23 April, 2024
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Sette consiglieri di minoranza, Daniela Garau, Eleonora Cera, Ugo Piano, Maurizio Soddu, Nino Spanu, Michele Stivaletta e Massimo Usai, hanno chiesto la convocazione urgente del Consiglio comunale di Carbonia, in seduta straordinaria ed urgente ex art. 24 e ss. del Regolamento comunale o, in difetto di accoglimento, hanno chiesto che documento con la richiesta di convocazione sia da considerarsi come “Ordine del giorno urgente” da discutersi nella prossima seduta del Consiglio comunale che chiedono sia fissata con estrema urgenza.

«Vista l’urgenza legata all’adozione delle misure per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, i sette consiglieri di minoranza fanno istanza affinché il presidente del Consiglio comunale voglia convocare in via d’urgenza e straordinaria l’Assemblea, al fine di discutere e/o deliberare i punti qui di seguito indicati – si legge nella richiesta di convocazione -; considerato che dalla situazione di emergenza epidemiologica in atto derivano gravi ripercussioni sotto il profilo sanitario, economico e sociale dell’intera comunità locale, tali da richiedere ogni azione e supporto che possa essere ulteriormente utile a sostegno dell’intero tessuto sociale ed economico cittadino, si ritene opportuno richiedere informativa specifica e/o deliberazione in merito alle questioni qui sotto emarginate:

1) Relazionare in merito ai dati numerici riguardanti il numero dei soggetti positivi al virus Covid-19 ricoverati in terapia intensiva e/o semi intensiva, ricoverati risultati positivi ospedalizzati in altri reparti ospedalieri, positivi domiciliati e soggetti in c.d. “quarantena”.

2) Relazionare in merito a quali siano gli Organi comunali e/o istituzionali che svolgano attività di monitoraggio e attività operativa, nonché supporto, alle situazioni sanitarie, economiche e sociali connesse alla  predetta emergenza e quali siano le azioni adottate e/o che si intenda adottare.

3) Relazionare secondo quale tempistica l’Amministrazione comunale intenda adempiere all’obbligo di cui all’ordinanza regionale che impone la sanificazione degli edifici pubblici, strade, arredo urbano, aree limitrofe supermercati e centri commerciali, in considerazione anche dell’aggravio di oneri a carico della Regione Sardegna;

4) Relazionare in merito ad eventuali richieste legate alla carenza di dispositivi di protezione individuali di cui risultano essere sprovvisti attualmente il personale medico, paramedico e ausiliario delle Aziende sanitarie regionali, della medicina generale di base, guardie mediche, nonché delle strutture assistenziali pubbliche e private, del personale in servizio, pubblico e privato, che svolge attività di lavoro nei servizi pubblici essenziali o, comunque, operanti nel territorio cittadino (operatori commerciali e addetti) e quali azioni abbia intrapreso al fine del monitoraggio, acquisizione dati e relative azioni. In difetto adottare, anche previa deliberazione dell’Organo consiliare, ogni opportuna e conseguente, necessaria azione.

5) Conoscere se i dispositivi di protezione individuale, nello specifico mascherine, donati da soggetti privati ai cittadini di Carbonia fossero omologati dalle autorità competenti per essere distribuiti alla popolazione e se questa amministrazione abbia posto in essere azioni di controllo preventivo e successivo al fine di evitare i pericoli sanitari connessi ad una distribuzione non autorizzata.

6) Quali azioni di supporto l’Amministrazione comunale ha attuato nei confronti dei cittadini in difficoltà economica, quali cassa integrati, lavoratori in mobilità che, nelle more dell’erogazione della relativa indennità, ad oggi, non hanno alcun presidio di sostentamento, nonché quali azioni di sostegno ha predisposto nei confronti di disoccupati e/o inoccupati, artigiani, commercianti, agricoltori, pescatori, lavoratori autonomi e in generale partite iva con redditi al di sotto della soglia di sussistenza. In difetto di qualsivoglia azione, si chiede che l’Amministrazione comunale deliberi la liquidazione immediata, previo accertamento dei requisiti di accesso, della dotazione economica del fondo di solidarietà, nonché provveda ad annullare per tutto l’anno 2020/2021 qualsivoglia tributo comunale (IMU, Tasi, Tari, ecc.), compresa tassa di occupazione suolo pubblico e pubblicità, solleciti con urgenza il Governo e la Regione Sardegna, ciascuno per le proprie competenze, all’erogazione immediata ai Comuni della dotazione finanziaria del fondo unico e delle somme disponibili di cui al decreto “Cura Italia.

7) Riferire quale azione questa Amministrazione ha intrapreso al fine di dare attuazione alla mozione anzitempo presentata sulla rimodulazione dei fondi di cui al Piano Sulcis per la “Zona franca urbana” approvata dal Consiglio comunale che qui si ripropone a debita memoria. In difetto di pregressa azione provvedere immediatamente a richiedere al Governo la rimodulazione delle somme per la ZFU per i 23 comuni del Sulcis Iglesiente.

8) Attivare, previa deliberazione, una campagna di donazioni da parte dei cittadini di generi alimentari e di prima necessità da distribuire, attraverso l’azione di soggetti pubblici e privati, previamente individuati, compresi soggetti istituzionali che si rendessero disponibili, ai cittadini in gravi difficoltà per carenza di detti beni, oppure, in alternativa, consegnare, con oneri a carico dell’amministrazione, delle tessere che consentano ai soggetti che si trovino in detta situazione di carenza, di acquistare beni alimentari o di prima necessità, previa compilazione on line da parte degli stessi di un modulo che l amministrazione predisporrà e divulgherà al fine di tutelare la privacy di detti nuclei familiari;

9) Riferire se risulta attivo un sportello, anche in modalità da remoto, al fine di dare supporto anche psicologico alle vittime e/o potenziali vittime di violenze fisica e morale in ambito familiare e, in ipotesi di inerzia, deliberare una immediata attivazione.

10) La chiusura delle scuole e l’adozione di modalità di “didattica a distanza” pone in luce situazioni di grave difficoltà delle famiglie per l’assenza di strumenti informatici (pc, smartphone, adeguata connettività, ecc.) adeguati al fine di una regolare fruizione da parte degli allievi dei relativi servizi.

Si chiede, pertanto, se Codesta Amministrazione abbia, in raccordo con i dirigenti scolastici, monitorato detta situazione, se sia in grado di riferire una stima numerica di eventuali carenze e quali azioni abbia adottato.

In difetto, i sette consiglieri di minoranza chiedono che il Consiglio comunale deliberi l’immediata attivazione da parte dell’Amministrazione di qualsivoglia opportuna azione volta a derogare somme necessarie agli allievi più bisogni per l’acquisto di strumenti informatici, oltreché sollecitare il Governo nazionale, anche per il tramite dei dirigenti scolastici, alla erogazione immediata delle somme previste per colmare il divario digitale degli studenti bisognosi. Ritenuto che, per quanto sopra richiesto, non risultano stanziate nel bilancio di previsione 2020-2022 risorse economiche utili all’assolvimento di siffatti impegni economici, impegnare l’Amministrazione comunale ad ogni adempimento conseguente, anche con deliberazione di varianti di bilancio; ritenuta l’importanza di dare immediato adempimento ai punti sopra elencati, i sette consiglieri comunali di minoranza, infine, chiedono l’immediata convocazione del Consiglio comunale affinché gli organi istituzionali preposti riferiscano in aula, con urgenza, e adottino ogni opportuna deliberazione al fine di dare seguito alle richieste sopra avanzate.»

La conferenza dei capigruppo, intanto, è stata convocata per mercoledì 1 aprile 2020, alle 12.00. Al termine si conoscerà l’eventuale data di convocazione del Consiglio comunale.

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Il bando per la chiamata di 500 infermieri da inviare negli ospedali delle città più colpite dall’epidemia è rimasto online 48 ore. Alla sua scadenza, 28 marzo alle 20.00,  sono state registrate 9.448 candidature.
La costituzione di un’unità tecnico infermieristica è prevista dall’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 656 del 26 marzo. Il provvedimento stabilisce che la selezione sarà fatta dal Dipartimento stesso sulla base delle esperienze professionali delle seguenti categorie di operatori: infermieri dipendenti del Servizio sanitario nazionale; infermieri dipendenti da strutture sanitarie anche non accreditate con il Servizio sanitario nazionale; infermieri libero professionisti anche con rapporto di somministrazione di lavoro.

Anche in questo caso, come per la selezione Medici per Covid, la solidarietà dimostrata è andata oltre le attese. Grazie infinite​ anche agli infermieri che, su base volontaria, hanno aderito all’iniziativa.​

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Prodotti del campo regalati in aiuto alle persone in difficoltà e mercato online con consegna a domicilio per agevolare le famiglie sarde nella spesa alimentare, garantendo un’offerta di qualità. Sono le iniziative adottate dalla Cia Sardegna e dagli agricoltori del Medio Campidano per far fronte a questo momento di grande difficoltà causato dall’emergenza Covid-19.

«Gli agricoltori e allevatori sardi sono impegnati in numerose iniziative di solidarietà; un esempio fra i tanti è quello degli agricoltori del Medio Campidano, che, seppur vivendo in uno dei territori col reddito medio pro capite tra i più bassi in Italia, anziché buttare o lasciare nei campi i prodotti che il mercato non è in grado di assorbire, come ad esempio i carciofi, stanno contribuendo con gli stessi prodotti all’approvvigionamento alimentare in favore dei soggetti più deboli del territorio», spiega il direttore della Confederazione Italiana Agricoltori Sardegna, Alessandro Vacca. Numerose le aziende che hanno deciso di donare i loro prodotti, fra queste, Cooperativa La Collettiva, Giancarlo Secci, Stefano Setzu, Società Agricola Fratelli Murru, Ortosarda 2000. Le donazioni sono diretta alle associazioni: Comunità alloggio per anziani Samassi, Caritas Cagliari, Guspini, Terralba e Villacidro, San Saturnino Onlus.

«Cia Sardegna sostiene questa iniziativa con tutti i suoi mezzi e allo stesso tempo promuove il progetto “I prodotti dal campo alla tavola”, lanciato anche a livello nazionale dalla Confederazione per consentire a tutti di acquistare comodamente on line, con un semplice click, i prodotti genuini venduti dalle aziende agricole sarde», continua Alessandro Vacca. Gli acquisti online possono essere fatti sul nuovo portale della Cia, al sito https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it/home-page/sardegna, dove si può trovare l’elenco delle aziende che hanno aderito all’iniziativa, e la lista dei prodotti che possono essere comprati.

Bastano pochi secondi per individuare l’azienda più vicina e scegliere le materie prime di stagione o i prodotti che gli agricoltori consegneranno a domicilio nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie previste dal governo per contenere la diffusione del Coronavirus.

Infine, per garantire i consumatori ed evitare le truffe, al momento dell’acquisto, sarà consegnata una parola d’ordine da utilizzare al ricevimento della spesa.  Cia – Agricoltori Italiani offre questo servizio grazie alla collaborazione delle sue associazioni: al femminile (Donne in Campo), giovani (Agia), pensionati (Anp), per la vendita diretta (la Spesa in Campagna) e agrituristica (Turismo Verde).

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A causa dell’esecuzione dei lavori di sostituzione di un’apparecchiatura componente degli impianti Enel Distribuzione di Via Coghinas, nella giornata di giovedì 2 aprile, nella fascia oraria dalle 14.30 alle 18.30, è prevista l’interruzione dell’energia elettrica per le abitazioni, gli uffici e le attività ubicate nelle seguenti vie: Tirso, Piolanas, Sardegna, Coghinas, Tanas, Puglie, Bacu Abis, Caput Acquas, Cagliari, Sarrabus, Nuoro, Sicilia, Marche, Milano e località Rosmarino.

L’elenco completo delle vie e dei numeri civici soggetti a interruzione dell’erogazione elettrica è riportato nel file allegato.

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La Confesercenti Provinciale di Cagliari esprime grande preoccupazione per i segnali sempre più forti che arrivano dal tessuto economico e sociale del territorio.

«La chiusura di intere filiere produttive, sta determinando una serie di danni per i quali saranno necessarie cure finanziarie fortissime, che dovranno impegnare il sistema bancario in modo determinante – si legge on una nota -. Pensiamo a ciò che succede, ad esempio, nel settore dei mercati su area pubblica, che impegna oltre 7.000 imprese più tutto l’indotto, (piccoli produttori agricoli, piccola pesca), oppure il mondo dei servizi alle imprese (come ad esempio, liberi professionisti, commercialisti e consulenti del lavoro) che sono costretti a lavorare per delle aziende che probabilmente non pagheranno i loro servizi, lasciandoli senza reddito. Oppure i danni incalcolabili che hanno subito le agenzie di viaggio che si sono ritrovate ad aver perso il lavoro fatto nei mesi passati, a non avere certezza per i mesi a venire e spesso a dover rimborsare di tasca loro quanto anticipato dai clienti per i viaggi già prenotati: un disastro economico difficile da prevedere. Di certo, senza un intervento aggiuntivo della Regione, per integrare il bonus di 600 euro previsto dallo Stato, per un reddito di sussistenza, sarà davvero difficile trattenere le tensioni.»

«Sono di questi ultimi due giorni le notizie che in alcune città d’Italia ci sono già segnali forti di insofferenza sociale per una situazione difficile -commenta preoccupato Marco Medda, presidente della Confesercenti provinciale di Cagliari -. I primi segnali di tal tipo li stiamo registrando anche noi ed è un aspetto che abbiamo segnalato già alle autorità competenti. I telefoni della nostra associazione sono in questo momento storico subissati di telefonate per informazioni sulle linee poste in essere dal Governo nel decreto del 17 marzo: segnale che tutti hanno sempre più necessità di accedere a questi fondi.»

«Considerando che la Sardegna è una regione colpita per gran parte in maniera lieve dall’emergenza sanitaria (se si esclude la zona di Sassari) -prosegue Marco Medda -, siamo dell’opinione che si possa ragionare per una strategia per un rientro scaglionato (e in sicurezza) dell’operatività di alcune aziende, ad esempio quelle operanti su area pubblica, ovviamente sempre nel rispetto pieno delle regole di sicurezza che, necessariamente, occorre osservare per fare fronte al blocco dei contagi, e allo stesso tempo riteniamo che sia urgentissimo accogliere gli ammodernamenti normativi già segnalati al nostro assessorato regionale competente, che però ci pare ancora abbastanza distante, pur essendo uno degli attori principali. Inizialmente si potrebbero riaprire in forma ridotta alcuni mercati solo per il settore alimentare così da poter allentare gradatamente la tensione sociale. Sarà questo argomento di confronto con gli organi Statali preposti a prendere queste decisioni. Interverremo anche con il Prefetto per una interlocuzione con il solo fine di trovare una soluzione condivisa. Riteniamo che la coesione della nostra società sia un patrimonio di primario interesse da salvaguardare in questo momento terribile – conclude Marco Medda -, anche attraverso soluzioni ad hoc e di basso impatto, garantendo tutte le misure di sicurezza del caso.»

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«Il nostro Paese sta vivendo una delle più gravi crisi del dopoguerra e questo momento richiede a tutti,  alla classe politica per prima, responsabilità, moderazione e saggezza. Chi usa la crisi per soffiare sul fuoco delle tensioni compie un gesto scellerato. L’emergenza sanitaria che si vive in Sardegna, come in molte altre regioni, non ha bisogno di speculazioni politiche. Lo dico a chi, come Matteo Salvini, usa l’angoscia dei cittadini per fare solo becera propaganda.»
Il segretario regionale del Partito Democratico, Emanuele Cani, è molto duro nei confronti del leader della Lega.
«Considerato che la Giunta guidata da Christian Solinas è in piedi da oltre un anno, il segretario della Lega dovrebbe chiedere conto dell’operato al suo assessore regionale alla Sanità – conclude Emanuele Cani -. In una fase di emergenza come questa è necessario risolvere i problemi e non c’è spazio per annunci e chiacchiere a vuoto. È doveroso che chi ha un ruolo lo eserciti assumendosi tutte le responsabilità e si dia da fare per dare risposte ai cittadini che vivono ore drammatiche.»

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Il ministero dell’Interno, con una circolare del capo di gabinetto Matteo Piantedosi inviata ai prefetti, ha fornito alcuni chiarimenti in merito al profilo, di carattere generale, riguardante l’esecuzione delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza sanitaria e un secondo profilo riguardante l’accertamento e l’irrogazione di eventuali sanzioni amministrative.

La circolare richiama il comma 9 dell’articolo 4 del decreto-legge n. 19/2020, che rinnova l’attribuzione ai prefetti della funzione di assicurare l’esecuzione delle misure emergenziali avvalendosi delle Forze di polizia e, ove occorra, sentiti i competenti comandi territoriali, delle Forze armate, prevedendo l’attribuzione della qualifica di agente di pubblica sicurezza in favore del personale militare impiegato.

È segnalata l’esigenza di prevedere, nelle pianificazioni di impiego del personale da parte delle autorità provinciali di pubblica sicurezza, l’imprescindibile coinvolgimento delle polizie locali per garantire la sicurezza delle comunità e il rispetto delle misure emergenziali adottate per il contenimento del Covid-19.

Per quanto riguarda l’accertamento delle violazioni sanzionate, la circolare precisa che può essere effettuato da tutto il personale titolare della qualifica di pubblica sicurezza, ivi compreso dunque quello delle polizie locali.

Per il personale di queste ultime, presso il ministero dell’Interno, è stato istituito un fondo per contribuire all’erogazione dei compensi per le maggiori prestazioni di lavoro straordinario di coloro che sono impegnati direttamente nel contenimento del fenomeno epidemiologico.

Il testo integrale della circolare.

«Stanno pervenendo a quest’Ufficio, anche in via informale, numerosi quesiti in ordine alla possibilità, da parte del personale dei Corpi delle polizie municipali, di svolgere, al pari degli appartenenti alle Forze di polizia, atti di accertamento e di contestazione delle violazioni alle misure disposte dallo Stato con i provvedimenti di cui all’articolo 2, commi 1 e 3, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19.

Si ritiene, in proposito, di dover preliminarmente evidenziare come l’articolo 4 del menzionato provvedimento normativo contenga un primo profilo, di carattere generale, riguardante i compiti volti ad assicurare l’esecuzione delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza sanitaria in atto, ed un secondo profilo, di portata più limitata , riguardante l’accertamento e l’irrogazione di eventuali sanzioni amministrative.

Il primo profilo, come già evidenziato con direttiva del Ministro dell’8 marzo scorso, chiama in causa l’intero spettro delle funzioni e delle prerogative che la legge riserva al Prefetto , a partire dalla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica rispetto ad eventuali turbative che dovessero derivare sia dal mancato rispetto delle misure stabilite a salvaguardia della salute dei cittadini, sia dalla compromissione del buon funzionamento di tutte quelle attività e iniziative adottate dalle Istituzioni per il superamento della presente fase emergenziale.

In merito a ciò, con circolare pari numero del 26 corrente, è già stata richiamata l’attenzione sul comma 9 dell’articolo 4 del decreto-legge 19/2020, che rinnova l’attribuzione ai Prefetti della funzione di assicurare l’esecuzione delle misure emergenziali avvalendosi delle Forze di polizia e, ove occorra, sentiti i competenti comandi territoriali, delle Forze armate, prevedendo l’attribuzione della qualifica di agente di pubblica sicurezza in favore del personale militare impiegato.

Sul punto, peraltro, la richiamata circolare ha precisato come il comma 9 s’inquadri nel contesto delle prerogative riservate dalla legge al Prefetto quale autorità provinciale di pubblica sicurezza, cui compete la funzione di coordinamento dei compiti e delle attività degli ufficiali e degli agenti di pubblica sicurezza di cui all’articolo 13, comma 3, della legge 1 aprile 1981, n. 121.

In proposito, con particolare riferimento all’impiego del personale delle polizie locali, vanno necessariamente tenuti in considerazione gli articoli 3 e 5 della legge 7 marzo 1986, n. 65, in base ai quali, come noto, gli addetti al servizio di Polizia municipale, cui il Prefetto può conferire la qualifica di agente di pubblica sicurezza, collaborano, nel territorio di loro competenza, con le Forze di polizia dello Stato a garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica.

In considerazione di ciò, dunque, le Autorità provinciali di Pubblica sicurezza potranno legittimamente prevedere nelle relative pianificazioni di impiego del personale, come già evidenziato con la citata direttiva del Ministro dell’8 marzo scorso, tutte le “componenti” della stessa Amministrazione della pubblica sicurezza, con l’imprescindibile coinvolgimento delle Polizie municipali.

Infatti, come rappresentato dal Capo della Polizia con direttiva dello scorso 13 marzo, la diffusa azione di verifica necessaria in questa fase emergenziale impegna, non solo le Forze di polizia, ma anche i Comuni, per il tramite dei Corpi e Servizi di polizia locale, in un momento delicato per la vita del Paese in cui tutte le polizie, ivi comprese quelle locali, costituiscono risorse essenziali per garantire la sicurezza delle relative comunità, contribuendo altresì alla sorveglianza sul rispetto delle misure emergenziali adottate.

Relativamente al profilo dell’accertamento e dell’irrogazione di sanzioni di natura amministrativa, nel richiamare quanto rappresentato con direttiva dello scorso 26 marzo, si osserva che l’articolo 4 opera, inoltre, una chiara distinzione di ruoli affidando al Prefetto la competenza ad applicare le sanzioni per le violazioni delle misure disposte dalle Autorità statali nonché alle Regioni e ai Comuni quella di gestire i procedimenti sanzionatori per le violazioni dei rispettivi provvedimenti di cui all’articolo 3.

Per quanto riguarda, più specificamente, il potere di accertamento, il citato articolo 4, al comma 3, effettua un rinvio alla legge 24 novembre 1981 n. 689 che, all’articolo 13, attribuisce tale competenza agli «organi addetti al controllo sull’osservanza delle disposizioni per la cui violazione è prevista la sanzione amministrativa».

In ragione di quest’ultima disposizione, tutto il personale titolare della qualifica di agente di pubblica sicurezza, ivi compreso dunque il personale delle Polizie municipali, coinvolto dai Prefetti nel controllo del territorio per l’osservanza delle misure disposte dalle Autorità statali per il contenimento ed il contrasto dell’attuale fase emergenziale, potrà al contempo procedere all’accertamento delle violazioni sanzionate ai sensi dell’articolo 4, comma 1.

Il coinvolgimento dei Corpi delle polizie municipali è, altresì, consequenziale a quanto stabilito dal comma 4 dell’articolo 13 della menzionata legge 24 novembre 1981, n. 689, secondo cui all’atto dell’accertamento delle violazioni punite con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro possono procedere anche gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria, fra i quali, ai sensi dell’articolo 57 del codice di procedura penale, è ricompreso anche il personale delle polizie locali.

Giova, infine, richiamare l’attenzione sull’articolo 115 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, che ha previsto l’istituzione, presso questo Ministero, di un fondo finalizzato a contribuire , fra l’altro, proprio all’erogazione dei compensi per le maggiori prestazioni di lavoro straordinario del personale delle polizie locali direttamente impegnato per le esigenze conseguenti ai provvedimenti, anche di derivazione statale, di contenimento del fenomeno epidemiologico.

Ciò premesso, le SS.LL., nell’ambito dell’attività di coordinamento e pianificazione dei servizi finalizzati a garantire un’attenta vigilanza sull’attuazione delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza da COVID-19, vorranno continuare a garantire il più ampio coinvolgimento, unitamente alle Forze di polizia a competenza generale, di tutti gli altri Corpi i cui appartenenti siano titolari della qualifica di agente di pubblica sicurezza, ivi compresi quelli delle polizie locali.

Nel rinviare, per gli ulteriori aspetti tecnici, alle circolari del Dipartimento della Pubblica sicurezza, si confida nella consueta collaborazione delle SS.LL., con riserva di ulteriori chiarimenti ove necessari.»

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«Ieri il Governo ha messo in campo risorse destinate ai Comuni al fine di offrire alcune prime risposte d’emergenze ai cittadini maggiormente in difficoltà. Ne siamo felici. Devo tuttavia fare due precisazioni. Una buona, l’altra cattiva.»

Lo scrive, in una nota diffusa questa sera, Tore Puggioni, sindaco di Carloforte.

«Inizio da quella buona – dice Tore Puggioni -: salvo modifiche dell’ultim’ora, stando alle bozze che stanno circolando, il comune di Carloforte è destinatario di circa 43.000 euro che gestiremo al fine di dare un primo ristoro all’emergenza alimentare che sta colpendo alcuni nostri concittadini costretti a non lavorare. Si tratta della quota a nostro favore dei 400 milioni annunciati ieri dal Presidente del Consiglio.
La precisazione cattiva è, invece, legata al Fondo di Solidarietà Comunale (FSC). Il cui principio è il seguente: i Comuni ritenuti più ricchi rimpinguano le finanze dei Comuni ritenuti più poveri. Il nostro Comune rientra tra i contributori netti dell’FSC. Cosa vuol dire? Vuol dire che quel che dà è molto, molto di più di quel che prende. Per il 2020 si prevede, tra dare e avere, una perdita per le nostre casse di circa 840.000 euro.»

«Quali conseguenze ha questa circostanza che condividiamo con altri 531 comuni italiani? Molto semplice: il nostro Comune non vedrà mezzo euro dei 4,3 miliardi annunciati ieri sera. In questa situazione ci sono altri 38 Comuni sardi (su 377). Carloforte è al 107° posto per importo prelevato a livello nazionale, al nono posto a livello regionale ed al primo posto in tutta la provincia del Sud Sardegna – aggiunge Tore Puggioni –. Potrei dilungarmi nel contestare i criteri, ma non voglio farlo in questa sede: ci penseranno i tribunali.»

«In questo momento voglio chiedere al nostro Governo di pensare anche a noi, di trattarci alla stregua di tutti gli altri e di ragionare su finanziamenti ad hoc per i Comuni che contribuiscono, senza avere nulla in cambio, al Fondo di Solidarietà. Trovate voi la forma (compensazioni, erogazioni una tantum, ecc.), ma fate in fretta – conclude Tore Puggioni -. Non vi chiediamo di smettere di aiutare i Comuni che stanno peggio, ma di lavorare per uno sforzo che preservi tutti.»

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Appello di 113 professionisti, medici e docenti universitari, al Governo e alle forze politiche, per l’avvio della 2ª fase contrasto a Covid-19.

La Corea del Sud ha contenuto il virus Covid-19 senza bloccare l’intero Paese. Da seconda Nazione al mondo con più contagi ha ora poco più di un decimo di quelli accertati in Italia. La diffusione del virus è tenuta sotto controllo con un grande numero di test mirati, isolamento dei soggetti positivi e loro tracciamento attraverso la geolocalizzazione. Il contenimento attivo della progressione del contagio ha evitato la saturazione degli ospedali limitando la mortalità dei contagiati, con misure solo localizzate di quarantena generalizzata.
È evidente, a questo punto, che anche noi dobbiamo rapidamente elaborare una fase due. Le attuali misure di contenimento sono senz’altro importanti, e vanno fatte rispettare rigorosamente, ma non è pensabile tenere bloccato un paese ancora per diversi mesi, avrebbe conseguenze economiche e sociali devastanti. Per rimettere in moto la Nazione, evitando il riaccendersi virulento della pandemia, occorre tuttavia una politica simile a quella coreana. La proposta che più si avvicina è quella del prof. Andrea Crisanti. Occorrono, pertanto, tamponi e test sierologici – che sono la risposta più rapida e sono fattibili in qualsiasi laboratorio, anche privato – generalizzati per quelle categorie professionali che operano a contatto con i pazienti ovvero che hanno più contatti con il pubblico. Inoltre tamponi e test sierologici per per tutti coloro che manifestano sintomi e da questi allargamento a raggio dei tamponi e dei test, coinvolgendo cioè parenti e persone incontrate negli ultimi giorni.
Le App di tracciamento sono sotto questo profilo decisive, è dunque necessario l’avvio di una politica di geolocalizzazione che deroghi temporaneamente alle norme sulla privacy. Infine, obbligo delle mascherine per chi frequenta luoghi pubblici dove non si possono mantenere distanze opportune: uffici, mezzi di trasporto, etc. Occorre altresì prevedere forme di isolamento e monitoraggio con adeguata quarantena dei positivi per evitare il contagio dei conviventi e dei loro contatti stretti. Queste misure potrebbero anche sfruttare hotel e case vacanze, che al momento sono praticamente vuote, per mettere in quarantena centralizzata tutte le persone a rischio, opportunamente identificate.
Tali strutture renderebbero anche più facili l’osservazione e l’assistenza tempestiva e sarebbero meno onerose per il servizio sanitario quando i sintomi diventassero severi.
Inoltre, si deve prevedere la creazione di reparti ad hoc negli ospedali, per evitare la paralisi dell’assistenza ospedaliera.
Il tempo stringe, occorre agire rapidamente.

Alberto Aloisio – Università Federico II di Napoli
Alessandro Antonelli – Università di Pisa
Giampaolo Azzoni – Università di Pavia
Pierluigi Barrotta – Università di Pisa
Sergio Basile – già Corte dei Conti
Stefano Bastianello – Università di Pavia
Giuseppe Bertagna – Università di Bergamo
Emanuele Bilotti – Università Europea di Roma
Guido Biscontini – Università di Camerino
Fernando Bocchini – Università Federico II Napoli
Giampio Bracchi – Politecnico di Milano
Marina Brambilla – Università Statale di Milano
Paolo Branchini – INFN
Luigi Brugnano – Università di Firenze
Giacomo Büchi – Università di Torino
Vito Valerio Cantisani – Università La Sapienza Roma
Alba Cappellieri – Politecnico di Milano
Nicola Casagli – Università di Firenze
Raffaele Caterina – Università di Torino
Enrico Caterini – Università della Calabria
Francesco Cavalla – Università di Padova
Mauro Ceroni – Università di Pavia
Paola Cogo – Università di Udine
Giorgio Colombo – Università di Pavia
Valentina Colombo – Università Europea di Roma
Mario Comba – Università di Torino
Pierluigi Contucci – Università di Bologna
Marco Massimo Corsi Romanelli – Università Statale di Milano
Alfredo Costa – Università di Pavia
Franco Cotana – Università di Perugia
Renato Cristin – Università di Trieste
Raimondo Cubeddu – Università di Pisa
Francesco Curcio – Università di Udine

Vito D’Andrea – Università La Sapienza Roma
Enrico Del Prato – Università La Sapienza Roma
Andrea Di Porto – Università La Sapienza Roma
Paolo Duvia – Università dell’Insubria
Adriano Fabris – Università di Pisa
Claudio Fazzini – Politecnico di Milano
Silvia Ferrara – Università di Bologna
Raffaele Fiume – Università Parthenope Napoli
Emanuela Andreoni Fontecedro – Università RomaTre
Pietro Formisano – Università Federico II Napoli
Lorenzo Franchini – Università Europea di Roma
Antonio Fuccillo – Università della Campania Vanvitelli
Michele Galeotti – Università La Sapienza Roma
Paolo Gasparini – Università di Trieste
Carlo Gaudio – Università La Sapienza Roma
Gino Gerosa – Università di Padova
Giuseppe Ghini – Università di Urbino
Felice Giuffré – Università di Catania
Paolo Gontero – Università di Torino
Marco Grasso – Ospedale San Gerardo Monza
Andrea Graziosi – Università Federico II Napoli
Marco Guazzi – Università Statale di Milano
Gabriele Iannelli – Università Napoli Federico II
Umberto Izzo – Università di Trento
Antonella Lamazza – Università La Sapienza Roma
Rosa Lombardi – Università La Sapienza Roma
Alberto Lusiani – Scuola Normale Superiore di Pisa

Francesco Manfredi – Università Jean Monnet Bari
Vincenzo Mannino – Università RomaTre
Stefano Marasca – Università Politecnica delle Marche
Carla Masi – Università Federico II Napoli
Maurizio Masi – Politecnico di Milano
Ludovico Mazzarolli – Università di Udine
Francesco Menichini – Università della Calabria
Felice Mercogliano – Università di Camerino
Mariella Miceli – Università di Palermo
Paolo Miccoli – Università di Pisa
Leo Miglio – Università Bicocca Milano
Giovanni Nano – Università Statale di Milano
Matteo Negro – Università di Catania
Paolo Nesi – Università di Firenze
Ida Nicotra – Università di Catania
Alessandra Nivoli – Università di Sassari
Vincenzo Pacillo – Università di Modena e Reggio Emilia
Davide Pacini – Università di Bologna
Pietro Paganini – Temple University of Philadelphia / John Cabot University Roma
Marco Paolino – Università della Tuscia
Mauro Paoloni – Università RomaTre
Alessandro Parolari – Università Statale di Milano
Cristina Pedicchio – Università di Trieste
Dario Peirone – Università di Torino
Raffele Picaro – Università della Campania Vanvitelli
Luciano Pietronero – Università La Sapienza Roma
Anna Poggi – Università di Torino

Patrizia Polliotto – Istituto Ospedaliero Galeazzi Milano
Gennaro Quarto – Università Federico II Napoli
Giovanna Riccardi – Università di Pavia
Marco Ricotti – Politecnico di Milano
Raffaele Rodio – Università di Bari
Michele Rosboch – Università di Torino
Francesco Rotondi – Università IULM Milano
Stefano Ruffo – Sissa
Noemi Sanna – Università di Sassari
Francesco Santini – Università di Genova
Livia Saporito – Università della Campania Vanvitelli
Vincenzo Maria Saraceni – Università La Sapienza Roma
Leonardo Sechi – Università di Udine
Salvatore Sfrecola – già Corte dei Conti
Laura Solidoro – Università di Salerno
Sebastiano Tafaro – Università di Bari
Chiara Tenella – Università Statale di Milano
Mario Testini – Università di Bari
Raffaele Trequattrini – Università di Cassino
Renato Troncon – Università di Trento
Giuseppe Valditara – Università di Torino
Teodoro Valente – Università La Sapienza Roma
Alessandra Veronese – Università di Pisa
Vincenzo Vespri – Università di Firenze
Antonio Vicino – Università di Siena
Piero Volpe – Ospedale Reggio Calabria