25 April, 2024
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Le 34.388 imprese artigiane della Sardegna, insieme a più di 80mila dipendenti, sono pronte a riprendere l’attività ma hanno necessità di conoscere le linee guida sulla sicurezza e partecipare alla programmazione della prossima ripartenza.

E’ anche per queste ragioni che Confartigianato Imprese Sardegna, a nome delle attività produttive artigiane sarde, scritto al presidente della Regione, Christian Solinas, ribadendo  la propria posizione: la salute è una priorità assoluta, inderogabile e non negoziabile.

«Sappiamo bene che senza la salute e la sicurezza di dipendenti e clienti non ci può essere ripartenza – commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegnae sappiamo bene che le imprese dovranno affrontare un periodo difficile per la loro sopravvivenza, anche in considerazione delle norme che dovranno studiare e applicareVi è la necessità di sapere, per tempo, quali potranno essere le prescrizioni e le dotazioni di sicurezza necessarie per una corretta ripresa delle attività – continuano Presidente e Segretariotutti abbiamo il dovere di trovare le formule che consentano di arginare nelle quantità e nel tempo le perdite, già ingentissime e drammatiche, di economia e benessere sociale

Chi può rispettare le misure di sicurezza, più che il diritto, ha il dovere di riprendere a lavorare – sottolineano Antonio Matzutzi e Daniele Serraper salvare l’Isola, e l’intero Paese, da una crisi economica senza precedenti, dalla fine della seconda Guerra. Noi artigiani, abbiamo il dovere di rendere possibile e supportare questa ripartenza in sicurezza”.

Nella missiva inoltrata al presidente della Regione, l’associazione artigiana chiede di promuovere una nuova fase nella quale coniugare la salvaguardia della salute con la ripresa delle attività produttive.

«Il mondo artigiano sardo – scrive Confartigianato Sardegna nella missivasin dal primo momento è stato in prima linea nella lotta contro il Coronavirus, in termini di impatto, di restrizioni, di sacrifici e di pazienza. Tutti questi fattori, però, non hanno ancora avuto adeguati bilanciamenti in termini di reali, concreti e veloci interventi di sostegno pubblicoPur nella comprensione dell’estrema difficoltà generalizzata che ha ovvi risvolti nelle scelte politiche e decisionali – aggiunge l’associazione artigiana nella lettera – non possiamo tacere talvolta la inadeguatezza di alcuni provvedimenti di carattere nazionale che difficilmente si tradurranno in vero sostegno, soprattutto nel ritardo e nello sfasamento temporale tra la necessità di fare presto, più volte manifestata, e l’effettiva attivazione di misure concrete di aiuto, alcune delle quali, anche a livello regionale, tardano troppo a vedere la luce. Tale inadeguatezza e tali ritardi rischiano di minare definitivamente la possibilità di sopravvivenza delle imprese in questa fase acuta di emergenza sanitaria, e se non prontamente riallineate, saranno fatali anche per qualsivoglia ripartenza. E a proposito di ripartenza, di quella FASE 2 di cui tanto si parla – sottolineano gli artigiani – c’è la percezione della mancanza di adeguata programmazione e di iniziative concrete e tangibili. Il mondo artigiano è da sempre stato attendo al benessere e alla sicurezza nei luoghi di lavoro a vantaggio degli operatori e dei clienti, e ancora una volta è pronto a fare la sua parte in tal senso». Per Confartigianato, quindi «c’è l’assoluta necessità di ragionare rapidamente sulle tempistiche certe e ragionevoli, cosi come delle prescrizioni e delle dotazioni di sicurezza necessarie. Sempre nel rispetto primario della salute ci pare non più rinviabile parlare di riapertura e di riavvio delle attività, pena il definitivo e irrecuperabile tracollo di numerosi settori economici con evidenti e prevedibili risvolti sulla tenuta dell’equilibrio sociale.»

Infine la proposta: «Siamo disponibili anche stavolta a fornire il nostro contributo con delle idee concrete e operative – conclude l’organizzazione artigiana – per questo proponiamo di attivare subito un piano di riavvio, anche graduale, delle attività che già ora con alcuni accorgimenti possono ben conciliare questioni sanitarie e produttive, e che fungano da traino per le altre che a seguire riapriranno. Nell’edilizia, nell’impiantistica, nella produzione di beni e manufatti, in alcuni servizi alla persona, a solo titolo di esempio, questo è già possibile e occorre farlo e farlo presto».

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I presidenti delle Categorie Identitarie Sarde, Confederazione Sindacale Sarda (Giacomo Meloni), Liberi Agricoltori Sardegna (Riccardo Piras), Liberi Pastori (Roberto Congia), CASCOM Impresas de Sardigna (Antonello Pranteddu), Assotziu Consumadoris Sardigna (Marco Mameli), riunitisi in video conferenza, hanno deciso di inviare un appello con la richiesta per annullare immediatamente le imminenti esercitazioni militari Nato in terra sarda, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas; al ministro della Difesa Lorenzo Guerini; al sottosegretario della Difesa Giulio Calvisi; ai prefetti di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano; ai sindaci di Arbus, Decimomannu, Perdasdefogu, Teulada, Villasor, Villaputzu, Terralba ed Oristano; al presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana.

«Mentre ovunque nel mondo, in Italia e qui in Sardegna si osservano norme severe di contenimento per difendere le popolazioni dal contagio del Covid-19, ci giungono notizie non smentite di preparativi di una grande esercitazione militare in Sardegna con ampio spiegamento di mezzi aerei, navali, terrestri con una movimentazione di truppe in numero di 30 mila uomini mai visto in terra sardasi legge nella lettera appello -. La contraddizione è palese e assurda, né occorre certo essere pacifisti come noi che sottoscriviamo questo Appello per capire che, proprio in presenza di questa drammatica emergenza sanitaria ed economica, questa esercitazione offende la comune intelligenza e sensibilità e grida vendetta al cospetto di Dio e delle nostre popolazioni. Queste ultime già così colpite da tanta sofferenza in termini di morti, malati per contagio, costrette nelle proprie case per lunghi periodi con conseguente blocco di ogni attività di lavoro e produzione, stremate da una crescente, diffusa e disastrosa disoccupazione che crea uno stato di indigenza, malessere e povertà con pericolosi risvolti sociali.»

«Vi chiediamo come sia possibile che, a fronte di centinaia di migliaia di persone di fatto private delle più elementari libertà di movimento per evitare il propagarsi del contagio di Covid-19, si possa assistere senza un’ inevitabile dura reazione ad una vera e propria “invasione” di eserciti nel nostro territorio – aggiungono i presidenti delle cinque associazioni -. Assurde ci appaiono talune giustificazioni di un addestramento militare indispensabile e non rinviabile – in quanto assimilabile tra i servizi essenziali del rango di difesa della patria – e comunque addestramento mirato a prepararsi per un ipotetico conflitto verso Potenze straniere.Facciamo appello alle vostre coscienze e alle vostre autorevoli persone perché, ognuno per la sua competenza, possiate intervenire urgentemente per annullare questa esercitazione, facendo pressioni presso le Autorità dei Governi, parte della  Nato, perché si blocchi nel nascere l’azione di comando e si eviti questa “sciagura” che, tra l’altro, aggraverebbe l’attuale situazione di conclamata epidemia.»

«Non servono altre motivazioni, benché le scriventi Associazioni e Movimenti abbiano da anni fatto scelte etiche a favore della Pace, quale potente leva di sviluppo e di progresso, ”aborrendo la guerra”, fedeli all’art.11 della Costituzione Italiana alle numerose autorevoli dichiarazioni dell’ONU si pensi in ordine di tempo all’Appello urgente del suo Segretario generale Antonio Guterres per l’immediato cessate il fuoco in ogni parte del Mondo, a cui fanno eco le Dichiarazioni della Comunità europea e gli accorati appelli dei Capi di tutte le Religioni del mondo, primo fra tutti Papa Francescosottolineano ancora i presidenti delle cinque associazioni -. Basta Guerre, Basta Armi. Tutti questi immensi capitali e finanziamenti si utilizzino per la sanità, per la ricerca e l’istruzione, per debellare la fame, per la difesa dell’ambiente e della Terra. Facciamo appello ai Sindaci, nei cui territori è in programma nei mesi di aprile e maggio lo svolgersi di questa esercitazione, perché loro stessi e le popolazioni attuino la resistenza passiva ad ogni tipo di attività di “guerra simulata”, che mira ad aggredire altri popoli e a diffondere divisioni e odio nel mondo.»

«Il nostro esercito si tenga lontano da queste attività e continui, come ora, ad operare a favore delle popolazioni colpite dal Covid-19 e da altre disgrazie, perché questo modo di agire attira ad esso rispetto e gratitudine. La Sardegna è un’isola di Pace e come tale vuole affermarsi nel Mondo per cui respinge non solo queste esercitazioni “stagionali”, ma chiede che venga definitivamente riconvertita la Fabbrica di Bombe della RWM di Domusnovas/Iglesias e chiusi tutti i poligoni e le basi militari site nel suo territorio, perché sono vere e proprie occupazioni che bloccano la capacità di sviluppo socio economico della Sardegnaconcludono i presidenti delle cinque associazioni -. Questa volta i sardi non sono disposti a subire e sono pronti a mobilitarsi con azioni pacifiche, ferme e determinate.»

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I consiglieri regionali del Gruppo Liberi e Uguali Sardigna Daniele Cocco ed Eugenio Lai hanno presentato un’interrogazione sul mancato rinnovo del contratto in scadenza degli Operatori Socio Sanitari (OSS) assunti a tempo determinato.

«In questi giorni l’ATS Sardegna ha inviato una lettera agli Operatori Socio Sanitari assunti con contratto a tempo determinato presso le strutture dell’ASSL di Oristano in cui si comunica che i contratti in scadenza non verranno rinnovati – dice il capogruppo Daniele Cocco -. Gli OSS sardi che da anni lavorano nel sistema sanitario regionale con contratti a tempo determinato hanno maturato nel tempo importanti esperienze e formazione con l’acquisizione di specifiche professionalità nei diversi reparti – svolgono in questo periodo fondamentali attività che molto spesso li espone al pericolo di contagio da Coronavirus anche, in alcuni casi, per la mancanza dei necessari dispositivi di protezione.»

Con l’interrogazione i consiglieri regionali chiedono al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu «se sia opportuno che l’ATS Sardegna, in questo particolare momento di grave crisi sanitaria ed economica, non rinnovi i contratti in scadenza degli Operatori Socio Sanitari assunti a tempo determinato comportando una drammatica situazione economica per lavoratori che ogni giorno svolgono lodevolmente il proprio lavoro mettendo a rischio la propria salute e quella dei loro familiari e se siano al corrente che diverse ASSL della regione continuino ad utilizzare del personale interinale anziché attingere dalle graduatorie concorsuali ancora vigenti».

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632 imprese in meno nei primi tre mesi del 2020 di cui 359 artigiane. E’ il bilancio della nati-mortalità delle imprese sarde tra gennaio e marzo fotografato da Movimprese, la rilevazione condotta sui Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane da Unioncamere-InfoCamere sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre 2020.

I dati – elaborati dalla Cna Sardegna – rivelano un tessuto imprenditoriale che risente delle restrizioni seguite all’emergenza Covid-19 ma nell’isola sembra ancora tenere, registrando nei primi tre mesi dell’anno una flessione del tasso di crescita dello 0,36% contro il 0,50 registrato nella Penisola. Molto più preoccupante la situazione del sistema artigiano che registra invece una flessione maggiore: – 1,03% contro lo 0,84% del resto d’Italia.

Se il dato italiano registra quasi 30mila imprese in meno nei primi tre mesi dell’anno (contro un calo di 21mila nello stesso trimestre del 2019) anche nell’isola i numeri sono preoccupanti con un netto calo sia delle iscrizioni che, in misura minore, delle cessazioni. Tra gennaio e marzo sono state registrate in Sardegna 2.457 aperture di nuove aziende a fronte di 3.089 chiusure con un saldo di – 632 imprese. Quanto al settore artigiano nei primi tre mesi dell’anni si sono registrate 543 nuove iscrizioni e 902 cessazioni per un saldo di – 359 imprese.

La situazione provinciale

Al livello territoriale i segnali negativi, seppur generalizzati, non sono omogenei. La situazione è sempre più preoccupante nella provincia di Oristano che conferma un tessuto artigiano letteralmente falcidiato dalla crisi registrando una flessione del 2,96% con una assenza totale di iscrizioni di nuove imprese artigiane e 77 cancellazioni. A Cagliari a fronte di 195 iscrizioni hanno cessato nei primi tre mesi dell’anno 338 imprese artigiane, Nuoro registra nel primo trimestre dell’anno 102 iscrizioni e 175 cessazioni, Sassari, infine, 246 nuove iscrizioni di imprese artigiane contro 312 cessazioni.

L’analisi della CNA

«I dati del primo trimestre sono purtroppo una anticipazione di quanto accadrà nei prossimi mesi a causa degli effetti prodotti dalla pandemia – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -. Da anni segnaliamo inascoltati il disagio di un comparto che ha visto ridursi di un quinto (9000 imprese) la propria forza produttiva. Nonostante ciò l’artigianato rappresenta ancora un quarto delle imprese attive in Sardegna. Ci auguriamo che alla luce di quanto accade oggi in termini così drammatici spinga il governo regionale a dare attuazione al pacchetto di misure anticrisi varate a dicembre 2018 e inspiegabilmente finite in un binario morto. Ci attendiamo inoltre la sollecita convocazione del presidente Christian Solinas. I sistemi produttivi non possono attendere oltre – concludono Piras e Porcu -. E’ urgente varare le misure di sostegno alle imprese prima che l’emergenza Covid-19 spazzi via migliaia di aziende. Tra queste urgono interventi a favore del lavoro autonomo, anche attraverso misure a fondo perduto che indennizzino i fermi di attività se si vuole assicurare la riapertura di migliaia di imprese”.

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«Percorreremo ogni strada possibile per dare a Oristano un centro di oncoematologia funzionale ed efficiente, che risponda alle necessità del territorio e della comunità. La grande emergenza che oggi anche la nostra Isola sta vivendo in seguito all’epidemia del Covid-19 non ci fa dimenticare di tutte le altre patologie e dei Sardi che ogni giorno hanno bisogno di assistenza e cure, talvolta costretti a sopportare sacrifici per potersi spostare in presidi lontani dal proprio territorio.»

Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas.

L’ospedale San Martino potrà continuare il trattamento sui pazienti attualmente in terapia: «Oggispiega l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddunon è formalmente accreditato per la somministrazione di terapie oncoematologiche. Questo impedisce la presa in carico di nuovi pazienti. Una situazione che intendiamo risolvere attraverso la revisione delle reti di cura dell’isola. Superata l’emergenza Coronavirus, che sta impegnando l’intero sistema sanitario regionale con ogni mezzo, l’obiettivo sarà quello di avvicinare il più possibile i centri di cura ai pazienti e questo includerà anche l’ospedale di Oristano, strategico per il territorio».

«Come già ribadito più volteconclude Mario Nieddunon abbiamo mai pensato di depotenziare o impoverire l’offerta sanitaria del territorio. Anzi il nostro obiettivo è quello di invertire una tendenza che è andata in questa direzione per troppo tempo, portando scompensi di cui oggi ci troviamo a pagare il prezzo. L’attuale configurazione delle reti di cura del sistema sanitario regionale, che impedisce a Oristano di avere un centro di oncoematologia, sarà rivisto nell’ottica di una maggiore aderenza alle necessità del territorio e, quindi, attraverso la condivisione di scelte che garantiscano così parità di accesso alle cure e la loro sicurezza per tutti i cittadini.»

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La Regione stanzia 5 milioni di euro come sostegno alle famiglie in difficoltà che risiedono in abitazioni in locazione. La Giunta regionale ha approvato la delibera per la ripartizione delle risorse e la predisposizione dei criteri attraverso i quali verranno distribuiti i fondi per gli inquilini in grave difficoltà economica che non riescono a far fronte al pagamento dell’affitto. Le risorse saranno assegnate ai Comuni per i mesi che vanno da gennaio ad aprile sulla base di una graduatoria predisposta a seguito della pubblicazione del bando e rappresentano la quota di co-finanziamento che la Giunta Solinas ha messo in campo come misura di contrasto agli effetti dell’emergenza legata al Covid-19.

«Abbiamo approvato una ulteriore misura che ci consente di intervenire in aiuto di tutte quelle famiglie sarde che non possono sostenere i costi di affitto dell’abitazione di residenzaspiega il presidente Christian Solinas. Il disagio abitativo che interessa le fasce di popolazione più esposte alla crisi è sicuramente una delle piaghe sociali più diffuse. Dare una risposta in tempi celeri con risorse importanti è un segno di attenzione concreto teso a mitigare gli effetti dell’emergenza sanitaria che con ogni mezzo e strumento a nostra disposizione stiamo cercando di arginare.»

«I canoni di locazione costituiscono un elemento di forte disagio sociale quando interessano le fasce sociali a basso reddito come gli anziani, le persone sole, i giovani con lavori precari, le famiglie monoreddito o con un solo genitore – aggiunge l’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia -. In attesa che lo Stato provveda ad emanare il decreto ministeriale di riparto delle risorse statali assegnate al Fondo nazionale per l’annualità 2020 abbiamo messo in campo una misura straordinaria finalizzata a dare una immediata risposta alle difficoltà economiche che le famiglie stanno affrontando a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19.»

Sono stati approvati anche i criteri per la ripartizione delle risorse. Su questo fronte sono stati individuati due limiti di reddito sulla base dell’Indicatore della situazione economica equivalente, Isee, del nucleo familiare: il primo, non superiore a due pensioni minime INPS, rispetto al quale l’incidenza del canone di locazione risulti non inferiore al 14%; il secondo uguale o inferiore al limite di reddito previsto per l’accesso all’edilizia sovvenzionata, rispetto al quale l’incidenza del canone di locazione risulti non inferiore al 24%. È previsto inoltre il riconoscimento di una premialità, pari complessivamente al 10% dello stanziamento regionale, per i Comuni che destinano risorse a titolo integrativo di quelle regionali, con un finanziamento aggiuntivo della Regione.

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«L’ emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha causato una vera e propria crisi economica. Le misure che la Regione Sardegna sta adottando per fronteggiare questa difficile situazione vedono lo stanziamento di ingenti somme. Noi dobbiamo pensare anche e, soprattutto, a far ripartire l’economia e la produttività delle imprese.»
Il consigliere regionale del PSd’Az Fabio Usai ritorna oggi sui provvedimenti adottati dalla Regione per far fronte alla gravissima crisi economica determinata dalla crisi sanitaria.

«Per quanto concerne l’ormai imminente stagione turistica sarebbe quanto mai opportuno INCENTIVARE il settore con misure che agevolino il loro fatturato ormai compromessoaggiunge Fabio Usai -. Rendere possibile quindi ai possessori di attività BALNEARI la possibilità di manutenzionare i propri impianti. Riconoscere per QUESTA stagione e per la SUCCESSIVA un AMPLIAMENTO dell’estensione della superficie occupata. Questa possibilità consentirebbe forse di lasciare inalterato il livello occupazionale delle attività.»
«Occorre oggi più che mai un forte coraggio e una capacità di fare scelte che vadano a tutela e vantaggio di alcune categorie produttive che necessitano di avere meno vincoli e meno burocrazia per potersi risollevare conclude Fabio Usai -. Questa proposta verrà sottoposta all assessore dell’Urbanistica Quirico Sanna ed al presidente della Giunta regionale, Christian Solinas. Cerchiamo di trovare soluzioni per la nostra Sardegna.»

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«Diamo un sostegno immediato alle famiglie sarde e – a pochi giorni dall’approvazione della legge e delle delibere attuative per fronteggiare questa emergenza – passiamo alla fase operativa.»

Così il presidente della Regione, Christian Solinas, annuncia il via libera della Regione al pagamento del primo acconto ai Comuni, (23 milioni e 700 mila euro) pari al 20% (13.8) per i Comuni con popolazione inferiore ai 30 mila abitanti ed al 50% (9.9 )per quelli con popolazione uguale o superiore ai 30 mila abitanti da destinare alle famiglie della Sardegna, quale urgente intervento per affrontare l’emergenza economica e sociale in atto.

«Rispondiamo al forte bisogno di immediata liquidità da parte delle famiglie sarde. E’ nostra intenzione mettere subito i Comuni nella condizione di erogare le prime risorse ai cittadini in tempi brevi prevedendo una procedura semplificata versando subito l’acconto alle amministrazioni comunali che ora sono in grado di pubblicare gli avvisi e fare i primi pagamenti sottolinea l’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino che puntualizza -: la suddivisione tra i Comuni, prende come riferimento iniziale i criteri di ripartizione del Reis, successivamente, si procederà ad aggiornare le somme dovute ai singoli Comuni sulla base dell’effettivo fabbisogno comunicato. Ma la certificazione delle economie del Reis potrà essere fatta anche successivamente all’avvio dei pagamenti.»
Le risorse stanziate sono finalizzate all’erogazione dei contributi da 800 euro mensili alle famiglie sarde rimaste senza reddito a causa dell’emergenza Covid-19. Possono accedere al contributo i disoccupati, i lavoratori dipendenti, gli autonomi, i lavoratori co.co.co, i titolari di Partita IVA la cui attività è stata compromessa a causa della diffusione del virus. Per nuclei familiari superiori a tre unità è previsto un incremento di 100 euro per ogni componente.
«Siamo al fianco delle famiglie e della comunità sarda, non vogliamo lasciare indietro nessuno e stiamo lavorando affinché ci sia la percezione concreta che la Regione è mobilitata senza sosta per sostenere chi oggi è in difficoltà», conclude l’assessore regionale della Proframmazione.

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Nella tarda serata di ieri, il presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, ha firmato una nuova ordinanza, la n° 19 del 13 aprile 2020, avente per oggetto “Ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-2019 nel territorio regionale della Sardegna”.

«Sentito il Comitato tecnico scientifico istituito per fronteggiare la diffusione epidemiologica del Covid-19 in Sardegna con deliberazione della Giunta regionale n. 17/4 del 1 aprile 2020 – si legge nell’ordinanza del presidente Christian Solinas -, con particolare riguardo all’opportunità di riapertura a decorrere dal 14 aprile 2020 delle attività afferenti al commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria, al commercio al dettaglio di libri, al commercio al dettaglio di vestiti per bambini e neonati nonché alla riapertura al pubblico degli studi professionali; preso atto del parere espresso dal testé richiamato Comitato tecnico scientifico, ispirato ad un criterio di massima cautela, nel senso di un mantenimento delle misure di chiusura attualmente in atto anche con riferimento alle summenzionate attività almeno fino al 26 aprile prossimo venturo, con riserva di una successiva valutazione in dipendenza dall’andamento delle curve di diffusione del virus per una riapertura a decorrere dal 27 aprile 2020; ritenuto di dover accogliere la posizione del Comitato tecnico scientifico e, pertanto, in deroga a quanto previsto dal DPCM 10 aprile 2020, di dover mantenere in Sardegna almeno fino al 26 aprile 2020 le misure maggiormente restrittive che prevedono la chiusura delle attività:

– di commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria;

– di commercio al dettaglio di libri;

– di commercio al dettaglio di vestiti per bambini e neonati;

– di apertura al pubblico degli studi professionali.»

«Valutata inoltre, l’urgenza ed indifferibilità di confermare le misure straordinarie a tutela della salute dei cittadini sardi per la prevenzione ed il contenimento della diffusione sul territorio della Regione Sardegna del COVID-19, ai sensi dell’art.32 della Legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità il presidente della Regione, Christian Solinas, ordina –

Art. 1

L’efficacia delle disposizioni delle ordinanze numero 6 del 13 marzo 2020 (così come prorogata dalle ordinanze n. 12 del 25.03.2020 e n. 14 del 3.04.2020), n. 9 del 14.03.2020 (così come modificata e prorogata dalle ordinanze n. 13 del 25.03.2020 e 15 del 3.04.2020) e n. 18 del 7.04.2020 è prorogata fino al 3 maggio2020, salvo ulteriore proroga esplicita. È parimenti prorogata fino alla medesima data, salvo ulteriore proroga esplicita, l’ordinanza n. 17 del 4.04.2020 con le seguenti integrazioni:

– all’art. 1, nel primo rigo, dopo le parole “aperti al pubblico” sono aggiunte le parole “le spiagge”. Alla fine dell’articolo è, altresì, aggiunto il seguente periodo: “E’comunque consentita, in armonia con le prescrizioni di cui al DPCM 10 aprile 2020, l’attività motoria strettamente personale nelle immediate vicinanze della propria abitazione con il rispetto delle distanze minime di sicurezza da qualunque altra persona di almeno un metro e, comunque, muniti di adeguata mascherina”;

– all’art. 5, nel primo rigo, dopo la parola “parafarmacie” sono inserite le seguenti “nonché i tabacchini e le edicole”. Alla fine dell’ultimo rigo è aggiunto il seguente periodo “E’ altresì vietata l’apertura nelle giornate festive del 25 aprile e del primo maggio. L’apertura degli esercizi commerciali, in tutti gli altri giorni, è consentita esclusivamente col rispetto delle misure igienico-sanitarie esplicitamente prescritte dall’allegato 5 al DPCM 10 aprile 2020. E’ fatto obbligo a chiunque intenda accedere ad un esercizio commerciale di indossare idonea mascherina e guanti monouso, che devono essere mantenuti per l’intero periodo di permanenza all’interno della struttura.

Art. 2

I richiami contenuti nelle ordinanze di cui all’art. 1 al DPCM 8.03.2020, al DPCM 9.03.2020, al DPCM 11.03.2020, al DPCM 22.03.2020 e al DPCM 1.04.2020 devono intendersi riferiti al DPCM 10.04.2020 e relativi allegati.

Art. 3

In armonia con le indicazioni del Comitato tecnico scientifico istituito con deliberazione della Giunta regionale n. 17/4 del primo aprile 2020, sono confermate in Sardegna, almeno fino al 26 aprile 2020, salvo nuova proroga esplicita, le misure maggiormente restrittive di ulteriore chiusura delle attività di commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria; di commercio al dettaglio di libri e di commercio al dettaglio di vestiti per bambini e neonati, nonché la riapertura al pubblico degli studi professionali.

Art. 4

Per tutto quanto non espressamente disciplinato dalla presente ordinanza, si fa espresso rinvio al DPCM 10 aprile 2020 e relativi allegati.

Art. 5

Le disposizioni della presente ordinanza producono i loro effetti a far data dal 14 aprile 2020.

La presente ordinanza è immediatamente efficace ed è pubblicata sul sito istituzionale della Regione e sul B.U.R.A.S. La pubblicazione ha valore di notifica individuale, a tutti gli effetti di legge, nei confronti di tutti i soggetti coinvolti, salvo che il fatto non costituisca più grave reato, la mancata osservanza degli obblighi di cui alla presente ordinanza è sanzionata come per legge (art. 4 del D.L. 19 del 25 marzo 2020).»

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«Un gesto di solidarietà e vicinanza che apprezziamo e che conferma la leale collaborazione tra le Regioni in un momento difficile.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, che già da ieri ha subito ringraziato – anche attraverso il suo profilo Instagram – la Regione Friuli Venezia Giulia ed il suo presidente Massimiliano Fedriga per l’invio di materiale sanitario destinato agli operatori degli ospedali Covid della Sardegna.

«Fortunatamente la solidarietà tra le Regioni funziona: dall’aeroporto di Trieste, aperto per l’occasione, un volo speciale della Guardia di Finanza è arrivato a Cagliari con un carico di dispositivi di protezione sanitaria per fronteggiare l’emergenza. Grazie anche al grande lavoro che le Protezioni Civili regionali stanno mettendo in campo, trovando soluzioni in tempi record anche nelle situazioni più complesse», ha concluso il presidente Christian Solinas.