19 April, 2024
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Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha emanato un’ordinanza per rafforzare ulteriormente le misure di prevenzione sanitaria già adottate nell’Isola in ottemperanza a quanto disposto a livello nazionale sull’emergenza Coronavirus. In particolare, vengono potenziati i controlli sulle persone in arrivo nell’isola e provenienti dai luoghi in cui siano state riscontrate positività al virus, sia all’estero, sia dalle altre regioni italiane. La macchina dell’emergenza regionale è operativa e la situazione è costantemente monitorata. La Protezione civile regionale dal 20 gennaio ha partecipato a 32 videoconferenze con le autorità nazionali ed operato in stretto raccordo con l’Unità di crisi e l’assessorato della Sanità, emanando 187 bollettini.

 

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«Saremo presenti domani, giovedì 20 febbraio, negli aereoporti di Linate-Milano, Caselle-Torino, e Fiumicino-Roma, ai sit-in promossi dal Comitato per l’Insularita, con i nostri  striscioni per la continuità territoriale, e a sostegno della lotta dei lavoratori di Air Italy,  in appoggio agli incontri tra ministero dei Trasporti, Regione, Azienda e Sindacato.»
Lo ha detto Serafina Mascia, presidente FASI, Federazione Associazione Sardi in Italia.
«Ci preme anche sottolineare il nostro apprezzamento – ha aggiunto Serafina Mascia – per la conferma dell’impegno congiunto della ministra Paola De Micheli e del presidente Christian Solinas, per la proroga fino al 31 dicembre 2020 della continuità territoriale attuale, così come da noi chiesto in occasione del convegno nazionale di Saronno di sabato scorso, e in cui si erano espressi in questo senso il sottosegretario dei Trasporti Salvatore Margiotta e la vicepresidente della Regione Alessandra ZeddaLa proroga fino al 31 dicembre 2020, consentirà sicuramente una più approfondita analisi delle problematiche e la ricerca delle migliori soluzioni possibili, come da noi auspicato, anche attraverso il nostro coinvolgimento diretto in tutte le fasi della trattativa.»

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Il presidente della Regione Christian Solinas ha partecipato stamane alla seduta di insediamento del Comitato delle Regioni dell’UE, organismo con funzione consultiva che esprime la voce dei rappresentanti degli enti locali e regionali dei 27 Paesi UE. Christian Solinas è stato nominato membro effettivo dal Consiglio dell’Unione europea (su indicazione dello Stato italiano, previa designazione della Conferenza delle Regioni) per il mandato 2020-2025.
La legislatura del Comitato prenderà avvio domani con la assemblea plenaria, alla quale prenderà parte Christian Solinas.
I lavori della tre giorni a Bruxelles si concluderanno con la partecipazione alle due commissioni tematiche del Comitato di cui fa parte il presidente.

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«La valorizzazione del patrimonio identitario della Sardegna passa anche e soprattutto per il recupero e la salvaguardia delle sue tradizioni. La tutela dell’arte millenaria del bisso, ed il sostegno ai suoi tenaci e coraggiosi custodi, va nella direzione seguita da questa Giunta, che dal suo insediamento sta lavorando per preservare e accrescere le ricchezze naturali e culturali della nostra Isola.»

Lo ha detto stamane il presidente della Regione, Christian Solinas, ricordando la decisione dell’Esecutivo di concedere all’associazione culturale no profit “Filo dell’acqua” un finanziamento di 70mila euro – il cui iter si è concluso pochi giorni fa con l’erogazione del contributo – per l’acquisto della sede destinata al Museo del bisso, a Sant’Antioco.

«L’interesse per questa tradizione di alto artigianato e grande patrimonio culturale – hanno dichiarato gli assessori regionali dei Beni Culturali, Andrea Biancareddu, e del Lavoro, Alessandra Zedda – è tuttora vivo e deve essere tramandato alle future generazioni. Abbiamo perciò voluto contribuire alla riapertura del museo della preziosa fibra tessile perché riteniamo che custodire questo straordinario patrimonio gestuale e misterioso faccia parte delle nostre tradizioni, della nostra storia e cultura.»

«Chiara Vigo è l’unica al mondo a saper usare questa tecnica, che consiste nel lavorare il materiale grezzo per ottenere la “seta del mare”, filato e poi tessuto, dal quale si ottenevano pregiati indumenti.»

«Grazie alla solidarietà e al sostegno che da più parti sono arrivate al Maestro e grazie all’impegno di questa Giunta regionale si è scongiurata la chiusura del museo che avrebbe causato una perdita di grande valore per tutta la nostra Isola», hanno concluso gli assessori della Giunta Solinas.

 

 

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La consigliera regionale Carla Cuccu che ha presentato una nuova interrogazione al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu. La consigliera pentastellata ha espressamente chiesto ai rappresentanti del governo sardo se i criteri per l’attuazione del programma sperimentale – relativi alla legge regionale del 6 dicembre 2019, n. 20 – siano stati approvati o siano di prossima approvazione e soprattutto quali misure siano state poste in essere per l’erogazione di contributi per i servizi di supporto domiciliare a favore di bambini di età inferiore a 3 anni impossibilitati a frequentare i nidi e micronidi in quanto affetti da gravi patologie croniche.

«Continuerò a battermi affinché questa giunta regionale sostenga le famiglie favorendo misure che concilino la vita familiare con l’accesso e la permanenza nel mondo del lavoro delle donne», spiega Carla Cuccu – ho presentato un’interrogazione scritta perché i cittadini chiedono risposte riguardo il programma sperimentale finalizzato a garantire a tutte famiglie la soddisfazione dei bisogni di conciliazione vita-lavoro e ad assicurare, tra l’altro, l’accesso e la permanenza nel mercato del lavoro. E’ giusto, e mi batterò per questo – conclude Carla Cuccu – che l’assessorato garantisca un contributo anche a quelle famiglie i cui figli sono impossibilitati a frequentare i nidi e micronidi in quanto affetti da gravi patologie croniche per le quali si avvalgono di servizi assistenziali domiciliari. Il mio lavoro continua, senza sosta, per dare risposte ai sardi e rilanciare concretamente la nostra splendida Regione.»

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«La decisione di un phase out dal carbone nel 2025 va accompagnata da interventi qualificati e adeguati per assicurare una transizione del sistema energetico in piena sicurezza che rispetti le specifiche peculiarità della Sardegna e non comprometta le prospettive di sviluppo dei nostri territori.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, al termine del vertice sull’energia convocato a Roma al ministero dello Sviluppo economico dal sottosegretario Alessandra Todde, al quale hanno partecipato l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, per delineare lo scenario futuro nell’Isola, in vista dell’uscita dal carbone nel 2025 delle centrali termoelettriche di Fiumesanto e del Sulcis. All’incontro erano presenti gli amministratori dei Comuni interessati (Portoscuso, Sassari e Porto Torres), i sindacati ed i rappresentanti delle società elettriche Terna, Enel e Invitalia e delle associazioni ambientaliste.

«Abbiamo definito con chiarezza la posizione della Regione sul tema, chiedendo soluzioni che ci vedano protagonisti e che portino vantaggi per il territorio e per i cittadini – ha detto l’assessore regionale dell’Industria Anita Pili -. Siamo consapevoli che esista l’esigenza di coniugare lo sviluppo e il risparmio del costo dell’energia con il rispetto dell’ambiente e su queste posizioni attesteremo la nostra azione.»

«Siamo convinti – ha sottolineato l’assessore Anita Pili – che la soluzione per ridurre l’impatto ambientale con il contenimento del costo dell’energia sia la realizzazione di una infrastruttura energetica che permetta di veicolare una fonte meno inquinante del carbone, utilizzabile in ambito termico ed elettrico, e che consenta di riconvertire i siti industriali, per essere competitivi sul mercato internazionale e soprattutto per garantire il livello occupazionale.»

All’interno del Pniec (piano nazionale integrato energia e clima), presentato alla Commissione europea, è già tracciato il percorso finora condiviso dalla Regione e dal Governo. Considerando l’obiettivo della decarbonizzazione, che nel Piano nazionale è legata alla distribuzione del metano in Sardegna.

«Lavorare per la corretta transizione energetica – ha aggiunto Anita Pili – significa lavorare per garantire condizioni di opportunità per le generazioni future, significa abbattere una delle condizioni di insularità della nostra isola, ma significa soprattutto, creare condizioni che arginino il largo fenomeno dello spopolamento. Ora – ha concluso l’assessore regionale dell’Industria – spetta all’Esecutivo nazionale decidere se metterci nelle migliori condizioni per abbandonare il carbone, consentendo così all’intero Paese di realizzare la decarbonizzazione.»

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«Se cercano di fermarmi con la violenza non ci riusciranno.» Lo ha detto la capogruppo del M5S Desirè Manca, dopo quanto accaduto ieri pomeriggio all’interno del palazzo di via Roma, quando le opposizioni hanno deciso di occupare la prima e la seconda Commissione per chiedere con forza al presidente della Regione Christian Solinas di presentarsi in Aula e fare chiarezza sulla disastrosa situazione della continuità aerea.

«Storie di straordinaria violenza in commissione. Ieri pomeriggio – ha raccontato Desirè Manca – durante l’occupazione dell’aula da parte della minoranza sono stata violentemente e volgarmente attaccata dal decano del Consiglio regionale, l’onorevole Giorgio Oppi. Il collega mi ha apostrofato dandomi della tonta e della stronza, dicendomi che non rappresentavo nulla e che dal nulla arrivo e nel nulla devo tornare. Ma la parte peggiore sono stati i commenti sessisti sul mio aspetto, sul fatto che, a suo avviso, dovrei coprirmi financo a suggerire un cambio di pettinatura. L’onorevole Oppi ad un certo punto – ha aggiunto Desirè Manca – non riuscendo nell’intento di spaventarmi attraverso la violenza del suo attacco, ha fatto un gesto repentino, come se stesse cercando un oggetto da poter afferrare e lanciare contro la mia persona. Una vera e propria minaccia di aggressione fisica.»

 

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«La Regione crede fortemente e investe con convinzione nel settore aerospaziale, motore di sviluppo delle nuove tecnologie e traino per la crescita e l’occupazione nei territori. La nostra Isola si pone sempre più come centro di riferimento nazionale per la ricerca e l’innovazione ed attrattore di imprese e investimenti, e questa importante iniziativa, portata avanti con partner d’eccezione come l’Agenzia spaziale italiana e il Distretto aerospaziale della Sardegna, dimostra che siamo sulla strada giusta.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, parlando del progetto della società Avio “Sptf” (“Space Propulsion Test Facility”) – presentato oggi nel corso di una conferenza stampa a Villa Devoto – che prevede la costruzione di un banco di prova per motori a liquido (LRE, Liquid rocket engines) e di un impianto per la realizzazione di componenti in carbon-carbon a Perdasdefogu, nel Poligono sperimentale di interforze di Salto di Quirra. All’incontro hanno partecipato l’assessore regionale della Programmazione, Giuseppe Fasolino, il presidente del Dass, Giacomo Cao, ed il comandante del Poligono di Quirra, il generale Michele Oballa.

«Prende luce un progetto strategico per la Sardegna – ha detto l’assessore Giuseppe Fasolino – costruito sulla ricerca e sull’innovazione, in grado di offrire consistenti opportunità lavorative. Abbiamo voluto investire in questa iniziativa, ad alto contenuto tecnologico, per il ruolo che la Sardegna potrà ricoprire in questo contesto a livello internazionale. Non ci sono nel mondo molti siti di questa importanza, siamo sicuri che ci saranno ricadute positive per la nostra economia e la nostra Isola avrà quello che merita.»

Il progetto “Sptf”, cofinanziato dalla Regione, dal ministero per lo Sviluppo economico e dalla società proponente Avio Spa, mette in campo investimenti per oltre 30 milioni di euro. La durata dei lavori di realizzazione delle opere è di 18 mesi e nei primi tre anni è previsto l’impiego di 21 persone, che arriveranno fino a 35 unità lavorative altamente specializzate, rappresentate da ingegneri, chimici, informatici, e tecnici. L’area dove sarà realizzata l’opera ha un’estensione di circa 6,5 ettari all’interno del Poligono di Quirra. Il banco di prova LRE è destinato all’esecuzione di test per lo sviluppo e la qualifica di motori aerospaziali a propulsione liquida: si tratta di motori alimentati a propellenti criogenici ad alto contenuto tecnologico e di innovazione.

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«La nostra battaglia sindacale è una battaglia che riguarda tutti. La salute e le buone cure sono infatti un diritto primario di ogni persona e di ogni cittadino. Oggi siamo venuti qui in Prefettura, e per noi è un primissimo passo essere riusciti a mettere insieme almeno tutte le parti intorno a un tavolo, per discutere dei gravi problemi che riguardano il settore infermieristico in tutta l’isola. Con grande rammarico abbiamo notato la pesante assenza della parte politica, come quella del presidente della Regione Solinas e dell’assessore della Sanità Mario Nieddu, al quale avevamo rivolto l’invito a presentarsi oggi al tavolo di conciliazione. Una assenza che riteniamo pesante e indicativa della scarsa attenzioneche si sta prestando alle rivendicazioni della categoria, e di conseguenza ai pazienti

A dirlo, a margine della tavola rotonda in Prefettura è il coordinatore regionale del NurSind, Fabrizio Anedda. Data, infatti, la proclamazione dello stato di agitazione – e la minaccia di sciopero da parte dei lavoratori rappresentati dal NurSind – il coordinamento regionale ha richiesto la convocazione di questo incontro, che era finalizzato all’espletamento della procedura di raffreddamento e conciliazione (legge n. 146/90).

«L’incontro di oggi non ha prodotto i risultati minimi sperati – ha detto Fausta Pileri, componente del direttivo nazionale NurSind e vicecoordinatore regionale – pertanto, come rappresentanti sindacali abbiamo intenzione di mobilitare tutto il personale infermieristico sanitario, con l’obiettivo di rendere edotti gli utenti sul progressivo declino del sistema sanitario regionale, fanalino di coda in Italia per quanto attiene i livelli essenziali di assistenza.
Oggi stesso ci riuniremo per prendere le decisioni sul prossimo futuro: non saremo complici di questo immobilismo politico e amministrativo, e se necessario scenderemo in piazza a manifestare per un diritto che è evidentemente collettivo.»

Lo stato di agitazione. Il sindacato delle professioni infermieristiche NurSind ha proclamato (ormai da tempo) lo stato di agitazione da parte della categoria per tutta l’isola. E’ lungo l’elenco delle rivendicazioni stilato dai rappresentanti dei lavoratori e sottoposto già all’attenzione delle più alte cariche politiche: al Presidente della Regione Christian Solinas, all’assessore della Sanità Mario Nieddu e chiaramente al Prefetto Bruno Corda.

Alcune delle richieste. Nella nota dei rappresentanti sindacali si evidenzia una situazione ormai al collasso, che mette – sottolineano – a serio rischio la salute del paziente ricoverato e può compromettere la buona riuscita di un intervento. Tutto questo è dovuto, in estrema sintesi alla lamentata grave carenza di personale che riguarda l’intera Sardegna.
Nella nota si legge infatti della persistente carenza di personale infermieristico, ostetrico e di supporto, con conseguente incongruo rapporto tra operatori e utenza. «Per dare una idea concreta del problema, lo si può tradurre in un pratico esempio numerico: se per legge il rapporto dovrebbe essere 1 a 6, ovvero un operatore sanitario ogni sei pazienti, in Sardegna si toccano picchi – in certe unità operative – di 1 a 25», ha dichiarato Anedda.
Si legge ancora nella nota della mancanza della figura dell’OSS in tutti i turni di servizio, e in tutte le unità operative, la carenza di personale turnista. «Questo accade perché la differenza di stipendio – ha proseguito il coordinatore del NurSind – non incentiva a coprire le ore notturne. Ed esiste anche una mancata applicazione dello straordinario per servizio prestato durante le festività infrasettimanali, e le mancate corrette procedure di mobilità per l’avvicinamento dei lavoratori al luogo di residenza».

Si sottolinea ancora e inoltre l’inaccettabile utilizzo dei posti letto, che sono eccedenti rispetto agli accreditamenti strutturali, e un gravissimo fenomeno delle aggressioni nei confronti del personale sanitario.

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Il test di screening avanzato non invasivo per le principali trisomie, per le donne sarde considerate a rischio alto e intermedio, deve essere gratuito!
È la richiesta che arriva dai consiglieri regionali dei Riformatori sardi, che in un’interrogazione indirizzata al presidente della Giunta Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu, puntano un faro sulle difficoltà delle donne sarde che non possono accedere al test NIPT, attendibile al 99%, perché troppo costoso.
Nell’interrogazione a firma Michele Cossa, Alfonso Marras, Aldo Salaris e Giovanni Antonio Satta, i consiglieri chiedono che venga istituito un tavolo tecnico con genetisti e ginecologi, finalizzato all’attivazione di un progetto extra LEA che consenta anche alle donne sarde a rischio intermedio/alto di anomalia cromosomica fetale di accedere sin d’ora al test NIPT in modo gratuito, evitando il rischio di aborto dell’amniocentesi.

«Il servizio deve rientrare tra quelli a carico del sistema sanitario, affinché tutte le donne abbiano le stesse opportunità e possano vivere con la stessa serenità tutti i nove mesi di gravidanza», è il monito dei consiglieri, che parlano di “battaglia di buon senso e civiltà”.
In altre Regioni italiane, come Toscana, Piemonte e Puglia ed di recente in Emilia Romagna, nell’attesa della piena rimborsabilità del NIPT da parte del Sistema Sanitario Nazionale, vengono comunque finanziati progetti extra LEA, mentre in Sardegna tutto tace e l’esame può essere eseguito esclusivamente presso il laboratorio di genetica dell’Ospedale A. Cao a totale carico economico delle pazienti al costo di 460 euro o in alternativa presso laboratori privati nazionali o stranieri a costi compresi tra i 500 e i 700 euro e oltre.
«Il test NIPT, pur introdotto all’interno dei LEA nel 2017, non è ancora erogato direttamente dal Sistema Sanitario Nazionale in quanto non è stata ancora completata l’indispensabile revisione del Nomenclatore tariffario – spiegano i consiglieri dei Riformatori sardi -. Si tratta di un’anomalia che rende bene l’idea della condizione di arretratezza nella quale ci troviamo. Nonostante l’Ospedale A. Cao dell’Azienda Brotzu sia da tempo all’avanguardia nelle attività di screening e diagnosi prenatale per le anomalie cromosomiche fetali e nonostante la Regione Sardegna abbia effettuato importanti investimenti in tecnologia e risorse umane presso il Presidio Ospedaliero proprio per rafforzarne la capacità diagnostica e di supporto alle donne gravide a rischio concludono i consiglieri dei Riformatori sardi – oggi ci ritroviamo in una condizione di assoluto ritardo che non fa bene alla Sardegna e ai sardi.»