28 March, 2024
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Le micro, piccole e medie imprese agroalimentari della Sardegna potranno partecipare a concorsi, fiere ed esposizioni nazionali e internazionali, grazie allo stanziamento di 200.000 euro deliberato ieri dalla Giunta regionale, su proposta dall’assessora dell’Agricoltura Elisabetta Falchi. «Per la Regione è sempre più difficile partecipare alle fiere del food, che sono ormai molteplici – ha spiegato l’assessore Falchi -. Con questi aiuti intendiamo invece replicare quanto fatto l’anno scorso per Expo, ovvero pubblicare bandi finalizzati a dare sostegno alle aziende sarde che vogliono partecipare ai grandi eventi agroalimentari e farsi una promozione più mirata, anche mediante la realizzazione di pubblicazioni e siti web dedicati”».
La delibera prevede due massimali di aiuto: 15mila euro per le aziende che si presentano singolarmente e 40mila euro per associazioni, consorzi e aziende che scelgono di partecipare insieme. I costi rimborsabili ammessi sono: spese di iscrizione e per pubblicazioni e siti web connessi all’evento, affitto di locali, stand e loro montaggio e smontaggio. L’aiuto coprirà fino al 100% dei costi ammissibili. «In questo modo – ha aggiunto Elisabetta Falchi – abbiamo voluto dare la possibilità al maggior numero di imprese ad accedere agli aiuti e, col contributo più ingente per chi sceglie la forma associata, spingiamo i nostri produttori a intraprendere percorsi di promozione comune con panieri di prodotti differenti». L’attuazione dell’intervento (da cui è escluso Vinitaly 2017) viene delegata all’agenzia regionale Argea, che provvederà alla preparazione del bando, alla ricezione e all’istruttoria delle domande di aiuto e all’erogazione per i beneficiari.
Ulteriori 56mila e 500 euro vengono destinati dalla Giunta all’agenzia Laore per attività di informazione in merito ai prodotti agroalimentari, per l’organizzazione del concorso “Grenaches du monde” a febbraio 2017 e per tutte le ulteriori iniziative finalizzate alla migliore riuscita dell’evento (come speciali sui media regionali) e al coinvolgimento dei territori. Primo tra questi appuntamenti di avvicinamento al “Grenaches” sarà l’incontro che il prossimo 8 novembre, a Jerzu, riunirà i rappresentanti di consorzi e associazioni di tutela di Francia, Spagna e Italia su invito dell’Assessorato dell’Agricoltura, dell’agenzia Laore e del Consorzio di tutela del Cannonau di Sardegna.

 Elisabetta Falchi 2

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha espresso soddisfazione per l’accordo che ha portato alla joint venture in “Alimenta Srl” tra la Minoter Spa del Gruppo Cualbu e Blue River Dairy, importante gruppo cinese nel settore del latte per l’infanzia.

«Si tratta di un’iniziativa perfettamente coerente con le politiche di internazionalizzazione e attrazione degli investimenti che la Giunta sta portando avanti – ha detto il presidente della Regione -. Sappiamo bene che la Sardegna ha i prodotti ed altri hanno i mercati. L’incontro tra aziende sarde ed investitori seri che condividono la nostra prospettiva, come in questa occasione, è un primo salto in avanti fondamentale per il nostro agroalimentare. In particolare, è la dimostrazione che la diversificazione del prodotto, in questo caso il latte ovino, può trovare spazi nuovi e specifici all’interno di un mercato globale sempre più interessato al prodotto di qualità. Questa joint venture è un esempio concreto di ciò che abbiamo sempre auspicato e continuiamo a lavorare convintamente in questa direzione..«
«Salutiamo un primo investimento estero così importante nel settore lattiero caseario sardo – ha aggiunto l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi -. L’accordo si inserisce nella strategia della Giunta regionale che vuole rendere la Sardegna una terra sempre più favorevole agli investitori stranieri. In particolare, questa intesa è coerente con le potenzialità del nostro settore ovino, prevedendo la conversione in risorsa di un sottoprodotto come il siero e l’importanza centrale e fondamentale del latte ovino nella nostra economia, grazie al grande lavoro degli allevatori. Produciamo latte e formaggi di grande qualità, con tecniche innovative e attenzione per il benessere animale e l’ambiente, veri valori aggiunti delle nostre produzioni. Grazie a questo accordo possiamo portare la Sardegna sugli scaffali cinesi e mondiali e facciamo un ulteriore passo verso quel percorso condiviso tra amministrazione regionale e settore lattiero caseario per la diversificazione dei prodotti e dei mercati.»

Pecore 1 copia

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Consorzio di bonifica del Basso Sulcis copia

Buone notizie per nove lavoratori in servizio nel Consorzio di Bonifica del Basso Sulcis, per i quali la Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, questo pomeriggio ha deliberato la concessione di 12 mesi di proroga in attesa del completamento dell’iter di fusione del Consorzio con quelli del Cixerri e della Sardegna Meridionale.

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha firmato oggi il decreto per la pubblicazione delle sottomisure 4.1, 4.2, 6.1 e “Pacchetto giovani” del Programma di sviluppo rurale (Psr). «Un primo slittamento – ha spiegato l’assessore Falchi – dei termini a fine settembre era stato richiesto da partenariato e consiglieri regionali per approntare al meglio i progetti e preparare la cantierabilità».
I bandi relativi alle sottomisure per il sostegno agli investimenti nelle aziende agricole (4.1), pertanto, verranno pubblicati entro il 7 novembre. Quelli destinati al sostegno della trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli (4.2) entro il 14 novembre. Per gli aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali dei giovani agricoltori (6.1 e “Pacchetto giovani”) i bandi verranno pubblicati entro il 21 novembre. Pochi giorni dopo decorreranno rispettivamente i termini per la presentazione delle domande: dal 10 novembre per la 4.1, dal 17 novembre per la 4.2 e dal 23 novembre per le restanti sottomisure.

«Bandi più accessibili – aggiunge l’assessore dell’Agricoltura -. I bandi erano predisposti per l’avvio già dal mese luglio ma abbiamo preferito accogliere le richieste di slittamento della presentazione delle domande provenienti da più parti, anche dalla Quinta commissione. Nel frattempo, dopo le continue interlocuzione avviate da mesi con la Commissione europea, a agosto abbiamo ottenuto il via libera da Bruxelles per apportare alcune modifiche strategiche al PSR sostenute più volte dal partenariato. Per questo motivo abbiamo deciso di sospendere i bandi e avviare il comitato di sorveglianza per apportare tali cambiamenti alle misure. La procedura è in corso di definizione e le tempistiche previste dal decreto odierno consentiranno l’uscita dei bandi così modificati in modo da garantire migliori condizioni di accesso, più favorevoli a tutti i possibili beneficiari. Non bisogna tacere comunque la grande preoccupazione per le gravi difficoltà che hanno rallentato l’implementazione del nuovo sistema SIAN su scala nazionale. La nuova procedura per uniformare i bandi in tutta Italia, concordata con AGEA nei mesi di marzo, sta causando problemi in tutte le Regioni e creando serie preoccupazioni sullo stato di avanzamento e spesa del PSR. Il problema – conclude l’assessore Falchi – è oggetto di attenzione da parte sia del Ministero sia del nuovo Commissario AGEA, ma da interlocuzioni più rassicuranti dell’ultima settimana, sembra che il problema sia in via di risoluzione.»

Elisabetta Falchi 2

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L’organismo pagatore agricolo nazionale Agea ha approvato il secondo decreto di pagamento per le domande di indennità compensative relative all’anno 2015. L’importo è pari a circa 8,5 milioni di euro, a favore di 3.823 aziende. Con questa ulteriore tranche, la spesa relativa al PSR per l’anno 2016 ha ora raggiunto i 103 milioni di euro.
«Pur nella consapevolezza delle difficoltà connesse all’avvio della nuova programmazione e, in particolare, al ritardo maturato da parte di AGEA nella predisposizione degli applicativi informatici, con le conseguenti difficoltà per i nostri agricoltori, segnaliamo il miglioramento della spesa rispetto all’analogo periodo della scorsa programmazione», commenta l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi. E aggiunge: «Auspichiamo che il riallineamento della spesa prosegua e ci permetta di rispettare gli obiettivi. Intanto, dal 15 settembre, termine in cui scadeva il periodo di impegno, sono stati avviati i pagamenti sulle domande relative al miglioramento del benessere animale 2015, che verranno completati entro un mese, e contemporaneamente si sta procedendo ad autorizzare le anticipazioni finanziarie per le domande presentate nel 2016, i cui pagamenti avverranno entro la fine del prossimo mese di novembre. Ciò consentirà di far pervenire alle aziende agrozootecniche regionali un’importante iniezione di liquidità e, contemporaneamente, di superare l’obiettivo di spesa del 10% sul PSR 2014/2020».

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha illustrato nel corso dell’audizione nella V commissione, il disegno di legge n. 366 Norme varie in materia di agricoltura. Modifiche alla legge regionale 23 maggio 2008, n. 6 (Legge-quadro in materia di consorzi di bonifica) e alla legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015)”. La proposta della Giunta che si compone 8 articoli e quantifica in 5.150.000 euro gli oneri a carico del bilancio regionale per l’anno 2016, interviene con modifiche all’articolo 17 della legge quadro del 2008  in riferimento al cosiddetto riordino fondiario, prevedendo la conclusione della procedura attraverso l’emanazione di un decreto assessoriale, successivamente alla relativa deliberazione di Giunta. Ulteriori modificazioni riguardano la contabilità dei consorzi che sarà uniformata secondo appositi indirizzi e regolamenti di contabilità approvati dalla Giunta su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, nonché il risanamento finanziario e il disavanzo di amministrazione che potrà essere ripianato per quote costanti in non più di trenta esercizi finanziari. E’ introdotta anche l’autorizzazione alla Sfirs per l’attivazione di strumenti finanziari a favore dei consorzi che ne facciano richiesta, sia sotto forma di garanzia che di prestiti per favorire il miglioramento dello stato finanziario dei consorzi.

Le modifiche riguardano anche l’articolo 44 (Riscossione del contributo irriguo in via transitori) della legge regionale n. 6 del 2008 laddove si prevede che “i consorzi di bonifica possono disporre gli eventuali ruoli a saldo relativi alle annualità fino al 2015, mediante una ripartizione del ruolo complessivo in rate costanti fino a un massimo di dieci annualità”.

All’articolo 4 del Dl 366 si istituiscono, invece, i fondi di garanzia per il comparto della pesca e dell’acquacoltura e per i consorzi di bonifica della Sardegna: due milioni di euro per la costituzione di un fondo per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese del settore pesca e acquacoltura mentre sono tre i milioni di euro destinati alla costituzione di un fondo di garanzia per il ripianamento dello stato del debito dei consorzi di bonifica.

Elisabetta Falchi 1

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Si è svolto oggi, a Cagliari, il primo incontro fra Regione, Sfirs e imprenditori sul Pecorino Bond. Il Pecorino bond, uno dei tanti strumenti messi in campo per dare supporto al settore lattiero-caseario e più in generale all’agroalimentare, si inserisce nel solco già tracciato dalla Giunta: attrarre investitori, consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze attraverso la valorizzazione degli asset, potenziamento delle produzioni locali, applicazione delle nuove tecnologie e di una nuova strategia finanziaria.
«Con questa operazione abbiamo un unico obiettivo, stabilizzare e dare sicurezza a un settore che è strategico per l’economia della nostra regione ma che è in difficoltà a causa delle oscillazioni del prezzo – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci che aveva presentato il Pecorino bond all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo a giugno scorso -. Oggi incontriamo le imprese con la Sfirs e il nostro partner finanziario, e iniziamo a ragionare concretamente sull’emissione di questi bond. È uno strumento finanziario innovativo che si affianca agli altri messi a punto per irrobustire l’intera filiera in modo che riesca a dare prospettiva e sicurezza a tutti. La Sardegna ha una qualità della vita altissima, è uno dei tre posti al mondo dove vivono più centenari grazie al clima e all’ambiente ma anche grazie al cibo – ha concluso il vicepresidente Paci -, ed è sulla qualità del cibo, sulla food safety che vogliamo puntare per un agroalimentare di eccellenza che va aiutato e rilanciato, come facciamo oggi con il pecorino.»
«Il credito è un aspetto strategico ed è particolarmente importante oggi, perché serve il supporto alle aziende lattiero casearie nell’attuale momento di criticità – ha detto l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi -. Vogliamo sostenere il comparto e abbiamo fatto uno sforzo per organizzarlo: dalla prossima campagna sarà in atto il piano della programmazione produttiva. Se lo avessimo avuto disponibile lo scorso anno, forse non saremmo in questa situazione di tensione. Lavoriamo per dare stabilità e far crescere la nostra presenza sui mercati internazionali, anche grazie ai progetti sull’internazionalizzazione in partenza. Questo fa parte di un più ampio ventaglio di prodotti finanziari tra cui quelli che incidono sul settore dell’allevamento primario. Negli ultimi due anni ci siamo impegnati con tutti gli attori della filiera per uscire dalle troppe improvvisazioni che rendono instabili i prezzi: in particolare, per affrontare questo momento critico stiamo lavorando in stretta collaborazione col Mipaaf per attivare le misure del pacchetto anticrisi previste dai nuovi regolamenti comunitari, fortemente voluti dalla Regione a favore del comparto ovino.»
Funzionerà così: un paniere di circa 10 aziende agroalimentari emetterà Minibond a 18-24 mesi per sostenere il capitale circolante, dando come pegno parziale le forme di pecorino accantonate. I minibond saranno garantiti fino al 60% dal Fondo regionale di garanzia della Regione e fino al 60% da un pegno sul pecorino: la garanzia totale del 120% consentirà di compensare il potenziale calo del prezzo. Advisor dell’operazione finanziaria, con il compito di selezionare le imprese che hanno i requisiti per avere diritto all’emissione di minibond, è BSI Merchant, società italiana appartenente al gruppo bancario svizzero BSI. Domani, incontro operativo con gli imprenditori interessati ad attivare lo strumento.
All’incontro odierno erano presenti il presidente della Sfirs Paolo Sestu, il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu, l’ad di BSI Merchant Alessandro Santini e il presidente della commissione regionale Abi Giuseppe Cuccurese. Per domani è fissato il primo incontro operativo con le imprese interessate ad attivare il minibond.

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Nella pausa dei lavori del Consiglio fino alla prossima settimana, riprendono domani i lavori delle commissioni.

Domani (mercoledì 5 ottobre), alle 10.30, l’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, illustrerà alla quinta commissione Agricoltura e Attività produttive, presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd) il Piano faunistico venatorio regionale.

Il giorno successivo (giovedì 6 ottobre), sempre alle 10.30, l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, sarà ascoltata sul Dl n. 386 – Giunta regionale – Modifiche alla legge regionale 6/08, legge quadro in materia di Consorzi di bonifica, e sulla legge regionale 5/15, Finanziaria 2015.

La commissione Pubblica istruzione, presieduta dall’on. Gavino Manca (Pd), è convocata per giovedì 6 ottobre alle ore 11.00, con all’ordine del giorno il Piano relativo ai contributi straordinari per la gestione del servizio di trasporto scolastico nei Comuni in cui sono state soppresse scuole, ed al Piano sugli interventi regionali per lo sviluppo di attività musicali popolari. Sui due provvedimenti riferirà l’assessore della Pubblica istruzione Claudia Firino.

All’attenzione della commissione anche il Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche per il periodo 2016-2017. Sul Piano sarà sentito il Direttore dell’ufficio scolastico regionale.

Giovedì alle 10.00, infine, la commissione Sanità presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) sarà impegnata nell’audizione dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, che riferirà sulle problematiche della riabilitazione.

All’attenzione della commissione anche i criteri di accreditamento istituzionale dei servizi di diagnostica e di laboratorio esterno e dei relativi punti di prelievo.

Sul programma 2016 per lo sviluppo dello sport in Sardegna, infine, è prevista una relazione dell’assessore dello Sport, Claudia Firino.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

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Il Consiglio regionale ha approvato le mozioni sulle misure urgenti per alleviare i danni causati dagli incendi estivi alle aziende agricole, sull’istituzione di una struttura tecnico-organizzativa autonoma potenziata in materia di pesca, acquacoltura e molluschicoltura e contro la realizzazione degli impianti termodinamici a Decimoputzu e Gonnosfanadiga.

E’ stata bocciate, invece, la mozione sul primo bilancio alla lotta agli incendi sul territorio regionale.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n.240 – Congiu e più – “sulle misure urgenti per alleviare il danno patito dalle imprese agricole insediate nei territori percorsi dagli incendi nelle giornate dell’1, 2 e 5 luglio 2016; attivazione di strumenti finanziari e buon acquisto di materie prime per l’alimentazione del bestiame”. Il presidente ha dato la parola al consigliere Gianfranco Congiu (Pds) per illustrarne il contenuto.

Nel suo intervento Congiu ha sottolineato che «la mozione non fa leva sui sentimenti e non punta a suscitare emozioni ma ha lo scopo di intervenire su un argomento che purtroppo in Sardegna si ripropone in modo ciclico, non con un risarcimento già previsto dalla normativa vigente quanto con strumenti innovativi ed utili per alleviare chi ha perduto la sua unica fonte di reddito, nel caso dell’azienda agricola il nutrimento per gli animali». «Per questo – ha sostenuto – auspico un dibattito sul livello di cura che dobbiamo mettere in campo per le popolazioni colpite, senza dimenticare che, oltre all’efficienza del sistema di contrasto agli incendi che ha dato buoni risultati, occorre trovare una strada per fornire aiuti immediati». Quello dei voucher può essere un esempio, ha precisato in conclusione, «fermo restando che occorre garantire la sopravvivenza di settori produttivi vitali per la Sardegna con particolare riferimento alla ruralità che, nel passato, aveva attorno un vero e proprio sistema pubblico e privato che lo sosteneva mentre dopo è stata progressivamente messa ai margini, una tendenza che è necessario invertire».

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della mozione n. 252 – Crisponi e più – Crisponi e più – “sul primo bilancio della lotta agli incendi sul territorio regionale”. Il presidente ha dato la parola al consigliere Michele Cossa (Riformatori sartdi) per illustrarla.

Cossa ha parlato della recente stagione degli incendi evidenziando la sua preoccupazione «non solo per i danni causati alle attività agricole ma anche per impatto del fenomeno su importanti attività turistiche in diverse zone della Sardegna e, di conseguenza, sulla sicurezza percepita da turisti con ripercussioni negative sul piano dell’immagine della Sardegna». «Inoltre – ha proseguito – emerge una situazione difficile del comparto forestale dove il 30% del personale risulta inabile al servizio e in generale la pianta organica presenta una età media molto avanzata, e va sottolineato in questo contesto anche il ritardo con cui è stata stipulata la convenzione con Vigili del Fuoco». «In generale – ha riassunto Cossa – siamo di fronte ad un sistema sottoposto ad una forte pressione ed occorre quindi una riflessione sulla stagione antincendio 2016, sia per la quantificazione dei danni economici ai territori che per una stima degli indennizzi alle popolazioni colpite, con un focus particolare sull’apparato di telerilevamento che in vent’anni (e nonostante la spesa di ben 27 milioni di euro, a cifre attuali) non ha prodotto niente di concreto perché è stata sostanzialmente abbandonato dalla Regione e comunque mai entrato davvero in funzione; anche su questo aspetto è necessaria chiarezza, nel momento in cui si ragiona su cosa fare il per prossimo anno».

Subito dopo è stata illustrata l’interpellanza n. 235/A con primo firmatario il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu.

Il capogruppo dell’Udc, dopo aver ricordato che la discussione dell’interpellanza a distanza di oltre due messi dalla sua presentazione «lascia il tempo che trova», ha messo l’accento sulla necessità di «dati precisi tema sulla stagione appena conclusa, caratterizzata da gravi incendi che, soprattutto nel mese di luglio, hanno colpito diverse zone della Sardegna con danni incalcolabili estesi su migliaia di ettari di terreno». Proprio oggi, ha continuato Rubiu, «il presidente regionale dell’ordine degli agronomi parla di doppio danno, sia al bosco ed al legnatico che soprattutto all’ambiente, parlando a questo proposito di guerra persa dalla politica». Comunque, a giudizio del capogruppo dell’Udc, «sono inaccettabili i ritardi ed i disservizi sull’attività dei Canadair che prima erano di stanza in Sardegna presso l’aeroporto di Elmas per sottolineare la necessità di proteggere adeguatamente la nostra Regione, la prima in Italia per superficie coperta da boschi». Il sistema regionale di prevenzione, ha concluso, «presenta molte falle, nel coordinamento e perfino nelle attrezzature impiegate come le pompe, con danni immateriali e reali di dimensioni incalcolabili che attendono risposte concrete, nel quadro di una urgente riflessione su quanto occorre fare in futuro».

Prendendo la parola nella discussione generale, il consigliere Pier Mario Manca (Sdl) ha affermato che in questo settembre «cominciamo a vedere sulla un paesaggio che inizia ad assumere il colore verde dopo le grandi distese nere dell’estate» Il fuoco, ha lamentato, «è purtroppo una piaga che non riusciamo a debellare contro la quale ci siamo sempre impegnati a fondo anche con leggi che hanno introdotto sui terreni percorsi dal fuoco il divieto di pascolo per 10 anni, oltre a misure per la macro e la micro fauna, dimenticando però che sopra quei terreni ci sono le aziende e gli uomini che ci lavorano, persone ed animali sopravvissuti che meritano la massima attenzione della Regione». E’vero, ha riconosciuto, «che non si può proclamare lo stato di calamità naturale in presenza di incendi dolosi ma dobbiamo comunque trovare soluzioni e dare una risposta pubblica alla catena di solidarietà naturale cui da sempre assistiamo nelle nostre campagne, sia pure limitatamente al nutrimento degli animali». Manca ha concluso auspicando «la creazione di un fondo per accompagnare le aziende colpite dagli incendi fino al cambiamento della stagione e del clima; non sono cifre enormi e non si tratta certo aiuti di Stato, e questo scopo potrebbe essere utilizzata anche la misura 5 del Piano di sviluppo rurale (Psr)».

Il consigliere dell’Udc Gianni Tatti ha dichiarato che «ogni estate diciamo sempre le stesse cose guardando i nostri paesaggi devastati dagli incendi ed è ora che le istituzioni diano un segnale tangibile del loro operato nell’interesse dei cittadini, soprattutto nei confronti di coloro che hanno perso tutto». Quest’estate, ha protestato Tatti, «lo spiegamento di forze della Regione non è stato all’altezza della situazione, sia per scarso coordinamento che problematiche legate a tensioni locali, nonostante tutti gli operatori meritino il convinto plauso della comunità regionale per gli sforzi che hanno profuso». Tutta, ha detto Tatti in conclusione, «va bene fronteggiare le situazioni straordinarie con strumenti straordinari ma dobbiamo investire di più sulla prevenzione, lavorando tutti assieme su molti fronti, cominciando dalla conoscenza e dall’informazione, per arrivare ad una Sardegna salvata non da aerei ma da nuova coscienza dei sardi».

Il consigliere Roberto Desini (Pds) ha condiviso in apertura i contenuti della mozione del collega Congiu aggiungendo però che, «al di là di questo la politica deve prendere esempio dall’atteggiamento di molti allevatori sardi che hanno espresso solidarietà con gli operatori colpiti dagli incendi; noi invece siamo in ritardo, dobbiamo fare autocritica e moltiplicare i nostri sforzi per ricostruire il tessuto economico dei territori colpiti dal fuoco».

Replicando a nome della Giunta l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha dichiarato che «nonostante i clamori e le eccezionali difficoltà meteo, la stagione 2016 appare molto simile a quella di anni precedenti, fatta eccezione per le temperature molto superiori alla media segnalate da ben 4 avvisi meteo seguiti da eventi molto gravi accompagnati da straordinarie ondate di calore». Quella 2016 è stata fortunatamente una stagione di incendi senza vittime, ha detto ancora l’assessore cogliendo l’occasione per ringraziare i 4 operatori rimasti feriti, «ma con danni rilevanti: 2495 incendi su una superficie di 11600 ettari di cui 3100 di boschi, soprattutto a luglio ed agosto in corrispondenza con eccezionali ondate di calore». Tuttavia, ha precisato l’assessore Spano, «i raffronti col passato vanno fatti non con una singola annata ma con una finestra storica più ampia che indica l’evoluzione del fenomeno; sotto questo profilo va ricordato che, rispetto al periodo 1998-2015 si registra una diminuzione del 35% dei terreni percorsi dal fuoco, del 33% per le aree boscate e del 30% sull’estensione media dei singoli incendi, indicatore principale dell’efficienza del sistema, che nel ’98 era di 10 ettari ed oggi è scesa a 4.65, segno che la macchina regionale ha funzionato, fermo restando che non esiste il rischio zero in giornate eccezionali dal punto di vista meteorologico». La Spano ha citato in proposito le vicende del luglio 2009 con 35000 ettari di terreno percorsi dal fuoco, ben 17 incendi su aree superiori ai 100 ettari, fenomeni che purtroppo hanno fatto registrare anche vittime.

Per quanto riguarda il dispositivo antincendio della Regione, l’assessore dell’Ambiente ha ribadito la validità del Piano triennale antincendi con uomini, mezzi (11 elicotteri affiancati dal nuovo Superpuma, un elicottero dello Stato, 3 Canadair affiancati da altri aerei di supporto) e risorse di tutto rispetto. Quest’anno, ha proseguito, «il sistema ha mostrato un miglioramento della capacità di prevedere il fenomeno su un’area divisa in 26 zone di allerta territoriale in grado di trasmettere tempestivamente le informazioni necessarie ad ogni componente del sistema; va ricordata inoltre l’attività investigativa del Corpo forestale che ha portato la Magistratura ad avviare indagini nei confronti di 434 persone». Quanto ai danni, ha aggiunto, «la stima sarà completata entro l’anno». Sul telerilevamento, ha evidenziato infine l’assessore, «il sistema ha mostrato fin da subito  una inefficienza strutturale e generato una lunga serie di falsi allarmi ed i relativi sono stati inoltrati alla Corte dei conti».

L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, dal canto suo, ha spiegato che «la richiesta di interventi di soccorso è oggettivamente limitata dai regolamenti comunitari e dal regime de minimis in presenza incendi dolosi; tuttavia, come nel 2009, la strada dei voucher da destinare alle aziende per l’acquisto dei foraggi nel periodo compreso fra l’incendio e la fine stagione, al più faremo una delibera».

Il sede di replica il consigliere Gianfranco Congiu (Pds) ha valutato positivamente l’apertura dell’assessore Falchi a favore di un intervento straordinario e transitorio, sottolineando che, a suo avviso, «la deroga ai regolamenti comunitari è praticabile, auspico perciò un intervento legislativo del Consiglio, finalizzato non al risarcimento ma alla garanzia della minima sussistenza in un periodo transitorio come misura tampone».

Intervenendo sempre per replicare, il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha espresso «perplessità sul taglio delle risposte fornite dall’assessore dell’Ambiente, in alcuni passaggi sopra le righe ed immotivati rispetto al contenuto della nostra mozione, perché chi amministra deve tener conto del principio di continuità amministrativa che prescinde da ruoli ricoperti». Alcuni dati, inoltre, secondo Cossa «sono troppo generici e inadeguati; sul telerilevamento, in particolare, forse è vera la cosa dei falsi allarmi ed è tardi per ristabilire responsabilità ma resta comunque lo scandalo dei 27 milioni buttati al vento, sarebbe poi utile ragionare sulla tecnologia di oggi».

Ancora in replica il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto di sentirsi «trascinato nella polemica dall’intervento dell’assessore; io non ho il torcicollo e guardo avanti ed altrettanto deve fare lei che deve preoccuparsi di costruire, mentre qui siamo al ridicolo». La sue risposte, ha concluso Rubiu rivolgendosi all’assessore, «non sono comunque esaurienti perché manca riferimento puntuale alla prevenzione che può essere sviluppata anche con la tecnologia ma a condizione di saperla usare e di investire risorse adeguate»: Rubiu ha chiesto infine una breve sospensione per verificare la possibilità di predisporre un ordine del giorno congiunto.

La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che, non essendo pervenuto alcun ordine del giorno, occorre mettere in votazione le mozioni presentate.

La mozione n. 250 – Congiu e più – è stata approvata con 29 voti favorevoli.

La mozione n. 252 – Crisponi e più – è stata respinta con 29 voti contrari 

L’Aula è passata poi all’esame della mozione 232 (Congiu) sulla necessità di una struttura tecnica in materia di pesca.

L’on. Congiu (Pds) ha elencato i numeri del settore della pesca in Sardegna e ha aggiunto: “Ci sono diecimila famiglie e c’è la nostra cultura e tradizione dietro la pesca sarda. Non possiamo non salutare con favore l’impegno della Regione per rivendicare misure finanziarie e fondi europei destinati al sostegno delle aziende ittiche. Grazie a quei fondi la marineria siciliana è diventata la prima marineria italiana”. Per l’oratore “è necessario spendere le risorse a disposizione e non è facile visto che il settore pesca è dentro l’assessorato all’Agricoltura e non è la migliore collocazione. La pianta organica del servizio pesca oggi sconta mancanza di personale e tutto il sistema di agenzie che sostiene l’agricoltura non trova un correlativo per la filiera ittica. Questo mi ha indotto a chiedere che venga istituito un dipartimento, u’agenzia, un secondo assessorato perché no?, a sostegno della pesca. Il management della Regione va specializzato”.

Per la Giunta ha risposto l’assessore Elisabetta Falchi, che ha detto: “E’ necessario promuovere la pesca sostenibile e l’acquacoltura, siamo d’accordo. Ed è necessario sviluppare anche la pesca in laguna, non solo nella fascia costiera, rafforzando le filiere produttive e il marchio del pescato insieme alle organizzazioni degli operatori. Gli strumenti finanziari ci sono in bilancio insieme ai fondi europei e una nuova direzione dell’assessorato avrebbe un senso importante visto che la struttura attuale è insufficiente e non consente di governare al meglio i problemi. Dunque, un’unica adeguata regia nell’Amministrazione è la risposta più efficace la problema indicato nella mozione”.

L’on. Congiu si è detto soddisfatto e il presidente ha messo in votazione la mozione, che l’Aula ha approvato.

L’Aula ha affrontato poi la mozione 250 (Usula e più) sul progetto di impianto termodinamico tra Decimoputzu e Villasor. Per l’esponente del Partito dei sardi “c’è un’intera comunità sarda che si oppone a questi progetti, che trova anche nella minoranza una forte sensibilità, non solo su quell’impianto ma anche sul progetto analogo tra Gonnosfanadiga e Villacidro”.

La mozione nasce dal “clamore che ha suscitato in Sardegna la contrapposizione di un’azienda agricola di Decimoputzu alla multi nazione che sta cercando di impadronirsi delle terre di questi agricoltori e allevatori. Anche sotto il profilo umano questa vicenda è terribile, senza che dobbiamo parlare del fatto che questa azienda familiare, con migliaia di capi di bestiame, produce, dà posti di lavoro diretti e indiretti, riceve per questo anche il contributo regionale.  Ecco, non dovremmo essere costrutti a occuparci di aziende come queste, che riaffermano il loro semplice diritto di lavorare la propria terra da generazioni. Non è un’opportunità offerta a dei poveri pastori questo impianto termodinamico: siamo di fronte a predatori che si mostrano benefattori. E’ una vecchia storia”.

L’on. Usula ha ricordato la contrarietà formale della Regione al progetto e ha detto: “Questo intervento presuppone una sottrazione di 269 ettari, una superficie superiore ai centri abitati di Decimoputzu e Villasor. La massima istituzione della Sardegna deve dare un segnale chiaro agli ascari e alle multinazionali che li mandano. Qui in ballo è il nostro diritto di decidere sulla nostra terra, che non può essere scavalcato da un cosiddetto “interesse nazionale”o di Stato che deve prevalere su quello dei sardi. Se questo tentativo riuscirà ben altri inevitabili scippi saranno perpetrati sull’Isola. Non ne abbiamo già abbastanza in Sardegna di territori espropriati, di territori da bonificare? Chiedo alla Giunta di impedire con ogni azione gli interventi di Villasor e Gonnosfanadiga”. 

Ha quindi preso la parola il consigliere Paolo Zedda (Rossomori) che nel suo intervento, interamente svolto in lingua sarda, ha bocciato senza mezzi termini il progetto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a Flumini Mannu in una zona agricola situata tra i comuni di Villasor e Decimoputzu. “La famiglia Cualbu lavora qui terreni da oltre 100 anni, si è trasferita da Fonni per lavorare la terra, ha messo in piedi una florida azienda agricola mantenendo, allo stesso tempo, un legame profondo con il paese d’origine. La loro – ha detto Zedda – è una filosofia di vita, il loro rapporto con la terra è quasi sacro. Tutto questo è oggi messo a rischio».

Zedda ha poi ricordato i pronunciamenti di Regione, Ministero e comuni interessati contrari al progetto: «Contro la volontà delle popolazioni si invoca il principio dell’interesse superiore nazionale, ma non esiste nessuna ragione di Stato – ha affermato il consigliere di maggioranza – è un progetto che non serve a nessuno. In Europa non ci sono altri esempi di questo tipo. In Sardegna non ci sono le condizioni climatiche ideali per realizzare un progetto di questa portata, andrebbe bene in Africa, non nella nostra Isola. La Regione chieda l’applicazione della legge e rivendichi la sua potestà esclusiva in materia».

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha riaffermato il convinto sostegno alla mozione ed ha spiegato di aver proposto l’integrazione al documento nella parte che fa riferimento all’impianto termodinamico solare di Gonnosfanadiga – Villacidro. «Un progetto gemello a quello di Flumini Mannu – ha affermato l’esponente della maggioranza – che ha registrato nel corso degli anni la contrarietà delle popolazioni e della amministrazioni locali». «Non abbiamo posizioni preconcette contro le rinnovabili – ha concluso Rossella Pinna – ma non siamo terra di conquista per le multinazionali dell’energia e per questo chiediamo alla giunta di far valere le competenze della Regione».

Il consigliere del Pds, Augusto Cherchi, ha confermato pieno convinto e sostegno alla mozione ma  ha chiesto che venisse posta in votazione la formulazione originaria del dispositivo originario del documento,  laddove si impegna il presidente della Giunta ad impugnare il provvedimento del ministero dell’Ambiente. «Non c’è alcun interesse di Stato – ha affermato l’esponente della maggioranza – per giustificare l’esproprio di un terreno agricolo di un privato e la Regione deve opporsi a tale eventualità».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori ha manifestato l’opportunità di procedere con l’approvazione di un documento che manifestasse la solidarietà del Consiglio regionale per gli amministratori locali, alla luce dell’ultimo attentato contro quelli di Orotelli nel nuorese.

Il presidente di turno dell’assemblea, Eugenio Lai, ha ricordato la possibilità di presentare, prima della conclusione del dibattito, documenti da sottoporre all’attenzione dell’Aula, ed ha quindi concesso la parola al consigliere del Partito dei sardi, Piermario Manca che ha argomentato il sostegno alla mozione n. 120. L’esponente della maggioranza ha parlato, in riferimento alla decisione del ministero dell’Ambiente di esprimere parere favorevole all’impianto di Gonnosfanatiga – Villasor, di un vero e proprio “esproprio di Stato”. «Se passa questo progetto – ha affermato – vuol dire che lo Stato nega il diritto alla proprietà privata in Sardegna ed è per questo che la Giunta deve opporsi fermamente».

Intervenendo sull’argomento, il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato di condividere il contenuto della mozione ma ha posto in evidenza l’incongruenza delle dichiarazioni rilasciate dal direttore di Agris a proposito di una possibile collaborazione con la multinazionale che ha proposto l’impianto termo solare. «Mettetevi d’accordo tra di voi – ha tuonato l’esponente della minoranza perché con una nota ufficiale un direttore nominato dall’assessore dell’Agricoltura si esprime favorevolmente sul progetto di Flumini Mannu».  «Rimuovete quel direttore – ha affermato Pittalis oppure c’è qualcosa che non torna nei vostri comportamenti». Il capogruppo dell’opposizione ha quindi polemizzato con l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, per una presunta mancanza di rispetto nei confronti dell’Aula e dei consiglieri per alcuni atteggiamenti di scherno che sarebbero stati indirizzati allo stesso Pittalis nel corso del suo intervento.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha confermato la contrarietà di tutta la maggioranza al progetto della Flumini Mannu limited.

L’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha quindi ripercorso l’iter del procedimento per quanto di competenza del suo assessorato ha ricordato il parere negativo perché valutato come “intervento non coerente con gli indirizzi pianificatori della Regione”.  L’assessore ha quindi sottolineato,  l’approvazione dell’atteso piano energetico ed ha definito “il progetto non  coerente con tale piano e con la sua strategia”.

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha definito “informali” le interlocuzioni intercorse tra l’agenzia Agris e la società proponente l’impianto di Flumini Mannu ed ha precisato che la disponibilità ad un’eventuale collaborazione manifestata dal direttore dell’agenzia regionale era subordinata alla realizzazione nel rispetto delle norme di tale impianto. «Riaffermo – ha concluso l’assessore – che le terre agricole devono essere sempre salvaguardate e preservate».

L’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, ha evidenziato il ruolo di raccordo dell’assessorato da lei diretto ed ha ricordato che con la proceduta della “VIA nazionale” non è più l’assessorato regionale  a compiere le valutazioni. «Abbiamo prodotto tre pareri al ministero – ha dichiarato la Spano – in cui puntualmente abbiamo esposto perplessità e criticità del progetto di Gonnosfanadiga». L’assessore ha quindi spiegato che al parere favorevole del ministero dell’Ambiente si contrappone quello negativo del ministero dei Beni ambientali e che quindi la decisione finale sul progetto della Flumini Mannu spetterà al consiglio dei ministri. «La decisione in sede governativa non è stata ancora assunta – ha concluso Spano – ed è per questo che la Regione potrà solo porre in essere tutte le azioni che evidenzino contrarietà a tale progetto».

In sede di replica il primo firmatario della mozione, Emidio Usula (Soberania e Indipendenza) si è detto soddisfatto delle rassicurazioni offerte dalla Giunta ed ha auspicato un no netto al progetto e alle pretese del governo per l’esercizio della clausola di supremazia.

Voto favorevole hanno dichiarato il consigliere del Pd, Alessandro Collu (gruppo Soberania e Indipendentzia) e Paolo Truzzu (Fd’I-Misto).

Posta in votazione la mozione n. 120 (testo originario e senza modifiche) è stata approvata all’unanimità con 51 votanti favorevoli.

L’Aula è quindi passata all’esame delle mozioni n. 253 (Cappellacci e più) e 220 (Agus e più) e dell’interpellanza 149/A (Locci e più) tutte incentrate sul tema dell’accoglienza dei migranti.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, illustrando la mozione n. 253 ha voluto subito sgombrare il campo da ogni forma di pregiudizio: «Quando si parla di migranti si parla di persone, di uomini e donne, bambini e anziani ai quali va tutto il nostro rispetto e la nostra considerazione – ha detto l’esponente della minoranza – ciò che occorre chiedersi è se quello che si è fatto e continua a farsi è servito o ha invece aumentato i problemi dei migranti».

Pittalis ha ricordato le difficoltà affrontate dal sistema degli enti locali sui cui è stata scaricata gran parte delle responsabilità dell’accoglienza: «Tutto nasce da una sottovalutazione del problema, dal fatto di aver affidato la soluzione all’Europa della finanza e delle banche e non all’Europa dei popoli – ha affermato Pittalis – i risultati sono sotto gli occhi di tutti: mancano 600 milioni di euro per far fronte alle spese sostenute dalle associazioni oltre ai fondi che servono, di mese in mese, per affrontare le emergenze. Ci sono, inoltre, 235mila migranti che aspettano l’occasione per venire in Italia. Solo il Governo Renzi sembra non accorgersi di questo».

Secondo il capogruppo di Forza Italia «la Sardegna rischia di subire la situazione invece di essere coprotagonista nella gestione dell’emergenza. Il governo deve coinvolgere le autonomie locali. La recente nomina di Fassino a capo dell’autorità per la gestione dell’accoglienza non autorizza a dire che c’è l’attenzione verso gli enti locali. E’ la solita furbata per rasserenare le anime dissenzienti all’interno del proprio partito».

Pittalis, infine, ha ricordato che in 13 mesi sono arrivati in Sardegna oltre 9000 migranti, tra cui moltissimi minori. «Il sistema dell’accoglienza è al collasso. Tutto grava sulle spalle di forze dell’ordine, sindaci e volontari oltre che della Chiesa sarda. Le quote sono saltate. Un sistema senza controlli rischia di tradire la finalità umanitaria e di favorire la tratta delle persone aumentando il numero dei morti in mare. Serve un’azione più energica della Giunta – ha concluso Pittalis – il presidente della Regione non può correre il rischio di essere indicato come responsabile dei problemi di ordine pubblico e di un dissidio sociale che si aggrava».

Il presidente Lai ha quindi dato la parola al consigliere Francesco Agus (Sel) per l’illustrazione della mozione n. 220. «E’ un tema serio, non possono essere tutelati toni da bar – ha esordito Agus – i migranti fuggono dalle guerre, è questa l’unica alternativa alla morte certa. Ecco perché bisogna concentrarsi sulle soluzioni possibili evitando di creare confusione».

Secondo Agus «sulla Sardegna grava un peso che non può sostenere, si rischia di peggiorare una situazione già difficile per i migranti e per le comunità che li accolgono. La nostra Isola è confine di un territorio più ampio, non può sopportare da sola questa responsabilità. Il tema va inquadrato in un contesto più ampio che riguarda i rapporti tra continenti. L’Europa non può lasciare da sola la Sardegna e la Sardegna non può lasciare soli i comuni».

Il consigliere di Sel ha quindi espresso forti critiche sull’attuale sistema di accoglienza gestito dalle prefetture. «Si è rivelato fallimentare – ha detto Agus – c’è necessita di un patto nazionale sottoscritto da Stato, Regione e Comuni. La Regione se ne faccia carico. Continuare a considerare il problema come un’emergenza è sbagliato. Serve una nuova politica di integrazione. Non è più accettabile assistere allo scarica barile che aggrava la situazione e alimenta i populismi».

Agus ha quindi invocato il superamento delle logiche emergenziali attraverso un piano organico dell’accoglienza che trasferisca le competenze dalle prefetture alla Regione. «La semplice accoglienza non basta più per situazioni che durano mesi o anni. La Regione deve spingere per l’approvazione in Parlamento del disegno di legge per i minori non accompagnati. La situazione sta esplodendo. La carenza di normativa fa sì che i minori siano a totale carico degli enti locali. I comuni non sono più in grado di far fronte alle necessità».

Si è poi passati all’esame dell’interpellanza 149/A che il primo firmatario, Ignazio Locci, ha dato per letta.

Ha quindi preso la parola il consigliere Franco Sabatini (Pd) che, dopo aver ricordato alcuni fatti di cronaca nera che hanno visto coinvolti migranti arrivati in Sardegna, ha sottolineato l’esistenza di un disagio sociale da affrontare con attenzione. «Chi parla di invasioni di migranti alimenta l’intolleranza – ha detto Sabatini – la questione è complessa è ha bisogno di soluzioni adeguate. Oggi il tema è regolato dalla convenzione di Dublino del 1990 che disciplina la competenza per le domande di asilo. La Convenzione afferma che i rifugiati non possono scegliere liberamente la destinazione ma questa compete allo Stato che fa la prima accoglienza. L’Europa ha chiesto di rivedere la Convenzione ma gli Stati membri si rifiutano. Per questo motivo gli immigrati non vogliono essere identificati. Non lo fanno per arroganza ma perché hanno in testa altre mete. Se si fanno identificare hanno più difficoltà a raggiungere le nazioni dove hanno parenti e amici».

Sabatini, in conclusione, ha invitato a distinguere tra prima accoglienza e permanenza. «In Sardegna ci sono stati 12.000 arrivi nel triennio e attualmente sono presenti 5.000 migranti. La nostra Isola ha il tasso di uscita più alto, chi arriva da noi non vuole rimanere. E’ falso sostenere che non stiamo rispettando le quote assegnate del 2,9%».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) la Sardegna rischia di diventare terra di confino per “poveri cristi” che scappano dalla guerra o dalla fame. «Noi siamo per la solidarietà ma i migranti devono essere accolti come si deve – ha sostenuto Tedde – la macchina dell’accoglienza è invece collassata: i sindaci sono lasciati soli, gli immobili utilizzati per ospitare i migranti sono privi di agibilità e senza servizi igienici adeguati. Situazioni indegne di uno stato civile».

Il consigliere azzurro ha poi rimarcato la necessità di verificare puntualmente chi ha diritto allo status di rifugiato. «In Sardegna sono arrivati 1.400 migranti in più rispetto alle quote previste,  i rifugiati sono pochissimi. Sarebbe stato molto meglio realizzare centri di accoglienza in Nord Africa. In questo modo si sarebbe potuta verificare meglio la legittimità della richiesta dello status di rifugiato. Questo avrebbe risolto molti problemi ma Renzi non ci pensa. Siamo convinti che Regione debba esercitare un ruolo più determinato – ha concluso Tedde – non siamo contro la Regione ma credo che il presidente Francesco Pigliaru debba decidere che cosa fare e cosa chiedere per accogliere degnamente i rifugiati e dare sostegno ai sindaci».

Critico anche il consigliere Paolo Truzzu (FdI) secondo il quale sul fronte dell’accoglienza sono state fatte scelte illogiche: « Quale futuro vogliamo dare ai nostri giovani? – ha chiesto Truzzu -. Finora sono stati spesi 90 milioni di euro di fondi statali per un’integrazione che non ci sarà mai. In questo modo ignoriamo la disperazione dei nostri giovani costretti ad emigrare. Non ci occupiamo di sviluppo ma di assistenza, si alimenta l’odio e il contrasto sociale».

Secondo Truzzu, occorre quindi ragionare per «dare risposte agli immigrati ma anche ai sardi mettendo fine alla politica degli aiuti senza controlli in una terra che non riesce a produrre lavoro nemmeno per i propri figli. Nonostante ciò – ha concluso Truzzu – sento esponenti della giunta e dei sindacati auspicare più presenza degli immigrati per contrastare lo spopolamento. Il problema dei migranti non si risolve qui ma in Africa».

Il presidente Lai ha quindi dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori alle 16.30.

Consiglio regionale 54

 

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Le commissioni Sanità ed Agricoltura in seduta congiunta (presiedute rispettivamente dall’on. Raimondo Perra del Pd e dall’on. Luigi Lotto del Pd) hanno approvato con l’astensione dell’opposizione il Piano di eradicazione delle peste suina in Sardegna ed il programma straordinario per il 2017.

Illustrando i contenuti più importanti del provvedimento, il responsabile dell’Unità di progetto Alessandro De Martini ha sottolineato il significato di una azione complessiva che punta «a far emergere le situazioni irregolari senza applicare sanzioni, misura straordinaria ammessa dall’Unione europea che ha portato alla definizione positiva di 477 posizioni, con la collaborazione delle Asl».

«A fronte di questi risultati – ha aggiunto – esistono ancora alcuni focolai localizzati in aree circoscritte della Regione (Nuorese, Ogliastra ed una parte del Sassarese) nei confronti dei quali è impossibile intervenire con una sanatoria; si però riusciti, grazie al lavoro congiunto con il Ministero della salute sulla normativa nazionale, a mettere a punto una interpretazione meno restrittiva che consentirà di considerare gli allevatori irregolari come soggetti nuovi che potranno regolarizzarsi con una sanzione di circa 400 euro (rispetto ai limiti generali, da 3.000 a 30.000 euro).»

«Questa forma di ravvedimento operoso – ha concluso De Martini – sarà avviata da un decreto dell’assessore della Sanità di prossima pubblicazione ed affiancata da azioni di informazione, di consulenza e di controllo (affidato ad una task-force del servizio veterinario a supporto delle Asl) oltre che da misure di sostegno per la messa a norma degli allevamenti, con l’obiettivo finale di ottenere per la Sardegna la dichiarazione di zona non endemica dando un forte impulso alle esportazioni.»

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha messo l’accento sul fatto che queste azioni di contrasto alla peste suina presentano «tempistiche coincidenti con alcune azioni qualificanti del Piano di sviluppo rurale (Psr) che puntano a creare in Sardegna un circuito di allevamenti virtuosi». «Dal prossimo mese di ottobre – ha aggiunto – partiranno misure mirate, anche con la concessione di contributi, a sostegno della crescita e dello sviluppo delle aziende, che potranno operare in un contesto più favorevole e ricco di opportunità».

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Gianluigi Rubiu (Udc), Daniela Forma (Pd), Augusto Cherchi (Sdl) ed Edoardo Tocco (Forza Italia).

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