20 April, 2024
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Dopo gli incontri  con la youtuber Cesca e lo scrittore Giorgio Biferali (sabato 9), prosegue il fine settimana di MEETropolitan35: domani, domenica 10 novembre, dalle 10.30, sotto i riflettori ci sarà la street artist ed urbanista Viola Gesmundo.

Il nuovo format, ideato e creato dall’associazione Prohairesis, ha l’obiettivo di promuovere la cultura passando attraverso la voce dei giovani, under 35, utilizzando linguaggi e tecnologie 4.0. E proprio il linguaggio dei giovani, la loro visione della vita, dei fatti che avvengono e del mondo del lavoro sono centrali nel principio di modellamento che regola le dinamiche sociali e dei gruppi, a cui la rassegna si ispira per suggerire buone prassi e nuovi modi di essere. MEETropolitan35 sta proponendo, fino al 18 dicembre con appuntamenti perlopiù domenicali, i migliori under 35 che hanno detto o fatto qualcosa di eccezionale in Italia e nel resto del mondo.

Domani, dunque, la protagonista di #MU35 sarà Viola Gesmundo, street artist, illustratrice, designer “rivoluzionaria” di spazi interni e performer, che nell’incontro Donne apparentemente in cucina parlerà di come sentirsi libere di essere ciò che si vuole, senza lasciarsi definire dai ruoli e dagli altri. Il titolo del suo intervento prende il nome dalla ricerca iniziata nel 2016 sugli stereotipi legati alle donne, sviluppata come performance a conclusione di una residenza d’artista a Rotterdam, alla Foundation B.A.D, momento iniziatico per lei, per la consapevolezza della sua arte, intesa come performance, occupazione dello spazio, architettura, inclusione e pittura. Il titolo è ironico e ispirato alle donne che, anche se a volte ancora pensate come relegate a faccende domestiche, quando non sono sotto lo sguardo di altri, esprimono una grande euforia e momenti di alternata pazzia. Si parlerà anche dell’arte, che si deve pensare per tutti, e di come vede le città, per lei troppo spesso cupe.

Classe 1987, Gesmundo da Foggia si trasferisce a Torino, studia a Parigi e si laurea in Architettura. Lavora al tema della cura e dell’interazione tra città, uomini, donne, bambini e ambienti, collabora alla rigenerazione di spazi pubblici. Nel 2016 vince il bando internazionale Porte Ad Arte, che l’ha portata a realizzare il primo murales su un edificio storico di Torino. Da allora non si è più fermata e realizza diversi murales tra Italia, Rotterdam e New York. Alcune delle sue opere sono inserite nel MAUA-Museo Arte Urbana Aumentata di Torino e sono diventate anche animazioni. Ha realizzato diverse mostre personali e nel 2017 ha illustrato Una Strada Per Rita, libro sull’assenza di figure femminili nella toponomastica delle città e nel 2018 Se Dico No è No, sul tema della libertà di scelta.

Sempre per #MU35, mercoledì 13 novembre, alle 18.30, prosegue con Fulvio Ervas la rassegna “Finzioni, incontri remoti con l’Autore”, ospitata nella Biblioteca Metropolitana Emilio Lussu del Parco di Monte Claro. Anche in questo nuovo progetto la tecnologia e i giovani sono protagonisti. Si tratta infatti di incontri in remoto – via webinar – con gli autori non presenti in carne e ossa. Per aderire alle nuove tendenze, che vedono i giovani comunicare e formarsi su piattaforme come skype, slack, webinar, la rassegna propone al pubblico una serie di incontri in formato 4.0. Questo nuovo approccio, oltre ad abbracciare i principi di ecosostenibilità riducendo al minimo le emissioni di CO2, permette anche alle biblioteche e ai centri dediti alla cultura di poter progettare eventi a basso costo. Grazie al sistema del webinar, tutti gli utenti della biblioteca, e non solo, che non possono recarsi all’incontro possono assistervi da casa e interagire con l’autore iscrivendosi alla diretta streaming (per le iscrizioni: eventi@bibliotecamonteclaro.it). Con un semplice ricorso alla tecnologia si possono anche avere i libri firmati in tempo reale dall’autore presente.

Questo i prossimi appuntamenti con l’autore di “Finzioni”: 20 novembre, Giorgio Fontana; 27 novembre, Cristiano Cavina; 4 dicembre, Andrea Tarabbia; 11 dicembre, Fabio Geda; 18 dicembre, Marco Missiroli. Gli incontri si terranno tutti nella Sala Conferenze della Biblioteca, alle 18.30.

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Al via la dodicesima edizione del Cagliari Festival Scienza, evento promosso ed organizzato dall’Associazione ScienzaSocietàScienza. Il Sistema Bibliotecario di Monte Claro della Città Metropolitana di Cagliari anche per questa edizione collabora come partner del festival con una tavola rotonda, due mostre e un laboratorio.

La sei giorni di appuntamenti pensati per avvicinarsi alla scienza in modo semplice e accattivante sarà incentrata quest’anno sul tema Scienza è Cultura, con oltre 100 eventi in programma.
Le biblioteche della Città Metropolitana di Cagliari contribuiranno con una mostra di libri e supporti multimediali dal titolo “Scienza da leggere”, curata dal Centro Regionale di Documentazione per Biblioteche Ragazzi e dalla Biblioteca Metropolitana Ragazzi, e con una mostra di libri sul tema “Scienza e Arte”, che sarà ospitata nella Biblioteca Metropolitana Emilio Lussu.
Sarà sempre il Centro Regionale di Documentazione per Biblioteche Ragazzi a organizzare, domenica 10 novembre all’Exma (Sala Conferenze, Via San Lucifero 71 Cagliari) dalle ore 10.00, una “Tavola rotonda sulle evidenze scientifiche del programma ‘Nati per Leggere’”, in occasione dei 20 anni del programma che ha come obiettivo la promozione della lettura nell’infanzia.
I primi anni di vita sono fondamentali per la salute e lo sviluppo intellettivo, linguistico, emotivo e relazionale, con effetti significativi per tutta la vita adulta. Nati per Leggere propone alle famiglie con bambini fino a 6 anni, attività di lettura importanti per lo sviluppo cognitivo dei bambini e come supporto alla genitorialità.
All’incontro porteranno i loro contributi i pediatri Maria Giuseppina Gregorio (referente Regionale Pediatri Nati per Leggere) e Silvio Ardau (referente regionale dell’Associazione Culturale Pediatri), la referente Centro Regionale di Documentazione Biblioteche per Ragazzi Antonella Pinna, che modererà l’evento e si soffermerà sugli aspetti emotivi del programma, e la bibliotecaria Francesca Succu (Osservatorio Nazionale Nati per Leggere) che illustrerà le iniziative regionali.

Martedì 12 novembre, alle ore 9.30, la Biblioteca Metropolitana Ragazzi ospiterà un laboratorio ispirato al testo bestseller di Kobi Yamada ‘Che idea!’.

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Lettera di Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu (Comitato per l’Insularità in Costituzione) al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie on. Francesco Boccia.

Onorevole Ministro Prof. Francesco Boccia,

Le scriviamo come rappresentanti del Comitato per l’inserimento del principio di Insularità in Costituzione che ha costruito, negli ultimi due anni, un percorso condiviso in tutta la Sardegna, affinché le cittadine e i cittadini sardi possano godere, come sancito dalla Costituzione, di pari diritti, di pari dignità, e di pari servizi con il resto d’Italia.

Nelle ultime sintetiche righe Le abbiamo riassunto lo stato delle cose e la missione del Comitato: ovviare a una storica discriminazione attraverso l’inserimento in Costituzione di quel “principio di Insularità”, considerata a buon diritto la “battaglia dei sardi” di quelli residenti e di quelli emigrati. Un’iniziativa trasversale che unisce gli schieramenti politici, nessuno escluso; imprese; associazioni di categoria, datoriali e sindacali; cultura; sport; università. In sintesi tutta la Sardegna.

Come ricordano i verbali parlamentari, Emilio Lussu, uno dei padri della Patria, intervenendo, il 14 novembre 1946, nella discussione sulle autonomie locali, per la redazione dell’art. 116 della Costituzione «Fa presente che la Sicilia e la Sardegna sono delle isole […] onde la necessità di metterle in condizioni di poter funzionare […] concedendo loro una particolare forma autonomista». Ma, come ben sa, la riforma del titolo V ha cancellato dall’art. 119 il riferimento alle Isole.

In questa diversa fase dell’autonomismo, non ultimo quello delle Regioni a Statuto speciale, la Sardegna si interroga sui fondamenti stessi della sua Autonomia che nell’insularità ebbe le ragioni fondanti, riconosciute dai padri e dalle madri costituenti. Il Comitato ben per questo si è fatto portavoce del diffuso sentire che si è materializzato in una Proposta di legge di iniziativa popolare, che sottoponiamo alla Sua attenzione, che chiede l’inserimento del “principio di Insularità in Costituzione” affinché venga finalmente riconosciuto il grave e permanente svantaggio naturale per essere un’isola, geograficamente, altro dalla terraferma.

Una differenza che nei decenni si è vieppiù tradotta in un aumentato gap infrastrutturale certificato da un’indebolita coesione nei trasporti, all’interno dell’isola e tra questa e la terraferma, nei ritardi nelle reti energetiche e di comunicazione, nel freno allo sviluppo socio-economico. Di fatto la Sardegna a differenza degli altri territori nazionali di terraferma è gravata da una servitù che inerisce negativamente in un’ampia gamma di diritti costituzionali che facilmente si possono declinare dall’Istruzione alla Sanità. Lo riferiscono tutte le statistiche disponibili.

Le più gravi? Essere la Sardegna di recente rientrata tra le regioni dell’Obiettivo 1 dell’Unione Europea o avere un indice di competitività del 23,75%, contro quello medio europeo del 60,3% e del 57% della Lombardia. Nel mentre 3.500 giovani sardi, in gran parte laureati e diplomati, lasciano ogni anno l’isola perché come spiegano i sociologi non vi trovano alcuna opportunità.

Ecco la ragione per cui oltre 100.000 sardi e sarde, di cui il 30% costituito da giovani, hanno sottoscritto la Proposta di legge di iniziativa popolare per modificare l’art. 119 della Costituzione con l’inserimento del principio di insularità. Ciò interpella, contestualmente, il Governo e il Parlamento della Repubblica se la Riforma delle Autonomie, con cui non vorremo si confondesse la nostra Proposta di legge, punti davvero a introdurre una effettiva uguaglianza e pari opportunità tra i territori che fanno parte dello stesso Stato oppure se ne accresca le differenze e le distanze che diventano incolmabili se tutt’altri sono stati, storicamente, i punti di partenza.

Potremo intraprendere, anche con Lei, il percorso che comunque stiamo conducendo nei nostri territori, di analisi sulle classi dirigenti sarde, passate e recenti, per non aver ravvisato, nei confronti dello Stato centrale la necessità di un’azione efficace per emancipare la Sardegna da uno stato di minorità. D’altra parte lo stesso Emilio Lussu avvertì le carenze dello Statuto speciale della Sardegna e se ne dispiacque per tutta la vita.

L’azione positiva del Comitato per l’inserimento del principio di Insularità in Costituzione ha mirato e mira a coinvolgere cittadine e cittadini, classi dirigenti dei settori pubblico e privato, intellettuali e studiosi, nella creazione di un modello di confronto che attualizzi con nuove parole d’ordine, proposte, approfondimenti, una rinnovata idea autonomistica. È per questo motivo che il riconoscimento del principio di Insularità in Costituzione deve essere la condizione necessaria perché la Riforma delle Autonomie non sia elemento di ulteriori disequilibrio e preludio a un assetto istituzionale che favorisce alcune regioni a discapito di altre.

La Sardegna, come è noto, non è definibile sud e nemmeno nord e soprattutto la sua storia, le sue ragioni, le sue esigenze e le sue prospettive non sono omologabili a quelle del nord o del mezzogiorno d’Italia. Ad oggi i sardi, a differenza degli altri italiani del nord e del sud, non vedono attuata nei propri territori la Costituzione della Repubblica nella sua pienezza.

Auspichiamo pertanto che il Suo Governo avverta la necessità di intervenire quanto prima non concedendo favori o un sostegno particolari alla Sardegna quanto un riconoscimento non più dilazionabile. Certi che Lei condividerà l’esigenza di arrivare quanto prima a una discussione della proposta di legge che ormai giace in Commissione da oltre un anno, in attesa, se vuole, di poterLa incontrare per meglio discuterne La preghiamo di gradire i nostri più cordiali saluti.

Roberto Frongia

Maria Antonietta Mongiu

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La Casa di Suoni e Racconti e Artifizio ospiti a San Vito per una giornata dedicata a Emilio Lussu. Domani, giovedì 17 ottobre 2019, negli spazi dell’EXFE, doppio appuntamento: la mostra collettiva di fotografia Caccia e Magia e lo spettacolo Il Cinghiale del Diavolo

Il racconto Il Cinghiale del Diavolo di Emilio Lussu si presenta come performance di narrazione con musiche di scena. Lo spettacolo, produzione artistica della compagnia teatrale Artifizio in collaborazione con la Casa di Suoni e Racconti, sarà proposto Giovedì 17 ottobre 2019, alle ore 19.00 presso l’EXFE – EXPERIMENTAL FACTORY of EXPERIENCES di San Vito (Vicolo C Nazionale 1). Tra Parola e Musica, l’attore Carlo Antonio Angioni ed il chitarrista Andrea Congia, in un’atmosfera sospesa tra passato e presente, condurranno il pubblico nel racconto fatto di antiche Memorie tramandate oralmente di generazione in generazione, che hanno guidato la penna di Emilio Lussu nella sua personale raffigurazione letteraria di una Sardegna arcaica e misteriosa. La performance si svolgerà nello spazio multifunzionale dell’EXFE all’interno del quale sarà allestita, proprio per l’occasione, la mostra collettiva dal titolo Caccia e Magia che vedrà l’esposizione degli scatti fotografici dei soci dell’Associazione Amici della Fotografia, dando così possibilità al pubblico di una nuova prospettiva, questa volta visiva, del fascino quasi magico della nostra Isola.

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Il venerdì di How to Film the World – la rassegna in programma a Carbonia organizzata dalla Società Umanitaria – è nel segno del grande cinema internazionale. Per la prima volta in Sardegna arriva Soudade Kaadan, la regista siriana (attualmente rifugiata in Libano) che ha vinto tutti i premi più importanti al mondo riservati agli autori esordienti: il Leone del futuro a Venezia, il Sundance Film Festival negli Stati Uniti; le selezioni della Cinefondation all’ultimo Festival di Cannes.
Le storie raccontate nei suoi film, inoltre, sono drammaticamente tornate di attualità dopo i recenti sviluppi della crisi in Medioriente, con i primi raid turchi nel nord della Siria ai danni del popolo kurdo, e il beneplacito degli Usa con il ritiro delle truppe dal presidio del confine.
Soudade Kaadan sarà protagonista di un doppio appuntamento che ricalca la doppia anima del festival: formazione per i giovani e incontri con il grande pubblico. Si comincia, infatti, alle 19.00, quando alla Fabbrica del Cinema si terrà la masterclass per le ragazze e i ragazzi del progetto Carbonia Cinema Giovani: ovvero 18 under 30 dalla Sardegna e dal resto d’Italia coinvolti in un percorso formativo per tutta la durata della rassegna. Durante la lezione (aperta a tutti sino a esaurimento posti) sarà proiettato “Aziza”, il cortometraggio con cui Soudade Kaadan ha vinto il Sundance, il più importante festival al mondo di cinema indipendente. Aziza racconta la storia di un siriano rifugiato in Libano che insegna alla moglie come guidare la sua auto, l’unica cosa rimastagli del Paese d’origine. La lezione prende però una brutta piega all’insegna della follia e della nostalgia.
Alle 21.00, appuntamento invece nel centro di Carbonia, in piazza Roma, per la proiezione di The Day I lost My Shadow al Cine-Teatro Centrale. Il film racconta la guerra in Siria attraverso un punto di vista privato, in cui emerge come il conflitto armato porti le persone a perdere la propria ombra. Si tratta del primo lungometraggio di Kaadan, vincitore alla Mostra del Cinema di Venezia del Leone del Futuro, il premio per la migliore opera prima. Al termine della proiezione, ad accesso libero e gratuito come tutti gli eventi del festival, la regista dialogherà con il pubblico in sala.
Ma la seconda giornata di How to Film the World si apre al mattino, a partire dalle 10.00, nei locali della Fabbrica del Cinema, con una proiezione dedicata agli studenti e alle studentesse dell’indirizzo Scienze Umane del Liceo Scientifico Statale Emilio Lussu di Sant’Antioco. Sullo schermo Non può essere sempre estate, ovvero la storia di un gruppo di quindicenni alla prese con l’esperienza del teatro. In sala saranno presenti Margherita Panizon e Sabrina Iannucci, le due giovani registe cresciute professionalmente a Napoli all’interno del progetto FILMaP, un percorso di formazione e produzione cinematografica orientato al cinema documentario.
Si prosegue poi nel pomeriggio, al Circolo Soci Euralcoop di piazza Marmilla, con la masterclass di Giuseppe Casu, in programma a partire dalle 16.00.
Alle 19.00, invece, appuntamento con musica e convivialità al Jo Lounge Bar per il primo degli Aperitivi Sonori del festival: un momento informale in cui ospiti e pubblico possono condividere dialoghi e impressioni ascoltando buona musica. In consolle le selezioni di Rich Tarantino, artista poliedrico nato a Carbonia ma che vive di arte e musica in Asia dal 2013. Il suo elettro/pop trasforma ogni performance in uno show moderno.

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La Biblioteca Metropolitana Emilio Lussu, in collaborazione con la Cooperativa Socioculturale di Mestre, organizza la manifestazione «Biblioteca dell’identità» dedicata al pastoralismo e al canto a tenore, riconosciuto dall’Unesco, già dal 2005, come patrimonio culturale intangibile dell’Umanità.
L’evento prevede:
– una Mostra fotografica sul pastoralismo «Nel nome del latte – I pastori sardi tra protesta e lavoro quotidiano», a cura di Francesco Pintore, giornalista dell’Unione Sarda, e già esposta a Strasburgo presso la sede del Parlamento Europeo (15–18 aprile 2019). Si tratta di un percorso fotografico che alterna immagini della recente lotta dei pastori per il prezzo del latte ovino a istantanee del lavoro quotidiano nel mondo delle campagne sarde.
– un Concerto del Tenore Murales di Orgosolo, con una presentazione didattica storico-tecnica e con testi poetici di secolare bellezza, espressione di una civiltà imperniata sulle campagne e sull’allevamento. Il Tenore Murales, vincitore del premio discografico Mario Cervo 2019 per il CD «No sias isciau» («Non essere schiavo»), eseguirà tutte e dieci le modalità del canto di Orgosolo, affrontando diversi temi: identità, autodeterminazione, anticolonialismo, antimilitarismo, emigrazione, religione, amore, educazione e tradizioni popolari.
– una Mostra bibliografica sul pastoralismo, a cura del personale bibliotecario della Cooperativa Socioculturale.
Obiettivi: Promuovere il Sistema Bibliotecario di Monte Claro oltre l’area metropolitana di Cagliari, i suoi servizi e il suo patrimonio librario e multimediale. Valorizzare la storia e l’identità della nostra terra, attraverso l’arte fotografica ed il canto a tenore. Stimolare la lettura e la conoscenza del mondo pastorale, come carattere fondamentale della Sardegna, economico, umano, ambientale e culturale.
Le mostre e il concerto sono aperti a tutti e l’ingresso è gratuito.
L’evento si svolgerà venerdì 4 ottobre 2019, alle ore 18.00.
L’esposizione della mostra fotografica sarà aperta al pubblico da venerdì 4 a domenica 13 ottobre, presso la Biblioteca Metropolitana Emilio Lussu, al Parco di Monte Claro. Ingresso in auto e a piedi da via Romagna (Cittadella della Salute), a piedi da Via Mattei e da Via Cadello 9/b.

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Dal 2 al 13 ottobre ritorna il Festival Premio Emilio Lussu con una V edizione che da Cagliari farà tappa ad Armungia, paese natale del grande intellettuale e scrittore sardo. Il ricco calendario di appuntamenti sarà orientato al dialogo tra i più diversi linguaggi artistici, nell’ottica di valorizzare la figura di questo straordinario uomo d’azione e di cultura, politico e punto di riferimento nel suo ruolo attivo di antifascista.

L’iniziativa, organizzata dall’Associazione culturale L’Alambicco con il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, il contributo dei Comuni di Cagliari e Armungia e una quarantina di partner, accoglierà ospiti prestigiosi a partire dai Tenores di Neoneli con il concerto tributo d’apertura (2 ottobre), per proseguire con il critico Piero Dorfles, lo storico Giordano Bruno Guerri, la giornalista Gabriella Gallozzi, il poeta Nanni Cagnone e tanti altri. Il Premio alla Carriera 2019 sarà assegnato alla senatrice a vita Liliana Segre, tra le poche testimoni della shoah italiana sopravvissute all’Olocausto nazista.

Palcoscenico della manifestazione saranno il Teatro Intrepidi Monelli, l’Hostel Marina, l’Istituto di Istruzione Superiore De Sanctis-Deledda di Cagliari e lo Spazio Polifunzionale di Armungia.

La kermesse metterà in relazione aspetti inerenti alla musica, il cinema, il teatro, la letteratura, le arti figurative e i laboratori. La principale sezione del premio è dedicata alla “Poesia e Narrativa”, edita e inedita, i cui riconoscimenti saranno conferiti dalla giuria internazionale formata da Margherita Rimi, Miruna Bulumete e Raniero Speelman. Per la sezione “Fumetti, illustrazioni e bozzetti”, introdotta con successo lo scorso anno, la giuria internazionale è invece composta da Sandro Dessì, Angel De La Calle, Mario Greco e Massimo Spiga.

Il programma è stato illustrato oggi nel corso di una conferenza stampa al Teatro Intrepidi Monelli da uno dei due direttori artistici, Alessandro Macis, che ha portato i saluti del collega Gianni Mascia, con l’intervento di Patrizia Masala per la direzione organizzativa e la moderazione del giornalista Salvatore Taras.

«La modalità interculturale del format ha creato curiosità permettendo di ampliare di volta in volta il numero degli spettatori – hanno spiegato gli organizzatori – e questo ha rappresentato un forte input alla promozione della lettura verso le opere degli autori incontrati al festival. Tra il pubblico si è registrata un’incoraggiante presenza di giovani, in particolare nella fascia di età compresa tra i 14 e i 24 anni.»

Tra le finalità del progetto vi è anche il fine di prevenire e recuperare situazioni di disagio ed emarginazione, e di porre un argine alla dispersione scolastica dilagante in Sardegna, promuovendo eventi tutto l’anno. E proprio alla scuola è stata dedicata l’apertura di questa quinta edizione.

L’inaugurazione è prevista mercoledì 2 ottobre, alle 10.00, negli spazi dell’Istituto di Istruzione Superiore De Sanctis-Deledda di Cagliari (iniziativa realizzata con il patrocinio della Camera dei Deputati), dove gli studenti delle scuole e i responsabili delle biblioteche scolastiche dell’Area Metropolitana incontreranno il critico e giornalista Piero Dorfles, che dialogherà con Aldo Cannas sulla Funzione delle biblioteche nelle scuole per la promozione alla lettura.

La giornata d’apertura entra nel vivo alle 17.00, al Teatro Intrepidi Monelli con “ContaminAzioni. Festa della Poesia Popolare per la Pace”. La serata coordinata dal poeta Gianni Mascia prenderà il via con la canzone d’autore di Andrea Andrillo per proseguire con la presentazione di Litanie eretiche (edizioni Tracce, 2019) dello stesso Mascia, che dialogherà con la giornalista Maria Paola Masala. La serata sarà impreziosita dal reading di Anna Cristina Serra e le improvvisazioni musicali di Davide Casu, per proseguire con le voci della Scuola Popolare di poesia per la Pace. Tra le altre attrattive della serata il rap di Mark Tembo e Mandrone e il Live painting di Cristina Papanikas.

Alle 21 l’evento speciale. Il concerto “Omines Ammentos – Tributo a Emilio Lussu” dei Tenores di Neoneli, frutto di un intenso progetto dedicato alla vita e all’opera di Emilio Lussu, con la partecipazione di Orlando ed Eliseo Mascia. Lo spettacolo canta di Lussu, del suo trascorso sardo, del suo essere politico di carattere e fortemente autonomista e antifascista.

Giovedì 3 ottobre alle Scalette San Sepolcro – Sala convegni Hostel Marina, si parlerà della Grande guerra nei libri e nel cinema, a iniziare dalle 10.00 alle 12.30 con la proiezione e discussione di alcuni frammenti di film sul primo conflitto mondiale. Le letture saranno a cura di Laura Zedda ed Antonio Luciano, allievi della Scuola di teatro “Il Crogiuolo” di Cagliari, con l’introduzione e il coordinamento del direttore artistico Alessandro Macis e del presidente ANPI provinciale Cagliari Antonello Murgia.

In serata Elisabetta Randaccio presenta numerosi eventi di forte interesse culturale, a partire dalle 17.00, con l’atteso arrivo di Giordano Bruno Guerri, che assieme a Pierpaolo Argiolas presenta il suo libro “Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzione. Fiume 1919-1920” edito da Mondadori.

Alle 18.15, il poeta Nanni Cagnone presenta la raccolta poetica Le cose innegabili (ed. Avagliano, 2018), in compagnia di Daniela Marcheschi, presidente del Comitato scientifico internazionale FPEL.

Alle 19.00 saranno proiettati i cortometraggi vincitori del “Premio Bookciak Azione! 2019”: “Memorie” di Elisa e Serena Lombardo; “Eroico” di Aurora Alma Bartiromo; “La memoria nel corpo” per la regia collettiva degli allievi del 2° anno CSC Animazione; “Napoli Reload” di Elettra White; “Volti” per la regia collettiva allieve-detenute nel carcere di Rebibbia. La direttrice del Premio, Gabriella Gallozzi, dialoga con la critica cinematografica Elisabetta Randaccio.

Venerdì 4 ottobre nella Sala convegni Hostel Marina la serata prende il via alle 17.00, con una tavola rotonda su “Lavoro, impegno, società. Riflessioni a confronto sul pensiero di Sirio Giannini, Giorgio La Pira, Piero Gobetti, Emilio Lussu, Antonio Gramsci”. Sotto il coordinamento di Walter Falgio, presidente dell’ISSASCO – Istituto Sardo per la storia dell’Antifascismo e della Società contemporanea, interverranno i responsabili delle istituzioni gemellate con il Festival, Chiara Tommasi, presidente CISESG (Seravezza), Tiziana Spadaro, presidente Festival Versi di Luce (Modica), Caterina Arcangelo, presidente CISLE (Torino), Laura Stochino, Associazione Antonio Gramsci (Cagliari).

Alle 19,15 seguirà la presentazione a cura di Daniela Marcheschi, del libro “Un mondo migliore. Ritratti” di Silvia Sereni (Bompiani), giornalista e scrittrice recentemente scomparsa, alla cui memoria è dedicata questa V edizione del festival.

Sabato 5 ottobre sarà uno dei giorni più attesi all’Hostel Marina, con l’assegnazione dei premi per i vincitori della V edizione. Alle 17.00, si parte con il conferimento del Premio Lussu alla carriera a Liliana Segre. Sarà presente anche Mariapaola Gargiulo, portavoce della Segre per il Senato della Repubblica. L’incontro con il pubblico sarà coordinato da Daniela Marcheschi.

Alle 18.30 la giuria internazionale consegnerà i riconoscimenti ai vincitori della sezione Narrativa e Poesia, mentre Laura Zedda ed Antonio Luciano proporranno le letture di brani e versi tratti dalle opere vincitrici. Saranno inoltre premiati i vincitori del concorso per Fumetti, Illustrazioni e Bozzetti sulla vita e le opere di Emilio Lussu.

Domenica 6 ottobre il festival si sposta ad Armungia, paese natale di Emilio Lussu. Nello Spazio polifunzionale di Viale Gramsci si terrà il secondo Seminario Internazionale di Studi «Emilio Lussu: dall’Italia all’Europa», coordinato da Gian Giacomo Ortu dell’Università di Cagliari. A partire dalle 10 interverranno Daniela Marcheschi, presidente internazionale FPEL, Fernando Molina Castillo, Università di Siviglia (Spagna), Luìsa Marinho Antunes, Università di Madeira (Portogallo), Alberto Cabboi, direttore Sistema Museale Armungia, Gian Giacomo Ortu, Università di Cagliari, Daniela Matronola, anglista e critico letterario.

Nel pomeriggio sarà possibile visitare il Sistema Museale, che comprende il Museo Etnografico “Sa Domu de is Ainas”, il Nuraghe Armungia e il Museo storico “Emilio Lussu”

Domenica 13 ottobre si ritorna all’Hostel Marina con un evento collaterale. Dalle 9.00 alle 12.30 si svolgerà il “Laboratorio di fumetti” condotto e curato da Sandro Dessì, rivolto a giovani tra gli 8 e i 16 anni, interamente gratuito. Per info contattare info@festivalpremioemiliolussu.org o il 328 0951378. Le iscrizioni scadono il 30 settembre.

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Joyce Lussu – La Rivoluzione possibile. E’ il titolo di quattro appuntamenti di studio fra cinema, teatro e musica sulla vita e l’opera di una ribelle, organizzati dal Crogiuolo, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri. Joyce Salvadori Lussu: nata a Firenze nel 1912, antifascista, anche per tradizione familiare (i genitori erano intellettuali antifascisti, figli di famiglie marchigiane con origini inglesi), partigiana, capitano nelle brigate Giustizia e Libertà, medaglia d’argento al valor militare, moglie del cavaliere dei Rossomori (così lo definì Giuseppe Fiori nel suo mirabile libro a lui dedicato), del capotribù nuragico (così Francesco Masala nel titolo di un suo famoso radiodramma) Emilio Lussu, mitico capitano della Brigata Sassari nella Grande Guerra, fondatore del Partito Sardo d’Azione e del movimento Giustizia e Libertà. Joyce Lussu: scrittrice, traduttrice (a lei molto devono i versi in italiano del poeta turco Nazim Hikmet) e poetessa. Per ricordarla, approfondire e riflettere, quattro appuntamenti dislocati fra Cagliari, Armungia e Portoscuso, a partire dal 23 giugno fino al 18 luglio.

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La seduta solenne del Consiglio in occasione della ricorrenza de Sa Die de sa Sardigna è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente Michele Pais ha pronunciato un breve discorso di commemorazione dell’ex presidente del Consiglio Salvatorangelo Mereu, recentemente scomparso. Il Consiglio ha osservato un minuto di raccoglimento.

Subito dopo ha preso la parola per l’intervento di apertura della giornata.

Il presidente, interpretando i sentimenti dell’intero Consiglio regionale, ha rivolto un saluto e un augurio a tutti i sardi, «idealmente con noi a formare una grande comunità di uomini e donne che, pur dovendo affrontare le difficoltà del presente, è pronta ad assumersi le proprie responsabilità e a lottare unita per assicurare un futuro migliore ai propri figli».

A 27 anni dal varo della legge che istituì Sa Die per ricordare l’insurrezione popolare che portò alla cacciata dei piemontesi dalla Sardegna e «segnò l’avvio di una stagione politica più attenta al temi dell’identità e delle piccole patrie» restituire alla giornata il suo significato originario significa, secondo Michele Pais, «riflettere sul momento storico che attraversiamo, sulle nostre istituzioni autonomistiche e sul nostro essere sardi oggi». Temi alti, al pari di quelli al centro di festività come quella della Repubblica, dell’indipendenza degli Stati Uniti e dei grandi eventi che scandiscono la storia della Sardegna: Sant’Efisio di Cagliari, l’Ardia di Sedilo, i Candelieri di Sassari, il Carnevale barbaricino.

«Temi di una tale portata – ha aggiunto il presidente – da non poter essere confinati in un freddo calcolo ragionieristico sui costi per l’apertura del Palazzo, perché oggi la cosa più importante è essere qui».

Citando il memoriale di Giovanni Maria Angioy, Michele Pais ha ripreso un passaggio nel quale il grande intellettuale sardo parlava dell’Isola come di una terra che ha tutto il necessario per il benessere dei suoi abitanti e quindi, se ben amministrata, «sarebbe uno degli Stati più ricchi d’Europa». Una «nazione protagonista», secondo la definizione di Giovanni Lilliu, che a giudizio del presidente del Consiglio deve riprendere, partendo dai moti del 1794, a ragionare sulla necessità di una «saldatura perfetta fra città e campagna, del rilancio dei piccoli paesi, di un nuovo rapporto fra Regione ed Enti locali capace di «dare gambe al decentramento amministrativo, superando il concetto di periferia anche attraverso una riforma del sistema di enti ed agenzie regionali concretizzata nel trasferimento di alcuni snodi decisionali in aree marginali».

Rispetto ai rapporti con lo Stato centrale «che hanno toccato in questi anni il punto più basso», Michele Pais ha auspicato una mobilitazione ampia della politica «senza distinzioni di schieramento per fare fronte comune in difesa dell’interesse supremo della Sardegna, cominciando con l’attuazione di tutte le prerogative dello Statuto di Autonomia».

«In questo momento – ha sostenuto Michele Pais – bisogna però andare oltre ed immaginare una radicale riforma del nostro istituto autonomistico, pensando ad un intervento innovativo sullo stesso Statuto che abbia come riferimento il Trentino-Alto Adige che, negli anni, è riuscito a dare forma compiuta al principio di autodeterminazione.»

Senza dimenticare, ha continuato il presidente, uno sguardo attento all’Europa, «ai mutamenti del quadro politico e sociale dove le spinte autonomiste e indipendentiste della Nazioni senza Stato come Catalogna, Scozia, Corsica e Bretagna si fanno sempre più pressanti».

Avviandosi alla conclusione, il presidente del Consiglio si è rivolto ai giovani sardi esprimendo l’auspicio che tornino ad essere protagonisti del futuro della Sardegna, conoscendo il mondo e facendo esperienza «ma rivendicando con orgoglio e fierezza il loro senso di appartenenza». Riprendendo un passo dello scrittore Francesco Masala riferito alla lingua come elemento costitutivo della libertà di un popolo, Pais ha riconosciuto i passi avanti del Consiglio nella difesa del sardo, del catalano e delle altre parlate alloglotte delle Sardegna, specificando però che manca ancora il passaggio fondamentale relativo alla «libertà di insegnare la lingua ai nostri figli nella scuole sarde di ogni ordine e grado».

Arrivato alle battute finali, Pais ha fatto appello ai sardi alla presa di coscienza del proprio passato che, come insegna l’antropologo Bachisio Bandinu, «è la base sulla quale costruire una nuova scena politica ed economica, sociale e culturale per procedere dalla sfiducia alla stima di sé, dal risentimento ossessivo alla proposta costruttiva, dal fatalismo alla progettualità».

Pais ha terminato il suo discorso con gli auguri per la festa di Sa die in sardo e catalano: «Bona Die de sa Sardigna» e «Bona jornada de Sardenya».

La seduta è proseguita con gli interventi dei presidenti dei gruppi.

Il primo a prendere la parola è stato Daniele Cocco di Leu: «Oggi è la festa della Sardegna ma sarà vera festa quando il presidente della Regione  otterrà risposte sui diritti  acquisiti come il tema degli accantonamenti: i 700 milioni che ci sono stati ingiustamente sottratti ci devono essere restituiti. La Sardegna è indietro anche per le responsabilità di tutta la classe politica: molto di quel che si poteva fare non è stato fatto e, a prescindere dalle posizioni politiche, tutti dovremmo collaborare per risolvere la vertenza con lo Stato e praticare sino in fondo lo Statuto speciale. Oggi non è il tempo della polemica ma degli impegni comuni, però tengo a dire che chi ha chiesto di non convocare oggi il Consiglio regionale non l’ha fatto per sminuire l’importanza di Sa die».

Francesco Mura (Fdi): «Chi sposa e definisce il nostro pensiero sa bene che la nostra patria è l’Italia, grande una e indivisibile. Ma questo non ci impedisce di sapere e riconoscere che l’Italia è il frutto dell’unione di tanti popoli. Chi, da sardo, nega che la Sardegna abbia una cultura e una condizione unica fa male alla Sardegna e all’Italia intera.  Cosa resta oggi dell’esperienza di questa cacciata? La considerazione che quando il governo, qualunque governo, si dimentica dei diritti dei cittadini c’è sempre qualcuno che si incarica, nel popolo, di rimettere le cose al loro posto. Dobbiamo avere la forza di smettere di cercare aiuto altrove e pensare a badare a noi stessi. Meritiamo di essere una delle regioni più ricche d’Europa e non abbiamo nemici che ci tengono in questa condizione: il problema è qui, in Sardegna. Dobbiamo liberarci della politica statalista e assistenzialista e occuparci di connettere le città con i paesi. Chi da ultimo ha pensato a una sola città metropolitana con 376 cortes apertas ha sbagliato. La Sardegna ha grandissime risorse e dobbiamo soltanto ben amministrarla, con una rivoluzione culturale che parta da noi».

Michele Cossa (Riformatori sardi): «Ogni 28 aprile la storia in Sardegna dialoga con il coraggio e ci fa sentire un popolo, consapevole e con una identità.  Nessuno può dimenticare che la nostra storia è fatta di uomini e donne che hanno lottato contro la bramosia del potere malato: è sempre tempo di libertà. Ma non saremo davvero mai liberi fino a quando la nostra capacità di autodeterminarci sarà così pesantemente limitata dalle circostanze. Essere isola è opportunità ma molto di più è ostacolo e se il progetto di autonomia differenziata andrà avanti in Parlamento non potrà che peggiorare la situazione.  La battaglia giusta è quella che tre anni fa abbiamo iniziato noi, chiedendo che sia inserito in Costituzione il principio di insularità, sia per i trasporti che per le accise che gravano sui sardi».

Valerio De Giorgi (Misto): «Nel giorno di Sa Die nessuno di noi può dimenticare le recenti rivendicazioni dei pastori sul prezzo del latte o la crisi del porto canale con 700 posti di lavoro a rischio. Siamo chiamati a risposte immediate, cari colleghi, e non possiamo dimenticare i troppi sardi rimasti indietro: non ci può essere sviluppo vero se non ci sono pari opportunità per tutti. Siamo riusciti in passato a liberare le migliori energie, possiamo farlo anche oggi con i sardi che sono nati qui e con chi ha scelto di diventare sardo, come me. Spero che questa legislatura coincida con la stagione dell’unità per il bene dei sardi: dobbiamo stare uniti per far tornare la Sardegna forte».

Desirèe Manca (Movimento cinque stelle): «Confesso di essere emozionata perché questo è il primo intervento del Movimento Cinque stelle nella storia della Sardegna e non poteva esserci migliore occasione. Ripeto le parole di Giomaria Angioy: “Malgrado tutto, la Sardegna abbonda di tutto ciò che è necessario per la sussistenza di tutti i suoi abitanti.  Ben amministrata, la Sardegna sarebbe uno degli stati più ricchi d’Europa”. Era il 1799 e dopo più di 200 anni viviamo in una situazione pressoché immutata. I primi due mesi di vuoto governativo e di intrecci sotto banco, non possono che richiamare le parole di Angioy: avete sventolato l’idea di un cambiamento ma era solo strumentale per richiamare voti. Dopo 60 giorni siete ancora prigionieri della vostra spartizione e tenete in ostaggio una terra martoriata e allo stremo. Qui le aziende chiudono per fallimento e la Sanità, un tempo eccellenza, è in ginocchio: sarebbero bastati 15 minuti e invece dopo 60 giorni tenete tutti i sardi in ostaggio. Il nostro popolo si merita un’amministrazione all’altezza. Ora che noi siamo entrati nelle istituzioni faremo tutto ciò che è possibile per ridare dignità alla politica. Non vi faremo mai nessun tipo di sconto».

Gianfranco Ganau (Pd): «In questa festa nazionale dei sardi non possiamo non notare i drammi presenti in Sardegna, come l’aumento delle povertà e l’incapacità dei governi, a tutti i livelli, di rispondere ai bisogni dei sardi. Per questo mi permetto di sollecitare il completamento della Giunta, perché si lavori a pieno regime e si aumenti l’autonomia di delle Regioni, senza intaccare la ripartizione delle risorse. Oggi dobbiamo ribadire l’unità del popolo sardo chiedendo maggiori poteri e maggiori spazi di gestione autonoma: le ragioni della nostra richiesta di autogoverno poggiano  prima di tutto sull’insularità, che ci impedisce di sfruttare le grandi reti italiane ed europee, a cominciare da quelle energetiche. Senza il riconoscimento della condizione di insularità noi non avremo mai condizioni paritarie di mobilità: questa deve diventare una battaglia di popolo, che avrà il nostro pieno e leale sostegno». 

Per il gruppo Psd’Az il consigliere Francesco Mula  ha ricordato che Sa Die ha un preciso riferimento ad un periodo storico in cui la Sardegna chiedeva autonomia e giustizia contro i soprusi fiscali e sociali del governo piemontese, una storia che purtroppo non è cambiata molto come hanno dimostrato le testimonianze fondamentali di Camillo Bellieni ed Emilio Lussu. Oggi, anche di fronte alla domande rimaste aperte del passato, ha aggiunto Mula, abbiamo il compito di riscrivere lo Statuto da riscrivere in molti punti, un passaggio che sarà tanto più se ci farà andare oltre le celebrazioni raggiungendo risultati concreti con l’impegno comune di maggioranza ed opposizione. Questo piacerebbe molto ai sardi, ha affermato il consigliere, e darebbe un valore non simbolico alla giornata che stiamo celebrando. Abbiamo grandi responsabilità nei confronti del popolo sardo, ha concluso Mula, soprattutto nei confronti di disoccupati, precari, famiglie ed imprese; sappiamo di non aver mai contato su un governo nazionale amico e di aver avuto di fronte su una Unione europea fondata sull’asse franco tedesco. All’Europa, in particolare, ha sollecitato l’esponente sardista, chiediamo una deroga per uscire dalla tagliola degli aiuti di Stato mentre, sul piano nazionale, il nostro accordo con Lega dovrà essere portato avanti su zona franca integrale e continuità territoriale, lotta allo spopolamento specie nelle zone interne, riforma della sanità, opere strategiche, istruzione, lingua, cultura: tutte battaglia sardiste sulla sovranità regionale nelle quali, fra l’altro, hanno creduto gli elettori sardi nelle recenti consultazioni.

A nome della Lega il consigliere Dario Giagoni ha riproposto le parole di Giovanni Maria Angioy sul rapporto fra cattiva amministrazione e situazione socio economica della Sardegna, per sottolineare che il pensiero di un grande uomo del passato crea in noi un forte sconcerto per la sua attualità e per la sua ansia di autonomia, a dimostrazione del fatto che la storia insegna che nessun avvenimento può essere considerato lontano ed estraneo ai fatti che l’hanno preceduto. Nei moti del 1794 c’è infatti, secondo Giagoni, un seme vivo ancora oggi, il sentimento di autogoverno e di riscatto che oggi abbiamo il dovere di raccogliere come moderna chiave di lettura con responsabilità ed unità, con rinnovata capacità di coesione e di difesa della nostra specificità. Oggi, ha concluso il consigliere,  nella giornata del popolo sardo chiediamo ai giovani (anche a quelli purtroppo lontani loro malgrado dalla Sardegna) di conservare le nostre tradizioni, di trasformare i moti di allora in un sentimento di rispetto della volontà popolare, nella volontà di lotta e riscatto, in una autonomia finalmente reale e concreta.

Il consigliere Francesco Agus, dei Progressisti, ha osservato che i ritardi nella formazione della di Giunta, per una sorta di scherzo del destino, hanno fatto coincidere primi interventi dei consiglieri regionali con la ricorrenza de Sa Die, una occasione che di consente di riflettere sulla Sardegna del passato in attesa di conoscere la Sardegna del futuro quando conosceremo governo regionale e programma. Il nostro passato secolare, ha detto ancora Agus, ci riporta ad una riflessione su nostri problemi di sempre, attraversati da di soprusi, dominazioni, governi per interposta persone e ministri di Roma che hanno creduto, sbagliando, di avere la ricetta giusta per Sardegna. Angioy, ha continuato Agus, è molto più di wikipedia, è il sogno vivo (allora come oggi) di una Sardegna libera capace di dialogare con tutti, in Italia ed Europa, con rapporti non subalterni; forse oggi abbiamo smesso di sognare e non possiamo permettercelo, perché ancora oggi il dibattito politico parla di noi come di una pedina nello scacchiere.  Il riferimento all’esperienza del Trentino, ha concluso Agus, ha un valore perché quella Regione ha saputo scrivere una storia di grande unità con il lavoro legislativo e la produzione significativa di importanti norme di attuazione, però va ricordato che tutto questo si costruisce soprattutto con le azioni concrete, con il rispetto delle garanzie dell’opposizioni e delle prassi consiliari consolidate: questo è fare l’unità dei sardi.

Al termine degli interventi dei gruppi ha preso la parola il presidente della Regione Christian Solinas che ha pronunciato il suo intervento in lingua sarda.

Dopo aver affermato che senza lingua non ci può essere vera identità, il presidente ha fatto un riferimento all’ingresso del sardo nella liturgia: «Est de importu mannu sa riforma liturgica a profetu de sa limba sarda, ca gai sos sardos poten faeddare con Deus in sa propria limba ma prus e prus Deus matessi in sa Missa nons faeddati in limba. Chustu cheret narrer chi su populu sardu vivet una esperientzia nova chi aperit unu camminu de fide. Su 28 aprile, sa Die de sa Sardigna, sa festa nazionale de sos Sardos, cuffirmat s’identitade de su populu sardu, ma diventat puru die nodida ca sa limba intrat in Creja e duncas a profettu de su populu de Deus. Su fattu est de ammonimentu a nois puliticos pro chi si faca intrare sa limba sarda in s’iscola. Oe, amus a comprendere totu chi sa consacrazione de sa limba in sa creja matzore de Casteddu e, unu cras, in totu sas crejas de Sardegna, petit, chene duda peruna, una cunsacratzione laica de sa limba in iscola e in totu sas istitutziones de s’Isula».

Soffermandosi poi sulla “lezione” dei moti del 1794, Solinas ha invitato i Sardi a riflettere su quale identità sia necessario costruire per il popolo sardo nel tempo che stiamo vivendo: “Bisonzat de affortire s’identidade territoriale, imbentare un’identidade turistica, economica, ambientale, una forma nova de pastoriu e da massaria. Sos prodotos pretziados in su mercadu mondiale sun sos prodottos identitarios, ca sun nostros e non de atteros. Sa calitade de s’abba, de s’aera, de su terrinu su sos fundamentos de s’isviluppu economico de sa Sardigna, mascamente pro s’identidade singulare chi l’at dadu sa natura. Ma pro li dare valore e profettu bisonzat da dare fortza a una cultura de rispettu e de investimentu”.

In conclusione, un messaggio positivo per il futuro: «Pro nois, supra sa Sardigna non pesat un’umbra de mancamentu e de fallimentu. Nois credimus in dunu tempus nou de fide e de ispera. Approntamus profeto e programmas pro leare unu caminu de creschida e de isviluppu pro su populu sardu. Amus cosas de contare e de produire: b’at meda da narrere e meda prus de faghere».

Augurios sincheros de bona Die de sa Sardigna, Augurios mannos pro sa festa de su Populu Sardu.

Al termine di quest’ultimo intervento, il presidente ha tolto la seduta, riconvocando il Consiglio a domicilio. I lavori dell’Aula sono proseguiti in seduta informale.

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Il presidente della Regione, Christian Solinas ha riunito oggi, nella sala Emilio Lussu, a Villa Devoto, la Giunta regionale.

Fra le altre delibere approvate, l’esecutivo, su proposta del Governatore, ha dato il via libera al programma per le celebrazioni de Sa Die de sa Sardigna, previste per domenica 28 aprile.

Questa la sintesi degli appuntamenti della giornata:

Ore 9-00-10.00 Cattedrale – Santa Messa celebrata da S.E. mons. Arrigo Miglio (le parti significative del rito si terranno in lingua sarda);

Ore 10,15 Palazzo Viceregio – Apertura dei lavori da parte della prof.ssa Carmen Campus, rappresentante del Comitato “Sa Die de sa Sardigna”;

-Saluti del Presidente della Città Metropolitana e del commissario del comune di Cagliari. 

Rappresentazione di una pièce teatrale di Riccardo Laria

– Ore 10,45 Partenza del corteo, dal Palazzo Viceregio al palazzo del Consiglio regionale, accompagnato dal suono delle launeddas del gruppo “Cuncordia a Launeddas”

– Ore 11.00 Consiglio regionale – Seduta solenne con apertura dei lavori da parte del presidente del Consiglio, Michele Pais

– Annuncio del presidente della Regione Christian Solinas della firma del decreto di attuazione della Legge istitutiva dell’Inno ufficiale della Regione Sardegna

– Esecuzione dell’inno “Procurade ‘e moderare”

– Intervento del prof. Luciano Carta, rappresentante del Comitato “Sa Die de sa Sardigna”, che illustra il significato dell’inno “Procurade ‘e moderare”

Sono previsti i seguenti interventi:

Nicola Gabriele, storico: Dall’invasione francese alla congiura di Palabanda: storia, valori, aspirazioni;

Gianni Loy, giurista: 28 aprile, festa del Popolo sardo. Attualità e prospettive;

Capigruppo del Consiglio regionale

Concluderà i lavori il presidente della Regione, Christian Solinas

 

A margine della riunione della Giunta regionale, il presidente Christian Solinas, preso atto della proposta in tal senso formulata dal Comitato per “Sa Die de Sa Sardigna”, ha firmato il decreto che stabilisce le corrette modalità di esecuzione e l’indicazione dello spartito musicale dell’inno ufficiale della Regione, “su patriota sardu a sos feudatarios”, meglio conosciuta come “procurade ‘e moderare”. In particolare, il decreto stabilisce che nelle cerimonie ufficiali o nelle ricorrenze solenni, la modalità di esecuzione delle strofe prescelte è stabilita nella melodia del canto dei “gosos”, in quanto – spiega il decreto – esso accomuna, secondo una tradizione secolare profondamente radicata, tutte le popolazioni delle regioni storico-geografiche della Sardegna. In circostanze particolari più improntate ad una atmosfera festosa, è consentito – specifica il decreto – che l’inno possa essere eseguito “cun boghe ‘e ballu”, ossia con il ritmo del “ballu tundhu” o “ballo sardo cantato”, anch’esso molto vivo nella tradizione sarda.