20 April, 2024
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Il Tribunale Amministrativo Regionale della Sardegna ha respinto il primo ricorso elettorale sulle Regionali del 24 febbraio scorso presentato da Antonio Gaia e Pierfranco Zanchetta, entrambi Cristiano popolari socialisti, e Marzia Cilloccu (Campo progressista), difesi dall’avvocato Antonio Gaia, che se fosse stato accolto, avrebbe stravolto la composizione del Consiglio regionale, con l’esclusione di 14 attuali consiglieri, tra i quali gli 8 della Lega (l’intero gruppo), difesi dagli avvocati Federico Freni e Simona Barchiesi, e portato probabilmente allo scioglimento anticipato dell’Assemblea e a nuove elezioni. Antonio Gaia ha già annunciato appello al Consiglio di Stato.

Le ragioni della bocciatura del ricorso verranno esposte nella motivazione. Antonio Gaia, Pierfranco Zanchetta e Marzia Cilloccu contestavano l’adesione tecnica di alcuni consiglieri a 7 partiti non rappresentati in Aula nella passata legislatura, per consentirgli di evitare la raccolta delle firme necessarie per poter presentare le liste.

Altri sette ricorsi verranno discussi il 26 luglio, presentati da Edoardo Tocco (Fi), Andrea Tunis (Sardegna 20Venti), Luca Pizzuto (LeU), Pietro Cocco (Pd), Gaetano Ledda (Psd’Az), Maria Paola Curreli (Pd) e da un elettore, Pietro Ciccu. Se accolti, cambierebbero la composizione del Consiglio regionale.

 

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Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla legge sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti collegati al Testo unico sul nuovo contratto dell’Agenzia Forestas.

Aprendo la discussione dell’art. 1 Daniela Forma, del Pd, ha ribadito il suo dissenso rispetto al testo della commissione perché, fra l’altro, «appare slegato dalle attività esercitate dall’Agenzia, per cui ci saranno sicuramente grandi problemi di attuazione; inoltre, resta inalterato il problema dei semestrali con nuove disparità normative ed economiche, per cui auspico che con emendamenti che hanno ottenuto un certo consenso si possa migliorare il testo per renderlo più accettabile e meno iniquo».

Messo ai voti, l’articolo è stato approvato con 34 voti favorevoli ed 1 contrario.

Successivamente è iniziata la discussione dell’art. 2.

Esponendo il parere della Giunta sugli emendamenti l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ha ricordato che, già in sede di discussione generale, «è stata evidenziata la necessità di affrontare il problema in modo pragmatico con un contratto pubblico inserito nella 31 per poi affrontare la questione dei lavoratori a tempo determinato per ridurre al massimo le incertezze di questa aliquota del personale». Filippo Spanu ha poi ribadito l’appello rivolto all’Aula ed anche all’esterno «per soluzioni che, fermo restando l’obiettivo generale, togliessero incertezze contrattuali, organizzative e finanziarie su un contratto che, di fatto, riguarda la metà dei dipendenti del sistema Regione». Per queste ragioni, ha aggiunto, «abbiamo favorito emendamenti mirati, anche se non proposti direttamente dalla Giunta, superando la logica maggioranza-opposizione». In definitiva, ha concluso Filippo Spanu, «su questo articolo che è il cuore del testo, stiamo cercando di restare all’interno della 31 facendo chiarezza sulla specificità di questi lavoratori, perché inserirli tutti insieme dentro un contratto di impianto amministrativo significa determinare poi problemi di attuazione, di rappresentatività nell’ambito dello stesso contratto, di impatto finanziario: siamo dunque favorevoli all’emendamento 10/28 ed al 4, mentre per il resto ci rimettiamo all’Aula».

Il presidente della commissione Autonomia e personale Francesco Agus ha sottolineato che «come commissione abbiamo sempre osservato il principio della delegificazione perché troppo invasivo e, in particolare, perché le leggi statali lasciano ampi spazi alla contrattazione e le norme regionali sono troppo farraginose». I vincoli sono stati ridotti per quanto possibile, ha concluso Francesco Agus, annunciando un emendamento orale all’articolo cambiando una definizione da adeguata a coerente».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ripercorso l’attività sempre più intensa dei giorni scorsi per migliorare testo evitando contrapposizioni anche se, ha lamentato, «un certo clima ricorda tempi ormai superati con la diffusione di manifesti necrologici di contenuto fuori luogo che non mostrano volontà costruttiva ma solo la cura di interessi particolari». Antonio Solinas ha poi confermato le sue numerose perplessità di fronte all’ipotesi prospettata dalla Giunta nella quale, ha sostenuto, «prevale una visione burocratica inserendo nella 31 Forestas che dovrebbe essere invece uno strumento agile e dinamico». Ora, ha avvertito, «siamo ad un bivio: inserire il personale nella 31 o ipotizzare un contratto pubblico di comparto, e la differenza sta nel collocarli all’interno del ruolo unico del sistema Regione nel primo caso e, nell’altro, delineare una contrattazione a parte». Penso che per Forestas, ha concluso, «sia molto meglio la seconda ipotesi, anche se molti sindacati e molti consiglieri la rifiutano e forse ora non c’è più tempo, per cui comunque ritengo necessario fare un ulteriore sforzo per non lasciare nessuno indietro».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha espresso la volontà del suo gruppo di aderire alla proposta del presidente della commissione Francesco Agus.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 46 voti favorevoli e 2 contrari l’emendamento n. 10 (Agus e più) che prevede l’avvio della contrattazione entro il 31 dicembre del 2018. Il testo è stato integrato dall’emendamento orale proposto dallo stesso Francesco Agus. Subito dopo il voto favorevole al testo dell’articolo (44 favorevoli, 1 contrario) che, fra l’altro, ha determinato la decadenza dell’emendamento n. 4 su cui aveva espresso parere favorevole la Giunta che prevedeva l’istituzione di “una area di contrattazione separata” all’interno del sistema Regione.

Approvati gli articoli 3 e 4, l’Aula è passata all’articolo 5 e ai relativi emendamenti.

L’on. Daniela Forma (Pd) ha insistito «sulle perplessità del passaggio contrattuale alla legge 31 dei 4.200 dipendenti assunti a tempo indeterminato. Ritengo che ci saranno notevoli difficoltà nel processo di stabilizzazione dei dipendenti a tempo indeterminato. Ho molti dubbi su questa procedura, assai diversa per modalità rispetto a quella che era stata indicata dalla Prima commissione. Non so più a che santo appellarmi, l’Aula ha imboccato una via senza uscita».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «non è possibile che si faccia confusione e si inventino le cose. E’ inaccettabile che ci siano ancora semestrali: devono essere stabilizzati con contratto semestrale come già abbiamo fatto per l’Ente foreste. Ma questa legge, con l’articolo 5 modificato integralmente dall’emendamento 8, mette in sicurezza gli operai forestali che non corrono più nessun rischio rispetto alla stabilizzazione. Basta con le ipotesi e le paure. Il governo centrale deve darci, in deroga, la possibilità di stabilizzare tutti i semestrali evitando così allo Stato di pagare per sei mesi l’indennità di disoccupazione».

Per il Pds ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu, secondo cui «si potrebbe incorrere in un vizio di compilazione della norma. Per questo annuncio un emendamento orale all’articolo 8 per sostituire con “dipendenti con il rapporto a tempo determinato” la formula “dipendenti con rapporto semestrale».

L’on. Francesco Agus (Campo progressista) ha presentato un altro emendamento orale all’emendamento 8 mentre l’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha detto di aver presentato l’emendamento 9 proprio «con lo scopo di evitare i problemi segnalati poco fa dall’on. Gianfranco Congiu».

Per l’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp) «bisogna stare attenti a non confondere le tipologie dei lavoratori e definire chi è il lavoratore trimestrale. Altrimenti tutto il lavoro svolto non serve a nulla».

Il presidente Gianfranco Ganau ha ritenuto opportuno sospendere i lavori dell’Aula per un approfondimento sulle perplessità manifestate dall’on. Cocco.

Alla ripresa, l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha spiegato che l’intento che si era proposto “può essere soddisfatto anche con un ordine del giorno. Dunque, ritiro l’emendamento orale”.

Respinto l’emendamento 24, ritirati i 34 e 35.

Sull’emendamento 8 (personale assunto a tempo determinato) ha preso la parola il presentatore, on. Antonio Solinas, che ha detto: “Una volta che saranno stabilizzati i 1300 lavoratori vedremo se sarà necessario procedere ad altre ulteriori stabilizzazioni”.

Tutti i gruppi politici hanno dichiarato di condividere l’emendamento 8, che è stato approvato all’unanimità. L’emendamento 8 prevede che “per il personale dipendente a tempo determinato in regime di tempo parziale il transito nel nuovo inquadramento avviene a seguito della definizione del processo di stabilizzazione. Al fine di superare il precariato e valorizzare la professionalità acquisita

Sull’articolo 6 ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd), che ha illustrato l’emendamento 27, soppressivo dell’articolo 6. Anche l’on. Francesco Agus (Campo progressista) è intervenuto come primo firmatario dell’emendamento 36 e ha detto: «Sarà la contrattazione a definire le categorie all’interno del contratto regionale e stiamo prevedendo oneri finanziari per 9 milioni di euro per via di una simulazione ma sappiamo che quella somma andrà in diminuzione. Non si tratta, dunque, di un costo certo, che sarà chiaro solo al termine della contrattazione».

Per l’on. Roberto Deriu «in quest’Aula più che alla post-verità siamo alla pre-verità e siamo ormai anche ai preconcetti. Si confondono con partigianeria le possibilità con le probabilità e si sono fatti esercizi numerici in libertà per influenzare il corso di questa legge. Noi ci basiamo con prudenza su valutazioni accertate, come ha ribadito il presidente Francesco Agus. Questa è una legge anti populista e anti demagogica: è falso che si dilati la spesa pubblica e il futuro si incaricherà di dimostrare anche questo. Questa riforma, questa buona legge è compatibile con la finanza regionale».

«Il buon lavoro del Consiglio regionale va premiato con un applauso visto che il Consiglio si è dovuto sostituire alla giunta regionale per scrivere questa riforma», ha detto l’on. Mario Floris (Udc). «Con la prima repubblica i provvedimenti che entravano in Consiglio regionale erano pressoché perfetti perché erano già passati alla concertazione con le parti sociali. Oggi non è proprio così e mi meraviglia che l’assessore dica che vuole migliorare un testo di cui dice di non condividere la sostanza. La stabilizzazione è una medaglia che i partiti politici tradizionali si devono mettere».

Il presidente del Consiglio ha dato la parola a Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), che rivolgendosi alla collega Daniela Forma (Pd) ha affermato che il suo intervento “è in contrasto con quanto detto precedentemente”. E ha aggiunto: «Quando si tratta di dipendenti noi vogliamo che questo Consiglio sia unito, quando ci sono dei miglioramenti della situazione contrattuale dei dipendenti, soprattutto per quelli lasciati indietro nel corso degli anni, noi siamo favorevoli». Eugenio Lai ha poi proseguito: «L’efficienza dell’agenzia Forestas merita più rispetto e quindi fossero anche 15 milioni di euro, questo il Consiglio ha il dovere di recuperarli” e “voterò l’aumento di spesa di 9 milioni di euro».

Giorgio Oppi (Udc), dichiarando il suo voto favorevole, ha affermato che le osservazioni dei colleghi Roberto Deriu e Franco Sabatini hanno centrato perfettamente il problema. «Credo che con questo provvedimento stiamo rendendo giustizia ai lavoratori. E  credo che, anche se i nostri nemici dicono che abbiamo troppi dipendenti, l’inserimento dei semestrali darà lustro all’agenzia».

Piermario Manca (Pds) ha espresso dubbi sull’emendamento 36, presentato all’ultimo minuto, in quanto si stanno destinando i 9 milioni di euro, già previsti  per il funzionamento di Forestas, agli stipendi dei dipendenti. Piermario Manca ha chiesto chiarimenti al presidente della Commissione.

Pietro Cocco (Pd) ha ricordato che era necessario modificare un contratto che non è più adeguato ai tempi e alla trasformazione dell’ente Foreste in agenzia Forestas. Cocco, rivolgendosi al consigliere Mario Floris, ha ricordato che «è vero che è un problema vecchio di cui però nessuno si è mai occupato». Cocco ha poi evidenziato che, nonostante la Giunta abbia una sua posizione, non ha votato contro ma si è rimessa all’Aula. «E’ un atteggiamento di rispetto nei confronti del Consiglio».

Daniele Cocco (capogruppo Art. 1 – Sdp), ha concluso gli interventi dei capigruppo ribadendo il convinto sostegno al provvedimento evidenziandone le ricadute positive per i dipendenti e le comunità sarde. L’esponente della maggioranza ha ringraziato dunque l’assessore per “essersi rimesso alla volontà dell’Aula” ed il relatore di maggioranza “per la coerenza di comportamento dimostrata”.

Posto in votazione, l’Aula non ha quindi approvato l’emendamento n. 27 ed ha dato il via libera all’emendamento sostitutivo totale n. 36 (Agus e più)  che stabilisce che “a decorrere dal 2019 una quota di 9.349.000 annui delle risorse trasferite a Forestas è destinata a fare fronte agli oneri dell’attuazione dell’articolo 2 della legge”.

Invitato dal presidente Gianfranco Ganau, il segretario d’Aula, Gianni Lampis (FdI), ha dato lettura dell’ordine del giorno collegato alla legge, primo firmatario il consigliere Stefano Coinu (FI) che impegna la Giunta a far sì che “il personale, incluso quello semestrale che a seguito di pensionamento o di altre cause che ne determino la cessazione dal lavoro, viene reintegrato dall’agenzia attraverso le procedure selettive previste dalla legge per la categoria degli operai, in un numero pari a quello cessato dal servizio attraverso la predisposizione di un piano triennale di assunzioni. L’agenzia provvede al reintegro tenendo conto delle mansioni mancanti e dal numero di ettari conferiti dai Comuni in ogni complesso forestale”. 

 L’assessore del personale, Filippo Spanu, ha espresso un sostanziale parere favorevole evidenziando che in realtà l’ordine del giorno tratta il tema del cosiddetto turnover che – ha ricordato l’assessore – potrà essere garantito nell’ambito degli spazi assunzionali concessi alla regione sarda.

A favore dell’ordine del giorno si sono espressi il consigliere Stefano Coinu (Fi) e il relatore Giuseppe Meloni (Pd) mentre perplessità sono state espresse da Alessandro Collu (Pd). Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato e sono incominciate le dichiarazioni di voto sull’intero provvedimento.

A favore Luigi Crisponi (Riformatori) che ha evidenziato la spaccatura interna alla maggioranza e quella con la Giunta, mentre Oscar Cherchi (Fi) dichiarandosi a favori ha parlato di “giustizia fatta” ed ha sottolineato “la sconfitta della Giunta del centrosinistra”. Favorevole anche il consigliere di CP-Misto, Francesco Agus («perché si conclude un lavoro con un accordo virtuoso che risolve un problema sentito e conclamato»). Convintamente a favore anche il consigliere dei Riformatori, Alfonso Marras, («finalmente arriva il riconoscimento per l’operato di oltre 5.000 lavoratori al servizio delle nostre comunità»)e il capogruppo Psd’Az, Gaetano Ledda («un plauso alla maggioranza e alla minoranza e a tutti i dipendenti Forestas che oggi entrano a far parte del sistema regione»).

Voto di astensione è stato invece preannunciato dalla consigliera del Pd, Rossella Pinna («non siamo riusciti a rimettere sul binario giusto la norma e mi rammarica il fatto  che non sia stata trovata una sintesi in maggioranza per dare a dipendenti Forestas una soluzione concertata e non una prospettiva incerta come è quella del ricorso alla legge 31 per il loro inquadramento»).

Favorevole anche Giovanni Satta, Psd’Az («a contrarietà della giunta c’è solo perché non vuole fare torto ai sindacati confederali»); Marco Tedde, Fi («ma gli applausi sono fuori luogo perché la legge passa per il senso di responsabilità e l’impegno mostrato dell’opposizione») e Piermario Manca (Pds) seppur con i dubbi sulle coperture finanziarie dell’emendamento n. 36.

A favore Gianluigi Rubiu (FdI) che ha evidenziato il ruolo delle opposizioni e denunciato “la pesante sconfitta della Giunta”.

Critico il giudizio di Gigi Ruggeri (Pd) che ha espresso dubbi sulla necessità di stipulare un nuovo contratto ai dipendenti per restituire efficienza all’Agenzia Forestas. «Ci sarà invece un’amplificazione di costi – ha detto Gigi Ruggeri – verrà raddoppiata la consistenza del personale che riportiamo in ambito di contrattazione pubblica. Stiamo dicendo al personale a tempo indeterminato che per loro non ci sarà più posto».

Voto favorevole ha invece annunciato Edoardo Tocco (Forza Italia): «L’Aula dà un segnale importante all’Agenzia che non aveva ancora una piena identità. Da oggi i lavoratori hanno una certezza per il loro futuro. Il Consiglio ha fatto un buon lavoro, l’opposizione non ha ostacolato nessuno».

Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Antonello Peru (Forza Italia) che ha espresso soddisfazione per il grande lavoro svolto: «E’ merito della maggioranza ma un plauso speciale va alla minoranza per l’impegno dimostrato – ha detto Antonello Peru – da oggi i dipendenti Forestas sono figli della stessa madre e dello stesso padre. Oggi non ci sono vincitori né vinti, ha solo prevalso il buonsenso. Questa riforma ha un grande obiettivo e ne siamo tutti orgogliosi. La motivazione professionale dei dipendenti determinerà più efficacia nei servizi».

Soddisfatto anche il capogruppo dei Cristiani Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta: «Abbiamo fatto il nostro dovere di legislatori – ha detto – è ingeneroso l’attacco fatto all’assessore Spano che invece si è rimesso al volere dell’Aula. Questa è una legge che esprime la volontà del Consiglio. Oggi si ridà speranza ai lavoratori e una prospettiva importante all’Agenzia Forestas che, per me, è la nostra Guardia nazionale».

Paolo Truzzu, capogruppo FdI ha ringraziato l’on. Daniela Forma (Pd) e tutti i colleghi che hanno manifestato dubbi: «Ci hanno aiutato a scrivere una legge migliore. Dal dubbio nasce la saggezza. Con questa legge si pone rimedio a un errore. Quando fu costituito l’Ente Foreste c’era già la volontà di inserire i dipendenti nella legge 31. Noi lo avevamo già richiesto in questa legislatura. Oggi non facciamo altro che rispettare quelle volontà». Due, secondo Paolo Truzzu, i fatti politici rilevanti: «La legge è figlia della minoranza Senza di noi, viste le divisioni interne alla maggioranza, non sarebbe passata. Altro elemento: è una vittoria del Consiglio che per una volta ha avuto uno scatto d’orgoglio ed è riuscito a imporre una sua scelta all’esecutivo».

Convintamente favorevole si è dichiarato anche Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp): «La legge dà attuazione a una nostra competenza primaria – ha affermato – portiamo all’interno del comparto unico di contrattazione il personale di Forestas. L’ordinamento precedente non funzionava, abbiamo corretto un’anomalia».

Antonio Solinas (Pd) ha invece dichiarato la propria astensione ribadendo i dubbi manifestati nel corso del dibattito: «Spero che l’on. Roberto Deriu, che ha parlato di scelte demagogiche, non si riferisse a me. C’è massima serietà nel lavoro fatto. I dubbi c’erano e chi voleva fare la legge in fretta lo ha capito. Mettiamo tutto nella “31” ma questa legge dovrà essere modificata e adeguata. non prendiamoci in giro: i costi saranno superiori e dovranno essere reperiti dal bilancio regionale. Cosa farà Forestas quando i dipendenti non potranno essere dichiarati idonei per la campagna antincendi ai sensi della 31? Oggi quando piove gli operai vengono messi in cassa integrazione, cosa succederà domani? Pagherà Forestas?».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, nel difendere la legge, si è rivolto ai consiglieri di minoranza Paolo Truzzu e Marco Tedde: «Con in numeri non ci azzeccate. La maggioranza può approvare il provvedimento da sola. Questa legge non ha padrini, sono contento di averla fatta perché so quanto ci è costata. Sono orgoglioso e contento di esserci riuscito». Rivolto all’on. Antonio Solinas (Pd), Daniele Cocco ha poi detto: «Antonio Solinas ha parlato di cassa integrazione: finalmente non ci saranno operai mandati a casa e altri mantenuti al lavoro. Confido tantissimo nell’assessore che avrà adesso il compito di entrare nella fase contrattuale».

Giudizio positivo anche da parte di Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «Abbiamo migliorato una situazione dando una prospettiva ai 6000 dipendenti. L’Ente Foreste era in default. E’ stata questa maggioranza a pagare gli oneri professionali e a riprendere il percorso delle stabilizzazioni. La Giunta Cappellacci non lo ha fatto. Sentir dire che tutto quanto dipende dalla minoranza mi lascia basito. Noi abbiamo i numeri per approvarla da soli. Questa discussione ha fatto chiarezza: la legge che andiamo ad approvare è un altro tassello per sconfiggere il precariato in questa Regione».

A Lai ha replicato Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «Peccato, ci eravamo quasi riusciti, poteva essere una pagina positiva della politica regionale. Noi politici siamo spesso additati per aspetti negativi, oggi abbiamo l’opportunità di dare un messaggio importante. Il Consiglio, al di la delle casacche, ha capito di poter fare una legge migliore. Possiamo essere esempio di buona politica. Prendiamoci entrambi i meriti andando oltre i colori e le appartenenze».

Giuseppe Meloni (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole ha rimarcato il suo ruolo di relatore unico: « Non è un caso, in Commissione ci si è resi conto che la legge non poteva avere colori ma aveva l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei dipendenti di Forestas. E’ un errore individuare vincitori. Gli unici vincitori sono i lavoratori. La strada sarà lunga ma si è messo rimedio a una situazione che così non poteva andare avanti».

L’assessore al Personale Filippo Spanu ha difeso l’azione dell’esecutivo: «La nostra presenza in Consiglio non è stata formale. E’ stato un dibattito pubblico, giocato prima in Commissione e poi in Aula – ha detto Filippo Spanu – abbiamo mantenuto rapporti trasparenti con tutti gli attori, sintomo importante di una cultura di Governo. La cultura di questa Giunta è basata sulla concertazione, proprio per questo, visto che non c’era un risultato condiviso, pensavamo si potesse fare meglio. Abbiamo cercato di migliorare la legge anche quando il Consiglio ha preso l’iniziativa. La politica si fa con la costruzione faticosa delle idee. La concertazione non ha portato al risultato sperato ma ci siamo confrontati in Consiglio cercando di affrontare tutte le questioni di Forestas nel miglior modo possibile. Ci sono ancora incertezza normative, contrattuali e di tempi, cercheremo di risolverle».

Secondo Stefano Coinu (Forza Italia) non esistono buoni e cattivi: «Ci sono persone che fanno delle scelte e per questo verranno giudicate. Dissento da Gianfranco Congiu: oggi non si scrive una pagina normale ma eccezionale. Non vorrei che venisse rovinato tutto. C’è una cronistoria, gli atti lo dimostrano. In ogni caso occorre recuperare il senso vero della politica».

Per Angelo Carta (Psd’Az)  poter parlare di persone che non stanno perdendo il lavoro è una fortuna: «Parliamo di un’azienda che non è in crisi e di persone che non rischiano il posto. Questo ci ha consentito di discutere in modo franco e di dissentire. Resta un punto: i lavoratori semestrali che con questa legge stiamo tentando di tutelare con un sistema binario. Deve esserci la consapevolezza che servirà un duro lavoro per poterli tutelare al meglio dal punto di vista contrattuale».

Franco Sabatini (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha rivolto un monito all’Aula: «Non capisco il teatrino della politica: davvero pensiamo che quello che diciamo condizionerà il voto alle prossime elezioni regionali? I cittadini ragionano ed esprimono il voto in piena libertà – ha affermato Franco Sabatini – non capisco l’attacco alla Giunta. Il Consiglio ha fatto la legge di riforma che ha allargato le competenze dell’Agenzia Forestas. Abbiamo fatte 450 stabilizzazioni, un grande risultato seppur non definitivo. Avevamo 42 milioni di buco sul Tfr. Giunta e Consiglio hanno fatto un buon lavoro».

Daniela Forma (PD) ha ribadito che si tratta di una legge non solo sbagliata ma anche demagogica. «Ci siamo fatti trascinare dal popolo – ha detto – perdendo una grande occasione. Con l’approvazione di questa legge non si avrà un miglioramento contrattuale ma solo un inquadramento sbagliato per i dipendenti con conseguente difficoltà nell’applicabilità del provvedimento. La consigliera ha annunciato il voto contrario.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole alla legge. «Oggi siamo finalmente alla fine di questa grande battaglia – ha sottolineato – e siamo rimasti fedeli ai nostri valori e principi. Speriamo che i futuri amministratori abbiano maggiore sensibilità nei confronti dei lavoratori».

Per Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) oggi il Consiglio ha solo rimesso le cose al loro posto. «Per questo meglio tacere: abbiamo rifatto quello che doveva essere fatto 20 anni fa. Sono lieto – ha concluso – di aver dato il mio contributo».

Pietro Cocco (PD) ha ricordato che quello di oggi è la conclusione di un percorso nato 10 anni fa. «Era necessario trovare strumenti nuovi anche dal punto di vista contrattuale e lo abbiamo fatto. Oggi non esistono né vincitori né vinti. L’Agenzia Forestas ha sempre avuto il massimo impegno da parte del Consiglio regionale. Oggi l’attenzione è sempre sui “semestrali” su cui occorre vigilare».

Alessandra Zedda (FI), annunciando il voto a favore, ha detto: «Meglio tardi che mai. Con il nostro voto diamo dignità al personale e rispettiamo gli uomini e le donne che difendono la nostra Sardegna». La capogruppo di Forza Italia ha detto di avere grande rispetto, pur non condividendo le loro posizioni, nei confronti dei colleghi Daniela Forma, Antonio Solinas e dell’assessore degli Affari generali Filippo Spanu che sono stati i più critici nei confronti del provvedimento.

La legge è stata approvata (votanti 43, sì 41, 2 contrari) tra gli applausi del pubblico.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

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Venerdì 9 novembre, dalle 10.00, nella sala stampa del Consiglio regionale, il consigliere Gaetano Ledda (Psd’az – La Base) incontra i giornalisti per illustrare le iniziative per preservare la proprietà e la detenzione del DNA della popolazione ogliastrina. Parteciperanno alla conferenza stampa: il Rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli, Il presidente dell’associazione Identità ogliastrina Flavio Cabitza, il sindaco di Ussassai Gian Basilio Deplano, il sindaco di Escalaplano Marco Lampis, il professore associato della Computational Genomics King’s College di Londra Mario Falchi, la professoressa Grazia Fenu del Dipartimento di Scienze biomediche dell’università di Sassari, il professore associato del dipartimento di microbiologia di Cagliari Germano Orrù ed il giornalista Giacomo Mameli.  

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Non si placano le polemiche sul mancato esame della legge urbanistica da parte del Consiglio regionale. I gruppi di minoranza tornano all’attacco del presidente Francesco Pigliaru e del centrosinistra.

«La decisione di rinviare la legge in Commissione certifica lo sfascio di questa maggioranza – afferma il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda – nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale è stata mantenuta, questo provvedimento rappresentava l’ultima possibilità della Giunta Pigliaru di lasciare il segno.»

Secondo il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu «quanto accaduto ieri in aula dimostra che questa maggioranza non ha a cuore gli interessi della Sardegna, il centrosinistra è ormai diviso per bande che perseguono interessi di parte e si preoccupano di mantenere le poltrone».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha invece puntato l’indice contro il presidente del Consiglio regionale e il Pd: «Gianfranco Ganau ha deciso di calendarizzare il provvedimento forzando la mano nonostante le nostre perplessità – ha detto Attilio Dedoni – il capogruppo del Pd voleva addirittura anticipare la discussione al 18 settembre. Come si fa poi a dire che non si è pronti?».

Anche per Michele Cossa (Riformatori sardi) «c’è uno scollamento evidente nella maggioranza, già certificato dalla presentazione di una mozione di censura nei confronti dell’assessore della sanità Luigi Arru – ha sottolineato Michele Cossa – è un’agonia senza fine, diamo però atto all’assessore Cristiano Erriu di aver agito onestamente: meglio nessuna legge che una cattiva legge».

Duro anche il giudizio del capogruppo del Psd’Az-La Base Gaetano Ledda: «Questa Giunta ha fallito su tutti i fronti: sanità, trasporti, riforma degli enti locali, agricoltura e, adesso, sull’urbanistica – ha detto Gaetano Ledda – tutto questo per i giochi interni alla maggioranza».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, ha invece accusato la Giunta di aver impedito il dibattito in Consiglio su un tema decisivo per lo sviluppo dell’Isola: «Dopo un’infinità di incontri sul territorio – ha detto Paolo Truzzu – si è deciso di mettere il bavaglio all’Assemblea sarda. Un presidente che dichiara di non avere più la maggioranza ha il dovere di dimettersi. Pigliaru non l’ha fatto perché il centrosinistra non ha ancora deciso la leadership per le prossime elezioni regionali che, in ogni caso, segneranno la sconfitta della sua coalizione».

Diverso, rispetto ai colleghi del centrodestra, il giudizio di Antonello Peru, consigliere di Forza Italia e relatore di minoranza: «La Sardegna attendeva da tempo una nuova legge urbanistica – ha detto Antonello Peru – il centrosinistra ha perso una grande occasione. Il provvedimento era stato completamente stravolto in commissione anche grazie al contributo della minoranza sul fronte della semplificazione, dell’attuazione dei puc e della riqualificazione del territorio senza consumo di suolo. Ormai la legge è morta, il centrodestra prenda l’impegno di approvarne una nuova come primo atto della prossima legislatura».

Diverso il pensiero di Giuseppe Fasolino, consigliere di Forza Italia e sindaco di Golfo Aranci: «Questo provvedimento, per come è arrivato in aula, non poteva essere approvato – ha rimarcato Giuseppe Fasolino – la legge toglieva ai comuni la possibilità di incidere nella pianificazione territoriale e non fissava alcun obiettivo. Prima di legiferare occorre sapere quale direzione si vuole prendere, Nel caso della legge urbanistica bisognava capire dove sta andando il turismo e quali risposte dare alle richieste dl mercato».

Il consigliere dell’Uds, Giovanni Satta, dopo aver ricordato il voto contrario della minoranza in commissione urbanistica, ha accusato il centrosinistra di aver accettato supinamente le indicazioni della Giunta: «La legge è stata approvata in Commissione senza il parere del Cal – ha affermato Giovanni Satta – questo Consiglio si è piegato ancora una volta al diktat della Giunta dei tecnici, come già avvenuto per la riforma delle rete ospedaliera. Mi auguro che questa vicenda serva da monito per il futuro».

Per Marco Tedde (Forza Italia) la vera ragione del fallimento è rappresentata dal PPR approvato dalla Giunta Soru, “un macigno” per qualsiasi ipotesi di pianificazione territoriale. «In campagna elettorale Francesco Pigliaru aveva promesso di modificarlo, non lo ha fatto ed è stato costretto a modellare la legge urbanistica sul Piano Paesaggistico di Soru fondato sui vincoli e poco attento allo sviluppo».

Alfonso Marras (Udc) ha parlato di “pagina ingloriosa” per la maggioranza di centrosinistra: «Si sono sottratti al confronto. Noi aspettavamo di misurarci sul merito del provvedimento. Molti di noi avevano lavorato agli emendamenti per tentare di migliorare la legge. Sarà compito della nuova maggioranza, che uscirà dalle elezioni di febbraio, approvare un nuovo testo in materia urbanistica»

Urgenza condivisa da Gianni Lampis (FdI): «Dieci anni fa gli occupati del settore edile erano 51mila, oggi se ne contano circa 27mila. Questa legge poteva dare risposte importanti alla crisi del settore. La maggioranza ha perso un’altra occasione. Sarà compito del centrodestra cancellare il Ppr di Soru che ha musealizzato l’ambiente sardo ed impedito ai comuni costieri di offrire servizi di qualità».

Da quasi tutti i partiti è, infine, arrivata la richiesta di dimissioni per il presidente Francesco Pigliaru, eccezion fatta per i capigruppo di Forza Italia e Riformatori Alessandera Zedda e Attilio Dedoni convinti che gli ultimi mesi della legislatura contribuiranno ad evidenziare ancora di più le pecche del centrosinistra. «Il re è mezzo nudo – ha affermato Attilio Dedoni – va spogliato del tutto per scongiurare ogni possibilità di rielezione».

 

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«Il centrosinistra ci ricasca: dopo la legislatura Soru anche quella di Pigliaru frana in Aula sulla legge Urbanistica. Ma se le conseguenze dello stop del 2008, sulle ipotizzate norme per il governo del territorio, segnarono la fine dell’esperienza di Soru al governo della Regione, difficilmente l’attuale Giunta dimostrerà medesimo coraggio, ammettendo il fallimento del suo mandato e consegnandosi anticipatamente al giudizio degli elettori.»

«Noi però confidiamo in un sussulto di dignità e ci auguriamo – conclude Gaetano Ledda – che, dopo aver raccolto 25 consiglieri regionali, su 60, a sostegno dell’operato dell’assessore della Sanità ed aver ricacciato nel cestino delle riforme abortite la legge urbanistica dell’assessore Cristiano Erriu, il presidente della Regione e la maggioranza di centrosinistra che lo sostiene, rassegnino le dimissioni e consentano così la chiamata anticipata dei sardi alle urne, per garantire, in fretta, alla Sardegna un nuovo governo e una politica nuova.»   

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I consiglieri regionali del gruppo Psd’Az, Gaetano Ledda, Angelo Carta, Paolo Dessì, Nanni Lancioni e Giovanni Satta, hanno presentato in Consiglio regionale, un’interpellanza urgente rivolta all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, sulla mancata approvazione della ridefinizione della rete ospedaliera della regione, approvata dall’Assemblea sarda nella seduta del 25 ottobre 2017.

Gli esponenti dei Quattro Mori invitano l’assessore ad annullare immediatamente tutti gli atti posti in essere dalla Regione e dall’Ats, in attuazione della non efficace riforma della rete ospedaliera, ad incominciare dall’atto aziendale dell’Azienda per la tutela della salute (Ats), approvato dalla Giunta il 10 ottobre 2017. Il gruppo Psd’Az chiede inoltre la cancellazione della selezione dei direttori di distretto («presenta una serie di anomalie gravi che attribuiscono al direttore generale dell’Ats massima discrezionalità nell’attribuzione degli incarichi») ed accusa l’assessore Luigi Arru «di aver tentato di celare» la lettera del ministero della Salute con la quale, lo scorso 7 settembre il dicastero ha rispedito all’assessorato della Sanità «lo stralcio del verbale della seduta del 31 maggio 2017 (era in carica il governo guidato da Paolo Gentiloni) nel quale è stato definito l’esito dell’istruttoria del parere formulato dal cosiddetto tavolo per il monitoraggio dell’attuazione del D.M. 70/2015 sulla ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna».

Da qui la richiesta di spiegazioni sul perché l’assessore «abbia ammesso la ricezione della nota ministeriale solo il 12 settembre 2018, dopo che il senatore Christian Solinas ne aveva divulgato copia» e per quali ragioni «pur presente in Aula nella riunione del Consiglio regionale dell’11 settembre 2018 non abbia informato l’assemblea sarda dell’avvenuta ricezione della nota ministeriale del 7 settembre 2018».

Gaetano Ledda, Angelo Carta, Paolo Dessì, Nanni Lancioni e Giovanni Satta concludono l’interpellanza domandando polemicamente all’assessore «per quali ragioni sia ancora in carica e alla guida dell’assessorato della Sanità, nonostante l’inadeguatezza mostrata e nonostante la scarsa sensibilità istituzionale e politica dimostrata in questa e in altre importanti occasioni».

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Il consigliere regionale Paolo Luigi Dessì è tornato nel Partito Sardo d’Azione, nelle cui liste venne eletto la prima volta nell’Assemblea di via Roma il 15 e 16 febbraio 2009, con 1.726 preferenze. Ritornato in Consiglio regionale 11 mesi fa, come primo dei non eletti nella lista circoscrizionale di Forza Italia, dopo le dimissioni del vicepresidente Ignazio Locci, eletto sindaco di Sant’Antioco, da allora era confluito nel gruppo Misto. Ora, questa scelta, maturata a 7 mesi dalle nuove elezioni, e l’adesione al gruppo del Partito Sardo d’Azione – La Base presieduto da Gaetano Ledda,  per l’ultimo scorcio di legislatura

Paolo Luigi Dessì lasciò il Partito Sardo d’Azione nel mese di gennaio 2014, alla vigilia delle elezioni regionali, per aderire a Forza Italia, nelle cui liste venne candidato per le Regionali del 16 febbraio 2014 nella lista circoscrizionale di Carbonia Iglesias, che lo vide classificarsi al secondo posto, con 2.012 preferenze, alle spalle di Ignazio Locci, che si impose con 2.236 preferenze.

Sindaco di Sant’Anna Arresi per tre consiliature consecutive, Paolo Luigi Dessì è stato anche consigliere della neo istituita provincia di Carbonia Iglesias, eletto in Forza Italia, dal 2005 al 2010. Alle ultime elezioni Amministrative è stato candidato alla carica di sindaco di Teulada con la lista “Teulada Adesso”, risultando sconfitto con 980 preferenze (41,35% sui votanti), nel confronto con Daniele Serra, sindaco uscente, confermato con la lista “Teulada in Testa” con 1.347 voti (56,87%), ed è stato eletto consigliere di minoranza.

 

 

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I consiglieri regionali del Psd’Az Gaetano Ledda, Gianfranco Mariano Lancioni e Giovanni Satta criticano il manager dell’Ats e l’assessore della Sanità sulla gestione della vertenza Aias.

«Esprimiamo vicinanza e pieno sostegno ai 1.300 dipendenti dell’Aias e condanniamo con fermezza il comportamento “truffaldino” tenuto in queste ore dal manager Ats e dall’assessore Luigi Arru che hanno strumentalmente disatteso gli impegni assunti nel corso del cosiddetto tavolo tecnico-politico dello scorso 19 luglio, dove è stata concordata la corresponsione ad Aias dei tre milioni e trecentomila euro dovuti, in cambio del pagamento degli stipendi arretrati – scrivono in una nota -. Troviamo, dunque, paradossale che, chi non è in grado di mantenere gli impegni istituzionali e politici assunti, possa parlare di garanzie farlocche e fidejussioni prive di coperture, così come siamo convinti – concludono Gaetano Ledda, Gianfranco mariano Lancioni e Giovanni Satta – che, nel breve volgere di qualche mese, i sardi attraverso le urne sapranno ricacciare il dottor Fulvio Moirano laddove è partito ed il dottor Luigi Arru alla sua amata professione.»

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Il Consiglio regionale ha approvato provvedimenti urgenti per l’impiantistica sportiva e l’abbattimento dei costi delle trasferte nelle isole minori, ha prorogato la commissione speciale d’inchiesta sulla crisi del commercio e dell’artigianato ed ha approvato misure di sostegno per le cooperative di comunità.

La seduta pomeridiana si è aperta sotto la presidenza di Gianfranco Ganau. All’ordine del giorno il disegno di legge 519 “Provvedimenti urgenti in materia di impiantistica sportiva e per l’abbattimento dei costi per la partecipazione alle trasferte sportive nelle isole minori della Sardegna. Modifiche all’articolo 38 della legge regionale 17 maggio 1999, n. 17 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna)”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola al relatore, Lorenzo Cozzolino (Pd), per l’illustrazione del disegno di legge. L’esponente della maggioranza ha spiegato che il provvedimento della Giunta ha l’obiettivo di promuovere lo sport come valore  sociale, educativo, di prevenzione della salute. La legge prevede due punti fondamentali: contribuire economicamente, con 45mila euro, a costi per la partecipazione delle trasferte da e per le isole minori della Sardegna di Carloforte e La Maddalena, «che sono isole nell’isola», e consentire agli enti locali, cui sono state concesse nell’anno 2011 risorse finanziarie per l’impiantistica sportiva, di utilizzarle per la realizzazione o la conclusione di interventi già programmati.

Lo sport, ha spiegato Lorenzo Cozzolino, incentiva il confronto, il dialogo ed è formativo per i nostri giovani. Per questo motivo bisogna adottare norme che aiutino a far crescere lo sport in tutta l’Isola, perché non ha solo una funzione ludico-ricreativa, ma ha fondamentali e insostituibili funzioni pedagogiche, sociali e sanitarie.

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha confermato il voto favorevole. Il consigliere  ha affermato che il  disegno di legge arriva a ridosso dell’inizio delle competizioni sportive e aiuta le società sportive, così come il completamento dell’impiantistica affronta un problema legato agli spazi e alle strutture vecchie. Non è una situazione che si risolverà dall’oggi al domani, ma sarà comunque una boccata d’ossigeno per il settore. Tocco ha chiesto all’assessore che la Regione si faccia garante presso gli istituti di credito affinché si possano evitare le fideiussioni personali dei dirigenti delle società sportive per far fronte alle spese sostenute dalle squadre.

Roberto Desini (Pds) ha affermato che questo«disegno di legge certifica la morte della politica» perché cerca di ovviare alla non applicazione della legge di una anno fa, che riconosceva al Coni i fondi da destinare ai costi di trasferta delle società sportive delle isole minori. «Il presidente del Coni ha deciso di non applicare questa legge regionale e ognuno è libero di fare quel che vuole». Per Roberto Desini è una vergogna e visto che il Coni ha rendicontato soltanto una piccola parte di quanto ricevuto l’anno scorso, «forse sarebbe più opportuno rivedere il dispositivo della legge n. 17 che destina il 6 per cento al Coni».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso) ha ringraziato l’assessore Giuseppe Dessena per la sua perseveranza. «Il problema vero è che la Regione paga il servizio diurno e notturno a un armatore con 16 milioni di euro, che potrebbe fare tariffe più basse a squadre e bambini e non lo fa. E’ un atto grave». Secondo il consigliere la Regione dovrebbe avere un peso maggiore su società da lei finanziate. Luca Pizzuto ha affermato di aver presentato un emendamento per supportare economicamente i Comuni che dovranno gestire le pratiche e che hanno poco personale.

Gianluigi Rubiu (capogruppo Udc) ha detto che voterà a favore della legge, che tratta dello sport come elemento aggregante, istruttivo e sociale. «Però rilevo – ha detto – la lentezza con cui è stato portato in aula questo testo, visto che arriva dopo un anno dall’approvazione della legge dello scorso agosto che non è stata applicata. Queste sono le tempistiche della Giunta Pigliaru». E ha aggiunto: «Ancora una volta abbiamo una prova che la maggioranza è bravissima nelle dichiarazioni di intenti ma non nell’attuare i provvedimenti».

Alessandra Zedda (capogruppo FI), annunciando il voto favorevole, ha affermato che «lo sport è vita per i nostri giovani». Secondo l’esponente della minoranza la legge 17 è stata una buona legge, ma va rivista almeno per quanto riguarda i fondi per l’impiantistica, visto che stiamo rimodulando finanziamenti del 2011 e nel frattempo chiudono palestre non a norma e spariscono le società. Alessandra Zedda ha appoggiato la proposta del collega Tocco sulla possibilità che la Regione dia garanzie agli istituti di credito supportando le società sportive.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiesto il parere della Giunta e ha dato la parola all’assessore dello sport Giuseppe Dessena, il quale ha condiviso gli interventi dei consiglieri sull’importanza dello sport dal punto di vista sociale, educativo e di prevenzione e cura della salute. Secondo l’esponente dell’Esecutivo questa legge è uno dei tasselli del supporto allo sport e ha ricordato che con la 17 sono disponibili 8,6 milioni di euro e che molte regioni prendono ad esempio la legge regionale del 1999. Questo disegno di legge, ha spiegato, interviene su una precedente norma che non ha funzionato. L’assessore ha detto di aver avuto più volte interlocuzioni con il Coni e che, dopo varie sollecitazioni, i responsabili del comitato hanno detto di non avere una struttura amministrativa capace di gestire un avviso pubblico. Siccome lo spirito della norma, ha proseguito, è di favorire lo sviluppo dello sport per tutti, l’assessore ha parlato con i due enti locali di Carloforte e La Maddalena per trovare una soluzione e li convocherà a un tavolo per fare una delibera che supporti anche la gestione amministrativa delle pratiche. Per quanto riguarda l’impiantistica, Dessena ha spigato che i fondi non sono stati spesi per ragioni legate alla burocrazia, ma ha rassicurato l’aula che nello scorso anno sono stati fatti importanti interventi finanziati con il Fsc (Fondo per lo sviluppo di coesione). L’assessore si è poi impegnato a studiare la proposta dei consiglieri Zedda e Tocco in merito a una interazione con gli istituti di credito.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato (53 sì). Via libera con 53 voti favorevoli anche all’articolo 1 (Risorse finanziarie degli enti locali per l’impiantistica sportiva ai sensi del titolo II della legge regionale n. 17 del 1999).

Sull’art. 2 l’on. Roberto Desini (PDS) ha presentato un emendamento orale all’emendamento 1 a firma dell’on. Luca Pizzuto, con l’obiettivo di ridurre la quota da destinare ai comuni di Carloforte e la Maddalena (dal 25 al 20 per cento) e dunque avere nelle casse della Regione una massa maggiore per il fabbisogno delle trasferte delle società.

Per l’on. Luigi Ruggeri (Pd)  «il percorso più lineare sarebbe stato ottenere uno sconto per le società sportive dal gestore marittimo per le società sportive in occasione delle trasferte verso le isole minori. Messa così, forse saremo costretti a ritornare su questa norma».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) è intervenuto e ha detto che «gli articoli 1 e 2 non dicono nulla. Vorrei sapere quanto serve davvero per consentire alle società sportive di Carloforte e di La Maddalena e a quelle che invece vano in trasferta a Carloforte e a La Maddalena di svolgere la loro attività sportiva. Serviva maggiore precisione ma voterò comunque a favore».

L’emendamento orale dell’on. Roberto Desini non è stato ammesso e l’articolo 2 è stato approvato all’unanimità con l’emendamento aggiuntivo 1 Luca Pizzuto (Sinistra), che stanzia il 20 per cento per i due comuni sardi.

Approvato anche l’articolo 3, l’articolo 4, il 5 e in occasione del voto finale della legge l’on. Roberto Desini si è rivolto all’assessore allo Sport e ha caldeggiato l’applicazione immediata delle norme «in modo da consentire alle società sportive di ricevere il contributo per la stagione 2017-2018».

Per dichiarazione di voto anche l’on. Pierfranco Zanchetta ha detto: «Finalmente si attua con legge una risposta a una oggettiva necessità».

L’Aula ha approvato la legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato poi la parola all’on. Roberto Deriu (Pd), che ha richiesto al Consiglio una proroga di tre mesi a nome della commissione speciale di inchiesta sulla crisi del commercio e artigianato. «C’è una grande attesa per una proposta di questo consiglio, che vorremmo unitaria e capace di tenere conto delle audizioni fatte finora e delle riflessioni maturate».

Per l’opposizione la richiesta è stata caldeggiata anche dall’on. Gianni Lampis (FDI) e il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che dispone la prosecuzione del mandato della commissione speciale per i prossimi tre mesi.

L’Aula è passata poi all’esame del Testo unificato 437, relativo alle coop di comunità, primo firmatario l’on. Gianmario Tendas (Pd). Ma l’on. Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, ha chiesto il rinvio.

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «è opportuno procedere con la discussione generale della legge, perché una legge importante».

Anche l’on. Luigi Lotto (Pd) si è associato «perché il testo unificato ha già avuto una lunga discussione in commissione e non ci sono state contrapposizioni. E’ utile licenziarlo oggi».

Contrario l’on. Paolo Truzzu (FDI): “Ho ricevuto in tarda mattinata il testo e anche se fosse la legge migliore del mondo non ho fatto a tempo a esaminarlo. Non morirà nessuno se lo approveremo la prossima volta o a settembre».

Per il capogruppo Pd, on. Pietro Cocco, «il testo è stato inserito durante la seduta dei capigruppo. Perché non sono emerse in quella sede le perplessità?».

L’Aula ha deciso poi di proseguire con la discussione del testo unificato 437/469/497 A che disciplina le azioni regionali a sostegno delle coop di comunità, “uno strumento operativo che sappia intercettare meglio i bisogni dei cittadini appartenenti a una data comunità locale”.

Il relatore Gianmario Tendas (Pd) ha illustrato il testo unificato, ringraziando in apertura “tutti i componenti della Quinta commissione per il contributo e l’impegno profuso su questo testo. Il testo nasce da tre distinte proposte: 437 (Solinas), 469 (Ledda) e 497 (Tedde) e se è vero che il testo definitivo è stato licenziato ieri sera è anche vero che il confronto su questi temi è durato mesi e il Consiglio delle autonomie locali ci invita a una rapida approvazione di queste norme. Nei Comuni piccoli le amministrazioni comunali faticano a soddisfare i bisogni delle comunità e le coop di comunità servono a riconoscere e valorizzare il capitale umano con le risorse pubbliche messe a disposizione dalle comunità come vaucher o spazi. Si tratta di un percorso democratico e paritario per rilanciare se non salvare le piccole comunità sarde”.

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha aggiunto: «E’ una legge che nasce nella passata legislatura dall’esperienza vissuta da altre regioni come l’Umbria e le Marche, con poca popolazione come la nostra isola. Nelle zone interne della nostra isola c’è grande aspettativa per la legge sulle coop di comunità e se è vero che non risolverà i disastri della Sardegna certamente metterà un freno al fenomeno dello spopolamento delle zone interne. Sarà il Comune il cardine, con le associazioni di volontariato, intorno al quale si formerà la cooperativa di comunità ma è chiaro che su tanti settori, come i trasporti, sarà necessario pensare a nuove forme collettive per i nostri piccoli centri».

Per l’on. Gaetano Ledda (Psd’Az-La Base) «la tutela delle fasce deboli della popolazione delle piccole comunità è l’obiettivo prioritario e può portare a produrre e erogare servizi sanitari, sociali ma anche a produrre beni rispetto alle loro esigenze di soci utenti, oltre che di soci lavoratori.  In più possono essere soci delle coop di comunità tanto le persone fisiche quanto quelle giuridiche».

Ha preso poi la parola l’on. Angelo Carta (Psd’Az – La Base) che ha detto: «Lo strumento della coop è stato abbondantemente usato a Dorgali sia per il vino e il latte che per l’edilizia  ma io ritengo che sia limitante consentire soltanto alle organizzazioni del Terzo settore che abbiano sede legale in quel territorio far parte della struttura di una coop di comunità».

Anche l’on. Luigi Lotto (Pd) ha preso la parola a favore del testo unificato: «E’ un contributo ad arginare il fenomeno dello spopolamento nelle piccole comunità rurali, non l’unico. E ci sono borgate urbane a carattere agricolo, a Sassari ma anche a Cagliari, che devono essere tutelate».

Per l’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp) «va modificato l’articolo 6 di questa buona legge, perché è necessario garantire i finanziamenti agevolati della Regione. In difetto, cosa cambia rispetto alle cooperative di tipo B già in funzione? Nulla»

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 38 voti favorevoli e 3 contrari.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’art.1 “Finalità” e dell’unico emendamento presentato sul quale Commissione e Giunta hanno espresso parere favorevole.  Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha proposto un emendamento orale all’emendamento sostitutivo parziale (Ledda e più) che estende i benefici del provvedimento alle borgate rurali dei centri urbani maggiori.

Il relatore della legge Mario Tendas ha espresso parere positivo.

Il capogruppo del Psd’Az-La Base Gaetano Ledda ha quindi illustrato il contenuto dell’emendamento sostitutivo parziale: «Occorre specificare che il sostegno della Regione debba andare alle comunità rurali che hanno problemi di spopolamento. E’ un provvedimento diretto ai piccoli comuni disagiati. Occorre fare chiarezza. Per fare un esempio concreto il comune di Galtellì potrebbe essere individuato come comunità rurale ma è anche un centro balneare che non subisce il fenomeno dello spopolamento». Messo in votazione l’emendamento sostitutivo parziale emendato dalla proposta dell’on. Alessandra Zedda è stato approvato all’unanimità. Via libera anche all’articolo 1 con 45 voi favorevoli su 46 votanti.

Approvati in rapida successione anche gli articoli 2 “Definizione” e 3 “Comunità di riferimento”

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 4 per il quale è stato presentato un emendamento sostitutivo parziale al secondo comma (Anedda e più). La proposta di correzione prevede che possano diventare soci delle cooperative di comunità  le persone fisiche, gli enti locali nel cui territorio operano le cooperative e le organizzazione del terzo settore a patto che abbiano la sede legale nella comunità interessata e dichiarino di svolgere in maniera prevalente la loro attività nella comunità stessa. L’emendamento e l’articolo sono stati approvati per alzata di mano.

Disco verde anche per l’articolo 5 “Attività”. Sull’articolo 6 “Sostegno regionale all’attività delle cooperative di comunità”, il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha proposto un emendamento orale che al comma 1 modifica la dicitura “la Regione può supportare l’attività” in “la Regione supporta l’attività” e, al comma 3, sostituisce  la frase “i contributi possono consistere” in “i contributi consistono”. L’articolo 6 così emendato è stato approvato. Via libera, per alzata di mano, anche agli ultimi due articoli: il 7 “Clausola di neutralità finanziaria” e l’8 “Entrata in vigore”.

Il presidente Ganau ha quindi annunciato la votazione elettronica sul testo finale della legge che è passato con 37 voti a favore e 2 contrari.

Al termine del voto ha chiesto la parola il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda per proporre la sconvocazione delle sedute delle commissioni in programma domani mattina. «Abbiamo l’esigenza di esaminare le mozioni che saranno all’ordine del giorno del Consiglio di domani pomeriggio – ha detto Alessandra Zedda – per questo chiediamo di avere a disposizione la mattinata di domani per un incontro delle opposizioni». 

Contrario all’ipotesi di sospendere il lavoro delle commissioni si è dichiarato il consigliere del Pd Valerio Meloni: «Siamo in prossimità di Ferragosto. Ci sono scadenze importanti. In particolare in Quarta Commissione che discute la legge urbanistica – ha affermato Valerio Meloni – la Commissione deve essere convocata».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è detto d’accordo «a patto però che si convochi alle 9 e non si interrompa alle 11 per la riunione di maggioranza».

Il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas (Pd), dopo aver ricordato di essere sempre venuto incontro alle esigenze della minoranza, ha chiesto di confermare la seduta del parlamentino: «La riunione si terrà alle 9.00, sarà poi la Commissione a deciderà come lavorare».

Il presidente Gianfranco Ganau dopo aver confermato la seduta di domani mattina della Quarta Commissione ha chiuso i lavori e convocato la Conferenza dei capigruppo per un incontro con i dipendenti dell’Aias.

Il Consiglio si riunirà domani pomeriggio alle 16.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato le disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda.

Il presidente Ganau ha aperto la seduta dando la parola all’on. Luigi Lotto, primo firmatario della proposta di legge 495 dal titolo Disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda finalizzata al rilancio del settore ora che il piano di eradicazione della peste suina africana avviato quattro anni fa dalla Giunta regionale sta dando i suoi frutti.

Per l’oratore del Pd, relatore della proposta e presidente della commissione competente, «si tratta di una legge per ricostruire un comparto in crisi da 40 anni, da quando è comparsa la peste suina africana. In tanti anni abbiamo speso miliardi di lire e milioni di euro per affrontare il problema, affrontandolo solo dal punto di vista sanitario e repressivo. Abbiamo toccato il fondo, è vero, ma da questo settore oggi si possono individuare ottime potenzialità di sviluppo e le basi per il rilancio del settore, dopo che nel 2014 è stata costituita l’unità di progetto. Si può pensare a un comparto che tra produzione diretta e indotto può regalare all’Isola migliaia di posti di lavoro, soprattutto quando sarà possibile riprendere la produzione per esportazione. Da qui il bisogno di una legge che dica cosa si può fare nel settore dell’allevamento dei maiali, settore di grandissima redditività».

Come primo intervento ha preso la parola l’on. Gian Mario Tendas (Pd), che ha detto: «E’ da apprezzare il lavoro della Giunta, delle Agenzie Agris e Laore e quello dell’Università per arrivare a questa proposta di legge. Abbiamo un quadro conoscitivo dettagliato sulla situazione sarda: abbiamo ampie potenzialità per fari diventare questo settore strategico non solo per la zootecnia e capace di generare davvero diverse migliaia di posti di lavoro e allevamenti per un totale di circa un milione di suini». Per l’on. Gian Mario Tendas «la proposta 465 distingue tra allevamenti familiari e a carattere professionale, dove è previsto l’ingrasso dei capi ma anche la vendita dei capi allevati. Si ribadisce il divieto del pascolo brado per evidenti ragioni sanitarie mentre si potranno utilizzare i piccoli macelli aziendali, come chiedono esplicitamente le associazioni di categoria».

Ha poi preso la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), secondo cui «questa iniziativa legislativa ci è piaciuta molto e abbiamo collaborato anche noi dell’opposizione perché in questo settore c’è una grande occasione di crescita economica per la Sardegna. Solo in Spagna vale 4 miliardi di euro il giro di affari del suino: immaginate cosa potrebbe accadere in Sardegna in questo comparto seguendo l’esempio iberico. Insomma, è una buona proposta di legge che rassicura il consumatore e assicura gli allevatori del suino di razza sarda sul loro lavoro».

Forza Italia ha preso la parola con l’on. Marco Tedde, che ha denunciato i numeri impietosi del settore: «In Sardegna abbiamo 17 mila aziende e un patrimonio di 169mila suini che soddisfano appena il 10 per cento del mercato interno. Nel 1976, invece, prima dell’avvento della peste suina, i capi erano oltre 300 mila: abbiamo perso metà del nostro patrimonio anche e soprattutto per colpa degli allevamenti clandestini, dei suini allevati allo stato brado nelle zone interne in promiscuità con i cinghiali infettati dalla Psa». Dopo questa premessa l’on. Marco Tedde ha aggiunto: «Ci sono dei semplici imperativi che se rispettati consentiranno alle aziende di lavorare evitando di importare, come stiamo facendo, le carni suine».

Anche l’on. Edoardo Tocco (FI) ha ribadito la necessità «della tracciabilità delle carni, distinguendo l’allevamento dei capi di razza sarda per l’autoconsumo familiare sino a un massimo di 4 capi  dall’industria vera e propria. E’ un rituale vero e proprio l’autoconsumo, che fa parte della cultura della Sardegna. Non basta intervenire per abbattere i focolai di Psa: la Regione deve fare politiche di marketing e valorizzare la razza del suino sardo».

Per l’on. Daniele Cocco (Sinistra) «questa è una legge che va nella direzione giusta, come è già stato detto, a riprova che quando si vogliono fare cose giuste per le nostre comunità si riesce a farle tutti assieme».

Il Partito dei sardi si è espresso con il capogruppo, l’on. Pier Mario Manca, che ha detto: «Sconfiggere la peste suina non è solo abbattere animali ma salvaguardare la cultura sarda e le razze autonome. Questa è una legge che chiude il cerchio;: abbiamo fermato la malattia e adesso la possiamo finalmente rilanciare. Questa legge sarebbe forse dovuta parte prima, ai tempi in cui abbiamo varato al task force contro la peste suina. Ora con la proposta 465 valorizziamo la nostra razza autoctona, che ha un grande pregio e una grande prospettiva di remunerazione per gli allevatori. Questa è una buona legge».

Sempre per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha parlato “dell’aspetto culturale” dell’allevamento del maiale nelle comunità sarde e ha ricordato i numeri del patrimonio suinicolo della Sardegna dopo il flagello quarantennale della peste suina: «E’ fondamentale che noi ripristiniamo un rapporto di fiducia con i sardi in questo settore, legando insieme anche le filiere dell’allevamento suino e le istituzioni pubbliche che se ne occupano per mandato». 

A nome della Giunta, l’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria ha ricordato la lunga tradizione dell’allevamento dei suini in Sardegna che in passato rappresentava una delle voci più importanti della zootecnia regionale, persino più importante di quello della pecora. «L’arrivo della peste suina sul finire degli anni ’70 – ha aggiunto – ha purtroppo interrotto bruscamente questa tradizione facendo precipitare la Sardegna in una lunga epidemia dalla quale si è iniziati ad uscire dopo tanti piani di eradicazione inefficaci con l’azione forte di questa Giunta rivolta alle migliori esperienze europee come quelle di Portogallo e Spagna». «In quei Paesi e soprattutto in Spagna – ha detto ancora Pier Luigi Caria – l’uscita dalla peste suina ha favorito fin dagli anni ’90 un vero e proprio boom delle produzioni con incrementi del 500%, che hanno portato la Spagna fra le i primi 5 paesi al mondo. Per quanto riguarda la Sardegna, la peste ha influito negativamente sulla nostra capacità produttiva, limitata a circa 170-180.000 mila capi con segnali timida crescita, nonostante consumi interni molto elevati che possono essere soddisfatti solo per il 25% da produzioni locali». «Sconfiggere definitivamente la peste suina dopo tanti sforzi – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – significa non solo far ripartire un settore economico che ha una lunga tradizione ma anche contrastare lo spopolamento di molte zone interne e creare nuovi posti di lavoro; anche per queste ragioni è una legge molto attesa da tutto il comparto, che fa innovazione, migliora la professionalità degli addetti, valorizza le competenze ed apre nuovi spazi di mercato per la filiera sarda». 

Successivamente il Consiglio ha approvato all’unanimità il passaggio agli articoli con 43 voti.

A seguire l’Aula ha espresso il suo voto positivo anche sui 25 articoli che compongono la legge e sulla tabella di accompagnamento. Il testo è stato approvato con due sole modifiche: all’art.7 è stato inserito il termine di 10 giorni per la macellazione degli animali e all’art. 12 è stato assegnato un ruolo alle organizzazioni professionali agricole. Recepito infine, nello stesso articolo, anche un emendamento orale del consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi sui marchi di qualità.

Nelle dichiarazioni di voto finali hanno preso la parola i consiglieri regionali Pier Mario Manca ed Augusto Cherchi del Pds, la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, Luigi Crisponi dei Riformatori, il capogruppo di art.1-Mdp Daniele Cocco, Gaetano Ledda del Psd’Az-La Base, Antonio Gaia di Cps ed Emilio Usula del Misto-Rossomori.

La legge è stata approvata all’unanimità con 39 voti.

Dopo lo scrutinio il presidente ha tolto la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo per le ore 16.00 e a seguire l’Assemblea.