19 April, 2024
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«Il progressivo azzeramento dei contagi è la più credibile conferma dell’efficacia delle misure adottate sul nostro territorio. Ora siamo pronti ad avviare una nuova fase con la ripresa dell’attività sanitaria ordinaria, in totale sicurezza, e diamo al nostro sistema sanitario gli strumenti necessari per ripartire e dare risposte alle necessità di assistenza dei sardi.»

Con queste parole il presidente della Regione, Christian Solinas, commenta l’approvazione, da parte della Giunta, delle linee di indirizzo per la riprogrammazione delle attività ambulatoriali, quelle di ricovero ospedaliero programmato e per le attività sociosanitarie sospese durante l’emergenza Covid-19 in seguito all’attuazione delle misure per il contrasto della circolazione virale.

«Abbiamo predispostodichiara l’assessore della Sanità, Mario Nieddulinee d’indirizzo omogenee per l’intero sistema sanitario regionale. Misure per regolare in modo rigoroso gli accessi alle strutture e i comportamenti da seguire da parte di chiunque, siano essi pazienti, familiari, fornitori o gli stessi operatori sanitari. Indicazioni che consentiranno di disciplinare la presenza delle persone nei vari ambienti, dai pronto soccorso, agli ambulatori, sino ai reparti di degenza, prevedendo l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, l’adozione di soluzioni di distanziamento e screening mirati con tampone naso faringeo, in particolare, prima delle prestazioni più a rischio e verso i soggetti più esposti, anche, ad esempio, nel caso di dimissioni ospedaliere di pazienti verso altri presidi, come Rsa, Hospice e strutture riabilitative.»

Oltre alla normale attività ambulatoriale, con le visite in presenza, indispensabili nel caso di primi accessi, si punta allo sviluppo della telemedicina e del teleconsulto, dove possibile, per le attività di controllo, i follow-up e gli aggiornamenti dei piani terapeutici. «Lo scopoprecisa l’assessore della Sanitàè quello di cadenzare e gestire le presenze nelle strutture, garantendo le prestazioni e, al tempo stesso, tutelando la salute degli utenti e degli operatori dal rischio contagio. Per consentire l’attuazione di un modello di questo tipo e incidere sui tempi d’attesa, abbiamo previsto l’estensione degli orari delle prestazioni ambulatoriali, che potranno essere effettuate anche il sabato.»

Indicate anche le modalità per la regolare ripresa delle attività di prevenzione, gli screening oncologici, le vaccinazioni pediatriche, obbligatorie per l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia e la scuola, e le altre vaccinazioni rivolte in particolare agli anziani e ai soggetti fragili, con la riallocazione nei centri vaccinali del personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid-19 e una pianificazione delle sedute mirata a impedire gli assembramenti nelle strutture.

Spetterà ora alle aziende sanitarie del territorio, con le quali le linee di indirizzo sono state già condivise in fase di elaborazione, approntare i protocolli operativi per darne completa attuazione.

«Siamo pienamente consapevoli dell’impatto che l’epidemia ha avuto sul nostro sistema sanitario, in particolare sulle liste d’attesa. Prima che deflagrasse l’emergenza, abbiamo approvato un piano per l’abbattimento a cui abbiamo destinato 20 milioni di euro. Ripartiremo con forza da questo punto, per assicurare ai sardi il diritto alle cure», conclude l’assessore regionale della Sanità.

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«Il riavvio dei tirocini sospesi è un primo importante segnale del ritorno alla normale routine lavorativa per tante persone che desiderano investire in una concreta attività formativa.»

Lo ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, in merito alla riattivazione dei tirocini regionali in ottemperanza all’ordinanza n° 27 del 2.06.2020 del presidente della Giunta, Christian Solinas.

«In concomitanza dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, in Sardegna la maggior parte dei tirocini extracurriculari ha potuto proseguire l’attività in modalità smart working, consentendo ai tirocinanti di mantenere il livello di produttività lavorativa e di continuare a percepire comunque l’indennità mensile prevista per tutto il corso del tirocinioha puntualizzato l’assessore Alessandra Zedda -. Ora grazie al provvedimento del presidente, è stato possibile già riattivare in presenza circa 600 tirocini extracurriculari a mercato, autofinanziati e quelli formativi per professioni sanitarie, mentre altri 400 partiranno dal primo luglio.»

Dal 3 giugno è consentita la ripresa dei corsi, ferma restando la possibilità di avviare o proseguire il percorso formativo con modalità a distanza. Il tirocinio in presenza deve essere svolto, in ogni caso, nel rispetto delle indicazioni tecniche e operative definite nelle linee guida nazionali o nei protocolli regionali previsti per il settore. Possono proseguire anche i tirocini formativi relativi alle professioni sanitarie o di interesse sanitario, effettuati per il raggiungimento di qualifiche professionali, anche regolamentate da specifici accordi tra Stato e Regioni.

«In questa fase di riavvio delle attività economiche, in cui è ancora molto diffuso il ricorso agli ammortizzatori sociali, occorrerà porre attenzione allo strumento del tirocinio, il cui utilizzo dovrà essere attentamente monitorato per preservare la finalità legata all’apprendimento e all’acquisizione di competenze all’interno del contesto aziendale», ha concluso Alessandra Zedda.

Ai tirocinanti si applicano gli stessi protocolli di sicurezza definiti a livello nazionale e regionale, previsti per il settore e il luogo di lavoro ove si realizza l’attività formativa prevista dal progetto di tirocinio, fermo restando che il soggetto promotore, il soggetto ospitante e il tirocinante concordino sul riavvio del tirocinio.

L’informativa ai soggetti ospitanti e tirocinanti in materia di riattivazione dei tirocini extracurriculari promossi dall’Aspal, Agenzia per le politiche attive del lavoro, è pubblicata sul portale sardegnalavoro.it

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Questa mattina il sndaco di Sant’Antioco Ignazio Locci ha incontrato l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, unitamente allo staff della Direzione Generale dello stesso Assessorato. Al centro dell’incontro, le opere infrastrutturali S.S. 126- Realizzazione del nuovo collegamento terrestre dell’istmo con l’isola di Sant’Antioco e della circonvallazione di Sant’Antioco, alla luce dell’esito negativo della conferenza di servizi sul progetto denominato “Piano Sulcis S.S. 126 DIR Sud Occidentale Sarda – Realizzazione del nuovo collegamento terrestre dell’istmo con l’Isola di Sant’Antioco e della Circonvallazione di Sant’Antioco”, il quale prevedeva la realizzazione di un ponte cosiddetto “alto”, fortemente impattante, e una circonvallazione per Calasetta, altrettanto impattante. Opere ritenute all’unanimità inutili e dannose dal Consiglio comunale, espressione dei propositi della comunità antiochense.

«Abbiamo aperto la discussione – commenta il sindaco, Ignazio Locci – e si è convenuto di lavorare sulla riprogrammazione delle risorse, al fine di garantire all’isola di Sant’Antioco e all’intero Arcipelago del Sulcis opere infrastrutturali rispettose della volontà di Sant’Antioco e realmente capaci di generare sviluppo e nuova occupazione. Ringraziamo il presidente della Regione Christian Solinas e l’assessore Roberto Frongia per la vicinanza manifestata in questo momento piacevolmente segnato da una proficua collaborazione. Una vicinanza, quella del Governo regionale, fattiva e non soltanto a parole, che si pone l’obiettivo di dare seguito agli atti di pianificazione e programmazione messi in campo dall’Amministrazione comunale di Sant’Antioco. Saremo al fianco della Regione per cogliere la collaborazione dell’Anas, nel solco degli accordi istituzionali già sottoscritti e, nello specifico, il Patto Stato-Regione-Anas sulla realizzazione delle opere destinate a Sant’Antioco e all’Arcipelago cui l’isola appartiene».

 

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«Il presidente della Regione abbandoni ogni fronte polemico che lo impegna, ormai, da settimane, per dedicarsi, con urgenza, all’adozione delle misure necessarie a fronteggiare l’emergenza economica dell’isola.»
Lo scrivono, in un comunicato stampa, i consiglieri regionali del Partito democratico che, con un’interrogazione, hanno sollecitato il presidente Christian Solinas a decidere, una volta per tutte, se continuare nel suo personalissimo braccio di ferro col resto del mondo, sulle questioni dei protocolli sanitari giudicati impraticabili, o dei certificati destituiti da ogni fondamento scientifico, come hanno provato a spiegargli i suoi colleghi Presidenti delle altre regioni d’Italia, oppure, rimuovere tutte le incertezze, e avviare uno poderosa campagna promozionale al fianco degli operatori turistici regionali, stritolati dalla crisi economica e superati dalla velocità della ripartenza dei loro diretti concorrenti, sullo stesso mercato turistico nazionale internazionale.
«Nel frattempo che Solinas era impegnato in una polemica di dimensioni mediatiche nazionali aggiungono i consiglieri regionali del PD i grandi tour operator, costretti dai tempi ristretti della programmazione delle vacanze, smistavano i turisti in altre località concorrenti con la Sardegna, con tutte le immaginabili conseguenze economiche che da ciò derivano. Di tutto ciò, purtroppo, i sardi non se ne potranno fare alcunché, neppure poter dire, per l’epilogo che attende la vicenda dei passaporti e dei certificati sanitari, che sia stata combattuta una giusta battaglia per poter disporre di strumenti utili a qualcosa.»
«Persino nelle Isole Canarie più volte chiamate in causasottolineano ancora i consiglieri regionali del PD si potrà andare in vacanza, a partire dal 1° luglio, liberamente, senza alcun documento di tipo diagnostico sanitario e neppure certificazioni di qualsiasi tipo. Il “passaporto sanitario digitale” che riguarda i termini dell’accordo tra l’Organizzazione Mondiale del Turismo e il Governo delle Isole Canarie, è semplicemente un progetto pilota, uno studio epidemiologico di grande importanza che verrà condotto su un campione ristrettissimo di viaggiatori.»
«Qual è il parere del Comitato Tecnico Scientifico in materia di protocolli sanitari da eseguirsi per il controllo dei flussi portuali e aeroportuali? – chiedono i consiglieri democratici -. E come si potrebbe conciliare il legittimo desiderio di maggiore sicurezza con i numeri degli arrivi previsti dallo stesso presidente della Regione?»
A titolo esemplificativo, si potrebbero utilizzare, da una parte, i dati dei mesi cha vanno da giugno a settembre 2019, laddove sono sbarcati nell’isola 4.521.834 viaggiatori, con una media di arrivi di 37.681 passeggeri al giorno, e punte ben superiori ai 45.000 arrivi al giorno nel mese di luglio. Dall’altra parte, si dovrebbe considerare che, in più di tre mesi, in Sardegna, dall’inizio della pandemia e sino al 31 maggio, si è riusciti a processare, complessivamente, solo 57.296 tamponi, quanto poco più gli arrivi medi di un giorno dell’estate 2019.
«Oraconcludono i consiglieri regionali del Partito democraticocrediamo che nel caso in cui il Governo regionale preferisse mantenere ferme le proprie posizioni sui protocolli di ingresso nei porti e negli aeroporti sardi, posizioni definite inutili, impraticabili e ingestibili dalle stesse autorità preposte alla validazione dei processi sanitari, oltre che dai Presidenti delle altre Regione, la Giunta regionale dovrà necessariamente stabilire, con estrema urgenza, le contromisure finanziarie da adottare per compensarne gli effetti economici conseguenti che da tale decisione deriverebbero sull’intero comparto del turismo sardo, in aggiunta agli effetti della crisi economica in atto. In alternativa, si decida di ripartire in fretta, provando a recuperare il tempo perduto.»

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«La domanda chiave in questo momento è una sola: come arriveranno in Sardegna i due milioni e mezzo di turisti previsti dal Presidente della Regione? Come raggiungeranno la nostra isola se la drammatica situazione in cui versa la rete dei trasporti è rimasta tale e quale al periodo pre-Covid? Come arriverà questa marea di persone se il numero dei voli garantiti da Alitalia è insufficiente persino a coprire il fabbisogno dei viaggiatori sardi? Le ultime dichiarazioni in merito del Governatore sono supportate da qualche studio, oppure ha come sempre lanciato un nuovo slogan per coprire i precedenti annunci fallimentari.»

Così il consigliere regionale del M5S, Roberto Li Gioi, interviene nel dibattito in corso dopo le dichiarazioni del presidente Christian Solinas sulla stima del numero di turisti che raggiungeranno la Sardegna nell’estate 2020 e, soprattutto, alla luce di quelle che sono le reali disponibilità numeriche sulle tratte da Roma e Milano per i tre aeroporti della nostra isola.

«Oggi raggiungere la Sardegna è quasi impossibile prosegue Roberto Li Gioi -. Dei 64 collegamenti giornalieri con Roma e Milano che dovevano essere garantiti secondo il decreto del 2013, ancora in vigore sino alla fine dell’anno, si è passati a 30 voli quotidiani. I voli disponibili, dopo il confronto tra Alitalia e la Regione, che ha competenza esclusiva per quanto riguarda la continuità aerea, sono quindi meno della metà. La Regione ha, pertanto, dimostrato di non volere ottenere un numero di voli congruo. E se si pensa, come comunicato dalla compagnia aerea, che i posti liberi a bordo saranno meno della metà per garantire il distanziamento fisico, si capisce benissimo che la cifra di due milioni e mezzo di turisti sparata dal presidente Christian Solinas è l’ennesimo specchietto per le allodole.»

«Raggiungere Olbia e Alghero il 31 luglio ad esempio, un venerdì, ad oggi è impossibile: i posti sui due aerei disponibili sono terminati. Trovo soprattutto incredibile e inaccettabilesottolinea il consigliere del Movimento 5 Stelle – che ci siano soltanto due voli diretti da Roma e Milano per raggiungere il Nord Sardegna in altissima stagione. Inoltre, da Milano in pieno agosto sono disponibili soltanto due voli per raggiungere Cagliari da Linate, sui quali tra l’altro i posti sono già terminati. Per quanto riguarda i collegamenti con Roma la situazione è analoga, ad esempio il 31 luglio sui tre voli disponibili per Cagliari non c’è un posto libero.»

«Tasto ancora più dolente è quello che riguarda le tariffe, che anziché diminuire come promesso il 22 gennaio dal presidente Christian Solinas sono aumentate anche per i sardi. Il Governatore ricorda Roberto Li Gioiad inizio anno aveva presentato l’ultimo piano della Giunta che prevedeva un sistema di doppia tariffa per l’estate e l’inverno, per residenti e turisti. I sardi avrebbero dovuto pagare per tutto l’anno 20 euro più tasse per Roma (il 50 per cento in meno) e 30 euro più tasse per Milano (19 euro in meno). Invece oggi scopriamo che il costo del biglietto è addirittura aumentato rispetto a prima.»

«In Sardegna nel frattempo è da febbraio che il tema dei trasporti è caduto nel dimenticatoio, mai affrontato né in Consiglio né in Commissione. E se non fosse intervenuto il Governo a garantire la continuità territoriale, per l’estate 2020 non ci sarebbe stata. Quindi conclude il consigliere del Movimento 5 Stelledi fronte a questo quadro catastrofico, Presidente, le chiediamo: come arriveranno due milioni e mezzo di turisti in Sardegna?»

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La capogruppo del M5S Desirè Manca ha presentato una mozione urgente (sottoscritta dai consiglieri Michele Ciusa, Roberto Li Gioi, Alessandro Solinas) che impegna il presidente della Regione, Christian Solinas, e la Giunta, a scongiurare l’annullamento di tutti quegli appuntamenti di spettacolo imprescindibili per l’economia e la vita delle comunità della Sardegna.

«Ripensare l’organizzazione delle manifestazioni, delle feste, delle sagre e dei concerti in un’ottica diversa e del tutto nuova, che metta al centro la sicurezza delle persone, è un’attività che la Regione Sardegna deve prevedere con urgenza e che non può essere ulteriormente rimandata. Non possiamo rassegnarci all’idea che tutte le manifestazioni che tengono viva l’identità e le tradizioni della nostra isola vengano rinviate a data da destinarsi per mancanza di organizzazione dice Desirè Manca -. Ma, soprattutto, la Regione in questo momento deve prevedere degli aiuti mirati per tutti gli ambulanti e i giostrai che vivono di questi eventi, e che dall’inizio dell’emergenza Covid, sin dal primo DPCM del 4 marzo, sono stati costretti a rimanere a casa e per i quali ancora oggi non sono state previste delle valide misure economiche di sostegno a fronte delle spese già sostenute per gli eventi annullati. Nonostante l’ingresso nella fase 2 e l’allentamento delle restrizioni ancora oggi la Regione non ha dato alcuna rassicurazione a questi lavoratori messi in ginocchio dalla pandemia che si sono ritrovati sotto il Consiglio regionale per far sentire la loro protesta.»

«La Regione Sardegna deve impegnarsi con urgenzasottolinea la capogruppo del M5S e lavorare da subito alla riattivazione di tutte le tipologie di eventi secondo le indicazioni concertate tra le Regioni e approvate come linee guida in sede di conferenza Stato Regioni. Inoltre occorre erogare degli indennizzi in favore di tutti i soggetti titolari di esercizi commerciali itineranti, come giostrai e titolari di luna park, per il mancato reddito causato dall’annullamento di tutti gli eventi programmati per il 2020.»

«Manifestazioni come sagre e festeprosegue Desirè Manca sono diventate negli anni un appuntamento imprescindibile per l’economia e la vita delle comunità della Sardegna. Dobbiamo inoltre ricordare che le amministrazioni comunali, i comitati e le associazioni hanno già sostenuto importanti spese per poter programmare gli eventi dell’estate alle porte. Sono circa mille le celebrazioni religiose e laiche che ogni anno si svolgono in tutta l’isola e che testimoniano le antichissime e variegate tradizioni sarde, grazie alle quali possiamo ancora oggi immergerci in una cultura antica alla scoperta di suoni e di armonie sconosciute, di balli con ricchi costumi tradizionali, di gare poetiche fuori dal tempo oltre a poter gustare una grande varietà di prodotti agroalimentari ed agropastorali della nostra isola.»

«La Regione deve impegnarsi affinché le feste della tradizione possano essere organizzate nel rispetto delle misure di sicurezza previste in questa delicata fase 2. Occorre, pertanto, fornire subito direttive certe per quanto riguarda la riorganizzazione degli spazi che possono essere delimitati anche attraverso un’apposita segnaletica e cartellonistica in modo da evitare assembramenti. Negli spazi espositivi dedicati alle manifestazioni fieristiche (al chiuso o all’aperto), la postazione dedicata alla reception e alla cassa può essere ad esempio dotata di barriere fisiche, e le modalità di pagamento adottare potrebbero essere soltanto elettroniche. Inoltre, è anche possibile mantenere un registro delle presenze per una durata di 14 giorni. Le misure al vaglio sono tante e di diverso tipo ma occorre mettersi subito al lavoro per ridisegnare le feste del dopo Covid. Per quanto riguarda l’oggi, invece, la priorità dev’essere aiutare i lavoratori in difficoltàconclude la capogruppo del Movimento 5 stelle -. Non dimentichiamo i nostri giostrai, i nostri ambulanti, come ribadito più volte, nessuno deve essere lasciato indietro.»

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«Non abbiamo alcuna intenzione di fare passi indietro sulla sicurezza dei cittadini. La tutela della salute dei sardi, così come quella dei turisti che scelgono la nostra bellissima Isola come meta delle proprie vacanze, è e resta una priorità.»

Lo ha detto oggi l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu. «Abbiamo portato avanti una proposta concreta che ci permetta di certificare la negatività al virus per chi, dal tre giugno, dovesse arrivare in Sardegna».

«Ad oggiprosegue Mario Niedduattendiamo che il governo prenda una posizione e dia risposte chiare. La Sardegna, come ribadito dal presidente Christian Solinas, apre le braccia al turismo. Un comparto fondamentale per l’economia del nostro territorio. Non intendiamo abdicare alla sicurezza e alla salute. Le misure adottate per contenere l’epidemia nell’Isola hanno dato risultati molto positivi sul fronte della diffusione del contagio, risultati ottenuti con grande sacrificio, e che oggi ci consentono di poter guardare realisticamente a un graduale ritorno alla normalità.»

«Poter certificare gli ingressi ci consentirebbe un vantaggio importante, perché, è bene ricordare, questa pandemia non si è ancora spenta. La richiesta della Regione è chiara: poter attestare lo stato di salute di chi arriva sul nostro territorio. Negarci questa possibilità rischia di vanificare i risultati raggiunti finora, che ci vedono fra le regioni meno colpite dal Covid-19», conclude l’assessore regionale della Sanità.

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«Abbiamo collaborato responsabilmente nei mesi scorsi per garantire ai sardi che politica e istituzioni regionali avessero voce univoca sulla sicurezza e sulla difesa dalla pandemia. Da quando il presidente Christian Solinas ha pensato che il peggio fosse passato e ha iniziato a muoversi da solo, non ha fatto che confondere, spaventare e danneggiare i sardi.»
E’ molto duro l’attacco di Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico, al presidente della Regione Christian Solinas, sulla gestione dell’emergenza.
«Dopo 4 intense settimane passate a formulare le più strampalate ipotesi per generare un fantomatico passaporto sanitario per entrare in Sardegna, il presidente della Regione, scoperto il bluff sul piano politico, istituzionale, amministrativo e scientifico, annaspa nel ridicolo che lui stesso ha generatoha aggiunto Emanuele Cani -.
Noi preferiamo parole chiare: non esiste e non è mai esistita né sul piano scientifico né sul piano amministrativo un passaporto sanitario come quello frutto della sua immaginazione. In tutto il mondo questo si ottiene solo da una vaccinazione, come quelle obbligatorie per chi viaggia verso alcuni Paesi nel mondo, che oggi non è disponibile per il Coronavirus che ha portato il Covid -19. Da tempo stiamo insistendo sulla necessità, invece, di effettuare uno screening della popolazione sarda con tamponi e test, richiesta completamente ignorata dal presidente Solinas.»
«Il presidente sa, e non può continuare a nascondersi dietro un dito, che se vuole garantire maggiore sicurezza ai sardi deve applicare con attenzione le indicazioni comportamentali già presenti o renderle più cogenti, ma per questo deve assumersi la responsabilità di farloha sottolineato Emanuele Cani -. Non può pensare di essere l’uomo di tutte le aperture e sperare che le chiusure le facciano altri: la responsabilità dei controlli o di definire regole più restrittive con protocolli di sicurezza per le strutture turistiche, come di un’organizzazione sanitaria adeguata e di un piano sanitario adeguato è solo del presidente della Regione, in particolare pensi il Presidente a prevedere ed attuare il piano sanitario con la organizzazione dei servizi sanitari territoriali, anche in previsione dei previsti afflussi turistici, con la riorganizzazione degli ospedali per tutte le patologie, pur mantenendo attive tutte le strutture Covid.»
«Il Presidente sa bene tutto questo e non ha esitato a giocare in maniera spregiudicata con le paure dei sardi al gioco che sa fare meglio, lo scaricabarile, solo per nascondere la sua assoluta mancanza di idee e iniziative per risollevare la Sardegna dopo un anno di gestione e tre mesi di fermo totaleha concluso il segretario regionale del Partito democratico -. Il problema che ha buttato via in pochi giorni un’immagine della Sardegna che non aveva bisogno di essere esposta in questo modo e denigrata. Il turismo è una cultura innanzitutto ma per moltissime famiglie in Sardegna è anche un lavoro e una professione. E queste famiglie non meritavano di essere danneggiate dal loro Presidente.»

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«Primi in Italia con 200 milioni di euro a disposizione di aziende e imprese del sistema economico e produttivo della Sardegna per sostenere la crescita e contrastare gli effetti della crisi.»

Lo dice il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando la firma dell’accordo con la Banca europea degli investimenti (BEI) «che consentirà di attivare uno strumento finanziario fondamentale per la ripartenza, confermando i grandi sforzi che la Regione sta sostenendo, anche con misure straordinarie, per assicurare il giusto sostegno per la liquidità del sistema imprenditoriale e a condizioni al momento senza uguali in Italia per questo tipo di intervento. La reciproca e fruttuosa collaborazione con la BEI, testimonia la linea virtuosa della Regione che sta mettendo in campo ogni possibile azione in grado di supportare le imprese sarde in questa difficile ripartenza».

Questo strumento, grazie alla possibilità dell’effetto leva previsto nell’accordo con la BEI, mira a rendere disponibile per il sistema economico sardo l’importante somma di 200 milioni di euro ed è la prima operazione di questo tipo attivata in Italia.

Il Fondo, denominato ‘Emergenza imprese’, è specificamente diretto a garantire supporto alle aziende e opererà su linee di finanziamento di breve, medio e lungo temine dedicate sia alla liquidità che agli investimenti, sotto forma di prestiti per il sostegno e il rafforzamento della gestione e della produzione delle imprese impegnate direttamente al contrasto del Covid-19 o appartenenti alle filiere strategiche, quale quella turistica, per le quali occorre garantire il mantenimento della capacità produttiva a livello regionale. Grazie al ricorso delle nuove regole comunitarie sugli aiuti di stato, attraverso la combinazione di prestiti e di sovvenzioni per l’abbuono degli interessi sul capitale erogato, i prestiti sino a 800 mila euro saranno concessi a tasso zero, mentre per le somme superiori si potrà garantire una importante riduzione degli interessi calibrata sia sull’entità che sulla durata del prestito stesso, secondo le modalità stabilite dal ‘Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia’.

La durata massima dei prestiti sarà di almeno 15 anni, con possibilità di ulteriore allungamento, per un importo massimo erogabile pari a 5 milioni di euro, per singolo finanziamento. La Regione Sardegna impegna in questa operazione 60 milioni di euro di risorse comunitarie del POR FESR Sardegna 2014-2020 e 40 milioni di euro dal bilancio regionale.

«L’accordo che rientra nelle iniziative avviate dalla Regione per contrastare gli effetti economici della crisi, rappresenta un ulteriore esempio di leale collaborazione istituzionale finalizzata ad offrire opportunità di sviluppo all’economia regionale attraverso un solido partner finanziario mondiale in grado di erogare finanziamenti a lungo termine per sostenere la crescita e l’occupazione», spiega l’assessore regionale della Programmazione e Bilancio, Giuseppe Fasolino.

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Il Movimento artigiani e commercianti liberi soffre ormai da anni di una crisi evidente. Movimento e partite IVA chiedono da tempo di mettere in atto interventi capaci di mantenere in vita le attività artigianali. In particolare, il comitato chiede di concedere, alle imprese, la possibilità di lavorare senza il vincolo della regolarità contributiva, il DURC, stabilendo la restituzione dei debiti pregressi non con rate fisse ma in modo proporzionato al fatturato.
Inoltre, chiede di ridisegnare una politica fiscale equa e capace di generare impulso produttivo anche con aliquote fisse e semplici da applicare. È importante destinare i finanziamenti per le aree svantaggiate, come il Piano Sulcis, per creare nuovi modelli di sviluppo, facilitando l’accesso ai crediti con regole fissate dallo Stato.
In questo momento, reso ancora più drammatico dall’obbligo di chiusura delle attività, causa Corona Virus, la crisi dei diversi settori si è fatta ancora più evidente. I titolari di partita IVA del Sulcis Iglesiente si sono riuniti e, attraverso una raccolta di firme, chiedono di essere ascoltati dal Presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, sull’annoso problema della fiscalità di vantaggio. Più volte il Movimento ha chiesto degli incontri, ma il problema Covid ha rallentato ancor più il processo di ripresa. Le partite IVA hanno quindi deciso di far sentire la loro voce.

Il primo, a lanciare un appello diretto verso le istituzioni, è Ivan Garau, artigiano edile di San Giovanni Suergiu, portavoce del Movimento artigiani e commercianti liberi Sulcis Iglesiente. «Il presidente Solinas non può mostrare indifferenza di fronte a 4768 aziende che hanno aderito al primo bando della fiscalità di vantaggio del Sulcis. Saremo costretti a scendere in piazza per farci ascoltare.»

Paolo Benizzi, di Iglesias, titolare di un bar, spiega qual è il problema del suo settore, soprattutto, durante questa “Fase 2” del Covid-19: «In questo lasso di tempo lo slogan che è andato per la maggiore è stato: andrà tutto bene. Visto che noi oggi siamo qua, non mi sembra che stia andando tutto bene. Avremmo gradito un pò di considerazione in più dalla classe politica regionale, cosa che ovviamente non c’è stata, per cui chiediamo che il Presidente Solinas intervenga per tutto ciò che riguarda il secondo bando della fiscalità di vantaggio. Sarebbe una boccata d’ossigeno per l’intera classe lavorativa. Quindi, chiediamo al Presidente di intervenire immediatamente, prima che sia troppo tardi.»

Il problema, come ha sottolineato Paolo Benizzi, è legato anche al fatto che molti titolari d’azienda hanno personale dipendente. «Io ho 10 dipendenti. Ogni mese devo assicurare loro lo stipendio. Fino ad ora ci sono riuscito ma ad oggi non mi sento più in grado di promettere niente a nessuno. Questi 27mila euro della fiscalità di vantaggio sarebbero una grossa mano d’aiuto.»

Salvatore Cossu, di Iglesias, si occupa di torrefazione artigianale: «I miei clienti sono soprattutto bar e ristoranti. Vorrei mettere in evidenza il disagio che si è venuto a creare in questo periodo. Siamo a reddito zero. Da quasi tre mesi non incassiamo niente. Oggi è ancora più importante aderire al bando del Piano Sulcis perché le partite IVA hanno estremamente bisogno di questi soldi. Ci rivolgiamo a tutti gli operatori del settore. Partecipate, perché partecipare è di basilare importanza per tutto il tessuto economico del territorio. Aspettiamo le adesioni e ci rivolgiamo al Presidente Christian Solinas, in quanto Presidente di tutti i Sardi: deve ascoltarci. La nostra è una categoria molto importante, che dà lavoro a tantissime persone. Un danno economico per gli imprenditori è anche un danno per tutte le famiglie che ruotano intorno a questo settore. Lo Stato deve prenderci in considerazione, per il futuro del paese, e la nostra Isola deve creare sinergia. Ci dobbiamo aiutare fra noi».

Aldo Marcis, di Carbonia, titolare di una piccola impresa artigiana nel campo dell’edilizia, esprime malcontento ma, soprattutto, preoccupazione: «Abbiamo ripreso a lavorare dopo tre mesi di stop, in cui non ci hanno riconosciuto un aiuto importante, perché i 600 euro non possono bastare a chi, come me, ha spese molto più alte. Quindi, automaticamente, ci hanno condannati alla rovina. Stiamo pensando di dover abbassare la serranda e chiudere definitivamente.»

Pietro Massa, rivenditore di pietre ornamentali di San Giovanni Suergiu, chiede che ci siano più adesioni da parte delle partite Iva, in tutti i settori merceologici. «Le adesioni che stiamo chiedendo non sono altro che un affidamento di incarico che le imprese ci stanno dando. Devono essere timbrate e firmate personalmente. È quella la forza di fuoco, la potenza del movimento. Al momento abbiamo circa 1000 persone tra imprese e dipendenti ma aumentano di continuo. In questo indotto non contano solo le oltre 4.000 aziende che hanno già aderito alla fiscalità di vantaggio. C’è tutto quello che sta dietro: i dipendenti e le loro famiglie. I soldi ci sono ma la legge non viene applicata e non sappiamo il perché. Sono anni che stiamo aspettando.» Perché i finanziamenti continuano a restare bloccati. «Questi soldi sono per il Sulcis, per i comuni che avrebbero diritto alla fiscalità di vantaggio. Si parla di una trentina di milioni di euro che potrebbero essere anche di più, considerando che nel primo bando sono state inserite delle imprese che, nel frattempo, hanno chiuso. Quindi sarebbe necessario fare anche una revisione dei conti.»

Federica Selis