19 March, 2024
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Il 31 dicembre 2015 scade il contratto di concessione dei parcheggi a pagamento su area pubblica (strisce blu), con la società che attualmente li gestisce. In attesa della stipula del contratto con la società che si è aggiudicata il nuovo appalto, dell’allestimento della nuova segnaletica e dell’entrata a regime della nuova gestione del servizio, i parcheggi delimitati dalle strisce blu potranno essere utilizzati gratuitamente, sino a nuova comunicazione.

Piazza Mercato Carbonia

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Fabio Enne 58

All’orizzonte non si intravede alcuna ripresa. Il 2015 è stato un anno devastante per l’economia e il lavoro.

Alle parole confortanti del presidente Pigliaru, la UST CISL Sulcis Iglesiente risponde con un richiamo alla mobilitazione generale.

La volontà è quella di proseguire, ancor più determinati, con la promozione della mobilitazione popolare, prevista per gennaio 2016.

Le assemblee organizzative, dell’8 a Portoscuso e del 12 a Sant’Antioco, si concluderanno il 15 gennaio ad Iglesias, presso il Centro culturale dalle ore 16.30.

In quell’occasione l’assemblea territoriale presieduta dalla UST CISL Sulcis Iglesiente, insieme ai sindaci, il Movimento delle Partite Iva, gli artigiani e i commercianti e le altre rappresentanze sociali e imprenditoriali del territorio, movimenti studenteschi e disoccupati, definiranno l’organizzazione e il percorso della Mobilitazione generale popolare prevista per fine gennaio.

Il 2015 è stato un anno nero per il Sulcis Iglesiente, 130mila abitanti, con oltre 35mila disoccupati e migliaia di lavoratori in regime di ammortizzatore sociale.

Al disastro industriale causato dall’incapacità della classe politica, si somma l’esigua programmazione delle risorse europee disponibili.

Il rilancio di settori strategici come il turismo, la pesca, il commercio, l’agricoltura e l’artigianato sono un miraggio; le difficoltà nei collegamenti, marittimi e aerei, passeggeri e merci, con il resto della penisola creano un gap infrastrutturale ingente.

L’accordo tra Moby e Tirrenia “certificato” dall’antitrust rischia di rendere ancor più complessa la situazione, con il rischio che, chi pagherà le scelte sbagliate, saranno sempre gli abitanti dell’isola.

La definizione delle numerose le vertenze industriali ancora aperte: Eurallumina, Portal (ex ILA) ed Alcoa, a cui si sommano le infinite problematiche legate alla gestione di IGEA e ATI IFRAS sono diventate indifferibili.

Anche per questi motivi è necessario coinvolgere l’intero territorio, invitando ad una grande Mobilitazione generale popolare, direttamente proporzionale al persistente disagio sociale creato da chi ci amministra.

Fabio Enne

Segretario Generale Cisl

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Maria Carmela Folchetti-02

Otto anni di crisi in Sardegna hanno lasciato il segno anche nel tessuto imprenditoriale gestito dalle donne artigiane. Infatti, tra il 2008 e il 2015, è scomparso più dell’11% delle “aziende artigiane al femminile”, passate da 5.713 unità a 5.064. Negli ultimi 12 mesi, il tasso di chiusura è arrivato all’1,4%.

I numeri dicono anche che il 19,8% delle imprese artigiane sarde è guidato da donne (13esimo posto in Italia), che 44.533 sono le donne imprenditrici in tutti i settori produttivi e che nella nostra isola tra il 2014 e il 2015, ha chiuso i battenti il 10,9% delle imprese gestite da donne (contro una media italiana del -0,5%).

Sono questi i numeri che emergono dalla “fotografia” scattata dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che vuole raffigurare la situazione delle artigiane nella nostra isola.

La Sardegna, con l’1,4% di chiusure artigiane negli ultimi 12 mesi, si attesta a metà classifica (media nazionale +0,2%). La situazione peggiore si registra in Basilicata (-2,6%), la migliore è quella del Molise (+2,8%). Da notare che nel periodo pre crisi (2005-2008), l’imprenditoria artigiana femminile sarda cresceva più della media nazionale (+1,5% contro il –0,3% della media Nazionale).

A livello regionale le 5.064 donne titolari di imprese artigiane sono impegnate nei servizi alla persona per il 54,7% (2.768 imprese), nel manifatturiero per il 22,2% (1.124), nei servizi alle imprese per il 16,9% (855) e nelle costruzioni per il 5,8% (293). In “altre attività imprenditoriali” per l’0,5% (24 imprese).

Il settore che ha subito la maggior contrazione percentuale è quello delle Costruzioni (-7,9%), segue il Manifatturiero (-3,4%) e i Servizi alle Imprese (-1,4%).

Tra le vecchie province, 2.013 imprese artigiane (-1,5% rispetto al 2014) sono registrate a Cagliari. Seguono Sassari (1.783/ -1,1% rispetto al 2014), Nuoro (863/ – 2,3% rispetto al 2014) e Oristano (405/ – 0,2% rispetto al 2014).

«I dati del nostro Osservatorio – sottolinea Maria Carmela Folchetti, imprenditrice artigiana e presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – dimostrano come l’imprenditoria femminile sarda vada incoraggiata. C’è la necessità di interventi che liberino tutta le aziende dai troppi vincoli e dai costi che soffocano le iniziative». «E’ necessario – continua la Presidente Artigiana – poter contare su un welfare che permetta alle donne di conciliare lavoro e famiglia e di esprimere nell’impresa le proprie potenzialità.»

Per incentivare l’impresa donna in Sardegna la Folchetti propone una versione regionale della legge 215 per l’imprenditoria femminile: “La Regione potrebbe finanziare un intervento di questo tipo – sottolinea – esattamente come accadde negli anni passati a livello nazionale. Quell’intervento consentì la nascita di oltre 70.000 aziende guidate da donne e permise un incremento occupazionale di oltre 90.000 unità in tutta Italia”.

«Il dato sulla chiusura della attività gestite da donne in Sardegna (-10,9% tra il 2014 e 2015) la dice lunga di come le donne sarde siano sull’orlo di una crisi di …welfare – sottolinea la Folchetti – la nostra regione, come del resto tutta l’Italia, non sembra essere un Paese per mamme che lavorano. E lo è ancor meno per le imprenditrici le quali sono escluse dagli interventi a tutela della maternità previsti per le lavoratrici dipendenti.»

Risultato: tra crisi economica e carenze dei servizi pubblici per la famiglia, il numero delle donne che a livello nazionale svolgono attività indipendenti tra il 2005 e il 2015 è diminuito del 5,6%.

«Per conciliare lavoro e famiglia alle donne imprenditrici, durante la Legge di Stabilità appena approvata, ci siamo battute per ottenere il voucher babysitting – aggiunge la Presidenteche consiste in voucher rilasciati dall’INPS del valore di 600 europer una durata di 6 mesi (3 mesi per le lavoratrici autonome iscritte alla Gestione Separata) spendibili per pagare il servizio di baby-sitting. Ricordiamo che i buoni devono essere ritirati dalla neomamma presso la sede INPS competente per territorio in base alla residenza o al domicilio indicato al momento della presentazione della domanda

«Ma questo non ci basta – conclude la Folchettistiamo combattendo la battaglia per ottenere anche i voucher per l’assistenza ai familiari anziani e ai disabili; un voucher per formare i collaboratori chiamati a sostituire temporaneamente la titolare nell’attività d’impresa; un credito d’imposta per incentivare la creazione di attività d’impresa nei servizi di welfare per la famiglia e per l’infanzia; sgravi fiscali e contributivi per assunzioni a tempo determinato di coadiuvanti nei periodi di maternità o di assistenza a figli minori o parenti anziani; l’istituzione, presso il ministero dello Sviluppo Economico, di un Fondo per l’imprenditoria femminile.»

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La musica dei giovani suonatori di launeddas contemporanei ha ricevuto a dicembre un importante riconoscimento internazionale. Il docufilm “NODAS. Launeddas in tempus de crisi” ha infatti guadagnato il terzo posto, nella sezione Corto Mediterraneo, nell’ambito della 19ª edizione del PriMed (le Festival de la Méditerranée en images) a Marsiglia.

L’opera, ideata e prodotta dall’Associazione Iscandula e realizzata dall’antropologo Umberto Cao e dal documentarista Andrea Mura, è stata scelta per la finale insieme ad altri tre cortometraggi selezionati tra i novanta pervenuti da tutto il mondo. In totale i film presentati nelle sei sezioni erano 348.

La posizione in classifica, stilata con il parere del pubblico, assume un ulteriore valore se si considerano i soggetti dei diretti concorrenti, lavori su temi di forte attualità, soprattutto per il pubblico francese. Il primo, e unico premio, è andato a “Rebelle de Raqqa”, la storia di una ragazza siriana che ha clandestinamente filmato la presa della città da parte dello Stato Islamico. Secondo posto ad “Algérie, la battaille de l’avenir”, sulla rielezione di Abdelaziz Bouteflika (al quarto mandato) vista come una nuova barriera alla sete di libertà del popolo algerino.

Dopo aver rischiato di scomparire tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento, nel “tempo della crisi” dei giorni nostri le launeddas godono di straordinaria vitalità. E spuntano nuove eccellenze artistiche, quasi insperate. Il documentario, della durata di 30 minuti, ruota attorno a cinque talenti della nuova leva di suonatori (i protagonisti hanno tra i 19 e i 29 anni): attraverso il loro sguardo si esplorano gli interstizi tra tradizione e sperimentazione, a caccia di una nuova identità. Così grazie alle riprese, girate con un apparato tecnico essenziale, si punta alla minor invasività e a restituire allo spettatore la dimensione reale, contemporanea e quotidiana. Le immagini sono state girate a Cagliari, Quartu Sant’Elena, Monserrato, Maracalagonis, Escolca – nel villaggio di San Simone – e, infine, a Napoli. Sullo sfondo le condizioni di un’intera generazione e della nostra Isola, alle prese con problematiche socioeconomiche strutturali, di difficile soluzione. Lo spiraglio che si apre è allo stesso tempo amaro ma non rassegnato.

Il festival: un viaggio nella storia dell’audiovisivo mediterraneo. Creato nel 1994, il PriMed ha viaggiato per il Mediterraneo. Un tempo chiamato “Premio Internazionale del Documentario e del Reportage Mediterraneo”, il PriMed si è tenuto per la prima volta a Monte Carlo. Dal 1996 fino al 2009, la selezione delle opere finaliste ha luogo a Marsiglia, presso la sede del CMCA e la fase finale della manifestazione si svolge in Italia: a Palermo dal 1996 al 2000, a Soverato nel 2002, a Siracusa nel 2003, 2004 e 2005, nel 2006 a Civitavecchia, nel 2007 a Cagliari e nel 2008 a Torino. Dal 2009 il PriMed è organizzato interamente a Marsiglia. Oggi, accanto agli incontri e ai convegni organizzati per i professionisti, il PriMed offre al pubblico molte proiezioni gratuite in presenza dei registi. Nel 2007, a Cagliari, il premio si svolge nella Cittadella dei Musei e ebbe un grande successo di pubblico e di attenzione. Vinse il premio maggiore L’orchestra di Piazza Vittorio, un film che poi circolò anche nelle sale cinematografiche. Ci fu anche un premio speciale della Regione Sardegna per il miglior documentario italiano.

Dopo il progetto artistico per le strade del Messico con lo street artist Federico Carta “Crisa”, l’antropologo Umberto Cao è tornato in Sardegna dove ha realizzato il film – ricerca di antropologia visuale – insieme ad Andrea Mura, documentarista, diplomato presso il Centro Sperimentale di Cinematografia e con all’attivo una significativa produzione filmica tra documentari, cortometraggi e spot.

L’opera è stata selezionata e ha partecipato ai seguenti festival o rassegne: Seeyousound -Festival Internazionale del Cinema Musicale (Torino, 14-17 Maggio 2015); Sa Die de sa Sardigna 2015 (Cagliari, 28.04.2015); Cagliari Film Festival (Cagliari, 23-26.07.2015); Life After Oil Festival (Martis, 7-9.08.2015); Immagini e Suoni del Mondo – Festival del Film Etnomusicale (Firenze, 02.11.2015); Babel Film Festival (Cagliari, 30.11-05.12.2015).

Immagini di scena_Festa San Simone EscolcaMassimo Congiu_suonatore-architettto Massimo Congiu a Machu Pichu Luca Schirru_suonatore Silius  Graziano Montisci_suonatore-autista Gianluca Piras_suonatore-operaio

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Grande partecipazione, a Carbonia, alla XXIX edizione della Marcia della Pace, promossa come ogni anno dalla diocesi di Ales Terralba ed organizzata in collaborazione con il comune di Carbonia e con i soggetti promotori. Un apporto fondamentale è stato dato dal mondo dell’associazionismo del territorio, presente con una quarantina di realtà. Come negli anni passati, anche per l’edizione 2015, c’è stata l’adesione di tutta la Sardegna, unita dal desiderio di un mondo di pace e di una società giusta e solidale. 

Il tema della XXIX Marcia è stato “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”, in un mondo in cui l’indifferenza, frutto dell’individualismo esasperato, sta creando atroci disuguaglianze.

Nel corso della mattina c’è stato un momento di riflessione al quale hanno partecipato circa cinquecento giovani. Presso la Grande Miniera di Serbariu si sono tenuti tre Workshop dedicati ai temi della Povertà, del Lavoro e dell’Ambiente.

Mons. Gian Carlo Maria Bregantini, attuale arcivescovo di Campobasso e già vescovo di Locri, ha anche partecipato agli workshop parlando ai ragazzi con estrema semplicità catturando la loro attenzione.

Il pomeriggio è stato dedicato alla Marcia, iniziata dalla Grande Miniera di Serbariu, poco dopo le 15.00. Al termine dei saluti del sndaco di Carbonia Giuseppe Casti e del vescovo di Ales-Terralba monsignor Giovanni Dettori, la marcia è partita seguendo il seguente percorso: Grande Miniera di Serbariu, Piazza Sergio Usai, strada di collegamento Grande Miniera – Piazza Pietro Cocco, via Costituente, Piazza Repubblica, via Gramsci, via Fosse Ardeatine, via Manno, Piazza Roma.

Sul sagrato della chiesa di San Ponziano, don Angelo Pittau ha introdotto gli interventi dell’arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, tornato nel Sulcis dopo aver guidato una ventina d’anni fa la diocesi di Iglesias; mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo della diocesi di Iglesias; mons. Gian Carlo Maria Bregantini.

«A Locri, nel sud Italia, in 25 anni di ministero – ha detto mons. Bregantini – ho imparato che se un popolo ha coraggio, se un popolo impara a dire una parola positiva e toglierne un’altra meno positiva, si può affrontare il futuro.»

«Ho ammirazione per la vostra terra – ha aggiunto – ma io che provengo dalla Val di Non dove il lavoro della terra ha prodotto una mela famosa in tutto il mondo perché quella gente ha saputo valorizzare quanto producevano, vi dico che le vostre bellezze devono essere valorizzate, vissute per creare occasioni di lavoro e di benessere». Quasi una polemica con chi, invece, vorrebbe tutelare l’ambiente mettendolo sotto una campana di vetro e poterlo ammirare solo dall’esterno per non contaminarlo.»

E tutto questo, mons. Bregantini lo ha detto dopo aver ammirato e ascoltato la storia della Grande Miniera di Serbariu da dove è partita la Marcia, cercando di comprendere il dramma che il Sulcis e tutta la Sardegna, stanno vivendo a causa di una indifferenza che sta paralizzando ogni possibilità di progettare il futuro, ma sta anche provocando uno scoramento fra la gente.

Citando Papa Francesco, mons. Bregantini ha evidenziato una parolaccia nella parola “ormai” che spesso campeggia nei cuori di chi non ha più speranza in un futuro migliore.

«Per questo – ha detto – è necessario riconoscere tutti i segni dell’indifferenza, quella che lascia Dio fuori da ogni cosa, quella che ci fa dire “a me non me ne importa”, quella che divide la società e accentua il razzismo, quella che consente ai responsabili di industrie pericolose di non informare le persone sui danni fisici che possono provocare, ma anche una indifferenza religiosa , una comunitaria e una ambientale che, magari ci fa riconoscere le nostre bellezze, ma non si fanno progetti per sviluppare e trasformare i doni di Dio per creare benessere e lavoro.»

«Passare dall’indifferenza alla speranza per questo territorio e per tutta la Sardegna». È quanto ha evidenziato don Angelo Pittau, promotore e ideatore della Marcia che da 29 anni si svolge gli ultimi giorni di dicembre. «E da Carbonia – ha detto – da tutta la gente che ha accolto il nostro appello e che attorno al messaggio di papa Francesco per la 49.a giornata mondiale della pace “vinci l’indifferenza e conquista la pace” deve nascere una speranza di riscatto sociale, economico e occupazionale per la nostra isola».

Sono intervenuti anche il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, che ha portato il saluto della città e ringraziato tutti i presenti, ed alcuni giovani, rappresentanti del mondo del lavoro e delle associazioni.

Allegato il servizio fotografico di Nadia Pische

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Un nuovo passo in avanti verso la ripresa produttiva dell’Eurallumina è stato compiuto ieri sera al termine della conferenza dei servizi, alla quale erano presenti 21 enti, svoltasi nel Palazzo della Regione, in viale Trento, a Cagliari, che ha fatto una valutazione sostanzialmente positiva, condizionando il via libera definitivo al rispetto di alcune precise prescrizioni che verranno comunicate all’azienda entro l’11 gennaio. Quest’ultima avrà poi tre mesi di tempo per valutare se accettarle o meno e proseguire quindi l’iter procedurale verso l’atto conclusivo.

«La vertenza rimane aperta – ha spiegato a tarda sera Antonello Pirotto, componente della RSU Eurallumina, che ha seguito i due giorni di lavori della conferenza in viale Trento – sino a quando non sarà messo il primo mattone di investimenti. Per noi è un risultato positivo. Che il progetto ricevesse il nulla osta non era un risultato affatto scontato. Ora lo abbiamo ottenuto: si può andare avanti. Noi controlleremo che tutto vada per il meglio».

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Grande partecipazione, a Carbonia, alla XXIX edizione della Marcia della Pace, promossa come ogni anno dalla diocesi di Ales Terralba ed organizzata in collaborazione con il comune di Carbonia e con i soggetti promotori. Un apporto fondamentale è stato dato dal mondo dell’associazionismo del territorio, presente con una quarantina di realtà. Come negli anni passati, anche per l’edizione 2015, c’è stata l’adesione di tutta la Sardegna, unita dal desiderio di un mondo di pace e di una società giusta e solidale. 

Il tema della XXIX Marcia è stato “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”, in un mondo in cui l’indifferenza, frutto dell’individualismo esasperato, sta creando atroci disuguaglianze. 

Nel corso della mattina c’è stato un momento di riflessione al quale hanno partecipato circa cinquecento giovani. Presso la Grande Miniera di Serbariu si sono tenuti tre Workshop dedicati ai temi della Povertà, del Lavoro e dell’Ambiente. 

Mons. Gian Carlo Maria Bregantini, attuale arcivescovo di Campobasso e già vescovo di Locri, ha anche partecipato agli workshop parlando ai ragazzi con estrema semplicità catturando la loro attenzione.

Il pomeriggio è stato dedicato alla Marcia, iniziata dalla Grande Miniera di Serbariu, poco dopo le 15.00. Al termine dei saluti del sndaco di Carbonia Giuseppe Casti e del vescovo di Ales-Terralba monsignor Giovanni Dettori, la marcia è partita seguendo il seguente percorso: Grande Miniera di Serbariu, Piazza Sergio Usai, strada di collegamento Grande Miniera – Piazza Pietro Cocco, via Costituente, Piazza Repubblica, via Gramsci, via Fosse Ardeatine, via Manno, Piazza Roma.

Sul sagrato della chiesa di San Ponziano, don Angelo Pittau ha introdotto gli interventi dell’arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, tornato nel Sulcis dopo aver guidato una ventina d’anni fa la diocesi di Iglesias; mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo della diocesi di Iglesias; mons. Gian Carlo Maria Bregantini.

«A Locri, nel sud Italia, in 25 anni di ministero – ha detto mons. Bregantini – ho imparato che se un popolo ha coraggio, se un popolo impara a dire una parola positiva e toglierne un’altra meno positiva, si può affrontare il futuro.»

«Ho ammirazione per la vostra terra – ha aggiunto – ma io che provengo dalla Val di Non dove il lavoro della terra ha prodotto una mela famosa in tutto il mondo perché quella gente ha saputo valorizzare quanto producevano, vi dico che le vostre bellezze devono essere valorizzate, vissute per creare occasioni di lavoro e di benessere». Quasi una polemica con chi, invece, vorrebbe tutelare l’ambiente mettendolo sotto una campana di vetro e poterlo ammirare solo dall’esterno per non contaminarlo.»

E tutto questo, mons. Bregantini lo ha detto dopo aver ammirato e ascoltato la storia della Grande Miniera di Serbariu da dove è partita la Marcia, cercando di comprendere il dramma che il Sulcis e tutta la Sardegna, stanno vivendo a causa di una indifferenza che sta paralizzando ogni possibilità di progettare il futuro, ma sta anche provocando uno scoramento fra la gente.

Citando Papa Francesco, mons. Bregantini ha evidenziato una parolaccia nella parola “ormai” che spesso campeggia nei cuori di chi non ha più speranza in un futuro migliore.

«Per questo – ha detto – è necessario riconoscere tutti i segni dell’indifferenza, quella che lascia Dio fuori da ogni cosa, quella che ci fa dire “a me non me ne importa”, quella che divide la società e accentua il razzismo, quella che consente ai responsabili di industrie pericolose di non informare le persone sui danni fisici che possono provocare, ma anche una indifferenza religiosa, una comunitaria e una ambientale che, magari ci fa riconoscere le nostre bellezze, ma non si fanno progetti per sviluppare e trasformare i doni di Dio per creare benessere e lavoro.»

«Passare dall’indifferenza alla speranza per questo territorio e per tutta la Sardegna». È quanto ha evidenziato don Angelo Pittau, promotore e ideatore della Marcia che da 29 anni si svolge gli ultimi giorni di dicembre. «E da Carbonia – ha detto – da tutta la gente che ha accolto il nostro appello e che attorno al messaggio di papa Francesco per la 49.a giornata mondiale della pace “vinci l’indifferenza e conquista la pace” deve nascere una speranza di riscatto sociale, economico e occupazionale per la nostra isola».

Sono intervenuti anche il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, che ha portato il saluto della città e ringraziato tutti i presenti, ed alcuni giovani, rappresentanti del mondo del lavoro e delle associazioni.

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L’assessorato regionale degli Enti locali ed Urbanistica ha pubblicato il bando Baddhe, riservato a interventi di recupero e riqualificazione paesaggistica di aree degradate o utilizzate in maniera impropria. Le risorse finanziarie disponibili per l’attuazione degli interventi proposti dai Comuni ammontano a due milioni 748mila euro. Ciascun intervento potrà essere finanziato fino ad un importo massimo di 300mila euro. Sono esclusi dal finanziamento eventuali costi per acquisizioni ed espropri.
Attraverso questo bando la Regione intende perseguire molteplici finalità: il ripristino delle qualità paesaggistiche di aree ricadenti nelle zone interne poste fuori o ai margini dei centri urbani e preferibilmente non ricomprese all’interno della fascia costiera, degradate sotto il profilo paesaggistico da usi impropri, al fine di garantirne la tutela, la valorizzazione e la riqualificazione; la conservazione delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie del paesaggio, con interventi finalizzati al miglioramento strutturale e funzionale delle componenti paesaggistiche; la trasformazione ambientale, agroforestale, territoriale e architettonica subordinata alla verifica della sua compatibilità e in equilibrio con i valori paesaggistici riconosciuti; il recupero, la ricostruzione e la rinaturalizzazione, volti a reintegrare i valori paesaggistici preesistenti, ovvero ad attuare nuovi valori paesaggistici, compatibili con le finalità del Piano paesaggistico regionale (PPR).
Possono presentare le proposte di finanziamento le Unioni di Comuni, i Comuni in forma singola o in forma associata, con preferenza per le prime. Non è invece ammessa la partecipazione, pena l’esclusione dalla gara, di un Comune in forma individuale e, contemporaneamente, quale componente di una Unione dei comuni o di una forma associata. Le domande dovranno essere presentate entro il 9 marzo 2016 all’assessorato regionale degli Enti locali, Finanze e Urbanistica – Direzione della Pianificazione urbanistica territoriale e della Vigilanza edilizia, viale Trieste 186 – 09123 Cagliari.

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Manifestazione dei Riformatori sardi, a Cagliari, contro la Giunta regionale, per l’aumento delle aliquote Irpef.

«La Giunta nella furia di tartassare i sardi ha sbagliato clamorosamente i conti. E il risultato è clamoroso: aliquote sballate, sardi doppiamente tassati, pochi spiccioli ridistribuiti e non colma alcun buco». Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori sardi, ha sintetizzato così le motivazioni del sit in svolto davanti all’Agenzia delle entrate a Cagliari. Una grande manifestazione per dire no all’aumento delle tasse deciso dalla Giunta Pigliaru.

Franco Meloni e Sergio Pisano, del Centro studi dei Riformatori, hanno spiegato perché i conti sono totalmente sbagliati. «Aumentano a dismisura le imposte ai sardi creando un gravissimo danno all’economia – hanno detto i due esponenti dei Riformatori sardi – ma come se non bastasse non coprono il buco della sanità. Con questa manovra riescono sì e no a recuperare 15-20 milioni di euro, contro i 100 annunciati. Un clamoroso errore di calcolo che si aggiunge alla presa in giro della cosiddetta operazione Robin Hood: avevano detto che avrebbero restituito a chi guadagna poco, ebbene la restituzione si aggira tra 1 e 2 euro al mese per contribuente. Insomma, Pigliaru offre  una volta al mese il caffè ai sardi. Ridicolo».

Aarà battaglia senza quartiere contro «i tartassatori che affossano l’economia sarda, già fortemente provata da una crisi che non accenna ad allentare la  morsa. Governano ormai da due anni e hanno fallito su tutta la linea: la Giunta precedente aveva posto un argine alla spesa, loro non riescono s tenerla sotto controllo e ora vogliono far pagare il conto ai sardi. Il buco l’ha creato Paci: dal 2014 mette risorse assolutamente insufficienti e quindi adesso per rimediare ai suoi errori vuole mettere le mani nelle tasche dei sardi».

«Stando a indiscrezioni che trapelano da viale Trento – ha rivelato Franco Meloni – ieri la Giunta ha approvato una delibera che, proroga i commissari di tre mesi, ma al tempo stesso li commissaria: proprio così, commissariano i commissari. Ma se non hanno alcuna fiducia in chi hanno nominato ci chiediamo perché li abbiano confermati. Questo commissariamento dei commissari prevedrebbe che tutte le delibere delle Asl debbano avere il nulla osta della Regione. Questo significherà un rallentamento di tutta l’amministrazione, il blocco totale della sanità».

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Pecore 2015 1

L’Agenzia regionale Agris ha ottenuto il quarto posto con un progetto di genetica animale presentato al ministero delle Politiche agricole. Agris ha partecipato al bando Progetti Speciali del Ministero col gruppo di Genetica Animale di Bonassai e raggiunto l’importante risultato a fronte degli oltre 200 progetti giudicati idonei e presentati da importanti Centri Universitari e di ricerca nazionali.
«E’ un riconoscimento che premia il lavoro dei nostri genetisti – commenta l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi -. Non solo hanno ottenuto ottimi risultati scientifici, ma si sono anche preoccupati di reperire, in bandi europei e nazionali, i fondi necessari per realizzare le ricerche di base e sviluppare poi le applicazioni sul campo. E’ esattamente questa la qualità che vogliamo nelle nostre Agenzie agricole.»
Il progetto prevede l’applicazione delle tecnologie genomiche al miglioramento della pecora Sarda, con l’obbiettivo di rafforzarne la competitività e evitare la sostituzione con razze esotiche maggiormente produttive. Il gruppo di ricerca ha ultimato nel 2014 un consistente programma di ricerca Europeo che ha consentito di ottenere le sequenze dell’intero genoma di 24 soggetti e il prossimo anno, grazie anche al contributo del MIPAAF, Agris sarà in grado di sequenziarne altri, così da fornire strumenti per la selezione della pecora Sarda per la resistenza a patologie (come la paratubercolosi e la Maedi Visna), per il contenuto in proteine del latte e altre caratteristiche utili a aumentare il valore e la sostenibilità delle produzioni sarde.