19 March, 2024
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La Sardegna è stata scelta dal ministero per lo Sviluppo economico per sperimentare la rete 5G. È Cagliari la sesta città italiana (con Milano, Prato, L’Aquila, Bari e Matera) in cui il Mise ha concesso al gestore Fastweb l’utilizzo delle frequenze per trasferire i dati ad alta velocità, in 3 aree della città e una a Is Molas, per la sperimentazione legata al progetto del Joint Innovation Center sviluppato da CRS4, Huawei e Regione Sardegna. La decisione del Ministero è un importante riconoscimento alle competenze ad alta tecnologia dell’Isola, dove nei giorni scorsi è stato presentato dal Joint Innovation Center lo IOC (Intelligence Operation Center), il supercervellone che proprio dalla Sardegna darà il via alla rivoluzione smart per trasformare le città italiane ed europee in luoghi più intelligenti e sicuri. E proprio cambiare in meglio la vita dei cittadini e delle imprese è uno degli obiettivi della rete ultraveloce 5G, che non è una semplice evoluzione del 4G e, dunque, non è destinata solo alla telefonia.

«Il 5G è una piattaforma che apre nuove opportunità di sviluppo, una tecnologia per servizi innovativi che cambieranno profondamente il modo di vivere e di spostarsi dei cittadini ma anche il modo di produrre da parte delle imprese. E’ una tecnologia in forte discontinuità con il passato, con enormi potenzialità sul fronte dei servizi che potranno essere sviluppati e su quello della crescita del nostro sistema produttivo – dice l’assessore della Programmazione Raffaele Paci -. Per noi è un grande riconoscimento: la scelta del Ministero, infatti, non ha solo lo scopo di sperimentare la rete 5G da un punto di vista infrastrutturale, perché chiede di presentare progetti che saranno valutati anche rispetto ai servizi. Ed è su questo che ci metteremo in gioco con le professionalità del Joint Innovation Center dove la collaborazione fra Crs4 e Huawei, siglata per progetti di ricerca sulle Smart city, ha già dato risultati importanti. Siamo sicuri che il contributo di Cagliari farà la differenza nella sperimentazione nazionale e internazionale della rete 5G, e che insieme alla banda ultralarga che stiamo portando in tutti i paesi della Sardegna migliorerà notevolmente la vita dei cittadini.»

La scelta delle città italiane dove fare sperimentazione è stata calibrata su una serie di parametri e garanzie offerte: da una parte la possibilità di supportare le infrastrutture necessarie e, dall’altra, le competenze ad alta tecnologia, e di livello europeo, che consentano di portare avanti i progetti. «Noi ci siamo proposti perché siamo sicuro di avere tutte le competenze necessarie e, dunque, ora accettiamo la sfida – sottolinea il vicepresidente della Regione -. Vogliamo essere il luogo per la sperimentazione dei servizi innovativi e diventare un punto di riferimento nazionale e internazionale, e sappiamo di avere le carte in regola per esserlo. Quella dell’innovazione e della digitalizzazione è una sfida trasversale, e vale ancora di più per una realtà come la Sardegna. Abbiamo più volte detto che solo attraverso una massiccia dose di innovazione tecnologica affiancata al capitale umano riusciremo a crescere, ad aprirci e a superare i limiti dell’insularità. Essere una delle sei città italiane sede di una sperimentazione internazionale ne è la dimostrazione, perché guadagniamo una posizione centrale proprio grazie a un settore in cui la Sardegna ha sempre vantato competenza ed eccellenze. Una grande opportunità, in cui la Regione crede e che supporta. La sperimentazione del 5G – conclude Raffaele Paci – è un altro importante passo in avanti verso una nuova dimensione smart della nostra città: intelligente, sicura, interattiva, sempre più a misura dei cittadini del terzo millennio.»

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«L’inserimento del principio di insularità nella costituzione è una scelta decisiva nella costruzione di quelle pari opportunità ad oggi negate alla Sardegna. Nel 2019 si deve proseguire con fermezza la battaglia iniziata con un consenso popolare mai visto prima, affinché si consegua un esito atteso da troppo tempo. Solo in questo modo saranno definitivamente riconosciute alle cittadine e ai cittadini delle isole garanzie di dignità e non concessioni sull’onda di estemporanee emotività. Si tratta, come è di evidenza, della precondizione necessaria per godere dello sviluppo e della prosperità, finora negati alla Sardegna e alle altre isole, con l’obiettivo di avere all’interno dell’UE, superando svantaggi non più tollerabili, cittadine e cittadini non più discriminati.»

Lo scrivono, in una nota, Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu, rispettivamente presidente e coordinatrice del comitato scientifico del Comitato per l’inserimento dell’insularità in Costituzione.

«Come dice il prof. Vanni Lobrano, a 70 anni dall’approvazione dello Statuto sardo e a 17 dalla riforma del Titolo V della Costituzione, le cittadine e i cittadini sardi chiedono di ricollocare la questione della insularità nella Costituzione italiana anche per denunciare un fallimento clamoroso – aggiungono Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu -. Tale richiesta certifica, infatti, che gli strumenti offerti ai Sardi, con lo Statuto della Autonomia del 1948 e potenziati con la riforma del 2001, hanno “fallito” e hanno fallito rispetto non a un obiettivo marginale ma all’obiettivo centrale, che tutti gli altri riassume.

Il rimedio, però, non è denunziare la inefficienza/inefficacia della Autonomia; per affossarla ulteriormente e ri-lanciare il centralismo. Ciò che ha clamorosamente fallito è non la Autonomia ma un suo modo falsato di concepirla e di praticarla. Ciò che ha fallito è la falsa autonomia.

Dunque: NON dobbiamo rinunziare alla Autonomia, per regredire nella palude amniotica del centralismo; MA, in una sorta di applicazione della “legge di Grisham”, dobbiamo liberarci della falsa autonomia per recuperare quella vera.

Siamo, dunque, alla vigilia di una vera e propria rivoluzione per il progresso dell’Isola, delle Isole.»

Per tali ragioni il Comitato per l’Insularità ha chiesto un impegno ai candidati che parteciperanno alle suppletive del 20 gennaio. Tutti si sono dimostrati sensibili; consapevoli che sostenere la proposta di legge significa creare le condizioni per far ripartire quelle politiche finalizzate a promuovere una maggiore solidarietà e coesione sociale in Italia ed in Europa.

Daniele Noli (centrodestra):

«La questione sarda in tutte le sue sfaccettature, dalla continuità territoriale, alla fiscalità di vantaggio fino allo spopolamento, deve essere affrontata con determinazione e l’inserimento del principio di insularità nella Costituzione della Repubblica rappresenterebbe un primo passo importante in questa direzione. Vogliamo dare il segnale di una Sardegna che volta pagina, che recita un ruolo da protagonista sullo scenario nazionale, internazionale ed in particolare sull’area mediterranea. Vogliamo costruire un’isola che offra opportunità di studio, di lavoro, di vita per chi vuole mettere su casa e famiglia e fare impresa alla pari con i nostri connazionali italiani e i nostri concittadini europei. Questo obiettivo richiede tutto l’impegno, il coraggio, l’intelligenza di tutti i sardi di buona volontà.»

Luca Caschili (Movimento 5 Stelle):

«Allo stato attuale le norme presenti nello Statuto della Autonomia del 1948 non sono evidentemente sufficienti per garantire pari opportunità a chi si trovi in Sardegna, residente o ospite. Lo si vede nelle servitù della mobilità, nell’aumentato costo di merci e prodotti, nella diversa accessibilità a servizi tra cui quello dell’istruzione, della salute e, persino, del tempo libero. 

Sono fermamente convinto che sia necessario reintrodurre, quanto prima, all’interno della Costituzione il principio di insularità che consenta di superare le condizioni ostative che impediscono alla Sardegna e alle altre isole dell’Unione Europea di avere pari opportunità.

In altri termini, si traducono nella possibilità di godere dello stesso status degli altri territori al fine di non dover ricorrere alle trattative che i governi regionali sono costretti a intavolare, a seconda della prossimità o della distanza politica, per vedere riconosciuto un diritto che era fondante lo Statuto regionale e quindi presente in Costituzione.

Pertanto, se dovessi essere eletto e diventare Deputato della Repubblica, certamente, insieme alle colleghe e ai colleghi della Sardegna e delle altre Regioni direttamente interessate, mi impegnerò, da subito, perché si compia la volontà di migliaia di cittadine e di cittadini sardi affinché la Proposta di Legge  sull’inserimento del principio di insularità in Costituzione prosegua speditamente il suo iter.»

Enrico Balletto (CasaPound):

«Anche Casapound Italia sostiene senza riserve la battaglia per l’insularità in Costituzione, per la difesa dei diritti e degli interessi del popolo sardo. E’ indispensabile che tutte le forze politiche appoggino la proposta di modifica dell’art. 119 della Costituzione nel senso del riconoscimento di un impegno politico e finanziario dello Stato italiano per colmare lo svantaggio derivante alla Sardegna dalla propria condizione di insularità, sia per quanto riguarda i trasporti e la continuità territoriale, che per le reti energetiche e ogni altro aspetto della vita sociale ed economica. I Sardi non chiedono assistenzialismo, ma solo quella parità di diritti e di opportunità con tutti gli altri cittadini che deriva dalla comune appartenenza alla Patria italiana.»

Andrea Frailis (centrosinistra):

«Noi del Centrosinistra siamo stati in prima linea sui temi dell’insularità. Convinti come siamo che l’inserimento in Costituzione del principio possa contribuire ad accorciare la differenza di sviluppo rispetto al resto del Paese. Personalmente attendo di capire come si possa conciliare il tema del recupero di sviluppo con il sostegno al governo giallo-verde-nero che non solo ha varato una manovra che non contiene un solo provvedimento in favore dell‘ Isola, ma sostiene apertamente la specialità regionale di Lombardia e Veneto che di certo non hanno le stesse esigenze della Sardegna in quanto a bisogno di sviluppo.»

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I carabinieri delle stazioni di San Bartolomeo e Villanova, a Cagliari, la scorsa notte hanno effettuato un blitz nel quartiere di Sant’Elia che ha consentito di sequestrare un ingente quantitativo di varie tipologie di stupefacenti e di arrestare M.P., 20 anni, di Cagliari. Il tutto è avvenuto intorno alle due di notte, quando i carabinieri, nell’ambito di un più articolato servizio antidroga predisposto per le festività di fine anno, si sono introdotti in un appartamento in via Schiavazzi. Nel corso della perquisizione, che ha visto anche il supporto di unità cinofila della Guardia di Finanza, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato:

1 porzione di panetto, pari a 71 grammi, di hashish;

11 involucri, pari a 1 kg e 21,60 grammi, di marijuana;

9 frammenti, pari a 22,80 grammi, di hashish;

193 involucri, prai a 23,40 grammi, di eroina;

501 involucri, pari a 74,60 grammi, di cocaina;

524,80 euro in banconote di vario taglio, ritenuti provento della medesima attività illecita;

3 bilancini di precisione.

Il giovane arrestato dovrà rispondere del reato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ed è stato tradotto presso le camere di sicurezza del Comando provinciale di via Nuoro, in attesa del rito direttissimo.

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«L’enfasi dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci sulla spendita dei fondi europei è del tutto fuori luogo: se i finanziamenti non arrivano ai destinatari in tempi ragionevoli i bandi della Regione sono solo un terribile boomerang, che affossa le aziende anziché aiutarle. I dati formali e contabili sono una cosa, ma la realtà economica è ben diversa.»

Questo l’attacco a Raffaele Paci di Pietrino Fois, coordinatore regionale Riformatori sardi e del consigliere regionale Michele Cossa.

«Il rispetto dei parametri è fondamentale; esso è anche il frutto di un lavoro iniziato prima che arrivasse Raffaele Paci. Dove la Giunta Pigliaru ha clamorosamente fallito è nell’efficientamento delle procedure, che sono ancora più lente del passato. Le imprese, specie quelle piccole e piccolissime, non vengono aiutate nella partecipazione ai bandi e nelle fasi successive; la riforma della Regione, tanto annunciata e sbandierata, si è argentata chissà dove. Il risultato è che la Regione era e resta nemica delle imprese, un Moloch che sembra esistere per disturbare e non per aiutare il mondo economico – aggiungono i due esponenti dei Riformatori sardi -. Avevamo già denunciato che l’inaccettabile stallo dei bandi agevolati del Por Fesr 2014-2020, che Paci ha derubricato a semplici ritardi. La verità è che ancora oggi chi vince un bando si legando una pietra al collo, giacché non può contare sulla garanzia di tempi certi. Questa è la situazione di gran parte dei bandi regionali: il risultato – concludono Pietrino Fois e Michele Cossa – è che non soltanto risorse decisive per la ripresa economica della nostra Isola non vengono effettivamente immesse nel sistema, ma si alimenta l’illusione di poter contare su finanziamenti che arrivano, purtroppo letteralmente, “a babbo morto”.»

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Ora è ufficiale: le elezioni regionali si terranno domenica 24 febbraio 2019. Il presidente Francesco Pigliaru ha firmato, venerdì scorso, il relativo decreto che verrà pubblicato sul Buras il 10 gennaio, in contemporanea con l’affissione dei manifesti in tutti i 377 Comuni della Sardegna. Tra il terzo e il quarto giorno successivo alla pubblicazione, i partiti o le coalizioni devono presentare simboli ed apparentamenti.

 

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Il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru ha fatto gli auguri ai sardi per l’anno nuovo in un post pubblicato nel suo profilo Facebook.

Il testo integrale.

Auguri a tutti per l’anno nuovo

Siamo alla fine del 2018, che per me e per quanti hanno condiviso con me questa parte di cammino, non è solo la fine di un anno, ma la dirittura d’arrivo della legislatura.

Sono stati anni pieni, intensi, certo non facili. Quando siamo stati eletti alla guida della Sardegna nel 2014, scelti dal voto degli elettori, ci siamo trovati ad affrontare una situazione difficile, figlia di incuria politica e amministrativa e già segnata da quella crisi economica internazionale profondissima che ha continuato ad accompagnare il nostro governo di questi anni e contro la quale abbiamo combattuto una battaglia quotidiana fatta di serietà, impegno, costanza e duro, durissimo lavoro.

L’obiettivo è sempre stato lì, chiaro davanti a noi, e lo abbiamo perseguito in ogni nostra scelta politica, in ogni azione: restituire alla Sardegna fiducia e futuro migliorando concretamente la vita dei nostri cittadini.

Abbiamo sempre saputo che un’impresa così importante non si porta a compimento in un giorno, abbiamo sempre saputo di dover sfidare abitudini consolidate e piccoli e grandi interessi particolari, calati nel quadro di una congiuntura negativa generale che ha reso ancora più difficile l’attuazione di politiche tanto riformiste quanto essenziali.

È evidente quindi che ci hanno guidato e continuano a guidarci non la ricerca di consenso ma la necessità, l’urgenza, la volontà di gettare fondamenta solide e su quelle costruire passo dopo passo.

Sono andate e vanno in questa direzione azioni come Iscol@, la riorganizzazione della Protezione civile e quella dei Centri per l’Impiego o, ancora, la complessa, obbligata e non più prorogabile riforma della Sanità, di cui si cominciano ora ad avvertire gli effetti positivi. E poi LavoRas per creare lavoro nell’immediato, il Reis primi in Italia e con cui oggi raggiungiamo 27.000 famiglie che ne hanno bisogno, gli investimenti sul diritto allo Studio, con il 100% di copertura delle borse di studio, un miglioramento enorme rispetto al passato. Questo e molto altro, naturalmente, tutto nel rispetto delle linee tracciate sul programma elettorale.

Oggi finalmente la Sardegna comincia ad uscire dalla crisi, come attestano i dati molto positivi sull’occupazione raggiunti in quest’anno appena trascorso. Ma siamo consapevoli che ci vuole ancora tempo e che bisogna perseverare nell’elaborazione e l’attivazione di buone politiche per superare disuguaglianze che, in questa fase sono ancora forti. Per questo nella Finanziaria per il 2019 abbiamo concentrato gli sforzi nella direzione sì dello sviluppo e della crescita, ma badando bene a distribuire equamente benefici che devono essere garantiti a tutti e non solo ad alcuni. Quest’anno vogliamo più che mai raggiungere il massimo delle persone mettendo un’attenzione particolare sui giovani, sulle famiglie, su chi si trova ad affrontare il cambiamento da una posizione di maggior debolezza.

Come ho già avuto occasione di dire, credo che dalla Sardegna oggi parta un segnale politico forte per tutto il centrosinistra: non basta cantare le lodi di una ripresa perché se ne avvertano i benefici, ma bisogna lavorare perché questo miglioramento appartenga a tutti e tutti se ne sentano parte.

Per questo ci siamo impegnati e questo auguriamo ai nostri cittadini per il 2019: una Sardegna ogni giorno migliore.

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La Dinamo Banco di Sardegna va! Al PalaLeonessa di Brescia la squadra di Vincenzo Esposito è scesa in campo per vincere, per fare un consistente passo avanti verso la qualificazione alle Final Height di Coppa Italia, ed ha finito per stravincere, con una condotta di gara autoritaria ed un punteggio schiacciante: 95 a 71 (primo tempo 56 a 33). La Leonessa ha iniziato col piede giusto, portandosi prima sul 5 a 0, poi sull’8 a 2 al 3′, ma è stato un fuoco di paglia, perché da lì in avanti la Dinamo ha cambiato marcia, ha ribaltato il punteggio in poche battute ed ha piazzato un parziale di 29 a 5 in 7′, per il 31 a 13′ del 10′, trascinata da Scott Bamforth e Jack Cooley. La Dinamo in 20′ ha concesso alla Leonessa solo 8 rimbalzi!

La musica nel secondo quarto non è cambiata, la Leonessa Brescia dell’ex Brian Sacchetti ha cercato di resistere allo scatenato avversario, ma hanno continuato a subite tanto e la Dinamo è andata al riposo dell’intervallo lungo con un margine di ben 23 punti: 56 a 33!

In avvio di terzo quarto la Dinamo ha continuato a tenere percentuali stratosferiche al tiro (alla fine 56% da 2 punti, 47% da 3 punti e 78% ai tiri liberi), ha toccato il +27 al 30′, 82 a 55. A quel punto, a partita ormai chiusa, la Dinamo ha mollato un po’, Vincenzo Esposito ha fatto molti cambi dando spazio anche alle seconde linee ma il vantaggio è rimasto sempre rassicurante. Solo una volta la Leonessa è scesa sotto i 20 punti ma il margine alla fine è stato di ben 24 punti: 95 a 71!

Nella Dinamo su tutti un super Scott Bamforth, addirittura stratosferico nei primi 20′ (19 punti) autore alla fine di 22 punti con 5/7 da tre, 5 rimbalzi, 6 assist e 30 di valutazione, e il gigante Jack Cooley con 21 punti (5 su 8 da due – 15 nel primo tempo -, 6 rimbalzi e 22 di valutazione). Altri quattro giocatori in doppia cifra: Dyshawn Pierre (10 punti e 9 rimbalzi), Achille Polonara (13 punti con ¾ da tre), Jaime Smith (10 punti e 6 assist) e Rashawn Thomas (10 ptunti).

Leonessa Brescia 71 – Dinamo Banco di Sardegna 95

Parziali: 13 a 31; 20 a 25; 22 a 26; 16 a 13.

Progressivi: 13 a 31; 33 a 56; 55 a 82; 71 a 95.

Leonessa Brescia: Hamilton 15, Abass 17, Dalcò, Laquintana, Cunningham 15, Caroli, Veronesi, Mika 4, Beverly 4, Zerini 6, Moss 4, Sacchetti 6. All. Andrea Diana.

Dinamo Banco di Sardegna: Spissu 3, Smith 10, Bamforth 22, Devecchi, Magro 2, Pierre 10, Gentile 3, Thomas 9, Polonara 13, Diop 2, Cooley 21. All. Vincenzo Esposito.

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L’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, alcuni minuti fa ha diffuso una nota sulla vicenda della Chirurgia pediatrica al CTO di Iglesias.

«Concentrare l’offerta della chirurgia pediatrica in una struttura complessa garantisce la miglior offerta sanitaria possibile per i piccoli pazienti sardi, con prestazioni adeguate e sicure, alti standard qualitativi e una appropriata preparazione in caso di interventi ad alta specializzazione. Disperdere l’offerta, a fronte di un bacino di utenza sempre più ridotto, significa non offrire servizi e competenze adeguate – dice l’assessore della Sanità Luigi Arru – la polemica sulla Chirurgia pediatrica di Iglesias è solo una drammatizzazione dell’informazione in sanità, che viene mistificata e distorta senza però fornire gli elementi utili a capire come stanno davvero le cose. La chirurgia pediatrica di Iglesias avrà un ruolo nella rete chirurgica pediatrica sarda, che assegnerà mandati diversi alle strutture a seconda della gravità delle patologie.»

Luigi Arru ricorda che il DM 70, che fornisce precise indicazioni sugli standard di qualità degli ospedali affinché garantiscano prestazioni appropriate e sicure, prevede per la chirurgia pediatrica che ci sia un reparto, struttura complessa, ogni 1,5 – 3 milioni di abitanti. Semplice, dunque, dedurre che in Sardegna dovrebbe esserci un unico reparto di Chirurgia pediatrica. «In realtà ne abbiamo tre, a Cagliari, Iglesias e Sassari. Anche in questo caso, la Sardegna ha un eccesso di offerta, nonostante la continua diminuzione delle nascite e dei bambini da assistere da circa 20 anni a questa parte – sottolinea l’assessore regionale della Sanità -. Le indicazioni delle società di Chirurgia pediatrica prevedono che, per poter effettuare interventi di alta specializzazione, il reparto debba essere inserito in organizzazioni in cui siano presenti altre specialità pediatriche, per avere le giuste garanzie in caso di interventi di alta complessità, per esempio gravi malformazioni presenti alla nascita. Diversificare l’offerta in tre centri significa invece avere un’esperienza di alta specialità ridotta, per il numero ridotto delle nascite, e dunque dei relativi casi di patologie complesse su cui intervenire: è chiaro a tutti, infatti, che più alto è il numero degli interventi effettuati, maggiore è la specializzazione che si acquisisce». 

C’è poi un altro elemento da sottolineare, secondo l’assessore regionale della Sanità. Nonostante la presenza di tre servizi di Chirurgia pediatrica, ancora molti bambini vengono portati dai genitori in ospedali pediatrici fuori regione come il Gaslini di Genova o il Bambin Gesù di Roma che, proprio per il numero di casi trattati, forniscono le giuste garanzie. Infine, il progressivo invecchiamento e pensionamento dei chirurghi pediatrici rende e renderà sempre più difficile avere equipe complete nelle tre sedi, per cui inevitabilmente sarà necessario concentrare l’offerta in ospedali dove siano presenti altri servizi specialistici.

«È, dunque, evidente – conclude Luigi Arru – che concentrare servizi e prestazioni in un unico centro d’eccellenza di Chirurgia pediatrica è la migliore garanzia per i bambini, perché solo in questo modo è possibile offrire gli elevati standard previsti dalla comunità scientifica. Il bene e la tutela della salute dei nostri piccoli pazienti sono e restano la priorità assoluta.»

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La Dinamo Banco di Sardegna torna in campo questo pomeriggio, alle 17.00, al PalaLeonessa di Brescia, a caccia dei punti necessari per accedere alle Final Eight di Coppa Italia. Dopo la larga e convincente vittoria sulla VL Pesaro, la squadra di Vincenzo Esposito cerca una conferma, per mettere definitivamente da parte tutte le incertezze emerse nella prima parte della stagione, caratterizzata da molti alti e bassi.

La Leonessa dell’ex Brian Sacchetti, al ritorno sul proprio campo dopo il derby con Milano, perso nel finale, in classifica è affiancata alla Dinamo a quota 10 punti e come la Dinamo ha una grande voglia di riscattare un avvio di stagione ampiamente inferiore alle attese.

«Nonostante ci sia la pausa in Fiba Europe Cup affrontiamo tre partite in una settimana, tenendo il ritmo al quale siamo abituati – ha detto alla vigilia coach Vincenzo Esposito -. Sicuramente arriviamo a Brescia soddisfatti per l’ultima vittoria in casa con Pesaro, determinati nel voler fare l’impossibile nelle ultime tre sfide del girone di andata per cercare di vincerle tutte e tre. Credo che l’aver vinto bene la sfida con Pesaro ci permetta di approcciare con maggiore serenità e meno pressione alla sfida di domenica; concentriamoci una gara per volta e poi da lunedì inizieremo a pensare alla prossima avversaria. Come dico sempre i conti si fanno alla fine

Il capitano della Dinamo Jack Devecchi.

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Un Cagliari in giornata negativa ha ceduto all’Udinese, alla Dacia Arena, nell’ultima partita del girone d’andata e del 2018. I rossoblu, privi del bomber Leonardo Pavoletti, tenuto precauzionalmente a riposo, e di Simone Padoin, al quale Rolando Maran ha ugualmente concesso un turno di riposo, non sono riusciti a ripetere la bella prestazione fornita nel turno infrasettimanale con il Genoa e si sono arresi ad un’Udinese rinvigorita dalla cura del nuovo tecnico Davide Nicola e decisamente più motivata alla ricerca di punti, subendo un goal per tempo, autori l’argentino Ignacio Pussetto e lo svizzero Valon Berhami. Sull’andamento dell’incontro, comunque, ha inciso la discutibile espulsione di Luca Ceppitelli, maturata in avvio di ripresa, sul risultato di 1 a 0 per l’Udinese, per un fallo quantomeno dubbio. In 10 uomini il Cagliari ha subito di lì a poco il secondo goal e solo un grande intervento di Alessio Cragno, sul rigore calciato da Kevin Lasagna, ha evitato che il risultato assumesse dimensioni ancora più nette.

«Siamo arrivati all’appuntamento senza la necessaria lucidità, era la terza partita consecutiva, la gara col Genoa ci ha fatto spendere molte energie, fisiche e mentali e abbiamo pagato qualche defezione di troppo. L’Udinese ci ha concesso poco – ha commentato a fine partita il tecnico rossoblu Rolando Maran -. Nella prima parte la gara è stata equilibrata, abbiamo fraseggiato cercando di spostare il pallone da destra a sinistra, pur senza essere pericolosi. Avremmo dovuto alzare i ritmi, l’Udinese era molto chiusa all’indietro, non siamo riusciti a verticalizzare. Loro hanno trovato il gol su un lancio dalle retrovie che ha sorpreso un po’ tutti. Complessivamente potevamo fare meglio, ma non avevamo la solita freschezza e forza. La voglia di provarci però c’è stata, anche quando siamo rimasti in inferiorità numerica.»