18 April, 2024
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II Parco Geominerario si prepara alla verifica UNESCO.

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Nel 1997 la Conferenza Generale dell`UNESCO, tenutasi a Parigi dal 24 ottobre al 12 novembre, riconosceva il valore internazionale del Parco Geominerario, Storico ed Ambientale della Sardegna. Nel 2007 il Parco Geominerario entrava a far parte dell’European Geopark Network.

Da allora, tra cartellino verde e giallo, il Parco ha cercato di dare puntuali risposte alle richieste della Rete ed in particolare al fatto che ancora il Parco risultava suddiviso in otto aree mentre il regolamento dei Geoparks UNESCO, prevede l’unitarietà dei suoi confini.

Per ovviare a questo aspetto di non poco conto, la Regione Sardegna con proprio dispositivo, assegnava la Parco la promozione e la valorizzazione non solo delle aree minerarie ma di tutti i geositi isolani, costituendo di fatto un unico perimetro entro l’intera isola di Sardegna. Tale proposta è stata poi recepita nella rivisitazione del Decreto Istitutivo dell’8 settembre 2016.

A fine luglio il Parco dovrà dimostrare che opera su tutto il territorio regionale. Un obbiettivo di non poco conto che continuo a paragonare al racconto biblico di Davide e Golia. Da un lato il Parco, con i suoi sette dipendenti, chiamato a valorizzare i geositi e le aree minerarie sparse su un territorio di 24.090 kmq (ricordo che il Parco più piccolo di Italia con i suoi 400 kmq dispone di ben 26 dipendenti) e l’European Geoparks Network che giustamente ne verificherà le azioni entro l’intero perimetro regionale.

Nonostante i limiti ed i continui discrediti, specie da chi non conosce la realtà in cui si opera, l’Ente si presenterà all’esame puntuale e a testa alta, proponendo alle due ispettrici UNESCO un percorso che va dal nord al sud dell’Isola, a cominciare dai graniti de La Maddalena, sino al Parco di Molentargius a Cagliari.

Fra i due estremi geografici, sono previste le visite al “Fungo” di Arzachena, l’importante sito minerario dell’“Argentiera” di Sassari ed il paleolitico di Perfugas. Il terzo giorno ispettivo sarà dedicato all’attraversamento della valle di “Lanaittu” ad Oliena, per  raggiungere poi la giara di Genoni, prima di chiudere nel “Molentargius”.

Tutto questo grazie alla sensibilità delle amministrazioni comunali e dei due parchi coinvolti, che sempre più stanno comprendendo il valore aggiunto che si può trarre dall’esser, con il Parco, nella rete Geopark UNESCO. I protocolli di intesa  sottoscritti, nel rafforzare la nostra azione, consentono, in sinergia, la promozione dei propri territori sotto l’egida UNESCO.

Devo un ringraziamento particolare alle Università di Cagliari e Sassari che convintamente sostengono l’azione del Parco con la candidatura all’istituzione della cattedra UNESCO in Sardegna ed il censimento e la valorizzazione degli oltre quattrocento geositi presenti in Sardegna di rilevanza nazionale ed internazionale.

Non ultima è l’intesa con il CIREM (Centro Interuniversario Ricerche Economiche e Mobilità – Università di Cagliari e Sassari) che ci consente d’esser parte attiva sulla grande infrastruttura che permetterà alla Sardegna di candidarsi fra le aree più importanti d’Europa per turismo dolce. Azione che ci vedrà in concorso con l’Ente regionale FORESTAS e l’Azienda Regionale Trasporti  con il suo “Trenino Verde” e la sua articolata rete su ferro e gomma, che faciliteranno le scelte dei percorsi più graditi, da un estremo all’altro dell’isola, non solo su i tracciati di trekking, ma anche sulla costituenda e vasta rete delle ciclovie che la Regione Sardegna sta realizzando.

Prof. Tarcisio Agus

Presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna

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