23 April, 2024
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Ha registrato la partecipazione di oltre duecento persone l’assemblea su “Autonomia e Federalismo” svoltasi ieri a Ghilarza, nonostante il caldo sabato sera, con inizio del dibattito alle 15.30. Tanti altri, non potendo partecipare all’assemblea, hanno inviato l’adesione.

I partecipanti sono militanti della sinistra, per lo più aderenti al PD o a Liberi e Uguali o senza partito. Militanti che non si rassegnano a una sinistra smarrita ed inerte dopo la sconfitta elettorale. Si prova a ripartire dalle idee e dai territori. E quindi si è scelto Ghilarza, luogo gramsciano, fortemente simbolico.

“Sa die de sa Sardigna” ha dato lo spunto per riflettere  sui limiti dell’autonomia speciale e provare a fare i conti con il significato profondo del voto referendario del 2016 che ha nettamente bocciato una riforma costituzionale accentratrice – o comunque giudicata tale – dei poteri nello Stato o meglio, nell’esecutivo. Con quel voto, deve misurarsi la sinistra tutta, indipendentemente dal segno del voto espresso da ciascuno, singoli e gruppi politici.

I promotori hanno proposto al dibattito una precisa ipotesi di lavoro: il principio autonomista ed il principio federalista come chiave per realizzare un pieno autogoverno in un nuovo patto unitario del popolo sardo, con la Repubblica e con l’Unione europea. Il principio federalista è la chiave per andare oltre i sistemi istituzionali decentralizzati, nel cui ambito è in larga misura confinata anche l’autonomia speciale. Il riferimento è il federalismo cooperativo e societario, alternativo ai modelli di federalismo competitivo ed indifferente ai diritti di cittadinanza.

Il dibattito introdotto da Ivana Russu, consigliere comunale di Olbia e coordinato da Tore Cherchi, ha avuto l’apporto di intellettuali di solido e lungo impegno civile e politico, quali Gian Giacomo Ortu,  Italo Birocchi, Gianmario Demuro, Giovanni Lobrano.

«Il neocentralismo sconfitto nel referendum del 2016  ha creato a le condizioni per riproporre il progetto federalista attraverso un disegno di legge costituzionale, da elaborare con i territori e da presentare con iniziativa popolare», ha sottolineato Giangiacomo Ortu, ordinario di Storia Moderna. L’aspirazione al federalismo deve essere sostenuta, mettendo in atto da subito «pratiche federaliste», soprattutto nel campo culturale, dell’economia e del governo del territorio. Italo Birocchi, ordinario di storia del diritto, ha rintracciato nella storia del popolo sardo le radici del pensiero autonomista e federalista. Gianmario Demuro, costituzionalista, ha analizzato i nessi tra autonomia e democrazia. Giovanni Lobrano, romanista, ha sottolineato la differenza dei sistemi politici federali rispetto a quelli basati sul decentramento.

Sono intervenuti Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas e presidente ANCI, con una forte critica al centralismo ed alla burocrazia regionali, temi ripresi anche da Nicola Sanna, sindaco di Sassari; Michele Carrus, segretario regionale CGIL, sui rapporti fra autonomia, lavoro e sviluppo. Sulle vittime della globalizzazione liberista è ritornato Luca Pizzuto, consigliere regionale di Leu; un giovane studente, Bruno Concas, si è chiesto come l’autonomia possa interessare i giovani. Hanno preso la parola persone di area PD: Dolores Lai, Patrizia Desole, Nicola Manca, guspinese di Montevecchio, Vasco Decet, manager di una primaria industria turistica. Nella sala, interessati al dibattito, qualificati esponenti della cultura, Salvatore Mereu, Angelo Liberati, Giuseppe Carta tra gli altri, parecchi sindaci e lavoratori dell’industria, dirigenti politici, la parlamentare Romina Mura, il presidente regionale della lega delle cooperative, Claudio Atzori.

«Abbiamo rimesso in campo le idee autonomiste e federaliste, rimaste oscurate dal prevalente centralismo da un lato e da minoritarie aspirazioni indipendentiste, dall’altro lato. Queste idee sono attuali e feconde. Sono un progetto di lavoro e di impegno che vorremmo ritornasse ad essere la bandiera della sinistra», ha concluso Tore Cherchi a nome degli organizzatori dell’assemblea. L’impegno è quindi quello di dare continuità al lavoro su un progetto. Questo non richiede nuove  organizzazioni ma piuttosto la capacità di dibattere, agire e creare relazioni nel disperso popolo della sinistra.

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«Lussu appartiene al pantheon dei grandi che hanno costruito la Sardegna democratica ed è fonte continua di ispirazione. Le sua idee, sempre attuali, sono molto utili per delineare un nuovo assetto autonomistico e impostare un rapporto diverso con lo Stato. E sono necessarie per individuare nuove condizioni per l’esercizio della sovranità». Lo hanno detto gli assessori degli Enti Locali Cristiano Erriu e degli Affari Generali Filippo Spanu che ad Armungia, nello Spazio Polifunzionale, hanno preso parte all’incontro dedicato all’impegno intellettuale e politico di Emilio Lussu promosso dalla Regione e dall’amministrazione comunale, con il patrocinio dell’Università di Cagliari, nell’ambito delle celebrazioni per i 70 anni dello Statuto.

L’incontro ha offerto l’occasione per fare il punto della situazione, proiettare le idee di Lussu negli scenari della Sardegna di oggi ed esaminare le possibili strade per rafforzare la nostra autonomia. «Dobbiamo aprire – ha spiegato Spanu – una nuova stagione federalista. La Sardegna deve conquistare nuovi spazi nei campi dell’istruzione e della finanza locale. Dobbiamo avere nel nostro orizzonte un’idea federale del nostro rapporto con lo Stato italiano. Questa idea deve ripartire sia nel senso di profondi poteri sovrani attribuiti alla nostra Istituzione ma anche in termini di nuova stagione della partecipazione a tutti i livelli».

«E’ essenziale – ha osservato l’assessore Erriu – che, in linea con il pensiero di Lussu, al centralismo nazionale non si sostituiscano nuovi centralismi, serve una costruzione “ordinamentale” dal basso. Con le autonomie locali e la Regione realmente tra loro equiordinate. Una costruzione che eserciti la propria sovranità in modo inclusivo e perequativo, capace di valorizzare tutti i territori e di rendere la società protagonista in ogni ambito».
Gli assessori Erriu e Spanu hanno formulato la proposta, che sarà a breve formalizzata, di intitolare a Emilio Lussu, in occasione dei 70 anni dello Statuto, la sala della Giunta a Villa Devoto.

Nell’occasione è stato presentato il volume Emilio Lussu, Emile Chanoux, la fondazione di un ordinamento federale per le democrazie regionali di Gianmario Demuro e Roberto Louvin. Oltre agli assessori Spanu ed Erriu, sono intervenuti gli autori del volume, l’assessore comunale alla Cultura Antonio Quartu, gli storici Luciano Marrocu e Giuseppe Caboni. Emile Chanoux, antifascista e autonomista valdostano, nel volume viene idealmente associato a Lussu, che è stato relatore, nell’Assemblea Costituente, dello Statuto della Valle d’Aosta.
Erano presenti i nipoti di Lussu e Chanoux, Tommaso e Felice, testimoni di una comunione ideale che resiste al tempo.

Durante l’incontro sono stati proposti alcuni momenti di due interviste in cui Emilio Lussu ricorda Piero Gobetti e Eugenio Chiesa, documenti importanti e preziosi custoditi nel museo storico «Emilio e Joyce Lussu» ad Armungia.

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Sabato 27 gennaio, gli assessori degli Affari Generali Filippo Spanu e degli Enti Locali Cristiano Erriu parteciperanno ad un incontro organizzato nello Spazio Polifunzionale di Armungia, nell’ambito delle celebrazioni per i 70 anni dello Statuto. L’evento, dedicato all’impegno intellettuale e politico di Emilio Lussu, nasce da un’iniziativa della Regione e del Comune. L’inizio è fissato alle 17.00.
Nell’occasione verrà presentato il volume Emilio Lussu, Emile Chanoux, la fondazione di un ordinamento federale per le democrazie regionali di Gianmario Demuro e Roberto Louvin. Oltre agli assessori Spanu ed Erriu, intervengono gli autori del volume, il sindaco di Armungia Donatella Dessì, l’assessore comunale alla Cultura Antonio Quartu, gli storici Giuseppe Caboni e Luciano Marrocu.
L’incontro sarà l’occasione per fare il punto della situazione a 70 anni dalla promulgazione dello Statuto, proiettare le idee di Lussu negli scenari della Sardegna di oggi ed esaminare le possibili strade per rafforzare la nostra autonomia. Nel corso del dibattito verranno proposti alcuni spezzoni di un’intervista di Paolo Gobetti, figlio di Piero, a Emilio Lussu. L’intervista è custodita nel museo storico «Emilio e Joyce Lussu» ad Armungia.

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«L’istituzione delle città metropolitane in Italia ha causato un po’ di polemiche e anche il timore di una concentrazione di risorse a vantaggio di alcuni territori rispetto ad altri. Serviva l’istituzione della città metropolitana di Cagliari? Sì, e serviva con questa dimensione, non allargata all’intera, vecchia provincia di Cagliari.»

Lo ha detto l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, al convegno “Città metropolitana e futuro delle autonomie locali nei 70 anni della Costituzione: Cagliari e Firenze a confronto”. Ai lavori, moderati dal docente di Diritto costituzionale dell’Università di Cagliari Gianmario Demuro, hanno partecipato inoltre il sindaco metropolitano Massimo Zedda ed il docente di Diritto costituzionale dell’Università di Firenze Andrea Simoncini.

«Noi – ha sottolineato Cristiano Erriu – abbiamo ravvisato alcune caratteristiche che inducevano a compiere decisamente questo passo: da anni esisteva ‘de facto’ una situazione, legata per esempio alla gestione di trasporti pubblici e raccolta dei rifiuti, che andava soltanto codificata in una legge. La gestione di molti servizi fondamentali ormai richiede un approccio collaborativo tra gli enti locali: in alcune zone della Sardegna le Unioni di Comuni stentano a decollare, ma i Comuni dell’hinterland cagliaritano lavorano da tempo gomito a gomito su una serie di tematiche di grande rilievo, dunque risulta più agevole ottenere risultati concreti.»

«Tutto è perfettibile – ha riconosciuto Cristiano Erriu -. Il confronto di oggi ci aiuta a comprendere dove possiamo intervenire per migliorare il testo della legge regionale n. 2/2016 (la riforma degli enti locali). Sono peraltro convinto che il successo della Città metropolitana di Cagliari sarà tanto più grande, quanto più essa riuscirà ad essere inclusiva nei confronti degli altri territori dell’Isola. Occorre uno spirito realmente collaborativo per essere il vero traino economico della Sardegna, soprattutto, a vantaggio dei Comuni che subiscono maggiormente il peso dei tagli di risorse da parte dello Stato.»

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Giovedì 25 gennaio, dalle 16.00, nell’Aula del Consiglio regionale si terrà la tavola rotonda “Dal XX al XXI secolo: bilancio e prospettive delle Autonomie speciali”.  E’ l’ultimo incontro del ciclo “70 anni di Autonomia speciale della Sardegna”. I lavori saranno presieduti dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. Maria Del Zompo, Rettrice Università degli Studi di Cagliari e Stefano Usai, Presidente Facoltà di Scienze Giuridiche Economiche e Politiche porteranno i saluti del mondo accademico. Coordina Mariarosa Cardia, Professoressa di Storia delle Istituzioni Politiche – UniCa. Interverranno: Gianmario Demuro, Professore di Diritto costituzionale – Università di Cagliari; Franco Iacop, Presidente Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia e Coordinatore Conferenza dei Presidenti Assemblee legislative Regioni e Province autonome; Roberto Louvin, Professore di Diritto Pubblico Comparato – Università della Calabria; Pietro Luigi Pinna, Professore di Diritto Costituzionale – Università di Sassari; Marcello Saija, professore di Storia delle Istituzioni politiche – Università di Palermo.

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Verrà presentato martedì 12 dicembre, dalle ore 16.00, nella sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, al Senato della Repubblica, su iniziativa del senatore Francesco Palermo, il libro “La Specialità Sarda alla prova della crisi economica globale”, a cura di Giovanni Coinu, Gianmario Demuro e Francesco Mola.

Introduranno i lavori Gianclaudio Bressa, sottosegretario con delega agli Affari generali e le autonomie e Francesco Palermo, dell’Istituto di studi federali comparati di Eurac Research dell’Università di Verona. Interverranno Giovanni Coinu e Francesco Mola dell’Università di Cagliari e Antonio Fadda di SmartLab.

Le conclusioni saranno curate da Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna e Gianmario Demuro dell’Università di Cagliari.

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Dalle 16.00 alle 20.00, l’Aula Magna “Baffi”, la Facoltà di Scienze Economiche Giuridiche e Politiche, Viale Sant’Ignazio 74, a Cagliari, ospita un seminario sui 70 anni di Autonomia Speciale della Sardegna.

Il programma prevede gli interventi di due relatori: Marina Mura, docente di psicologia dei gruppi e comunicazione dell’Università di Cagliari su “Una prospettiva psicologico-sociale sull’autonomia speciale della Sardegna: brevi riflessioni sull’identità regionale” e Carlo Pala, dicente di Scienza dell’amministrazione dell’Università di Cagliari su “Dall’identità etnica a quella politica: il ruolo odierno dei partiti etnoregionalisti sardi”.

I lavori sono presieduti da Mariarosa Cardia, professoressa di Storia delle Istituzioni Politiche dell’Università di Cagliari e coordinati da Gianmario Demuro, professore di Diritto Costituzionale dell’Università di Cagliari. Sono previsti interventi dell’ingegnere Enrico Corti, Giacomo Serreli della Fondazione Maria Carta e della cantautrice Elena Ledda.

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Si terrà lunedì 3 aprile a partire dalle 9.30 nell’Aula magna dell’Università di Cagliari (via Università 40) la Giornata di studi sardo-corsi, “Corsica e Sardegna: le potenzialità di un progetto comune” organizzata dalle Università di Cagliari e di Sassari, insieme all’Università “Pasquale Paoli” della Corsica. Durante la giornata sarà dato spazio alle ricerche comuni portate avanti dai tre atenei: dal legame tra archeologia e arte  all’etnomusicologia, alla cooperazione transfrontaliera fino ad altri temi. Ai lavori parteciperà anche il Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, a riprova dell’interesse della massima istituzione regionale sarda per il dialogo tra le due isole.

L’iniziativa darà conto del comune progetto, nato dal Consiglio regionale della Sardegna e da quello della Corsica, che valorizza il ruolo delle due Isole rispetto ai rispettivi Stati e nel rapporto con l’Europa. La convinzione che lega le massime istituzioni rappresentative delle due regioni del Mediterraneo è che la convergenza di interessi politici ed economici si basi sulla più ampia conoscenza dei tratti culturali che caratterizzano le identità della Sardegna e della Corsica. Presupposti che saranno illustrati negli interventi di apertura del Rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, del Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, e dei prorettori dei tre Atenei.

Gli Atenei di Cagliari e di Sassari e quello della Corsica hanno una tradizione di comuni ricerche che anche nella circostanza della Giornata di studi saranno richiamati negli interventi dei professori Rossana Martorelli, Ignazio Macchiarella e Giancarlo Nonnoi (alle 10.00) che illustreranno le ricerche compiute, congiuntamente, nel campo degli studi archeologici, artistici, etnomusicologici, filosofici e scientifici.

Dominique Verdoni, Jean-Marie Comiti, Eugène Gherardi e Denis Jouffroy faranno il punto sugli studi sulla lingua e sulla letteratura corsa, sui rapporti tra l’Università “Pasquale Paoli” e il territorio della Corsica, sulla storia di quell’Isola nel rapporto col “Continente”.

Seguiranno tre interventi di giovani ricercatori (Dino Manca, Carlo Mulas e Marco Deplano) che si soffermeranno sugli aspetti storici e su quelli giuridici del  rapporto tra le due Isole, viste nel più ampio contesto del Mediterraneo. Sarà questo il modo per giungere alla tavola rotonda conclusiva (alle 15.45), coordinata da Duilio Caocci e alla quale parteciperanno Gianmario Demuro, Carola Farci, Paolo Maninchedda, Franco Mannoni, Giuseppe Marci e Franciscu Sedda.

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«La diversità delle esperienze regionali deve essere ulteriormente valorizzata e lo Stato deve rendersi conto che questa differenziazione è ricchezza».

Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu che, in rappresentanza del presidente Pigliaru, coordinatore delle Regioni speciali e delle Province autonome di Trento e Bolzano nella Conferenza delle Regioni, è stato sentito oggi in audizione dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Filippo Spanu ha spiegato che «i Presidenti delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano hanno avviato, anche grazie al lavoro svolto dal mio predecessore Gianmario Demuro su delega del presidente Pigliaru, un produttivo e unitario confronto sulle modalità e sulle procedure per rivitalizzare la specialità, aspetto caratterizzante non solo dell’assetto politico-istituzionale ma anche della vita culturale del Paese».
«L’esito del referendum confermativo dello scorso 4 dicembre – ha sottolineato l’assessore Spanu – non deve far passare in secondo piano l’assoluta necessità che il processo della riforma degli Statuti debba svilupparsi attraverso uno stretto coinvolgimento delle regioni interessate. La previsione di procedure innovative di intesa preventiva sui contenuti delle riforme – ha aggiunto l’esponente della Giunta Pigliaru – può aprire concretamente la strada ad una stagione di modernizzazione della specialità in linea con i principi contenuti nella Dichiarazione di Aosta». Le Regioni speciali, in questa fase, hanno deciso di presentare soluzioni concrete che l’esponente della Giunta ha delineato nel corso dell’audizione. La Commissione parlamentare per le questioni regionali sta svolgendo un’indagine conoscitiva sulle forme di raccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali e sull’attuazione degli Statuti speciali.
«Nel procedimento di revisione degli Statuti si prospetta – ha chiarito Filippo Spanu – la previsione di un’intesa da parte della Regione interessata espressa con apposita deliberazione da parte del Consiglio regionale o provinciale. Nel caso di mancato accordo nel testo, si potrebbe ipotizzare, come ultima strada percorribile per la modifica dello Statuto, la nomina di una Commissione paritaria di convergenza composta da senatori, deputati e consiglieri regionali, designati dai Presidenti delle rispettive assemblee.»
Nel corso dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare per le questioni regionali, l’Assessore degli Affari generali ha inoltre ribadito l’esigenza di «potenziare il funzionamento delle norme di attuazione che consentono agli Statuti di vivere e rappresentano uno strumento di eccellenza in grado di dare flessibilità e dinamismo agli ordinamenti speciali».

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A poche ore dall’ufficializzazione della nuova squadra di assessori, con l’ingresso di quattro volti nuovi al posto dei dimissionari Elisabetta Falchi, Gianmario Demuro, Francesco Morandi e Claudia Firino (le ultime due arrivate pochi minuti dopo l’annuncio delle scelte dei nuovi assessori fatto alla stampa dal presidente Francesco Pigliaru), il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis attacca pesantemente la maggioranza di centrosinistra.

«Il rimpasto della Giunta non nasconde certo il fallimento dell’azione politica in questi tre anni – dice Pietro Pittalis -. E’ il solito teatrino di una maggioranza logora e di una giunta regionale inadeguata ed incapace ad affrontare i gravi problemi della nostra Isola come certificano tutti gli indicatori economici e sociali. Neppure questo rimpasto – conclude il capogruppo di Forza Italia – potrà rappresentare un cambio di passo perché tutto appare nel solco della continuità, cui si aggiunge l’ulteriore disgregazione di una coalizione di governo ormai arrivata al capolinea.»