18 April, 2024
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La commissione Sanità si è impegnata questa mattina ad affrontare con un provvedimento legislativo il problema degli specializzandi sanitari non medici, che a differenza dei medici non percepiscono borse di studio né una retribuzione per il lavoro effettuato durante gli anni della specializzazione.

La decisione è stata assunta dal parlamentino, presieduto dall’on. Domenico Gallus, a seguito dell’audizione dei rappresentanti del Comitato “Biologi e non medici sanitari specializzandi”. Guidati dalla biologa Elisabetta Caredda, i giovani professionisti hanno lamentato la condizione di discriminazione nella quale versano i biologici (ma anche i veterinari e i farmacisti) rispetto ai medici specializzandi. Una condizione che, nonostante la laurea conseguita, li costringe a fare ancora affidamento alla famiglia.

Al termine dell’intervento dei commissari, il presidente Domenico Gallus ha promesso un interessamento concreto per andare incontro alle esigenze dei giovani professionisti: «Stiamo lavorando a un testo di legge che preveda aiuti concreti utilizzando i fondi europei, visto che le risorse regionali sono scarse e non bastano nemmeno a soddisfare i bisogni dei medici specializzandi sardi».

La commissione Sanità ha audito in mattinata anche la onlus “Voci dell’anima”, che si occupa dei sardi, soprattutto donne e giovanissime, che soffrono di disturbi dell’alimentazione. L’associazione, rappresentata da Elisabetta Manca di Nissa, ha denunciato la totale assenza di prevenzione nelle scuole sul fronte della anoressia, bulimia e delle altre patologie correlate e ha sollecitato anche, in ossequio alle linee guida della Sanità, l’apertura di un reparto specializzato per i casi acuti e delle semiresidenze.

«Molte famiglie non possono permettersi di portare i propri figli malati fuori dalla Sardegna e spesso per questo non affrontano le cure.»

Il presidente Domenico Gallus, a nome di tutta la commissione, ha ringraziato la Onlus e raccogliendo uno spunto offerto dall’intervento  dell’on. Antonello Peru (Forza Italia), ha ipotizzato che si possa aprire un reparto specialistico al Mater Olbia dedicato esclusivamente a queste patologie.

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La biologa Elisabetta Caredda, responsabile del gruppo storico fb “Biologi e non medici sanitari specializzandi: legge per i contratti”, che già nel 2009 si era adoperato per l’istituzione di una legge regionale che ne disciplinasse il riconoscimento e l’assegnazione anche per queste categorie di professionisti, ha chiesto un’audizione alla commissione Sanità del Consiglio regionale della Sardegna per discutere sull’annoso problema delle borse di studio per gli specializzandi non medici di area sanitaria.

«Si parla di biologi, veterinari, farmacisti, odontoiatri, fisici, chimici, frequentanti una scuola di specializzazione di area sanitaria – rileva Elisabetta Caredda – e riconosciuti dal Ministero della Salute professioni sanitarie così come lo è lo specializzando in medicina. A tal proposito si ricorda che l’assegnazione di suddette borse di studio è disciplinato dalla normativa regionale al comma 10, dell’articolo 8, della legge regionale 7 agosto 2009, n.3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale). Questa legge era stata approvata con sensibilità bipartisan per mettere FINE alla discriminazione immorale e ingiustificabile che vedeva escludere i laureati biologi, farmacisti, veterinari, odontoiatri, chimici, fisici sanitari iscritti ad una scuola di specializzazione di area sanitaria, dalla destinazione di un contratto di formazione specialistica o anche solo di una semplice borsa di studio, contrariamente a tutti gli specializzandi medici nelle scuole di specializzazione di medicina.»

«Questi ultimi – sottolinea la biologa – hanno, infatti, assicurate per i contratti di formazione specialistica risorse ministeriale e in aggiunta risorse finanziarie regionali. Il loro posto in Scuola è legato alla stipula di un contratto di formazione specialistica di 25mila euro l’anno per i primi due anni accademici, e di 26mila euro per gli ultimi tre anni di frequenza. I significativi emolumenti dei medici specializzandi percepiti attraverso il contratto di formazione specialistica sono esenti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e non imponibili Irap.»

«Premesso che i concorsi per le scuole di specializzazione per i laureati non medici afferenti all’area sanitaria sono stati per tre anni bloccati – aggiunge Elisabetta Caredda – , nel momento in cui si è deciso di riattivarli, le borse di studio regionali sono state drasticamente tagliate, quasi annullate potremo dire, poiché gli specializzandi non medici, sino al 2014, erano tutti coperti di una borsa di studio. Questo ha comportato la chiusura di alcuni corsi di specializzazione non attivati proprio per mancanza di borse studio. Il problema era sorto per assenza di sensibilità e di interesse alla problematica da parte di Istituzioni Consiliari dell’allora maggioranza in ruolo nelle commissioni competenti, che non hanno dato seguito a risolvere nelle voci di bilancio. Vorremmo, dunque, discutere del problema – conclude Elisabetta Caredda -, per il quale avremmo pensato anche a delle proposte ragionate ed è perciò che chiediamo sensibilmente al presidente Domenico Gallus e a tutti i componenti della commissione consiliare Sanità, un’urgente audizione, fiduciosi della considerazione in un proficuo e produttivo riscontro.»

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Una risposta in merito ai finanziamenti che devono poter consentire l’assegnazione delle borse di studio per gli specializzandi non medici in materie sanitarie (biologi, farmacisti, veterinari, odontoiatri, chimici, fisici sanitari) così come regolamentato al comma 10, dell’articolo 8, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 è stata chiesta da Elisabetta Caredda, responsabile del gruppo fb “Biologi e non medici sanitari specializzandi: legge per i contratti”, con una email inviata ai presidenti delle Commissioni consiliari Programmazione e Cultura, Franco Sabatini e Giampietro Comandini, al vicepresidente gruppo consiliare PD Roberto Deriu, e per conoscenza al presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, gli assessori regionali per la Sanità e del Bilancio, Luigi Arru e Raffaele Paci, e i due Rettori delle Università sarde, Maria Del Zompo e Massimo Carpinelli.

Elisabetta Caredda chiede a Franco Sabatini, Roberto Deriu e Giampietro Comandini di conoscere quale iniziativa hanno intrapreso per ripristinare le borse di studio agli specializzandi non medici sanitari e se in finanziaria potremo attenderci almeno il ripristino di 750mila euro da destinare agli iscritti delle Scuole di specializzazione di entrambe le Università di Cagliari e Sassari.

«Desideriamo sensibilizzare tutte le parti politiche che costituiscono il Consiglio regionale – conclude Elisabetta Caredda -, auspicando in una condivisione del nostro comunicato ed una soluzione al disagio di specializzandi discriminati ed umiliati in un loro diritto ad andare avanti nella formazione obbligatoria per l’accesso al Sistema sanitario nazionale e regionale.»