19 April, 2024
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Il consigliere del M5S Alessandro Solinas si unisce al coro dei no alla proposta dell’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa di portare le statue dei Giganti di Mont’e Prama in un tour attraverso i più importanti musei del mondo avendo come obiettivo la promozione turistica della Sardegna.

«La valorizzazione dei Giganti di Mont’e Prama deve avvenire nel contesto originario, nella loro casa natale, in cui le statue devono poter essere esposte tutte assieme – dice Alessandro Solinas -. A riguardo ho già presentato una mozione in Consiglio e chiesto alla Giunta il massimo impegno per il rilancio del sito archeologico di Cabras, l’unico luogo capace di raccontare l’identità di questo immenso patrimonio archeologico sardo. Nelle recenti dichiarazioni dell’assessore Gianni Chessa, Cabras, la provincia di Oristano e l’intera Sardegna vengono penalizzate dalla convinzione dello stesso assessore di poter disporre dei beni archeologici che appartengono alla nostra terra in un modo quasi padronale.»

E’ totale la condivisione del pensiero del sindaco di Cabras Andrea Abis: «La promozione dei Giganti – sottolinea Alessandro Solinas – ha senso soltanto se fatta nel contesto di riferimento».

Alessandro Solinas è il primo firmatario di una mozione che impegna la Giunta ad attivarsi per la valorizzazione e la promozione del sito archeologico di Mont’e Prama e di tutti i reperti rinvenuti. Le preziose statue dei Giganti e tutti i reperti, attualmente distribuiti tra i musei Nazionale di Cagliari e Civico di Cabras, per Alessandro Solinas devono tornare e restare nella loro terra d’origine, a Cabras, nella Penisola del Sinis.

«Per quanto riguarda la gestione diretta dei beni archeologici rivendicata dal Presidente della Regione si può giustamente pensare di chiedere al Ministero maggiore autonomia in termini di gestione, ma non si può escludere lo Stato italiano nella misura in cui questo debba partecipare mettendo a disposizione, in un’ottica di programmazione nazionale, tutte quelle risorse che la Regione Sardegna fisiologicamente non può sostenere. Parlare di gestione diretta, non inclusa in un’ottica di programmazione nazionale – conclude Alessandro Solinas -, appare una mera dichiarazione propagandistica piuttosto che un’affermazione effettivamente basata su dati che confortano questa teoria.»

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«Quest’estate abbiamo assistito alla chiusura temporanea del Pronto soccorso e del reparto di Medicina, nei quali l’attività è stata sospesa per venti giorni ad agosto a causa della mancanza di medici. Oggi, la situazione si ripete e va a peggiorare, il Pronto soccorso dell’ospedale Delogu di Ghilarza è stato nuovamente chiuso ma stavolta a tempo indeterminato perché le problematiche relative all’esiguo numero di professionisti in servizio non sono mai state risolte. I pazienti continuano a vivere nell’incertezza e dall’assessore alla Sanità Nieddu, nel frattempo, non è arrivato alcun tipo di rassicurazione. Ieri, come se non bastasse, è arrivata anche la beffa, dal momento che il pronto soccorso ha riaperto soltanto per poche ore. Un medico avrebbe preso servizio alle 8 per poi sospenderlo intorno alle 12. Un episodio che ha dell’inverosimile, non chiaro e ancora incomprensibile.»

Questo l’intervento dei consiglieri regionali Alessandro Solinas del M5S, che lunedì scorso ha partecipato alla visita della Commissione Sanità all’ospedale San Martino di Oristano, ed Eugenio Lai di Leu.

«La chiusura del Pronto soccorso è la punta dell’iceberg tra le tante criticità che stanno mettendo in ginocchio la sanità dell’Oristanese – aggiungono i due consiglieri regionali di minoranza -. Anche il reparto di Emodinamica dell’ospedale San Martino di Oristano è ancora chiuso. Come denunciato anche dai primari della struttura, la situazione è al collasso. Sono stati gli stessi primari, in occasione della recente visita della Commissione Sanità, a rivolgere un accorato appello alla Regione affinché vengano risolte le numerose criticità che impediscono loro di lavorare.»

Alle voci dei primari si sono unite anche quelle dei sindaci della zona, che assieme ai consiglieri regionali Alessandro Solinas (M5S) ed Eugenio Lai (Leu) hanno chiesto l’intervento del ministro alla Salute, Roberto Speranza.

«La Sanità oristanese è in ginocchio, bisogna intervenire per risolvere le emergenze più immediate, come la riapertura del reparto di Emodinamica. È impensabile – concludono Alessandro Solinas ed Eugenio Lai – che un cittadino che presenti un problema cardiaco a Oristano debba rischiare la vita per l’inefficienza di questo governo regionale.»

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«Le strutture balneari sulla spiaggia attualmente amovibili diventano fisse, i chioschi si trasformano in ristoranti sul mare, e i parcheggi a pagamento prossimi alle spiagge restano aperti tutto l’anno. Attraverso alcune modifiche-scempio alla legge regionale numero 45 del 2 dicembre 1998 è questo lo scenario futuro che la Giunta Solinas ha come obiettivo. Ed è questo che accadrà se le modifiche normative proposte della Giunta otterranno il voto favorevole del Consiglio. Quello che ci aspetta è la reintroduzione del “chiosco selvaggio” e una sorta di condono per gli abusivi che comprometterà seriamente il territorio costiero della Sardegna. La Giunta vorrebbe autorizzare la distruzione delle nostre spiagge, la costruzione di ecomostri fronte mare, e privarci del privilegio di vivere in un’isola Paradiso.»

Lo scrivono, in una nota, i consiglieri regionali del M5S Alessandro Solinas, Michele Ciusa, Desirè Manca e Roberto Li Gioi, a seguito di un’attenta lettura della “Quarta variazione di Bilancio 2019/2021 e disposizioni varie”.

«Tra le norme introdotte nella quarta variazione di bilancio, balzano agli occhi le cosiddette ‘disposizioni varie’, nel caso specifico quelle relative alla sanatoria degli stabilimenti balneari, che vengono inseriti di diritto tra gli edifici autorizzati attraverso il Pul.  Ma saranno interessate dalle nuove norme anche le strutture balneari che ricadono in aree in cui il Pul non è stato approvato, anche queste potranno essere autorizzate all’apertura tutto l’anno – aggiungono i 4 consiglieri del M5S -. Utilizzando come motivazione pretestuosa il fatto di configurarsi come esercizi per attività sportive e ludico ricreative direttamente connesse all’uso del mare, la Giunta estende il periodo di esercizio e rende permanenti le strutture che attualmente possono essere montate dal primo aprile e devono essere smontate il 31 ottobre. Tutto ciò che dovranno fare i titolare degli stabilimenti balneari per essere in regola è presentare una semplice dichiarazione e indicare in quali mesi e per quanti giorni resteranno aperti. Di fatto i chioschi potranno occupare per tutto l’anno la porzione di spiaggia sulla quale insistono.»

«Chi non aveva la possibilità di avere una cucina e offrire servizi di ristorazione lo potrà fare con evidenti problemi di carattere igienico-ambientale. Ma anche chi già aveva iniziato a farlo senza alcuna autorizzazione non incorrerà in sanzioni. Tutto ciò a discapito di chi fino ad oggi ha sempre rispettato le norme – concludono Alessandro Solinas, Michele Ciusa, Desirè Manca e Roberto Li Gioi -. Ci rendiamo conto che le norme talvolta sono state piuttosto restrittive ma ritornare al far west ci sembra eccessivo e da evitare a ogni costo. Capiamo che la burocrazia è stata asfissiante ma non dobbiamo permettere la totale deregolamentazione, bensì garantire norme più semplici capaci di tutelare allo stesso tempo il lavoro degli operatori del settore e l’ambiente incontaminato della Sardegna.»

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Anche il M5S in campo contro il rischio inquinamento ambientale lungo il tratto della statale 131 meglio noto come “Canale dei veleni”. Risale, infatti, a due giorni fa la mozione presentata dal consigliere regionale del M5S Michele Ciusa per sollecitare nuovi controlli e fare definitivamente chiarezza sulle condizioni dei terreni che costeggiano la strada lungo il tratto costruito con i materiali di risulta della miniera d’oro di Furtei.

«Oggi apprendiamo dalla stampa che L’Anas ha avviato l’iter per esaminare i terreni e le acque del canale sulla 131 alla ribalta delle cronache in questi giorni – dice Michele Ciusa -. Già due giorni fa ho presentato in Consiglio regionale una mozione in cui ho chiesto alla Giunta di pretendere dall’Anas nuove e scrupolose indagini per poter dare risposte certe ai cittadini residenti nella zona. Oggi, alla luce degli sviluppi della vicenda, guardo con favore alla tempestiva risposta dell’Anas e spero che i risultati possano arrivare in tempi brevi.»

«Nel frattempo non smetterò di vigilare e di chiedere di fare altrettanto alla Giunta – aggiunge Michele Ciusa -. Chi coltiva quelle terre, chi utilizza quell’acqua ha pieno diritto di sapere quali sostanze compongano la distesa di fango giallastro ben visibile sotto il cavalcavia della 131 all’altezza del Comune di Sardara. È necessario accertare la gravità del fenomeno e capire se siano presenti, e in quali concentrazioni, inquinanti come arsenico, cianuro, mercurio, acido solforico, cadmio e altri materiali pesanti usati come reagenti per l’estrazione dell’oro. Un pericolo che riguarda un tratto della statale di circa 11 chilometri.»

Questo l’intervento del consigliere regionale del M5S Michele Ciusa, promotore di una mozione (presentata assieme ai colleghi M5S Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi) sul cosiddetto Canale dei veleni sulla 131. Un atto che impegna il presidente Christian Solinas e la Giunta ad avviare senza ulteriore indugio ogni azione necessaria affinché l’Anas proceda ad effettuare le analisi sui terreni e sulle acque di falda.

Michele Ciusa chiede alla Regione di provvedere ad un intervento di bonifica dei terreni e delle strutture interessate per scongiurare possibili pericoli per la salute dei cittadini e danni all’ambiente.

«La reazione tra il materiale utilizzato e l’acqua sembra aver prodotto un liquido altamente corrosivo. Nonostante i risultati delle ultime analisi fatte da Anas, che sembrerebbero escludere la contaminazione da metalli delle acque sotterranee, è urgente disporre nuovi controlli e nuove analisi. Rimandare non è più possibile. Quel percolato di dubbia composizione si trova a ridosso di terreni coltivati, oliveti e vigneti – conclude Michele Ciusa -. Il rischio contaminazione è altissimo, ed è da arginare prima che sia troppo tardi.»

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Applicare la tecnologia Blockchain, già nota in ambito finanziario, all’agroalimentare sardo. È un obiettivo ambizioso e dalle grandi potenzialità quello della proposta di legge presentata dal consigliere regionale del M5S Alessandro Solinas, volta alla creazione di una piattaforma informatica regionale multifunzione, in grado di ricostruire e seguire il percorso di un alimento attraverso tutte le fasi della produzione, dalla fattoria alla forchetta. Un sistema univoco per la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti in grado di integrare gli attuali sistemi utilizzati in materia di sicurezza alimentare ed etichettatura.

La Blockchain è un registro pubblico aperto, utilizzato per la gestione di transazioni condivisibili, strutturato in blocchi collegati tra loro in rete e capaci di garantire l’autenticità delle informazioni contenute, una tecnologia che non serve solo a garantire maggior affidabilità alle transazioni finanziarie ma permette scambi sicuri e rapidi per qualunque tipo di informazione.

«Le imprese potranno aderire gratuitamente alla piattaforma regionale ed i consumatori potranno consultarne le informazioni anche attraverso lo smartphone, generando un processo virtuoso in grado di rendere unica la storia dei prodotti sardi – spiega Alessandro Solinas -. La Regione sarà inoltre parte attiva, in quanto non si impegnerà soltanto a promuovere la piattaforma Blockchain ma anche a garantire un’accurata attività promozionale del prodotto sardo, attraverso la creazione di un logo capace di definirne al meglio l’identità ed aiutare le persone a ricordarla. I processi di tracciabilità devono inserirsi nella catena distributiva al fine di garantire la trasparenza dei prodotti alimentari a livello informativo permettendo, così, a tutti gli operatori di innovare in maniera virtuosa, ed ai consumatori di sentirsi più sicuri nei processi di acquisto. Servono tecnologie a supporto della tracciabilità alimentare, che aiutino non solo ad identificare in maniera univoca i prodotti, ma che agevolino le filiere a movimentare velocemente e con più efficienza i prodotti.»

«L’applicazione della Blockchain in ambito agroalimentare – aggiunge Alessandro Solinas – offre l’opportunità di ripensare al sistema di etichettatura a livello funzionale: attraverso un’etichettatura intelligente che utilizza tecnologie già affermate come quelle del Qr Code (Quick Response Code) o i Tag RFID (Radio Frequency IDentification) i consumatori avranno la possibilità di rintracciare e conoscere la provenienza dei prodotti che hanno intenzione di acquistare, ed avere tutta una serie di informazioni sui passaggi del prodotto dalla nascita al confezionamento, dal trasporto sino alla vendita. La priorità alle eccellenze sarde. Vorremmo iniziare dai prodotti Dop, Doc, PAT, De.Co, Docg e Igp, EPD per migliorare i modelli organizzativi aziendali e la tracciabilità delle materie prime, dei semilavorati e dei prodotti finiti.»

«L’obiettivo – sottolinea il consigliere del M5S – è quello di sfruttare le migliori innovazioni tecnologiche ed utilizzarle al servizio dei produttori e dei consumatori. La loro introduzione può essere assimilata a una nuova forma di controllo democratico, in grado di garantire a tutti la possibilità di verificare, controllare e disporre di una totale trasparenza sugli atti e sulle decisioni prese da tutti i soggetti della filiera. In questo momento storico – conclude Alessandro Solinas – la grande rivoluzione della Blockchain è una grandissima opportunità per la nostra Regione.»

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«A distanza di un mese dalla votazione per la risoluzione della Commissione speciale Aias, apprendiamo con rammarico che la situazione non è cambiata di una virgola.  Siamo piombati in una nuova fase di stallo, pericolosissima. I lavoratori lasciati allo sbando annunciano un altro sciopero e ancora non si capisce quale sia la volontà politica dall’assessore alla Sanità Nieddu. Non si capisce quali siano le azioni concrete delle quali abbiamo sentito parlare sino ad oggi. Discorsi magniloquenti e parole vuote non danno da mangiare alle 1.200 persone che attendono lo stipendio: lavoratori che si vedono persi, smarriti. Questa è una vera bomba sociale che coinvolge direttamente e indirettamente più di 4mila persone che aspettano risposte. Da una parte il dramma dei lavoratori, dall’altra quello dei malati che a poco a poco stanno perdendo il diritto di ricevere cure adeguate e costanti.»

I consiglieri del M5S Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa, intervengono con decisione alla luce dell’ennesimo lungo sciopero proclamato dai lavoratori Aias per domani.

«Il tavolo tecnico istituito in Assessorato tra le parti coinvolte, è stato sospeso a causa dell’assenza dei dirigenti Aias. Un fatto gravissimo. Dirigenti che, ricordiamo, in più di trent’anni hanno percepito fondi regionali per migliaia di milioni. Soldi nostri e di tutti i sardi, utilizzati a quale scopo? Tutti abbiamo il diritto di sapere che fine abbiano fatto. Ma, soprattutto, chiediamo a gran voce che chi ha scelto di governare la Sardegna si attivi immediatamente per garantire il diritto alla vita delle numerose persone coinvolte in questa vicenda. Sì, parliamo di diritto alla vita perché di questo si tratta. Dobbiamo renderci conto che negando lo stipendio stiamo negando il diritto alla vita: i lavoratori Aias e le loro famiglie faticano a fare a spesa, a mettere insieme il pranzo con la cena. Basta con le parole vuote di significato. L’assessore Nieddu parli quando saranno finalmente cessate le manifestazioni di protesta. Sino ad allora si continui a lavorare. Basta parole.»

«Quali sono le intenzioni di questa Giunta rimasta in silenzio per mesi? – concludono i consiglieri del M5S Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa -. Da parte nostra, dai banchi dell’opposizione siamo certi che in assenza di risposte nell’immediato, troveremo il modo di far sentire la voce di chi non ha più soldi neanche per mangiare.»

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«A tutt’oggi in Sardegna non esiste un censimento delle persone disabili presenti su tutto il territorio regionale. Uno strumento indispensabile per una corretta ed efficace programmazione degli interventi sanitari e socio sanitari. Nell’ottica di una pianificazione degli interventi futuri è pertanto stringente la necessità di un censimento in formato digitale che ci permetta di conoscere il numero aggiornato e attendibile delle persone disabili residenti nell’isola, conoscere i loro bisogni e le loro necessità, e sapere con esattezza il numero delle famiglie in cui è presente più di una persona con disabilità. Si tratta di informazioni dalle quali non si può prescindere, che la Regione ha il dovere di reperire, organizzare e mettere a disposizione degli uffici regionali competenti in materia.»

Disabilità e risoluzione delle problematiche collegate al centro di una mozione promossa dalla capogruppo del M5S Desirè Manca. Nell’atto, firmato anche dai consiglieri del M5S Alessandro Solinas, Michele Ciusa, Roberto Li Gioi, la consigliera pentastellata chiede al Presidente Solinas e alla Giunta di impegnarsi ad istituire al più presto l’anagrafe digitale dei disabili della Sardegna.

«Nelle attuali condizioni l’efficacia della programmazione regionale per quanto riguarda gli interventi in favore dei disabili è altamente compromessa. Gli unici dati a nostra disposizione sono teorici e non reali e la distribuzione degli interventi disomogenea e a macchia di leopardo – aggiunge Desirè Manca -. Con questa mozione intendiamo impegnare la Giunta ad istituire un gruppo di lavoro per la raccolta di dati certi e aggiornati. Il malato e le sue necessità devono essere messi al centro della programmazione regionale e perché questo venga fatto nel migliore dei modi è fondamentale avere tutte le informazioni utili a guidare la Regione verso una programmazione di interventi sanitari e socio sanitari mirati e dai risultati migliori.»

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«I percorsi formativi per responsabile tecnico delle operazioni di revisione dei veicoli, in base alla delibera del 12 giugno 2003 della Conferenza Stato – Regioni, prevedevano una durata minima di trenta ore per la revisione periodica dei veicoli e di ventiquattro per quella dei motocicli e ciclomotori. La Regione Sardegna, recepito l’accordo, con la delibera di Giunta n. 19/3 del 12 maggio 2010 ha approvato le disposizioni sulle modalità di organizzazione e gli standard formativi per lo svolgimento dei corsi regionali. In seguito, con la direttiva dell’Unione Europea del 2014 sono stati introdotti nuovi criteri di formazione degli ispettori: il ministero dei Trasporti ha definito i nuovi requisiti formativi, ma la Regione Sardegna non ha ancora provveduto ad organizzare i corsi regionali. Un ritardo che rischia di mettere a repentaglio la licenza di tanti operatori privati sardi che in mancanza del titolo rilasciato al termine del corso di aggiornamento non potranno continuare ad esercitare l’attività di controllo. Per questo occorre che la Regione si attivi nell’immediato.»

Questa la richiesta del consigliere regionale del M5S Michele Ciusa, primo firmatario di una mozione (sottoscritta dai consiglieri M5S Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi) che impegna il presidente Christian Solinas e la Giunta a dare immediata attuazione all’accordo della conferenza permanente per i rapporti tra Stato e regioni sui “Criteri di formazione dell’ispettore dei centri di controllo privati autorizzati all’effettuazione della revisione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi”.

«Chi ha conseguito il titolo di responsabile tecnico al 30 aprile 2018 – conclude Michele Ciusa – deve oggi obbligatoriamente seguire un corso di aggiornamento della durata di 20 ore per poter continuare ad esercitare l’attività di ispettore di revisione. È quindi necessario disciplinare i corsi di formazione teorico-pratici  propedeutici agli esami di abilitazione e quelli di aggiornamento per consentire agli ispettori il mantenimento del titolo abilitativo.»

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«Sono circa 15.733 in tutta Italia i dipendenti del gruppo Auchan coinvolti nel passaggio al gruppo Conad. Di questi circa 738 sono lavoratori dei quattro punti vendita Auchan della Sardegna: 198 lavoratori di Cagliari Santa Gilla, 203 di Cagliari Marconi, 179 di Sassari e 158 di Olbia. A preoccupare è il numero degli esuberi che nella nostra Regione interesserà il 50 per cento dei dipendenti, quindi 369 lavoratori del gruppo e rispettive famiglie. Siamo preoccupati davanti a un numero così alto di lavoratori che oggi si trovano col fiato sospeso, impotenti di fronte alle scelte aziendali. Per questo la Regione Sardegna ha il dovere di proteggerli e tutelarli in questo delicatissimo momento.»

La capogruppo del M5S Desirè Manca, prima firmataria di una mozione (sottoscritta anche dai colleghi Alessandro Solinas, Michele Ciusa, Roberto Li Gioi) volta a proteggere i lavoratori Auchan del nostro territorio, chiede l’impegno del Presidente Solinas e della Giunta per scongiurare centinaia di licenziamenti.

«E’ già stato rilevato un numero altissimo di esuberi in tutta Italia: sono 6.197 i lavoratori Auchan che rischiano di restare a casa a causa dei costi del lavoro troppo alti rispetto ai fatturati e alla riduzione delle aree di vendita – aggiunge Desirè Manca -. Soltanto la metà di questi, 3.092 potrebbero essere ricollocati. Per oltre 3mila dipendenti invece questo passaggio, che terminerà entro il 31 dicembre 2020, rappresenta l’inizio di un incubo.»

«Chiediamo alla Giunta – sottolinea Desirè Manca – di farsi parte attiva affinché vengano salvaguardati gli attuali livelli occupazionali e di mettere in campo tutte le risorse a disposizione sia a livello regionale che nazionale. Il passaggio dei lavoratori del gruppo Auchan a Conad deve avvenire sotto la più stretta sorveglianza regionale.»

«In questo momento cruciale – conclude la capogruppo del M5S in Consiglio regionale – la Regione non può lasciare soli i lavoratori ma deve vigilare attentamente per far sì che le misure di gestione degli esuberi che il Gruppo Conad intenderà mettere in atto non abbiano drammatiche conseguenze per i tanti lavoratori sardi coinvolti in questa operazione.»

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Il Consiglio regionale ha rinnovato i componenti di espressione regionale della commissione paritetica Stato-Regione sull’articolo 56 dello Statuto speciale della Sardegna.

La seduta pomeridiana del Consiglio regionale è stata aperta dal presidente Michele Pais con il primo punto l’ordine del giorno: l’esame del documento n. 5 “Articolo 56 Statuto speciale per la Sardegna. Commissione paritetica Stato – Regione Sardegna. Rinnovo dei componenti di espressione regionale”. Il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Prima commissione (Autonomia), Pierluigi Saiu (Lega).

Prima di illustrare l’esito della discussione avvenuta in Prima commissione, Pierluigi Saiu ha voluto fare alcune considerazioni. “Nel dibattito di questa mattina abbiamo ascoltato, nel confronto tra maggioranza e opposizione, l’espressione di posizioni che, nei momenti più duri del confronto, si sono manifestate come molto lontane. Mentre l’esame di questo atto è stato affrontato con grande senso di responsabilità da parte delle forze di maggioranza e di opposizione”. Pierluigi Saiu ha continuato affermando che quando si richiama la maggioranza al suo dovere di garantire il numero legale nelle Commissioni e in aula, lo si fa a ragione: “Ognuno di noi ha il dovere di essere presente in Consiglio e in commissione e chi ha la responsabilità di governare la Sardegna ha una responsabilità ulteriore e non posso che riconoscere, oltre l’impegno delle forze di maggioranza, anche il senso di responsabilità delle forze di opposizione che, nella commissione, che ho l’onore di presiedere, partecipano, ognuno con la propria posizione politica, ma con grande senso di responsabilità”.

Pierluigi Saiu ha poi proseguito con la relazione, affermando che la Prima commissione, nella seduta del 5 novembre scorso, ha preso in esame la proposta della Giunta regionale relativa alla designazione quali componenti di designazione, quali componenti di espressione regionale della Commissione paritetica Stato-Regione, di cui all’articolo 56 dello Statuto speciale sardo, della dottoressa Maria Grazia Vivarelli e dell’avvocato Silvia Curto, rispettivamente capo di Gabinetto e Direttore generale della Presidenza della Regione. “La commissione a maggioranza dei presenti, condividendo le indicazioni della Giunta, ha deliberato di proporre al Consiglio regionale di esprimere parere favore sulla nomina dei due componenti. La Commissione auspica – ha proseguito Pierluigi Saiu – che il Consiglio dia questo parere quanto prima per rendere subito operativa la Commissione paritetica al fine di proseguire il confronto con lo Stato su numerose e delicate questioni. La Commissione, infine, riferisce all’Assemblea che intende avviare una discussione sulla costituzione presso gli uffici della Regione di una struttura organica di supporto tecnico rispetto ai temi legati all’attuazione dello Statuto speciale, che operi in stretto raccordo con il Consiglio regionale”.

Su questo tema, ha proseguito il relatore, la Commissione ha avuto modo di confrontarsi, in particolare, mettendo in evidenza uno degli elementi peculiari della nostra autonomia speciale, che si esprime anche attraverso le norme di attuazione e che “ha visto in Prima commissione l’intervento dei docenti di Diritto Costituzionale, in particolare del professor Ciarlo, in tema di utilizzo migliore di questo strumento ai fini dell’esercizio pratico della nostra autonomia”. “E’ volontà condivisa della Prima commissione – ha concluso Pierluigi Saiu – trovare il modo di consentire l’utilizzo migliore dello strumento delle norme di attuazione così come già fatto da altre regioni a Statuto speciale, come il Trentino Alto Adige, che attraverso questo strumento sono state capaci di esercitare la loro autonomia, così come saremo capaci di fare noi in questa legislatura”.

Il presidente Pais ha dato la parola al capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, il quale ha fatto gli auguri alle neo componenti nominate e ha formulato l’auspicio che, come avvenuto nella scorsa legislatura, appena la Commissione sarà insediata, siano sentite dalla Prima commissione almeno le componenti di nomina regionale, affinché lo strumento delle norme di attuazione sia meglio utilizzato, tenendo conto che la provincia autonoma di Bolzano ne ha approvate 191. “Noi siamo la regione che ne ha approvate meno e credo che sia necessaria una collaborazione con chi dovrà rappresentare la nostra regione in seno alla Commissione paritetica”, ha concluso Francesco Agus.

Dopo che la Giunta ha dichiarato di rimettersi alla volontà dell’Aula, il presidente Michele Pais ha illustrato l’ordine del giorno (Saiu e più) “sul rinnovo dei componenti della Commissione paritetica Stato-Regione di cui all’articolo 56 dello Statuto Speciale per la Sardegna”, in cui il Consiglio regionale esprime parere favorevole sulla nomina della dottoressa Maria Grazia Vivarelli e dell’avvocato Silvia Curto quali componenti di espressione regionale della Commissione paritetica Stato-Regione.

L’ordine del giorno è stato approvato dall’Aula con 31 voti favorevoli e 21 astenuti.

Il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione, Christian Solinas, per le dichiarazioni ai sensi dell’articolo 121, il quale ha ringraziato l’Aula di avergli “immediatamente permesso di riferire riguardo a un importante passaggio della vita democratica di quest’Isola e del Paese nel suo complesso”. “Non sono qui per celebrare risultati – ha affermato – o per attribuire meriti, ma per affrontare con tutto il Consiglio regionale il risultato di un confronto serrato, ma leale, con lo Stato che ci ha portato a tracciare il perimetro di una soluzione possibile per l’annosa vertenza che riguarda gli accantonamenti e le entrate della Regione.

La Sardegna è rimasta l’unica Regione con autonomia speciale a non aver siglato un’intesa per definire il contributo per il risanamento della finanza pubblica e rivendica una riduzione, che abbiamo portato avanti con forza, di questo contributo che la metta al pari delle altre regioni”.

Solinas ha spiegato che è stata presa ad esempio la regione Sicilia, che contribuisce al risanamento della finanza pubblica con l’1,14 per cento del Pil, contro il 1,6 della regione Sardegna. “Questo significa – ha spiegato – che applicando lo stesso parametro dell’1,14, il contributo che noi abbiamo sostenuto di dover riconoscere è pari a 383 milioni contro 536 che lo Stato aveva imposto unilateralmente, con un risparmio di 153 milioni che rimangono nella disponibilità del Consiglio per alimentare le politiche di settore”. Per Solinas si tratta di un primo importante risultato. Per il pregresso, in seguito ai pronunciamenti della Corte costituzionale relativi al 2018 e 2019, che imponevano allo Stato di raggiungere un accordo sulla quantificazione, l’accordo raggiunto prevede “412 milioni a saldo e stralcio del pregresso, che vengono riconosciuti con una pluriennalizzazione dal 2020-2025 che segue la pluriennalizzazione del debito di 244 milioni della Sardegna che saranno ripianati in tre anni”, in base ai trasferimenti che lo Stato in seguito all’accordo che verrà firmato. Solinas ha poi aggiunto che la Regione ha chiesto il riconoscimento, in seguito alla sottoscrizione dell’accordo, dei 76 milioni, che derivavano dai fondi Cipe, già stati usati nelle scorsa legislatura, per ripianare il disavanzo sanitario.

“La parte a mio avviso più importante di questo possibile accordo – ha continuato il presidente – è l’intesa su un grande piano infrastrutturale che inizi a colmare il gap delle infrastrutture che l’Isola soffre in termini di scuole, strade, opere per lo studio universitario e del settore sanitario”. Solinas ha spiegato che tutta questa partita ha portato all’individuazione “di risorse aggiuntive pari a 1 miliardo e 425 milioni e 800mila euro più 111 milioni” con vincolo di destinazione da destinare all’edilizia sanitaria. Quindi un plafond di circa 1,6 miliardi che potrà alimentare un piano di infrastrutturazione “che mi auguro si possa condividere in maniera ampia” perché verrà sviluppato nei prossimi 10 anni. Per quanto riguarda i trasferimenti per le Province si è ottenuta una riduzione di ulteriori 10 milioni alla contribuzione alla finanza pubblica che si sommano ai 50 milioni già ottenuti.

Ricordando al Consiglio che domani andrà a una riunione con il ministero dell’Economia e delle Finanze, con il ministero per il Sud e con La Ragioneria dello Stato, Solinas ha chiesto che, al di là degli schieramenti, si arrivi a un ordine del giorno unitario che dia forza nella trattativa alla Regione “e ci consenta di chiudere questa annosa vicenda e iniziare a lavorare da subito per pensare al migliore utilizzo di queste risorse che rappresentano una grande opportunità di crescita e di sviluppo per tutta la Sardegna”.

Dopo il presidente Christian Solinas ha preso la parola l’on. Cesare Moriconi (Pd), che ha parlato di “una discussione attesa da mesi. Era previsto che entro il 15 luglio avremmo concluso gli accordi con lo Stato per evitare di pagare oltre ingiustamente.  Le cifre di cui ci riferisce il presidente Solinas meritano approfondimento e considerazione, si tratta di una ipotesi di accordo importante. Sarebbe più responsabile approcciarsi con una astensione davanti a un documento di questo tipo: di buono c’è che ne parliamo e di male c’è che questa discussione è molto stretta. Dunque, annuncio l’astensione del gruppo del Pd”.

Per l’on. Angelo Cocciu (Forza Italia) “abbiamo di fronte una vertenza importante e storica e oggi sarebbe importante avere un voto favorevole di tutti, non solo quello della maggioranza Sbagliato dividerci: ripensateci e firmiamo tutti”.

“Finalmente si parla di entrate e della vertenza”, ha detto l’on. Daniele Cocco (Leu), “dopo che la Corte costituzionale ha  sancito i nostri diritti. La nostra astensione sull’ordine del giorno è un fatto positivo, mi fido del presidente anche se non ho visto conti e tabelle. Il nostro dovere sarà tenere alta la tensione su questa vertenza perché tante sono le aspettative”.

Per Fdi ha preso la parola l’on. Fausto Piga, che ha ricordato alcuni passaggi della vertenza entrate vissuti anche da sindaco. “Massimo sostegno al presidente Christian Solinas. Questa è una riparazione dei danni alla Sardegna dai governi centrali che si sono succeduti. La Regione Sardegna deve essere trattata al pari delle altre e vorrei che dopo le entrate ci fosse una vertenza Sardegna, indipendente dal colore politico di ciascuno di noi. Vogliamo competere ad armi pari con tutti e non subire disagi dell’insularità”.

L’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha detto che “sistematicamente lo Stato ha una tendenza a non pagare e già dai tempi del sottosegretario Giorgio Macciotta ci siamo accorti di questo. Oltre alle entrate è utile anche regionalizzare la finanza locale, per avere ulteriori risorse. E suggerisco di aggiungere che queste risorse sono aggiuntive rispetto a quelle dell’obiettivo uno, per evitare che con i giochi di tre carte alla fine le risorse aggiuntive siano risorse già destinate alla Sardegna. Ecco, chiedo che sia chiara la provenienza delle risorse oggetto di questo accordo, prendiamoci il tempo necessario per valutare”.

L’on. Alessandro Solinas (Cinque stelle) ha annunciato il voto di astensione del suo gruppo e ha ricordato “il lavoro svolto dai rappresentanti Cinque stelle in Parlamento per arrivare al risultato di questo traguardo storico. Presto potremo dire di aver messo la parola fine alla vertenza entrate”.

Per il gruppo Udc l’on. Gian Filippo Sechi ha annunciato il voto favorevole: “Non ci abbattono le sconfitte e non ci esaltano le vittorie ma è giusto mostrare soddisfazione”. Della stessa opinione anche l’on. Michele Cossa (Riformatori), che ha ricordato come già nel 2010 lo Stato iniziò ad applicare la politica degli accantonamenti contro le Regioni. “Ci ha pensato la Corte costituzionale, con le sentenze 6 e 31 del 2019, a spiegare che le norme di attuazione degli statuti speciali prevalgono sulla legislazione statale ordinaria. Non esistono governi amici o nemici ma controparti, perché portatrici di interessi diversi. E’ importante il risultato che ci ha portato oggi il presidente Solinas ma sulla partita delle accise dobbiamo ragionare sin dalla prossima nostra legge finanziaria. Dobbiamo liberarci di ogni complesso di inferiorità”.

Sempre dai banchi della maggioranza ha preso la parola il leader di Sardegna Venti/20, on. Stefano Tunis. “Finalmente iniziamo a costruire dalle fondamenta questa legislatura. In passato non è andata così e di questo grande risultato dobbiamo dare atto al presidente Solinas e al suo grande lavoro per arrivare al risultato. Un lavoro silenzioso, senza annunci, che rivela un metodo”. Per il Psd’Az è intervenuto l’on. Stefano Schirru che ha detto: “Questo argomento non dovrebbe trovare opposizione in Consiglio perché è interesse di tutte le forze politiche presenti qui che la quantità di denaro a disposizione aumenti. Ma c’è un messaggio più lungimirante ed è il dibattito sull’idea stessa di nazione rispetto allo Stato. Questo è il momento storico in cui le regioni d’Europa devono rimodulare le ragioni del loro stare insieme”.

Dai banchi della Lega l’on. Dario Giagoni ha ringraziato perché “l’impossibile è diventato possibile e la Lega ha ragione di gioire perché ha scelto il presidente Solinas come leader del centrodestra che oggi si mette giustamente questa medaglia al petto. Parte del maltolto ci viene restituito e si tratta di linfa vitale per il nostro territorio e dovranno essere investiti prima di tutto per una viabilità degna di questo nome”.

Per replica il presidente Alessandro Solinas ha detto: “Aggiungo un approfondimento a quanto ho detto prima e preciso che le risorse sono obiettivamente aggiunte e non le stesse risorse chiamate con un nome diverso. Su questo rassicuro l’on. Massimo Zedda, pur nella cautela dei rapporti con il governo centrale: si tratta di risorse aggiuntive e pluriennalizzate, dovremmo essere noi a programmare e a realizzare la spesa. Sulla vicenda delle province abbiamo applicato gli stessi parametri delle province delle altre regioni e arriveremo a 60 milioni di euro”. Il presidente ha proseguito: “Ho evitato di sottoscrivere l’accordo prima di confrontarmi con l’Aula e l’ho fatto per rispetto verso il Parlamento sardo, tutto il Parlamento e non soltanto le forze politiche che sostengono la mia maggioranza. Ringrazio chi ha speso parole lusinghiere verso di me: ho provato a fare il mio dovere con disciplina ed onore”.

Posto in votazione l’ordine della maggioranza (Mula e più) – che dà mandato al presidente della Regione per la stipula dell’accordo con il governo italiano sull’annosa questione delle entrate e degli accantonamenti – è stato approvato con 32 voti a favore e 22 astensioni.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha quindi proposto la sospensione dei lavori ed il rinvio della discussione delle due mozioni iscritte all’ordine dei lavori mentre il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha sottolineato l’opportunità di una convocazione del Consiglio per la prossima settimana.

Il presidente del Consiglio ha dunque dichiarato conclusi i lavori e preannunciato la convocazione dell’Assemblea regionale al domicilio dei consiglieri.