20 April, 2024
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«I lavoratori meritano garanzie per il futuro, e una stabilità che riguardi sia il presidio industriale che il profilo lavorativo ed occupazionale.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria Anita Pili, che oggi ha ascoltato in videoconferenza i rappresentanti delle segreterie territoriali dei lavoratori metalmeccanici FIOM-CGIL, FSM-CISL, UILM-UIL, in merito alla situazione della centrale ENEL Grazia Deledda di Portovesme.

All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di ENEL che hanno proposto un piano di riqualificazione delle aziende e del personale locale mediante la formazione per il reskilling dei lavoratori ed altre iniziative di supporto.

«Da parte delle ditte d’appalto ha detto l’assessore dell’Industria vi è una legittima preoccupazione di non veder rinnovate le commesse. La Regione è sensibile a questo tema e l’incontro di oggi vuole far sì che si arrivi insieme ad una strategia che scongiuri il ricorso a soluzioni emergenziali che non tutelerebbero né i lavoratori né il futuro della centrale.»

All’incontro è intervenuta la vicepresidente della Regione, Alessandra Zedda. «La Regione – ha detto intende sostenere la riconversione industriale del polo di Portovesme. Alla luce della grave crisi internazionale in atto e del programma nazionale di transizione energetica avviato dal Ministero della Transizione ecologica, l’assessorato del Lavoro gioca d’anticipo e mette in campo i progetti formativi necessari per un’eventuale riqualificazione professionale dei lavoratori, propedeutici al percorso di diversificazione energetica che l’Enel avvierà nei prossimi anni.»

«Grazie al lavoro della Commissione Energia della Conferenza delle Regioni, di cui la Regione Sardegna è Presidente – ha aggiunto l’assessore Anita Pili è stato approvato lo strumento dell’energy release, al momento in fase di decreto attuativo al MITE. Con il Ministero c’è un’interlocuzione costante affinché questo strumento che è stato normativamente approvato sia poi nei fatti operativo ed efficace per le aziende energivore della Sardegna. Al contempo, la questione energetica nel suo intero viene affrontata quotidianamente a livello nazionale per far sì che non ci si ritrovi ad essere servitù dei grossi impianti di produzione che sfruttano il nostro territorio senza garantire né l’attività industriale né la prospettiva di sviluppo del territorio regionale stesso, e i cui benefici andranno a vantaggio di altre regioni. Stiamo allargando il tavolo, oltre che ai rappresentanti di Agenda Industria,  anche alle amministrazioni locali che, a causa dell’attuale fase emergenziale e delle conseguenti accelerazioni nei provvedimenti autorizzativi, si ritrovano ad essere spesso loro malgrado destinatari di interventi di energia rinnovabile in zone adibite ad  attività produttive. È più che mai necessario adesso avere contributi da parte di tutti per arrivare alla sottoscrizione di un accordo che coinvolga Agenda Industria e i rappresentanti del CAL e dell’ANCI Sardegna, oltre che dell’Università che ha contribuito alla riscrittura della strategia energetica regionale e che contribuirà ad una sua revisione volta a modificare elementi ormai desueti per la stessa, elementi che  dipendono anche da situazione internazionale.»

«Da parte della Regione Sardegna c’è volontà di lavorare tutti insieme: nei prossimi giorni convocheremo un tavolo congiunto dopo il 20 agosto per la sottoscrizione di un accordo che ci veda operativi fin da subito, affinché la regione Sardegna possa portare un contributo all’interno delle strategie nazionali in qualità di Presidente della Commissione Energia della Conferenza delle Regioni, nella quale sede abbiamo contribuito alla stesura delle leggi necessarie ad affrontare le attuali emergenzeha concluso Anita Pili -. Quello di oggi è un primo passo è necessario un seguito più operativo per capire cosa accadrà nella centrale Grazia Deledda di Portovesme e quali saranno le ricadute che possiamo dare in termini di stabilità e garanzia alle imprese d’appalto.»

Si è svolta questa mattina l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori diretti e indiretti della Portovesme srl con la presenza delle Segreterie Confederali CGIL, CISL e UIL e le Segreterie Territoriali di Categoria, nel corso della quale è emersa tutta la gravità della situazione che si è determinata con il caro energia (in questi giorni il prezzo ha superato abbondantemente i 500 euro/MWh).

Nell’incontro avvenuto nella sede della Confindustria lunedì 25, e a cui hanno partecipato le Confederazioni, Segreterie Regionali e Territoriali di Categoria e Rsu, l’amministratore delegato della Portovesme srl ha annunciato che in assenza di un cambio di tendenza del costo energetico entro ottobre, le attività aziendali verranno sospese al 90%. Una decisione che non potrà che comportare il ricorso agli ammortizzatori sociali per oltre mille persone tra diretti in diretti. Determinando, altresì, la fermata quasi totale della fabbrica.

L’assemblea, consapevole della gravità della situazione, ha confermato lo stato di agitazione e, respingendo questo possibile scenario, ha annunciato di essere pronta ad avviare tutte quelle iniziative necessarie e utili per contrastare le possibili decisioni dell’azienda e smuovere l’immobilismo della politica.

«Appare singolare il comunicato odierno della Regione Sardegna con cui si ricorda, in fretta e furia, che anche il tema relativo ai decreti attuativi è stato affrontato nell’incontro di ieri tra il ministro Roberto Cingolani e gli assessori sardi Anita Pili e Gianni Lampis si legge in un comunicato diffuso dall’assemblea dei lavoratori -. Peccato però che a leggere il comunicato ufficiale di ieri non si trovi proprio traccia di un argomento così importante, come quello legato al caro energia. Argomento che, sottolineiamo, rischia di far chiudere la Portovesme srl. Apprendiamo con favore che proprio stamattina la Camera dei Deputati ha approvato, in seconda e definitiva lettura, l’inserimento del principio di insularità in Costituzione, per il quale la Sardegna si batteva da anni al fine di aggiungere all’articolo 119 un nuovo comma: “La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”.»

«Ora si tratta di capire in concreto come troverà attuazione questo principio costituzionale in temi particolarmente importanti come quello del caro energia; è stato infatti ricordato che se l’attività della Portovesme fosse in altra Regione avrebbe avuto un taglio per la bolletta per 50 milioni di euro. Per questo motivo la richiesta è quella di pari condizioni e non condizioni di favore. Non aiuti, ma pari opportunitàconclude il comunicato dell’assemblea dei lavoratori -. L’assemblea, convocata in modo permanente verificherà gli esiti dell’incontro, che si dovrebbe svolgere la settimana prossima, tra il ministro Roberto Cingolani e la Portovesme e sulla base degli esiti è pronta immediatamente a nuove e più drastiche iniziative da mettere in atto già dal mese di agosto. Perché le vertenze non vanno in ferie.»

Giovedì 4 agosto, alle ore 9.00, si terrà il tavolo tra Enel, Confederazioni sindacali e rappresentanza delle ditte d’appalto, volto a definire una prospettiva industriale in seguito alla chiusura prevista per il 2025 della centrale Grazia Deledda di Portovesme. Lo hanno annunciato gli assessori dell’Industria e del Lavoro, Anita Pili e Alessandra Zedda, a margine dell’incontro tenuto oggi in videoconferenza con le Segreterie territoriali dei lavoratori metalmeccanici FIOM-CGIL, FSM-CISL, UILM-UIL.

Finalità del tavolo sarà consentire, nelle ipotesi di riconversione in altre attività industriali, che la forza lavoro e le ditte d’appalto arrivino preparate in modo da non interrompere la produttività sia in termini di presidio industriale che per quanto riguarda l’efficienza della forza lavoro.

«Questi sono i due obiettivi della Regione spiega Anita Pilida perseguire avviando un percorso congiunto tra gli assessorati dell’Industria e del Lavoro, insieme alla società e alle parti sindacali, per far sì che venga delineata la migliore prospettiva di sviluppo per il territorio, così da scongiurare il ricorso a soluzioni emergenziali, che rischiano di creare instabilità e nuova disoccupazione, in un territorio già ampiamente in difficoltà quale è il Sulcis Iglesiente.»

«Da Enel prosegue Anita Pili abbiamo avuto rassicurazioni in merito ad un accordo sulle aziende che ci consenta, con i sindacati delle ditte d’appalto, di attivare un tavolo per consentire il reskill finalizzato a colmare le disparità tra l’attività lavorativa odierna e quella prevista per il futuro.»

«La Regione Sardegnadice Alessandra Zeddanon si tira mai indietro quando si tratta di intervenire su fattori strategici per l’economia come quello energetico: in questa fase è fondamentale capire quali sono le reali intenzioni di Enel per il futuro dei lavoratori. L’assessorato del Lavoro metterà in campo tutti gli strumenti necessari per la loro riqualificazione professionale.»

«La Regioneconcludono gli assessori Alessandra Zedda ed Anita Piliè vicina ai lavoratori ed alle loro famiglie. Vista l’apertura da parte di Enel a lavorare insieme alle ditte d’appalto per costruire il percorso di riconversione delle commesse anche dopo il 2025, laddove Enel mantenga il proprio presidio produttivo, è importante che il percorso inizi da subito, per arrivare a soluzioni di prospettiva e non emergenziali.»

La Regione Sardegna nei prossimi giorni ufficializzerà il ricorso contro il “Decreto Energia”, al fine di tutelare i diritti dei sardi ad avere una soluzione definitiva e strutturale al problema energetico, tale da poter garantire un futuro adeguato al territorio e al sistema produttivo.
«La Regione Sardegna ha avuto un ruolo decisivo sul tema energetico all’interno della Commissione Energia nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni ha sottolineato l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, coordinatrice della Commissione nazionale, in risposta ad alcune polemiche sollevate dall’opposizione durante il dibattito -. Abbiamo guidato la Commissione ad esprimere i pareri su tutti i decreti energia, evidenziando in particolare la posizione di contrarietà, espressa da tutte le Regioni, al metodo che il Governo nazionale ha utilizzato per implementare le rinnovabili e per rispondere all’emergenza energetica nel territorio nazionale.»
«Il Governo non può accantonare la leale collaborazione istituzionale, non può venir meno ai principi che sono sanciti dalla Carta costituzionale e non può dimenticare che la materia energetica è una materia concorrenteha aggiunto l’assessore Anita Pili -. La Regione vuole rivendicare i suoi diritti con forza in tutti i tavoli.»
«E’ innegabile che la Sardegna sia stata protagonista in tutte le occasioni in cui è stato necessario rivendicare la propria autonomia, i propri diritti e lo ha fatto in maniera concreta», ha sottolineato l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, coordinatore della Commissione Ambiente nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni.

Sit-in dei lavoratori della Portovesme srl questa mattina davanti al Palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, a Cagliari. L’iniziativa è stata organizzata per sollecitare il Consiglio regionale e la Giunta Solinas a sostenere la vertenza che vede 1.500 posti di lavoro a rischio per i problemi provocati al ciclo produttivo dello stabilimento di Portovesme, dagli elevatissimi costi dell’energia, cresciuti di oltre quattro volte rispetto al periodo precrisi. La situazione è resa ancora più grave dalla mancanza della rete del gas e quindi degli incentivi garantiti dal Governo alle aree industriali penalizzate in questa fase dall’impennata dal prezzo del gas.

Al termine del sit-in, una delegazione è stata ricevuta dai capigruppo del Consiglio regionale.

Il Consiglio regionale interverrà in tempi brevissimi con un documento unitario a sostegno della Portovesme Srl per sollecitare il Governo ad approvare i decreti attuativi a favore delle aziende “energivore” e, nello stesso tempo, svilupperà un’azione istituzionale, di concerto con la Giunta, per l’attivazione di un “tavolo specifico” per il sistema economico regionale attualmente penalizzato dalla mancanza del gas.
La decisione è arrivata al termine dell’incontro dei capigruppo, presieduto dal vice presidente dell’Assemblea Giovanni Antonio Satta, con le rappresentanze sindacali della Portovesme SrL, al quale hanno preso parte anche gli assessori dell’Industria Anita Pili e dell’Ambiente Gianni Lampis.
In apertura, i rappresentanti sindacali hanno esposto alcune cifre che danno la misura delle difficoltà nelle quali si trova l’azienda. A fronte di un costo energetico che nel 2021 si è attestato sui 20 euro a Megawatt, questa voce è arrivata nell’anno in corso a 240 euro, con alcuni picchi vicino ai 400 euro, facendo passare l’incidenza della voce energetica sui costi aziendali dal 30 al 70%.
Questa situazione, hanno aggiunto i sindacalisti, aumenta ulteriormente i problemi della Portovesme Srl, dove dal mese di ottobre è stata collocata in cassa integrazione “a rotazione” una quota di personale di circa 700 unità. Inoltre, un quadro nazionale ed internazionale in ulteriore peggioramento potrebbe portare ad altri tagli di personale, fino a 1.000 unità rispetto ai 1.500 dell’organico attuale, con ripercussioni negative anche sull’indotto.
Dopo aver ricordato che in questa difficilissima vertenza la Regione non è una “controparte” ma un “alleato”, i sindacati hanno sollecitato le istituzioni regionali ad avviare le azioni politiche più incisive nei confronti del Governo sia per approvare al più presto i decreti attuativi collegati alle leggi di sostegno al settore energetico, sia per assicurare alla Sardegna, con provvedimenti specifici, parità di trattamento con le altre Regioni, tenendo conto del fatto che l’Isola non può contare su una materia prima essenziale come il gas.
Sulla parte propositiva dell’azione delle istituzioni regionali si sono poi soffermati gli assessori dell’Industria Anita Pili e dell’Ambiente Gianni Lampis. Anita Pili ha affermato che le aziende energetiche della Sardegna hanno diritto, nel momento attuale di crisi, ad una protezione “speciale”, necessaria per colmare il divario strutturale che pesa sul sistema economico regionale. Per questo, ha precisato, oltre all’intervento nei confronti del Governo e del ministero della Transizione ecologica, sarà coinvolta anche la conferenza della Regioni.
Gianni Lampis ha sottolineato che molte delle misure strategiche per la “ripartenza” della Sardegna sono concentrate nel settore energetico.
Abbiamo di fronte, ha aggiunto, questioni molto complesse che richiedono senso di responsabilità ed unità, ed anche la capacità di concentrarsi sulle cose concrete, creando per le aziende le migliori condizioni (come nel caso della Portovesme Srl) per realizzare gli investimenti programmati.

Domani mattina, intanto, è prevista la visita della viceministro dello Sviluppo economico Alessandra Todde nello stabilimento di Portovesme.

«Questa mattina, a Roma, ho sottoposto l’urgenza del problema Portovesme srl, che rischia la chiusura degli impianti, all’attenzione del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sollecitando la stesura del decreto attuativo del Governo dopo l’approvazione delle norme sull’Energy release. La Regione è al fianco dei lavoratori nella difesa dei posti di lavoro, messi a rischio dal crescente aumento dei costi dell’energia.»
Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, in occasione del presidio, davanti a Villa Devoto, dei rappresentanti dei sindacati Cgil-Cisl-Uil, che in mattinata sono stati ricevuti da un delegato del presidente della Regione, Christian Solinas.

«L’attivazione dell’Energy release e la Superinterrompibilità, cioè la compensazione dei costi dell’energia, permetterebbero alla Portovesme srl di scongiurare la chiusura dell’impianto e la conseguente crisi occupazionale che causerebbe ingenti danni socioeconomici non solo al territorio, ma all’intera Isolaha aggiunto l’assessore Anita Pili, che questa mattina a Roma ha partecipato, nel ruolo di coordinatrice della Commissione Energia della Conferenza delle Regioni, all’assemblea “L’indipendenza energetica per la competitività dell’Italia” organizzata da “Elettricità futura”, che aderisce a Confindustria -. Si tratta di un impianto strategico per la nostra realtà economia e produttiva, perciò la Sardegna non può disertare una battaglia così importante per la sua politica energetica e per il suo futuro.»

«Da almeno due decadi, la strategica opera di bonifica e dragaggio del Porto industriale di Portovesme è ferma al palo. Senza di essa, sarà molto complicato dare seguito al Dpcm Energia nella parte riguardante l’arrivo del gas metano e, nel contempo, assicurare le condizioni di competitività degli stabilimenti industriali Eurallumina e Sider Alloys, quest’ultima in particolare per l’approvvigionamento a costi convenienti delle materie prime. Cosa si è fatto e si sta facendo per uscire da questa inaccettabile situazione di stallo?»

E’ quanto chiede l’interrogazione presentata oggi dal consigliere regionale Fabio Usai, sottoscritta da tutti i colleghi consiglieri del PSD’Az, all’assessora dell’Industria Anita Pili.
«Se non si realizzerà in tempi rapidi questo interventospiega Fabio Usai -, verrà pregiudicato l’approdo di navi di stazza più grandi delle attuali, in grado di trasportare maggiori quantitativi di materie prime a costi complessivi mediamente più bassi. Condizione indispensabile, così come previsto dagli accordi sottoscritti in sede ministeriale tra dirigenza, regione e governo all’atto di cessione-acquisizione dello smelter, per garantire maggiore competitività e concorrenzialità allo stabilimento Sider Alloys.»
«Allo stesso modo verrebbe messo in discussione l’approvvigionamento di gas liquefatto tramite l’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione (FSRU) ed il suo rifornimento: l’arrivo, lo stoccaggio e la rigassificazione a mare del gnl necessitano infatti di fondali sufficientemente profondi in entrata, nella darsena e nella banchina est di ancoraggioaggiunge il consigliere regionale sardista -. Ad oggi, la profondità del fondale non permette l’approvvigionamento del gas: in assenza di esso verrebbe anche preclusa la sostenibilità economica dello stabilimento Eurallumina, oltre alle condizioni di competitività per altre aziende già operanti o di nuovo insediamento nell’area industriale e in generale nel Sud Sardegna.»
«Le vicissitudini inerenti questa strategica opera pubblica, finanziata con ben 7,74 milioni di euro sui 15,74 milioni di euro complessivi stanziati per la sua realizzazione, si tramandano, tra lungaggini burocratiche, aggiudicazioni, contestazioni e rescissioni di contratti oramai da quasi due decadi e tutt’ora è in atto un clamoroso contenzioso tra la società COGEVI SPA, aggiudicataria dell’appalto, ed il Consorzio industriale di Portovesme che potrebbe presto concludersi con una rescissione del contratto. Scenario che presupporrebbe conclude Fabio Usai -, il riavvio da zero delle procedure burocratiche di bando e affidamento dei lavori e conseguentemente un’ulteriore, insostenibile, dilatazione dei tempi nella realizzazione dell’opera. Nonché imprevedibili e pericolosi elementi di criticità per la risoluzione delle storiche vertenze del polo industriale.»

«È necessario trovare misure di compensazione adeguate all’infrastruttura che sarà realizzata nel territorio della Città metropolitana di Cagliari. Penso ad interventi di natura energetica finalizzati alla produzione, all’accumulo e allo scambio di energia elettrica a beneficio di cittadini e imprese.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’industria, Anita Pili, al termine dell’incontro con i delegati di Terna, Adel Motawi, responsabile della gestione dei processi amministrativi, e Manuela Rafaianni, consulente per la comunicazione istituzionale, che hanno presentato il progetto del Tyrrhenian Link, insieme al percorso di consultazione pubblica avviato da alcuni mesi nei comuni interessati.
«L’infrastruttura rappresenta un’opportunità per la Sardegnaha aggiunto l’assessore Anita PiliSoprattutto, in una configurazione energetica coerente con le nostre proposte, ovvero una transizione con il gas naturale ed una politica delle Fer (Fonti energia rinnovabili) rivolta principalmente al consumo interno. Al momento, però, quanto contenuto nel Dpcm appena approvato non contiene queste caratteristiche e colloca questa infrastruttura in un contesto di servitù energetica. Ritengo, perciò, doveroso che il Governo nazionale riveda la sua posizione unilaterale sulla strategia energetica che riguarda la Sardegna ha concluso Anita Pili -, attuando una transizione energetica equa e giusta, così da garantire le condizioni per la ripresa e lo sviluppo dell’industria e delle imprese nell’Isola, oltre al benessere delle famiglie.»

«La configurazione energetica prevista nel Decreto, come bene evidenziato dal presidente Christian Solinas nel suo intervento sulla stampa, non rispetta la nostra autonomia, introduce un’intollerabile disparità e non risponde alle esigenze della Sardegna.»

È il commento dell’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, al contenuto del documento sul sistema energetico sardo, firmato nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio, Mario Draghi.

«Lo evidenzia, soprattutto, la suddivisione a due velocità riservata ai Comuniha aggiunto l’assessore Anita Pili -. Infatti, si preclude, senza una motivazione, la possibilità a oltre 500.000 sardi di beneficiare del gnl e delle tariffe perequate. Non si capisce perché, nel momento in cui il Governo nazionale chiede all’Europa di applicare una perequazione del costo del gas per i cittadini italiani, alla Sardegna sia riservato un trattamento diverso, prevedendo il calmiere solamente per i cantieri conclusi e in fase di ultimazione. Come Regione Sardegna, ed il Presidente lo ha ricordato più volte, abbiamo ripetutamente rivendicato l’opportunità di discutere il Decreto nelle sedi competenti. Solitamente i decreti, anche riguardanti singole Regioni, vengono discussi nella Conferenza Stato-Regioni, in seguito si acquisisce l’intesa. Nel caso della Sardegna non è avvenuto così. Confidiamo nell’apertura di un confronto politico che rimetta le priorità ed i diritti dei sardi al centro del dibattito e delle azioni governative nazionali.»

«Inoltre, l’opposizione potrebbe rinunciare agli ipotetici vantaggi della polemica politica, soprattutto, quando si dovrebbe lavorare uniti per il bene della Sardegna. In particolare, andrebbe ricordato che la Giunta regionale ha agito in perfetta continuità con la visione dell’accordo siglato tra Renzi e Pigliaru, che, proprio per la sua debolezza formale, ha lasciato spazio alle novità penalizzanti per l’Isola, essendo carente nei contenuti in tema di energie rinnovabili e incapace di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Se la Sardegna sarà capace di difendere le sue ragioni dipenderà anche dal lavoro svolto da questa Giunta e dal ruolo che ha esercitato nella Conferenza delle Regioni. Affinché l’interesse comune dei sardi prevalga sarebbe certamente utile anche l’apporto dei colleghi di opposizione che sostengono il Governo Draghi, per esempio nel difendere le ragioni della Sardegna in materia di ‘energy release’, approvata in Conferenza delle Regioni e molto apprezzata sia in ambito accademico che industriale», ha concluso l’assessore regionale dell’Industria.

«Insieme alla Regione Sicilia, proseguendo un lavoro unitario avviato da tempo per avere la cosiddetta ‘superinterrompibilità’, cioè la compensazione sui costi dell’energia, abbiamo predisposto un emendamento al Decreto “Misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e fonti rinnovabili” con l’obiettivo della perequazione dei costi energetici tra le aziende che operano nella Penisola e quelle che operano nelle isole maggiori. Proprio oggi, il testo è stato approvato all’unanimità dalla commissione tecnica della Commissione Energia della Conferenza Stato-Regioni.»
Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, durante l’incontro (in videoconferenza) sui rincari dell’energia e sulle implicazioni che riguardano l’azienda ‘Portovesme srl’, al quale hanno partecipato il sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, i rappresentanti dell’azienda, dei sindacati e di Confindustria.
«L’emendamento per colmare il gap energetico, che propone l’incentivazione della partecipazione dei grandi consumatori industriali agli investimenti in nuova capacità produttiva da fonte rinnovabile e l’aumento dell’autoproduzione per la sostenibilità energetica e risparmi per gli energivori, si è reso necessario soprattutto dopo la bocciatura da parte dal Senato di un altro provvedimento – ha aggiunto l’assessore Anita Pili -. Un problema inasprito anche dalle vicende internazionali che rischia di compromettere gravemente la competitività delle aziende, soprattutto, quelle energivore, che operano nell’Isola, fino al rischio di rendere non più conveniente la loro attività industriale con conseguenti gravi costi sociali per l’intero territorio. E’ assolutamente necessario ristabilire un giusto prezzo dell’energia a beneficio di tutte le aziende sarde. Questo l’obiettivo della Regione, da subito impegnata nel sostegno alle aziende colpite dal caro energia, che ha operato attraverso tutti i canali istituzionali, in particolare quelli dove abbiamo un ruolo di responsabilità, come la Commissione della Conferenza Stato-Regioni. Inoltre, è sempre necessaria l’attivazione di un tavolo tecnico specifico, già richiesto da tempo ai ministeri dello Sviluppo economico e della Transizione ecologica, per affrontare un’emergenza che riguarda in particolare la ‘Portovesme srl’, ma che, individuando le soluzioni, possa dare risposta all’urgenza e al contempo una prospettiva alla continuità della produzione industriale.»
«La differenza di prezzo dell’energiaha sottolineato l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, che ha partecipato all’incontro influisce pesantemente sui costi della produzione, che, in un momento di particolare crisi, rischia di avere un impatto devastante sull’occupazione nell’Isola. L’impegno dell’intera Giunta regionale è garantito, così da completare il percorso già avviato con proposte concrete e realizzabili.»