti urbanistici e normativi; l’architetto Massimo Pisu, responsabile della progettazione architettonica e paesaggistica.

Nel permesso di ricerca in località Coquaddus sono state individuate acque utilizzabili a scopo termale, ad una temperatura variabile tra i 20° e i 25° (la portata è di due litri al secondo, 57.600 litri per le otto ore, una quantità ampiamente sufficiente). Il contesto territoriale nel quale si inserisce il permesso di ricerca è ritenuto favorevole per l’insediamento di un Centro termale sia per la vicinanza a centri abitati, sia per l’inserimento in un contesto a forte vocazione turistica. Il personale minimo necessario per il funzionamento del solo Centro termale sarà costituito da 1 direttore, 1 vicedirettore, 3 persone per l’accettazione, 2 medici responsabili e vari specialisti consulenti, 2 addetti alle terapie inalatorie, 10 addetti alla fango-balneoterapia, 5-8 massaggiatori, 2 fisioterapisti, 2 bagnini, 4 addetti alle pulizie, 2 manutentori. Oltre a quello per il funzionamento del Centro termale, è previsto il personale per la gestione della struttura alberghiera, delle piscine esterne, del centro benessere, del ristorante, dei bar, dei giardini e di tutti gli altri servizi, per un fabbisogno totale di 115 unità.

Ninetto Deriu ha spiegato di essere in attesa di un pronunciamento delle autorità competenti nel più breve tempo possibile, qualunque esso sia, nel rispetto delle leggi vigenti. Ed ha sottolineato come molti imprenditori, nel passato più o meno recente si siano arresi alla burocrazia, scegliendo di andare ad investire altrove, ma di non voler fare altrettanto ed ha sottolineato che, anche qualora le risposte fossero negative, resterebbe ad operare con le sue imprese nel Sulcis, territorio che oggi più che mai ha bisogno di imprese in grado di creare lavoro.

Prima di Cristiano Erriu era intervenuto l’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi, che ha sottolineato la validità e l’importanza del progetto presentato dal Gruppo Deriu.

«Il Piano Paesaggistico Regionale – ha detto Tore Cherchi – prevedeva di poter trasformare le volumetrie industriali in volumetrie ricettive, per compensare almeno in parte il gap di quei territori nei quali in passato non sono stati realizzati grandi interventi nel settore turistico. è successo, a distanza di anni – ha aggiunto Tore Cherchi -, che questa misura di compensazione individuata nelle aree Sardamag e Palmas Cave, per i ritardi registrati nelle bonifiche, nei fatti non si è tradotta in atto, rivelandosi una misura di compensazione che non funziona. La politica deve prenderne atto e chiedersi perché. Le intese in questi casi vanno valutate anche tenendo conto del contesto complessivo, del fatto che se si deve sviluppare il settore, con imprese di determinate caratteristiche, lo si deve fare dove è possibile, cioè dove si ha la risorsa termale (in passato, altri tempi beninteso, sono andati a cercare la miniera persino nello scoglio del Pan di Zucchero), e da ultimo si deve considerare che servono determinate strutture per assicurare la misura compensativa prevista dal Piano Paesaggistico regionale e se questa non è agibile al momento e non sarà disponibile ancora a lungo, toccherà ai sindaci e alla Regione far sì che lo strumento dell’intesa vada usato tenendo conto del contesto complessivo. Mi auguro che si possa sviluppare una discussione costruttiva e rapida – ha concluso Tore Cherchi – perché siamo di fronte a proposte imprenditoriali importanti non solo per l’impresa ma in possesso di una valenza di tipo generale.»

Per fugare perplessità e dubbi sollevati circa un eventuale futuro cambio di destinazione d’uso della struttura, a scopo speculativo, Ninetto Deriu ha spiegato che la destinazione urbanistica delle volumetrie non potrà essere modificata, come sottoscritto con atto notarile, per almeno 99 anni, rimanendo vincolata sempre e solo ad un centro termale.

L’assessore e vicesindaco di Sant’Antioco, Massimo Melis, ha ricordato come il Consiglio comunale abbia espresso parere favorevole sul progetto ed ha sottolineato l’esigenza di sostenere progetti come quello proposto dal Gruppo Deriu, per dare nuovi sbocchi ad un territorio finora condizionato dalla monocoltura mineraria prima e industriale poi.

«Sant’Antioco può dare un grande contributo alla ripresa economica del Sulcis – ha detto Melis – speriamo che il presidente Pigliaru e la nuova Giunta regionale colgano l’opportunità che noi vogliamo dare».

Un parere totalmente positivo sul progetto Coquaddus è stato espresso da Fabio Enne, segretario generale della Cisl, che ha sottolineato come l’imprenditore tre anni fa abbia rilevato lo stabilimento ex Ila con un rilevante investimento economico e, nonostante gli elogi ricevuti da tutta la classe politica, dopo quattro anni non abbia ancora ottenuto il via libera per l’installazione di tre pale eoliche necessarie ad abbattere i costi di produzione e quindi ad assicurare un futuro all’impresa e duecento persone stanno ancora aspettando di poter rientrare nel ciclo produttivo. Fabio Enne ha detto di non capire gli ostacoli che vengono posti alla realizzazione di un progetto come quello del Centro termale di Coquaddus e come rappresentante sindacale, ha detto di essere eventualmente pronto, qualora si rendesse necessario, anche a fare le battaglie per superare tutte le difficoltà burocratiche, per superare tutti gli ostacoli, anche modificare le leggi, se necessario, per fare le cose e creare una nuova economia in questo territorio.

«Si parla di grandi emergenze come Alcoa, Eurallumina, Portovesme srl, Carbosulcis – ha rimarcato Enne -, ma ci sono tante altre piccole e grandi emergenze della piccola e media impresa. Il sindacato non è solo per la grande industria, ma anche per progetti alternativi e questo è un segnale importante che bisogna assolutamente sostenere. Bisogna mettere i privati nella condizione di poter fare gli investimenti ed evitare che rinuncino e lascino questo nostro Sulcis.»

Anche il consigliere regionale Gigi Rubiu ha espresso un giudizio positivo sul progetto, e la necessità di sostenere progetti come questo che danno lustro al territorio e, ad iniziare dalle intraprese turistiche, ci mettono nella condizione di cambiare l’economia, fino ad oggi legata esclusivamente prima alle miniere poi all’industria. Si è poi complimentato con Ninetto Deriu per il coraggio mostrato nel portare avanti l’iniziativa nonostante tutte le difficoltà burocratiche. Gigi Rubiu ha sottolineato che in questo momento si potrebbe scrivere il futuro del territorio ma di essere anche preoccupato sul fatto che alcuni probabilmente non vorrebbero che questo avvenisse. Ha poi rimarcato l’esigenza di allungare la stagione turistica, oggi spesso limitata ai soli mesi estivi.

Ninetto Deriu ha chiarito di aver deciso di investire 20 milioni di euro su un Centro termale proprio perché le esperienze già operanti dimostrano che lavorano 12 mesi l’anno.

Anche il segretario generale della Cgil, Roberto Puddu, ha sottolineato l’importanza del progetto e sollecitato la sua approvazione, ricordando la prima presentazione del progetto, quando tutti si espressero favorevolmente, salvo poi, fuori dalla sala, assistere ad invettive verso coloro che avevano espresso parere almeno positivo, con dubbi ed insulti.

«La Cgil rappresenta 15.000 lavoratori del territorio – ha detto Puddu – almeno un terzo dei quali oggi non hanno un lavoro. Nel rispetto nelle norme e delle scelte del territorio, vedi i Consigli comunali che hanno titolo in materia, se i pareri sul progetto sono positivi, io esprimo un parere favorevole. Se questo progetto fosse sulla spiaggia io sarei contrario, ma questo progetto non è sulla spiaggia. E se fosse troppo vicino alla spiaggia, io direi che bisognerebbe chiedere all’imprenditore di spostarlo per quanto possibile. Bisogna ridurre i tempi delle autorizzazioni, dire sì o no, perché non è possibile essere ancora qui, dopo quattro anni, in questa situazione.»

Il convegno ha proposto tanti pareri positivi sul progetto, oltre alla posizione nuova della Regione, espressa dall’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, ma restano anche pareri contrari. Uno di questi è quello della sezione Italia Nostra di Sant’Antioco, che in una nota diffusa nei giorni scorsi, scrive che «l’intervento proposto non possiede i requisiti previsti dal PPR per le intese, in quanto in palese contrasto con gli obiettivi della pianificazione paesistica regionale, con l’intera disciplina paesaggistica e con quella urbanistica, in quanto si tratta per una parte di aree classificate H (vincolo di integrale conservazione)».

«Oltre ai vincoli naturalistici – sottolinea ancora Italia Nostra di Sant’Antioco – l’intera isola è tutelata dalla vigente normativa paesaggistica per cui in quell’area è improponibile un intervento edificatorio e va precisato che buona parte dell’intervento ricade in zona agricola che per definizione deve essere adibita ad attività agricola e non edilizio-turistico-alberghiera.»

Firma del Piano Sulcis 2 copia

Sono 4.359 le domande presentate entro il termine del 7 aprile 2014, per l’accesso alle agevolazioni previste dal bando sulle “Zone Franche Urbane” per la concessione di agevolazioni sotto forma di esenzioni fiscali e contributive in favore di imprese di micro e piccola dimensione, localizzate nel territorio dei 23 Comuni della Provincia di Carbonia Iglesias (decreto interministeriale del 2 settembre 2013).

Di queste, sono 561 le domande presentate da nuove imprese, 3.798 quelle di imprese già esistenti. Per l’89% del totale, si tratta di micro imprese con meno di 10 addetti ed un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro, per l’11% di imprese con meno di 50 addetti. Entrando ancora di più nel dettaglio, per il 63% si tratta di ditte individuali, per il restante 37% di società.

A comunicare questi dati, è l’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi, oggi rappresentante del ministero dello Sviluppo economico nel Comitato interistituzionale per l’attuazione del Piano Sulcis.

«L’importo medio di agevolazione per ciascuna impresa ammonta a 28.550 euro nel triennio – spiega Tore Cherchi – ma se, come prevede il bando, la riserva del 20% verrà ripartita tra le 561 nuove imprese, queste avranno 44.300 euro ciascuna nel triennio, quelle già esistenti 26.200 ciascuna nel triennio.»

«Occorre ricordare – aggiunge Tore Cherchi – che l’intero gettito fiscale composto da Ires, Irpef, Irap ed Imu, nel 2012 è stato inferiore a 18 milioni di euro. I contributi INPS esonerabili sono da calcolare sulla retribuzione minima di 1.237 euro mensili.»

I tempi di esame delle domande, come ha confermato lo stesso Tore Cherchi, grazie al sistema digitale, saranno brevissimi, entro il 30 aprile il ministero dello Sviluppo economico dovrebbe pubblicare il decreto contenente l’elenco delle imprese ammesse ai benefici e gli importi che le stesse potranno compensare fin dalla prossima dichiarazione dei redditi, in materia di irpef, irap, imu e contributi vari, iva esclusa.

Ricordiamo, infine, che per l’attuazione dell’intervento, incluso nell’accordo di programma “Piano Sulcis”, sono disponibili oltre 124 milioni di euro, nell’arco di tre anni.

Luca Pizzuto copiaLuca Pizzuto 2 copiaLuca Pizzuto e Francesco Pigliaru copia

Nel nuovo Consiglio regionale insediatosi questa mattina nell’Aula di Via Roma, ci sono tante piccole grandi storie da raccontare. Una di questa è quella di Luca Pizzuto, 30 anni, in 4 anni dalla candidatura con elezione al Consiglio provinciale (283 preferenze con l’11,67% nel collegio di Carbonia 2), alla nomina ad assessore delle Politiche sociali nella Giunta guidata da Tore Cherchi; alla più recente elezione alla segreteria regionale di Sinistra Ecologia Libertà e quindi alla candidatura con elezione in Consiglio regionale, con 1.709 preferenze.

Stamane Luca Pizzuto era visibilmente emozionato tra i banchi dell’Aula di Via Roma. La giovane età (è più giovane di lui solo il compagno di partito Eugenio Lai, 28 anni) lo ha portato a ricoprire l’incarico di segretario d’Aula ma tra una pausa e l’altra ha salutato tutti: il presidente Pigliaru, gli assessori, i consiglieri di maggioranza e quelli di opposizione. Sa bene che il compito che lo attende non sarà facile, ma come ha bruciato la tappa della carriera politica nei primi quattro anni, molto probabilmente riuscirà a farlo anche in Consiglio regionale, rispettando lo spirito che lo ha accompagnato fin qui, sia in politica sia nel sociale, campo che lo vede impegnato anche nel lavoro quotidiano.

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«Dodici assessori tecnici che lavoreranno per la Sardegna a tempo pieno.» E’ questa la scelta fatta dal neo presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, per la composizione della squadra di governo, ribadita nel corso della presentazione alla stampa, ieri pomeriggio, in Viale Trento.

«Tutte le cariche ricoperte – ha sottolineato Francesco Pigliaru nel momento in cui ha presentato l’assessore degli Enti Locali ed Urbanistica, Cristiano Erriu, sindaco di Santadi e presidente di Anci Sardegna – verranno, come è ovvio, abbandonate per prendere quella di assessore.»

Cristiano Erriu, 50 anni appena compiuti, laureato in Giurisprudenza, direttore del Centro Servizi per le imprese della Camera di Commercio di Cagliari, dunque, lascerà gli incarichi di sindaco di Santadi (è stato eletto il 30 maggio 2010) e di presidente di Anci Sardegna (è stato eletto il 7 settembre 2011).

Per quanto riguarda la presidenza di Anci Sardegna, è assai probabile che il suo successore venga indicato ancora dal Partito Democratico (il concorrente di Cristiano Erriu, come si ricorderà, era stato il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, anch’egli esponente del partito Democratico, ora eletto consigliere regionale e papabile per l’elezione alla presidenza del Consiglio regionale), mentre andranno verificati i tempi per la gestione dell’Amministrazione comunale di Santadi. Visti i precedenti verificatisi anche nel territorio (si ricorderà la conclusione anticipata del secondo mandato di Tore Cherchi da sindaco di Carbonia dopo la sua elezione alla presidenza della Provincia di Carbonia Iglesias, con il comune guidato dal vicesindaco, Maria Marongiu, per circa un anno, fino alla prima finestra elettorale amministrativa successiva), andrà verificato se ci saranno i tempi per lo scioglimento immediato del Consiglio comunale e l’indizione di nuove elezioni nel mese di maggio o se, viceversa, la Giunta resterà in carica, guidata dal vicesindaco, Maria Vincenza Chirigu, fino alla primavera 2015.

 

Luca Pizzuto, da assessore alle Politiche sociali della Provincia di Carbonia Iglesias, alla segreteria regionale di Sinistra Ecologia Libertà. Il congresso regionale svoltosi la scorsa settimana al Setar Hotel di Quartu Sant’Elena, ha portato al vertice di SEL il giovane di Carbonia che fino a qualche mese fa ha fatto parte della Giunta provinciale guidata da Tore Cherchi. Luca Pizzuto ha fatto il suo ingresso nella scena politica provinciale quattro anni fa, candidato ed eletto nella lista di SEL della circoscrizione di Rosmarino, a Carbonia. Nominato assessore, ha lasciato il posto in Consiglio provinciale. In questi quattro anni ha svolto un’intensa attività politica, sia a livello territoriale sia regionale e si è meritato la fiducia di tutti, fino all’elezione alla segreteria regionale, incarico nel quale rileva il posto di Michele Piras, eletto deputato nelle elezioni politiche dello scorso mese di febbraio.

Il primo impegno che attende il neo segretario è la definizione degli accordi con gli alleati della coalizione di centrosinistra per le ormai imminenti elezioni regionali. E, a questo proposito, fin dai primi momenti successivi alla sua nomina, Luca Pizzuto ha ribadito che SEL è contraria alla candidatura di Francesca Barracciu, l’europarlamentare vincitrice delle elezioni primarie del Partito Democratico, alla carica di Governatore della Sardegna. All’origine del “NO” l’indagine per peculato, legata all’utilizzo dei fondi destinati ai gruppi consiliari regionali, che vede coinvolta l’ex sindaco di Sorgono.

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Una sala della Biblioteca comunale di Carbonia, gremita come raramente accade in occasioni di presentazione di pubblicazioni (posti a sedere tutti occupati e diverse file di spettatori in piedi)  queste le parole  di Paolo Serra, della società Umanitaria di Carbonia che ha collaborato insieme all’assessorato alla Cultura del comune di Carbonia, alla riuscita dell’evento), che ha presentato l’evento sabato 21 dicembre, e letto personalmente alcuni brani significativi del libro “Carbonia – Romanzo Minerario, storie di vita, di lotta e di sport”, opera prima di Antonello Pirotto, edito da Giampaolo Cirronis. La copertina del libro è caratterizzata da un disegno di Ruggero Soru, noto ed apprezzato disegnatore e vignettista di Carbonia, presente in sala e accomunato, insieme all’autore e all’editore, da calorosi applausi .

A fare da introduzioni gli interventi del sindaco, Giuseppe Casti, e del suo predecessore Tore Cherchi, che hanno preceduto gli interventi dell’editore e dell’autore.

Tra i presenti gli assessori comunali alla Cultura Loriana Pitzalis, Lavori pubblici Franco Manca e Commercio, Giampaolo Puddu, diversi consiglieri comunali e l’ assessore allo sport del comune di San Giovanni Suergiu, Roberto Pucci. Volti noti dello sport locale, Checco Fele, Graziano Milia, Giorgio Melis, Massimo Corda, Gianni Maricca e in particolare Giulio Ravot, bandiera biancoblù, che ha un ruolo importante nello sviluppo del romanzo.

Commozione quando sono stati citati alcuni dei personaggi citati nel libro, da Carlino Zoboli, presenti la vedova Elena e i familiari; a Sergio Usai, presente la figlia Francesca. Non potevano mancare i protagonisti delle lotte operaie di questi ultimi anni, una sorta di filo conduttore, con il passato raccontato nel libro, costruito appunto sulla determinazione a resistere, al ricorrente attacco al sistema produttivo, nello specifico rappresentanti sindacali, della varie sigle e categorie dall’Eurallumina (Mocci, Pulisci, Marongiu), all’Alcoa (Massimo Cara, Stefano Lai, Simone Loi, agli edili (Manuel Piredda), al commercio, artigianato (Claudia Mariani). Oltre alle rappresentanze di importanti associazioni, come gli amici della miniera (Mario Zara), il presidente della Fand (Stefano Garau ), autori di importanti pubblicazioni dello stesso comparto letterario, come l’ingegnere Luciano Ottelli (“Serbariu storia di una miniera”), Franco Reina (“Carbosarda Carbonia, passione per la squadra biancoblù”), Carlo Panio (“Storia del diritto minerario in Sardegna, il caso Carbonia”). Ha chiuso l’incontro un brindisi, con l’augurio di vivere momenti migliori  già a partire dal prossimo anno.

Il volume è disponibile nelle librerie e in alcune edicole di Carbonia ed è inoltre acquistabile contattando direttamente l’editore Giampaolo Cirronis.

Locandina 33x48 presentazione libro Carbonia - Romanzo Minerario

 

 

«L’incontro di ieri a Carbonia alla presenza del dirigente generale, Carlo Sappino, per l’incentivazione delle attività imprenditoriali del Ministero dello Sviluppo Economico, più che una fuga in avanti rappresenta a tutti gli effetti una fuga all’indietro e una totale e gravissima assenza di leale collaborazione istituzionale. La Regione non solo è il soggetto che ha ideato e dato impulso al Piano Sulcis, ma, alla luce delle risorse stanziate, è di fatto l’azionista di maggioranza. Una riunione senza la prima istituzione regionale, dunque, può essere considerata inesistente.»
E’ quanto dichiarato dall’assessore della Programmazione, Alessandra Zedda, in merito all’incontro tenutosi ieri a Carbonia su Zona Franca e Piano Sulcis, senza il coinvolgimento della Regione.
«Lascia quantomeno perplessi – riprende l’assessore – che la direzione generale del ministero si sia prestata a partecipare senza coinvolgere la Regione con la quale, invece, i rapporti sono sempre stati di fattiva collaborazione. In materia di Zona franca urbana e Piano Sulcis, infatti, la Regione ha sempre cercato la strada del coinvolgimento, sia con gli enti locali e sia attraverso un rapporto di stretta collaborazione con il Governo. Non accettiamo di essere messi da parte neanche da chi, come l’ex presidente della Provincia Tore
Cherchi, seppur nominato dal Governo, si permette di convocare una riunione con il territorio senza coinvolgere la Regione Sardegna. Ricordiamo che il Piano Sulcis è stato voluto e avallato dalla Giunta e le risorse delle quali dispone sono comunque destinate alla Regione Sardegna. In particolare, quelle impiegate per la Zona franca urbana, sono la risultanza delle multe applicate alle società energivore dovute al ristoro dei gravi danni subiti dal territorio. Pertanto – conclude Alessandra Zedda – tali atteggiamenti sono lesivi dei rapporti istituzionali e creano solamente confusione, anche perché, nel corso dell’ultimo incontro al Ministero, ancora una volta si è deciso di destinare il 20 per cento delle risorse alle nuove imprese e per quanto ci riguarda lo si è deciso insieme. Non solo, ma la Regione ha confermato in quell’occasione di sposare totalmente l’iniziativa della Zona franca urbana, destinando le risorse integrative a valere sui fondi comunitari per la fiscalità di sviluppo già a partire dal 2014.»
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L’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi, oggi rappresentante del ministero dello Sviluppo economico per l’attuazione del Piano Sulcis, ha ricostruito in una breve nota l’analisi dei principali programmi di intervento che – sottolinea – prevedono l’assegnazione di risorse pubbliche per un totale di 624 milioni di euro.

Riportiamo integralmente la nota di Tore Cherchi:

«Stato attuazione piano Sulcis come registrato nella riunione del 13/11/2013

Analisi dei principali programmi.

Totale risorse pubbliche assegnate 624 milioni di euro

1) Fiscalità di vantaggio per le piccole e micro imprese della ex provincia. 124,4 milioni di euro. Il bando in fase di pubblicazione. Le imprese potranno presentare la domanda per le agevolazioni fiscali a partire dal 15 dicembre e sino al 15 marzo. L’ottanta per cento delle risorse è riservato alle imprese esistenti, il venti per cento a quelle di nuova costituzione.

2) Infrastrutture. Totale 72 milioni di euro interamente assegnate dallo Stato alla Regione, così ripartite. 30 milioni di euro per strade: nel primo semestre dell’anno saranno spesi 3,5 milioni di euro sulla provinciale 77, il resto è gestito da ANAS, progettazione non ancora fatta. Porto industriale di Portovesme, la Regione deve ancora fare la delibera di Giunta per mettere a disposizione del Consorzio, i 7 milioni di euro, progettazione da rimettere a posto e bando da fare. Porti di Calasetta, Carloforte, Sant’Antioco compreso collegamento nell’istmo, assegnati 32 milioni di euro, tutto in Regione; un milione di euro assegnato alla Regione per la delimitazione della zona franca doganale.

3) Call for Ideas. Bando concluso con ritardo di quattro mesi. Invitalia deve gestire l’attuazione delle idee selezionate.impegnati 55,7 milioni di euro.

4) Collegamento diga Monte Pranu con sistema idrico regionale, 50 milioni di euro, progettazione e realizzazione intervento affidata a Ente Flumendosa. La Regione ha parzialmente disimpegnato le risorse e ora deve ripristinare la dotazione originaria.

5) Fondi per iniziative imprenditoriale. Totale 100 milioni di euro, di cui 10 milioni a disposizione della Regione per bando per imprese turismo e agroalimentare, bando fatto, sono residuati 4 milioni di euro che saranno rimessi a bando. 90 milioni di euro sono gestiti da Invitalia per contratti di sviluppo, Eurallumina ha presentato domanda, un altro progetto riguarda il Biofuel.

6) Bonifiche. Il giorno 20 sarà firmato il protocollo fra Governo e Regione, per la semplificazione delle procedure concernenti le bonifiche minerarie di competenza pubblica che coinvolgono oltre 150 milioni di euro. Nello stesso giorno si avrà la conferenza decisoria per le bonifiche Alcoa e Sardamag. Si dovrebbe esaminare nello stesso giorno anche la questione del bacino dei fanghi rossi.

7) Politiche attive del lavoro concernenti la ricollocazione dei lavoratori espulsi dal processo produttivo. Interventi di competenza di Italia lavoro che ha analizzato le potenzialità occupazionali dei programmi più prossimi al decollo (esempio bonifiche) e che valgono almeno 600 posti di lavoro. Per passare alla operatività occorre che i programmi entrino effettivamente in attuazione.

8) Industria. Su Eurallumina Governo e Regione hanno riferito che il protocollo per la ripartenza sarà rispettato. Su Alcoa ha fatto riferimento ai contatti in corso.»