19 April, 2024
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E’ stato firmato, questa mattina, nel comune di Berchidda, il decreto per l’istituzione del monumento naturale “Arco e Punta Sa Berrita-Supràppare”, sito geologico costituito da due unità nel massiccio del Monte Limbara: un ‘Arco’ di roccia e la punta ‘Sa Berrita’, nota anche come ‘Rocca manna Supràppare’.

«Si tratta di un monumento naturale con un importante valore scientifico e ambientale – ha spiegato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, che ha firmato il documento insieme al sindaco Andrea Nieddu -. L’equilibrio del blocco di roccia e la rarità di un arco di granito danno valore al patrimonio paesaggistico, che può rappresentare une risorsa per la promozione turistica nel territorio di Berchidda. Anche l’ambiente deve diventare uno strumento per la crescita e lo sviluppo economico delle comunità, dei singoli territori, dell’intera Sardegna. Dobbiamo affrontare questa sfida culturale che può dar vita ad opportunità occupazionali.»

L’istituzione del ‘monumento naturale’ vieta, per conservare e valorizzare il bene, qualsiasi intervento che possa manomettere, alterare, trasformare l’aspetto o i valori estetici e paesaggistici, vietando l’apertura di nuovi sentieri e scavi (se non appositamente autorizzati dall’Assessorato regionale), la sottrazione e il prelievo di rocce e minerali, l’inserimento di installazioni permanenti artificiali, se non quelle per le attività connesse alla conservazione, alla tutela e ad una compatibile fruizione del sito (ricerca scientifica, attività educative e ricreative). Al comune di Berchidda è stata affidata la conservazione e la valorizzazione del monumento naturale, compresa la realizzazione delle apposite tabelle segnaletiche.

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Riapertura del presidio di assistenza medico specialistica per le malattie rare nel Nord Sardegna e copertura dei posti vacanti per medici di Medicina generale nei comuni di Berchidda, Monti e Oschiri. Sono questi i temi al centro dell’incontro che si è tenuto questa mattina tra l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu ed il sindaco di Berchidda e presidente della Comunità montana del Monte Acuto, Andrea Nieddu.

«Un’occasione – spiega l’assessore regionale della Sanità – per un confronto su alcune tematiche specifiche che riguardano il territorio del nord dell’isola. In particolare valuteremo attentamente la possibilità di riaprire il presidio per le malattie rare per il Nord Sardegna. Un servizio di cui potrebbero beneficiare i circa seicento pazienti che per le cure, oggi, devono obbligatoriamente spostarsi su Cagliari.»

Per gli specialisti di Medicina generale nel bacino dei tre Comuni del Monte Acuto l’assessore ha rassicurato: «Verificheremo le criticità emerse nel corso dell’incontro e daremo risposte nel rispetto dei diritti dei cittadini».

Un incontro positivo secondo il primo cittadino di Berchidda: «Da tempo il Nord Sardegna non ha più un centro per l’assistenza dei pazienti con malattie rare. Abbiamo indicato all’assessore che sarebbero sufficienti un medico e un infermiere per riattivare il servizio ed evitare quello che oggi rappresenta un disagio per i pazienti che dal centro-nord Sardegna si vedono costretti a raggiungere Cagliari. Per la copertura delle sedi di medicina generale abbiamo chiesto che vengano rispettati i termini della pubblicazioni delle graduatorie come stabilito nell’accordo nazionale. Nel portare le istanze del territorio, ho comunicato all’assessore Mario Nieddu piena disponibilità e collaborazione, nell’interesse dei cittadini, non solo quelli che vivono nel nostro comprensorio. È urgente – conclude Andrea Nieddu – coprire ancora la sede vacante del 2015 e del 2018 a Berchidda-Oschiri-Monti. Sempre sugli ambiti territoriali sollecitiamo la revisione dei criteri per la loro individuazione, tenuto conto delle caratteristiche specifiche dei territori».

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Oggi al comune di Berchidda siamo stati parte attiva accanto all’amministrazione comunale e ai rappresentanti del comitato popolare che, durante un incontro con i vertici Terna, hanno sollevato numerose perplessità sul progetto di realizzazione degli elettrodotti  Terna a 150 Kv “Santa Teresa-Tempio” e “Tempio-Buddusò” che, in buona parte, interesseranno un’area di assoluto pregio naturalistico.

«Torniamo a casa fiduciosi. Al di là dei colori politici, è nostro interesse tutelare il territorio e i cittadini», ha commentato il deputato del Movimento 5 Stelle, Nardo Marino. Terna non solo ha accolto le richieste di rivedere la parte del tracciato dell’opera che ricade anche sui terreni adibiti alla coltivazione del vermentino di Gallura DOCG, già rappresentate durante il recente tavolo romano,  ma ha preso in carico anche la richiesta del deputato Nardo Marino e del sindaco Andrea Nieddu, relativa alla realizzazione di uno studio di fattibilità per l’interramento di una porzione del tracciato. L’obiettivo del sindaco e del parlamentare converge su un punto fondamentale: fare in modo che l’opera – di rilevata importanza per la Sardegna – non comporti un sacrificio in termini economici e turistici del territorio e delle aziende che in esso operano. Il problema era stato sollevato in un’interrogazione parlamentare del parlamentare Marino all’indirizzo del ministero dell’Ambiente.

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«Prendo atto della disponibilità di Terna Spa a incontrare l’amministrazione comunale di Berchidda e i rappresentanti del comitato popolare che hanno sollevato numerose perplessità sul progetto di realizzazione degli elettrodotti a 150 Kv ‘Santa Teresa – Tempio’ e ‘ Tempio – Buddusò’ che, in buona parte, interesseranno un’area di assoluto pregio naturalistico”

Nardo Marino, deputato del Movimento 5 Stelle, replica alla nota diramata dalla società Terna a seguito dell’interrogazione scritta che l’esponente del Governo ha presentato al ministero dell’Ambiente e al MISE.

«La volontà di Terna di individuare la soluzione ambientalmente più sostenibile per il territorio – commenta Nardo Marino – citando la nota diffusa dalla società – risponde alle esigenze di tutela e salvaguardia del territorio oggetto della mia interrogazione.»

Il parlamentare ha già raccolto la piena disponibilità del sindaco di Berchidda, Andrea Nieddu, che si dice pronto ad incontrare i responsabili del progetto di Terna Spa.

L’atto ispettivo, depositato lo scorso 18 dicembre e rivolto ai ministri competenti in materia, ha come fine ultimo ottenere rassicurazioni e garanzie di tutela del patrimonio naturalistico ed economico esistente nelle aree che verranno gravate dal posizionamento di numerosi tralicci. In particolare, l’interrogazione fa riferimento ai 63 tralicci, alti 40 metri, che verranno dislocati su una superficie di 18 chilometri nel territorio di Berchidda. L’area oggetto dell’intervento ospita specie faunistiche endemiche in via d’estinzione, come la rarissima aquila del Bonelli e i due terzi dell’intero patrimonio viticolo berchiddese dove viene coltivata l’unica Docg della Sardegna, il Vermentino di Gallura.

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Il deputato del Movimento 5 Stelle Nardo Marino ha presentato un’interrogazione scritta al ministero dell’Ambiente e al MISE, sul progetto di realizzazione da parte di Terna Spa degli elettrodotti a 150 Kv “Santa Teresa – Tempio” e “Tempio – Buddusò” che ricadranno nella zona settentrionale della Sardegna interessata da aree di pregio naturalistico.

L’obiettivo dell’interrogazione, depositata lo scorso 18 dicembre, è ottenere dai ministri competenti in materia, rassicurazioni e garanzie di tutela del patrimonio naturalistico ed economico esistente nelle aree che verranno gravate dal posizionamento di numerosi tralicci. In particolare, l’interrogazione fa riferimento ai 63 tralicci, alti 40 metri, che verranno  dislocati su una superficie di 18 chilometri nel territorio di Berchidda. Nell’atto ispettivo, il deputato Marino riporta le preoccupazioni esposte in più occasioni dall’amministrazione comunale di Berchidda e dal comitato popolare “No at Berchidda”, nato per manifestare la propria contrarietà al progetto. Il comune di Berchidda ritiene che l’opera, se realizzata secondo il progetto di Terna Spa, rischierebbe di mettere in sofferenza l’intero habitat.

«La storia arriva da lontano – commenta l’onorevole Nardo Marino – è necessario che infrastrutture del genere vengano concordate con i territori interessati e che venga tutelato il patrimonio naturalistico esistente evitando – laddove possibile – il posizionamento dei tralicci nelle aree di maggior pregio.»

L’area oggetto dell’intervento, infatti, ospita specie faunistiche endemiche in via d’estinzione, come la rarissima aquila del Bonelli ed i vigneti dedicati alla coltivazione del Vermentino di Gallura Docg: l’apposizione dei tralicci in questi siti potrebbe provocare danni di carattere ambientale ed economico.

Il comune gallurese ha chiesto più volte un confronto diretto con i vertici di Terna per studiare una variante al tracciato nel rispetto delle specificità ambientali e del modello di sviluppo esistente basato sull’allevamento, l’agricoltura e la viticoltura. Le richieste del sindaco Andrea Nieddu non hanno trovato risposta ufficiale. L’interrogazione del deputato Nardo Marino punta ad ottenere riscontri sulle iniziative che il Governo intende adottare per favorire sia una variante del progetto che abbia come obiettivo la salvaguardia delle aree di pregio naturalistico, sia un confronto tra le comunità interessate dall’opera e Terna Spa.

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Nessuna polemica con il sindaco di Berchidda Andrea Nieddu, ma esiste l’esigenza di stabilire con correttezza e trasparenza la verità dei fatti e delle iniziative nell’interesse della collettività e nel rispetto delle persone. L’assessorato dei Lavori pubblici condivide con il Comune, lo ha detto e lo persegue, l’esigenza di assicurare l’avanzamento celere dei lavori ma senza arrecare pregiudizio per la sicurezza e la fruibilità delle viabilità collaterali interessate.

Il progetto per l’appalto dei lavori ed il successivo progetto esecutivo, redatto e approvato dall’ANAS S.p.A. a maggio 2014, prevede il mantenimento del traffico sullo stesso asse principale durante l’esecuzione dei lavori, seppur con una sezione ridotta; questa impostazione, tra l’altro, ha contraddistinto tutti i tratti in allargamento della Nuova Sassari-Olbia.

Solo a fine 2014, in un incontro con i responsabili del procedimento (R.U.P.) dell’ANAS dei diversi lotti e non nel corso di una seduta del Comitato di Attuazione e Sorveglianza (C.A.S.), il R.U.P. del Lotto 5, a seguito della contestazione dei ritardi da parte della Regione, al fine di ridurre i tempi di esecuzione dell’opera aveva prospettato la possibilità di una deviazione parziale del traffico sulla viabilità locale, ma tale proposta non è mai stata inviata formalmente alla Regione Sardegna. La nota del 23.03.2015 citata dal sindaco di Berchidda, infatti, è stata inviata alla sola Amministrazione comunale.

Le successive vicissitudini giudiziarie dell’appalto, che hanno dapprima riguardato l’impresa I.C.S. Grandi Lavori S.p.A. a marzo 2015 e successivamente la subentrante Tecnis S.p.A. a ottobre 2015, hanno determinato di fatto la sospensione dei lavori fin dall’aprile 2015, e conseguentemente la questione della possibile deviazione del traffico veicolare durante l’esecuzione dei lavori del lotto 5 è stata riproposta dall’ANAS solo con la ripresa dei lavori da parte del nuovo appaltatore Italiana Costruzioni ad aprile 2018.

La deviazione totale del traffico sulla viabilità locale ora prevista dall’ANAS può essere giustificata solo in condizioni di assenza di insicurezza certificata e dimostrata dall’Azienda che, sulla base dei compiti e delle funzioni svolte nell’esecuzione della Sassari-Olbia, gestisce direttamente il cantiere e si assume quindi la responsabilità dell’iniziativa.

L’Assessorato, dopo aver incontrato nel mese di settembre gli operatori agricoli locali, l’ANAS S.p.A. e l’Amministrazione comunale di Berchidda, con la nota n. 34930 del 10.10.2018 indirizzata all’ANAS S.p.A., ha formalizzato la propria posizione in merito alla deviazione del traffico sulla S.P.199.

In tale comunicazione, in particolare, l’Assessorato:

 ha ricordato l’impostazione degli interventi lungo la Sassari-Olbia riguardo alla gestione del traffico, sulla base della quale sono stati redatti sia il progetto preliminare che il progetto definitivo – esecutivo del lotto 5, che prevede l’esecuzione dei lavori di raddoppio della carreggiata mantenendo il traffico veicolare lungo l’asse principale;

 ha esposto puntualmente le criticità correlate alla deviazione stessa, sia dal punto di vista della sicurezza del traffico lungo la Sassari-Olbia che dei flussi veicolari locali, legati prevalentemente alle attività agricole esistenti nel territorio comunale di Berchidda e distribuite lungo la S.P.199;

 ha invitato l’ANAS a valutare ulteriori misure di riduzione delle problematiche descritte sulla base di valutazioni tecniche e studi di traffico oltre che di simulazione dei diversi scenari alternativi per la cantierizzazione dell’opera.

Non essendo pervenuto alcun riscontro a giustificazione della scelta operata, la decisione di deviare totalmente il traffico sulla viabilità locale permane nella piena responsabilità dell’ANAS, e la Regione Sardegna continua a esprimere la propria contrarietà.

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Una delegazione del Comitato promotore per l’Insularità, guidata dal presidente Roberto Frongia, ha tenuto stamane una conferenza stampa ad Olbia, per fare il punto sulle iniziative messe in campo.

«Dopo un percorso che da un paio di anni riguarda migliaia di cittadini e di cittadine della Sardegna, nel mese di settembre depositeremo le firme per la proposta di legge sull’insularità – si legge in una nota -. Al di là di disquisizioni e di distinguo da parte di alcuni non vi è più alcun dubbio che l’idea di un riconoscimento costituzionale è la strada necessaria per ottenere pari diritti e pari opportunità. Ogni altra soluzione riconferma uno stato di minorità e di sottosviluppo. Abbiamo consapevolezza, infatti, che l’intervento pubblico in Sardegna, quello a pioggia sempre più attraversato dal risentimento e dall’insoddisfazione, ha minato i fondamentali della cultura di intrapresa produttiva e della responsabilità, rafforzando il clientelismo e la dipendenza dagli aiuti statali e dal ceto politico. Per queste ragioni, oggi, i sardi non chiedono maggiore assistenza pubblica, piuttosto il riconoscimento del “principio di insularità” nella Costituzione Italiana come condizione irrinunciabile ed equa di un pari diritto di cittadinanza attraverso infrastrutturazioni, materiale e immateriale, che offrano, appunto, “pari opportunità” di partenza per tutti e valorizzi le risorse umane ed economiche di cui l’Isola dispone.»

Diversi studi evidenziano tra le altre dimensioni che «in termini monetari, il tempo di percorrenza addizionale necessario per raggiungere il continente via mare costa – rispetto al trasporto via terra – oltre 660 milioni di euro ogni anno per il trasporto passeggeri e merci, compreso del disagio rappresentato dai tempi d’attesa e dai cambiamenti nella frequenza del servizio». Questo solo dato offre la misura della disparità di opportunità tra i cittadini e le imprese sarde rispetto al resto d’Italia e dell’Europa. Ecco perché è arrivato il tempo di un nuovo racconto della Sardegna e sulla Sardegna per riscrivere lo Statuto Sardo con un rapporto dialettico con lo stato centrale e con l’Europa che ponga immediatamente le basi per un futuro che ci emancipi da uno stato di gregarietà ancora una volta stigmatizzato dall’essere ritornati nell’Obiettivo 1.

Immediatamente inizieranno due nuove sfide: verso l’Europa e per la riscrittura della Statuto Sardo.

A 70 anni dal Congresso dell’Aia, premessa per attuare il Manifesto di Ventotene e fondare uno stato federale europeo, e a 60 dal Trattato di Roma che fece dell’Unione europea una praticabile traiettoria, oggi ci interroghiamo se il sogno di Ernesto Rossi e di Altiero Spinelli sia stato una chimera o non invece una pratica che quotidianamente riconosca pari diritti, pari doveri e pari opportunità per tutti i cittadini a qualsiasi nazione, religione, sesso appartengano.  

Nei giorni in cui ricordiamo i martiri di Marcinelle che furono sacrificati ad una visione in cui i diritti civili e sociali erano di là a venire e l’integrazione non era una condivisione di valori ma sottostare a quelli del più forte economicamente, il Comitato dell’insularità in Costituzione interpella le istituzioni sarde, nazionali, europee per verificare se le condizioni ostative per avere pari opportunità anche nelle situazioni geografiche insulari, ivi compresa la Sardegna, siano state superate. 

I padri fondatori ben sapevano quanto le situazioni di partenza erano disomogenee. D’altronde erano state le ragioni dei continui conflitti che per oltre mille anni hanno insanguinato l’Europa e lasciato sul campo milioni di persone. La pace che, per la prima volta nella storia, da oltre 70 anni godiamo in tutti i paesi europei, deve essere riconosciuta come un valore fondante e non surrogabile. Con essa deve diventare effettivamente fondante il riconoscimento di pari responsabilità ma anche di pari benefici in qualsiasi parte dei paesi membri capiti di nascere; superando definitivamente le discriminazioni che permangono e che riguardano tuttora anche la Sardegna.

«È necessario inserire il principio di insularità nella costituzione per poter rendere effettivi i diritti riconosciuti dal trattato di funzionamento dell’Unione europea per le Isole – ha detto Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia -. Non solo proseguiremo la raccolta delle firme, ma chiederò al vice presidente del Consiglio, on. Matteo Salvini, di firmare la proposta di legge, alla luce delle sue odierne sollecitazioni sul cattivo uso della nostra autonomia e nell’ambito di una leale collaborazione.»

«Oggi consegniamo simbolicamente 1.000 firme raccolte in Lombardia. Nelle prossime settimane – ha concluso Stefano Maullu – proseguiremo la raccolta con due iniziative importanti a Torino e Milano.»

Alla conferenza stampa, tenutasi ad Olbia questa mattina, sono intervenuti Roberto Frongia, presidente del Comitato; Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia; Maria Antonietta Mongiu, presidente del FAI Sardegna; Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi; Giovanni Pileri; Francesco Lai, sindaco di Loiri; Andrea Nieddu, sindaco di Berchidda; Antonio Satta, sindaco di Padru; Alessandro Sini consigliere comunale di Oschiri; Anna Paola Isoni consigliere comunale di Tempio Pausania; Matteo Sanna, ex consigliere regionale.

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Una forte sinergia fra costa ed interno per potenziare l’offerta turistica, valorizzare le risorse culturali e ambientali, rivitalizzare il tessuto economico e imprenditoriale locale e migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone attraverso i servizi. Punta su questo il progetto di programmazione territoriale “Monte Acuto-Riviera di Gallura, Territori di eccellenza della Sardegna”, chiuso e finanziato oggi con 30 milioni di euro, di cui 18 di nuova finanza, dall’assessore della Programmazione Raffaele Paci, ospite del sindaco Giuseppe Porcheddu nella sala consiliare del comune di Budoni con amministratori locali, consiglieri regionali, sindacati e imprenditori. Due Unioni guidate da Andrea Nieddu (Monte Acuto) e Francesco Lai (Riviera di Gallura) che contano 10 Comuni (Alà dei Sardi, Berchidda, Buddusò, Monti, Oschiri, Padru, Budoni, Loiri Porto San Paolo, San Teodoro, Golfo Aranci) e 32.400 abitanti.
«Ho apprezzato molto che le due Unioni di Comuni si siano messe insieme. L’interno e la costa, perché questo è il futuro della Sardegna: saldare il turismo e l’ambiente alla nostra cultura, all’agroalimentare, all’artigianato, a tutto ciò che l’interno può offrire come valore aggiunto in termini di identità e tradizione. Legare questo valore ai flussi turistici è importante perché dà possibilità di crescita, dunque di ricchezza e occupazione – ha detto il vicepresidente della Regione Paci -. È un progetto ottimo, e voglio sottolineare quanto considero importante la presenza della Chiesa a tutela di un pezzo importante del nostro patrimonio architettonico, culturale e della tradizione. Ed è importante il fatto che amministratori di diversa appartenenza politica si siano alleati per il bene dei territori e dei cittadini, che è l’unica cosa che conta per creare sviluppo. Di questa alleanza fa parte la Regione, che non è un contraltare dei Comuni ma un forte alleato, perché solo unire le forze può garantire risultati vincenti: in fondo siamo noi amministratori regionali i primi sindaci della Sardegna, perché abbiamo a cuore e tuteliamo gli interessi di tutti i cittadini che fanno parte della comunità sarda.» 
Il finanziamento si articola fra interventi di nuova finanza (15 milioni e mezzo più 2 milioni per le zone umide e 250mila euro di risorse della Conferenza episcopale sarda come previsto dal protocollo d’intesa per la valorizzazione degli edifici di culto con particolare valore storico e culturale) e interventi già valorizzati nell’ambito di altre politiche, oltre 12 milioni di euro che vengono messi a sistema. Il Progetto di Sviluppo Territoriale mira a migliorare l’attrattività e la competitività del territorio attraverso lo sviluppo di un sistema turistico integrato. È organizzato in 6 azioni: valorizzazione turistica delle risorse culturali e ambientali (percorsi naturalistici, attrattori archeologici, valorizzazione dei luoghi di fede); valorizzazione delle risorse turistiche ambientali (riqualificazione delle zone costiere, umide e lagunari); competitività delle imprese (incentivi per le imprese che investono in turismo e produzioni tipiche); miglioramento dei servizi essenziali per il territorio (investimenti su scuola e capitale umano, infrastrutture); qualità della vita e benessere della persona, con particolare attenzione a disabili e anziani; governance territoriale, con un unico responsabile per la realizzazione degli interventi.
“Monte Acuto-Riviera di Gallura” è il nono progetto che viene chiuso e finanziato dalla Regione, per un totale di 130 milioni di euro con 14 Unioni e 110 Comuni coinvolti. Altri 11 progetti sono avviati o in fase di co-progettazione (16 Unioni e 139 Comuni coinvolti), 5 in fase di avvio (5 Unioni e 35 Comuni coinvolti). Complessivamente parliamo di 24 progetti con 35 Unioni, 284 Comuni e 950mila cittadini coinvolti, cioè il 90% dei 293 Comuni Sardi che hanno i requisiti per partecipare alla programmazione territoriale. Oltre il 70% degli interventi vede già realizzate le gare di progettazione esecutiva. In Alta Gallura e Parte Montis alcuni interventi sono stati già appaltati e aggiudicati i lavori. I progetti devono essere realizzati in 36 mesi. «Questa Programmazione territoriale sta funzionando perché c’è una partecipazione diretta delle comunità, certamente dei sindaci che hanno un ruolo principale ma anche tutto il partenariato economico e sociale. Abbiamo i bandi territorializzati per le imprese, quindi anche tutto il tessuto economico partecipa, e sono bandi mirati, che vanno sulle produzioni che il territorio ha scelto. E poi – conclude Raffaele Paci – i tempi sono rapidi, i percorsi avviati si concludono, non ci sono promesse irrealizzabili e ogni euro promesso con la mia firma arriverà effettivamente sul territorio.»

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Lunedì 23 ottobre il comitato promotore, i rappresentanti dei sindaci che hanno aderito alla campagna referendaria sull’insularità (sono ben 180 i primi cittadini che hanno aderito alla promozione del referendum) ed il comitato scientifico, terranno una conferenza stampa per illustrare l’iter verso l’atteso appuntamento referendario. «I sindaci hanno ben chiaro il ritardo nello sviluppo e lo spopolamento delle comunità – spiega Roberto Frongia, presidente del comitato -, sia stato sinora affrontato dallo Stato in prevalenza con interventi di tipo assistenziale, che hanno impedito di sviluppare un’economia autopropulsiva. Per questo motivo hanno aderito in modo massiccio per promuovere il referendum». 

Alla conferenza stampa saranno presenti, tra gli altri, i seguenti sindaci:

  • Stefano Delunas, Quartu
  • Tomaso Locci, Monserrato
  • Paola Secci, Sestu
  • Giacomo Porcu, Uta
  • Andrea Pisanu, Giba
  • Laura Cappelli, Buggerru
  • Elio Mameli, Villaspeciosa
  • Alessandro Scano, Decimoputzu 
  • Marco Pisano, Mandas
  • Alessio Piras, Selegas
  • Celestino Pitzalis, Tuili
  • Marco Floris, Siris
  • Fausto Piga, Barrali
  • Nello Cappai, Guamaggiore.

Saranno invece collegati via Skype sindaci dalle diverse zone del territorio regionale, tra i quali Nicola Sanna, sindaco Sassari, Andrea Soddu, sindaco Nuoro, Andrea Lutzu, sindaco di Oristano, Flavia Loche (Tonara), Costantino Tidu (Teti), Ester Satta (Olzai), Roberto Ragnedda (Arzachena), Gianni Orrù (Busachi), Franceschino Serra (Pau), Andrea Nieddu (Berchidda).

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Insularità’: una battaglia talmente forte che sfonda anche ad agosto. La Sardegna si unisce intorno alla bandiera del principio di insularità! 

Mentre crescono le adesioni di importanti personalità al Comitato Scientifico, parte con il botto anche il comitato degli amministratori: sono già scesi in campo 70 sindaci, con oltre 300 tra consiglieri ed assessori, pronti a mettere a ferro e fuoco la Sardegna per ottenere ciò che ci spetta di diritto!

L’iniziativa referendaria per l’inserimento del principio dell’insularita in Costituzione, lanciata soltanto da una settimana, trova dunque spazi crescenti.

Tra i sindaci hanno aderito Andrea Lutzu (sindaco di Oristano), Roberto Ragnedda (Arzachena), Giorgio Alimonda (Portoscuso), Ivan Mameli (Barisardo), Roberto Uda (sindaco di Loceri), Diego Loi (Santu Lussurgiu), Antonio Cappai (Guamaggiore), Paola Secci (Sestu), Flavia Loche (Tonara), Tomaso Locci (Monserrato), Giusepppe Fasolino (Golfo Aranci), Massimo D’Agostino (Bonorva), Massimo Cannas (Tortolì), Antonello Figus (Santa Giusta), Marco Falchi (Muravera), Costantino Tidu (Teti), Gianfranco Trullu (Perdaxius), Marco Pisano (Mandas), Giovanni Porcu (Irgoli), Domenico Gallus (Paulilatino), Andrea Piroddi (Ilbono), Maristella Lecca (vice sindaco di Monserrato), Sandro Pili (Terralba), Claudio Pinna (Zeddiani), Martino Salis (Oliena), Celestino Pitzalis (Tuili), Luca Pilia (Isili), Andrea Nieddu (Berchidda), Fausto Orrù (Gonnosfanadiga), Giovanni Santo Porcu (Galtellì), Pietro Moro (Laerru), Gabriella Mameli (vice sindaco di Selargius), Vincenzo Cosseddu (Benetutti), Ester Satta (Olzai), Marco Atzei (Pompu), Mario Sassuolo (Siligo), Marco Floris (Siris), Andrea Santucci (Marrubiu), Serena Massa (Senis), Alessandro Scano (Decimoputzu), Pierandrea Deias (Nuxis), Giorgio Scano (Simala), Mauro Steri (Gonnosnò), Luciano Barone (Mamoiada), Antonio Diana (Stintino), Renzo Ibba (Morgongiori), Gianfranco Pinducciu (Telti), Gianni Orrù (Busachi), Pierpaolo Sitzia (Gonnoscodina), Agostino Pirredda (Luogosanto), Elio Mameli (Villaspeciosa), Alessio Piras (Selegas), Franceschino Serra (Pau), Giovanni Daga (Nuragus), Antonello Pirosu (Villaperuccio), Antonello Demelas (Samugheo), Paolo Spezziga (Valledoria), Francesco Caggiari (Bortigali), Tito Loi (Osini), Pietro Arca (Sorradile), insieme a 312 amministratori comunali.

Un segnale molto forte quello che stanno dando gli amministratori locali con un numero di adesioni che cresce di ora in ora. 

La mobilitazione ha avuto una forte accelerazione a seguito dell’indizione dei referendum che si terranno in Lombardia e Veneto il 22 ottobre prossimo, finalizzati ad ottenere “particolari forme di autonomia” e maggiori risorse: un evento di forte impatto politico, destinato a modificare radicalmente il sistema di ripartizione delle risorse tra le regioni italiane. La Sardegna nella sua condizione di insularità ha uno svantaggio geografico permanente e grave, di cui la comunità nazionale sembra non accorgersi. Da qui l’idea di portare il caso Sardegna all’attenzione del dibattito politico e dell’opinione pubblica nazionale: il “caso Sardegna”, attraverso un referendum sardo.

In prima linea da oggi dunque anche i sindaci e tutti gli amministratori: «È stata una risposta immediata, forte e entusiasta – ha dichiarato Lucia Tidu del comitato promotore del referendum che coordina il gruppo Amministratori a sostegno del referendum -. Il segnale fortissimo dato dai sindaci e amministratori in pochi giorni ci porterà a fine agosto con la maggioranza dei sindaci sardi a una grande mobilitazione.»

«Una battaglia di tutti i sardi che va oltre tutte le appartenenze politiche – ribadisce Roberto Uda sindaco di Loceri (Pd) – e che porteremo avanti nei nostri territori». «Il riconoscimento dell’insularità in costituzione è centrale per lo sviluppo della nostra Sardegna – aggiunge Giuseppe Fasolino, sindaco di Golfo Aranci (Forza Italia) -, qualsiasi strumento che possiamo mettere in campo lo perseguiremo con la massima determinazione».

«Queste adesioni, che seguono di pochi giorni la formazione del Comitato scientifico – sottolinea Roberto Frongia, coordinatore del Comitato referendario -, servono a legare in modo formidabile la battaglia Referendaria ai  diversi territori sardi.»

 «Questa battaglia va al di là di ogni appartenenza politica e gli amministratori ne hanno dato un segnale fortissimo – dice ancora Lucia Tidu -. Questa è la nostra battaglia, la battaglia di tutti noi sardi uniti e coesi.»

«Contiamo di avere molte decine di migliaia di adesioni, per riaffermare che essere isolani non voglia dire essere isolati. Non per avere assistenzialismo ma semplicemente pari opportunità: vogliamo gli stessi diritti e le stesse opportunità degli altri cittadini italiani. Nulla di più, ma neanche nulla di meno», conclude Roberto Frongia che ribadisce che la raccolta delle firme inizierà ai primi di settembre e si protrarrà sino alla fine dell’anno.