18 April, 2024
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Dal 2 al 5 novembre, per il secondo anno consecutivo, lo Speleo Club Nuxis ha partecipato alla 25ª Borsa Mediterranea del Turismo archeologico 2023, svoltasi, a Paestum. Insieme al Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, rappresentato dal commissario straordinario dottoressa Elisabetta Anna Castelli e dal direttore dottor Fabrizio Atzori, lo Speleo Club di Nuxis guidato dal presidente Roberto Curreli ha promosso il sito geospeleologico archeologico Sa Marchesa con la Grotta di Acquacadda, dove nello scorso mese di settembre si è svolta la prima annualità del secondo triennio di scavi diretti dal professore Riccardo Cicilloni, professore di Preistoria e Protostoria del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Cagliari, con i suoi collaboratori, gli archeologi Marco Cabras e Federico Porcedda e da un gruppo di studenti dei Corsi di Laurea in Beni Culturali e Spettacolo, in Archeologia e Storia dell’Arte e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Cagliari, avviato su concessione del Ministero della Cultura e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna.

Le iniziative di promozione del sito geospeleologico archeologico Sa Marchesa con la Grotta di Acquacadda, come la campagna di scavi, sono state rese possibili grazie a un contributo della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del Turismo, artigianato e commercio.

E’ in corso di svolgimento a Paestum, in provincia di Salerno, la XXV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.

Il Salone espositivo della BMTA, in programma da giovedì 2 a domenica 5 novembre 2023, è il più grande al mondo dedicato al turismo archeologico.

Gli espositori esteri provengono da ben 22 Paesi: Albania, Algeria, Cipro, Colombia, Corea del Sud, Cuba, Ecuador, Estonia, Grecia, Guatemala, Iran, Malta, Perù, Repubblica slovacca, Serbia, Siria, Slovenia, Spagna, Sudafrica, Tunisia, Vaticano ed Uzbekistan.

Sono 120 gli espositori italiani, tra i quali, con la Regione Sardegna, ci sono Il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, lo Speleo Club di Nuxis con il sito di Sa Marchesa, Ales con Arte Lavoro e Servizi Spa, il Gal Sinis e il Gal Sinis Fondazione Mont’e Prama.

Lo Speleo Club Nuxis è presente a Paestum per il secondo anno consecutivo, con lo stand per la promozione del sito di Sa Marchesa che sia ieri che oggi ha registrato numerose visite, in particolare di addetti ai lavori.

Lo Speleo Club di Nuxis è rappresentato a Paestum dal suo presidente Roberto Curreli, presente anche l’assessore comunale Damiano Cani.

Domani, sabato 4 novembre, nel corso di una conferenza, il direttore degli scavi della grotta di Acquacadda, il professor Riccardo Cicilloni, e gli archeologi Marco Cabras e Federico Porcedda, con il presidente dello Speleo Club Nuxis Roberto Curreli, presenteranno i risultati della prima annualità di scavi del secondo triennio, svoltasi dal 4 al 29 settembre scorsi.

Allegate alcune fotografie dello stand dello Speleo Club Nuxis.

 

 

 

 

Si è concluso sabato 22 ottobre, nel sito geo-speleo-archeologico dell’ex Miniera di Sa Marchesa, presso Acquacadda, comune di Nuxis, il 1° convegno internazionale “Le grotte nella preistoria: scavi, studi e valorizzazione”, organizzato dall’associazione Speleo Club Nuxis, presieduta dal professor Roberto Curreli, in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari, cattedra di Preistoria e Protostoria del Dipartimento di Lingue, Lettere e Beni Culturali (professori Riccardo Cicilloni e Carlo Lugliè), il comune di Nuxis, il ministero della Cultura, la missione archeologica presso la Grotta di Acquacadda – Nuxis, il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna (assessorato del Turismo, artigianato e commercio), L.R. 7/1955, annualità 2021.

Sono stati due giorni molto intensi che hanno visto la partecipazione di numerosi studiosi ed esperti di grotte, nonché di gruppi di ricerca provenienti da diverse regioni italiane, con collegamenti in videoconferenza anche da altri paesi.

L’obiettivo di offrire un quadro rappresentativo dei principali orientamenti e metodologie di ricerca che animano il panorama italiano ed internazionale sulle ricerche scientifiche presso grotte e ripari sotto roccia frequentati durante le fasi preistoriche e protostoriche europee, nonché i risultati di studi e ricerche su siti europei ed extraeuropei, è stato pienamente raggiunto, come hanno confermato al termine della seconda giornata, gli organizzatori, il presidente dello Speleo Club Nuxis, professor Roberto Curreli, e i professori dell’Università di Cagliari, Riccardo Cicilloni (direttore della campagna di scavi nella Grotta di Acquacadda) e Carlo Lugliè.

«Sono molto contento e per certi versi anche commosso per la grande presenza di numerosi luminari che ci hanno dato tantissime informazioni e mi fa enormemente piacere che questo primo convegno internazionale si sia tenuto in un piccolo paese, una piccola realtà come Nuxis ha detto Roberto Curreli, presidente dello Speleo Club Nuxis -. Non posso che ringraziare gli organizzatori, i professori Riccardo Cicilloni e Carlo Lugliè, con i loro collaboratori, ad iniziare dai dottori Marco Cabras e Federico Porcedda, l’Amministrazione comunale e tutti i soci del Gruppo speleologico.»

«È stata un’esperienza veramente molto bella ha rimarcato il professor Riccardo Cicilloni -. Sono stati tanti i temi messi in luce, ogni relatore ci ha portato informazioni, idee, tutti incentrati sulla multidisciplinarietà, il lavoro che facciamo ha senso se lavoriamo insieme. Un auspicio per proseguire sui questa strada. Spero che in un futuro prossimo si possa riuscire ad organizzare il secondo convegno internazionale. Ringrazio tutti i relatori che hanno onorato questa nostra iniziativa e quanti hanno contribuito alla sua realizzazione: la Sovrintendenza archeologica ed il ministero della Cultura, il comune di Nuxis, la Regione Sardegna, il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, lo Speleo Club di Nuxis e tutti i volontari, il mio staff che ha lavorato tanto e a cui auguro un grande successo»

Soddisfazione per quanto è emerso nelle due giornate di studio, in particolare per il grande spessore scientifico degli interventi di tutti i relatori, è stata espressa anche dal professor Carlo Lugliè, co-organizzatore dell’evento.

La giornata odierna è stata dedicata alle visite guidate nei siti archeologici del Sulcis, la Necropoli di Montessu a Villaperuccio ed il Pozzo sacro di Tattinu a Nuxis.

 

È stata presentata questa mattina, presso il Centro Culturale di via Indipendenza, a Nuxis, una mostra fotografica a tema archeologico, relativa agli scavi presso la Grotta di Acquacadda, organizzata dall’associazione Speleo Club Nuxis, in collaborazione con il comune di Nuxis e l’Università di Cagliari.

Nella Mostra, che verrà installata presso la Scuola Media di Nuxis, sono presenti immagini relative ai lavori della 3ª campagna di scavi appena terminata (il 30 settembre 2022). L’obiettivo della Mostra è quello di avvicinare allo scavo la popolazione locale, all’interno di quelle pratiche di divulgazione scientifica e di archeologia pubblica messe in pratica nell’ambito della “terza missione” dell’Università di Cagliari.

Alla presentazione erano presenti gli alunni di alcune classi delle scuole Primaria e Media di Nuxis, accompagnati dalle loro insegnanti. Dopo la breve presentazione del sindaco Romeo Ghilleri,il professor Riccardo Cicilloni, docente di Preistoria e Protostoria del Dipartimento di Lingue, Lettere e Beni Culturali dell’Università di Cagliari, ha spiegato i contenuti dei pannelli fotografici insieme all’archeologo Federico Porcedda. È stata grande la curiosità degli alunni che già conoscono la Grotta di Acquacadda per averla visitata e hanno fatto numerose domande sia al professor Riccardo Cicilloni sia all’archeologo Federico Porcedda, manifestando anche interesse per un eventuale proseguimento degli studi per il conseguimento della laurea in Archeologia che – come ha spiegato il professor Riccardo Cicilloni – prevede un corso di studi complessivamente ventennale, dalla Scuola Primaria alla definitiva specializzazione.

La presentazione della Mostra precede di due giorni l’inizio del 1° convegno internazionale “Le grotte nella preistoria: scavi, studi e valorizzazione”, che si terrà da venerdì 21 a domenica 23 ottobre, presso il sito geo-speleo-archeologico dell’ex Miniera di Sa Marchesa, presso Acquacadda. Il convegno è organizzato dall’associazione Speleo Club Nuxis, presieduta dal prof. Roberto Curreli, in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari, cattedra di Preistoria e Protostoria del Dipartimento di Lingue, Lettere e Beni Culturali (proff. Riccardo Cicilloni e Carlo Lugliè), il comune di Nuxis, il ministero della Cultura, la missione archeologica presso la Grotta di Acquacadda – Nuxis, il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna. L’evento culturale è finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna (assessorato del Turismo, artigianato e commercio), L.R. 7/1955, annualità 2021.

La cerimonia di apertura con i saluti delle autorità, è prevista venerdì 21 ottobre, alle 9.30. Il programma prevede due sessioni di lavoro giornaliere, venerdì 21 e sabato 22 ottobre, con discussione finale dopo le relazioni degli esperti.

Domenica 23 ottobre, la giornata che chiuderà il convegno sarà dedicata alle visite guidate in alcuni siti archeologici del Sulcis.

Allegate tre brevi dichiarazioni del professor Riccardo Cicilloni, del professor Roberto Curreli e del sindaco di Nuxis Romeo Ghilleri.

 

Da venerdì 21 a domenica 23 ottobre, il sito geo-speleo-archeologico dell’ex Miniera di Sa Marchesa, presso Acquacadda, comune di Nuxis, ospiterà il 1° convegno internazionale “Le grotte nella preistoria: scavi, studi e valorizzazione”.

Il convegno è organizzato dall’associazione Speleo Club Nuxis, presieduta dal prof. Roberto Curreli, in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari, cattedra di Preistoria e Protostoria del Dipartimento di Lingue, Lettere e Beni Culturali (proff. Riccardo Cicilloni e Carlo Lugliè), il comune di Nuxis, il ministero della Cultura, la missione archeologica presso la Grotta di Acquacadda – Nuxis, il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna. L’evento culturale è finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna (assessorato del Turismo, artigianato e commercio), L.R. 7/1955, annualità 2021.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di offrire un quadro rappresentativo dei principali orientamenti e metodologie di ricerca che animano il panorama italiano ed internazionale sulle ricerche scientifiche presso grotte e ripari sotto roccia frequentati durante le fasi preistoriche e protostoriche europee, nonché i risultati di studi e ricerche su siti europei ed extraeuropei.

Il convegno intende inoltre promuovere lo sviluppo della conoscenza per lo studio dei contesti in grotta, attraverso l’applicazione di tecniche tradizionali e innovative di analisi al fine di delineare le principali linee di ricerca nel settore specifico e di avviare uno scambio di idee e dati nel campo delle indagini in ambito archeologico, antropologico, geologico, paleontologico e speleologico.

Al convegno parteciperanno studiosi ed esperti di grotte da tante regioni italiane. Oltre ai relatori che porteranno numerosi contributi relativi alle grotte archeologiche sarde, saranno presenti gruppi di ricerca provenienti dalle regioni Liguria, Emilia-Romagna, Lazio, Toscana, Campania e Puglia, oltre ad un gruppo proveniente dall’India occidentale e dal Sud della Spagna.

La cerimonia di apertura con i saluti delle autorità, è prevista venerdì 21 ottobre, alle 9.30. Il programma prevede due sessioni di lavoro giornaliere, venerdì 21 e sabato 22 ottobre, con discussione finale dopo le relazioni degli esperti.

Domenica 23 ottobre, la giornata che chiuderà il convegno sarà dedicata alle visite guidate in alcuni siti archeologici del Sulcis, tra i quali vi sono il Pozzo sacro di Tattinu e la Chiesa bizantina di Sant’Elia a Nuxis e la Necropoli di Montessu a Villaperuccio.

Nonostante si tratti di un convegno scientifico specialistico, verrà data grande importanza al rapporto con il pubblico.

Correlata al convegno, è stata organizzata una mostra fotografica a tema archeologico, relativa agli scavi presso la Grotta di Acquacadda, organizzata dall’associazione Speleo Club Nuxis, in collaborazione con il comune di Nuxis e l’Università di Cagliari, che sarà presentata il 19 ottobre, alle ore 11.00, a Nuxis, presso il Centro Culturale di via Indipendenza. Nella mostra, che verrà installata presso la Scuola Media di Nuxis, saranno presenti immagini relative ai lavori della 3ª campagna di scavi appena terminata (il 30 settembre 2022). L’obiettivo della mostra è quello di avvicinare allo scavo la popolazione locale, all’interno di quelle pratiche di divulgazione scientifica e di archeologia pubblica messe in pratica nell’ambito della “terza missione” dell’Università di Cagliari.

Il Comitato organizzatore del convegno e della mostra fotografica è formato dai proff. Riccardo Cicilloni, Carlo Lugliè e Roberto Curreli; la segreteria organizzativa dai dott. Marco Cabras e Federico Porcedda.

 

E’ stata presentata questa mattina, nella sala riunioni del sito ex minerario di Sa Marchesa, a Nuxis, la terza campagna di scavo archeologico didattico diretta da Riccardo Cicilloni, professore di Preistoria e Protostoria del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Cagliari, in collaborazione con i professori Elisabetta Marini e Vitale Sparacello del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente della medesima Università, che prenderà il via lunedì 5 settembre.

Allo scavo parteciperanno, anche quest’anno, durante tutto il mese di settembre, una trentina di studenti dei Corsi di Laurea in Beni Culturali e Spettacolo, in Archeologia e Storia dell’Arte e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Cagliari, ma anche studenti dell’Università di Ferrara, coordinati sul campo dai dottori Marco Cabras e Federico Porcedda, con il supporto dell’antropologa Dr.ssa Fabiana Corcione.

Le attività di scavo e ricerca sono possibili grazie alla concessione di scavo del ministero della Cultura (miC) e ai contributi del comune di Nuxis, della Regione Sardegna, del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e con il supporto tecnico dell’associazione Speleo Club Nuxis, che gestisce l’area, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Cagliari e per le Province di Sud Sardegna ed Oristano.

La ricerca ricade nell’ambito di un progetto più ampio, portato avanti dalla Cattedra di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari, mirante all’investigazione delle fasi preistoriche antecedenti alla nascita della civiltà nuragica, con particolare riferimento alle attività di estrazione dei metalli ed alle attività metallurgiche che le popolazioni dell’età del Rame e poi del Bronzo effettuarono a partire dall’inizio del III millennio a.C. L’obiettivo principale delle indagini di scavo sarà quello di indagare il passaggio dalla cultura di Monte Claro (età del Rame) a quella di Bonnanaro (prima età del Bronzo), e capire quale ruolo quest’ultima abbia nella formazione della successiva civiltà nuragica.

L’importante sito preistorico della grotta di Acquacadda di Nuxis, frequentato durante l’età del Rame, è già noto in letteratura in quanto negli anni ’60 del secolo scorso fu oggetto di un primo saggio di uno scavo, ancora praticamente inedito, condotto dalla compianta professoressa Maria Luisa Ferrarese Ceruti, afferente allora all’Università di Cagliari. Da queste indagini si ricavò una delle prime datazioni radiocarboniche dell’archeologia sarda, che ha fatto sì che la grotta di Acquacadda sia stata citata in numerose pubblicazioni a carattere nazionale ed internazionale.

Le precedenti campagne di scavo, iniziate nel 2019, hanno permesso il recupero di informazioni di grande interesse scientifico. Nella grande grotta sono stati effettuati vari saggi archeologici, che hanno permesso di individuare resti di un focolare, associato a ceramiche eneolitiche di cultura Monte Claro ed a resti di pasto, di presumibile funzione sacrale, ed una ampia area di dispersione di materiali ceramici frammentati intenzionalmente, associati a resti scheletrici umani ed a preziosi reperti metallici, che sembrano testimoniare una frequentazione della grotta nell’età del Rame (III millennio a.C.) per scopi sacrali e funerari. La campagna di quest’anno mira ad ottenere ulteriori dati per meglio comprendere la complessa situazione.

I risultati degli scavi sinora effettuati sono stati presentati in vari articoli scientifici e interventi nell’ambito di Congressi nazionali ed internazionali.

Tutto il progetto è caratterizzato inoltre dalla collaborazione interdisciplinare tra i dipartimenti di Lettere, Lingue e Beni Culturali e quello di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Cagliari, ma non solo. Sono in corso una serie di analisi archeometriche finalizzate alla ricostruzione della vita delle comunità del tempo. Oltre agli studi sui resti osteologici umani, sono state effettuate analisi archeobotaniche (da parte del dott. Mariano Ucchesu) ed archeozoologiche (da parte dei dottori Alfredo Carannante e Salvatore Chilardi). Sui reperti rinvenuti sono state portate avanti una serie di attività laboratoriali: catalogazione, studio dei reperti ceramici e metallici. Sono inoltre in corso varie analisi geologiche ad opera dei colleghi geologi dell’Università di Cagliari, coordinati dai professori Giovanni De Giudici e Gianluigi Pillola.

Grande importanza viene data alla comunicazione. Alle attività di studio e ricerca, infatti, sono state affiancate altre finalizzate alla divulgazione dei risultati e ad una maggiore conoscenza del dato scientifico attraverso una serie di iniziative online e offline: social network, scavo aperto al pubblico, seminari e attività con la comunità locale. Tutto ciò rientra nella cosiddetta “Terza Missione” dell’Università di Cagliari, la quale si pone come obiettivi quelli di favorire l’applicazione diretta, la valorizzazione e l’impiego della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società.

Stamane abbiamo intervistato il professor Riccardo Cicilloni.

                                  

 

Il 5 settembre, nella grotta di Acquacadda, a Nuxis, prenderà avvio la terza campagna di scavo archeologico didattico diretta da Riccardo Cicilloni, professore di Preistoria e Protostoria del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Cagliari, in collaborazione con i professori Elisabetta Marini e Vitale Sparacello del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente della medesima Università. Allo scavo parteciperanno, anche quest’anno, durante tutto il mese di settembre, una trentina di studenti dei Corsi di Laurea in Beni Culturali e Spettacolo, in Archeologia e Storia dell’Arte e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Cagliari, ma anche studenti dell’Università di Ferrara, coordinati sul campo dai Dott.ri Marco Cabras e Federico Porcedda, con il supporto dell’antropologa Dr.ssa Fabiana Corcione.

Le attività di scavo e ricerca sono possibili grazie alla concessione di scavo del ministero della Cultura (miC) e ai contributi del comune di Nuxis, della Regione Sardegna, del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e con il supporto tecnico dell’associazione Speleo Club Nuxis, che gestisce l’area, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Cagliari e per le Province di Sud Sardegna ed Oristano.

La ricerca ricade nell’ambito di un progetto più ampio, portato avanti dalla Cattedra di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari, mirante all’investigazione delle fasi preistoriche antecedenti alla nascita della civiltà nuragica, con particolare riferimento alle attività di estrazione dei metalli ed alle attività metallurgiche che le popolazioni dell’età del Rame e poi del Bronzo effettuarono a partire dall’inizio del III millennio a.C. L’obiettivo principale delle indagini di scavo sarà quello di indagare il passaggio dalla cultura di Monte Claro (età del Rame) a quella di Bonnanaro (prima età del Bronzo), e capire quale ruolo quest’ultima abbia nella formazione della successiva civiltà nuragica.

L’importante sito preistorico della grotta di Acquacadda di Nuxis, frequentato durante l’età del Rame, è già noto in letteratura in quanto negli anni ’60 del secolo scorso fu oggetto di un primo saggio di uno scavo, ancora praticamente inedito, condotto dalla compianta professoressa Maria Luisa Ferrarese Ceruti, afferente allora all’Università di Cagliari. Da queste indagini si ricavò una delle prime datazioni radiocarboniche dell’archeologia sarda, che ha fatto sì che la grotta di Acquacadda sia stata citata in numerose pubblicazioni a carattere nazionale ed internazionale.

Le precedenti campagne di scavo, iniziate nel 2019, hanno permesso il recupero di informazioni di grande interesse scientifico. Nella grande grotta sono stati effettuati vari saggi archeologici, che hanno permesso di individuare resti di un focolare, associato a ceramiche eneolitiche di cultura Monte Claro ed a resti di pasto, di presumibile funzione sacrale, ed una ampia area di dispersione di materiali ceramici frammentati intenzionalmente, associati a resti scheletrici umani ed a preziosi reperti metallici, che sembrano testimoniare una frequentazione della grotta nell’età del Rame (III millennio a.C.) per scopi sacrali e funerari. La campagna di quest’anno mira ad ottenere ulteriori dati per meglio comprendere la complessa situazione.

I risultati degli scavi sinora effettuati sono stati presentati in vari articoli scientifici e interventi nell’ambito di Congressi nazionali ed internazionali.

Tutto il progetto è caratterizzato inoltre dalla collaborazione interdisciplinare tra i dipartimenti di Lettere, Lingue e Beni Culturali e quello di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Cagliari, ma non solo. Sono in corso una serie di analisi archeometriche finalizzate alla ricostruzione della vita delle comunità del tempo. Oltre agli studi sui resti osteologici umani, sono state effettuate analisi archeobotaniche (da parte del dott. Mariano Ucchesu) ed archeozoologiche (da parte dei dottori Alfredo Carannante e Salvatore Chilardi). Sui reperti rinvenuti sono state portate avanti una serie di attività laboratoriali: catalogazione, studio dei reperti ceramici e metallici. Sono inoltre in corso varie analisi geologiche ad opera dei colleghi geologi dell’Università di Cagliari, coordinati dai professori Giovanni De Giudici e Gianluigi Pillola.

Grande importanza viene data alla comunicazione. Alle attività di studio e ricerca, infatti, sono state affiancate altre finalizzate alla divulgazione dei risultati e ad una maggiore conoscenza del dato scientifico attraverso una serie di iniziative online e offline: social network, scavo aperto al pubblico, seminari e attività con la comunità locale. Tutto ciò rientra nella cosiddetta “Terza Missione” dell’Università di Cagliari, la quale si pone come obiettivi quelli di favorire l’applicazione diretta, la valorizzazione e l’impiego della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società.

Sabato 3 settembre, alle 11.00, nel sito geo speleo archeologico «Sa Marchesa» Ex miniera Sa Marchesa – Acquacadda – Nuxis, si terranno la conferenza stampa e l’inaugurazione delle attività.

Gli interventi previsti.

Saluti delle autorità regionali e provinciali;

– Romeo Ghilleri, sindaco di Nuxis;

– Giovanna Pietra, funzionario archeologo, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e per le Province di Sud Sardegna e Oristano;

– Marco Giuman, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Cagliari;

– Riccardo Cicilloni, Università di Cagliari, direttore scientifico dello scavo archeologico presso la Grotta di Acquacadda;

– Roberto Curreli, presidente Associazione Speleo-Club Nuxis;

– Marco Cabras, archeologo;

– Federico Porcedda, archeologo.

 

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Si è svolto ieri, 15 aprile, giornata mondiale dell’arte, il primo seminario digitale su uno dei patrimoni UNESCO della Sardegna: Su Nuraxi – Barumini. L’iniziativa è stata organizzata dal gruppo sardo dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO (AIGU) in collaborazione con l’Istituto Tecnico Statale “D. Panedda” di Olbia e rientra all’interno del progetto EDU.

In un momento in cui le attività didattiche e culturali sono fortemente limitate a causa dell’emergenza Covid-19, il webinar ha cercato di rispondere a varie esigenze formative configurandosi come un viaggio conoscitivo virtuale. Facendo un passo indietro nel tempo, lungo 3500 anni, si è andati a raccontare uno dei siti archeologici più suggestivi dell’Isola: l’area archeologica di Su Nuraxi di Barumini.

Sono stati circa 80 i partecipanti, tra gli studenti dell’Istituto Panedda di Olbia ed alcuni loro coetanei del Liceo Statale Dettori di Cagliari – guidato dal dirigente scolastico Roberto Pianta – che hanno ascoltato gli interventi di rappresentanti degli enti pubblici e privati in merito al valore archeologico del sito portato alla luce durante gli scavi condotti dall’archeologo Giovanni Lilliu, tra il 1950 e il 1957. Il primo relatore Giovanni Maria Mutzu, dirigente scolastico ITCS D. Panedda Olbia, ha aperto l’appuntamento con una premessa relativa all’importanza del legame tra la cultura e il territorio. I rappresentanti degli uffici periferici del MiBACT hanno illustrato agli studenti il ruolo del ministero dei Beni e le attività culturali e per il turismo in relazione al sito UNESCO: Manuela Puddu della Direzione Regionale Musei Sardegna, direttrice dell’area archeologica di Su Nuraxi, ha ripercorso la storia del nuraghe e presentato l’attività di valorizzazione del sito, mentre Chiara Pilo della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna ha parlato della tutela e della conservazione. Francesca Carrada ha illustrato la missione istituzionale della Regione Autonoma della Sardegna in riferimento al patrimonio culturale materiale e immateriale riconosciuto dall’UNESCO. Ha concluso il seminario la Fondazione Barumini con il presidente del CdA Salvatore Bellisai il quale ha spiegato come il nuovo modello gestionale della Fondazione abbia permesso di ottimizzare la gestione, la valorizzazione e la promozione dell’area. Negli anni sono state ampliate le attività con la nascita del Polo Museale di Casa Zapata (2007), il Centro di comunicazione e promozione del patrimonio culturale titolato a Giovanni Lilliu (2008) e la scuola di restauro (2010). Oltre le attività di tutela, conservazione, accoglienza e visita guidata ai siti, l’offerta culturale si è arricchita attraverso la realizzazione di mostre, eventi, laboratori didattici, ricerche e differenti attività di promozione turistica a livello regionale, nazionale ed internazionale. Questi aspetti sono stati approfonditi da Caterina Lilliu, membro del CdA Fondazione Barumini e referente per le attività museali, insieme al coordinatore scientifico Giorgio Murru. Dal 2006 in cui si registravano circa 70.000 presenze si è passati nel 2019 a 160.000 presenze registrate nelle tre strutture gestite dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura.

I rappresentanti regionali AIGU Sardegna, Federico Porcedda e Gianfranco Sanna, hanno chiuso il webinar ringraziando tutti i relatori e studenti partecipanti e considerato il successo dell’iniziativa si valuterà il proseguimento di attività di divulgazione e promozione del patrimonio materiale e immateriale attraverso il format digitale.

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Il 31 gennaio a Serri (Sud Sardegna) si conclude la prima edizione del progetto “Archeosperimentando”, festival dedicato all’archeologia sperimentale e alla divulgazione della scienza archeologica.

Il progetto, svoltosi nel mese di settembre, è stato teatro di numerose iniziative di tipo culturale, racchiuse nella manifestazione chiamata “Archeosperimentando”. L’amministrazione comunale, con il contributo della Fondazione di Sardegna, ha portato avanti le sue politiche di valorizzazione e divulgazione del patrimonio culturale locale, in particolare l’archeologia, insieme alla promozione del santuario Nuragico di Santa Vittoria di Serri, gestita dalla cooperativa Acropoli Nuragica.

Da anni, infatti, l’Amministrazione comunale serrese ha puntato sull’archeologia quale catalizzatore e diffusore non solo culturale, ma anche e soprattutto economico. La convinzione è quella, infatti, di un paese che possa vivere grazie al turismo, contribuendo così alla crescita di tutto il territorio.

Il 31 gennaio, in occasione della chiusura del progetto, sarà presentato al pubblico il cortometraggio Bias de trigu – Un viaggio tra storia e tradizione, con la regia di Fabio Ortu – Terra del Punt e con la collaborazione scientifica di Federico Porcedda, Samuele Antonio Gaviano, Giovanna Fundoni, Luca Doro, Claudio Bulla, Valeria Congiatu, Riccardo Cicilloni, Juan Antonio Camara Serrano, Liliana Spanedda, Massimo Casagrande, Gianfranca Salis e Chiara Pilo.

Alla realizzazione del cortometraggio hanno partecipato anche i volontari del Servizio Civile del comune di Serri, un gruppo di massaie locali del CAS (Centro di Aggregazione Sociale) e gli archeologi del laboratorio RIPAM dell’Università di Sassari.

Il corto racconta il pane nella storia di Serri e della Sardegna. Un lavoro di valorizzazione, ricerca e riscoperta di tradizioni che hanno basi millenarie. La coltivazione del grano e la lavorazione del pane, dal periodo nuragico alle tradizioni di un passato recente. Un piccolo centro dell’isola che si racconta, si raccoglie e unisce attorno alla propria terra ed alla propria storia contadina. Un progetto di ricerca scientifica ed archeologica che scopre e dimostra come la lavorazione del grano e la panificazione fosse sapere comune per la civiltà nuragica.

Il cortometraggio, inoltre, verrà presentato durante il Firenze Archeofilm, Festival internazionale del cinema di archeologia, arte ed ambiente. Il festival è organizzato dalla rivista, edita da Giunti, Archeologia viva e si svolgerà dall’11 al 15 marzo.

Archeosperimentando è stato ideato e promosso dal Comune di Serri, grazie anche alle collaborazioni con il laboratorio RIPAM (Ricerche Integrate di Protostoria e Archeometallurgia della Sardegna) e l’associazione Sicut Erat; non mancano i preziosi contributi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell’Università degli Studi di Cagliari e Sassari, nonché dell’Universidad de Granada, dei giovani volontari del Servizio Civile Nazionale (in corso a Serri per il secondo anno), della Comunità Montana Barbagia di Seulo, del Laboratorio di Archeologia del Paesaggio (LArP) dell’Università degli Studi di Cagliari, del Consorzio Turistico dei Laghi e della cooperativa L’acropoli nuragica, che gestisce l’area archeologica di Santa Vittoria a Serri.

Il programma dell’evento, oltre alla conferenza di chiusura del progetto Archeosperimentando, prevede la presentazione ufficiale delle attività culturali che avranno luogo in occasione del 250° anniversario della costruzione della chiesa di Sant’Antonio. Al termine verrà inaugurato il nuovo diorama del pozzo sacro di Santa Vittoria, che sarà esposto nelle strutture comunali.

«La valorizzazione del patrimonio culturale passa anche attraverso un’attenta attività di divulgazione scientifica – ha detto il sindaco di Serri, Samuele Gaviano -. Il progetto Archeosperimentando sviluppato a Serri in questi mesi ha coinvolto attivamente studiosi e appassionati di archeologia, ragazzi e adulti in differenti attività, e si conclude con il cortometraggio, un lavoro accurato sulla storia del grano che coniuga attività di studio e promozione. Un modo anche questo per trasmettere alle future generazioni i valori identitari e culturali del nostro paese.»

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Dopo la prima campagna di scavo svoltasi a Nuxis, presso la grotta di Acquacadda, diretta dal professor Riccardo Cicilloni, docente e ricercatore di Preistoria e Protostoria presso il dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Cagliari, in collaborazione con la prof.ssa Elisabetta Marini del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, è iniziata una vera e propria operazione culturale. Grazie all’apertura dello scavo al pubblico e alla chiusura dello stesso durante i mesi invernali, è stato deciso di raccontare la prima campagna di scavo attraverso una mostra fotografica dal titolo “Dig in Acquacadda – Racconto per immagini della prima campagna di scavo”.

La mostra fotografica amplifica ancora di più l’attività di divulgazione e accessibilità del dato scientifico: «Grazie alla mostra fotografica sarà possibile, anche per chi non può accedere alla grotta, vedere e apprezzare quanto fatto durante il mese di settembre scorso», dichiarano i curatori Federico Porcedda, Marco Cabras e Riccardo Cicilloni.

La mostra verrà inaugurata venerdì 20 dicembre, alle ore 18.00, per l’occasione presso la grotta di Acquacadda. L’esposizione sarà itinerante.

Grande importanza si sta dando alla comunicazione. Alle attività di studio e ricerca infatti si stanno affiancando attività legate alla divulgazione dei risultati e ad una maggiore conoscenza del dato scientifico, attraverso una serie di iniziative online e offline: social network, scavo aperto al pubblico, seminari e attività con la comunità locale.

Tutto ciò rientra nella cosiddetta Terza Missione dell’Università di Cagliari, la quale si pone come obiettivi quelli di favorire l’applicazione diretta, la valorizzazione e l’impiego della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società.

Le attività di scavo e ricerca sono state rese possibili grazie alla concessione di scavo da parte del MIBAC – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e si sono svolte con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e del Comune di Nuxis, con il supporto tecnico dell’Associazione Speleo Club Nuxis, che gestisce l’area, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e per le Province di Oristano e Sud Sardegna. Le operazioni di scavo sono previste anche per le annualità 2020 e 2021, mentre le attività di ricerca e analisi dei dati di scavo sono in corso in queste settimane.

Il sito preistorico della grotta di Acquacadda (o Grotta de Su Montixeddu), frequentato a scopo funerario almeno dall’età del Rame, è già noto in letteratura in quanto negli anni ’60 del secolo scorso fu oggetto di un primo saggio di scavo, ancora praticamente inedito, condotto dalla compianta prof.ssa Maria Luisa Ferrarese Ceruti, afferente allora all’Università di Cagliari.

La ricerca ricade nell’ambito di un progetto più ampio, portato avanti dalla Cattedra di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari, mirante all’investigazione delle fasi preistoriche antecedenti la nascita della civiltà nuragica, con particolare riferimento alle attività di estrazione dei metalli ed alle attività metallurgiche che le popolazioni dell’età del Rame, e poi del Bronzo, effettuarono a partire dall’inizio del III millennio a.C.

La manifestazione e la mostra sono state realizzate grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del turismo, artigianato e commercio.