18 April, 2024
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La direzione della ASSL ha diffuso una nota sul cedimento di alcuni pannelli della controsoffittatura del reparto dialisi dell’ospedale Sirai.

«Quanto accaduto questa mattina presso il reparto Dialisi del PO Sirai di Carbonia riguarda il crollo di due pannelli di controsoffitto di cartongesso che si sono “inzuppati” per un’infiltrazione di acqua dovuta alla pioggia eccezionale degli ultimi due giorni.»

«Preme sottolineare – prosegue la nota – che il motivo del crollo non è da ricercare in danni strutturali e contrariamente a quanto strumentalmente riportato in alcune note stampa l’Ospedale non sta “cadendo a pezzi”. In particolare, sopra l’unità operativa di Emodialisi scorrono le unità di trattamento aria e a causa della pioggia incessante che cade da ieri mattina, è penetrata dell’acqua attraverso le bocchette dell’impianto di climatizzazione.»

«L’Ats Assl Carbonia, al fine di smentire nella maniera più assoluta il presunto e denunciato “stato di abbandono” dell’Ospedale Sirai – conclude la nota -, fa presente che recentemente, in occasione di un sopralluogo del Direttore Generale ATS proprio presso l’UO Dialisi, sono stati programmati una serie di interventi per migliorare la funzionalità e la sicurezza del Reparto.»

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Anche il Consorzio di tutela del Pecorino Romano e la Cooperativa 3A di Arborea dicono no al progetto di riordino delle associazioni regionali e provinciali degli allevatori deliberata dai vertici di AIA (Associazione italiana allevatori). Lo hanno ribadito a chiare lettere questa mattina ai componenti della commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale, il presidente del Consorzio Salvatore Palitta e il numero uno della cooperativa Gianfilippo Contu .

«In questi anni, con i servizi di assistenza tecnica agli allevatori e alla gestione dei libri genealogici, Aras e Apa hanno dato un contributo decisivo al miglioramento genetico delle razze ovine allevate in Sardegna – ha detto Salvatore Palitta – il lavoro fatto in questi anni non deve essere disperso. L’ipotesi di scioglimento di Aras e Apa rappresenterebbe il dissolvimento di un patrimonio umano,  professionale, e materiale.»

Il presidente del Consorzio ha parlato di sistema allevatoriale unico in Europa: «Abbiamo costruito un’eccellenza nel corso degli anni – ha aggiunto Salvatore Palitta – non si capisce perché adesso si debba fare riferimento a un organismo nazionale. Il sistema del benessere animale si regge sull’assistenza tecnica. Per non parlare del Laboratorio di analisi di Aras, modello di efficienza e terzietà che fornisce servizi essenziali al comparto zootecnico e al settore della trasformazione del latte».

Salvatore Palitta, infine, ha rimarcato l’esigenza di mantenere in Sardegna anche la gestione del patrimonio genetico delle razze ovine autoctone allevate nell’Isola con particolare riferimento alla tenuta dei libri genealogici: «Il Consorzio si appresta a modificare il disciplinare di produzione del pecorino romano Dop. La nuova versione prevede che il latte destinato alla realizzazione del formaggio provenga da allevamenti della Sardegna, del Lazio e della provincia di Grosseto dove la razza ovina sarda è presente per il 90%. Non è immaginabile una gestione del patrimonio genetico fuori dal territorio regionale».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Cooperativa 3A di Arborea Gianfilippo Contu che si è soffermato sul ruolo svolto per gli allevamenti vaccini dal Laboratorio di analisi di Aras: «La sua chiusura sarebbe un colpo durissimo per il “sistema Arborea” – ha sottolineato Gianfilippo Contu – il laboratorio lavora circa 13mila campioni di latte all’anno con tempi di risposta molto celeri. L’analisi su un campione arriva alle aziende dopo 48 ore. Il laboratorio deve rimanere nel territorio, noi siamo disponibili a dare il nostro contributo anche dal punto di vista economico. In questo campo la sinergia pubblico-privato è decisiva».

Sulla vertenza dei lavoratori Aras e Apa i consiglieri Gianni Lampis (FdI) e Roberto Desini (Pds) hanno sollecitato un intervento della Commissione sull’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria per la predisposizione di un provvedimento ad hoc come indicato dall’ordine del giorno approvato in Consiglio nello scorso mese di marzo.

«I termini sono scaduti il 30 di aprile – ha detto il presidente della Commissione Luigi Lotto – attendiamo comunicazioni da parte dell’assessorato, nel caso non arrivassero siamo pronti a farcene carico.»

Intanto, questo pomeriggio, il presidente Luigi Lotto ed il collega Franco Sabatini (presidente della Commissione Bilancio) incontrano gli assessori regionali all’agricoltura e al personale in vista del vertice di domani mattina a Roma al ministero della Funzione pubblica. Confronto decisivo per fare chiarezza su una vertenza che mette a rischio un intero sistema produttivo.

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Gli ultimi bollettini della Protezione Civile della Regione Sardegna, che certificano il persistere di condizioni meteorologiche avverse per tutta la giornata di domani 3 maggio, hanno spinto diversi sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente (lo hanno già fatto i sindaci di Carbonia, Santadi, San Giovanni Suergiu, Nuxis, Giba, Masainas, Sant’Antioco, Narcao) un’ordinanza che dispone, per la giornata di giovedì 3 maggio, la chiusura di tutte le scuole, di ogni ordine e grado.

L’ordinanza di chiusura delle scuole è precauzionale e per finalità di protezione civile.

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Il Settore Meteo del Centro Funzionale Decentrato dell’Arpas ha pubblicato oggi un nuovo avviso di condizioni meteorologiche avverse (estensione e parziale rettifica dell’avviso di lunedì 30 aprile), per piogge, temporali e mareggiate, valido dalle 20.00 di oggi alle 23.59 di domani, 3 maggio 2018.

Questa sera, precipitazioni diffuse anche temporalesche con cumulati moderati, interesseranno l’intera Sardegna, con cumulati fino ad elevati sul quadrante di Sud-Ovest. Domani, 3 maggio, precipitazioni diffuse anche temporalesche a cumulato moderato, interesseranno l’intera Sardegna, con cumulati fino ad elevati sul quadrante di Sud-Est. Dalla serata di oggi, inoltre, i forti venti da Nord-Ovest potrebbero causare mareggiate sulle coste esposte del settore occidentale fino alle ore centrali di domani.

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Venerdì 4 maggio, dalle ore 10.00 alle ore 11.00, davanti alla sede INPS in via Trieste a Carbonia, si terrà un sit-in promosso dal circolo cittadino dei Riformatori sardi, d’intesa col coordinamento territoriale, per richiamare l’attenzione sul serissimo rischio di smantellamento della sede, dopo che non sono stati sostituiti i lavoratori cessati o spostati  e dopo che non si effettua più da tempo il servizio per le aziende e le imprese.

«Oggi la situazione che vede 4 impiegati a Carbonia porterà sicuramente alla chiusura se non si interverrà decisamente per rafforzare l’organico e conseguentemente l’operatività – dice il coordinatore cittadino dei Riformatori sardi Roberto Gibillini -. Si auspica che all’iniziativa possano aderire in tanti, organizzazioni e singoli cittadini.»

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Se la pioggia insistente che cade ininterrottamente su tutta la Sardegna ormai da oltre 24 ore, da un lato ha portato grossi benefici al sistema degli invasi (alcuni già pieni, altri destinati a riempirsi nei prossimi giorni) e quindi a consentire il superamento dell’emergenza idrica in vista dell’estate, dall’altro ha creato disagi in diverse località e strutture dell’isola. Una di queste è il reparto di dialisi dell’ospedale Sirai di Carbonia, nel quale ha ceduto il controsoffitto, creando problemi e polemiche, come quelle sollevate dal deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci in un post, corredato di fotografie, pubblicato nella sua pagina facebook. Un episodio analogo, in quel caso senza il concorso della pioggia insistente, si era verificato alcune settimane fa nel laboratorio di analisi dell’ospedale Santa Barbara di Iglesias, chiuso e trasferito all’ospedale Sirai di Carbonia.

Quanto è accaduto oggi nel reparto di dialisi dell’ospedale Sirai sorprende, perché la struttura è stata ristrutturata una ventina d’anni fa, per ospitare il servizio, precedentemente situato al quarto piano della struttura principale del presidio ospedaliero.

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Dura presa di posizione del Partito dei Sardi sui criteri di attuazione della riforma della rete ospedaliera.

«Il Consiglio regionale ha fatto una riforma sofferta che abbiamo corretto in molti punti per tutelare i territori svantaggiati ma ora viene di fatto stravolta con atti amministrativi e questo per noi è un problema politico – ha detto stamane il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu illustrando in una conferenza stampa due interrogazioni del gruppo riguardanti casi concreti che dimostrerebbero come la riforma stia procedendo in una direzione diversa da quella indicata dall’Assemblea -. La prima si riferisce ai criteri opachi e discutibili, anche sotto il profilo delle competenze, che stanno accompagnando l’individuazione dei vertici delle 49 strutture complesse del sistema sanitario regionale mentre la seconda, sulla situazione degli organici del Santissima Annunziata e dell’Aou di Sassari, fa emergere un dato strutturale che determina il blocco dei servizi in quella realtà.»

«Per quanto riguarda le strutture complesse – ha rimarcato il consigliere Augusto Cherchi, componente della commissione Sanità – contestiamo sia il ripescaggio della norma di salvaguardia sui dirigenti medici (già abolita da una legge nazionale) in base alla quale gli stessi, in presenza di una valutazione negativa, conservano un incarico di pari valore, sia i criteri di comparazione dei curricula sui quali viene fatta la scelta di ricoprire le posizioni apicali.»

«A Sassari – ha aggiunto Augusto Cherchi soffermandosi sul tema della seconda interrogazione – si sta verificando una situazione paradossale perché l’accorpamento fra Santissima Annunziata a Azienda ospedaliero-universitaria doveva essere realizzato dal 2015 con una ripartizione equilibrata del personale fra i due stabilimenti dove complessivamente operano oltre 3.000 unità; invece si è verificato che 1300 dipendenti sono passati dalla ex Asl alla Aou ma non viceversa, per cui ci sono forti carenze nel settore amministrativo e vuoti in organico per 30 dirigenti in settori chiave dell’azienda.»

«Infine – ha concluso Augusto Cherchi commentando l’andamento della riforma della rete ospedaliera – assistiamo a molti atti della Direzione generale che vanno in direzione opposta a quella stabilita dal Consiglio; gli esempi sono numerosi ma cito soltanto la permanenza dei punti di pronto soccorso collegata alla presenza degli elicotteri, collegamento che il Consiglio aveva escluso ed è chiaro che se viene ripristinato tornano in discussione le strutture di base delle zone svantaggiate.»

«Dal punto di vista politico – ha sottolineato il consigliere Piermario Manca – viene fuori una distacco quasi siderale fra l’azione della Giunta e degli assessorati e le leggi del Consiglio, col risultato che da una parte si fanno le riforme e dall’altra si fa di tutto per non applicarle e questo non succede solo nella Sanità.»

«Per queste ragioni – ha osservato l’altro consigliere del Pds Roberto Desini – non siamo in sintonia con l’assessorato della Sanità, fra breve ci occuperemo della individuazione dei ruoli di vertice nella ex Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe dove secondo noi sono stati discriminati professionisti validi assunti con regolare concorso e con una trentennale anzianità di servizio; ci dissociamo da certi atteggiamenti, come gli elettori che stanno mandando segnali molto chiari in proposito.»

«Il mandato del Consiglio regionale – ha detto infine il segretario nazionale del Pds Franciscu Sedda – era molto chiaro: la riforma deve garantire una sanità che funzioni in coerenza con le specificità della nazione sarda; ci sembra che questo mandato non venga rispettato ed è per questo che i sardi continuano ad avere una percezione negativa del sistema sanitario regionale.»

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La notte scorsa, presso l’asilo “l’Albero amico” di via Umbria, a Carbonia, ignoti si sono introdotti nella struttura, asportando diverso materiale informatico, soldi, macchine fotografie ed altro materiale elettrico/audio e alimenti. Il danno economico, non coperto da assicurazione, è in via di quantificazione. I carabinieri della Stazione di Carbonia hanno avviato le indagini per risalire agli autori del furto.

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Il 2018 è l’anno in cui cadono i cinquant’anni della nascita del Paese Museo, l’esaltante esperienza del comune di San Sperate che – sotto la regia di Pinuccio Sciola – vide nascere un nuovo modo di concepire il rapporto spazio-comunità.

In occasione dell’importante anniversario l’amministrazione comunale, intende proclamare il 2018 “Anno del Paese Museo, paese della creatività”.

I dettagli dell’iniziativa e delle attività culturali ad essa legate saranno illustrate in un incontro con la stampa in programma venerdì 4 maggio, alle 11,30, nell’aula consiliare del comune di San Sperate (in via Sassari 12), dove sarà presentato il progetto “Il paese della creatività. Cinquantennale del paese museo”, promosso dall’Amministrazione comunale.

All’incontro con i giornalisti, parteciperanno il sindaco e l’assessore della Cultura del comune di San Sperate, Enrico Collu ed Emanuela Katia Pilloni, il direttore artistico del progetto, Angelo Pilloni, il direttore scientifico, Paolo Lusci, i rappresentanti delle associazioni coinvolte che, per la prima volta, collaborano tutte insieme a un unico progetto.

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Nasce con l’obiettivo di essere uno strumento di assistenza, di ricerca e divulgazione, per realizzare, da una parte, un’azione di prevenzione e trattamento delle conseguenze sulla salute mentale delle vittime di violenza, dall’altra, per sensibilizzare operatori del settore e popolazione al problema della vittimologia. Con questo spirito ha iniziato a muovere i primi passi il “Centro di vittimologia e prevenzione della violenza” della Clinica psichiatrica dell’Aou di Sassari diretta da Liliana Lorettu. Nei giorni scorsi, in occasione dell’incontro dal titolo “dal trauma alla resilienza”, lo sportello con sede a San Camillo è stato presentato nell’aula magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia, davanti a un folto pubblico di studenti, docenti dell’Ateneo turritano ed operatori della Sanità sassarese.

Il progetto del Centro-sportello punta a creare percorsi di valutazione, cura e tutela alle differenti tipologie di vittime da un unto di vista sanitario, sociale, di ordine pubblico e giudiziario. Si guarda anche ad attuare specifici programmi di identificazione, prevenzione, sensibilizzazione e trattamento, indirizzati sia alle vittime che agli autori di violenza. Al centro quindi c’è l’individuo vittima e i suoi bisogni di salute e cura. E con vittime di violenza viene inteso un ampio spettro di soggetti: bambini, donne, anziani, malati psichiatrici, vittime di bullismo e sul posto di lavoro, di stalker, di rapimento, di sette, di incidenti stradali, guerre e torture. «Soggetti nei quali – è stato spiegato da Paolo Milia della Clinica di Psichiatria dell’Aou di Sassari – l’evento traumatico provoca conseguenze psichiche».

«L’Azienda ospedaliero universitaria ha voluto dare una particolare attenzione al tema – ha ricordato il direttore sanitario dell’Aou Nicolò Orrù – e con il nuovo atto aziendale, nel dipartimento Tutela delle fragilità ha inserito la struttura Coordinamento codice rosa e vittime di violenza.» Una struttura che troverà spazio all’interno del pronto soccorso e che, grazie a una stretta sinergia con il Comune, i centri antiviolenza e la procura della Repubblica, si muoverà per favorire il riconoscimento precoce dei casi di violenza e assicurare efficaci percorsi dedicati.

Un lavoro simile dovrà farlo anche il Centro-sportello di San Camillo attraverso la creazione di una fitta rete a livello territoriale.

«Il Centro – ha spiegato Alessandra Nivoli della Clinica di San Camillo – si propone un intervento multidisciplinare attraverso la valutazione clinica delle vittime delle varie tipologie di violenze attraverso il lavoro integrato di professionalità differenti». Un’equipe numerosa che vede lavorare assieme psichiatri, psicologi, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori, infermieri, assistenti sociali e medici in formazione specialistica.

Il Centro-sportello quindi punta a prendere in carico la vittima nella fase immediatamente successiva all’emergenza. Saranno importanti i collegamenti diretti con il pronto soccorso, con la struttura Coordinamento codici rosa e vittime di violenza. A questi si aggiungono la rete territoriale composta da soggetti istituzionali, la rete ambulatoriale quella dei vari centri antiviolenza e di accoglienza alle vittime presenti sul territorio e le forze dell’ordine e gli organi di giustizia.

La sinergia tra istituzioni e strutture sanitarie diventa così basilare perché, oltre alle cure, venga avviata la presa in carico territoriale successiva, sulla base della valutazione delle esigenze di tutela e protezione delle vittime attraverso l’attivazione di percorsi che rispondano alle loro esigenze. Al Centro si farà anche formazione, in particolare degli operatori sanitari.

Per accedere al Centro è possibile telefonare, dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 18.00 ai numeri 079 25.44.06 – 079 22.83.50. Per appuntamenti è possibile anche scrivere all’indirizzo mail: centrodivittimologia@gmail.com .

All’incontro sono intervenuti anche il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli, il direttore del dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e sperimentali dell’Aou Alberto Porcu ed il direttore del dipartimento delle Fragilità Stefano Sotgiu che hanno sottolineato come la creazione del Centro-sportello rappresenti un segno di accrescimento culturale e sociale.

Durante l’incontro, dal direttore della Clinica di Psichiatria, Liliana Lorettu, è stato fatto un cenno particolare al fenomeno della violenza sulle donne. Sarà questo, infatti, uno dei temi portanti di cui si occuperà il “Centro di vittimologia e prevenzione della violenza” di San Camillo.

Dal 2000 al 2017 sono oltre tremila le vittime di femminicidio, oltre 150 all’anno, quasi una vittima ogni due giorni. E ancora, nel 70 per cento dei casi, il femminicidio è avvenuto in ambito familiare. Numeri inquietanti che danno il quadro di un fenomeno che nel tempo si è mantenuto costante e che continua a preoccupare, se si considerano anche i 20 casi registrati già nei primi mesi del 2018. Una vera e propria piaga sociale che «rappresenta un reato di prossimità, perché avviene in famiglia tra persone che hanno una forte relazione», ha detto Liliana Lorettu.

«Si tratta – ha aggiunto Liliana Lorettu – di un fenomeno che vede l’uomo cercare di riposizionare una gerarchia di genere e cercare una posizione di dominio quando sente la donna allontanarsi.» È la dinamica che sta alla base del femminicidio. E se per il direttore della Clinica in quest’ambito «non esiste il raptus di follia», nella quasi totalità «si tratta di omicidi annunciati, premeditati».

La Clinica psichiatrica di Sassari dal 1999 è sede della direzione della Società italiana di Psichiatria forense, di cui la vittimologia risulta una sezione specifica.