18 April, 2024
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Ultima giornata di programmazione domani, domenica 20 ottobre, per la sesta edizione del Cagliari film festival, in corso nel Teatro Massimo di Cagliari.
Si comincia la mattina alle 12.00, con le lezioni di cinema, storia e didattica: il critico Gianni Olla, in dialogo con lo storico Luciano Marrocu, terrà una lezione su “I rapporti tra storia, politica e cinema nel ventennio Sessanta/Settanta”.
Alle 18,30 si ricomincia : saranno riproposti i due cortometraggi presentati a settembre , “Ausonia” (2019) di Giulia Camba ed Elisa Meloni e “Paese Museo 1968-2018” (2019) di Andrea Mura.
Poi spazio alle proiezioni di tre documentari che ripercorrono la storia del cinema: alle 19.00 sarà proposto “Omaggio a Bernardo Bertolucci” (ITA, 2019) di Jacopo Quadri, che del grande regista scomparso è stato il montatore. Alle 20.00, alla presenza del regista Sergio Naitza, sarà proiettato invece “L’ultimo pizzaiolo” (ITA 2019), un viaggio nelle sale cinematografiche chiuse della Sardegna, abbandonate e decadenti per raccontare un pezzo di memoria collettiva.
La chiusura di sipario di questa edizione del festival è affidata, alle 21,30, a “Segretarie. Una vita per il cinema” (Italia, 2019), documentario di Raffaele Rago e Daniela Masciale, in cui sei segretarie personali raccontano com’era lavorare nel mondo del cinema quando i film italiani vincevano un premio dopo l’altro, a Venezia come a Los Angeles. Per l’occasione i registi saranno presenti in sala.
All’interno della rassegna, nello spazio espositivo antistante la Sala M2, c’è la proposta artistica del network hOMe: si tratta del video di Daniela Frongia “Sul profilo degli alberi”, e di quello di Daniela Masia “Spectacular spectacular”. I lavori sono accompagnati da un’esposizione fotografica.
Il biglietto d’ingresso costa 5 euro, e comprende l’iscrizione Fic (Federazione italiana cineforum) per l’intera giornata di seminari e proiezioni. Ridotto studenti: 3 euro.

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Salvaguardia dell’ambiente, cambiamenti climatici, tutela del lavoro, migrazioni, diritti di chi si mette in viaggio, memorie collettive. Sono questi i temi al centro della sesta edizione del Cagliari Film Festival, rassegna di impegno civile organizzata dall’Associazione culturale Tina Modotti.

Dopo gli appuntamenti di maggio con Uliano Lucas e Gianni Olla, durante i quali si è riflettuto sul Sessantotto, e l’anteprima dedicata agli autori sardi del 27 settembre, da venerdì si entra nel vivo, con un ricco programma che andrà avanti sino a domenica.

Saranno proposti dodici film che si intrecceranno con quattro lezioni di cinema, presentazioni con autori e autrici e alcuni esperti ed esperte di critica cinematografica e didattica dell’audiovisivo. Sono in arrivo per l’occasione, in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission, il regista Mario Brenta (uno dei fondatori e tra i principali animatori di Ipotesi Cinema – laboratorio cinematografico, scuola-non-scuola, ideato da Ermanno Olmi), la documentarista Karine de Villers, Vanessa Roghi, storica della cultura e della scuola italiana che da dieci anni scrive per Rai Tre documentari per la Grande storia, Claudio Cadei, autore della colonna sonora del docu-fiction Il raccolto. In sala anche Raffaele Rago e Daniela Masciale con il documentario Segretarie Una vita per il cinema. Partecipano il critico Gianni Olla, il regista e critico cinematografico Sergio Naitza e lo storico Luciano Marrocu.

Venerdì 18 ottobre, nel Teatro Massimo si comincia alle alle 10,30 quando sarà proiettato, in un matinée per le scuole, il documentario “Domani” (Francia, 2017, 118’) di Cyril Dion e Mélanie Laurent. I due registi si spostano on the road attraverso dieci paesi per incontrare i fautori di un nuovo modello ecosostenibile e di una più virtuosa visione del mondo. L’appuntamento è organizzato in collaborazione con l’associazione culturale L’Uomo che pianta gli alberi di Cagliari.

Si prosegue nel pomeriggio: alle 17,30, in continuità con il tema proposto dal festival la scorsa primavera, si parla di Sessantotto con “Il grande sogno” (Italia, 2009, 101’) film di Michele Placido che rievoca le storie di studenti borghesi in lotta con la società per un mondo senza ingiustizie. Alle 19,30 spazio al tema delle migrazioni con la proiezione di “L’ordine delle cose” (Italia, 2017,112’), film di Andrea Segre, candidato al Nastro d’argento per il miglior soggetto. Un racconto sulla strategia dell’Italia di bloccare in Libia chi è intenzionato a provare il viaggio su un gommone, e che fa capire che cosa comporta questa decisione in termini di diritti umani violati.

Alle 21,30, alla presenza dei registi Mario Brenta e Karine de Villers, sarà proiettato in anteprima regionale “Il sorriso del gatto” (Italia, 2018, 62’), vincitore del Premio Migliore Documentario Italiano al Cinemambiente 2019: uno sguardo sulla crisi e il declino della società occidentale nell’era della globalizzazione.

Sabato 19 ottobre, alle 10,30, ancora un matinée dedicato alla scuola con la replica del documentario “Domani”. Il pomeriggio dalle 17,30 è dedicato a Lezioni di cinema, storia e didattica. Si parte con Gianni Olla che, a partire dal suo saggio “A morte i padri. Cinema e film negli anni della contestazione 1964-1976″ (2018 Cuec), propone un approfondimento su “Film, politica e estetica: la lunga fine del cinema popolare e le vagues europee”. Prosegue un intervento di Luciano Marrocu su “I Rapporti tra storia, politica e cinema nel Ventennio Sessanta/Settanta”.

In collaborazione con la rassegna letteraria Storie in trasformazione, alle 18,30 arriva Vanessa Roghi che parlerà di “Analizzare e utilizzare i programmi televisivi nella didattica della storia”. Dalle 19,30, spazio alle proiezioni: si comincia con La Grande Storia. Don Milani il dovere di non obbedire (2017) della stessa Vanessa Roghi,documentario girato per il programma Rai La Grande Storia che ripercorre la straordinaria vita di un uomo, un prete, che saprà andare contro tutti e tutto, sempre schierandosi dalla parte degli ultimi.

Alle 21,30 si chiude con la proiezione di un inedito docu- musical: “Il raccolto” (ITA, 2017, 73′) di Andrea Paco Mariani, in cui il regista racconta la storia di Gurwinder, rappresentativa di un vasto universo di sfruttamento, quello della comunità Sikh, stanziata stabilmente nella zona dell’agro Pontino e il suo rapporto con il mondo del lavoro, uomini piegati nei campi a lavorare, senza pause, che attraversa oggi l’Italia intera. Sarà presente in sala l’autore della colonna sonora Claudio Cadei.

Domenica 20 ottobre ancora Lezioni di cinema, storia e didattica con Gianni Olla che, alle 12.00, terrà una lezione su “I rapporti tra storia, politica e cinema nel ventennio Sessanta/Settanta” in dialogo con Luciano Marrocu.

Alle 18,30 saranno riproposti i due cortometraggi presentati a settembre, “Ausonia” (2019) di Giulia Camba ed Elisa Meloni e “Paese Museo 1968-2018” (2019) di Andrea Mura.

In serata spazio alle proiezioni con tre documentari che ripercorrono la storia del cinema: si parte alle 19.00, con “Omaggio a Bernardo Bertolucci” (ITA, 2019) di Jacopo Quadri, che del grande regista scomparso è stato il montatore. Alle 20.00, alla presenza del regista Sergio Naitza, sarà proposto invece “L’ultimo pizzaiolo” (ITA 2019), un viaggio nelle sale cinematografiche chiuse della Sardegna, abbandonate e decadenti per raccontare un pezzo di memoria collettiva.

La chiusura di sipario di questa edizione del festival è affidata, alle 21,30, a “Segretarie. Una vita per il cinema” (Italia, 2019), documentario di Raffaele Rago e Daniela Masciale, in cui sei segretarie personali raccontano com’era lavorare nel mondo del cinema quando i film italiani vincevano un premio dopo l’altro, a Venezia come a Los Angeles. Per l’occasione i registi saranno presenti in sala.

All’interno della rassegna, nello spazio espositivo antistante la Sala M2, arriva una proposta artistica del networkhOMe: si tratta del video di Daniela Frongia “Sul profilo degli alberi”, e di quello di Daniela Masia “Spectacular spectacular”. I lavori saranno accompagnati da un’esposizione fotografica.

 

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Si conclude oggi la sesta edizione di Contemporary, Festival biennale di arte d’avanguardia organizzato dall’associazione Brebus che ha animato il piccolo paese di Donori con musica, cultura e arte visiva insieme a momenti d’incontro pubblico e dibattito con ingresso gratuito.

Anche questa sera le performance musicali, per lo più notturne, avranno luogo nello spazio concerti della chiesa di Sa Defenza e nelle strade del paese saranno presenti le opere dei nove artisti in residenza, opere non convenzionali realizzate dalla connessione con i luoghi, espressioni d’arte che dialogano con gli spazi, l’atmosfera e gli abitanti del paese basate sull’ascolto, il confronto, l’accoglienza, la curiosità e la condivisione. Tutti gli appuntamenti del festival sono registrati per esser trasmessi in differita da Radio Arte media partner del Contemporary 2019 su www.radioarte.it , importante piattaforma online di musica e pratiche artistiche sperimentali. Gli artisti in residenza dell’edizione del 2019 sono Mohsen Baghernejad, Elisa Desortes, Daniela Frongia, Yonel Hidalgo, Jose Iglesias, Cristina Pancini, Arthur Piquer, Capucine Vever e Vittoria Soddu.

Significative le azioni dal vivo delle artiste Cristina Pancini, Vittoria Soddu ed Elisa Desortes. Cristina Pancini ha realizzato “La terra è bassa”, una telefonata pubblica, trasmessa dal “Bando” comunale e udibile nello spazio esterno cittadino, che racconta in sintesi il frutto di oltre 20 interviste svolte dall’artista agli abitanti donoresi durante la precedente settimana di residenza; Vittoria Soddu ha realizzato C14H9Cl5, una partita con bocce prodotte in terra cruda – materia caratteristica di Donori – che richiama un passato recente di campagne anti-malariche, ma anche di socialità ed aggregazione nel campo bocce nel lato dell’Ex Montegranatico; Elisa Desortes ha realizzato Treasure Hunt, una caccia la tesoro, che ha come scenario le zone circostanti l’edificio dell’Ex Montegranatico, e che ha come fondamento lo scambio e la possibilità di vedere con occhi diversi il paesaggio urbano di Donori.

Maurizio Coccia, critico e docente di Storia dell’Arte Contemporanea e curatore del festival durante l’inaugurazione del festival ha dichiarato che «anche quest’anno Il Contemporary ha rappresentato una proposta alternativa dell’arte rispetto alle tante offerte artistiche già presenti. L’arte può essere stimolante e vivace, non è detto debba essere piacevole, accomodante, attraente o affascinante. Il Contemporary ha mantenuto la sua forte radicalità perché vuole andare oltre l’ovvio e superare la paura di conoscere, incontrare, il dubbio, la riflessione, la contraddizione tra diversi punti di vista e in particolare le contraddizioni presenti in una società dominata dall’indifferenza, l’egoismo e la precarietà delle coscienze».

Per l’ideatore e curatore del festival, Roberto Follesa: “L’arte che ha offerto il Contemporary 2019 durante le tre giornate, è arte che vuole prendere posizione in maniera forte e non cerca, necessariamente, il consenso del pubblico. Ciascuno dei nove artisti di differenti culture, anche internazionali, hanno organizzato un’opera al termine della loro residenza artistica, una forma d’arte complessa. Un piccolo paese come Donori è diventato un laboratorio di ricerca che sperimenta nuovi orizzonti, un piccolo laboratorio funzionale proprio perché Donori è un paese piccolo e che ci permette di arrivare in contatto con il luogo, lo spazio e le persone insieme alla loro complessità”.

Il 22 agosto, primo giorno del festival, dopo l’inaugurazione e la presentazione delle opere degli artisti nella sala dell’ex Montegranatico, l’artista di fama internazionale Petr Davydtchenko ha svolto la sua presentazione personale, definita Lecture. A ogni edizione il Contemporary invita uno studioso a confrontarsi in pubblico con i temi centrali dell’arte, della cultura, dell’esistenza. L’artista russo ha presentato la sua ricerca che documenta tre anni di sopravvivenza cibandosi di soli animali uccisi dalla strada. Riflettendo sui nuovi modelli economici e sul sistema neoliberista, l’artista ha analizzato le sottoculture giovani europee: codici estetici, le loro ritualità violente e la rappresentazione architettonica delle strutture di potere politico. Paure, violenza, implosione delle gerarchi sociali sono alcune delle motivazioni che hanno spinto l’artista a rifiutare la società capitalistica – in particolare i prodotti dell’industria alimentare – vivendo esclusivamente di residui della società: appunto, frutta e verdura scartata, animali investiti e uccisi in strada.

Per Pietro Marchi che guida la Cantina Sa Defenza di Donori con suo fratello Paolo Marchi e sua sorella Anna Marchi: «La nostra Cantina è uno storico partner del Contemporary, grazie alla nostra collaborazione con Skepto International Film Festival una rassegna dedicata ai cortometraggi, nei tre giorni di festival, nello spazio concerti di Sa Defenza e anche questa sera, sarà proiettata la selezione di cortometraggi dal progetto heroes 20.20.20 della Fondazione Sardegna Film Commission dedicati a numerosi temi legati al concetto della sostenibilità, efficienza energetica, mobilità sostenibile, bioarchitettura e nuove ruralità”.

Il 23 agosto Contemporary ha ospitato un vivace e partecipato confronto sulle pratiche nella salute mentale e sull’abuso dei farmaci psichiatrici nell’ex Monte Granatico di Donori. Confronto pubblico organizzato con la collaborazione della rassegna di letteratura sociale Storie in Trasformazione 2019, “le vie della gentilezza”, dell’Asarp, associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica, e Radio Onde Corte, prima radio della salute mentale in Sardegna e media partner dell’edizione 2019 del Contemporary. Hanno partecipato Alessandra Fanti, Poetessa e ambasciatrice di gentilezza he ha letto alcune poesie sull’istituzionalizzazione degli esseri umani; Giuseppe Tibaldi, psichiatra e curatore dell’edizione italiana dei libri inchiesta “Indagine su un’epidemia. Lo straordinario aumento delle disabilità psichiatriche nell’epoca del boom degli psicofarmaci» e «Medicine letali e crimine organizzato. Come le grandi aziende farmaceutiche hanno corrotto il sistema sanitario» di Peter Gotzsche; Alessandro Coni, direttore del Dipartimento Salute Mentale – Zona Sud di ATS; Gisella Trincas presidente nazionale dell’UNASAM e regionale dell’ASARP. Per Giuseppe Tibaldi: «Siamo di fronte ad una peste moderna cresciuta in dimensioni ed estensione sempre più importanti negli ultimi 50 anni e che ogni giorno trasforma in invalidi adulti e bambini. Numeri allarmanti che rappresentano una vera e propria epidemia che ha rimodellato la società degli ultimi 25 anni attraverso un manuale che ha determinato la cultura della centralità del farmaco. Questi libri inchiesta sono utili anche per una riflessione sul nostro sistema della salute mentale in Italia e in Sardegna. Una riflessione sullo stato di quel grande processo di cambiamento e trasformazione iniziato con la legge di riforma psichiatrica 180».

Nella serata di ieri, alla Cantina Sa Defenza di Donori dei fratelli, Pietro, Paolo ed Anna Marchi, storico partner del Contemporary, si è svolta la partecipata performance Frammenti asistematici di filosofia – ‘Scrivere cancellando’. Testo e lettura di Sebastiano Giacobello con improvvisazioni sonore di Roberto Follesa. “Un titolo paradossale, ma forse è ciò che appare tale nel campo percettivo dell’occidentato e cioè di quell’essere perfettamente radicato dentro la propria presunzione di sapere”, così ha definito la performance Sebastiano Giacobello che da circa trent’anni è impegnato nella ricerca musicologica volta ad approfondire problematiche riguardanti, sia l’ambito estetico filosofico della musica antica e della musica contemporanea, sia l’ambito del teatro musicale, attualmente è docente di Storia della Musica e Filosofia della Musica.

Il Programma dell’ultima giornata:

Questa sera, alle ore 18.00, Fallire ancora, fallire meglio – Tavola rotonda finale aperta al pubblico (Ex Montegranatico). Nella Chiesa Sa Defenza, alle ore 22.00 Adele Madau, alle ore 22.45 Marco Salaris, alle ore 23.30 Arthur Piquer e, alle ore 24.00 Curios & Sascha – Dj Set (All night long).