28 March, 2024
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Paolo Angeli è il protagonista della giornata di domani (venerdì 24) a Nuoro Jazz. Il chitarrista sardo, infatti, tiene in mattinata, alle 11.00, all’Auditorium del Museo del Costume, la sua masterclass sulla musica tradizionale. Poi, in serata, sarà in concerto con la sua chitarra sarda preparata nei ranghi della Piccola Orchestra Gagarin insieme al violoncellista di origini russo-israeliane Sasha Agranov (Selva de Mar, collaborazioni con Patti Smith) e al batterista catalano Oriol Roca (punta di diamante dell’avanguardia spagnola, Vrack’ trio, con derive nel pop di Refree, Kiko Veneno, La Mala Rodriguez): alle 21.00, sempre all’Auditorium del Museo del Costume (anziché nei cortili esterni, come inizialmente programmato, date le previsioni di avverse condizioni meteo). Tre musicisti onnivori, che – come suggerisce il nome del loro sodalizio, intitolato al cosmonauta russo Jurij Gagarin – scelgono la metafora del viaggio nello spazio, dell’esplorazione del non conosciuto, con accostamenti all’arte culinaria, per fondere sapori differenti: episodi indie rock, pop d’avanguardia, free jazz e musica tradizionale della Sardegna.

La chitarra caratterizza anche altri due appuntamenti in agenda domani (venerdì 24): alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi”, prosegue infatti la masterclass di Peter Bernstein nell’ambito dei Seminari jazz, che vedranno il chitarrista americano ancora in cattedra sabato (e poi esibirsi sul palco del Museo del Costume lunedì sera). Lo strumento a sei corde di Bebo Ferra insieme alla voce di Francesca Corrias, entrambi docenti dei Seminari, sono invece i protagonisti del concerto in programma al Museo MAN alle 19.00, con ingresso gratuito. Altro appuntamento in programma nel pomeriggio al Caffè Tettamanzi, in corso Garibaldi: alle 16.45 il musicista e musicologo Enrico Merlin tiene il suo secondo incontro sul jazz come musica senza confini.

Classe 1970, Paolo Angeli si è formato a Bologna, dove ha iniziato un percorso verso la musica innovativa e sperimentale con l’ensemble Musica & Immagine nel 1990. Importanti nel suo cammino artistico gli incontri con Giovanni Scanu, anziano custode delle forme musicali galluresi e logudoresi, e con un maestro dell’avanguardia come Fred Frith. Al suo attivo otto album da solista e collaborazioni con Antonello Salis, Fred Frith, Hamid Drake, Evan Parker, Pat Metheny e Jon Rose, tra quelle più rilevanti. Musicista curioso, dotato di grande tecnica e inventiva, alla costante ricerca di nuove ispirazioni, Paolo Angeli vive la musica da artigiano e la plasma come una materia viva. Dall’incontro-scontro fra tradizione popolare e avanguardia nasce la sua chitarra sarda preparata, un ibrido a diciotto corde tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile, con cui il musicista di Palau rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise e pop minimale, senza perdere il legame con le tradizioni popolari della sua Sardegna. Uno strumento dal suono così unico che Pat Metheny se n’è fatto costruire uno uguale dal suo stesso inventore, dopo aver assistito ad una sua performance.

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Secondo appuntamento in calendario, questa sera ad Alghero, con la rassegna JazzAlguer: al centro dei riflettori del Teatro Civico, con inizio alle 21.00, Filomena Campus, la cantante sarda di casa a Londra, alla testa del suo quartetto composto dal pianista Steve Lodder, il contrabbassista Dudley Phillips, e il batterista Rod Youngs.  

Come già annunciato, il concerto, che è ad ingresso libero, registra il tutto esaurito: i biglietti gratuiti messi a disposizione del pubblico sono infatti terminati in brevissimo tempo. Si potrà comunque seguire la serata a distanza attraverso una diretta video sulla pagina facebook di JazzAlguer.

Cantante, compositrice e regista teatrale, Filomena Campus vive nella capitale del Regno Unito dal 2001. Conosciuta e apprezzata nella sfera del jazz sperimentale e dell’improvvisazione free, ha collaborato con musicisti di fama internazionale come Evan Parker, Kenny Wheeler, Cleveland Watkiss, Huw Warren, Martin France, la London Improvisers Orchestra, Paolo Fresu, Antonello Salis, Antonio Forcione. Ad Alghero, insieme al quartetto che ha fondato nel 2010, proporrà brani tratti dal progetto Jester of Jazz (consegnato anche alle tracce dell’omonimo album del 2011), un raffinato mix di puro jazz contaminato da surreali invasioni felliniane attraverso brevi testi di Stefano Benni, Franca Rame, Maria Carta e altri autori, oltre ad alcune anticipazioni del suo ultimo lavoro, Queen Mab, dove l’artista mette a confronto il personaggio shakespeariano (la fata Mab del “Romeo e Giulietta”) con il mito della Dea Madre e delle Janas, collegando le sue radici mediterranee alla musica jazz.

 

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Secondo appuntamento in calendario, sabato sera (27 gennaio) ad Alghero, con la rassegna JazzAlguer: al centro dei riflettori del Teatro Civico, con inizio alle 21.00 (apertura porte ore 20.15, chiusura alle 20.45), Filomena Campus, la cantante sarda di casa a Londra, in arrivo dall’Inghilterra alla testa del suo quartetto composto dal pianista Steve Lodder, il contrabbassista Dudley Phillips, suoi partner musicali di lunga data ed il batterista Rod Youngs.

La serata si presenta all’insegna di un nuovo pienone, dopo il tutto esaurito registrato per l’evento inaugurale della rassegna, lo scorso 23 dicembre nella cattedrale Santa Maria, cornice ideale del progetto “Altissima Luce” di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura (con Marco Bardoscia al contrabbasso, Michele Rabbia alla batteria, l’Orchestra da Camera di Perugia e il gruppo vocale Armonioso incanto): i biglietti gratuiti per il concerto, che è ad ingresso libero, messi a disposizione del pubblico mercoledì 17, sono infatti terminati in brevissimo tempo. 

Cantante, compositrice e regista teatrale, Filomena Campus vive nella capitale del Regno Unito dal 2001. Conosciuta e apprezzata nella sfera del jazz sperimentale e dell’improvvisazione free, ha collaborato con musicisti di fama internazionale come Evan Parker, Kenny Wheeler, Cleveland Watkiss, Huw Warren, Martin France, la London Improvisers Orchestra, Paolo Fresu, Antonello Salis, Antonio Forcione. Sabato ad Alghero, insieme al quartetto che ha fondato nel 2010, proporrà brani tratti dal progetto Jester of Jazz (consegnato anche alle tracce dell’omonimo album del 2011), un raffinato mix di puro jazz contaminato da surreali invasioni felliniane attraverso brevi testi di Stefano Benni, Franca Rame, Maria Carta e altri autori, oltre ad alcune anticipazioni del suo ultimo lavoro, Queen Mab, dove l’artista mette a confronto il personaggio shakespeariano (la fata Mab del “Romeo e Giulietta”) con il mito della Dea Madre e delle Janas, collegando le sue radici mediterranee alla musica jazz.

“Scaramouche” è invece il titolo dell’album del 2014 scritto e registrato con il chitarrista e compositore Giorgio Serci, altro sardo trapiantato in Inghilterra, che vede la partecipazione, tra gli altri ospiti, di Kenny Wheeler, il grande trombettista canadese scomparso nel settembre di quello stesso anno.

Insieme alla musica, Filomena Campus è impegnata nel campo del teatro come direttrice artistica di Theatralia, un collettivo internazionale di artisti che combinano letteratura, teatro fisico, performance, arte digitale, musica dal vivo e partecipazione del pubblico. Tra le sue produzioni, l’acclamato “Misterioso”, lo spettacolo di Stefano Benni su Thelonious Monk, che ha tradotto e adattato con la sua compagnia e alcuni dei nomi più importanti del jazz britannico; l’omaggio a Franca Rame “Remembering Franca”; “Italy VS England”, una produzione originale con testi di Stefano Benni e musica del Filomena Campus Quartet. Ha inoltre curato a Londra la regia di “U238” di Marco Paolini e messo in scena nel 2005, per tre settimane di repliche al Camden People’s Theatre, “Not in My Name”, un adattamento del testo del Living Theatre. Nel 2013 ha ideato e creato il Theatralia Jazz Festival (ex festival My Jazz Islands), il primo anno in collaborazione con Forma e Poesia nel Jazz a Cagliari e con il Pizza Express Jazz Club Soho e l’Istituto Italiano di Cultura a Londra, con ospiti come Stefano Benni, Antonello Salis, Orphy Robinson, Cleveland Watkiss, Paolo Fresu, tra gli altri.

Oltre al concerto, sabato ad Alghero, Filomena Campus è attesa da un incontro con il pubblico in compagnia del giornalista Tonino Oppes: alle 18.00 a Lo Quarter.

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Inaugurata con successo il 23 dicembre con il progetto “Altissima Luce” di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura con Marco Bardoscia al contrabbasso, Michele Rabbia alla batteria, l’Orchestra da Camera di Perugia e il gruppo vocale Armonioso incanto, la rassegna JazzAlguer si prepara per il suo secondo appuntamento: in arrivo ad Alghero, sabato 27 gennaio, Filomena Campus, la cantante sarda di casa a Londra, di scena al Teatro Civico con il suo quartetto inglese (Steve Lodder al piano, Dudley Phillips al contrabbasso e Rod Youngs alla batteria). 

L’ingresso al concerto, con inizio alle 21.00 (apertura porte ore 20.15, chiusura ore 20.45), è libero, ma vista la limitata capienza del teatro (270 posti), gli spettatori sono invitati a munirsi degli appositi biglietti gratuiti (tre al massimo per persona) che si potranno ritirare mercoledì 17 gennaio presso Lo Quarter, in Largo San Francesco, dalle ore 18.00 alle 19,30. Trenta tagliandi sono riservati ai non residenti in provincia di Sassari: si possono prenotare – sempre mercoledì 17 e negli stessi orari – inviando una mail (ed allegando copia di un documento di identità) all’indirizzo jazzalguer@gmail.com, per essere poi ritirati la sera del concerto, sabato 27, dalle 18.00 alle 19.00, presso Lo Quarter.

Cantante, compositrice e regista teatrale, Filomena Campuss vive a Londra dal 2001. Conosciuta nella sfera del jazz sperimentale e dell’improvvisazione free, ha collaborato con musicisti di fama internazionale come Paolo Fresu, Evan Parker, Kenny Wheeler, Antonello Salis, Cleveland Watkiss, Huw Warren, Martin France, Antonio Forcione. Ad Alghero proporrà brani tratti dal progetto Jester of Jazz, un raffinato mix di puro jazz contaminato da surreali invasioni felliniane attraverso brevi testi di Stefano Benni, Franca Rame, Maria Carta e altri autori, e alcune anticipazioni da Queen Mab (un personaggio del Romeo e Giulietta di Shakespeare), dove l’artista mette a confronto Mab con il mito della Dea Madre e delle Janas, collegando le sue radici mediterranee alla musica jazz.

Poco prima del concerto, Filomena Campus avrà anche modo di incontrare il pubblico e raccontarsi a colloquio con il giornalista Tonino Oppes: appuntamento alle 18.00 a Lo Quarter.

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Definito il programma completo dei concerti della XXXII edizione di “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, a Sant’Anna Arresi fervono i preparativi per l’attesissima nuova edizione del festival che sarà interamente dedicata a Max Roach e all’evoluzione della musica contemporanea e nel particolare al variopinto panorama degli strumenti a percussione. 

Lo straordinario scenario di Piazza del Nuraghe ha ipnotizzato da sempre non solo artisti e pubblico ma anche tantissimi operatori della comunicazione che per quasi sette lustri di questa rassegna e sin dai suoi primordi, con il loro lavoro hanno compreso e testimoniato quella che è stata l’evoluzione della musica e del jazz in particolare di questo ultimo secolo. Gli stessi padri fondatori della rassegna compresero sin da subito l’importanza che per questo festival avrebbe assunto la qualità sonora nell’economia artistico-culturale dell’intero Progetto tanto da trasformare l’incantevole location in una sorta di sala d’incisione a cielo aperto. Considerate poi le pubblicazioni discografiche che negli anni si sono susseguite non desta più meraviglia il fatto che sempre più artisti di caratura internazionale scelgano proprio Piazza del Nuraghe per effettuare registrazioni che poi diventeranno supporti sonori destinati alla distribuzione sul mercato mondiale proprio come hanno fatto artisti come Rob Mazurek con l’Explonding Star Orchestra, Roscoe Mitchell, Lawrence D. “Butch” Morris, Amiri Baraka, Evan Parker solo per citarne alcuni.

L’Associazione Punta Giara, in una nota, nel ringraziare tutto il suo Staff per avere ideato e realizzato ognuno di questi progetti esprime inoltre grande riconoscenza a tutti i tecnici: Live Studio, Rockhaus, Paolo Zucca, Pierpaolo Meloni che hanno reso possibile la concreta realizzazione di ogni singola registrazione. La XXXII edizione di “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, apre ancora una volta i suoi confini al mondo e alle nuove esperienze discografiche che durante il prossimo festival verranno presentate in anteprima assoluta con un’apposita conferenza stampa che si svolgerà il 4 settembre 2017, alla presenza dei musicisti, dei tecnici e dell’Associazione Culturale Punta Giara.

Il 2017 rappresenta un anno importantissimo in fatto di registrazioni live che a Sant’Anna Arresi costituiscono da sempre motivo di orgoglio ed elemento fondante della nostra produzione discografica. La prossima edizione sarà occasione attesa per far conoscere il nuovo album dei Summit Quartet. Formazione e progetto ideati e realizzati interamente, durante e per il Festival 2016. Il Summit Quartet si è da subito distinto per la complessità musicale e la ricchezza delle possibilità espressive che hanno esaltato allo stesso tempo le capacità di ogni singolo componente e dell’intero gruppo. Il concerto di questa originale formazione ha incassato da subito ottimi riscontri della critica che lo ha identificato come una delle migliori performances in seno alla XXXI edizione. Nulla da stupirsi se si considera la genialità e la poliedricità musicale dei componenti di questo quartetto. A partire da Mats Gustafsson formatosi nel rock – jazz scandinavo degli anni ’80, una carriera costellata di importanti collaborazioni, incisioni e concerti in ogni angolo di mondo. Dedito all’esplorazione dell’infinito universo delle percussioni, altro componente di spicco del Summit è Hamid Drake, potente batterista dotato di infinita sensibilità ed intelligenza spirituale che lo rendono umano e al contempo geniale. Il quartetto conta poi la presenza di altri due talentuosi esponenti del jazz mondiale, Ken Vandermark, sax tenore forte ed espressivo e grande improvvisatore, che riceve il premio “genius” nel 1999 lasciando a bocca aperta l’intero mondo del jazz, e Luc Ex, versatile componente dei The Ex, che vanta una grande quantità di collaborazioni non convenzionali su diversi stili musicali.

Il progetto del Summit Quartet si presenta come una brillante intuizione creativa della musica contemporanea, originale ma anche ispirata alla grande eredità musicale e jazzistica del passato. Non a caso l’album si presenta come un bellissimo vinile a quattro facce, contenente 7 pezzi originali, che si distingue per la grafica singolare ispirata all’istrionico Frank Zappa protagonista della scorsa edizione del festival che ha troneggiato anche sui manifesti della stessa. Nella stessa conferenza stampa, verranno presentate altre produzioni musicali figlie del Festival, gli album di: Andrea Massaria Octet “Zappa Speech Project” e i Flut3ibe. In vista del 2018 ci sarà una nuova uscita discografica distribuita della RogueArt che presenterà il nuovo lavoro Live in Sant’Anna Arresi ad opera di Roscoe Mitchell con Matthew Shipp. Questa pubblicazione sarà presentata in data 27 gennaio 2018 alla Carnegie Hall di New York, nel corso di una conferenza stampa e di un concerto, alla presenza delle maggiori testate del settore a livello nazionale ed internazionale e dei rappresentanti dell’Associazione Culturale Punta Giara. L’associazione, infine, sta lavorando per realizzare in occasione di questo importante evento, una tre giorni di promozione a carattere culturale e turistica dell’intera nostra isola, con artisti, materiale video e fotografico che saranno presentati prima, durante e dopo il concerto.

1-10/09/16, Sant’Anna Arresi (CI), Piazza del Nuraghe – AI CONFINI TRA SARDEGNA E JAZZ 2016; 10/09/16 – “SUMMIT QUARTET”, Ken Vandermark sax, Hamid Drake batteria, Mats Gustafsson sax, Luc Ex chitarra basso – Luciano Rossetti © Phocus Agency – TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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1-10/09/16, Sant’Anna Arresi (CI), Piazza del Nuraghe – AI CONFINI TRA SARDEGNA E JAZZ 2016; 10/09/16 – “SUMMIT QUARTET”, Ken Vandermark sax, Hamid Drake batteria, Mats Gustafsson sax, Luc Ex chitarra basso – Luciano Rossetti © Phocus Agency – TUTTI I DIRITTI RISERVATI

1-10/09/16, Sant’Anna Arresi (CI), Piazza del Nuraghe – AI CONFINI TRA SARDEGNA E JAZZ 2016; 10/09/16 – “SUMMIT QUARTET”, Ken Vandermark sax, Hamid Drake batteria, Mats Gustafsson sax, Luc Ex chitarra basso – Luciano Rossetti © Phocus Agency – TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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Ancora vive le emozioni del concerto del “Large Ensemble” diretto da Evan Parker,“Ai confini tra Sardegna e Jazz” propone questa sera altre due produzioni che promettono di segnare profondamente l’intera trentesima edizione della rassegna organizzata dall’associazione culturale Punta Giara.

Ad aprire la serata sarà il quartetto di Evan Parker, formazione che nasce dall’esperienza dello storico trio del sassofonista inglese, con Barry Guy e Paul Lytton, al quale si unirà il virtuoso trombettista Peter Evans, per testimoniare l’evoluzione sempre costante del linguaggio improvvisativo della musica jazz.

Ad aprire la serata sarà il quartetto di Evan Parker, formazione che nasce da una profonda esperienza musicale con il bassista Barry Guy e percussionista Paul Lytton. Tutti e tre provengono dalla scena londinese sul finire degli anni ‘60 e primi ’70 che ruota attorno alla Musicians’ Co-operative e partecipano alla Guy’s London Jazz Composers’ Orchestra.  Nel 1970 Parker inizia a suonare in duo con Paul Lytton e nel 1980 invitano ad unirsi Barry per formare un trio poi conosciuto come Parker/Guy/Lytton. Negli anni successivi Barry si trasferisce in Irlanda e poi in Svizzera mentre Paul vive in Belgio. L’ottima reputazione guadagnata dal trio ha permesso loro di rimanere in contatto e suonare fuori da Londra e in divesre occasioni nella Barry Guy New Orchestra.

In passato sono stati invitati come ospiti speciali a unirsi al trio del grande Kenny Wheeler, hanno suonato e registrato con con Alexander von Schlippenbach, Paul Lovens e Agustí Fernandez. Da questo trio storico nasce anche l’ElectroAcoustic Ensemble di Evan Parker, che inizia infatti come doppio trio in cui ciascun musicista si rapporta con la propria “ombra elettronica”. Per il concerto di Sant’Anna Arresi il trio si trasforma eccezionalmente in quartetto con l’arrivo di Peter Evans, uno dei maggiori innovatori e virtuosista del linguaggio della tromba.                                                                                                                                

Barry Guy è uno dei maggiori bassisti solisti e improvvisatori al mondo, è conosciuto come direttore e e fondatore della London Jazz Composers Orchestra. E’ un compositore di musica da camera e orchestra sinfoniche e ha fondato l’ensemble nominato Barry Guy New Orchestra.

Paul Lytton è considerato un innovatore delle percussioni nella tradizione del free Europeo. Egli è anche pioniere della manipolazione elettronica dei suoni e dell’uso di oggetti fatti in casa. Lytton fece le sua prime apparizioni nella scena della musica creativa inglese alla fine degli anni ’60, e la sua influenza – in particolare nei live elettronici – può essere riconoscibile nella sperimentazione portata avanti dalla nuova generazione di improvvisatori da 30 anni a questa parte.

A soli 33 anni, Peter Evans è già considerato uno dei più importanti trombettisti americani attualmente in opera. Rivolto principalmente all’avant-garde e alla libera improvvisazione, Evans collabora con una moltitudine eterogenea di band appartenenti alla scena musicale di New York. Il suo primo album solista “More is More” l’ha visto protagonista di incredibili virtuosismi, quali estreme dissonanze, multifonie, respirazione circolare e tecniche avanzate di cui si è fatto padrone.

Di seguito, sul palco della Piazza del Nuraghe, sarà il turno della Nublu Orchestra con il progetto “The Long Goodbye” dedicato a Butch Morris. La Nublu orchestra, creatura prediletta del genio californiano, sarà diretta dalla prima volta da Kenny Wollesen che è stato capace di riunire alcuni dei musicisti più estremi ed avventurosi dell’intero panorama musicale di New York.

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Ai Confini Tra Sardegna E Jazz 2015

Questa mattina presso l’aula consiliare del Comune di Sant’Anna Arresi, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dei tre progetti fortemente voluti e prodotti dall’Associazione Culturale Punta Giara in collaborazione con Evan Parker, Rob Mazurek e Luciano Rossetti. Alla conferenza erano presenti giornalisti e fotografi di tutto il mondo che hanno testimoniato il forte interesse sempre crescente nei confronti del nostro festival. Dopo una breve introduzione dei soci Francesco Peddoni ed Andrea Murgia, ha preso la parola Luciano Rossetti che ha spiegato la natura del suo lavoro fotografico su Butch Morris. Immediatamente dopo, Rob Mazurek ha illustrato il suo disco, Galactic Parables, registrato con la Exploding Star Orchestra due anni fa a Sant’Anna Arresi e prodotto in collaborazione con l’Associazione Culturale Punta Giara.

Evan Parker ha chiuso la conferenza parlando del suo ultimo lavoro Filu‘e Ferru, registrato dal vivo nell’ultima edizione invernale del festival dal Sant’Anna Arresi Quintet, progetto nato e pensato proprio per il festival.

«L’Associazione ringrazia i presenti intervenuti numerosi – si legge in una nota – a testimonianza del nuovo corso di Punta Giara, diventata ormai centro di produzione culturale a livello internazionale, assurgendo ad un ruolo sempre più importante e riconosciuto nell’intero panorama mondiale.»

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Dopo il successo delle prime due serate che hanno visto alternarsi sul palco prima il solo di Evan Parker ed il jazz contemporaneo ed elettronico della band Nu Grid, poi il solo di Rob Mazurek, il progetto “Carved in the Air” di Keith Tippett e il concerto del quintetto di Evan Parker, questa sera il palco del Nuraghe ospiterà due concerti di rara intensità artistica. L’atto di apertura spetta a Graham Haynes, grandissimo cornettista e compositore che ha spinto i confini del jazz verso una dimensione elettronica e contemporanea. Dopo il concerto con i Nu Grid, Haynes si produrrà in un solo che spingerà il suono oltre la concezione classica del suono stesso.

Di seguito, sul palco della Piazza del Nuraghe, sarà il turno di Evan Parker e del suo Large Ensemble. Progetto originale allestito in esclusiva per il nostro Festival, il Large Ensamble vuole rendere omaggio al compositore californiano. Parker, che ha lavorato in diverse occasioni con Butch e nel 2010 proprio a Sant’Anna Arresi, ha colto al volo l’idea di realizzare un progetto sull’improvvisazione guidata di Morris costruendo un ensemble composto da musicisti di rango internazionali, tra gli altri, Peter Evans, Hamid Drake, Giancarlo Schiaffini e John Edwards.

La conferenza stampa per il nuovo disco di Evan Parker prevista per il 1 settembre è stata spostata a stamane, 3 settembre, per la presentazione di tutti i progetti discografici e fotografici ispirati a Butch Morris e prodotti in collaborazione con l’Associazione Culturale Punta Giara. Per volere di Evan Parker, Rob Mazurek e Luciano Rossetti la presentazione dei lavori è stata organizzata in comune, proprio per rendere un omaggio forte e concreto alla memoria ed al lavoro del Maestro californiano. L’evento, come previsto, con la presenza degli autori, è stato programmato per questa mattina presso l’aula consiliare del comune di Sant’Anna Arresi.

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Dopo l’apertura con il “solo” di Evan Parker e il concerto del quartetto “Nu Grid”, sono tre i concerti in programma questa sera, nella seconda giornata del XXX Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”. L’atto di apertura spetta a Rob Mazurek, grandissimo cornettista ed amico del nostro festiva. Rob si produrrà in un emozionante solo dal titolo Galactic Parables #79, un omaggio dovutamente sentito a Butch Morris.

Di seguito una vecchia conoscenza della manifestazione Keith Tippet. Il pianista inglese, fra i più influenti musicisti europei del ‘900, presenterà il suo nuovo progetto Curved In The Air. Con Julie Tippet, Roberto Ottaviano, Giovanni Mayer e Cristiano Calcagnile, Tippet offrirà come sempre uno spettacolo da ricordare sospeso tra contemporaneità ed eterno.

La chiusura della serata è affidata al quintetto “Sant’Anna Arresi”. Evan Parker presenta questa formazione nata nell’edizione invernale del nostro festival. Da quel concerto è stato tratto un album prodotto dall’Associazione Culturale Punta Giara ed intitolato Filu ‘e Ferru che vede come protagonisti principali il geniale trombettista Peter Evans, la giovane promessa del piano Alexander Hawkins, John Edwards al contrabbasso ed Hamid Drake alla batteria.

La conferenza stampa per il nuovo disco di Evan Parker prevista per questa mattina è stata spostata a domani, 3 settembre, giorno in cui saranno presentati tutti i progetti discografici e fotografici ispirati a Butch Morris e prodotti in collaborazione con l’Associazione Culturale Punta Giara. Per volere di Evan Parker, Rob Mazurek e Luciano Rossetti la presentazione dei lavori sarà comune, proprio per rendere un omaggio forte e concreto alla memoria ed al lavoro del Maestro californiano. L’evento si svolgerà, come previsto, con la presenza degli autori presso l’aula consiliare del comune di Sant’Anna Arresi, alle ore 11.00.

Cornettista e compositore, Rob Mazurek fonda a Chicago la all-star Exploding Star Orchestra nel 2005, su commissione del Chicago Cultural Center e del Jazz Institute of Chicago. Exploding Star Orchestra vanta uno stuolo di bravissimi improvvisatori dell’area di Chicago, tra cui membri dei Tortoise, Isotope 217, Town and Country, Black Earth Ensemble, Loose Assembly e importanti membri dell’AACM. Le composizioni free di Mazurek ideate per l’Orchestra si fondano sul principio di improvvisazione democratica, in cui ogni membro contribuisce ugualmente al suono dell’ensemble e alla visione complessiva di Mazurek. La Exploding Star Orchestra ha pubblicato il suo album di debutto, We are all from somewhere else, nel 2007, Bill Dixon with Exploding Star Orchestra, nel 2008, e Stars Have Shape nel 2010. La quarta release, 63 Moons of Jupiter e’ pubblicato dalla Delmark Records nel 2011. Il gruppo ha svolto tournée negli Stati Uniti, in Europa e in Brasile, sia autonomamente che in collaborazione con le icone della nuova musica, tra cui Bill Dixon, Fred Anderson e Roscoe Mitchell.

Sant’Anna Arresi quintet è il frutto di un incontro di grandi personalità della comunità internazionale di improvvisatori jazz.  Il grande pregio del festival arresino, per il quale è riconosciuto all’estero, sta proprio nell’aver intrecciato e coltivato dei rapporti con esponenti musicali provenienti da Londra, Chicago e New York e averli fusi sullo stesso palco in progetti originali. Ogni città è un centro di produzione musicale con le proprie specificità e proprio grazie festival di Sant’Anna Arresi è stato possibile realizzare un bellissimo incontro di menti geniali e raffinate al di là dei confini geografici.

Il quintetto è diretto dal sassofonista inglese Evan Parker, protagonista della XXIX edizione del festival, e presenterà dal vivo l’album Filu ‘e Ferru, la prima produzione discografica di quest’anno dell’Associazione Culturale Punta Giara. Insieme a lui suonano Alexander Hawkins (piano), Peter Evans (tromba), Michel Portal (sax),  John Edwards (basso), Hamid Drake (percussioni).

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Sarà Evan Parker, martedì sera, ad aprire il XXX Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, con un solo dedicato alla memoria di Butch Morris. Il geniale sassofonista inglese si esibirà in uno spazio non convenzionale, le note del suo sax risuoneranno, infatti, tra le pietre millenarie del nuraghe Arresi che si trasformerà in un ponte ideale fra terra e cielo per raggiungere lo spirito di Butch.

Subito dopo, il palco della Piazza del Nuraghe ospiterà uno dei concerti più attesi di questa memorabile edizione, l’ensemble Nu Grid. Il chitarrista Vernon Reid, fondatore dei Living Colour, si accompagnerà a Jean Paul Bourelly, Graham Haynes e Dj. Logic. L’ensemble offrirà un nuovo percorso di rappresentazione della musica che unisce quattro anime diverse a riprova del fatto che il jazz continua ad essere un linguaggio libero ed in costante evoluzione. 

Se l’edizione dedicata, pensata intorno alla figura e alla musica di Butch Morris si può intendere come un’ellisse, ecco che nella sua orbita entrano di diritto due proposte nelle premesse distinte e lontane tra loro, almeno nella formulazione e nelle sonorità che vi saranno sviscerate. Evan Parker, nella sua splendida, lussureggiante solitudine, aprirà la serata e il festival, seguito da un quartetto di fresco conio, Nu Grid, che ha tutte le caratteristiche per stimolare le fantasie più varie, spiazzare e (sor)prendere in contropiede gli appassionati che ben conoscono i singoli elementi, ma non possono averli mai ascoltati in questa veste collegiale.

Evan Parker, 71 anni, che tornerà sul palco della piazza anche nelle tre serate successive – in contesti diversi, a confermare la versatile disposizione del suo linguaggio -, è uno dei più formidabili investigatori d’avanguardia, un taglio di luce che, lungo quasi mezzo secolo di attività, ha attraversato tutti i territori della ricerca e della sperimentazione: ambiti che il musicista inglese ha vissuto come il suo pane quotidiano, intrecciando virtuose collaborazioni ad ampio raggio, con le personalità migliori della scena internazionale, per una biografia densissima e una discografia che ha superato di slancio i duecento album come titolare, a proprio nome, oppure come ospite e fiancheggiatore di progetti altrui.

Per inaugurare la trentesima edizione del festival, a lui che ha percorso tutte le strade possibili, militando anche in larghi ensemble, è stato chiesto un “Set in stone”, performance dove spaziare grazie al sassofono con la libertà di sempre e le qualità riconosciute di escavatore solitario, tra improvvisazione e i disegni, le vedute che in tanti anni lo hanno reso unico e inimitabile: un eccellente occasione/assaggio per anticipare gli altri appuntamenti con Evan, del 2, del 3 e del 4.

Molto diversa, invece, l’avventura di Jean Paul Bourelly, Vernon Reid, Graham Haynes e DJ Logic, artisti che l’affezionato pubblico di Sant’Anna Arresi ha già apprezzato separatamente, ma che hanno scelto proprio “Ai confini tra la Sardegna e il jazz” per consorziarsi e agitare la loro bandiera sotto l’egida Nu Grid. Difficile immaginare con precisione i contorni dell’operazione che, per lo stesso curriculum dei protagonisti, appare come un laboratorio, uno spazio dove far confluire le pratiche e le suggestioni di carriere cariche di storia e di prospettive, con diversi punti di contatto, ma soprattutto itinerari aperti, spalancati sull’indagine musicale, dove concerti, dischi e fusioni vanno intese alla stregua di stanziamenti, proiezioni, di una vitalissima forma di trasformazione.

Nu Grid nasce da un’idea e dall’iniziativa di Bourelly e Haynes, che sul fronte delle musiche tra jazz e dintorni hanno battuto molte strade, intrecciando il funk, il rock, l’elettronica, e dunque hanno visto in Reid e Dj Logic i partner ideali da imbarcare per un viaggio tutto da scoprire e che alimenta la curiosità di chi ne ha seguito le rispettive attività.

Reid e Bourelly dall’alto del magistero chitarristico hanno manifestato a più livelli la loro proteiforme, trasversale capacità di autori e strumentisti, lungo una biografia professionale ultratrentennale: il primo come leader dei Living Colour, promotore della Black Rock Coalition e per il contributo a moltissimi dischi è al 66° posto nella graduatoria dei chitarristi di tutti i tempi stilata da Rolling Stone, mentre il secondo, alunno di Miles Davis nel 1988, partendo dal blues, è approdato al pantheon jazz quale sideman ricercatissimo, al fianco, tra i tanti, di McCoy Tyner, Elvin Jones, Muhal Richard Abrams, Cassandra Wilson.

E’ figlio d’arte, Haynes – il padre Roy è uno dei padri della batteria jazz – dalle molte frecce al suo arco e con un merito, tra le diverse opzioni: l’aver già convocato i suoi tre compagni in occasione di un album del 1995, “Transition”. Che è solo uno dei titoli delle moltitudine delle incisioni a cui ha partecipato DJ Logic (Jason Kibler), nato con la wave hip-hop newyorkese, presto arricchita da esperienze le più variegate.

E’ tutto questo, e molto di più, una moltiplicazione, più che una somma algebrica dei suoi fattori, Nu Grid, quartetto multidisciplinare, che promette meraviglia e stupore: la carta migliore da giocare a inizio della rassegna dei nostri primi trent’anni.

Evan Parker 3 copia