28 March, 2024
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Il dottor Giorgio Carboni, dirigente medico di Nefrologia, già direttore dell’Area socio sanitaria di Sanluri, è il nuovo direttore ad interim della ASSL di Carbonia. E’ stato nominato dal commissario straordinario dell’ATS Sardegna, Giorgio Carlo Steri, con delibera n° 683 di oggi 16 ottobre 2020, dopo le dimissioni improvvise di Ferdinando Angelantoni, che decorreranno dal 19 ottobre 2020.

Ferdinando Angelantoni dirigerà la Struttura Complessa del Distretto di Sanluri. Il nuovo incarico gli è stato attribuito dal commissario straordinario dell’ATS Sardegna, Giorgio Carlo Steri, con delibera n° 635 del 1° ottobre scorso e decorrenza dallo stesso 1° ottobre ma fino ad oggi l’ex direttore sanitario della ASSL di Lanusei ha continuato a ricoprire l’incarico di direttore della ASSL di Carbonia, che lascia per dimissioni volontarie, in una giornata che era iniziata con la nomina del nuovo direttore del Laboratorio di Analisi dell’Ospedale Sirai, Francesco Ronchi, già direttore del Servizio di Laboratorio dell’Ospedale di Sanluri, al posto della dottoressa Maria Cristina Garau. Il 16 ottobre 2020 registra così due tappe importanti per il presente ed il futuro della ASSL di Carbonia, in una fase resa particolarmente delicata dall’emergenza Coronavirus che nelle ultime settimane ha investito anche il Sulcis Iglesiente e lo stesso Ospedale Sirai, con l’accertamento di alcuni casi di positività tra medici ed infermieri e forti polemiche sul mancato avvio del servizio di processazione dei tamponi che persiste ancora oggi, nonostante il laboratorio sia stato dotato (acquistato con una donazione della Fondazione di Sardegna) di un macchinario, accreditato due settimane fa.

Ferdinando Angelantoni, 64 anni, nato e residente a Cagliari, era stato nominato direttore dell’Area socio sanitaria locale di Carbonia, il 19 novembre 2019, incarico che era stato lasciato vacante dalla dottoressa Maria Maddalena Giua, andata in pensione alcuni mesi prima. L’incarico inizialmente sarebbe dovuto essere di breve durata, in scadenza il 31 dicembre 2019, ma è stato successivamente rinnovato fino al 30 settembre 2020 e poi ancora in deroga, fino ad oggi.

Il 1° ottobre il commissario straordinario dell’ATS Giorgio Carlo Steri, con quella di Ferdinando Angelantoni alla direzione della Struttura di Struttura Complessa del Distretto di Sanluri – ASSL di Sanluri, che fa cessare anche l’incarico di Direzione di Struttura Complessa “Direzione di Presidio Ospedaliero Unico di Area Omogenea della ASSL di Lanusei” conferitogli con la deliberazione n. 10 del 08.01.2019, ha approvato altre nove delibere per il conferimento di altrettanti incarichi di direzione di Struttura Complessa.

Attribuzione incarico di Struttura Complessa Direzione del Distretto di Iglesias – ASSL Carbonia – afferente al Dipartimento Aziendale delle Attività Distrettuali (DAD), al dott. Carlo Murru.

Attribuzione incarico di Struttura Complessa Direzione del Distretto San Pietro e Sant’Antioco – ASSL Carbonia – afferente al Dipartimento Aziendale delle Attività Distrettuali (DAD), al dott. Sergio Caracoi.

Attribuzione incarico di Struttura Complessa Direzione del Distretto Sarcidano – Barbagia di Seulo e Trexenta – ASSL Cagliari – afferente al Dipartimento Aziendale delle Attività Distrettuali (DAD), al dott. Ugo Storelli.

Attribuzione incarico di Struttura Complessa Direzione del Distretto di Tempio Pausania – ASSL Olbia – afferente al Dipartimento Aziendale delle Attività Distrettuali (DAD), al dott. Antonio Francesco Cossu.

Attribuzione incarico di Struttura Complessa Direzione del Distretto Ghilarza – Bosa – ASSL Oristano – afferente al Dipartimento Aziendale delle Attività Distrettuali (DAD), al dott. Sergio Obinu.

Attribuzione incarico di Struttura Complessa Direzione del Distretto di Cagliari Area Vasta- ASSL Cagliari – afferente al Dipartimento Aziendale delle Attività Distrettuali (DAD), al dott. Antonello Corda.

Attribuzione incarico di Struttura Complessa Direzione del Distretto di Ales -Terralba – ASSL di Oristano – afferente al Dipartimento Aziendale delle Attività Distrettuali (DAD), al dott. Andrea Paolo Giuseppe Floris.

Attribuzione incarico di Struttura Complessa Direzione del Distretto di Oristano – ASSL Oristano – afferente al Dipartimento Aziendale delle Attività Distrettuali (DAD), al dott. Peppinetto Figus.

Attribuzione incarico di Struttura Complessa Direzione del Distretto di Macomer – ASSL Nuoro – afferente al Dipartimento Aziendale delle Attività Distrettuali (DAD), alla dott.ssa Maria Giovanna Porcu.

 

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Venerdì 28 febbraio, alle ore 18.00, presso il circolo Soci Euralcoop, in piazza Marmilla a Carbonia, si terrà la presentazione del libro “Metropolitània e àteros contos tòpicos, distòpicos e utòpicos” di Giuseppe Corongiu. Dialogheranno con l’autore Nicola Merche, Guido Cadoni e Giusy Fanti. Metropolitània è un libro che racconta di fantascienza, eros e vita contemporanea. Il Libro utilizza un sardo innovato, di avanguardia, che stupisce. In occasione della presentazione del libro l’artista Francesco Cossu allestirà in sala una mostra dei suoi lavori, ispirata alle tematiche del libro, dal titolo “chistionaus de democratzia” Al termine della presentazione si terrà una degustazione di vini offerta dalla Cantina Esu di Carbonia.

Metropolitània

Dodici racconti eretici, che non ti aspetti scritti in lingua sarda. Un mosaico narrativo di una terra di forte identità che inesorabilmente diventa un non luogo, un’espressione geografica attraversata con ferocia dalle contraddizioni della contemporaneità. Dagli scenari distòpici di una fantascienza solo simbolica, alle sofferenze attuali, con incursioni nel passato degli Anni Ottanta-Novanta del secolo scorso o nel futuro breve per indagare le ragioni del disastro culturale e sociale di un popolo che sembra aver smarrito la via abbracciando la dissoluzione. Non c’è più traccia della Sardegna antropologica, rurale e mitica. La sardità si è trasformata in vicenda globale o distopia agghiacciante. Agita i mostri e i sentimenti di un laboratorio letterario brulicante di passione, rimpianto, denuncia, voglia di rivincita, speranza mai sopita. La coscienza infelice del disastro sardo dove l’unica via di fuga è l’amore e la forza catartica della narrazione.

Giuseppe Corongiu

Giuseppe Corongiu è nato a Laconi (OR) nel 1965. Laureato in Lettere Moderne presso l’università di Cagliari, è da tempo attivo all’interno del movimento che si occupa della promozione e della valorizzazione della lingua sarda, nell’ultimo decennio ha orientato i suoi studi e il suo lavoro sul problema della co-ufficialità della lingua sarda e sulle problematiche dell’uso delle lingue di minoranza nei linguaggi settoriali, in particolare quello giuridico-amministrativo. Negli Anni Novanta del secolo scorso, all’indomani dell’approvazione delle leggi regionali e statali di tutela, è stato promotore del primo “Ufitziu de sa Limba Sarda”, della prima redazione di atti ufficiali in “limba” e di varie altre iniziative all’interno delle amministrazioni pubbliche per cui ha lavorato. Con “Pro sa limba ufitziale” ha compiuto in maniera esaustiva uno studio teorico, sistematico e pratico, di livello internazionale, sulla formulazione di un linguaggio giuridico-amministrativo efficace per la lingua di identità storica della Sardegna che punta alla co-ufficialità con l’italiano. L’opera è interamente redatta in sardo.

 

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Migliaia di persone che hanno affollato Luogosanto, le sue vie, le piazze. Una partecipazione popolare, che ha accompagnato le celebrazioni religiose e gli eventi laici. Un programma ricco, variegato, che ha dimostrato come il turismo religioso sia una risorsa per il territorio. Luogosanto e la Gallura hanno celebrato la “Festa Manna” con il corollario di una grande affluenza di pubblico, sia di curiosi e devoti provenienti da ogni parte dell’Isola, sia di turisti sbarcati da ogni parte del mondo per il rito atteso da sette anni. E’ stata l’apertura della Porta Santa il momento di più grande fascino, sentimento ed espressione di devozione di un percorso lungo, che ha messo Luogosanto al centro della Sardegna per gli ultimi giorni di agosto e le prime due settimane di settembre.

«Possiamo ritenerci pienamente soddisfatti per una manifestazione che ha riscosso un grande successo – sottolinea Agostino Pirredda, sindaco di Luogosanto -. Il merito va certamente a tutta l’organizzazione, con un plauso speciale per chi ha collaborato alla preparazione degli eventi, a partire dall’associazione “Fidali del 1975″ e a tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento delle varie manifestazioni. Le presenze registrate mi fanno affermare come l’evento sia cresciuto. Un premio per coloro che in questi anni hanno creduto e investito tanto, in termini di risorse economiche ed impegno, sulla Festa Manna della Gallura. Che rappresenta l’evento religioso più importante per Luogosanto, ma è una festa per tutta la Gallura e va visto come il più importante evento turistico di questo periodo. Un momento dell’anno che si colloca al termine della stagione estiva, per questo crediamo in un investimento e un evento anche turistico, che porta visitatori da ogni parte della Sardegna e turisti da ogni parte d’Europa e del mondo.»

Luogosanto città mariana, dunque, rappresenta un pilastro di quel turismo religioso che punta ad attrarre visitatori anche fuori dai classici e tradizionali mesi estivi.

Una grande partecipazione di pubblico ha accompagnato un ricchissimo calendario di eventi, fin dalla prima giornata dedicata ai festeggiamenti in onore della Madonna di Luogosanto: appuntamento che ha segnato il via ufficiale, con la novena, alla “Festa Manna” che da 791 edizioni commemora “la Regina incoronata di Gaddura”. Giovedì 29 agosto, nella Basilica di Nostra Signora di Luogosanto, dopo il Santo Rosario e il Vespro, ha avuto luogo la celebrazione della Santa Messa. Al termine della funzione, attorno al santuario, si è svolto il tradizionale rito popolare de “lu caracólu di li bandéri”, il corteo automobilistico delle bandiere religiose. Questo e molti altri eventi, tra appuntamenti religiosi e laici, sono stati gestiti dal Comitato dei Fidali che, dalla classe dei ’50, ha assunto un ruolo sempre più importante nell’organizzazione della festa. La classe ’75 festeggia un quarto di secolo dall’istituzione dell’organismo. La Festa Manna è composta da eventi laici e religiosi, il comitato organizzatore dei Fidali ogni anno ha una classe che si occupa di organizzare la festa. Quest’anno è toccato ai Fidali del ’75. «Voglio ringraziare sentitamente il presidente Massimo Pirredda, perché il comitato lavora tutto l’anno ininterrottamente promuovendo iniziative di vario genere per la ricerca di fondi – conferma il sindaco di Luogosanto -. Tutti danno il loro contributo, a volte con grande difficoltà. Alla fine tutto il paese contribuisce attraverso i Fidali per un intero anno».

«Il programma è stato articolato in spettacoli, processioni, il caracollo, i riti dei giorni fondamentali della festa – 7, 8, 9 e 15 settembre – ed i momenti dedicati alla novena – conferma Agostino Pirredda -. Il progetto, patrocinato dalla Regione Sardegna e dal comune di Luogosanto, ha raggiunto l’obiettivo di estendere i giorni di festa proponendo nelle giornate di spalla numerose forme di intrattenimento. La Festa Manna rappresenta per la nostra comunità l’evento più importante tra tutti i festeggiamenti che si svolgono nel corso dell’anno: la maggiore attrazione religiosa, culturale e turistica di cui disponiamo – spiega il primo cittadino di Luogosanto -. Sono queste alcune delle ragioni che ci hanno spinto a estendere l’impegno dell’amministrazione anche ai giorni che hanno preceduto la Festa Manna. Speriamo di aver centrato l’obiettivo offrendo anche al visitatore, che ha deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza a Luogosanto, diversi elementi di attrazione: alcuni consolidati nella tradizione e altri completamente inediti». Luogosanto, già Città Mariana, è stata inserita nei Percorsi Francescani e nei Percorsi di Pellegrinaggio: riconoscimenti importanti che fanno del centro gallurese uno dei pilastri del turismo religioso della Sardegna.

Il 7 settembre ha poi visto svolgersi un altro evento importante: l’ingresso del nuovo parroco, don Efisio Coni, cerimoniere vescovile e delegato regionale per la liturgia. Ha sostituito don Francesco Cossu, già parroco di Santa Maria della Neve ad Arzachena, che questa primavera aveva sostituito don Sandro Serreri. «I nostri più affettuosi ringraziamenti vanno a monsignor Sebastiano Sanguinetti, per averci onorato con la sua presenza in questa ricorrenza dell’apertura della Porta Santa – sottolinea il sindaco Agostino Pirredda –. Lo ringraziamo per aver presieduto la celebrazione dell’Eucaristia all’apertura della 791ª edizione della Festa Manna di Gaddura, in onore della Natività della Beata Vergine Maria di Luogosanto. Grazie anche per il dono di una nuova guida spirituale alla comunità di Luogosanto, nella persona di don Efisio Coni, figura di alta personalità nel presbiterio diocesano·»

Il calendario della Festa Manna ha poi visto svolgersi concerti, giochi, parate, conferenze, presentazioni di libri, fino al momento topico del 7 settembre, il giorno dell’apertura della Porta Santa con il rito presieduto dal vescovo Sebastiano Sanguinetti. Il giorno 8 settembre si è poi celebrata la Festa Manna di Gaddura. Il via la mattina con l’incontro del vessillo di San Simplicio, patrono della Diocesi, con quello della Regina della Gallura; i presidenti dei comitati si sono scambiati i saluti e hanno consegnato ai cavalieri in costume le bandiere per la solenne processione, che si svolge per le vie del paese. I cavalieri hanno una grande importanza storica nella processione, che si tramanda di generazione in generazione e che vede numerosi partecipanti provenienti da diversi paesi del territorio, insieme ai gruppi folk provenienti da tutta la Gallura. La processione ha poi ospitato le autorità civili e militari insieme ai sindaci dei diversi paesi della Gallura. «La loro presenza è stato motivo di onore e di arricchimento per la nostra comunità – sottolinea Pirredda -. Sento il dovere di ringraziarli a nome di tutti». Il 7 e l’8 settembre poi ci sono stati i due grandi concerti con star di livello nazionale: Bianca Atzei salirà sul palco sabato 7 settembre, i The Kolors la sera successiva. Eventi musicali che hanno attirato sotto il palco un pubblico numeroso ed entusiasta.

La Festa Manna di Gaddura è stata patrocinata dal Comune di Luogosanto, con il contributo dell’assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna e la collaborazione della Pro loco. I riti religiosi sono stati celebrati dalla Parrocchia Natività della Beata Vergine Maria, mentre i grandi eventi in Piazza Incoronazione sono stati organizzati e finanziati dal Comitato Festa Manna 2019 “Fidali 1975”, presieduto da Massimo Pirredda. Gli eventi culturali sono stati organizzati dall’Ufficio turistico comunale, dalla Biblioteca comunale e dalla Scuola di archeologia e comunità dell’Università di Cagliari. La direzione tecnico-organizzativa è stata affidata a Sémiti di Parauli, la direzione artistica a Riccardo Mura. La comunicazione è stata seguita dalla società Dodify di Olbia. Si ringraziano i cavalieri, i gruppi folk, le confraternite, i falegnami, i campanari, i fucilieri del Tav di Luogosanto, le associazioni “Lu Juali” e  “Civitas Mariana” e tutte le forze dell’ordine.

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La Festa Manna di Gaddura ha vissuto l’acme delle sue celebrazioni con l’apertura sabato sera della Porta Santa. Un evento religioso che ha coinvolto il cuore pulsante di Luogosanto, che ha saputo unire tutta la Gallura in uno sgorgare ininterrotto di emozioni. Sabato sera, dopo un’attesa di sette anni, è stata aperta la Porta Santa a segnare il momento religiosamente più alto e laicamente più coinvolgente. Alle 18.00 era iniziata la “Fèsta di li Bandéri” in via Vittorio Emanuele II, con il corteo delle bandiere delle chiese della Gallura, le confraternite, i cavalieri e la banda musicale di Aggius. Le autorità religiose e civili, insieme al gruppo folk e al comitato organizzatore, hanno quindi raggiunto la Basilica di Nostra Signora di Luogosanto dove, dalle 18,30, è iniziato il rito di apertura della Porta Santa seguito dalla celebrazione della la Santa messa.

Prima della solenne concelebrazione nei primi Vespri della Natività della Beata Vergine Maria, presieduta dal vescovo della diocesi di Tempio-Ampurias, monsignor Sebastiano Sanguinetti, si è svolto il rito di riapertura della Porta Santa, dopo i canonici sette anni di chiusura. Il cerimoniale ha seguito i passaggi scanditi dall’antico rituale: il vescovo – dopo aver dato tre colpi di martello – ha proceduto con l’apertura della Porta e la benedizione. La Porta Santa resterà aperta per un anno e verrà chiusa nuovamente il 7 settembre del 2020. Successivamente, durante l’omelia, il vescovo ha
proclamato il nuovo parroco: don Efisio Coni. La celebrazione è stata accompagnata dal coro parrocchiale “Nostra Signora di Locusantu” e al termine si è svolto il “Rito del Fuoco”: la processione penitenziale che ha visto la partecipazione dei fedeli galluresi e delle confraternite della Gallura, che hanno portato i ceri votivi dalla piazza della chiesa di san Quirico alla Basilica. Rito e celebrazioni che hanno visto la partecipazione di oltre mille persone arrivate da ogni parte della Sardegna.

«Abbiamo registrato una notevole partecipazione di fedeli e persone arrivate anche da altre regioni d’Italia per assistere all’apertura della Porta Santa – sottolinea il sindaco di Luogosanto, Agostino Pirredda -. E’ una conferma dell’importanza della Festa Manna anche come attrattore turistico.»

Durante l’omelia è stato nominato ufficialmente il nuovo parroco di Luogosanto, don Efisio Coni: «Siamo profondamente convinti che la grande esperienza di don Coni, le sue azioni e la sua presenza – commenta il sindaco – sapranno far progredire ulteriormente l’opera apostolica nella nostra chiesa». Plauso e stima per l’opera spirituale sono stati espressi anche nei confronti di don Francesco Cossu, il sacerdote e responsabile uscente della chiesa di Luogosanto. «Don Efisio Coni rappresenta una nuova guida spirituale, un dono per la comunità di Luogosanto, figura di alto profilo tra i presbiteri della diocesi – aggiunge il sindaco di Luogosanto -. I vecchi ricordano anche con veneranda memoria i Padri Francescani, don Giuseppe Inzaina e Preti Pauleddu Pintus. Insieme vogliamo proseguire il cammino comune, pur nella distinzione dei ruoli.»

Anche il Rito del fuoco, svoltosi all’imbrunire, è stato molto suggestivo, con grande coinvolgimento di popolo e la partecipazione massiccia delle Confraternite della Gallura. Alle 22.00, infine, l’appuntamento laico più importante, in piazza Incoronazione, per il concerto di Bianca Atzei: la cantante milanese, di origini sarde, si è esibita in una delle ultime date de “Il nostro Tour 2019”. Grandi classici del suo repertorio e un’esibizione che ha fatto scatenare il pubblico festante sotto il palco.

Domenica c’è stato il momento più importante della Festa Manna, con la giornata dedicata alle cerimonie religiose: è andata in scena la solenne processione con il simulacro della Vergine Maria, portato sulle spalle dai portantini, seguita dal corteo di cavalieri, i carri a buoi, i gruppi folk “Civitas Mariana di Luogosanto” e quello di Lotzorai, la banda musicale di Calangianus, le autorità religiose e civili, il comitato organizzatore e i gonfaloni dei Comuni. Un corteo colorato e festante grazie anche al contributo speciale dei bravissimi e coinvolgenti bambini del gruppo mini folk “Civitas Mariana di Luogosanto”. Alla processione di domenica, momento clou della Festa Manna di Gaddura, hanno preso parte circa 50 cavalieri in arrivo da tutti i paesi della Gallura e dell’Anglona, coordinati dall’associazione Lu Juali di Luogosanto, presieduta da Enzo Cassitta.

«Questa edizione della Festa Manna è stata tra le più sentite di sempre – sottolinea il sindaco di Luogosanto, Agostino Pirredda -. Non avevo mai vissuto l’apertura della Porta Santa. È stato un momento meraviglioso e che ha accompagnato anche la processione del sabato, vissuta con grande senso di partecipazione e devozione.»

Alla processione hanno partecipato numerosi sindaci galluresi, diversi rappresentanti della Regione, autorità civili e militari. «La presenza dei sindaci e con loro delle comunità che rappresentano, è molto importante – commenta Agostino Pirredda -. E’ la testimonianza diretta dell’importanza che riveste la Festa Manna per tutta la Gallura:»

A seguire, si è svolta la Santa Messa solenne presieduta dal parroco e cantata dal Coro polifonico “Regina di Gallura”. In serata, spazio alla musica con il concerto dei The Kolors preceduto dal balletto dei gruppi folk tradizionali, di Luogosanto e Lotzorai e dal gioioso gruppo mini folk dei bambini “Civitas Mariana di Luogosanto”.

Oggi, lunedì 9 settembre, penultimo giorno di festa, le manifestazioni tradizionali continuano con la Festa di San Giuseppe, la processione in onore del santo e il concerto della banda musicale di Calangianus nella piazza della Basilica. Alle 22.00, in piazza Incoronazione, si terrà l’esibizione della “tribute band” Radio Queen e, infine, domenica 15 settembre si concluderà il lungo periodo dei festeggiamenti con la gara di Downhill, prevista per la mattina, e l’esibizione delle Barbie Sounds la sera.

La Festa Manna di Gaddura è patrocinata dal Comune di Luogosanto con il contributo dell’assessorato al Turismo della Regione e la collaborazione della Pro loco. I riti religiosi sono stati celebrati dalla Parrocchia Natività della Beata Vergine Maria, mentre i grandi eventi in piazza Incoronazione sono stati organizzati e finanziati dal Comitato “Festa Manna 2019, Fidali 1975” presieduto da Massimo Pirredda. Gli eventi culturali sono stati organizzati dall’Ufficio turistico comunale, dalla Biblioteca comunale e dalla Scuola di archeologia e comunità dell’Università di Cagliari. La direzione tecnico-organizzativa è stata affidata a Sémiti di Parauli, la direzione artistica a Riccardo Mura. La comunicazione è stata seguita dalla società Dodify di Olbia.

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Grande successo di pubblico per la quinta edizione dell’evento “Calici DiVini”, organizzata a Luogosanto dalla Pro Loco, col patrocinio del Comune e la collaborazione del Comitato Fidali 75: la manifestazione si è svolta la sera di venerdì 2 agosto e ha consentito alle tante persone che si sono affollate nelle strade del borgo medievale di scoprire alcune delle migliori produzioni enogastronomiche della Gallura.

Le degustazioni dei vermentini galluresi sono state accompagnate dai cibi e dai piatti tipici della zona: gli organizzatori hanno lavorato per garantire uno standard qualitativo dei prodotti molto alto, cosi come impone la tradizione di questo evento.

Le Cantine galluresi che hanno partecipato a “Calici DiVini” sono state Siddùra, Ohes e Balares di Luogosanto, Surrau di Arzachena, Tondini di Calangianus e La Neula di Telti, oltre all’ospite speciale, ossia la Cantina Berritta di Dorgali, che ha presentato il suo vino bianco Panzale. «La valorizzazione in chiave turistica delle aree interne della Sardegna passa necessariamente tramite la promozione delle eccellenze enogastronomiche, e Luogosanto può vantarne alcune di altissimo profilo – spiega il sindaco Agostino Pirredda – noi crediamo fortemente in Calici DiVini e ci auguriamo che la manifestazione possa continuare anche in futuro.»

Molti turisti tra gli stand esposti venerdì sera: sia sardi, sia nazionali, ma anche provenienti da paesi esteri.

«L’amministrazione comunale continuerà a lavorare per potenziare gli attrattori turistici di Luogosanto: quelli naturalistici, religiosi, culturali, archeologici ed enogastronomici – sottolinea Agostino Pirredda – devo ringraziare la Pro Loco, il Comitato Fidali 75, l’ufficio turistico, il parroco don Francesco Cossu e tutte le persone coinvolte in Calici DiVini.»

Angelo Cuccu, presidente della Pro Loco Luogosanto, afferma: «Siamo sicuramente soddisfatti della buona riuscita della manifestazione. Calici DiVini è nata con noi, ed è cresciuta grazie alla sinergia di una intera comunità, cercando sempre di caratterizzarla per la qualità dei prodotti  esposti. È questa la peculiarità che ci differenzia da altre iniziative simili. I vini sono i grandi protagonisti dell’enogastronomia di Luogosanto e della Gallura, pertanto ringrazio tutte le cantine che hanno partecipato all’evento: senza di loro, non sarebbe stato possibile realizzarlo. Ringrazio anche i soci della Pro Loco, i Fidali, il Comune e le forze dell’ordine».

Un evento nell’evento è stata la consegna della bandiera di Città del Vino: una cerimonia che suggella ufficialmente l’ingresso del comune di Luogosanto nella grande associazione nazionale che unisce le aree enologiche più prestigiose d’Italia. Il sindaco Agostino  Pirredda spiega: «Per la nostra comunità si tratta di una opportunità notevole, l’associazione Città del Vino garantisce visibilità e operazioni di marketing territoriale molto efficaci. Ci aspettiamo sicuramente un ritorno d’immagine e non solo, sia per il Comune ma soprattutto per le attività produttive che lavorano qui a Luogosanto».

Calici DiVini ha rappresentato l’esordio di Luogosanto in qualità di Comune appartenente a Città del Vino. La bandiera è stata consegnata dal coordinatore dell’associazione in Sardegna, Giovanni Antonio Secchi. Gli eventi a Luogosanto proseguono oggi con “Lu paliu di la stella”, una spettacolare gara equestre organizzata dall’associazione “Lu Juali”.

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Giorgio Madeddu.

Lettera aperta ai cittadini del Sulcis Iglesiente

Cari amici,

nei giorni scorsi la dirigenza Assl ha inaugurato i locali del nuovo Pronto soccorso dell’Ospedale CTO di Iglesias. Celebrazione patetica, fotocopia di quanto abbiamo ammirato in precedenza, nessuna auto critica sui ritardi biblici sulle promesse del passato, siamo stati spettatori di improbabili dichiarazioni, esaltanti, quasi maniacali dei dirigenti sul presente e futuro della nostra sanità. In perfetto stile sanità-partito inaugurazione di locali (mura per essere chiari), Barranu-Dirindin: Ospice al Santa Barbara? O come le stravaganti inaugurazioni di Maurizio Calamida: Triage Fast Track Infermieristico al CTO senza Pronto Soccorso, 118 al terzo piano dell’ospedale F.lli Crobu ed inaugurazione prenatalizia di poltrone ed audiovisivi nella pediatria del Santa Barbara, con l’allora presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. Non ci sono dubbi l’aria natalizia, soprattutto se prossima alle elezioni, scatena le compulsioni inaugurative, e si festeggia il nulla, alcolizzando le vere carenze e responsabilità, bollicine di visibilità preelettorali.

Il resoconto de “L’Unione Sarda” sgomenta e indigna per la faccia tosta delle dichiarazioni: «Un traguardo importante-dichiara la d.ssa Giua…rilanciamo quest’ospedale», il rilancio di un ospedale non è garantito dai miglioramenti murari per quanto necessari, i pazienti fino ad ieri vergognosamente ricevuti in un accampamento medioevale che solo l’ammirevole premura e professionalità di medici e infermieri trasformava in Pronto Soccorso ma, germoglia, dall’entusiasmo e motivazione degli operatori, e dalla fiducia che la Comunità su questi ripone. Esaltare locali e tecnologie senza valorizzare il talento dell’Uomo è l’anticamera della decadenza. «Rilanciamo quest’ospedale.» Il CTO è stato riferimento e risorsa per l’intero Sulcis, oggi è un campo di battaglia simile alla Beirut bombardata, il Pronto soccorso anche dopo la recente cosmesi è, comunque, sprovvisto di affiancamento cardiologico e neurologico full time, parziale sostegno chirurgico, ortopedico e otorino, talenti questi umiliati dal week surgery di Onnis-Arru-Pigliaru. La d.ssa Giua come i precedenti (tutti) marziani di partito inviati da Cagliari per “stabilizzare” la devastazione della sanità del Sulcis Iglesiente, parla di rilancio del CTO? Stravagante! Eppure dovrebbe essere informata che prossimamente si concluderà la storia della Chirurgia pediatrica di cui non ha mai parlato. Raggiunto il pensionamento del primario e dell’aiuto anziano, accolto il trasferimento di un’apprezzata chirurga pediatrica, il reparto dopo 37 anni di straordinaria avventura scientifica ed umana, chiude miserevolmente i battenti, non per sconfitta professionale ma perché i politici si sono dimostrati quaquaraquà, dilettanti, superficiali. La Chirurgia pediatrica del F.lli Crobu orgoglio del Sulcis, muore non per mancata professionalità dell’equipe iglesiente, non perché improduttivi, ma perché gli illuminati partiti sardi hanno deciso da Soru-Dirindin, Cappellacci-De Francisci a Pigliaru-Arru, che il talento chirurgico-pediatrico del Sulcis dovesse morire. Il CTO di Iglesias è risorsa che merita una difesa territoriale, riteniamo dilettantistiche le difese di campanile e le immature, sterili e divisorie avanguardie solitarie, proponiamo alleanze ragionevoli dell’intero territorio finalizzate alla qualità sanitaria locale. Nei prossimi mesi l’ortopedia del CTO di Iglesias, dopo una storia di straordinaria professionalità da riferimento regionale morirà, gli ortopedici sopravvissuti perderanno per pensionamento il primario dott. Porqueddu, stimato professionista, ed il mitico Traumatologico del Sulcis, sarà cancellato, altro che Unità complessa, forse un ambulatorio part time, forse. Anche il servizio otorino, baluardo dell’intero Sulcis, presenta criticità e sofferenze, da riferire alla gestione e carenza del personale, la d.ssa Giua quando parla di rilancio pensa al poker di fine settimana ma francamente per il Sulcis il rilancio sanitario decollerà quando la sanità non avrà nulla a che fare con i partiti politici ed i talenti saranno premiati per quanto valgono nelle sale operatorie e negli ambulatori. Alla marziana d.ssa Maddalena Giua si affianca l’astronauta d.ssa Viviana Lantini, la sua dichiarazione impertinente «Ci siamo fatti un bel regalo di Natale…» meritava una pernacchia dei presenti senza sponsor ma, nel mondo degli equilibri politici ed anestesia ormonale, l’ipocrisia supera l’orgoglio. L’articolo si concludeva con la dichiarazione eccessivamente ottimistica del sindaco di Iglesias Mauro Usai sul futuro del CTO, è scontato, infatti, che dopo la cura dimagrante Calamida-Onnis-Giua, il CTO non sarà in tempi ragionevoli «…un presidio rispondente alle esigenze del territorio». 

Gli amministratori del Sulcis Iglesiente uniti e motivati alla difesa della sanità della loro Comunità non hanno altra chance, devono unirsi, superare i campanilismi ed i personali narcisismi oggi palpabili, difendere i bisogni dei loro cittadini e, se non si realizzano prima delle elezioni regionali, consegnare le schede elettorali. Noi non festeggiamo un bel niente, siamo seriamente preoccupati per il tracollo annunciato dal dilettantismo, mancata programmazione, del tirare a campare fino alle prossime elezioni e così via. A tanti forse è sfuggito un piccolo dettaglio, assenti i sindaci del territorio, assenti Pigliaru, Arru e Moirano che, normalmente, timbrano il cartellino anche per inaugurare fonendoscopi e cateteri vescicali. L’atmosfera di disinteresse e solitudine che aleggia attorno al CTO merita riflessione, umiltà ed inversione di marcia.

Cari Amici del Sulcis Iglesiente,

a seguire troverete alcune riflessioni sulla Chirurgia pediatrica da noi divulgate nel gennaio 2012, casistica fino al 2015, consegnatele ai consiglieri regionali che avete sostenuto e stimate, chiedete loro cosa hanno fatto, coinvolgeteli, come può il Sulcis risalire la china della decadenza morale, economica e politica se non riusciamo a trattenere, difendere e valorizzare i pochi talenti che abbiamo?

Iglesias, 24 dicembre 2018

Giorgio Madeddu

 

30 anni di Chirurgia Pediatrica

La vigilia di Natale del 1981 la sala operatoria dell’Ospedale Pediatrico F.lli Crobu, ospitava tra l’emozione generale, il primo intervento di Chirurgia Pediatrica. Nasceva nella nostra città la più significativa realtà chirurgica regionale sul piccolo paziente ma, considerando le stravaganze della politica sanitaria sarda, quale presente e quale futuro si prevede per questo nostro “Talento sanitario”?

24 dicembre 1981

L’avvincente storia della Chirurgia pediatrica del Crobu è stata protagonista di una nostra precedente divulgazione (novembre 2006) quando i lanciafiamme regionali nella bozza del Piano Sanitario Regionale avevano cancellato il Reparto dalle risorse sanitarie della Sardegna.

I nostri interventi spesso recidivanti, vuoi perché non molliamo la presa vuoi perché orgogliosamente liberi non possediamo affinità e prossimità con i linfonodi del potere (sanitario in questo caso) ai quali ricordiamo costantemente doveri e responsabilità. Caparbi perseveriamo, fiduciosi che il tempo sia assolutamente galantuomo.

Sintesi storica

1978: L’Ente Ospedaliero F.lli Crobu di Iglesias presenta alla Regione un progetto per adeguarsi alle nuove esigenze sanitarie. Il nosocomio nacque nel 1958 per contrastare l’emergenza tubercolosi tra i bambini della nostra regione; era infatti particolarmente diffusa tra i figli dei minatori del Sulcis drammaticamente colpiti in quegli anni da silicosi e tubercolosi.

1979: La Regione accoglie la proposta e sul Lago Corsi planano: Pediatria, Chirurgia pediatrica, Anestesia e Rianimazione, Neuropsichiatria Infantile, Otorinolaringoiatria, Centro trasfusionale.

1981: In piena estate dott. Francesco Cossu primario anestesista organizza l’ equipe che affiancherà per quasi un ventennio le discipline chirurgiche del F.lli Crobu.

1981: 24 dicembre, il prof. Candido Daniele Pinna effettua il primo intervento.

Le fondamenta della Chirurgia pediatrica ad Iglesias hanno origini lontane, precedono l’applicazione in Sardegna della Riforma sanitaria e dello strapotere dei politici in sanità, prima nelle USL e dopo la legge 502 del 1992 nelle Aziende sanitarie locali. Germoglia dall’esigenza, rivendicata da più parti, di una chirurgia dedicata al bambino spesso reclutato impropriamente tra gli adulti e non certo dal famelico appetito clientelare che ultimamente rileviamo.

La Divisione diretta dal dott. Barletta, sostenuta da anestesisti dedicati all’assistenza pediatrica, conquista la fiducia dei sardi, da Teulada a La Maddalena raggiungono Iglesias piccoli pazienti e famiglie al seguito. Cresce, anno dopo anno, il numero dei ricoveri e degli interventi anche dei più impegnativi grazie alla passione, competenza e generosità di chirurghi e anestesisti che nei momenti più delicati si organizzano e condividono i dubbi e le sfide che la professione quotidianamente presenta.

Unico reparto di Chirurgia pediatrica della Sardegna ha ricevuto consensi e gratitudine dalla Comunità quanto disinteresse dagli amministratori ASL e dai politici regionali.

Nei suoi gloriosi 30 anni la Chirurgia pediatrica ha trattato oltre 15.000 bambini, negli anni ’90 si registravano 800 interventi all’anno per poi ridursi e attestarsi attualmente a 400.

L’ultimo decennio il reparto, diretto brillantemente dal dott. Licciardi, ha sperimentato il disinteresse e il dilettantismo delle intercambiabili gestioni della ASL 7.

Il primo grande attacco alla Chirurgia pediatrica?

La gestione stravagante del Servizio di anestesiologia!

Il primario dott. Cossu dal suo arrivo a Canonica sollecitava l’Azienda sanitaria a dotarsi di una Rianimazione pediatrica; lo riteneva un supporto fondamentale per il futuro non solo della Chirurgia pediatrica e della Pediatria ma anche dell’Otorinolaringoiatria che nell’’84 comincia come servizio e nell’’89 si trasformerà in reparto diretto dal dott. Medda ma anche dell’Ortopedia del CTO che negli anni 80 assisteva una buona percentuale di bambini. La proposta non verrà mai accolta e dott .Cossu avvertendo conclusa la sua missione chiederà il trasferimento a Cagliari, lo seguiranno i suoi collaboratori più anziani.

Servizio di Anestesiologia:

1998: 1 primario + 7 anestesisti. Esperienza media per medico: 13 anni

2000: 5 anestesisti. Esperienza media per medico: 4 anni

Come già denunciato nel 2006 l’Anestesiologia del Crobu, perfezionatasi prevalentemente sul bambino fu abbandonata senza ricevere rinforzi programmati. Le carenze d’organico, costantemente colmate da neospecialisti e consulenti esterni, non garantivano più il sostegno e la sicurezza del passato. Espletato il concorso per sostituire Dott. Cossu, la vincitrice chiede aspettativa ma agli inizi del 2002 rinuncia. La ASL effettua una scelta incomprensibile, smentisce se stessa, non promuove uno tra gli anestesisti idonei al primariato presenti nella stessa graduatoria ma, centralizza le anestesie dei tre ospedali cittadini preferendo ricompensare, generosamente, consulenti esterni e non investire su un primario anestesista dedicato alla Chirurgia pediatrica e all’Otorino.

2006: la bozza del Piano sanitario regionale prevedeva due U.O. di Chirurgia pediatrica inabissando, in perfetto stile battaglia navale sanitario, la divisione iglesiente, unica realtà sarda operativa allora da 25 anni. L’incomprensibile proposta dell’assessore Nerina Dirindin venne modificata da un emendamento che non decapitava la nostra Chirurgia pediatrica, ma secondo le nostre previsioni decretava la lenta agonia della Chirurgia Pediatrica Sarda. Le realistiche previsioni che comunicavamo nascevano dalla sfiducia nel sistema sanità inaffidabile e schizofrenico, poco avvezzo al rispetto e valorizzazione dei talenti autoctoni ma compulsivamente orientato a sostenere e premiare i rassicuranti portaborse in càmice.

Proposta di Amici della Vita per la Chirurgia pediatrica

Istituzione al CTO del Dipartimento pediatrico del Sulcis Iglesiente: Chirurgia Pediatrica, Pediatria, Neonatologia, Neuropsichiatria Infantile, Ginecologia e punto nascite (basta con i doppioni!)

Team di anestesisti dedicati al bambino e 2 posti letto di Rianimazione pediatrica (la ASL 7 ha 2 rianimazioni per adulti nessuna accoglienza pediatrica)

1 Cardiologo pediatra (la ASL 7 annovera 20 Cardiologi per l’Adulto, O ZERO! per i bambini),

1 Radiologo-Ecografista Pediatrico.

Pronto soccorso pediatrico.

L’investimento a sostegno di una squadra di Chirurghi validi e appassionati, sarebbe stato certamente modesto, in grado di soddisfare pienamente le richieste della Sardegna interrompendo la mobilità passiva extraregionale, sarebbe stata razionalizzazione vera!

Non pensavamo minimamente di difendere una nostra proprietà, desideravamo salvaguardare una risorsa indispensabile ai bambini della nostra regione. Ipoteticamente nell’interesse generale il personale tutto della Chirurgia pediatrica del Crobu avrebbe potuto essere trasferito a Cagliari, Oristano, Nuoro e altrove adeguatamente potenziato riconoscendogli impegno, passione e capacità, avremo applaudito chiunque avesse sposato la linea della funzionalità ed efficienza ma abbiamo rilevato invece: clientelismo, campanilismo, gassosa maldestramente mimetizzata.

Piano sanitario regionale

2007: il 19 gennaio viene approvato il Piano sanitario regionale, prevede tre Chirurgie pediatriche: Iglesias e le due Aziende Ospedaliere-Universitarie di Cagliari e Sassari ma ancor oggi dopo cinque anni non esiste un riferimento regionale alternativo alla Chirurgia pediatrica di Iglesias. Il 2007 doveva essere l’anno del trasferimento al CTO quasi pronto ad accogliere tutti i reparti per acuti di Iglesias.

L’esodo in effetti ci fu ma la carovana raggiunta Piazza Sella incocciò il semaforo che perentorio intimò: contrordine compagni, tutti al Santa Barbara dove l’anestesiologia è di ottimo livello, esperta sull’adulto ma con scarsa esperienza pediatrica. I chirurghi trovano subito limitazioni e patologie un tempo affrontabili nello storico Crobu saranno inviate a reparti della penisola con gravi disagi ai pazientini ed alle famiglie; certamente secondarie ma non trascurabili le ingenti spese regionali per i viaggi che alcuni battezzarono della speranza ma riteniamo più opportuno definirli del dilettantismo e dell’ignavia.

Il Direttore generale della ASL (dott. Benedetto Barranu) affermò pubblicamente che alcuni anestesisti avrebbero perfezionato nelle eccellenze continentali le conoscenze neonatologico-pediatriche, si sbilanciò, fece addirittura il nome della prima candidata con valigia pronta. Qualche mese dopo gli ricordammo, affettuosamente e pubblicamente, che l’anestesista aveva ottenuto un trasferimento (peraltro definitivo!!!) ad altra realtà nazionale e suggerimmo per il futuro di investire i denari della nostra Comunità per specializzare e valorizzare professionisti stanziali e non transeunti.

I risultati della Chirurgia pediatrica sono stati straordinari se consideriamo le difficoltà e gli ostacoli incontrati nei 30 anni di attività. Carenza cronica d’0rganico, salti mortali per garantire l’attività di reparto, di sala e ambulatoriale. Eterne guardie interdivisionali, prima con l’Otorinolaringoiatria poi con la Chirurgia generale e recentemente con la Pediatria, fanno pensare ad una equipe sempre in emergenza, pletora di reperibilità, impossibile l’aggiornamento e il confronto con le realtà nazionali e internazionali, riposi e ferie quasi impossibili, rischio significativo di burn-out e malpractice.

Non scordiamo che stiamo tratteggiando la storia dell’unica accoglienza di chirurgia pediatrica in Sardegna, non di un sotto utilizzato doppione sanitario, non di un’Unità operativa a mobilità passiva per la ASL 7 come tante altre (1400 visite ambulatoriali nel 2011 il 60% delle quali a provenienza extra ASL); ebbene, malgrado quanto abbiamo evidenziato è stata abbandonata al suo destino!

Come precedentemente riportato la maggioranza di centro sinistra alla regione sarda sostenne la proposta dell’assessore della Sanità per cui: Chirurgia pediatrica a Iglesias, Sassari e Cagliari.

La Dirindiniana fatica, presentata come brillante esempio di razionalizzazione sanitaria (massima efficacia a costi contenuti, eliminare i doppioni e i servizi sotto utilizzati o parassitari), al capitolo Chirurgia pediatrica si è dimostrata superficiale, irrazionale, disinformata! Le sarebbe bastato visitare il sito www.chped.it della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica (S.I.C.P.) per evitare tanto dilettantismo. Fosse stata più umile e curiosa avrebbe appreso quanto da anni emergeva:

Italia: 57 Centri di Chirurgia Pediatrica istituiti tutti prima del 1983 in virtù del baby boom nazionale.

Il T.O.L. (tasso occupazione letti) delle Chirurgia pediatrica negli anni novanta è mediamente in Italia del 64% parametro che il legislatore considera premessa alla riduzione dei posti letto, o addirittura alla chiusura del reparto.

La S.I.C.P. prendendo atto della denatalità nazionale e dell’inappropriatezza dei ricoveri (bambini normalmente ricoverati in chirurgie per adulti in contrasto alle direttive del Piano sanitario nazionale 1994!) inviò nel marzo 1999 al ministro della Sanità un rapporto dettagliato concludendo che: istituire nuovi Centri di Chirurgia pediatrica. avrebbe favorito la dispersione delle patologie più importanti, impoverimento professionale degli Operatori e ulteriore riduzione del T.O.L.

La S.I.C.P., condividendo le conclusioni della British Association of Paediatric Surgeons sul rapporto tra numero reale e ottimale delle Chirurgia pediatrica in Europa, ritiene per l’Italia necessari 22 Centri ben organizzati: 1/2,5 milioni di abitanti.

La scelta dell’assessore Nerina Dirindin, mal si adattava a quanto sostenevano le Società scientifiche internazionali di Chirurgia pediatrica; per queste la nostra Regione avrebbe necessità al massimo di una Chirurgia Pediatrica. La singolare decisione di eliminare Iglesias e incoraggiare Sassari e Cagliari da inventare ex novo, insospettì anche quanti come noi ricercano l’essenzialità e detestano il facile campanilismo che nelle rivendicazioni sanitarie fa emergere squallidi egoismi di quartiere e condominio. Il passaggio successivo: garantire la sopravvivenza di Iglesias dopo le pressioni di un territorio sensibile più alla parrocchia che alla qualità del servizio regionale, spianò la strada a 3 Chirurgie pediatriche quindi 1 Centro/550.000 abitanti! Questa decisione, considerata una vittoria epica del centro sinistra sulcitano protagonista dell’emendamento di Pirro, portò la Sardegna alla più grande densità di Chirurgie pediatriche per popolazione del mondo che se realizzata determinerà contestualmente il ridimensionamento professionale delle tre equipe e per finire il fallimento economico dell’operazione. Le tre realtà saranno sicuramente motivo di inaugurazioni e assunzioni blindate ma numerosi saranno i letti ben rimboccati, nessuna svilupperà eccellenze e talenti (a meno che non sia stato già deciso chi deve ricevere i sostegni tecnologici e multi specialistici e chi no), i viaggi per la penisola non si arresteranno! La malinconia di assistere alla disintegrazione della straordinaria esperienza dei chirurghi del Crobu ci suggerì allora come oggi di assumere posizioni decise contestando le scelte regionali. Rinnoviamo oggi il nostro dissenso dopo aver rilevato che al Microcitemico di Cagliari sembra imminente l’avvio della Chirurgia pediatrica e in Gallura la stampa ci informa del feeling tra il San Raffaele, la giunta regionale e l’intero arco costituzionale dei politici sardi per il possibile decollo di un polo pediatrico d’eccellenza. Non è ben chiaro se nascerà la 4ª Chirurgia pediatrica lievitando a 1/400.000 abitanti (barzelletta interplanetaria) o se stiamo per convenzionarci e trasferire qualche milione di euro alle banche della sanità privata.

Abbiamo delegato la Sanità ai dilettanti!

La Sardegna ha bisogno di una sola Chirurgia pediatrica di ottimo livello capace di:

1. affrontare le problematiche delicatissime che i nostri neonati e bambini presenteranno.

2. scordare i viaggi della disperazione costosi e umilianti.

3. pensare con orgoglio di poter essere utili anche a quelle migliaia di bambini che dal nord africa si affacciano sulla nostra terra pieni di speranza.

Il polo Chirurgico pediatrico regionale non può prescindere dalla esperienza del F.lli Crobu, potrebbe non essere Iglesias la sua postazione futura ma quella storia non può essere accantonata.

Le responsabilità dei politici del passato sono evidenti ma ancora più palese è la superficialità e l’invisibile propensione alla programmazione sanitaria degli attuali governanti. Ridicoli, incoraggiano per la costante ansia clientelare la moltiplicazione di servizi (dirigenti medici, infermieri e amministrativi) destinati al fallimento assistenziale ed economico. Riteniamo ancora attuale la proposta avanzata un lustro addietro, proiettata a difendere un patrimonio professionale, culturale, umano, di accoglienza e solidarietà al bambino malato e al suo mondo. Valori ai quali non possiamo rinunciare, che travalicano il semplice campanilismo che possono eventualmente essere trapiantati altrove ma non possono andare dispersi per l’inconsistenza di quanti non hanno niente di più significativo che inaugurare intonaci, letti, soprammobili, ecografi. Crediamo si debbano festeggiare le imprese umane, le guarigioni dei pazienti, gli anni di sobrietà degli alcolisti e tossicodipendenti, la sopravvivenza dei malati tumorali. Ci emozioniamo davanti all’eroismo dei tanti operatori sanitari liberi che si impegnano in silenzio per la Comunità, insensibili al fascino mortale delle sirene, faranno certamente poca carriera ma danno significato pieno ad una nobile professione che la politica vuole subalterna e asservita ai propri interessi. Siamo disponibili a festeggiare il 100° malato terminale accolto nell’Hospice di Iglesias, il 1.000° intervento di Chirurgia pediatrica al CTO, il 1.000° bambino nato al CTO, la riapertura della Cardiologia ad Iglesias.

Si celebrano le opere realizzate dall’Amore e dall’Impegno dell’Uomo.

La sanità pubblica ha bisogno di riscoprire il senso della sua missione, accettare le sfide che la sofferenza costantemente presenta, avvicinarsi con maggiore umiltà alla malattia non sempre dominabile, ma in primo luogo deve affrancarsi dalla politica, cancro infiltrante e parassitario.

Riteniamo sempre più attuale e indifferibile prima della devastazione del Servizio Sanitario Nazionale sottrarre il controllo gestionale delle ASL ai partiti riportando alla Comunità responsabilità e autodeterminazione. Proponiamo da tempo:

Elezione popolare dei Direttori generali delle ASL (abrogazione art. 3 D.L. 502/92)

Designazione tra professionisti qualificati candidati a gestire la sanità territoriale sottoponendosi alla valutazione degli assistiti. Elezione contemporanea al presidente della Provincia e dove questa non si identifica al territorio della ASL con il sindaco della città capofila.

La Comunità elegge il proprio Direttore generale che riconfermerà o destituirà per la qualità del lavoro svolto e non per il servilismo ai partiti. Si otterrebbero due risultati straordinari:

Sanità pubblica calibrata sull’Uomo

Riportare i partiti politici, che dalla Sanità pubblica attingono il 75% del potere e della loro arroganza, alla reale percezione dei bisogni e delle necessità sociali.

In Sardegna alcuni sindaci, amministratori, partiti e associazioni giudicano i 10 referendum popolari utili a ridimensionare il potere della casta, riteniamo questi aspiranti dermatologi degli illusi, se non sottraiamo la linfa vitale del clientelismo e dell’assistenzialismo, di semplice cosmesi si tratta.

Ringraziamo tutto il personale della Chirurgia pediatrica di Iglesias per l’impegno, la professionalità e l’amore dimostrato ai Bambini sardi nei 30 anni della sua storia.

Gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo.

Assistiamo passivi ad una decadenza globale del nostro tessuto sociale, la sanità pubblica è solo uno degli aspetti. La rassegnazione che i gestori della sanità vorrebbero inocularci merita reazioni composte ma decise dell’intera comunità.

Chirurgia pediatrica 2015

Nel dicembre 2012 il reparto è stato trasferito al CTO e fa sorridere che potrebbe festeggiare l’Assunta nuovamente al Santa Barbara qualora le indiscrezioni sulla “chiusura per ferie” troveranno conferma. La Chirurgia pediatrica di Iglesias ha subito negli ultimi 10 anni il più terroristico attentato politico ad un reparto ospedaliero che in Sardegna si sia mai visto:

a) Soru Dirindin; 3 Chirurgie pediatriche

b) Cappellacci De Francisci: 3 Chirurgie pediatriche + 1 (San Raffaele)

c) Pigliaru Arru: 3 Chirurgie pediatriche + 1 (Mater Olbia)

Due transumanze di operatori ma soprattutto di bambini e famiglie disorientate in 5 anni ma non escludiamo la terza nelle prossime settimane. Chi ha rallentato e ridimensionato il volume di interventi e solidarietà al Bambino è stata la gestione clientelare dei partiti orientati a premiare i grandi elettori piuttosto che i grandi talenti.

Interventi Chirurgia pediatrica: 1988/1989 media 800

2010/2011 media 400

2013: 278

2014: 248

2015: 94 (1 gennaio/31 maggio)

I risultati della Chirurgia pediatrica di Iglesias sono ancor oggi straordinari, se interpretati nel contesto del boicottaggio della Regione ma che i politici nostrani hanno alimentato. La devastazione della sanità del Sulcis è stata merce di scambio per carriere politiche, vantaggi ed equilibri di partito che non possiamo accettare né avallare.

La Chirurgia pediatrica di Iglesias è certamente la migliore realtà sarda, solo i partiti politici (tutti!!!) non sono al corrente della qualità e sicurezza che questi operatori garantiscono. Al dott. Onnis, che spesso propone numeri per avallare i sega-reparti della Regione, proponiamo una riflessione:

A fine maggio 2015, si è tenuta a Costa Rei una convention di chirurgia, dove si valutava la percentuale per reparto di trattamenti video laparoscopici nell’appendicite acuta, per le Chirurgie pediatriche i risultati sono stati: Cagliari: 11,3%, Sassari: 0, Iglesias: 43,9%.

Il reparto in Sardegna con le tecniche più all’avanguardia è quello di Iglesias, ha ridotto il numero di interventi per motivi politici non certo per stanchezza o demotivazione, mettiamoli nelle condizioni di lavorare attrezziamoli per essere competitivi (fu necessaria una sollecitazione popolare e giornalistica per acquistare lo sterilizzatore del gastroscopio), chiudiamolo se non tiene il confronto. Oggi, considerando la modestia delle Chirurgie pediatriche cagliaritana e sassarese, non sostenerlo è autentica follia, ingiustizia e danno sociale. Chiudere il reparto per ferie o come si paventa ambulatorio al CTO e 4 posti letto al Santa Barbara riducono inevitabilmente l’attività operatoria. Francamente è inaccettabile la scelta di interdire l’accesso estivo ai reparti di Ortopedia e Chirurgia pediatrica per le difficoltà oggettive che l’intero Sulcis sperimenterà, in una ASL con mobilità passiva impressionante, in una comunità dove la parola d’ordine di tutte le campagne elettorali è “avanti con il turismo” ridimensioniamo l’accoglienza sanitaria nei mesi di maggior affluenza turistica? Le scelte e le argomentazioni della ASL non convincono, del resto i rappresentanti dei medici ed infermieri del CTO sabato mattina hanno ribadito che la programmazione delle ferie non compromette la regolare attività dei reparti.

E’ arrivato il momento di assumerci responsabilità nuove e significative, impegnarci in prima linea, partecipare attivamente alla rinascita del Sulcis.

Iglesias, 13 giugno 2015

Giorgio Madeddu

Associazione AMICI della VITA – amicidellavitasulcis@gmail.com

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol-Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

E’ stata inaugurata ieri, nella splendida cornice del Parco Rosmarino, nel piazzale dello Shake Bar, la rassegna Incontri – mostra collettiva di pittura, presenti 9 dei 12 artisti protagonisti.

La mostra è stata allestita da stamane nella “Saletta del Portico”, adiacente il Teatro Centrale, situata nella centralissima Piazza Roma, e sarà visitabile tutti i giorni, dalle 20.00 alle 23.00, fino al 3 agosto.

Voluta e condivisa dagli artisti partecipanti, sarà composta da 24 opere, due di ciascuno dei 12 artisti che presentano la loro specificità espressiva.

Alcuni artisti partecipanti non hanno mai esposto a Carbonia. La nuova realtà espositiva sarà certamente stimolante sia per gli artisti sia per il pubblico di appassionati che seguono con interesse gli eventi culturali.

Nel corso della presentazione di 12 delle 24 opere complessive, curata da Nadia Pische, Susanna Montis ha letto alcune poesie.

La rassegna è organizzata dagli artisti, in collaborazione con l’assessorato della Cultura del comune di Carbonia e con il Sistema bibliotecario interurbano del Sulcis e sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 20.00 alle ore 23.00.

Gli artisti partecipanti sono: Efisio Cadoni (Villacidro); Ielmo Cara (Carbonia); Silvano Caria (Samassi); Francesco Cossu (Carbonia); Salvatore Filia (Carbonia); Fernando Marrocu (San Gavino); Stefano Masili (Carbonia); Jenni Mocci (San Giovanni Suergiu); DeMusset-Alfredo Mussetti (Carbonia); Primo Pantoli (Cagliari); Massimo Spiga (Ales); Paolo Tolu (Carbonia ma residente a Vergiate, Varese).

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La “Saletta del Portico”, adiacente il Teatro Centrale, situata nella centralissima Piazza Roma, ospiterà dal 28 luglio al 3 agosto 2014 la rassegna Incontri – mostra collettiva di pittura.

La mostra, voluta e condivisa dagli artisti partecipanti, sarà composta da 24 opere, realizzate da 12 artisti che presentano la loro specificità espressiva.

Alcuni artisti partecipanti non hanno mai esposto a Carbonia. La nuova realtà espositiva sarà certamente stimolante sia per gli artisti sia per il pubblico di appassionati che seguono con interesse gli eventi culturali.

La presentazione della mostra avrà un’anteprima la sera del 27 luglio 2014, alle ore 19.00, presso la splendida cornice del Parco Rosmarino, nel piazzale dello Shake Bar.

In quella occasione saranno presentate 12 delle 24 opere complessive.

La rassegna è organizzata dagli artisti, in collaborazione con l’assessorato della Cultura del comune di Carbonia e con il Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis e sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 20.00 alle ore 23.00.

Artisti partecipanti: Efisio Cadoni (Villacidro); Ielmo Cara (Carbonia); Silvano Caria (Samassi); Francesco Cossu (Carbonia); Salvatore Filia (Carbonia); Fernando Marrocu (San Gavino); Stefano Masili (Carbonia); Jenni Mocci (San Giovanni Suergiu); DeMusset-Alfredo Mussetti (Carbonia); Primo Pantoli (Cagliari); Massimo Spiga (Ales); Paolo Tolu (Carbonia ma residente a Vergiate, Varese).