25 April, 2024
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Si è concluso sabato 22 giugno, a Firenze, il ciclo di seminari organizzato dalla FASI per la promozione di Autunno in Barbagia.

Alla presenza dei circoli aderenti alla FASI della circoscrizione Centro – Sud (che coinvolge i circoli presenti in Toscana, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo), e delle associazioni ospiti, si è tenuta la presentazione della manifestazione con le relazioni degli esperti, intervallata da filmati di presentazione delle eccellenze artistiche e culturali del territorio barbaricino.

Ad aprire i lavori è stato Simone Pisano, coordinatore della Circoscrizione Centro-Sud della FASI e glottologo dell’Università G. Marconi di Roma, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente onorario della FASI Tonino Mulas che ha sottolineato la forte vocazione di promozione della FASI, sperimentata già gli anni scorsi con il Viaggio del vino, nel centro sud della Sardegna, con il trekking del “Cammino di San Giorgio” e il “Cammino di Santa Barbara”, con la sagra di Sant’Efisio, con i “pacchetti” sul “Carnevale” ed la “Settimana sarda”, con il progetto con cui è stata coinvolta la rete degli emigrati olandese sul Turismo della montagna. Tonino Mulas ha inoltre lanciato l’idea dell’Anagrafe dei docenti universitari sardi in Italia e all’estero, un patrimonio intellettuale che se messo a sistema potrebbe dare un grande contributo alla Sardegna.

Il direttore generale della Camera di Commercio di Nuoro, Giovanni Pirisi, ha ripercorso la storia della manifestazione, dalle prime Cortes Apertas di Oliena fino al coinvolgimento attuale di 32 paesi dell’area. Giovanni Pirisi ha sottolineato due aspetti principali a cui debba essere ricondotto il successo di Autunno in Barbagia: da un lato la crescita economica e l’indotto che crea un evento di questa portata per le imprese del territorio, imprese turistiche, dell’agroalimentare, dell’artigianato ma non solo. Una manifestazione che genera dei processi virtuosi che fanno del rispetto della tradizione un volano economico ma che allo stesso tempo innescano anche dei processi di innovazione, come per esempio la formulazione di un ricettario, poi riproposto dai ristoratori del territorio in chiave contemporanea, o come la crescita del sistema museale barbaricino; l’altro aspetto di successo è senz’altro la crescita culturale e sociale che l’evento rappresenta per le popolazioni locali. Una crescita data dall’apertura verso l’esterno, dalla coesione, collaborazione e coinvolgimento di tutti gli abitanti dei paesi, da una sana competizione che spinge a migliorare l’offerta anno dopo anno.

Il presidente dell’ISRE – Istituto Superiore Regionale Etnografico, Giuseppe Pirisi, ha parlato del grande lavoro nella valorizzazione del patrimonio storico, letterario, artistico e linguistico che l’Istituto, supportato da criteri scientifici, da tanti anni porta avanti. Nel suo intervento Giuseppe Pirisi ha sottolineato l’importanza per l’ISRE di fare antropologia della contemporaneità, ossia non solo fotografare ciò che è stata la nostra tradizione ma anche testimoniare la produzione culturale del presente, in modo da trasmettere ai posteri la cultura contemporanea che vede nel cinema e nella musica gli assoluti protagonisti. Giuseppe Pirisi ha inoltre prospettato alcune iniziative dell’ISRE che possono coinvolgere i Circoli sardi in una fattiva collaborazione che metta a frutto le reciproche competenze, come ad esempio un momento di bilancio dell’attività artistica dei sardi nel mondo.

Il responsabile dei giovani della FASI, Mattia Lilliu, nel suo intervento ha parlato delle esperienze di marketing territoriale nella provincia di Nuoro e delle positive iniziative che sono nate attorno alla candidatura di Nuoro a Capitale europea della cultura per il 2020.

La presidente della FASI Serafina Mascia ha parlato dei progetti in essere portati avanti dalla FASI e della ratio complessiva che emerge dal loro insieme: da Sarda Tellus che promuove le eccellenze enogastronomiche ma anche il territorio e l’ambiente di provenienze dei prodotti; A domo nostra che censisce il patrimonio abitativo degli emigrati, che può diventare uno strumento imprenditoriale oltre che di qualificazione urbana; fino al servizio di Eurotarget viaggi che mira a creare un legame più strutturale con la Sardegna da parte delle seconde generazioni di emigrati.

Conclusi i seminari il bilancio della manifestazione dopo quattro tappe (Milano, Rivoli – Torino, Bologna e Firenze), 69 Circoli sardi coinvolti, oltre 60 associazioni partecipanti (Pro Loco, Cral, Associazioni di promozione turistica, associazioni sportive e di trekking, Associazioni di promozione sociale), può considerarsi positivamente. La FASI ha voluto fortemente farsi promotrice di questa manifestazione per i valori di accoglienza che incarna, per la qualità dell’offerta proposta e per l’opportunità di destagionalizzazione turistica in Sardegna che Autunno in Barbagia offre in maniera sistematica.

Essere ambasciatori della Sardegna, della sua cultura ma anche della sua economia, è da sempre nella mission della FASI e dei circoli aderenti. Obiettivo della FASI è di far conoscere la Sardegna meno battuta, che va oltre la bellezza delle sue spiagge e del suo mare e che vede i suoi abitanti come protagonisti non passivi; essere ambasciatori dunque non solo della terra sarda ma anche e soprattutto della ricchezza culturale, sociale e umana che i sardi sanno esprimere.

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Tenores di Bitti 2 copia

Il canto a tenore, forma espressiva arcaica della polifonia sarda, è stato inserito nel 2005 nella lista del patrimonio immateriale dell’Unesco. A dieci anni di distanza da quell’importante riconoscimento, l’antico canto dei pastori non ha ancora ricevuto una tutela adeguata dalla Regione sarda. Manca, infatti, una legge di settore, niente è stato fatto negli anni per la sua promozione e valorizzazione. E’ quanto lamentano gli operatori del settore, artisti e semplici appassionati.

L’associazione “Boches a Tenore”, sentita in audizione dalla commissione “Cultura” del Consiglio regionale, ha sollecitato un intervento normativo in difesa di «uno dei più straordinari esempi di polifonia del Mediterraneo».

«Il canto è ancora molto diffuso in alcune aree della Sardegna – hanno sottolineato il presidente e il segretario dell’associazione Angelo Cossu e Giovanni Pirisi – si tratta di un unicum da salvaguardare e tramandare alle nuove generazioni.»

Del sodalizio “Boches a Tenore” fanno parte circa trenta gruppi, provenienti dalle zone storiche di diffusione del canto (Barbagia, Goceano e Baronia). Artisti che chiedono oggi di essere coinvolti dalla Regione nella promozione del patrimonio culturale della Sardegna e nell’organizzazione di manifestazioni ed eventi rivolti agli emigrati sardi. «Vanno tutelate le dinamiche di trasmissione e di divulgazione del canto che trovano nelle aree storiche le loro forme più tipiche e originali – ha spiegato Giovanni Pirisi – se non si fa questo si rischia di perdere quell’immenso bagaglio culturale rappresentato dalla tradizione orale».

Nel corso dell’audizione sono state avanzate alcune proposte operative. Secondo il consigliere dei Rossomori Paolo Zedda un aiuto concreto potrebbe arrivare dai fondi europei FESR. «Ci sono due misure specifiche che si occupano di patrimonio immateriale – ha detto Zedda – un progetto per la diffusione del canto a tenore potrebbe essere inserito nel programma». Secondo Zedda, un’altra via da seguire potrebbe essere quella di una collaborazione tra le associazioni e l’ISRE sul fronte della ricerca, mentre, per la divulgazione, un supporto importante potrebbe arrivare dalla scuole civiche di musica.

Rossella Pinna (Pd) ha invece auspicato la firma di  una convenzione tra le associazioni dei tenores della Sardegna e la Regione. «In attesa di una legge di settore – ha detto Pinna – il coinvolgimento diretto dei gruppi di canto faciliterebbe la creazione di una rete di sistema con i Comuni per l’organizzazione di eventi e manifestazioni culturali finalizzate alla promozione e valorizzazione di una delle espressioni musicali più antiche dell’Isola».