28 March, 2024
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«Dignità e speranza sono le due colonne d’ercole con le quali deve essere trattato il tema del carcere.»

Lo ha sostenuto venerdì sera Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, nel corso del convegno a tema “Costituzione e carcere” realizzato per l’International Gramsci Festival, in un luogo altamente simbolico come la Torre Aragonese di Ghilarza, una volta adibita proprio a luogo di detenzione.

L’ex ministro della Giustizia ha parlato con parole semplici e profonde di fronte a un pubblico numeroso (anche in piedi), non facendo mistero dell’amarezza per il clima con il quale si stia trattando in Italia il tema Giustizia.

Nel ricordare i contenuti del film-documentario di Fabio Cavalli, la cui proiezione stasera (14 dicembre) chiuderà l’intera kermesse, Giovanni Maria Flick ha affermato che, proprio ora che la Corte Costituzionale ha deciso di visitare le carceri entrando dalla porta, la Costituzione sta rischiando di uscirne dalla finestra.

«Chi dice di volerla cambiare, spesso non l’ha nemmeno letta», ha scherzato il giurista. Secondo Giovanni Maria Flick, si sta rapidamente passando dal principio per cui «la legge non ammette ignoranza»,  a quello per il quale «l’ignoranza non ammette legge». E la politica in questo ha una grossa responsabilità.

Il tema carcere andrebbe trattato con molto più equilibrio: «Se da un lato anche il peggior delinquente una volta condannato ha diritto di vedere rispettata la propria dignità, dall’altro, se viene meno la speranza di un futuro libero, si passa dalla pena alla tortura».

Più volte è stato citato il terzo comma dell’articolo 27 della Costituzione (le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato), ma è stato anche specificato quanto sia doveroso dare attuazione anche agli articoli  2 e 3, che prevedono pari dignità sociale anche per i detenuti.

Nella visione di Giovanni Maria Flick il tema carcere presenta tre paradossi. Il primo è quello dell’ergastolo, perché se la pena non finisce si leva la speranza e non si consente la rieducazione. Il secondo riguarda il sovraffollamento, che rende la vita impossibile. Basti pensare che la Corte di Strasburgo ha condannato due volte l’Italia per trattamento inumano dei detenuti.

L’ultimo paradosso è rappresentato dal fatto che – nonostante la pena di morte sia stata abolita anche dai codici militari – in carcere si continui a morire. E si muore talvolta per violenza subita ma molto più spesso per suicidio, sia da parte dei detenuti che del personale.

Nel dirsi soddisfatto per l’elezione di una donna a presidente della Corte Costituzionale, per la prima volta nella storia, il giurista ha elencato tra i vari esempi di non parità sociale gli ebrei, i migranti e le donne, aggiungendo a questi la categoria dei detenuti.

Durante l’incontro, moderato dall’avvocato Antonello Arru, sono intervenuti anche Antonello Spada, presidente dell’Unione Regionale degli ordini forensi della Sardegna, Aldo Luchi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Cagliari e Giuseppe Conti, presidente dell’Ordine degli avvocati di Sassari.

«Credo che nel momento in cui si riapre la casa di Gramsci, una persona che in carcere ha vissuto e ha sofferto, ed è morta non appena è uscita, in nome della libertà e delle proprie idee – ha affermato in conclusione Giovanni Maria Flick – sia importante riflettere su queste tematiche per capire quanto oggi sia urgente riaprire un dibattito sul carcere, che sembra essere stato abbandonato e dimenticato di fronte alle esigenze della sicurezza.»

L’IGF è organizzato dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal Comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM, la FIHRM, l’Ambasciata del Sudafrica in Italia, e la collaborazione di numerosi enti, istituzioni e  associazioni.

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Venerdì 29 novembre, a partire dalle 9.30, nella Sala Congressi della Fiera di Cagliari si svolgerà l’iniziativa “Sosteniamo il futuro”, l’agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile.
Interverranno:

Claudio Atzori, presidente della Legacoop Sardegna
Pierluigi Stefanini, presidente della Fondazione Alleanza per lo sviluppo sostenibile
Gianni Lampis, assessore regionale della Difesa dell’Ambiente
Maria Del Zompo, magnifico rettore dell’Università di Cagliari
Emiliano Deiana, presidente dell’Anci Sardegna
Daniela Ducato, imprenditrice della Filiera Edizero industrie verdi

Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna
Antonello Arru, presidente del Banco di Sardegna
Michele Carrus, segretario della Cgil Sardegna
Maurizio de Pascale, presidente regionale della Confindustria Sardegna
Silvia Mongili, La Factoria, responsabile Scuola Ecopsicologia Sardegna
Annalisa Columbu, presidente regionale Legambiente
Don Marco Lai, direttore della Caritas.

Coordinerà i lavori Marco Girardo, giornalista di Avvenire.

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Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Sardegna, presieduto da Antonello Arru, ha approvato la Relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno 2019.

L’andamento del 1° semestre 2019 si conferma nel segno della continuità, con diversi segnali positivi sia sul fronte strutturale sia su quello commerciale e costituisce una solida base di partenza per contribuire in modo proattivo al nuovo piano industriale di gruppo – spiega ilDirettore Generale del Banco di Sardegna, Giuseppe Cuccurese -. Sul lato del credito, registriamo con soddisfazione la crescita dell’1,3% dei finanziamenti in bonis a clientela, con una buona diversificazione nella composizione per settori di attività economica; le variazioni di crescita più significative riguardano i mutui casa (+22%) ed il credito al consumo, quest’ultimo veicolato tramite la Società prodotto del Gruppo.

Il profilo del rischio continua a migliorare: positiva evoluzione dell’andamento dei deteriorati, con uno stock netto di 548 milioni, in riduzione da inizio anno del 5,4%; l’indice di copertura sale al 48,9%, di cui le sole sofferenze salgono dal 54,4% al 58,2%, accompagnato dal più basso flusso di nuovi ingressi degli ultimi anni, con un default ratio sceso, a fine semestre, allo 0,75%.

Il rapporto sofferenze nette/finanziamenti netti scende al 4% e quello UTP/finanziamenti netti al 3,3%, mentre il dato cumulato NPL netti/finanziamenti netti scende al 7,5%.

Dopo il buon esito dell’operazione di cessione di oltre 900 milioni lordi di sofferenze del 2018, prosegue il processo di derisking con l’ampliamento del perimetro relativo al piano strategico di Gruppo di cessione NPE, finalizzato ad una maggiore riduzione degli stock in essere; se da un lato questo processo può comportare maggiori rettifiche, dall’altro mira a migliorare il profilo del rischio rafforzando in via strutturale e sostenibile il bilancio del Banco.

Queste evidenze trovano attestazione anche nel Texas ratio, sceso ad un livello di eccellenza del 73,4%, e negli indicatori di solidità patrimoniale, con un CET1 e un Total Capital ratio superiori al 32%; di grande rilevanza è l’inserimento del Banco, con il massimo punteggio, nella classifica di Altro consumo – Banca sicura 2019” tra le prime sei banche italiane per solidità patrimoniale. La forte patrimonializzazione, unita all’elevata posizione di liquidità, garantiscono inoltre ampi spazi di crescita per l’erogazione del credito e per lo sviluppo di nuove attività.

Sul fronte della raccolta complessiva, siamo particolarmente soddisfatti della fiducia che ci continuano a riservare i nostri clienti, con una crescita del 4,3% nella diretta, che supera i 9 miliardi (al netto dei pronti contro termine), e del 3,9% in quella indiretta, che raggiunge i 4,9 miliardi, nelle sue diverse componenti di gestito (2,9 miliardi), polizze assicurative (752 milioni) e amministrata (1,3 miliardi).

Per quanto riguarda il risultato economico, il Banco, dopo aver spesato rettifiche su crediti per 31,6 milioni ed aver svalutato integralmente il contributo di 3,2 milioni al Fondo Interbancario Tutela Depositi per l’intervento a sostegno di Banca Carige, registra un utile netto di 18,5 milioni (20,2 milioni quello consolidato).

Il risultato conferma, nonostante l’ancora difficile contesto, la resilienza dei ricavi della gestione caratteristica, grazie a un brillante andamento commerciale con crescite a due cifre in diversi prodotti e una performance ancora maggiore nelle polizze assicurative; di tutta efficacia il contenimento dei costi della gestione (-6,2%); in buona crescita l’acquisizione di nuovi clienti.

In questo ambito, sono di ampia soddisfazione la crescita (+1,4% su basi omogenee) del margine d’interesse e la conferma del trend di crescita delle commissioni (+2,8%).

Il Banco di Sardegna – conclude Giuseppe Cuccurese – vuole inoltre confermare il suo ruolo di riferimento nell’Isola in termini di responsabilità culturale e sociale.

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Donatella Spano, assessore regionale della Difesa dell’Ambiente.

Lunedì 19 novembre, nella sede della Camera di Commercio di Nuoro, in via Papandrea 8, l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, inaugurerà l’Anno forestale della Sardegna 2018-2019. Al convegno intitolato “Foreste e turismi”, in programma alle 12.00, interverranno gli assessori dell’Ambiente Donatella Spano e del Turismo Barbara Argiolas. Istituzioni, ricerca, studenti e imprese e professionisti del settore porteranno un contributo al dibattito intorno ai temi della valorizzazione dei percorsi forestali ed ambientali della Sardegna.

L’iniziativa, ideata nelle giornate del 19, 20 e del 21 novembre tra convegni, workshop e spazi espositivi, è organizzata dall’agenzia regionale Forestas, dall’Università degli Studi di Sassari, Consorzio Uni Nuoro, del Corpo forestale, della Camera di Commercio di Nuoro e con la collaborazione di Isre (Istituto Superiore Regionale Etnografico), Make in Nuoro, Sardegna Ricerche, Aspal (Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro), Biblioteca S. Satta, Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Nuoro e CAI – Club Alpino Italiano. Alla tre giorni è affiancato un percorso didattico rivolto a tutte le scuole che resterà disponibile per le visite a partire dal 19 fino al giorno 24 novembre.

La mattina di lavori sarà aperta da Giuseppe Pulina, amministratore unico di Forestas, dal sindaco di Nuoro Andrea Soddu, dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, dall’amministratore della provincia di Nuoro Costantino Tidu, dal presidente Camera di Commercio Nuoro Agostino Cicalò, dal coordinatore del S.O.S.e.C. del CAI nazionale Alfredo Gattai, dal presidente Banco di Sardegna Antonello Arru, dal rappresentante regionale albergatori di Federalberghi Paolo Manca, dal comandante Carabinieri Forestali Cristiano Manni, dal presidente della federazione regionale degli Ordini dei Dottori agronomi e dei Dottori forestali della Sardegna Ettore Crobu. Tra gli interventi in programma anche quelli del direttore generale di Forestas Giuliano Patteri, del comandante del Corpo forestale Antonio Casula, del direttore del Dipartimento di Agraria di Sassari Antonello Pazzona, del commissario UniNuoro Fabrizio Mureddu e del direttore generale dell’assessorato della difesa dell’ambiente Paola Zinzula.

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Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Sardegna S.p.A., presieduto da Antonello Arru, ha approvato oggi il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2018.

«Questi nove mesi del 2018 sono di tutta soddisfazione e rappresentano per il Banco un punto di svolta significativo, sia perché evidenziano un notevole miglioramento del profilo di rischio grazie alla cessione con garanzia GACS conclusa nel mese di giugno di 900 milioni di euro di sofferenze lorde (il 59% del totale a bilancio), sia perché confermano un trend positivo sul fronte della crescita reddituale e commerciale che aveva  già preso avvio nel passato esercizio – dice il Direttore Generale del Banco, Giuseppe Cuccurese -. Da un lato, la cessione delle sofferenze ha consentito di ridurne lo stock ad un valore netto contabile di 288 milioni, con un rapporto sofferenze/crediti netti  sceso al 4,2% dal 9,3% di fine 2017; anche per quanto riguarda gli UTP lo stock netto è sceso a 265 milioni, con un rapporto UTP/crediti netti in calo al 3,8% dal 5,4% di fine 2017. Ne consegue che lo stock complessivo di NPL netti è sceso a 566 milioni, riducendo il rapporto NPL netti/crediti netti all’8,2% dal 14,8% di fine anno. E’ aumentato, inoltre, il grado di copertura dei NPL, che è salito al 49%, con le sofferenze al 53,3% e gli UTP al 44,4%. Va peraltro evidenziato che l’obiettivo a tendere è quello di una successiva ulteriore riduzione degli stock, con il conseguente prospettico nuovo miglioramento dei rapporti sopra citati.»

«Questa rilevante operazione di derisking, unitamente alla elevata solidità patrimoniale del Banco (che presenta eccellenti indicatori di CET1 e Total Capital ratio superiori al 32% ed un patrimonio netto che copre tre volte le sofferenze nette) e al conseguente ottimo livello del Texas ratio sceso al 78,1%,  consentono di rafforzare strutturalmente la qualità del bilancio; se a ciò aggiungiamo la robusta liquidità e la crescente performance commerciale, si realizzano tutte le condizioni per dare nuovo impulso e prospettive alle potenzialità operative e reddituali del Banco, nell’ottica di un percorso virtuoso di crescita sostenibile – aggiunge Giuseppe Cuccurese -. Di buona rilevanza e soddisfazione l’utile netto di questi primi nove mesi che, per il solo Banco, sale a 36,5 milioni – in confronto alla perdita di 1 milione del settembre 2017 e a un utile di 8,9 milioni dell’intero 2017 – realizzato grazie sia alla consistente riduzione delle rettifiche di valore nette (-40 milioni) sia alla positiva performance dei ricavi, con gli interessi che crescono del 3,8% e le commissioni che crescono del 5,1%, mentre i costi operativi aumentano marginalmente dello 0,7% (+1,4 milioni) per effetto di oneri una tantum.»

«In leggera riduzione gli impieghi netti con clientela, dove nuove erogazioni per oltre 610 milioni di euro hanno in buona parte compensato i consistenti rimborsi rateali e le scadenze; continua la buona crescita dei mutui casa, che registrano un erogato nei primi nove mesi di oltre 280 milioni, così come si confermano in crescita le erogazioni di prestiti personali e le cessioni del quinto veicolate sulla Banca di Sassari. Sul fronte della raccolta, la diretta da clientela sale dello 0,6%, il risparmio gestito e le polizze assicurative crescono rispettivamente del 5,1% e del 6,1%, a conferma della fedeltà e fiducia che ci riservano i nostri clienti – conclude Giuseppe Cuccurese -. Più che positiva anche la dinamica clienti, in crescita sia sul fronte privati sia imprese, che a fine settembre sono saliti complessivamente a quasi 624mila unità.»

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Il Banco di Sardegna è risultato aggiudicatario della gara, indetta dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), per la gestione del Fondo dei Fondi creato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), in attuazione del Programma Operativo Nazionale (PON) Ricerca e Innovazione 2014-2020. II Fondo, che ha una dotazione finanziaria di 62 milioni di euro, è finalizzato a stimolare e promuovere investimenti nella Ricerca e nell’Innovazione. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di contribuire a ridurre il divario esistente in materia di R&I tra il Sud d’Italia e il resto del Paese, secondo quanto stabilito dalla politica di coesione economica e sociale dell’Unione Europea. Le regioni coinvolte solo quelle in transizione (Sardegna, Abruzzo e Molise) e quelle meno sviluppate (Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Basilicata).

A tal fine, è stata rinnovata la collaborazione di successo con l’Advisor Sinloc spa, già sperimentata con Jessica Sardegna.

Il Fondo sarà presentato in un incontro pubblico mercoledì 26 settembre, alle ore 12.00, a Cagliari, nella Sala Convegni all’ottavo piano delle sede del Banco di Sardegna, in viale Bonaria 33. Parteciperanno il vicepresidente della BEI Dario Scannapieco, il presidente e il direttore generale del Banco di Sardegna Antonello Arru e Giuseppe Cuccurese, l’amministratore delegato di Sinloc Antonio Rigon, il direttore delle Operazioni per Italia e Balcani di BEI Miguel Morgado. Le relazioni saranno illustrate dalla responsabile del Fondo di Investimento per il Banco di Sardegna, Paola Del Fabro, e dal Capo Unità Strumenti Finanziari di BEI, Andrea Bua.

Il Banco, attraverso l’Ufficio Finanza d’Impresa e Crediti Speciali, gestirà la valutazione di progetti di R&I svolti nel Sud d’Italia per la concessione delle risorse disponibili sotto forma di finanziamenti e investimenti in Equity, ossia nella partecipazione nel capitale di rischio dell’impresa, a cui potranno essere associate ulteriori risorse di co-finanziamento da parte del Banco o da soggetti da esso attivati.

I beneficiari potranno essere grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca, università e istituti pubblici e privati.

L’ambito d’investimento riguarda dodici settori: aerospaziale, agrifood, economia del mare, chimica verde, design, creatività e Made in Italy, energia, fabbriche intelligenti, mobilità sostenibile, salute, comunità intelligenti, sicure e inclusive, tecnologie ambientali, tecnologie legate al patrimonio culturale.

Il direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese ha dichiarato: «Siamo molto soddisfatti di essere i gestori di questo fondo e di poter, quindi, partecipare alla promozione di investimenti in ricerca e innovazione che consentiranno alla Sardegna e al Sud d’Italia di ridurre il divario esistente con il resto del Paese; l’esperienza già maturata con successo nel Fondo Jessica Sardegna per la riqualificazione delle aree urbane ci sarà molto utile potendo contare su un gruppo operativo e su un Comitato Investimenti del Fondo già sperimentati. Per gli aspetti tecnico/scientifici potremo contare sui protocolli d’intesa già sottoscritti o che verranno definiti ex novo con diverse Università e Centri di ricerca in Sardegna e sul territorio nazionale, sempre alla ricerca di eccellenze in tutti e dodici i campi di intervento. Tra i settori che riguarderanno più da vicino la Sardegna – ha concluso Cuccurese – potrebbero aprirsi interessanti spazi di intervento verso l’agrifood, la salute e le tecnologie legate al patrimonio culturale e all’ambiente, senza nulla togliere agli altri settori altrettanto stimolanti».

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Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Sardegna, presieduto da Antonello Arru, ha approvato la Relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno.

«Questa prima semestrale 2018 rappresenta per il Banco un vero punto di svolta, sia perché include la cessione conclusa nel mese di giugno di 900 milioni di euro di sofferenze lorde (il 59% del totale a bilancio) sia perché conferma diversi segnali positivi sul fronte della crescita commerciale che avevamo già colto nel passato esercizio – ha commentato Giuseppe Cuccurese, direttore generale del Banco di Sardegna -. Da un lato, la cessione delle sofferenze ha consentito una drastica riduzione del 59% dello stock in essere, sceso ad un valore netto contabile di 292 milioni, migliorando significativamente il profilo di rischio, con un rapporto sofferenze/crediti netti, sceso al 4,2% dal 9,3% di fine 2017; per quanto riguarda gli UTP lo stock netto è sceso a 270 milioni, con un rapporto UTP/crediti netti in calo al 3,8% dal 5,4%. Lo stock complessivo di NPL netti è sceso a 586 milioni, mentre il rapporto NPL netti/crediti netti è sceso all’8,3% dal 14,8%. E’ salito al 48,5% il grado di copertura dei NPL, con le sofferenze al 53,9% e gli UTP al 43,3%.»

«Questa importante operazione di derisking, unitamente alla elevata solidità patrimoniale (che presenta indicatori superiori al 31%, largamente superiori ai requisiti normativi), alla robusta liquidità e alla crescente performance commerciale, sono elementi che consentono di rafforzare strutturalmente il bilancio e le potenzialità operative del Banco dando nuovo impulso a una crescita sostenibile, sia dal punto di vista dei volumi patrimoniali sia per quanto riguarda l’andamento economico – ha aggiunto Giuseppe Cuccurese -. Queste evidenze sono confermate anche dal forte miglioramento del Texas ratio, sceso a livelli di eccellenza al 79,4% dal 98,1% di fine 2017. E’ di ampia soddisfazione l’utile netto semestrale che, per il solo Banco, sale a 31,3 milioni – rispetto a 1 milione del giugno 2017 e a 8,8 milioni dell’intero 2017 – realizzato grazie sia alla consistente riduzione delle rettifiche di valore per rischio di credito (-39,1 milioni) sia alla positiva performance del primo margine, con gli interessi che crescono del 3,6% e le commissioni che crescono del 4,7%, mentre i costi operativi crescono di 1,5 milioni per effetto di oneri una tantum.»

«In buona tenuta l’andamento degli impieghi con clientela, con una leggera riduzione in linea con il sistema, mitigata da nuove erogazioni per 415 milioni che hanno in buona parte compensato 515 milioni di rimborsi rateali e scadenze; continua la buona crescita dei mutui casa e dei prestiti personali; la raccolta diretta da clientela conferma una sostanziale stabilità mentre crescono del 3,7% il risparmio gestito e la componente assicurativa – ha concluso Giuseppe Cuccurese -. In crescita anche la dinamica clienti, sia privati sia imprese, saliti complessivamente a oltre 623mila unità.»

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La commissione speciale «sulla grave situazione delle imprese attive nell’artigianato, nel commercio e sulle politiche commerciali della grande distribuzione», presieduta da Roberto Deiru (Pd), in seduta congiunta con la commissione Bilancio, guidata da Franco Sabatini (Pd), nell’ambito delle audizioni finalizzate alla predisposizione di una proposta di legge per fronteggiare la crisi dei due comparti, ha ascoltato in audizione i vertici del Banco di Sardegna (il direttore, Giuseppe Cuccurese ed il presidente, Antonello Arru); il direttore dell’Area imprese di Intesa – San Paolo (Marco Cannas); il direttore e il presidente della Sfirs (Gabor Pinna e Paolo Sestu); il direttore di Confidi, Alessandro Tronci; il responsabile regionale ed il responsabile delle agevolazioni alle imprese di Artigiancassa (Gianfranco Bua e Daniele Sciarrilli).

Al centro dell’incontro le problematiche di accesso al credito delle imprese artigiane e commerciali che, nonostante il generale miglioramento dei consumi hanno visto ridotto il numero degli operatori attivi e lamentano una diffusa situazione di crisi. «Mai come in questi tempi – ha però affermato il direttore del Banco, Giuseppe Cuccurese – sono in essere così numerose azioni di sostegno per le imprese artigiane e del commercio e non corrisponde al vero che, in Sardegna, il credito abbia costi superiori rispetto a quelli sostenuti nel resto dell’Italia, anzi in alcuni casi tassi e condizioni sono di importo inferiore rispetto ad altre aree del Paese». Giuseppe Cuccurese ha quindi evidenziato due misure straordinarie attualmente in vigore, in grado di offrire un consistente aiuto ad artigiani e commercianti: il programma nazionale “Resto al Sud” (35% a fondo perduto e il 65% senza interessi) e il piano regionale “Lavoras” (12mila euro di sgravi nel triennio per le assunzioni).

Di “merito del credito” ha poi parlato il presidente del Banco, Antonello Arru, per riaffermare il ruolo  e il compito dell’istituto di credito che su 14.500 aziende artigiane ne affida 3.800 per complessivi 310 milioni («la metà delle aziende affidate presenta un rischio molto basso») mentre su un totale di 20mila aziende del commercio le affidate sono 7.400 per complessivi 167 milioni di euro («anche in questo caso il rischio è basso per la metà degli affidati»).

La nota dolente, soprattutto con riferimento alle piccole e piccolissime imprese, è rappresentata dai 3 miliardi e 800 milioni di crediti in sofferenza del sistema bancario sardo che si aggiungono a un tasso di morosità delle imprese pari al 27%, superiore cioè di circa sette punti percentuali rispetto al resto dell’Italia. Il presidente del Banco di Sardegna sul punto è stato chiaro: «Chi è in sofferenza deve scordarsi altra finanza da parte del sistema creditizio ed è diseducativo il contributo a fondo perduto promosso dal sistema pubblico».

La Sfirs, che gestisce le pratiche dei bandi di agevolazione alle imprese (T1, T2, etc), con il direttore Gabor Pinna ed il presidente Paolo Sestu ha rassicurato il rafforzamento dell’organico con l’inserimento di professionisti al fine di snellire pratiche e procedure amministrative. Il direttore Gabor Pinna ha quindi sinteticamente esposto i dati relativi al fondo di garanzia per le piccole imprese (commercio: 700 imprese interessate per complessivi 70 milioni di investimenti e 24 milioni di garanzia; artigianato: linee di affidamento per 28 milioni con il ricorso a oltre 13 milioni di garanzia) e del microcredito (1.105 attività finanziate per un importo complessivo di 26 milioni) per il quale si propone l’innalzamento del tetto massimo concedibile da 25mila euro a 50mila euro («la misura che non prevede garanzie reali ha ben funzionato e si può aumentare il limite dell’importo»).

«Serve stimolare le aziende ad intercettare le opportunità offerte per l’accesso al credito – ha dichiarato Marco Cannas di Intesa San Paolo – anche attraverso le attività di formazione, soprattutto digitale, ed è necessario far crescere l’export, così da fare in modo che le aziende crescano per utilizzare al meglio le linee di credito di cui dispongono.»

Per Artingiancassa lo strumento efficace sono le misure contenute nella legge 949/52 finalizzata al sostegno e allo sviluppo delle imprese artigiane («bisognerebbe estendere tali benefici anche al comparto del commercio per avere effetti positivi sui due settori chiave della nostra economia»), mentre il direttore del Confidi, Alessandro Tronci, ha insistito sulla intersettorialità («bene ha fatto la Regione ad istituire il fondo unico di garanzia a disposizione dei consorzi fidi piuttosto che mantenere una pluralità di fondi») ed ha salutato con favore la riproposizione del “voucher garanzia”.

L’assessore della Programmazione ha sinteticamente elencato i principali stanziamenti destinati alle imprese artigiane e del commercio ed ha evidenziato la «molteplicità degli strumenti a disposizione degli operatori” rimarcando la necessità di una “informazione profonda nei confronti delle imprese per favorirne l’utilizzo».

A giudizio dell’assessore, in tale contesto, le difficoltà maggiori sono rappresentate dalle micro imprese che, in alcuni casi, contano sul singolo artigiano o sul singolo commerciante che impegna il suo tempo esclusivamente nel lavoro e trascura bandi e iniziative, a volte complessi e di difficile lettura, promossi dall’amministrazione pubblica.

Su una più efficace e corretta informazione alle imprese e su azioni mirate alla semplificazione delle procedure, ha posto l’accento il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, che, in conclusione del suo intervento, ha invitato il sistema creditizio sardo «a contribuire per far uscire le imprese che vi si trovano, dalla situazione di sofferenza”.

Al termine degli interventi e dei quesiti di chiarimento posti dai consiglieri Fabrizio Anedda (Misto), Luigi Crisponi (Riformatori), Raimondo Cacciotto (Pd), Piero Comandini (Pd), il presidente della commissione speciale Roberto Deriu (Pd) ha illustrato una proposta al vaglio del parlamentino dell’Artigianato e commercio e che riguarda l’istituzione di un fondo (gestito da un operatore bancario da individuare attraverso un bando) finalizzato a garantire la contribuzione previdenziale annua dell’imprenditore in cambio di una percentuale sull’imponibile, senza escludere uno stanziamento regionale ad hoc. «Tale intervento – ha spiegato Roberto Deriu -, aiuterebbe a superare il problema della interposizione tra le piccole imprese e il sistema del credito, della previdenza, del fisco, che rappresenta una delle criticità che compromettono l’intero sistema e il corretto operare delle aziende, spingendo piccoli artigiani e commercianti verso l’economia sommersa».     

 

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Oggi, a Sassari, il Consiglio di Amministrazione del Banco di Sardegna, presidente Antonello Arru, ha approvato il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2018. «Questa prima trimestrale 2018 conferma, consolidandoli, i diversi segnali positivi che avevamo già colto nel passato esercizio e ci consente di avviare una svolta incoraggiante per il futuro del Banco – commenta il Direttore Generale del Banco, Giuseppe Cuccurese -. Mi riferisco tanto all’aumento strutturale della capacità reddituale quanto al trend di crescita dell’attività commerciale, ma soprattutto alla cartolarizzazione ormai in fase di prossima finalizzazione per il deconsolidamento di larga parte dei crediti a sofferenza.»

«Questa operazione, grazie all’importante dotazione patrimoniale del Banco usufruibile nell’ambito della prima adozione del nuovo principio contabile IFRS9, porterà a ridurre drasticamente i profili di rischio, allineando gli indicatori alla best practice; ciò senza incidere significativamente sui parametri di solidità, che si mantengono largamente superiori ai requisiti normativi Phased in, con un CET1 superiore al 30%, consentendo per contro di ridurre i volumi delle svalutazioni dei crediti deteriorati a vantaggio del risultato economico – aggiunge Giuseppe Cuccurese -. E’ di ampia soddisfazione l’utile netto trimestrale del bilancio individuale del  Banco, che sale a 26,3 milioni – quasi 6 volte maggiore del marzo 2017 – realizzato grazie sia alla consistente riduzione delle rettifiche di valore per rischio di credito (-12,7 milioni) sia alla positiva performance del margine d’intermediazione (+5,5 milioni, + 6,1% sui primi tre mesi del 2017), che attesta la buona dinamica tanto dei ricavi quanto dei costi; infatti, cresce il margine di interesse del 5,5% e si confermano in costante crescita ormai da tre anni le commissioni (+5,8% sul marzo 2017), mentre scendono del 3,1% i costi operativi; il cost/income scende al 66,9%, – 5,5 p.p. rispetto al marzo 2017.»

«Sul fronte della qualità del credito, l’avvio del piano di derisking ha portato ad una riduzione del 26,3% dei crediti deteriorati netti, con le sofferenze che si riducono del 28,2% e gli UTP del 23,9%, con un rapporto sugli impieghi che scende rispettivamente al 6,9% (dal 9,2% di fine 2017) e al 4,3% (dal 5,4% di fine 2017) – sottolinea ancora Giuseppe Cuccurese -. Gli indici di copertura complessivi sono cresciuti di conseguenza dal 46,6% al 56,9%, con le sofferenze salite al 63,5% (dal 54,9%) e gli UTP al 41% (dal 23,8%). In miglioramento anche il Texas ratio, sceso dal 98,1% di fine 2017 al 97%.»

«Di buona soddisfazione anche l’andamento degli impieghi con clientela, che si presenta sostanzialmente stabile sul fine 2017 grazie a nuove erogazioni che hanno compensato quasi 100 milioni di rimborsi rateali e scadenze; buone performance continuano a realizzarsi nei mutui casa – conclude Giuseppe Cuccurese -. Sul fronte del risparmio, continua a crescere la componente del risparmio gestito e quella assicurativa.»

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Oggi, a Sassari, il Consiglio di Amministrazione del Banco di Sardegna presieduto da Antonello Arru ha approvato i risultati preliminari di bilancio consolidati al 31 dicembre 2017. In allegato trovi il comunicato completo.

Il bilancio individuale 2017 del Banco di Sardegna si chiude con un utile ante imposte di 12,6 milioni di euro e netto di 8,9 milioni.

 Si registra una performance molto positiva del margine di intermediazione, che sale a 362 milioni di euro, con una crescita di 38 milioni (+11,8%) sul dicembre 2016, confermando la buona dinamica degli indicatori strutturali riferiti sia ai ricavi sia ai costi. Sono infatti di particolare soddisfazione, anche in raffronto ai benchmark di mercato, la tenuta del margine d’interesse e la crescita di 15,4 milioni (+13%) delle commissioni nette, come pure la riduzione di 12 milioni (-4,2%) delle spese amministrative. Di conseguenza, il cost/income è sceso al 69,4%, quasi 9 punti percentuali in meno rispetto al 78,2% del 2016, mentre il rapporto tra commissioni nette e primo margine ha superato per la prima volta il 40%, rispetto al 37% del 2016.

La notevole crescita dei ricavi da commissioni, associata al buon andamento delle attività finanziarie, ha consentito di coprire interamente il significativo aumento (+30,4 milioni) delle rettifiche di valore sui crediti, resosi necessario per presidiare, con svalutazioni di carattere gestionale, posizioni già deteriorate. In questo modo, l’approccio ancora più conservativo delle politiche sugli accantonamenti ha determinato un deciso incremento degli indici di copertura, saliti al 23,8% (dal 18,4% di fine 2016) per gli UTP e al 54,9% (dal 53,2%) per le sofferenze, mentre il grado di copertura complessivo dei crediti deteriorati è salito al 46,6% (dal 44% di fine 2016), con un Texas ratio sceso al 98,1%.

Inoltre, registriamo positivamente il calo dei flussi e degli stock sia per gli UTP sia per le sofferenze, con il conseguente miglioramento del rapporto tra crediti deteriorati netti e impieghi, sceso di 1,7 punti percentuali rispetto al 2016.

È’ altresì importante sottolineare come, pur in presenza di svalutazioni su crediti per 83,8 milioni e dell’apporto di 13,5 milioni ai fondi di risoluzione per le crisi bancarie e al fondo interbancario di tutela depositi, il buon andamento della gestione operativa consenta di far comunque registrare un utile ante imposte di 12,6 milioni di euro e netto di 8,9 milioni. 

Molto incoraggiante anche il trend degli impieghi alla clientela, che salgono a 7,8 miliardi, con una crescita su base netta di 175 milioni (+2,3%), grazie a nuove erogazioni per oltre un miliardo di euro, che hanno compensato oltre 800 milioni di rimborsi rateali e scadenze; in questo contesto, è da registrare una punta di eccellenza per i mutui casa, che hanno visto nuove erogazioni per oltre 416 milioni (+47% sul 2016), ed una buona crescita (+8%) anche dei prestiti personali.

La raccolta diretta supera gli 11 miliardi, +5,2% sul 2016; si conferma in crescita anche il risparmio gestito, con un +14,9% sul 2016. Di tutta soddisfazione è anche la dinamica di buona crescita della nuova clientela privati e imprese, che ha superato il numero di 635mila.

In ultimo, non certo per importanza, vorrei segnalare il mantenimento di indicatori di solidità patrimoniale di assoluta eccellenza, con un CET1 ratio del 32,12%, tra i più elevati del sistema, che rappresenta un segnale di grande tranquillità e fiducia per i nostri attuali e futuri clienti.