28 March, 2024
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«Sottoporre subito a tampone tutto il personale operante negli istituti penitenziari per individuare eventuali positivi al Coronavirus e garantire un immediato isolamento idoneo ad evitare il contagio.»

Lo chiede in un’ interrogazione, presentata in Consiglio regionale, la consigliera del M5S Carla Cuccu. Nel provvedimento rivolto all’assessore della Salute Mario Nieddu ed al presidente della Regione Christian Solinas, chiede anche di sapere quale sia lo stato di attuazione del Piano Annuale e Triennale della Sanità Penitenziaria ATS Sardegna 2018-2020, approvato con deliberazione n. 988 dell’11 agosto 2018 e se sia stata verificata dall’ATS la possibilità di assegnare il reparto detentivo protetto, già realizzato presso l’Ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Inoltre, Carla Cuccu chiede se sia stata presa una decisione sulla proposta di adibire spazi specifici presso i nosocomi dove sono presenti le maggiori strutture penitenziarie, nelle more della consegna dei reparti detentivi ospedalieri, divenuta ormai improcrastinabile.
«Nonostante il numero dei contagi continui a crescere in misura esponenziale, si continua ad ignorare l’atavico problema di garantire una sanità penitenziaria che tuteli i detenuti, la polizia penitenziaria e tutti gli operatori che vi accedono.»
L’on. Carla Cuccu amplifica ciò che da tempo le varie associazioni denunciano invano. «Non è possibile che nemmeno in tempo di pandemia conclamata, non si siano predisposti i reparti detentivi nei nosocomi sardi dove sono presenti le maggiori strutture penitenziarie. È intollerabile e non più rinviabile in periodo di emergenza epidemiologica Covid-19, vista la repentina possibilità di contagio. Ancor oggi, i detenuti dovrebbero essere ricoverati nelle medesime stanze dove vi sono altri pazienti esposti a rischi per la propria incolumità oltre che per quella degli agenti penitenziari.»

«Questa inadempienza – conclude Carla Cuccu, segretaria dell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale – è anche un grave danno economico per la collettività per l’elevato impiego di agenti destinati al servizio di piantonamento non necessari se vi fossero, invece, i cosiddetti repartini. Parrebbe che solo le associazioni abbiano a cuore il problema sanitario nelle carceri (benché costituzionalmente tutelato), che hanno donato mascherine di protezione. Non si faccia carne da macello.»

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Scattano le nuove regole della Regione sulla gestione dei rifiuti urbani su tutto il territorio regionale relativamente alle persone positive al virus o in quarantena obbligatoria.

«Le prevede l’ordinanza emessa ieri dal presidente Christian Solinas, sulla base – chiarisce il Presidentedel Rapporto ISS Covid-19 n. 3/2020, recante “Indicazioni ad interim per la gestione dei rifiuti urbani in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2”, con il quale l’Istituto Superiore di Sanità ha individuato specifiche modalità gestionali per la raccolta dei rifiuti urbani prodotti dalle persone positive al tampone o in quarantena obbligatoria.»

«L’ordinanza – aggiunge il presidente della Regione -, prevede una serie di norme a tutela della cittadinanza e degli operatori addetti al trattamento e allo smaltimento.»

«I rifiutichiarisce l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis -, devono essere prioritariamente conferiti a termovalorizzazione e in subordine, agli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) se garantiscono l’igienizzazione del rifiuto nel corso del trattamento biologico (ad esempio tramite biostabilizzazione) e la protezione degli addetti dal rischio biologico, nonché agli impianti di sterilizzazione o direttamente in discarica senza alcun trattamento preliminare.»

Pertanto nelle abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria deve essere interrotta la raccolta differenziata e tutti i rifiuti urbani, indipendentemente dalla loro natura e includendo fazzoletti, rotoli di carta, teli monouso, mascherine e guanti, devono essere considerati indifferenziati e pertanto raccolti e conferiti insieme.

Per la raccolta dovranno essere utilizzati almeno due sacchetti uno dentro l’altro o in numero maggiore in dipendenza della loro resistenza meccanica, possibilmente utilizzando un contenitore a pedale.

I sacchetti dovranno essere chiusi adeguatamente utilizzando guanti monouso, senza comprimerli e attraverso legacci o nastro adesivo, avendo cura di evitare l’accesso di animali da compagnia ai locali dove sono presenti i rifiuti. I sacchetti dovranno essere conferiti quotidianamente come da procedure già in vigore (esporli fuori dalla propria porta negli appositi contenitori o gettarli negli appositi cassonetti condominiali o di strada). I Comuni interessati dovranno conseguentemente adeguare i calendari di raccolta dei rifiuti urbani alle esigenze di ritiro quotidiano dei soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria.

La competente autorità sanitaria comunica tempestivamente ai Comuni competenti i nomi e gli indirizzi dei soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria al fine di consentire l’organizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti indifferenziati confezionati come riportato nel provvedimento.

Per le abitazioni in cui non sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, non dovranno essere interrotte le procedure in vigore nel territorio di appartenenza, non interrompendo la raccolta differenziata.

Tuttavia, a scopo cautelativo, fazzoletti o rotoli di carta, mascherine e guanti eventualmente utilizzati, dovranno essere smaltiti nei rifiuti indifferenziati.

L’ordinanza emessa ieri dal presidente Christian Solinas ha validità sino al 31 luglio 2020, salvo proroga esplicita.

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10.000 kit per i test del Covid-19 sono arrivati questa mattina al porto di Cagliari per essere destinati ai laboratori del sistema sanitario regionale impegnati nella lotta contro l’epidemia. Il carico, frutto di una donazione alla Regione, è stato consegnato dalla Croce Rossa Italiana alla Protezione civile per il trasporto all’Azienda Ospedaliera Brotzu, dove i kit saranno conservati e poi distribuiti.

«I testspiega il presidente della Regione, Christian Solinassono uno strumento indispensabile per l’individuazione dei contagi e per il contenimento dell’epidemia. La Sardegna è impegnata con tutti i mezzi a far fronte alle necessità legate all’emergenza. Oggi riceviamo un contributo prezioso e il mio ringraziamento, a nome di tutti i Sardi, va alla Croce Rossa Italiana per gli alti valori che da sempre esprime e la solidarietà verso il nostro popolo.»

«Le scorte ricevute oggiprecisa l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddusaranno distribuite ai laboratori secondo le necessità e i carichi di lavoro. Un apporto importante al nostro sistema sanitario che deve fare i conti con le difficoltà negli approvvigionamenti da Roma, sempre più un problema nazionale. Continuiamo a ricevere grande solidarietà verso la nostra Isola e siamo impegnati a coordinare ogni azione che possa dare forza al nostro territorio in questa emergenza. Il mio ringraziamento personale va al presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, e al commissario per la Sardegna, colonnello Sergio Piredda.»

 

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E’ ancora senza risposta la richiesta fatta dai medici diabetologi della Sardegna verso l’assessorato regionale della Sanità, per poter attivare il servizio di “televisita” ai malati sardi di diabete mellito.

Infatti, con una missiva, inoltrata due settimane fa, le Società scientifiche di riferimento della diabetologia – AMD (Associazione Medici Diabetologi), SID (Società Italiana di Diabetologia) e SIE (Società Italiana di Endocrinologia), chiesero all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, al direttore generale dell’Assessorato, Marcello Tidore, e al commissario straordinario dell’ATS, Giorgio Steri, di “autorizzare urgentemente, per tutti i Servizi di diabetologia presenti in Sardegna, la teleassistenza a favore delle persone con diabete”. La stessa comunicazione, a inizio di questa settimana, è stata mandata al presidente della Regione, Christian Solinas. 

«Dopo circa 15 giorni – affermano Gianfranco Madau e Maria Antonietta Fois, rispettivamente Presidenti regionali dell’Associazione Medici Diabetologi e della Società italiana di diabetologianon abbiamo ricevuto riscontri o risposte. In pratica il nostro appello è rimasto inascoltato.»

Secondo gli specialisti della diabetologia, le persone affette da diabete sono ancora tra le categorie più a rischio per gli esiti fatali dell’infezione da Coronavirus. Mantenere un buon compenso, sicuramente con più difficoltà date le limitazioni imposte dal contenimento della pandemia a tutti i cittadini italiani, è ancora la ricetta più efficace per diminuire il rischio.

«Malgrado ciò – continuano Gianfranco Madau e Maria Antonietta Fois – gli amministratori regionali, chiamati direttamente in causa dalle associazioni scientifiche diabetologiche, non danno segno di interesse in questa situazionePurtroppo, per alcuni amministratori delle Aziende sanitarie, la chiusura degli ambulatori alle visite programmate, con esclusione delle urgenze/emergenze, si traduce in una riduzione del personale che viene messo in ferie o in recupero o resta a disposizione per altri incarichi. Ma chi seguirà i diabetici se si svuotano le diabetologie?»

Negli ambulatori di Diabetologia, infatti, quotidianamente si applica la telemedicina: chiusi alle visite non urgenti, i diabetologi e gli infermieri contattano i pazienti telefonicamente per organizzare la “televisita”. Durante questa si condivide attraverso il web il monitoraggio delle glicemia con sensori  o con il controllo classico, i referti di esami e visite e le eventuali modifiche terapeutiche.

«Il riscontro che le persone hanno di questa iniziativa, siano esse i diabetici o i loro familiari e caregiver – rimarcano Gianfranco Madau e Maria Antonietta Fois – è di assoluta sorpresa, piacere e gratitudine per questa assistenza “vicina” ai loro bisogni anche se necessariamente “distante“. Anche le persone che sfortunatamente hanno avuto una nuova diagnosi di diabete sono sostenute in questa fase carica di preoccupazioni e di timori caratteristica di chi scopre di avere una malattia che lo accompagnerà durante tutta la vita

Per i medici della Diabetologia, tutto questo sistema comporta una presenza degli Operatori a pieno orario nel Servizio, garantendo il distanziamento a tutela di tutti. L’attività, infatti, risparmia accessi diretti dai Medici di Medicina Generale o nei Pronto Soccorsi e permette di organizzare e presidiare l’onda d’urto delle richieste che certamente ci sarà alla riapertura dell’attività ordinaria degli ambulatori.

Alla pressante richiesta degli Operatori diabetologici si unisce anche il richiamo agli Amministratori delle Associazioni dei pazienti (Coordinamento dei Diabetici sardi” e “Rete sarda diabete).

«Il riconoscimento di questa modalità di lavoro -– rimarcano all’unisono le Associazioni dei Medici diabetologi e quelle dei pazientideve essere una priorità dei nostri Amministratori regionali e locali, perché risponde alle esigenze di tutela della salute delle persone con Diabete mellito.»

«Come ripetuto più volte, le malattie, sia croniche che acute, non si eclissano di fronte alla pandemia – concludono l’associazione medici diabetologi, la Società italiana di diabetologia, il coordinamento dei diabetici sardi e la Rete sarda diabete – e gli strumenti tecnologici possono essere una risposta “sicura” in questo momento di emergenza. Nessuno deve restare indietro, non sarà una battaglia vinta se ci difendiamo dal virus ma abbiamo le complicanze di un diabete non ben controllato.»

«L’emergenza sanitaria ed economica legata alla diffusione del Covid-19 sta mettendo in ginocchio migliaia di famiglie. In un momento drammatico come quello che stiamo vivendo è necessario sostenere i contribuenti sardi attraverso tutte le misure finanziarie di supporto che la Regione Sardegna è in grado di adottare. Poiché il decreto “Cura Italia” ha previsto il rinvio di alcuni tributi, ritengo sia opportuno che questa possibilità venga estesa anche al pagamento del bollo auto, tassa la cui riscossione è di competenza statale ma il cui gettito è compartecipato dalla Regione

Questa la proposta al centro dell’interpellanza presentata dal consigliere regionale del M5S, Alessandro Solinas, volta a consentire ai cittadini sardi di poter posticipare il pagamento della tassa automobilistica che in questo momento rappresenterebbe un ulteriore e insostenibile esborso per buona parte della popolazione già allo stremo.

«La Regione Sardegna – spiega il consigliere regionale del M5S Alessandro Solinas deve adeguarsi ai provvedimenti già presi in altre regioni della Penisola e attivarsi tempestivamente per richiedere al ministero delle Finanze e all’Agenzia delle Entrate di predisporre un intervento diretto e mirato ad introdurre la possibilità di ampliare l’orizzonte temporale di pagamento del bollo auto, senza applicazione di sanzioni ed interessi per i contribuenti sardi, per tutto il periodo dell’emergenza Covid-19.»

«A differenza di buona parte delle Regioni d’Italia, cui è stata trasferita la totale competenza sulla riscossione del tributo – aggiunge il consigliere del M5sS la Regione Sardegna non può provvedere direttamente a disporre lo slittamento del termine di pagamento al 30 giugno, data in cui si suppone sarà terminato il periodo di emergenza sanitaria, ma può bensì ottenerlo attraverso un intervento diretto da parte del Presidente della Regione presso gli enti nazionali demandati alla riscossione.»

«Per questo ho chiesto al presidente Christian Solinas di avviare tutte le interlocuzioni necessarie a consentire anche alla nostra regione di poter congelare il pagamento del bollo auto, almeno per tutta la durata di questo periodo di estrema difficoltà per tutti conclude Alessandro Solinas -. Con l’auspicio che la diffusione del coronavirus cessi al più presto e l’economia della Sardegna possa rialzarsi quanto prima.»

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Il presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, ha firmato nella tarda serata di ieri tre nuove ordinanze in materia di contrasto e prevenzione della diffusione del Coronavirus. La prima, la n° 14, proroga sino al 13 aprile 2020 la validità dell’ordinanza n. 6 del 13.03.2020, già prorogata al 3 aprile con ordinanza n. 12 del 25 marzo 2020, salvo ulteriore proroga esplicita, avente ad oggetto “Misure straordinarie urgenti in materia di trasporto pubblico locale per il contrasto e la prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-2019 nel territorio regionale della Sardegna. Ordinanza ai sensi all’articolo 3, comma 2, del decreto legge 23 febbraio 2020 n. 6 e dell’art. 1, comma 5, Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo 2020 in materia di igiene e sanità pubblica”; la seconda, la n° 15, proroga sino al 13 aprile 2020 l’ordinanza n. 9 del 14.03.2020, così come modificata e prorogata dall’ordinanza n.13 del 25.03.2020, salvo ulteriore proroga esplicita, avente ad oggetto “Disposizioni Attuative del Decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il Ministro della Salute n. 117 del 14 marzo 2020 per il contrasto e la prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-2019 nel territorio regionale della Sardegna. Ordinanza ai sensi dell’art. 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica”; la terza, la n° 16, infine, ha per oggetto Ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da COVID-2019 nel territorio regionale della Sardegna. Ordinanza ai sensi dell’art. 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica. Disposizioni per la gestione dei rifiuti urbani”.

Di seguito, i sette articoli integrali.

Art. 1) Nelle abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, deve essere interrotta la raccolta differenziata, ove in essere, e tutti i rifiuti urbani, indipendentemente dalla loro natura e includendo fazzoletti, rotoli di carta, i teli monouso, mascherine e guanti, devono essere considerati indifferenziati e pertanto raccolti e conferiti insieme.

Per la raccolta dovranno essere utilizzati almeno due sacchetti uno dentro l’altro o in numero maggiore in dipendenza della loro resistenza meccanica, possibilmente utilizzando un contenitore a pedale.

I sacchetti dovranno essere chiusi adeguatamente, utilizzando guanti monouso, senza comprimerli, e attraverso legacci o nastro adesivo, avendo cura di evitare l’accesso di animali da compagnia ai locali dove sono presenti i rifiuti. I sacchetti dovranno essere conferiti quotidianamente come da procedure già in vigore (esporli fuori dalla propria porta negli appositi contenitori o gettarli negli appositi cassonetti condominiali o di strada). I Comuni interessati dovranno conseguentemente adeguare i calendari di raccolta dei rifiuti urbani alle esigenze di ritiro quotidiano dei soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria.

Art. 2) Nel rispetto delle disposizioni del regolamento comunitario regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e con riferimento all’art. 5 dell’OCDPC 630/2020, la competente autorità sanitaria comunica tempestivamente ai Comuni competenti i nomi e gli indirizzi dei soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria al fine di consentire l’organizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti indifferenziati confezionati come riportato nell’articolo 1 del presente provvedimento.

Art. 3) Per le abitazioni in cui non sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, non dovranno essere interrotte le procedure in vigore nel territorio di appartenenza, non interrompendo la raccolta differenziata.

Tuttavia, a scopo cautelativo fazzoletti o rotoli di carta, mascherine e guanti eventualmente utilizzati, dovranno essere smaltiti nei rifiuti indifferenziati. Inoltre dovranno essere utilizzati almeno due sacchetti uno dentro l’altro o in numero maggiore in dipendenza della resistenza meccanica dei sacchetti.

I sacchetti dovranno essere chiusi adeguatamente, utilizzando guanti monouso, senza comprimerli, e attraverso legacci o nastro adesivo e dovranno essere conferiti come da procedure già in vigore (esporli fuori dalla propria porta negli appositi contenitori o gettarli negli appositi cassonetti condominiali o di strada).

Art. 4) L’Amministrazione comunale competente per territorio che lo ritenga necessario, attraverso apposita ordinanza ai sensi dell’art. 191 del D.Lgs. n. 152/2006, può consentire il deposito dei rifiuti urbani presso i centri di raccolta comunali fino ad una durata doppia di quella individuata all’Allegato I, punto 7.1 del decreto 8 aprile 2008 nonché l’aumento della capacità annua ed istantanea di stoccaggio, nel limite massimo del 20%, fermo restando il rispetto delle disposizioni in materia di prevenzione incendi nonché degli altri requisiti e condizioni previsti dal citato decreto 8 aprile 2008.

Art. 5) L’Amministrazione provinciale competente per territorio o la Città metropolitana di Cagliari, attraverso apposita ordinanza ai sensi dell’art. 191 del D.Lgs. n. 152/2006, possono autorizzare, in deroga agli art. 208, 214 e 216 del D.lgs. 152/06 e alle procedure di cui al titolo III-bis della Parte II del medesimo decreto, l’incremento della capacità annua di stoccaggio nonché di quella istantanea degli impianti che svolgono le operazioni di gestione dei rifiuti D15 (Deposito preliminare) e R13 (Messa in riserva) per il tempo strettamente connesso con la gestione dell’emergenza ed entro un limite massimo comunque inferiore al 50%, nei limiti in cui ciò rappresenti una modifica non sostanziale ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo n. 152/2006 per le attività di cui al citato titolo III-bis.

L’incremento di dette capacità di stoccaggio deve essere preceduta da una Segnalazione certificata di inizio attività ai sensi dell’articolo 19 della L.241/1990 da indirizzare all’Amministrazione provinciale competente per territorio o alla Città metropolitana di Cagliari, all’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente, nonché alla Prefettura, all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente e ai Vigili del fuoco; la stessa sarà accompagnata da una relazione a firma di un tecnico abilitato, che asseveri, oltre al rispetto di quanto indicato nell’autorizzazione in essere, i quantitativi di rifiuti oggetto della richiesta di aumento, e il rispetto delle seguenti condizioni:

– il rispetto delle disposizioni in materia di prevenzione incendi e delle disposizioni in materia di elaborazione dei Piani di emergenza di cui all’art. 26-bis del DL 4 ottobre 2018, n. 113 convertito nella legge 1° dicembre 2018 n. 132;

– la garanzia di spazi adeguati di stoccaggio in relazione all’aumento previsto dei volumi di rifiuti in deposito per scongiurare anche pericoli di incendi;

– il rispetto delle norme tecniche di stoccaggio, adeguati sistemi di raccolta e trattamento degli eventuali ed ulteriori eluati prodotti dai materiali stoccati in relazione alle caratteristiche chimico fisiche dei rifiuti;

– la presenza di sistemi di copertura, anche mobili, necessari per limitare le infiltrazioni di acque meteoriche e le emissioni odorigene laddove necessario per la natura putrescibile dei rifiuti;

– l’esistenza di idonei sistemi di confinamento e contenimento atti a segregare il maggior quantitativo di rifiuti stoccati rispetto al quantitativo ordinario.

Nel caso di stoccaggi di rifiuti in uscita dagli impianti, gestiti in regime di deposito temporaneo l’Amministrazione provinciale competente per territorio o la Città metropolitana di Cagliari, attraverso apposita ordinanza ai sensi dell’art. 191 del D.Lgs. n. 152/2006, possono consentire lo stoccaggio fino ad un quantitativo massimo doppio di quello individuato dall’articolo 183, comma 1, lettera bb), punto 2, per il deposito temporaneo di rifiuti, mentre il limite temporale massimo non può avere durata superiore a 18 mesi.

Art. 6) I rifiuti urbani prodotti nelle abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria dovranno essere prioritariamente conferiti presso il termovalorizzatore di Macchiareddu sulla base di specifico cronoprogramma da concordare fra il Comune conferitore e il gestore dell’impianto.

Nel caso di esaurimento delle potenzialità residue presso il citato termova-lorizzatore ovvero laddove tale modalità di gestione non possa essere attuata, i rifiuti potranno essere conferiti presso gli impianti di trattamento meccanico biologico, o, in via del tutto residuale, direttamente in discarica senza alcun trattamento preliminare.

Nel caso di conferimento in discarica il gestore dell’impianto dovrà assicurare la sterilizzazione del rifiuto ovvero, in deroga all’art. 7 del D.Lgs. n. 36/2003, un trattamento che contempli:

a) inserimento dei sacchetti integri all’interno di appositi big-bags omologati e certificati, aventi adeguate caratteristiche di resistenza per garantire la sicurezza nel trasporto e nello stoccaggio degli stessi in modo da evitare qualsiasi fuoriuscita del materiale;

b) confinamento dei rifiuti de quibus in zone definite della discarica;

c) copertura giornaliera con un adeguato strato di materiale protettivo, tale da evitare ogni forma di dispersione.

Art. 7) La presente ordinanza:

– ha validità sino al 31 luglio 2020, salvo proroga esplicita;

– è immediatamente efficace ed è pubblicata sul sito istituzionale della Regione. La pubblicazione ha valore di notifica individuale, a tutti gli effetti di legge, nei confronti di tutti i soggetti coinvolti;

– viene trasmessa secondo le rispettive competenze al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Ministro dell’Ambiente, al Ministro della Salute, agli amministratori delle province del territorio regionale, al Sindaco Metropolitano di Cagliari, ai Sindaci dei Comuni della Sardegna, ai Prefetti degli Uffici territoriali di governo della Sardegna, agli Assessori regionali ed agli altri soggetti interessati.

Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, la mancata osservanza degli obblighi di cui alla presente ordinanza è sanzionata come per legge (art. 4 decreto legge 25 marzo 2020, n. 19).

Avverso la presente ordinanza è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale nel termine di 60 giorni dalla comunicazione, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato, entro il termine di giorni 120.

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Il presidente della Regione Christian Solinas ha preso parte alla videoconferenza convocata dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte con tutti i presidenti di Regione, e con la partecipazione dei ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, del Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e del commissario Domenico Arcuri, incentrata sui problemi delle Regioni nel contrasto alla pandemia.

Il presidente Christian Solinas nel suo intervento ha sollecitato al Governo l’invio in Sardegna dei dpi e di tutto il materiale ancora non pervenuto, e particolarmente dei tamponi e reagenti necessari per lo screening diffuso che è urgente attuare non solo tra il personale e gli ospiti delle strutture sanitarie, ma anche nelle case di riposo, tra le forze dell’ordine e tra la popolazione. Christian Solinas ha inoltre sollecitato il Governo a concedere l’attivazione della piattaforma informatica, già realizzata dalla Regione Sarda, affinché possa al più presto entrare in funzione e consentire la geolocalizzazione degli spostamenti e dei contatti dei pazienti positivi e dei soggetti in isolamento.

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«In un periodo come quello attuale, dove tutti stiamo condividendo il dramma provocato dal Covid-19, che nell’Isola conta allo stato attuale circa 800 contagiati e 40 deceduti, ci sembra opportuno fare una riflessione. Tutti da anni stiamo lamentando lo stato di salute della sanità sarda, indistintamente da tutte le parti. Tutti ci stiamo dicendo che dovrebbero essere fatti nuovi e cospicui investimenti. E allora, perché, ci chiediamo noi, in un momento come questo, il presidente Christian Solinas e la maggioranza che lo sostiene ha deciso di dare manforte alle strutture sanitarie private dell’isola, promuovendone ben 3 al ruolo di ospedale Covid: il Mater Olbia, il Policlinico Sassarese e la clinica Città di Quartu?»

E’ molto duro l’intervento del segretario regionale di Articolo UNO Luca Pizzuto, sulla gestione delle risorse regionali in campo sanitario.

«Non ci sono forse strutture pubbliche pronte ad esercitare lo stesso servizio? Siamo addirittura a conoscenza di reparti pubblici già pronti a partire per affrontare questa incredibile crisi aggiunge Luca Pizzuto. Gli ultimi provvedimenti della Regione confermano un’idea che noi abbiamo da tempo: il governatore della Regione ha in testa un progetto ben chiaro di privatizzazione della sanità, in parte già applicato da alcuni suoi colleghi di marchio leghista (vedi Lombardia e Veneto per esempio), rendendo sempre più costosa e gravosa ai cittadini sardi la possibilità di curarsi. Sappiamo che questo non è il tempo delle polemiche, ma sarebbe da ignavi far finta di niente e lasciar cadere le cose come se niente fosse.»

«Noi ci permettiamo di suggerire al Presidente di sostenere e promuovere le professionalità delle tante persone impegnate nelle strutture pubbliche, di investire tutte le risorse possibili nella sanità Pubblica, apprendo nuovi reparti nelle realtà già esistenti e sfruttando tutte le strutture esistenti comprese quelle periferiche. Non è tempo conflitti ma di operare tutti per una soluzione comuneconclude il segretario regionale di Articolo UNO -. Noi siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità. Speriamo che lo sia anche il presidente Christian Solinas e la maggioranza consiliare.»

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Lo scorso 26 marzo la Giunta regionale ha pubblicato una delibera sul funzionamento dei Centri antiviolenza e delle Case di accoglienza durante l’emergenza Covid-19. Il documento stabilisce che gli accessi nei Centri antiviolenza dovranno essere contingentati, consentendo lo svolgimento di consulenze in sede solo nei casi di estrema urgenza, mentre le attività in loco delle sedi operative e degli sportelli dei Centri antiviolenza sono sospese.

Su questo tema è stata presentata oggi una mozione firmata dalle consigliere e dai consiglieri del gruppo dei Progressisti.

«È fondamentale che tutti gli sportelli d’ascolto e le sedi operative rimangano aperti, riorganizzando le loro attività nel rispetto degli standard sanitari necessari – scrivono i Progressisti – questa delibera è lacunosa e dannosa per la sicurezza delle donne vittime di violenza domestica, costrette, in queste settimane, ad una convivenza forzata con i loro aguzzini».

Come riferito dagli stessi Centri antiviolenza, nelle prime due settimane di marzo, le chiamate arrivate al numero verde 1522 sono diminuite di circa il 50%.

«Il dato è allarmante ed è evidente che le donne fatichino a inviare un messaggio di aiuto dalle loro abitazioni – dichiara Maria Laura Orrù, prima firmataria. – Esiste poi la delicatissima questione delle autocertificazioni. Le donne che riescono a uscire di casa, per chiedere aiuto, devono dichiarare il luogo in cui stanno andando e il motivo per cui si stanno allontanando dalla loro abitazione. Come possiamo pretendere da loro una cosa del genere? Non tutte lo vogliono fare, per paura di essere scoperte dal loro maltrattante o per timore che l’agente che effettua il controllo le possa conoscere, soprattutto nei piccoli comuni

Conclude Laura Caddeo, consigliera dei Progressisti: «Temiamo fortemente che siano molte le donne che, in questo momento di forzato isolamento, vivono in un clima di paura per se stesse e per i propri figli, spesso minori, per i quali la violenza assistita comporterà danni psicologici gravi e spesso insanabili».

I Progressisti chiedono chiarezza al presidente Christian Solinas ed alla commissione regionale per le Pari opportunità, su una posizione che è difforme e più restrittiva rispetto alla normativa nazionale.

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L’allarme è suonato da tempo e gli interventi possibili per evitare la paralisi hanno le ore contate. Il sistema formativo professionale, in particolare le Agenzie formative accreditate in Sardegna, è in grave affanno in seguito alla diffusione epidemiologica da Covid-19. Dai banchi dell’opposizione è arrivata una richiesta di intervento urgente indirizzata al presidente Christian Solinas, che mette in risalto la criticità della situazione.

«E’ importante sottolineare come la sospensione di tutte le attività in affidamento al sistema della formazione professionale, in questo contesto di complessa emergenza per la Regione, ha determinato l’interruzione di tutte le attività formative, con conseguenti ripercussioni sulle relazioni educative tra i giovani utenti dei corsi professionali e i docentiscrivono i consiglieri del Partito democratico, primo firmatario Gianfranco Ganau, in una lettera rivolta al presidente Christian Solinas -. Inoltre, il blocco delle attività crea un grave danno economico per le Agenzie formative, in quanto ciò non consente alle stesse di poter rendicontare i costi fissi dei progetti in essere al momento della sospensione, aggiungendosi alle difficoltà già esistenti sia di carattere finanziario, quali il ritardo delle liquidazioni da parte dell’amministrazione regionale, sia di carenza nella programmazione delle attività di formazione destinate a soddisfare al fabbisogno formativo individuato nel territorio isolano.»

La soluzione individuata dal gruppo Pd, per non compromettere il conseguimento degli obiettivi del progetto formativo sardo, è quella di procedere con urgenza all’erogazione del servizio attivando tutte le misure necessarie per l’avvio della formazione a distanza. Ma non solo: al fine di garantire la piena operatività delle Agenzie formative accreditate e consentire che le stesse possano assicurare il loro importante ruolo in questo momento di emergenza, i consiglieri del Partito democratico chiedono al presidente Christian Solinas che «l’Amministrazione regionale si adoperi, al pari di quanto sta avvenendo per le aziende di altri settori produttivi, per individuare tutte le soluzioni organizzative e procedurali, in modo da non indebolire la capacità del sistema di formazione professionale e delle politiche attive del lavoro in Sardegna di sostenere adeguatamente gli investimenti immateriali strategici nel capitale umano necessari a superare la fase di crisi che la regione sta attraversando».

Per il momento, però, dalla Regione non è arrivato un riscontro adeguato alla drammaticità della situazione del settore e alle proposte presentate dalle associazioni rappresentative delle Agenzie formative. «E’ importante invece che, data la rilevanza sociale, culturale ed economica della funzione svolta dalle Agenzie, la Regione si faccia carico di sostenere il ruolo della formazione, ancora di più in un momento così difficile per la Sardegna e per il mondo del lavoro in generale», concludono i consiglieri regionali del Partito democratico.