19 April, 2024
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Venerdì 1° settembre la seconda giornata del Cabudanne de sos poetas riprende dal mattino fino alla sera con tanti appuntamenti. Tra gli ospiti la grande poetessa Vivian Lamarque, la poesia dialettale di Fabio Franzin, il teatro di Mario Faticoni, la musica di Alessio Lega, la poesia popolare sarda nei versi di Raimondo Usai Ponti, la grande civiltà nuragica e i popoli del mare nell’incontro con Giovanni Ugas.

Prosegue la 13° edizione del Cabudanne de sos poetas con una giornata densa di incontri dal mattino fino alla mezzanotte. Il festival si apre alle 10.00 come sempre in uno dei bar di Seneghe, luoghi di socialità e di festa. Partenza dal Bar Recreu con l’appuntamento con la poesia popolare in sardo e l’omaggio stavolta al poeta Franzischeddu ‘e Fenu (Raimondo Usai Ponti) e alla sua produzione in versi di recente pubblicazione “Guvernu de vida”. A presentare le sue poesie, e a introdurre il tema della produzione storica in sardo saranno Mario Cubeddu e Tore Cubeddu.

Alle 11.30, a Prentza de Murone, verrà presentata l’interessante opera dell’archeologo Giovanni Ugas, ex direttore della Soprintendenza, ricercatore e docente di Preistoria e protostoria sarda all’Università di Cagliari, “Shardana e Sardegna. I popoli del mare, gli alleati del Nord-Africa e la fine dei Grandi Regni”. Allievo di Giovanni Lilliu, ha ricostruito alcuni momenti problematici della civiltà nuragica, a partire dai “popoli del mare”, che aprirono la strada a nuovi orizzonti, ad una nuova epoca nel Mediterraneo: gli Shardana, guerrieri la cui presenza è attestata nell’Egitto dei Faraoni. L’autore dialogherà con Fabio Serchisu. Con la sua ricca produzione poetica in dialetto trevigiano alle 17.00 a Putzu Arru è atteso ​Fabio Franzin (Milano 1963, vive a Motta di Livenza in provincia di Treviso), piuttosto lontana però dalle composizioni incentrate sulla nostalgia della polenta o del paesaggio veneto, ma ben attenta invece alla condizione operaia e alla trasformazione antropologica a causa di una industrializzazione selvaggia che sta modificando i rapporti tra le persone e i valori secolari. Temi centrali della sua prima raccolta “Fabrica” (Atelier 2009), Premio Pascoli e Premio Baghetta. L’ultima, “Erba e aria” (Vydia 2017) sempre nella lingua dialettale trevigiana cerca di lasciarsi alle spalle un ritmo di vita iperfrenetico per abitare quei luoghi, un tempo rassicuranti, come i campi coltivati e la saggezza di una civiltà contadina. Nel mezzo, altre opere di poesia in dialetto, come “Le voci della luna” (2011), Premio Achille Marazza. L’autore dialogherà sulle sue opere insieme alla poetessa Francesca Matteoni. 

Alle 18.30, nella Piazza dei Balli, sarà la volta di ​Vivian Lamarque (Milano), scrittrice, poetessa e traduttrice italiana tra le voci più importanti della poesia italiana, con l’opera “Madre d’inverno” che segna il suo grande ritorno alla poesia. Conduce l’incontro Rossana Dedola, studiosa di letteratura, scrittrice e ricercatrice della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Dall’universo teatrale più importante dell’isola arriva subito dopo alle 21.00 sempre nella Partza de sos ballos Mario Faticoni, fondatore del Teatro Sardegna, del Crogiuolo, di ArcoStudio e autore di testi da lui stesso interpretati. A Seneghe porterà “Tragoidia”, l’interpretazione originale dell’opera più importante di Giovanni Dettori “Canto per un capro” pubblicato nel 1986, caposaldo per la poesia italiana e sarda del Novecento che tratta il tema del dolore di una padre per la morte del figlio adolescente. Adattamento e regia di Bruno Venturi.

Alle 22.00 si affronterà il tema dal titolo “La sarda rivoluzione” con gli storici Federico Francioni (docente di storia e filosofia e autore di numerosi saggi sulla Sardegna) e Francesco Casula (laurea in lettere a Roma si è dedicato alla promozione della lingua e della cultura sarda e alla ricerca storica) chiamati a rievocare le vicende della lotta (che seguiva di qualche anno quelle della rivoluzione francese) contro il dispotismo feudale che bloccava lo sviluppo economico e sociale della Sardegna. Ad accompagnare le loro parole il Coro de Su Cuntrattu de Seneghe di Antoni Maria Cubadda ed il Coro Montiferru diretto dal maestro Antonio Lotta.

​Chiude la giornata di venerdì, alle 23.30, nella Partza de sos ballos Alessio Lega, uno dei cantautori e scrittori più stimati della sua generazione, in “Dove si andrà?” dedicato alle canzoni del poeta, critico letterario, saggista ed intellettuale Franco Fortini.

IMG_5972All'ombra del nocciolo copertina

IMG_6009IMG_5986IMG_6018IMG_6020L'arrivo di Modesto a Mauthausen 2Modesto Melis davanti al monumento agli italiani 2

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Grande successo, ieri sera, a Palmas Suergiu, per l’evento “Liberazione: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario!” organizzato dall’associazione culturale Palmas Vecchio e dell’Unione Autonoma Partigiani Sardi, in collaborazione con la Società Umanitaria di Carbonia.

L’evento, che prendeva il titolo da una frase di Primo Levi, è stato un’importante occasione per raccontare, attraverso storie vissute e immagini, le atrocità dell’Olocausto e il tortuoso processo di liberazione del nostro paese attraverso la lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale contro il governo fascista e l’occupazione nazista.

Il 27 gennaio del 1945 i soldati sovietici dell’Armata Rossa superarono il cancello del campo di sterminio nazista di Auschwitz e quel giorno finì ufficialmente il più grande omicidio di massa della storia avvenuto in un unico luogo; il 25 aprile 1945, alle 8.00 del mattino, via radio, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rofoldo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza), proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. La Liberazione mise così fine a vent’anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra. «Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.

La serata è stata presentata da Francesco Castelnuovo, giornalista e critico cinematografico di Sky Cinema che ha moderato prima l’incontro con Massimiliano di Nicolantonio (autore del libro “All’ombra del Nocciolo” che racconta “Un viaggio che parte proprio da Palmas Suergiu e culmina a Sant’Anna di Stazzema, sterminata sotto la furia nazista”); poi quello con Modesto Melis, classe 1920, sopravvissuto al campo di concentramento nazista di Mauthausen e Giampaolo Cirronis, editore del libro “L’animo degli offesi – Storia di Modesto Melis, da Carbonia a Mauthausen e ritorno”.

Sia la storia raccontata nel libro di Massimiliano di Nicolantonio, sia quella del libro di Giuseppe Mura, con la straordinaria partecipazione del protagonista, il 95enne Modesto Melis, hanno catturato l’attenzione di tutti i presenti su quello che è stato il più grande dramma del XX secolo.

“All’ombra del nocciolo” è ambientato nel 1944: un militare e sua moglie, la figlia di pochi mesi e un ragazzo, loro nipote. La storia di una famiglia sarda che giunge in Toscana all’alba dei terribili accadimenti che sconvolgeranno quelle terre. Essi cercheranno, loro malgrado, di sfuggire le bombe, i rastrellamenti, le stragi naziste e la fame. Incroceranno le loro vite con quelle della Wehrmacht, delle Waffen-SS, dei partigiani e dei neri della 92ª Buffalo.

In questa storia i buoni lo saranno al di là della bandiera che indossano, mentre i cattivi oltre ogni umana aspettativa. Un viaggio che parte da Palmas Suergiu e culmina a Sant’Anna di Stazzema, sterminata sotto la furia nazista, intriso di speranze, disillusioni, pane raffermo e nocciole.

La serata si è conclusa con la proiezione del film “Jacob il bugiardo”, di Peter Kassovitz, protagonista il grande Robin Williams, presentato da Francesco Castelnuovo.

L'arrivo di Modesto a Mauthausen 2Modesto Melis davanti al monumento agli italiani 2

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Le atrocità dell’Olocausto e il tortuoso processo di liberazione dell’Italia verranno raccontate questa sera a Palmas Suergiu, nel corso di un incontro organizzato dall’associazione culturale Palmas Vecchio e dell’Unione Autonoma Partigiani Sardi, in collaborazione con la Società Umanitaria di Carbonia, intitolato: «Liberazione: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario».

L’evento, che prende il titolo da una frase di Primo Levi, ha come scopo principale raccontare, attraverso storie vissute e immagini, le atrocità dell’Olocausto e il tortuoso processo di liberazione del nostro paese attraverso la lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale contro il governo fascista e l’occupazione nazista.

Il 27 gennaio del 1945 i soldati sovietici dell’Armata Rossa superarono il cancello del campo di sterminio nazista di Auschwitz e quel giorno finì ufficialmente il più grande omicidio di massa della storia avvenuto in un unico luogo; il 25 aprile 1945, alle 8.00 del mattino, via radio, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rofoldo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza), proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. La Liberazione mise così fine a vent’anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra. «Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.

La serata verrà presentata da Francesco Castelnuovo, giornalista e critico cinematografico di Sky Cinema che modererà l’incontro con Massimiliano di Nicolantonio (autore del libro “All’ombra del Nocciolo” che racconta “Un viaggio che parte proprio da Palmas Suergiu e culmina a Sant’Anna di Stazzema, sterminata sotto la furia nazista”).

Ospiti speciali della serata saranno Modesto Melis, classe 1920, sopravvissuto al campo di concentramento nazista di Mauthausen; Franco Boi, presidente UAPS; e, infine, Giampaolo Cirronis, direttore de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”.

Seguirà la proiezione del film “Jacob il bugiardo”, di Peter Kassovitz, presentato dal critico cinematografico di Sky Cinema Francesco Castelnuovo.