25 April, 2024
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Venerdì 10 novembre, alle 15.30, nell’Aula consiliare di Piazza Repubblica, ad Assemini, si terrà un convegno sugli scenari energetici nel Sud Sardegna, focus sui grandi parchi eolici e fotovoltaici, impatto ambientale e benefici per la comunità locale.

Dopo i saluti del sindaco di Assemini Mario Puddu e del presidente del Circolo Legambiente Assemini Antonello Deidda, sono previsti numerosi interventi:

Per un Futuro all’insegna del Green Deal – Vincenzo Tiana, responsabile Energia Legambiente Sardegna

Programmi della Regione – Marco Porcu, assessore regionale della Difesa dell’Ambiente

Prospettive energetiche in Sardegna – Fabrizio Pilo, Università di Cagliari

Il ruolo delle comunità locali: il caso Villamassargia – Debora Porrà sindaca del comune di Villamassargia

I Paesaggi dell’energia – Antonello Sanna Università di Cagliari, Comitato Scientifico Legambiente Sardegna

Esperienza innovativa nel mondo agropastorale – Salvatore Pala, presidente drll’Unione Pastori di Nurri

Percorsi di copianificazione per progetti di sviluppo – Alessia Meloni, assessore LLPP del comune di Assemini

La realtà del Comune di Assemini – Francesco Murtas, assessore dello Sviluppo economico del comune di Assemini

Mancata programmazione energetica: il caso di Guspini – Giuseppe De Fanti, sindaco del comune di Guspini

Le realtà rurali, integrazioni col tessuto produttivo e la valorizzazione del paesaggio – Giacomo Porcu sindaco del comune di Uta

Una giusta transizione ecologica in Sardegna – Giorgio Querzoli, coordinatore del Comitato Scientifico Legambiente Sardegna.

Coordinerà il dibattito Alberto Nioi, presidente del Consiglio comunale di Assemini.

 

Una nota stringata della società GOLAR LNG LIMITED armatrice della super metaniera destinata a Portovesme ha comunicato che «Nel corso del trimestre è scaduto il termine di Snam per l’emissione dell’Avviso di procedere alla conversione FSRU dell’Artico Golar. I servizi di ingegneria e professionali capitalizzati per la conversione sono stati pertanto imputati alle spese di sviluppo del progetto, con contropartita imputazione del compenso ricevuto da Snam tra gli altri proventi di gestione. Golar sta valutando alternative per la nave, inclusi altri progetti di conversione, noleggio o vendita».

Vale a dire che la supermetaniera destinata a Portovesme non è più nella disponibilità della SNAM e la società proprietaria Golar sta valutando alternative di collocazione.

Legambiente già dal novembre del 2021 aveva fatto presente che il progetto era insostenibile dal punto di vista ambientale. È utile ricordare che si trattava di una metaniera di 300 metri di lunghezza e 43 metri di altezza, con capacità di 140.500 mc di gas, da ormeggiare per decenni nella modesta banchina del piccolo porto di Portovesme. Da Legambiente erano state inoltrate al Ministero osservazioni critiche circostanziate su tanti fattori:

  • Gli scenari energetici che contrastavano con le direttive europee;
  • L’impatto ambientale in un’area portuale di dimensioni molto ridotte;
  • Il palese conflitto della super metaniera con il traffico commerciale e passeggeri nell’area portuale;
  • L’impatto negativo sulla situazione sanitaria evidenziato con nettezza anche dall’ISS;
  • Sono stati anche evidenziati i notevoli problemi della sicurezza;

– il progetto della SNAM sul terminale GNL nel porto di Portovesme era apparso a rischio altamente rilevante sia per il sistema industriale di Portoscuso che per la popolazione del comune di Portoscuso;

– Non è apparso possibile applicare le misure di sicurezza previste dalle normative internazionali nella ristretta area portuale di Portovesme;

– Pertanto, abbiamo affermato che il progetto era assolutamente da respingere.

Inoltre, abbiamo sempre segnalato con nettezza la impossibilità del dragaggio a 14 metri di profondità (necessario per consentire l’accesso ed il posizionamento della supermetaniera), che via via è emerso in tutta la sua difficoltà. Allo stato attuale non esiste neanche un progetto, né un soggetto che lo dovrebbe eseguire, e le risorse finanziarie sono assolutamente insufficienti.

Accantonata la prospettiva illusoria del terminale GNL, la situazione presente e futura del polo industriale richiede una seria e realistica riflessione sulla necessità di chiudere il più rapidamente possibile con le industrie altamente energivore ed avviare nel contempo un’impegnativa riconversione sostenibile, basata sulle opportunità aperte dalla transizione energetica e fondata sullo sviluppo delle rinnovabili, al fine di risanare l’ambiente e migliorare il paesaggio.

Vincenzo Tiana

Responsabile energia Legambiente Sardegna

La complessità delle scelte imposte dal cambiamento climatico alla comunità mondiale per affrontare la sfida tecnologica e sociale della transizione energetica. Il workshop organizzato da Sotacarbo e Energia Media nella Grande Miniera di Serbariu a Carbonia ha illustrato strategie globali, nazionali e regionali per passare da un sistema basato sulle fonti fossili a uno senza emissioni di CO2, basato su rinnovabili e idrogeno verde, per assicurare il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
Un traguardo che al momento sembra allontanarsi anziché avvicinarsi.

«Se gli impegni degli Stati restano quelli attuali, l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura entro 1.5°C è velleitario – spiega il presidente Sotacarbo, Mario Porcu -. Lo scenario NetZero nel 2050 dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) appare già superato, anche perché per metà della popolazione mondiale, Cina e India, la scadenza programmata è posticipata di dieci-vent’anni.»
Tutti i relatori hanno messo in evidenza come la neutralità climatica sia un obiettivo universale ma le strade per conseguirlo possono essere molteplici e non le stesse per tutti.
Aperti dall’intervento dell’assessore regionale all’Ambiente Marco Porcu, i lavori sono entrati subito nel vivo con il general manager dell’International Centre for Sustainable Carbon Andrew Minchener, che ha sottolineato l’errore di sottovalutazione dell’importanza nella transizione energetica delle terre rare, litio, cobalto e rame. Minerali necessari per la realizzazione delle turbine eoliche e dei pannelli solari, elementi chiave della decarbonizzazione: «La Cina ha una posizione dominante in questo mercatospiega Andrew Minchener -, sia per la disponibilità diretta che per quella indiretta, creata grazie ad accordi con altri paesi asiatici e africani, che dispongono di riserve. Questo vantaggio strategico si traduce in un gap competitivo enorme per gli altri paesi, che dovranno in parte rivedere molte delle scelte fatte a livello di tecnologie e industrie da sviluppare».

Gli interventi di Marcello Capra, ministero dell’Ambiente, e Gianluca Cadeddu, Centro regionale di programmazione della Regione Sardegna, hanno posto l’accento sul fatto che sia a livello nazionale che regionale «per la transizione energetica adesso non c’è un problema di risorse economiche», piuttosto bisogna far sì che i vantaggi ricadano nel territorio che sostiene il peso delle scelte, situazione non automatica né scontata.
Gianluca Cocco, assessorato regionale Ambiente, ha evidenziato la novità del metodo utilizzato per la stesura della Strategia regionale di sviluppo sostenibile: «La collaborazione fattiva tra assessorati diversi e il coinvolgimento dei portatori interesse e di diritti hanno significato tempi più lunghi ma hanno conferito basi più solide e condivise per la redazione di un documento strategico fondamentale».
Il professor Franco Cotana, università di Perugia, ha illustrato il ruolo che può essere giocato dai biocarburanti in questa fase di passaggio e di come l’Unione europea debba accelerare la transizione senza compiere scelte avventate che possano distruggerne l’economia.
La catena del valore e le condizioni necessarie per rendere l’idrogeno verde una scelta di sviluppo sostenibile e vincente per la Sardegna sono stati illustrati dal presidente Sotacarbo Mario Porcu: «La nostra regione è tagliata fuori dalla dorsale europea dell’idrogeno, così come era già successo con le reti del metano. La differenza stavolta è attraverso l’idrogeno verde l’abbondanza di energia da fonti
rinnovabili ci mette in condizione di poter diventare un’hydrogen island, in grado di soddisfare tutto il nostro fabbisogno energetico, con nostre risorse e a emissioni zero”.
Nella sessione pomeridiana spazio ai tanti progetti industriali in corso o programmati nell’Isola. I lavori si sono chiusi con la tavola rotonda che ha messo a confronto l’analisi dell’università di Cagliari, illustrata dal prorettore Fabrizio Pilo, la visione di Legambiente, rappresentata da Vincenzo Tiana, per finire con le tante criticità che la transizione energetica mette sul tavolo degli amministratori locali, sintetizzate da Ignazio Atzori, sindaco di Portoscuso, uno dei maggiori poli industriali dell’Isola: «Passare da un modello di sviluppo che ha fatto il suo tempo a un altro è doveroso ma dobbiamo sopravvivere. La transizione deve avere al suo centro l’uomo, altrimenti fallisce».

Il Consiglio di Stato ha rinviato al prossimo 16 novembre il suo pronunciamento sul ricorso della Regione Sardegna al DPCM energia, per consentire, nei prossimi 9 mesi, alla stessa Regione ed alla presidenza del Consiglio dei ministri, le necessarie interlocuzioni per arrivare alla revisione dei contenuti dello stesso decreto.

Questa decisione, di fatto, congela per quasi un anno il progetto della SNAM sull’arrivo del GNL in Sardegna che il DPCM prevedeva dovesse avvenire attraverso la collocazione di due FSRU nei porti di Portovesme e Porto Torres e di un rigassificatore nel porto di Oristano, soluzione fortemente contestata dall’amministrazione comunale di Portoscuso e da alcune associazioni ambientaliste, con in testa Legambiente che non più tardi di due settimane fa ha tenuto una conferenza stampa a Portoscuso, nella sala consiliare e al porto di Portovesme, con i suoi massimi rappresentanti, il presidente nazionale Stefano Ciafani, la presidente regionale Annalisa Columbu ed il responsabile energia per la Sardegna Vincenzo Tiana, per dire no sia alla FSRU sia al gasdotto che, in base all’accordo stipulato esattamente un mese fa tra il presidente del Consiglio dei ministri italiano Giorgia Meloni ed il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, dovrebbe portare il gas in Italia attraversando la Sardegna con il Galsi.

I vertici nazionale (il presidente Stefano Ciafani) e regionale (la presidente Annalisa Columbu ed il responsabile energia Vincenzo Tiana) di Legambiente sabato mattina hanno tenuto una conferenza stampa nella sala consiliare del comune di Portoscuso, presenti anche il sindaco Ignazio Atzori e gli assessori Attilio Sanna ed Ornella Pilisio, per ribadire la propria opposizione al progetto SNAM della supermetaniera e al progetto Galsi, e rivendicare priorità al disinquinamento dell’area industriale. Dopo l’incontro in Municipio, ambientalisti ed amministratori comunali si sono recati al porto di Portovesme.

Allegata, una breve intervista con il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani.

Legambiente è critica sull’accordo internazionale di cooperazione energetica Italia-Algeria siglato in questi giorni e sul possibile progetto del Galsi (Gasdotto Algeria Sardegna Italia) che riprende sempre più quota. Per l’associazione ambientalista, che già conduce da tempo una battaglia contro le FSRU previste dal Dpcm energia per la Sardegna, a Portovesme e Porto Torres, non è questa la strada da seguire per rendere l’Italia davvero indipendente dal punto di vista energetico. Per Legambiente occorre, invece, accelerare lo sviluppo e la diffusione delle rinnovabili, dell’efficienza, delle reti e degli accumuli, e far in modo che anche la Sardegna possa dare l’esempio diventando un laboratorio della transizione energetica ed ecologica del Paese e per il Green Deal europeo.

«Evocare il metanodotto del Galsi progettato nel 2002/2005, allo stato attuale, è improponibile e vorrebbe dire far arretrare l’ambiente e l’economia della Sardegna di trent’annidichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. La nostra associazione conosce bene il progetto Galsi perché in quegli anni se ne era occupata con attenzione formulando numerose osservazioni nella procedura di VIA e dando anche una valutazione in generale positivaDa allora sono passati 20 anni ed il mondo dell’energia ha preso un’altra direzione di chiusura netta nei confronti delle fonti fossili in conformità alle indicazioni dell’IPCC e della UE. Per questo e per uscire dalla dipendenza dall’estero è fondamentale accelerare la diffusione delle rinnovabili, delle comunità energetiche, delle reti e degli accumuli, e realizzare tanti grandi impianti a fonti rinnovabili, da quelli eolici a mare a quelli a terra, passando per l’agrivoltaico, velocizzando gli iter autorizzativi. Evitiamo inutili passi indietro che di certo non fanno bene al Paese.»

«Siamo convinti – aggiunge Annalisa Columbupresidente di Legambiente Sardegna  che lo sviluppo ambientale ed energetico incentrato sulle rinnovabili sia la base per promuovere anche quello economico e sociale. Tema su cui stiamo lavorando molto a livello territoriale ed il nostro auspicio è che la Sardegna elabori con urgenza proposte forti e convincenti, definendo una programmazione ambiziosa e orientata alla transizione energetica incentrata sulle fonti pulite. L’affermazione delle rinnovabili e la rivoluzione digitale rappresentano i due motori di sviluppo e i punti cardine della lotta ai cambiamenti climatici, secondo le linee prioritarie indicate dalla UE. La sfida che si apre per gli scenari regionali è di fare in modo che la transizione energetica sia sostenibile anche dal punto di vista sociale diventando un’occasione di inclusione e di sviluppo economico del territorio.»

«La Sardegna conclude Vincenzo Tiana, responsabile Energia di Legambiente Sardegna – affronti con un ruolo attivo la sfida della innovazione per riconvertire il comparto produttivo e creare anche nuova occupazione. Riteniamo pertanto che la prospettiva obbligata per la Sardegna sia l’applicazione ancora più rigorosa del PNIEC Piano Nazionale Integrato Energia Clima. Come associazione, a livello territoriale, continueremo il nostro impegno per mettere al centro del nuovo sistema produttivo la valorizzazione delle risorse primarie dell’isola: sole, vento e paesaggio, anche per ridurre la dipendenza dei sistemi locali e non esporsi a ricatti geopolitici!»

«L’Ordinanza del Consiglio di Stato che concede la sospensiva del Decreto Energia, fino all’udienza di merito del 23 febbraio 2023, può permettere a Regione, Governo, Comune di Portoscuso, Enti Locali e Parti Sociali di rivedere i contenuti anche per attualizzarli ai nuovi scenari europei. La discussione alla COP 27 conferma che è fondamentale tenere conto delle direttive europee e internazionali seguite agli accordi di Parigi del 2015 e dell’ultimo rapporto IPCC sulla urgenza di ridurre le emissioni dei gas a effetto serra.»

Lo scrive, in una nota, Legambiente Sardegna.

«Il nuovo scenario esige di mettere al centro la valorizzazione delle risorse locali anche per ridurre la dipendenza dall’esterodichiara Marta Battaglia, direttrice di Legambiente Sardegna -. Il fatto che la Sardegna non sia stata inclusa finora nella rete di metanizzazione può permetterle di entrare direttamente tra le regioni leader nello sviluppo delle FER; grazie all’abbondanza di risorse come il Sole e il Vento, con ulteriori 10.000 MW da fonti rinnovabili al 2030 la nostra regione potrebbe attuare in pieno la transizione energetica e ambire a diventare la prima grande “isola verde” del Mediterraneo proponendosi a livello internazionale come laboratorio di sperimentazione delle politiche innovative della transizione energetica e campo di applicazione degli obiettivi indicati dalle direttive europee e nazionali.»

«Nella prospettiva di un futuro incentrato sulle rinnovabiliaggiunge Vincenzo Tiana,  responsabile Energia di Legambiente Sardegna il progetto SNAM di posizionare una supermetaniera con rigassificatore  da 140.500 mc  nel piccolo porto di Portovesme è inaccettabile: sproporzionato e controcorrente rispetto alle direttrici UE per la riduzione del 15% deconsumi nazionali di gas, in contrasto con le criticità legate alla bonifica e al disinquinamento  della zona industriale, tecnicamente inattuabile per i problemi insormontabili che gravano sul dragaggio e le interferenze con le norme sulla sicurezza

 

Questa mattina il sindaco di Portoscuso Ignazio Atzori sarà sentito dalla commissione Ambiente del Consiglio regionale sul progetto della SNAM rete gas che prevede l’installazione di una gasiera FRSU da 140.000 metri cubi nella banchina Est del porto di Portovesme, insieme al vicesindaco Giorgio Alimonda ed al responsabile Energia di Legambiente Vincenzo Tiana. Al termine dell’audizione è prevista una conferenza stampa.

Domani, sabato 10 settembre, alle 19.00, sotto la Torre di Portoscuso, si terrà una nuova manifestazione per dire NO alla gasiera rigassificatore della Snam dentro il porto, con assemblea dibattito che prevede la partecipazione di associazioni, comitati ed Amministrazione comunale. Stamane, intanto, il sindaco di Portoscuso, Ignazio Salvatore Atzori, e Vincenzo Tiana, rappresentante di Legambiente, si sono ritrovati al porto di Portovesme, all’arrivo del traghetto Delcomar da Carloforte, per rafforzare il No alla Gasiera.

Abbiamo intervistato il sindaco di Portoscuso, Ignazio Salvatore Atzori.

E’ partita ieri da Portoscuso la Campagna Nazionale di informazione e sensibilizzazione di Legambiente “C’è puzza di gas”, sviluppata con il supporto di Clean Air Task Force (CATF). 

I manifestanti si sono ritrovati sulla Banchina Est del porto di Portovesme, per dire NO alla supermetaniera che la SNAM ha in progetto di sistemare in attuazione di quanto previsto dal DPCM energia firmato dal Premier Mario Draghi e pubblicato in Gazzetta ufficiale.

C’erano, tra gli altri, i massimi esponenti di Legambiente, Massimo Serafini, componente della segreteria regionale; Annalisa Columbu, presidente regionale; Vincenzo Tiana. Il sindaco ed il vicesindaco di Portoscuso, Ignazio Salvatore Atzori e Giorgio Alimonda; il sindaco di Carloforte, Stefano Rombi; rappresentanti di diverse associazioni ambientaliste; cittadini.

Vediamo l’intervista realizzata con il sindaco di Portoscuso, Ignazio Salvatore Atzori.