16 April, 2024
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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, questa mattina hanno presenziato all’inaugurazione del nuovo Centro servizi per il lavoro di Sant’Elia, a Cagliari, aperto al pubblico lo scorso mese di gennaio. Il presidente e l’assessore hanno voluto incontrare gli operatori del Csl e gli utenti che in quel momento si trovavano nei vari sportelli. Francesco Pigliaru, in particolare, si è informato sulla metodologia adottata dai singoli settori e ha chiesto informazioni sull’andamento dell’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. Da alcuni mesi a questa parte si registra, da questo punto di vista, un’inversione di tendenza: segnali di ripresa, soprattutto per i tirocini formativi, dopo anni di crisi.

Al presidente Pigliaru e all’assessore Mura sono state presentate tre iniziative simboliche. Una in chiave femminile: nove donne disoccupate di Sant’Elia si sono costituite nell’associazione “Sant’Elia Vive” che, da tre anni, fa animazione sociale nel quartiere cagliaritano. Il Csl le ha aiutate ad elaborare un progetto che prevede una serie di iniziative: dall’assistenza a disabili, anziani e bambini alla cura degli orti urbani, dal manifatturiero alla riparazione delle reti da pesca, attività praticata da molte persone che risiedono nell’antico borgo.

Altri quattro ex lavoratori di Akela, invece, hanno costituito due società: la Cyberfarm Srls offre servizi informatici e, in un solo mese e mezzo, ha già ricevuto commesse da importanti aziende regionali. La Danielelai.net, invece, si occupa di grafica web e pubblicitaria. Nessuno di loro supera i 40 anni. Le tre iniziative costituiscono un esempio di autoimprenditorialità. Una risposta alla disoccupazione con il coraggio di mettersi in gioco attraverso le proprie professionalità e competenze.

Infine, di fronte al Lazzaretto, il presidente Pigliaru e l’assessore Mura hanno inaugurato il Social Bus, un ufficio multimediale itinerante che, da oggi al 5 giugno, attraverserà 54 Comuni di tutta la Sardegna per fornire ai cittadini informazioni e materiale sui progetti realizzati dalla Regione – attraverso il Fondo sociale europeo – in materia di occupazione, formazione, istruzione e inclusione sociale.

Virginia Mura 7

La Giunta regionale ha approvato oggi un disegno di legge proposto dall’assessore del Lavoro Virginia Mura, che prevede l’incorporazione dei Csl, i Centri regionali per l’impiego, nell’Agenzia regionale per il lavoro, sotto la competenza della Regione. L’assessore del Lavoro ha spiegato il senso del provvedimento con la necessità di una gestione unitaria e coordinata del settore per garantire politiche attive sempre più efficaci attraverso il rinnovato ruolo dei Csl. La Sardegna, con questa riforma, farebbe da apripista nazionale. La parola passa ora al Consiglio regionale. L’esigenza di razionalizzare la materia delle politiche e dei servizi per il lavoro per semplificare l’intero sistema è indispensabile alla luce della legge 15 del 2013, che esclude le politiche del lavoro e i servizi per l’impiego dalle materie che devono rimanere in capo alle Province. Tale competenza dunque non può che essere attribuita alla Regione, spiega l’assessore Mura, perché è una materia che non può essere frazionata fra i Comuni in quanto richiede una gestione unitaria da parte di un’amministrazione, come quella regionale, munita di un adeguato apparato organizzativo e di congrue risorse finanziarie e umane. Il provvedimento è anche in armonia con i processi di riforma nazionale del mercato di lavoro: la legge 183 del 2014 contiene, infatti, la delega al Governo per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive, prevede che il Governo istituisca l’Agenzia nazionale per l’occupazione e razionalizzi enti e uffici che operano in materia di politiche attive per il lavoro.

Secondo l’assessore Mura, con questo disegno di legge la Regione intende raggiungere standard più europei nelle politiche attive e nei servizi per il lavoro, per garantirne la necessaria aderenza ai bisogni espressi dai contesti locali e territoriali.

Consiglio regionale 42 copia

Nella seduta di Sa Die De Sa Sardigna il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno unitario contro il deposito delle le scorie nucleari.

I lavori sono iniziati con l’esame dell’ordine del giorno comprendente comunicazioni del presidente del Consiglio su “Sa die de sa Sardigna” e le mozioni n. 111 (Rubiu e più) “Sulla contrarietà al progetto sulle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”, 121 (Cappellacci e più) “Sul rischio che la Sardegna sia scelta come deposito unico delle scorie nucleari italiane”, 122 (Dedoni e più) “Sul rischio che la Sardegna possa essere individuata dal governo nazionale come sito per la realizzazione del Parco tecnologico contenente il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”, 130 (Pizzuto e più) “Sulla possibile scelta della Sardegna quale sito per il deposito unico delle scorie nucleari italiane” e 133 (Cocco Pietro e più) “Sulla contrarietà ad ospitare nel territorio della Sardegna la sede del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità”.

Nel suo intervento introduttivo, il presidente Ganau ha ripercorso i passaggi storici della Festa nazionale dei sardi, istituita nel 1993 per ricordare la cacciata dall’Isola dei piemontesi nel 1794 una sollevazione popolare dovuta a molte cause, dall’oppressione fiscale al costo della vita, dalla corruzione alle mancate risposte alle istanze di compartecipazione alla vita pubblica. Sono cinque domande, ha aggiunto il presidente, «formulate dagli stamenti cioè dai parlamenti sardi, momento centrale di vero e proprio atto rivoluzionario oggi diventato simbolo dell’orgoglio sardo inserito in un percorso non ancora compiuto che dovrà portare alla sovranità ed all’autodeterminazione della Sardegna».

Molte di quelle condizioni che furono allora alla base della proteste sono valide ancora oggi, ha sostenuto il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau: «La Sardegna è stata colpita più di altre Regioni dagli effetti devastanti della crisi, dall’emersione di nuove povertà, dal tentativo di limitare l’autonomia regionale, in un clima di crescente sfiducia verso le classi dirigenti e di grave disagio per l’aumento delle disuguaglianze sociali». «Tutti questi problemi – ha sintetizzato il presidente del Consiglio – richiedono chiarezza e rapidità di risposte».

Dopo l’istituzione de “Sa Die”, ha continuato il presidente, «il Consiglio regionale ha approvato la legge n. 26 sulla tutela e la valorizzazione della cultura e della lingua sarda, provvedimento di grande valore anche dal punto di vista identitario, consolidando un percorso ancora in itinere che, partendo dal nostro interno, deve portarci a costruire una società complessa e dinamica, in cui lo sviluppo della conoscenza sia ancorato alle risorse locali».

«Dobbiamo quindi avere il coraggio – ha sostenuto ancora il presidente dell’Assemblea sarda – il coraggio di rilanciare la questione linguistica ed identitaria auspicando sotto questo profilo che il Governo proceda in tempi brevi dopo la recente approvazione della commissione paritetica del provvedimento con cui, su impulso della Giunta regionale, si trasferiscono alla Sardegna le risorse per dare attuazione alla normativa di settore».

«Oggi – ha detto ancora il presidente – siamo di fronte ad una riforma della Repubblica di una riforma istituzionale di forte impianto centralista che cancella ogni speranza di federalismo così come si era affermato dal 2001, una riforma che indebolisce ruolo e funzioni di tutte le autonomie regionali, anche di quelle ordinarie che, sbagliando, ritengono di essere agevolate dal ridimensionamento delle autonomie speciali». «Ci occuperemo a fondo di questi temi – ha continuato Ganau – in una riunione di tutti i presidenti delle Regioni autonome che si terrà il prossimo mese a Cagliari, da cui rilanceremo il confronto a tutto campo con lo Stato, per ribadire che la specialità rappresenta il perno centrale di un sistema differenziato e che, come Sardegna, non siamo disposti a fare nessun passo indietro sulle ragioni della nostra specialità».

«Vogliamo anzi – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale – rilanciare la vertenza Sardegna aprendo una fase nuova, concentrando la nostra azione sul gap infrastrutturale, sulla questione energetica e sulle politiche identitarie e culturali: impegnarsi per affrontare e vincere questa sfida significa proprio dare il più alto significato ad una celebrazione come Sa Die, con cui vogliamo riaffermare la nostra unità di popolo».

In questa occasione, ha concluso il presidente, «sentiamo il dovere di riaffermare il diritto di scegliere liberamente il migliore utilizzo per il nostro territorio e di concentrare tutti i nostri sforzi per garantire alla Sardegna un futuro in cui non ci sia spazio per le scorie nucleari». «Su questi temi – ha aggiunto Ganau rivolto al presidente della Regione Pigliaru – ci sarà sempre l’unità e la compattezza di tutto il Consiglio».

Concluso il suo intervento, il presidente del Consiglio; Gianfranco Ganau, ha concesso la parole al consigliere Gianluigi Rubiu (Aps)  per l’illustrazione della mozione n.111, sulla contrarietà al progetto sulle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi.

Il capogruppo Rubiu ha ricordato, in apertura del suo intervento, il significato storico della festa di “Sa Die” e ha sottolineato che ricorre il 221° anniversario di una grande vittoria popolare. «La storia della negazione dei diritti dei sardi – ha spiegato l’esponente della minoranza – sembra ripetersi con il rischio delle scorie nell’Isola ed ha quindi auspicato un nuovo protagonismo della politica e della società sarda per scongiurare il rischio».

Il consigliere Rubiu ha quindi sottolineato che l’Isola è inserita tra le aree idonee per realizzare il deposito unico delle scorie radioattive prodotte in Italia ma ha anche dichiarato di avere fiducia nelle dichiarazioni rese di recente a Cagliari dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che ha assicurato che senza il consenso della popolazioni interessate non potrà realizzarsi alcun deposito nucleare.

L’onorevole di Aps ha inoltre ribadito i numeri delle scorie (90mila metri cubi) a cui si sommano i milioni di metri cubi di terreni inquinati nelle zone industriali e nelle aree minerarie dell’Isola e a cui si aggiungono i milioni di ettari vincolati dalle servitù e dai poligoni militari.

«Il deposito nucleare sarebbe una scelta scellerata – ha dichiarato Rubiu – che contrasta con le volontà espresse dai sardi nel referendum del maggio 2011. Risvegliamo l’orgoglio del popolo sardo e contrastiamo unitariamente qualunque ipotesi che veda la Sardegna deposito delle scorie radioattive».

Il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, ha illustrato all’Aula i contenuti della mozione n. 121 (sul rischio che la Sardegna sia scelta come deposito unico delle scorie nucleari italiane) ed ha espresso forti perplessità sulle recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente in ordine al percorso “trasparente e partecipato” per l’individuazione del deposito unico per le scorie nucleari. «Non fosse altro – ha spiegato l’esponente della minoranza – perché l’intero procedimento adottato dal governo per l’individuazione del sito è caratterizzato da poca trasparenza ed è assai fumoso». «Credo sia risibile – ha proseguito l’ex governatore – l’affermazione che sarà un percorso partecipato perché tutto fa intendere che la decisione sul deposito per le scorie sarà un’altra decisione calata dall’alto». Cappellacci ha quindi domandato con tono polemico quale percorso può essere più partecipato di quello che ha portato i sardi a pronunciarsi contro il nucleare in un referendum popolare che ha visto il 97% dei sardi esprimersi contro all’ipotesi del nucleare nell’Isola. «La Sardegna ha già dato – ha spiegato il consigliere di Fi – abbiamo un’idea diversa dello sviluppo, vogliamo puntare sulla green economy, la cultura, la valorizzazione dell’ambiente, il turismo». Cappellacci ha in conclusione rivolto critiche alla Giunta per la risposta fornita ad una recente interrogazione del consigliere Marco Tedde sull’argomento: «Avete risposto con un copia e incolla dalle dichiarazioni rese in Aula quasi un anno fa dall’assessore degli Affari Generali, Demuro».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha illustrato all’Aula i contenuti della mozione n. 122 (sul rischio che la Sardegna possa essere individuata dal governo nazionale come sito per la realizzazione del Parco tecnologico contenente il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi). L’esponente della minoranza ha manifestato la volontà di scongiurare le polemiche e di dedicarsi esclusivamente alle celebrazioni di “Sa Die”. Dedoni ha quindi dichiarato piena condivisione per la decisione assunta dalla conferenza dei capigruppo e dal presidente del Consiglio per celebrare la festa del popolo sardo con la discussione delle mozioni sul tema delle scorie. Dedoni ha ricordato con enfasi la volontà espressa dai sardi col referendum del 2001 contro la realizzazione in Sardegna del deposito unico delle scorie nucleari. «Nessuno può permettersi di disattendere la volontà popolare per fare della Sardegna una pattumiera». Dedoni ha quindi espresso dubbi sul fatto che la Sardegna possa dirsi area a rischio sismico zero ed ha ricordato il sisma che nel 1948 interessò la città di Tempio in Gallura.

Ha quindi preso la parola il consigliere di Sel Luca Pizzuto per l’illustrazione della mozione n. 130 «sulla possibile scelta della Sardegna quale sito per il deposito unico delle scorie nucleari italiane».

«Poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa». Luca Pizzuto ha iniziato il suo intervento citando il celebre passo della Città Futura di Antonio Gramsci di cui ieri ricorreva l’anniversario della morte.

«Cito Gramsci, ha detto Pizzuto, perché oggi si discute di un tema che richiama il concetto focalizzato dal pensatore sardo nel suo scritto. Parlare di deposito di scorie nucleari può sembrare un argomento di natura ambientale e di salute pubblica, in realtà questo tema nasconde ben altri tipi di pericoli. Dietro c’è il ricatto di chi dice che la presenza di un deposito può creare lavoro, questa scelta ha similitudini profonde con quella per cui migliaia di cittadini salgono sui barconi per cercare speranza altrove».

Secondo Pizzuto, su temi come questi «si determina la vera applicazione della democrazia o invece si attua una forma di totalitarismo. Individuare in Sardegna un sito per il deposito di scorie nucleari senza il consenso del popolo sarebbe un atto totalitario. E’ un problema profondo e di cultura: come è possibile che il Governo decida senza il consenso delle popolazioni? Bisogna opporsi in modo strategico, serve l’impegno collettivo per rivendicare la sovranità in modo pratico, è necessario fare fronte comune per dare autorevolezza alle istituzioni che rappresentiamo».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola al capogruppo del Pd Pietro Cocco per l’illustrazione dell’ultima mozione all’ordine del giorno, la n. 133, firmata da tutto il centrosinistra, «sulla contrarietà a ospitare nel territorio della Sardegna la sede del deposito nazionale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività».

«C’è un senso di forte preoccupazione per l’Isola e per i suoi abitanti – ha esordito Cocco – la discussione di queste mozioni nel giorno delle celebrazioni de “Sa Die” ha un valore fortemente simbolico». Cocco ha poi ricordato che la battaglia per l’autodeterminazione del popolo sardo è una battaglia storica del centrosinistra. «Continuiamo a farla, anche se oggi c’è un governo amico – ha detto il capogruppo del PD – la Sardegna ha già dato, sappiamo che facciamo parte di un progetto complessivo, ma siamo una regione a Statuto speciale, vogliamo decidere in casa nostra la programmazione del nostro futuro».

Cocco ha infine ricordato il prezzo altissimo pagato dalla Sardegna in termini di porzioni di territorio in uso alle forze armate. «La Sardegna cede 35mila ettari dati alle servitù militari, non ci si può chiedere di dare ancora. La nostra non è una battaglia di retroguardia, dobbiamo credere di più nella forza che il Consiglio può esprimere. Questa è l’occasione per ribadire il nostro diritto all’autodeterminazione».

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione generale sulle mozioni.

Mario Tendas (Pd)  ha ricordato come nella cacciata dei piemontesi del 1794 e la battaglia contro il deposito di scorie nucleari ci sia più di una similitudine: «Allora fu una festa di liberazione – ha detto Tendas – oggi nella contrarietà allo stoccaggio delle scorie radioattive riemerge la dignità e la fierezza del popolo sardo».

Tendas ha poi sottolineato che «sulla Sardegna grava il 60% delle servitù, l’Isola ospita i tre poligoni più grandi d’Europa e altre infrastrutture al servizio delle forze armate nazionali e internazionali. Anche questa è una partita aperta per la quale è necessario individuare misure di riequilibrio». Dal consigliere del Pd, infine, un invito a ribadire l’indicazione data dai sardi con il referendum del maggio 2011.

Secondo Augusto Cherchi (Partito dei Sardi), la celebrazione de “Sa Die de sa Sardigna” deve far nascere la consapevolezza che uno Stato sardo è possibile.

Cherchi ha espresso il timore che la procedura per l’individuazione del sito non sia trasparente «Cosa succede se si presenta qualche volontario? – ha chiesto Cherchi – se penso alla procedura adottata dalla Sogin le preoccupazioni crescono. L’amministratore delegato Casale parla di procedura partecipata. In Sardegna il popolo ha già espresso la sua netta contrarietà con un referendum, non è necessaria una nuova consultazione. Abbiamo in mente uno sviluppo diverso. Il nostro è un no fermo, convinto e deciso».

Per il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta «il popolo sardo vuole un modello di autodeterminazione più forte. L’indipendenza si può avere con uno Stato che batte moneta, oppure con una capacità di decidere sulle grandi questioni in casa propria. L’autonomia è fallita su tutta la linea: 35mila ettari di servitù (il 60% del totale delle servitù italiane), l’industrializzazione ha distrutto il nostro sistema economico, sono fallite le ferrovie e tutto il sistema dei trasporti, siamo stati traditi nella cultura: non c’è un testo che parli della nostra storia. Ora è necessario guardare al futuro partendo da chi rappresenta il popolo sardo. Il consiglio regionale deve farsi carico delle istanze dei cittadini e affermare il diritto di oltre 800mila sardi che hanno detto no alle scorie nucleari».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, in apertura, ha espresso apprezzamento per l decisione del presidente del Consiglio «di approfittare della giornata di Sa Die per rafforzare significato della dignità e dell’impegno del Consiglio; oggi come allora vogliamo dire un No chiaro a qualcuno che pensa di utilizzare la Sardegna come pattumiera, al presidente del Consiglio dei Ministri, a qualche ministro e a qualche rappresentante distratto di questa Regione». «La Sardegna – ha sostenuto ancora Pittalis – si è già pronunciata con il referendum svoltosi nel 2011, unita come forse non è mai stata, vorremmo perciò che su questa vicenda non ci siano aperture di fiducia verso un Governo centrale che sta dimostrando di muoversi secondo interessi funzionali solo a logiche centraliste». «Abbiamo già vissuto – ha ricordato il consigliere di Forza Italia – lo sbarco dei rifiuti campani quando nonostante ripetute assicurazioni e promesse ci siamo trovati la sorpresa dentro casa ed oggi non ci faremo sorprendere; ben venga quindi l’ordine del giorno di sintesi ma non vorremmo che, come accaduto per le servitù militari, ritrovarsi con le scorie in Sardegna, è necessario dunque che il presidente Pigliaru difenda da protagonista gli interessi della Sardegna che è fermamente contraria a questa ipotesi».

Il consigliere Modesto Fenu (Sardegna-Zona franca) ha manifestato il suo plauso al presidente Ganau per associare l’occasione storica ad una vicenda attuale e centrale per il futuro del nostro popolo; allora i Sardi dimostrarono il coraggio di ribellarsi ad un invasore decidendo di cacciarlo ed occorre chiedersi se i sardi avessero ancora l’orgoglio di cacciare il governo italiano se decidesse di collocare le scorie nucleari in Sardegna senza ascoltare il popolo. «Questa posizione – ha affermato – va stimolata e conquistata, noi ci candidiamo come piattaforma culturale del Mediterraneo, per svolgervi un ruolo economico e di unione fra i popoli dell’area; questo è il futuro che immaginiamo e vogliamo per i nostri figli». «Queste – ha proseguito Fenu – non devono essere battaglie di parte; col referendum i sardi hanno rafforzato la posizione del presidente di allora, oggi i sardi devono fare altrettanto, sostenendo le giuste ragioni dell’autodeterminazione dell’Isola».

La consigliera Anna Maria Busia (Centro democratico), dopo aver ringraziato il presidente Ganau per aver portato all’attenzione dell’Aula una riflessione storica che proietta i suoi effetti sull’attualità, ha affermato che il problema delle scorie riguarda non solo i sardi ma tutta la comunità nazionale. «Infatti – ha osservato – ci sono troppe ombra sulle procedure di smaltimento delle scorie, gestite dalla Sogin in maniera poco trasparente; è importante quindi far sentire la voce della Sardegna anche su questo punto, perché è vero che il 2 gennaio scorso è stata consegnata la mappa dei siti idonei e che si conoscono i territorio potenzialmente idonei, però si è deciso di rinviare tutte le procedure perché di mezzo ci sono le elezioni regionali e qui sta la mancanza di trasparenza». Il presidente Pigliaru, secondo la Busia, «deve sicuramente ribadire quanto è già chiaro, cioè che occorre la condivisione, ma anche sottolineare l’obbligo di eliminare ogni opacità nel comportamento di una società come Sogin, interamente dello Stato».

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, illustrando la posizione della Giunta e ribadendo la ferma contrarietà della Sardegna ad accogliere sul suo territorio le scorie nucleari, ha affermato che il dibattito del Consiglio sul problema delle scorie attribuisce un particolare spessore istituzionale alle celebrazioni di Sa Die, perché «assumersi con coraggio le proprie responsabilità è stata ed è la scelta del governo regionale che richiede con forza a tutti i livelli di governo la partecipazione alle decisioni che ci riguardano». «Oggi – ha sostenuto – siamo chiamati ad attuare questo principio così come facciamo in tutte le questioni aperte con lo Stato, attraverso una leale collaborazione che ha consentito di raggiungere risultati: sulla vertenza entrate abbiamo ottenuto risorse rilevanti, su altri temi proseguiamo il confronto ed il dialogo mostrando lo stesso coraggio che oggi celebriamo». «Il confronto – ha poi precisato il presidente della Regione – proseguirà anche sulle servitù militari, con l’obiettivo di riequilibrare una presenza certamente eccessiva rispetto ad altre Regioni; per queste ragioni abbiamo negato la firma dell’intesa nel giugno scorso, attivando tavoli negoziali finalizzati ad una dismissione progressiva ed introducendo misure di mitigazione come quelle antincendio ma anche trasparenza, consapevoli che è ancora pochissimo rispetto a ciò che rivendichiamo». «Vogliamo disporre del nostro territorio e di un territorio sano –  ha aggiunto Pigliaru – perché la nostra ricchezza è il nostro ambiente e in questo quadro è chiaro che l’imposizione del deposito delle scorie nucleari in Sardegna sarebbe una nuova servitù; in attesa del riequilibrio delle servitù militari non ci può essere dunque nessuno spazio per questa ipotesi, non ci sono compensazioni che tengano perché il nostro patrimonio ambientale e naturale dovrà essere il volano del nostro sviluppo, non ne facciamo solo una questione economica perché abbiamo imparato a dare valore al paesaggio e per noi ci sono cose non negoziabili». «Il ministro dell’Ambiente – ha ricordato il presidente Pigliaru – conosce bene la nostra posizione, egli stesso ha parlato di trasparenza e condivisione e noi vogliamo crederci, tenendo presente però che il 97% dei sardi si è già espresso con un referendum e che la Sardegna, Regione generosa che più di tutti ha partecipato alla difesa nazionale, vuole ridurre i gravami sul suo territorio nell’arco della legislatura e non ne può accettare altri: come 221 anni fa dimostreremo lo stesso coraggio facendo per intero la nostra parte».

Il segretario d’Aula, Daniela Forma (Pd), ha dato lettura dell’ordine del giorno unitario, sottoscritto da tutti i capigruppo del Consiglio «sulla totale indisponibilità alla dislocazione nel territorio della Sardegna la sede del deposito nazionale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività».

Il documento si conclude con l’impegno per il presidente della Regione.

«a) a proseguire nell’azione intrapresa ponendo in essere tutte le azioni istituzionali, ed eventualmente anche amministrative e giudiziarie, che verranno ritenute opportune e necessarie per avviare un confronto con il Governo affinché sia rispettata la volontà sovranamente espressa dal popolo sardo in occasione del referendum consultivo del maggio 2011, di non volere nel proprio territorio installazioni di depositi e stoccaggio di scorie nucleari, evitando, pertanto, che la Sardegna venga individuata quale sede idonea ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi;

b) a promuovere un’azione congiunta con i parlamentari sardi per scongiurare il pericolo della costruzione del deposito unico delle scorie nucleari in Sardegna;

c) a difendere in ogni sede e ambito la specialità dell’Isola, così come stabilito e riconosciuto nello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna».

Il consigliere di Area popolare sarda (Aps), Giorgio Oppi, ha dichiarato il voto di astensione perché – a suo giudizio – l’impegno contenuto nell’ordine del giorno deve essere rivolto a tutte le forze politiche presenti in Consiglio e a tutti i consiglieri prima ancora che al presidente della Giunta.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarata aperta la votazione sull’ordine del giorno unitario (Cocco Pietro e più) ed ha conclusione dello scrutinio palese elettronico ne ha proclamato l’approvazione con 47 voti favorevoli su 47 votanti e 49 presenti in Aula.

Il presidente del Consiglio Ganau ha annunciato il secondo punto all’ordine dei lavori dell’Aula, riguardante la nomina di tre componenti la Consulta dell’emigrazione.

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini, ha quindi chiesto e ottenuto la parola sull’ordine dei lavori ed ha chiesto conferma al presidente del Consiglio riguardo l’indisponibilità dei capogruppo della minoranza a procedere con la discussione e l’approvazione della proposta di legge n. 126 (Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 maggio 2013, n. 12 “Norme per la formazione specialistica medica, medico-veterinaria e non medica dell’area sanitaria”). «Se così fosse – ha concluso l’esponente del centrosinistra – sarà chiaro a tutti chi non ci dà la possibilità di salvaguardare i diritti degli studenti sardi». Il capogruppo Desini ha quindi annunciato la volontà di abbandonare l’Aula in segno di protesta.

Il presidente del Consiglio Ganau ha sottolineato che per quanto attiene l’inserimento dei punti aggiuntivi all’ordine del giorno dell’Aula è necessario che si convenga unitariamente sulla loro iscrizione all’ordine dei lavori.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo proprio sull’ordine dei lavori, ha replicato con fermezza a quanto affermato dal consigliere Desini ed ha ricordato che il provvedimento in questione è stato esitato all’unanimità nella Sesta commissione nella riunione del 23 aprile 2015 e la prevista relazione è pervenuta soltanto ieri (27 aprile 2015). «Alcuni gruppi – ha spiegato Pittalis – hanno chiesto il tempo necessario per compiere alcune valutazioni così da confermare il favore espresso sai componenti la Sesta commissione».

Il presidente del Consiglio ha quindi concesso la parola al capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, che non ha iniziato il suo intervento per le proteste del consigliere Desini.

Il presidente Ganau ha quindi invitato il capogruppo del Centro democratico a consentire il regolare svolgimento dei lavori ma l’onorevole Desini ha proseguito nella protesta e così dopo due richiami formali da parte del presidente del Consiglio è stato espulso dall’Aula. 

Il capogruppo Psd’Az, Angelo Carta ha quindi rinunciato all’intervento e il presidente del Consiglio ha annunciato la discussione dell’ordine del giorno che ai sensi dell’articolo 25 della legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7, stabilisce la nomina, su proposta della Giunta, di tre esperti in materia di emigrazione nella consulta regionale dell’emigrazione. Nel documento si propongono al voto dell’Aula  Carlo Manca, Francesco Angelo Siddi e Elio Turis.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha annunciato l’astensione dei gruppi della minoranza perché – così ha spiegato – si tratta solo di rettificare una decisione assunta dalla Giunta e perché il provvedimento è arrivato all’attenzione dell’Aula pochi minuti prima della messa in votazione in Consiglio.  

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sottolineato che tra gli indicati dalla Giunta come componenti la consulta per l’emigrazione non figura alcuna donna ed ha quindi invitato il presidente della Giunta a ritirare il provvedimento ed a modificarlo così da rispettare il principio della parità di genere e delle pari opportunità.  

L’assessore del Lavoro, Virginia Mura, nel ribadire che la Giunta «ha a cuore» la parità di genere ha affermato che i tre componenti indicati nella deliberazione n. 45/5 dell’11 novembre 2015 andranno a far parte di organismo in cui sono presenti numerose donne.

Il capogruppo di Aps, Gianluigi Rubiu, ha ribadito l’invito alla Giunta a modificare le indicazione contenute nell’ordine del giorno Cocco Pietro e più.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha chiesto una breve sospensione dei lavori che il presidente del Consiglio, ha prontamente accordato.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha messo in votazione il documento n. 5 che è stato approvato dall’Aula: Carlo Manca, Francesco Angelo Siddi e Elio Turis saranno i tre rappresentanti del Consiglio regionale in seno alla consulta dell’emigrazione.

Chiusa la votazione, il presidente ha dichiarato chiusi i lavori. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Domani, mercoledì 29 aprile, sarà una giornata di lavoro intenso per le commissioni consiliari. La prima commissione (Autonomia), presieduta dall’on. Francesco Agus (Sel) si riunirà alle 10.30 per esaminare  la normativa contrattuale relativa agli appalti per la vigilanza degli immobili della Regione. Sempre alle 10.30 la seconda commissione (Lavoro), presieduta dall’on. Gavino Manca (Pd) ascolterà l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, che riferirà sullo stato delle vertenze Unilever e Geo Parco e sulle problematiche della formazione professionale e dei cosiddetti lavoratori “in utilizzo”. Successivamente la commissione si occuperà della Pl n.36 (Insegnamento della storia, della cultura e della letteratura della Sardegna nelle scuole) e della Pl n. 167 (Norme volte ad incentivare l’insegnamento della lingua Sarda nelle scuole di ogni ordine e grado. Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 26/77 sulla “Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna”).

Ancora alle 10.30, la quinta commissione (Attività produttive), presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd) ascolterà i rappresentanti regionali di Assogal Sardegna sulle problematiche relative ai Gal ed allo sviluppo locale. All’attenzione della commissione anche il Testo unificato della proposte di legge nn. 45 e 61 in materia di apicoltura.

Nel pomeriggio, alle 16.00, sarà la volta della quarta commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd). All’ordine del giorno l’esame del Dl 198 (Continuità territoriale marittima tra la Sardegna e le isole minori. Autorizzazione all’individuazione di un soggetto idoneo allo svolgimento dell’attività di supporto tecnico, economico finanziario e legale alle correlate procedure di gara) e del Dl 150 (Sanzioni amministrative sui servizi di trasporto pubblico regionale e locale). Inoltre la commissione dovrà esaminare due proposte di legge di iniziativa popolare riguardanti il servizio idrico: la n. 2 (norme in materia di istituzione del servizio idrico integrato, individuazione ed organizzazione degli ambiti territoriali ed ottimali in attuazione della legge 36/94) e la n. 6 (norme in materia di gestione da parte dei Comuni della Sardegna del servizio idrico integrato).

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La Giunta regionale ha attribuito alle aziende sanitarie regionali le risorse destinate al finanziamento indistinto della spesa per l’esercizio 2014, in totale 2 miliardi e 897 milioni di euro suddivisi fra le Aziende Sanitarie Locali (Asl 1 Sassari 477 milioni e 800mila euro, 2 Olbia 210 milioni e 600mila, 3 Nuoro 281 milioni e 900mila, 4 Lanusei 87 milioni e 830mila, 5 Oristano 253 milioni, 6 Sanluri 139 milioni e 700mila, 7 Carbonia 195 milioni e mezzo, 8 Cagliari 841 milioni e 300mila euro), Aziende Ospedaliere (160 milioni e 570mila euro al Brotzu di Cagliari) e Ospedaliero-Universitarie di Cagliari (134 milioni e 200mila euro) e Sassari (114 milioni e mezzo). Infine è stato prorogato di quattro mesi l’incarico ai Commissari straordinari delle Aziende Sanitarie nominati lo scorso 20 dicembre.

Sono stati stanziati inoltre 250mila euro di contributi, per l’acquisto di ambulanze medicalizzate, alle Associazioni di volontariato senza scopo di lucro che operano nell’assistenza agli infermi. L’assessore della Sanità Luigi Arru, che ha proposto la delibera, ha spiegato che in Sardegna sono operative 24 ambulanze medicalizzate su 50 che sarebbero necessarie. I 250mila euro saranno assegnati dopo la pubblicazione di un bando a cui possono partecipare solo le associazioni convenzionate con il servizio 118 che hanno a disposizione solo un mezzo. Le domande di contributo devono essere trasmesse all’Assessorato della Sanità entro 20 giorni dalla data di pubblicazione sul Buras della delibera, che definisce criteri e modalità per l’erogazione. Sempre su proposta dell’assessore Arru, l’Esecutivo ha approvato il programma assistenziale per ragioni umanitarie relativo al 2015: in pratica, la Regione autorizza le Asl a erogare, compatibilmente con le risorse disponibili, prestazioni che rientrano in programmi assistenziali a favore di cittadini non appartenenti all’Unione Europea e che necessitano di cure urgenti di alta specializzazione per il trattamento di gravi patologie. Le cure sono destinate a cittadini provenienti da Paesi nei quali non esistono o non sono facilmente accessibili competenze medico-specialistiche e non sono in vigore Accordi di reciprocità relativi all’assistenza sanitaria. L’assessore Arru ha ricordato che la Sardegna si è finora fatta carico di 10-12 casi all’anno, prevalentemente bambini sottoposti a trapianti nell’ospedale Microcitemico di Cagliari.

Proposto dall’assessore del Lavoro, Virginia Mura, il disegno di legge sull’autorizzazione di spesa per l’anticipazione degli ammortizzatori sociali in deroga. Con il testo, approvato dalla Giunta, si chiede di modificare la legge regionale 27 del 2013 in modo da permettere la sua applicazione anche per l’anno in corso. A questo scopo potranno essere utilizzate le risorse disponibili all’Inps relative alle compensazioni effettuate dall’Ente previdenziale a seguito dei pagamenti dei trattamenti concessi nel 2013.
Su proposta del presidente Francesco Pigliaru, approvato il via libera ai provvedimenti dell’Autorità di Bacino sulla revisione e sull’aggiornamento del Piano di gestione del distretto idrografico e del rischio alluvioni. Nonché quelli relativi al rapporto preliminare sulla Valutazione di impatto ambientale e all’istituzione del tavolo di coordinamento sull’azione Comunitaria in materia di acque.
Su proposta dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, è stato approvato il disegno di legge sul riordino della materia forestale. L’esigenza è prima di tutto quella di dotare la Regione, unica in Italia ad esserne priva, di una norma organica. Nonché quella di superare le criticità riferite all’assetto organizzativo dell’Ente foreste e di elaborare una nuova regolamentazione fondata su un impianto razionale ed efficace e su un sistema integrato di pianificazione, gestione e controllo dell’attività istituzionale. Un’unica disciplina, in base alla proposta della Giunta, regolamenterà la conservazione, lo sviluppo e la gestione del patrimonio boschivo. È stato poi prorogato per 6 mesi l’incarico al commissario dell’Ente Foreste.
Varata, quindi, su proposta dell’assessore del Bilancio Raffaele Paci, la delibera sui tempi di attuazione dell’armonizzazione dei bilanci degli enti e delle agenzie regionali, come richiesto dal Ministero dell’Economia.
Su proposta dell’assessore del Turismo, Commercio e Artigianato Francesco Morandi, la Giunta ha dato il via libera alla rimodulazione di 270mila euro di fondi Por Fesr della programmazione 2007-13 destinandoli alla promozione della Sardegna a Expo 2015, attraverso guide turistiche, cartine e flyers. Approvate definitivamente le direttive con gli incentivi per la realizzazione di postazioni per la promozione di prodotti locali.
È stata definitivamente approvata, dopo il passaggio nella commissione Agricoltura del Consiglio regionale, la delibera proposta dall’assessore Elisabetta Falchi che definisce gli aiuti per il pagamento dei premi assicurativi dovuti per i danni alla produzione agricola. Approvato anche il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario del 2015 e pluriennale 2015-2017 di Argea.
Attivato, infine, il patto verticale incentivato che porterà ai Comuni 27,311 milioni di spazi finanziari in più.

Domani, mercoledì 29 aprile, presso la sala convegni del Lazzaretto di Sant’Elia, verrà presentato il Programma Flexicurity/Sardegna 2015.
L’iniziativa avrà inizio alle ore 10.00, con una prima tappa al Centro servizi per il lavoro di Sant’Elia, per l’inaugurazione della struttura, alla presenza del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, e del commissario della provincia di Cagliari, Franco Sardi.
A seguire, a partire dalle ore 10:30, nell’adiacente struttura del Lazzaretto, si svolgerà la presentazione del Programma, con i saluti istituzionali e l’illustrazione delle linee guida del primo avviso “Tirocini e bonus occupazionali”, da parte del Direttore generale dell’Assessorato, Eugenio Annicchiarico, e del Direttore generale dell’Agenzia regionale del Lavoro, Massimo Temussi.
Al termine degli interventi è prevista una sessione di dibattito, con il contributo del pubblico, degli imprenditori presenti, dei lavoratori, e dei rappresentanti delle associazioni di categoria, e sindacali. L’incontro sarà moderato da Giuseppe Meloni, giornalista de L’Unione Sarda.
Con la Flexicurity l’assessorato regionale del Lavoro interviene, attraverso il Fondo sociale europeo, per favorire il reinserimento lavorativo di soggetti deboli, in particolare dei lavoratori espulsi dal bacino della mobilità in deroga. L’intervento punta a garantire un adeguato livello di sicurezza sociale, con la presa in carico dei lavoratori, e con un sostegno al reddito, condizionato alla prestazione di un tirocinio in azienda, finalizzato all’assunzione, che potrà essere preceduta da un adeguamento delle competenze del lavoratore.
Il primo avviso “Tirocini con voucher e bonus occupazionali del programma Flexicurity – 2015”, di prossima uscita, offre diverse opportunità per lavoratori e imprese, attraverso l’erogazione di un voucher per il periodo di tirocinio, e un bonus, nel caso in cui l’azienda intenda assumere il tirocinante.
Per l’occasione sarà inoltre presentato il Social bus, l’ufficio itinerante del Fondo sociale europeo, che partirà da Cagliari per un tour in tutta la Sardegna.

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Le commissioni consiliari permanenti del Consiglio regionale torneranno a riunirsi mercoledì. Le commissioni Prima e Seconda del Consiglio regionale si riuniranno in seduta congiunta alle 10.30, con all’ordine del giorno l’appalto di vigilanza degli immobili della Regione. La Seconda commissione, sotto la presidenza di Gavino Manca (Pd), proseguirà i lavori alle 17.15 per l’audizione dell’assessore Virginia Mura, sulle vertenze dei lavoratori Unilever e Geoparco; sulle problematiche inerenti la formazione professionale; sulla situazione dei cosiddetti lavoratori in utilizzo. All’ordine del giorno anche l’esame della proposta di legge n. 36 (legge regionale per l’insegnamento della storia, della cultura e della letteratura della Sardegna nelle scuole) e della proposta di legge n. 167 (norme volte ad incentivare l’insegnamento della lingua sarda nelle scuole di ogni ordine e grado della Regione. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 15 ottobre 1997, n. 26 “Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna”).

Mercoledì 29, alle 10.30, è convocata anche la Quinta commissione per l’audizione dell’Assogal sui Gal e lo sviluppo rurale. Il parlamentino presieduto da Luigi Lotto (Pd) ha all’ordine del giorno anche due proposte di legge (n. 45 e n. 61) in materia di apicoltura e si occuperà della programmazione dei lavori. Alle 16.00 si riunisce, invece, la Quarta commissione per l’esame del disegno di legge n. 198 (continuità territoriale marittima tra la Sardegna e le isole minori. Autorizzazione all’individuazione di un soggetto idoneo allo svolgimento delle attività di supporto tecnico, economico-finanziario e legale alle correlate procedure di gara); del disegno di legge n. 150 (sanzioni amministrative sui servizi di trasporto pubblico regionale e locale); della proposta di iniziativa popolare n. 2 (norme in materia di istituzione del servizio idrico integrato, individuazione e organizzazione degli ambiti territoriali ottimali in attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36) e della proposta di iniziativa popolare n. 6 (norme in materia di gestione da parte dei Comuni della Sardegna del Servizio idrico integrato).

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La commissione sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) ha proseguito ieri le audizioni dei rappresentanti delle amministrazioni locali per un approfondimento delle problematiche sanitarie dei territori.

Il presidente dell’Unione dei Comuni dell’Ogliastra Davide Ferreli, anche nella sua veste di sindaco di Lanusei, ha informato la commissione di un confronto costruttivo già avviato con il commissario della Asl, esprimendo però preoccupazione per le riforme all’attenzione del Consiglio regionale, sia per quanto riguarda gli Enti Locali che per le stesse Asl. «Non vorremmo – ha detto – che si lavorasse solo ad espressioni numeriche che non considerano il territorio, le sue specificità, le sue caratteristiche geo-morfologiche e la viabilità interna». Ferreli ha poi sollecitato l’uso più razionale delle risorse disponibili, a cominciare dalla struttura per l’emodinamica, realizzata con il contributo della Ue per l’inclusione delle periferie e mai entrata in funzione dopo tante promesse.

Per il sindaco di Jerzu Roberto Congiu «la nuova articolazione dei servizi sanitari che ci ha proposto il commissario, articolata su diversi poli, è sostanzialmente condivisibile ma in un momento caratterizzato da tagli e scarsità di risorse non abbiamo ben chiaro con quali mezzi finanziari si farà fronte alle nuove esigenze e con quale tempistica».

Il Sindaco di Barisardo Paolo Fanni ha posto l’accento sulla necessità di salvaguardare i servizi presenti sul territorio ed il collega di Loceri Ivo Deiana ha auspicato per l’Ogliastra un equilibrio più solido fra la sanità pubblica e quella privata.

Dopo l’intervento dei Sindaci hanno preso la parola i consiglieri Franco Sabatini (Pd), Alberto Randazzo (Forza Italia), Gianni Tatti (Area popolare sarda) e Roberto Desini (Centro democratico). Tutti, con accenti diversi, hanno messo in luce l’importanza del confronto con le comunità locali, come premessa indispensabile per una buona riforma. Il consigliere Sabatini, in particolare, ha ripreso il tema della struttura di emodinamica, esprimendo forti critiche sia per il suo mancato utilizzo come sede staccata di Cagliari che per le motivazioni tecnico-giuridiche, riconducibili al mancato accreditamento della struttura cagliaritana. «Su questo problema – ha annunciato – presenterò nei prossimi giorni una denuncia durissima». Sul punto, lo stesso presidente della commissione Raimondo Perra si è riservato una compiuta valutazione dopo le opportune verifiche con il commissario della Asl n° 8 di Cagliari.

Per quanto riguarda la zona di Sorgono, il sindaco di Meana Sardo Angelo Nocco (inserito in un distretto che comprende 13 Comuni) ha lamentato la penalizzazione del suo territorio, sollecitando il pieno coinvolgimento delle amministrazioni locali nella definizione dei nuovi confini delle Asl. «La proposta che ci è stata consegnata dal commissario – ha spiegato – ci sembra molto distante dalle esigenze e dai bisogni concreti delle nostre comunità (dove già assistiamo ad una crescente migrazione di pazienti verso altre strutture), che risulta gravemente scoperte nei servizi di prima necessità come il pronto soccorso». «Abbiamo consegnato al commissario – ha aggiunto Nocco – un documento dettagliato con le nostre proposte e ci aspettiamo che le Istituzioni regionali lo considerino con la massima attenzione». Il sindaco di Meana Sardo ha infine informato la commissione che le elezioni della Conferenza territoriale sanitaria svoltesi recentemente hanno seguito, a suo avviso, «modalità molto discutibili anche sul piano delle procedure: per l’ennesima volta si è scelto di non dare spazio alla periferia».

Nel dibattito successivo, sono intervenuti i consiglieri regionali del Partito Democratico Rossella Pinna e Daniela Forma, che hanno chiesto una verifica dettagliata dei temi sottoposti all’attenzione della commissione.

Nella fase conclusiva dei lavori, l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha illustrato i contenuti del documento con cui la Giunta ha integrato la Consulta per l’emigrazione con 3 nuovi componenti che dovranno essere eletti dal Consiglio. La Consulta è per certi aspetti un organismo un po’ datato, ha affermato l’qssessore, annunciando la predisposizione di una nuova legge che, fra l’altro, disciplinerà in modo diverso l’accesso ai contributi, «finalizzandoli alla presentazione di progetti in grado di valorizzare il ruolo degli emigrati come rappresentanti della Sardegna in Italia e nel mondo». Il documento è stato poi approvato all’unanimità.

I lavori della commissione sono proseguiti pomeriggio con l’audizione dell’assessore della Sanità, Luigi Arru.

Gavino Sini presidente della Camera di Commercio di Sassari, in rappresentanza di tutte le altre Camere provinciali, ha illustrato alla Commissione la situazione degli enti camerali alle prese con una profonda riorganizzazione imposta dal decreto legislativo del 2010 sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione.

«Le Camere di Commercio non sono più vincolate a un territorio provinciale, per questo avevamo già pensato a un ridisegno dell’organizzazione in Sardegna – ha detto Sini – l’attuale progetto di riforma in discussione in Parlamento ci obbligherà ad accelerare i tempi».

Sini ha poi spiegato che le nuove Camere dovranno essere costituite su un’articolazione di almeno 80mila imprese: «Considerando che in Sardegna il numero delle attività imprenditoriali è pari a 190.000, in futuro potremo avere due Camere di Commercio. Cagliari ha la possibilità di averne una tutta sua, le altre tre (Sassari, Nuoro e Oristano) potrebbero unirsi, ma non sono escluse soluzioni diverse (Cagliari-Oristano e Nuoro-Sassari)».

Il presidente della Camera di Commercio di Sassari ha sottolineato il ruolo svolto dall’ente camerale nella creazione di una classe dirigente e imprenditoriale e l’importanza della collaborazione con le province per la pianificazione e progettualità territoriale.

In rappresentanza dei sindaci dei comuni capoluogo, sono stati invece sentiti i primi cittadini di Lanusei e Tempio, Davide Ferreli e Romeo Frediani, e l’assessore alle politiche sociali di Iglesias Alessandra Ferrara.

Ferreli ha evidenziato il ruolo decisivo svolto dalla provincia Ogliastra per la creazione di una coscienza comune nella popolazione. «La provincia ha favorito un processo di aggregazione e di collaborazione nella gestione del bene Comune – ha detto il sindaco di Lanusei – la nuova riforma dovrà tenere conto di questo. Siamo disponibili a partecipare ad una stagione riformatrice che però non deve essere fatta solo su basi numeriche. L’Ogliastra conta meno di 60mila abitanti, non si può pensare di smantellare i servizi statali e regionali altrimenti il territorio continuerà a spopolarsi». Sulla nuova gestione delle funzioni prima attribuite alle province, Ferreli ha indicato l’esperienza delle unioni dei Comuni come base da cui partire e confrontarsi: «Serve però dotare le nuove realtà di personale e risorse adeguate».

Alessandra Ferrara ha invocato una politica “uniformata” del territorio che garantisca un miglior raccordo tra Comuni e Regione. «La presenza di un ente intermedio è stata decisiva – ha ricordato l’assessore di Iglesias – il Piano Sulcis è stato partorito dalla Provincia, il Plus ha permesso di capire quanto sia importante la gestione unitaria del territorio».

Ferrara ha infine segnalato la pesante situazione vissuta dal territorio del Sucis Iglesiente sul fronte della giustizia: la cancellazione degli uffici del giudice di pace e dei tribunali ha eliminato tutti i presidi. «Ora la legge prevede la possibilità di riaprire qualche ufficio ma a pagarlo dovranno essere i comuni».

Romeo Frediani ha auspicato una riforma che preveda una pianificazione in grado di colmare il gap tra le diverse aree geografiche. «Serve dotare i territori di infrastrutture e pensare a una gestione unitaria di alcuni servizi – ha detto Frediani – certe situazioni vanno gestite direttamente dalla Regione».

Il sindaco di Tempio ha quindi ricordato l’esperienza della Gallura dove sono nate tre Unioni di Comuni. «Il risultato è incoraggiante ma per l’esercizio delle funzioni associate serve più personale e più risorse».

I tre rappresentanti dei comuni capoluogo, infine, hanno manifestato contrarietà all’ipotesi prevista dal Dl 176 di un regime transitorio che consenta di tenere in piedi le quattro province storiche fino alla piena operatività della riforma. «Siamo per un ridisegno complessivo che porti a un sistema ex novo – ha detto Davide Ferreli – che ha poi invitato la commissione a una riflessione attenta sull’opportunità di istituire la Città Metropolitana di Cagliari, per il timore che si torni a una visione cagliaricentrica della Sardegna».

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Un percorso più semplice per rendere il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese sarde già operante presso la Sfirs più facilmente utilizzabile da parte dei Confidi ed estensione del Fondo alle imprese agricole. L’ha deciso la Giunta regionale su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci.

«Con questa delibera vogliamo dare risposte adeguate alla necessità di credito delle imprese, con una revisione del contenuto delle direttive e adeguando definizioni e modalità di rilascio della garanzia – spiega il vicepresidente della Giunta -. Estendiamo poi il Fondo anche al settore agricolo per renderlo più competitivo».

Venendo incontro alle richieste formulate durante i diversi incontri e dopo aver esaminato la complessa normativa in materia, la soglia di accesso al Fondo, da parte dei Confidi, viene riportata da 35 a 10 milioni di garanzie rilasciate.

«Si tratta di una variazione di sostanza, che riconosce il ruolo anche dei Consorzi minori, attribuendo agli stessi specificità nella loro attività e nella loro vicinanza all’impresa – dice l’assessore Paci -. Il Fondo di Garanzia PMI ribadisce insomma il suo ruolo di strumento di contrasto al credit crunch anche in capo a Consorzi che proprio grazie alla propria minore dimensione sono in grado di assicurare supporto immediato alle imprese».

Il fondo viene poi esteso alle imprese agricole, tra le emissioni obbligazionarie sono compresi anche i minibond e le cambiali finanziarie e fra i soggetti ammessi a richiederne l’intervento sono ammessi gli “arranger/lead manager” e gli “sponsor”, favorendo così l’intervento di nuovi soggetti sul mercato locale. Fra le banche finanziatrici, infine, vengono inseriti le società di leasing e di factoring e gli altri intermediari finanziari, nonché gli Istituti di Moneta Elettronica (IMEL), regolarmente iscritti nell’apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia. Parallelamente, prosegue il percorso di riorganizzazione dei Consorzi Fidi, iniziato dalla costituzione del Fondo Unico da 5 milioni di euro approvato con la manovra finanziaria lo scorso 27 febbraio e seguito da una serie di incontri con i Consorzi e con gli assessori coinvolti nella riforma, quelli del Lavoro Virginia Mura, dell’Industria Maria Grazia Piras e dell’Artigianato e Turismo Francesco Morandi e dalla prima delibera di Giunta approvata il 31 marzo scorso. Ora il disegno di legge inizia il suo iter in Consiglio regionale.

Tre le novità più importanti:

1) il fondo unico che sostituirà i precedenti tre, collocati presso gli assessorati del Lavoro, dell’Artigianato e Commercio e dell’Industria, destinato a integrare i fondi rischi dei Confidi.

2) il fondo di stabilizzazione per prevenire eventuali rischi.

3) l’istituzione dell’Osservatorio Confidi.

«Stiamo riorganizzando un sistema che non riesce più a dare risposta alle esigenze delle imprese, e oggi abbiamo sistemato un altro importante tassello – conclude l’assessore Paci -. Vogliamo razionalizzarlo, modernizzarlo e renderlo più efficiente per garantire e migliorare l’accesso al credito e aiutare le imprese sarde e i liberi professionisti in un momento di grave difficoltà economica come quello che stiamo vivendo.»

La Prima (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Francesco Agus (Sel), si riunisce oggi, 21 aprile, alle 11,30, per le audizioni sul D.L. 176 (riordino del sistema delle Autonomie locali della Sardegna). I lavori proseguiranno anche nel pomeriggio dalle 16.00. La Commissione si riunirà anche domani, 22 aprile, alle 10.00, mentre alle 12.00 è prevista una seduta congiunta con la Seconda Commissione. I lavori proseguiranno nel pomeriggio di domani alle 16.00, giovedì e venerdì mattina alle 10.00.

Questo pomeriggio si riunirà, alle 17.00, anche la Seconda commissione (Lavoro, cultura e formazione professionale), presieduta da Gavino Manca (Pd). All’ordine del giorno: P/47 (Istituzione Centri Provinciali Istruzione Adulti. Integrazione al Piano di dimensionamento scolastico regionale as. 2015/2016), le vertenze lavoro-precariato e la programmazione dei lavori.

La Commissione si riunirà, in seduta congiunta con la Prima Commissione, mercoledì 22 aprile con il seguente ordine del giorno: alle 11, audizione dei rappresentanti sindacali aziendali delle società in house delle province di Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano sulle problematiche occupazionali; appalto del servizio di vigilanza armata e portierato degli immobili della Regione; alle 12,30, audizione dell’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu; alle 13.00, audizione delle segreterie regionali FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UILTUCS UIL.

La Quarta commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità), presieduta da Antonio Solinas (Pd) si riunirà mercoledì, 22 aprile, alle 11.00, per la programmazione dei lavori.

La Quinta commissione (Attività produttive), presieduta da Luigi Lotto (Pd), si riunirà domani, 22 aprile, alle 16.00. All’ordine del giorno: l’audizione dell’Amministratore delegato della S/B Industrial Minerals sulla situazione della miniera di Olmedo, l’audizione delle organizzazioni sindacali sulla situazione della miniera di Olmedo.

E’ prevista anche l’audizione dell’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, sui seguenti temi: situazione della miniera di Olmedo, situazione della Keller Elettromeccanica, P/51 (Integrazione Fondo rischi Consorzi Fidi. Modifica interpretativa delle direttive di attuazione. Legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, art. 7, comma 47, come integrata della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1, art. 4, comma 3, della legge regionale 15 marzo 2012, n. 6, art. 4, comma 43 della legge regionale 20 dicembre 2013, n. 3). All’ordine del giorno anche la programmazione dei lavori, che proseguiranno giovedì, 23 aprile 2015, alle 10,30 con lo stesso ordine del giorno.

La Sesta commissione (Sanità e politiche sociali), presieduta da Raimondo Perra (Psi), si riunirà mercoledì, 22 aprile alle 10,30. All’ordine del giorno: audizione del
sindaco del comune di Quartu Sant’Elena, Mauro Contini, della delegazione dei sindaci dell’unione di comuni del Sarrabus-Gerrei, del sindaco del comune di Tempio, Romeo Frediani, su problematiche sanitarie.

I lavori riprenderanno nel pomeriggio, alle 16.00, con il seguente ordine del giorno: audizione della delegazione dell’unione dei comuni dell’Ogliastra e del presidente del comitato dei sindaci del distretto sanitario di Sorgono su problematiche sanitarie. Prevista anche l’audizione dell’assessore regionale del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, Virginia Mura, sul doc. n. 5/XV (legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7, articolo 24 e seguenti. Proposte al Consiglio regionale per la nomina di tre esperti in seno alla Consulta regionale per l’emigrazione).

I lavori riprenderanno giovedì 23 aprile 2015 alle ore 10,30 con il seguente ordine del giorno: programmazione lavori. Alle 16,30 è prevista l’audizione dell’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale, Luigi Arru, sul P/52 (Finanziamento indistinto della spesa sanitaria di parte corrente 2013. Modifica dei criteri di assegnazione dell’accantonamento destinato al macrolivello “valorizzazione dell’appropriatezza e dell’adeguatezza organizzativa ed economico gestionale”). Successivamente la Commissione esaminerà la P.L. 126 (Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 maggio 2013, n. 12 “Norme per la formazione specialistica medica, medico-veterinaria e non medica dell’area sanitaria”).

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