29 March, 2024
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A Bitti dati incoraggianti sulla lotta al Coronavirus arrivano dai risultati di laboratorio effettuati su 45 test sierologici a cui sono stati sottoposti 14 ospiti della Casa alloggio per anziani ‘Nostra Segnora de su Meraculu’, ed altri 31 cittadini tra personale sanitario, operatori della struttura e alcuni parenti diretti. Tali controlli hanno l’obiettivo di verificare se un soggetto è mai stato contagiato dal Coronavirus e quindi quanti anticorpi potrebbe aver sviluppato per contrastare la malattia.

Il quadro epidemiologico. «Questi ultimi risultati sono confortanti poiché in linea con i tamponi eseguiti dalla seconda decade di marzo a oggi. Il quadro generale che emerge da tali controlli dimostra un andamento costante e positivo sul piano dell’uscita dalla malattia. Tutti i soggetti interessati manifestano infatti segni di sieroconversione avanzata che evidenzia proprio una buona risposta sul piano clinico e immunitario. In altre parole, dal contesto di Bitti viene fuori uno scenario epidemiologico sostanzialmente in linea con il decorso rilevato in altri contesti nazionali». Lo ha detto il medico della Casa di riposo, il dottor Pietro Zara, che entrando nello specifico ha aggiunto: «Nelle verifiche sul covid19 alcune persone interessate dal focolaio di Bitti erano risultate negative, quindi guarite secondo i protocolli standard, nei successivi tamponi, sempre alcuni degli stessi soggetti, erano poi risultati positivi. Perché questa situazione? È ipotizzabile, anche secondo quando già specificato dall’Istituto superiore di sanità, che la positività del tampone nasofaringeo sia dovuta al perdurare di una presenza del virus, seppure inattivo. In sostanza: una rimanenza di particelle virali in fase di espulsione dal corpo dei soggetti interessati».

Il sindaco e il parroco. Di “notizia incoraggiante” ha parlato il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, che ha tuttavia ricordato, così come ha fatto il parroco di Bitti, don Totoni Cossu, che «il lavoro da fare per mettere in sicurezza il contesto della Casa alloggio e l’intera comunità è ancora tanto». Il primo cittadino ha espresso “soddisfazione poiché i test sierologici hanno confermato come nessuno tra i soggetti risultati inizialmente negativi, come per esempio i familiari del personale della struttura, e stato poi contagiato. A dimostrazione del fatto che la tempestività con cui si è agito per mettere in sicurezza il focolaio ha impedito il diffondersi dell’epidemia fuori dalla Casa di riposo, nella comunità”.

Sia Ciccolini che don Totoni hanno quindi ringraziato tutti i portatori di interesse che a vario titolo stanno collaborando da mesi per assistere pazienti e personale sociosanitario. «Un ringraziamento particolare per questo andamento positivo – ha detto il parroco – lo dedico alla Madonna del Miracolo».

La prossima verifica è fissata tra due settimane, quando si rifaranno i nuovi tamponi sierologici, sempre in stretta e costante collaborazione con le strutture regionali dell’Ats e dell’ASSL di Nuoro.

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Un altro ospite, il secondo nel giro di tre giorni, della Casa di riposo ‘Nostra Segnora de su Meraculu’ di Bitti, è risultato positivo alle analisi sul Coronavirus. La notizia è giunta oggi dall’ospedale San Francesco di Nuoro dove da ieri si trova ricoverato il paziente.

«Stiamo gestendo l’emergenza in costante collaborazione con la direzione sanitaria della ASSL di Nuoro, con il Servizio igiene (coordinamento delle aree di Oristano, Olbia e Nuoro) e con l’Assistenza domiciliare integrata (ADI). Ai dirigenti che guidano queste strutture e a tutti i loro collaboratori va la mia gratitudine e il più sincero apprezzamento per aver organizzato una vera e propria task force all’interno del Nostra Segnora de su Meraculu», ha detto il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, nel commentare la seconda positività rilevata nella Casa di riposo del paese dopo che ieri un paziente, con evidenti sintomi da Covid-19, era stato trasportato al San Francesco.

«Ci tengo a esprimere un ringraziamento speciale al personale – ha aggiunto il sindaco – che, con straordinario senso del dovere e forte sacrificio, sta assicurando il servizio di assistenza agli ospiti. Una prova encomiabile che ha visto gli operatori risiedere all’interno della struttura evitando così spostamenti, potenzialmente pericolosi sul piano del contagio del virus, nel centro abitato e presso le proprie famiglie. Domani – ha concluso Giuseppe Ciccolini – saranno sottoposti alla prova del tampone una quarantina di cittadini tra ospiti, operatori della Casa di riposo e personale medico che negli ultimi giorni ha avuto contatti con il Nostra Segnora de su Meraculu.»

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«Il caso del contagio di Bitti è unico nel suo genere per quanto riguarda il quadro epidemiologico della provincia di Nuoro. Nel nostro Comune, infatti, abbiamo a che fare con una casa di riposo, con una quarantina di soggetti, tra ospiti e operatori, potenzialmente interessati dalla pandemia di Covid-19. Ecco perché è necessario intervenire quanto prima per mettere in sicurezza tutti. Istituzioni e portatori di interesse non spengano i riflettori sul caso Bitti, continuiamo a lavorare assieme per definire subito e al meglio tutte le strategie da percorrere per blindare il rischio di contagio verso la popolazione esterna al centro di cura.»
L’accorato appello arriva dal sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, a due giorni dall’individuazione di una positività al Coronavirus su un ospite della casa di riposo ‘Nostra segnora de su Meraculu’. Ad oggi le condizioni dell’ospite, subito ricoverato all’ospedale San Francesco di Nuoro, sono discrete e stabili.

«Auspico – ha aggiunto il sindaco di Bitti – che, appena possibile, arrivino i tamponi per i riscontri clinici e nuove indicazioni operative dalla struttura sanitaria regionale  e territoriale, con cui stiamo collaborando costantemente da giorni e a cui va tutto il mio apprezzamento per la particolare disponibilità. A Bitti, come da procedura richiesta da questi casi di emergenza, abbiamo già attivato il COC (Centro operativo comunale) per assicurare tutta la cooperazione con le istituzioni regionali, in primis l’Ats, e una velocità di risposta sugli interventi da mettere in campo: noi siamo pronti, aspettiamo di sapere cosa dobbiamo fare per mettere in sicurezza la nostra comunità.»

Giuseppe Ciccolini ha quindi ricordato che «gli operatori della struttura di cura, a cui vanno i più sinceri ringraziamenti, continuano a lavorare con grande professionalità e senso del dovere per assicurare la massima assistenza agli ospiti».

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Nei quaranta giorni di chiusura al traffico aereo, per lavori di restyling delle piste, ad Olbia si terrà il “Flight Club”: trenta giorni di mostre e iniziative organizzate negli spazi dello scalo Costa Smeralda e che vedranno Bitti protagonista del calendario degli eventi. Dalla cultura all’enogastronomia, dall’archeologia agli appuntamenti dedicati ai più piccoli o allo sport con ingresso gratuito per i partecipanti. Ecco che in questo contesto 11 dinosauri di BittiRex si trasferiranno in Gallura e con loro i totem multimediali del museo del Canto a tenore, sostituiti proprio pochi giorni fa dalle nuove istallazioni inaugurate lo scorso 15 gennaio nel complesso museale di Bitti.

«L’appuntamento di Olbia è una straordinaria operazione di promozione che a costo zero contribuirà a fa conoscere il nostro paese, le sue tradizioni e la proposta turistica che più in generale possiamo offrire ai tanti visitatori in arrivo in Sardegna.»

Lo ha detto il sindaco del centro barbaricino, Giuseppe Ciccolini, che ha ricordato come i totem dell’antico canto dei pastori rimarranno in esposizione in aeroporto anche dopo la fine dei lavori.

«Con quest’ultimo progetto – ha concluso Giuseppe Ciccolini – si consolida la collaborazione tra comune di Bitti ed aeroporto di Olbia Costa Smeralda, già protagonisti in passato di simili iniziative.»

 

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E’ stato inaugurato stamane il sistema interattivo di canto a tenore e ballo del Museo Multimediale di Bitti.

Sono stati gli alunni della quinta classe elementare dell’istituto comprensivo di Bitti Giuseppe Musio i primi a sperimentare, questa mattina, il nuovo sistema interattivo. Doppia inaugurazione per la rinnovata struttura: la mattina dedicata alla sperimentazione da parte degli studenti, e il pomeriggio il taglio del nastro con le autorità, il sindaco Giuseppe Ciccolini e gli ideatori e realizzatori dei nuovi contenuti multimediali. Il progetto è stato infatti promosso e gestito da tre partner vincitori del bando regionale Domos de sa Cultura, destinato ai progetti mirati alla valorizzazione degli elementi ed espressioni del patrimonio culturale immateriale della Sardegna, e finanziato attraverso il POR FESR 2014 – 2020 Azione: 3.3.2.

I tre soggetti sono: Mommotty srl (giovane casa di produzione cagliaritana attiva nel mondo dell’audiovisivo e del cinema), Istelai società cooperativa (opera nel settore dei servizi turistico culturali portando avanti attività volte al recupero delle tradizioni di Bitti ed è gestore del Museo), e Produzioni Sardegna di Nicole Nieddu (ditta specializzata nelle produzioni audiovisive e multimediali e nell’organizzazione e gestione di eventi di carattere culturale e folklorico). La direzione artistica è di Francesco Casu, mentre Marco Lutzu è responsabile scientifico del progetto, entrambi autori del precedente museo multimediale.

Il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini. «Oggi inauguriamo uno spazio più ricco di contributi e di nuove tecnoligie utili ad avvicinare cittadini e appassionati verso le antiche melodie della nostra terra». Così il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, che ha aggiunto: «Sentiamo forte la responsabilità, insieme alle tante comunità della Sardegna accomunate da questa tradizione, nel valorizzare e tramandare il vecchio canto dei pastori. Questo non è il Museo di Bitti, ma di tutti gli appassionati di etnomusicologia del mondo».

Il direttore artistico Francesco Casu. «Il Museo multimediale diventa la casa di tutti i tenores della Sardegna, un luogo dove esperire immersivamente la musica, in una dimensione esperienziale dove il visitatore scopre l’ancestrale mondo del canto a tenore in maniera diretta. La didattica si innesta quindi dentro una esperienza, si alleggerisce dalla teoria e diventa più fruibile e immediata. La poesia, il ballo, l’esperienza del corpo e tutte le componenti si mettono in gioco, infatti, attraverso le installazioni interattive che fanno in modo che si crei una attiva partecipazione, rendendo il museo un luogo vivo e sempre nuovo».

Il responsabile scientifico ed etnomusicologo Marco Lutzu. «E’ stato di fondamentale importanza per questo progetto il lavoro di squadra: insieme alle altre figure professionali coinvolte abbiamo cercato di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie per proporre ai visitatori una divulgazione scientifica accattivante nelle modalità di presentazione, rigorosa, nei contenuti. I visitatori del Museo potranno fare un viaggio alla scoperta della storia e delle peculiarità musicali del canto a tenore, del suo rapporto con la poesia e con la danza, dell’importanza sociale che questo affascinante genere di canto riveste a Bitti e in tutte le comunità dell’isola in cui viene ancora oggi praticato».

Come funziona il rinnovato Museo di Bitti. I Tenores oggi diventano ancora più interattivi grazie all’evolversi delle tecnologie e il visitatore può esperire il canto corale a quattro voci maschili entrando nel cerchio del canto. All’interno del Museo si trovano quattro grandi schermi verticali, montati su una struttura di design, che richiama la postura dei quattro cantori, che trasmettono attraverso una interfaccia touch selezionabile una antologia di repertori e di diversi gruppi rappresentativi di tutta l’area geografica dove questa particolarissima forma canora ha tradizione. Una volta selezionato il canto attraverso un touch-pad compaiono sui quattro schermi – disposti intorno al visitatore – i quattro cantori che intonano il canto con un effetto audio-visivo avvolgente. Non solo: vi è la possibilità di selezionare come una sorta di direttore d’orchestra le singole parti di ciascuna voce.

Sa oche, su bassu, sa contra e sa mesa oche vivono sia separatamente sia “in ensemble” in tempo reale, attraverso gli schermi touch-screen, dove si può attivare o fermare la traccia audiovisiva sempre sincronizzata. Così si scompone e si ricompone la tessitura delle voci esplorandone le peculiarità delle modalità esecutive.

Il legame tra il canto a tenore e la comunità: cantos e ballos, la festa. Esiste un legame profondissimo e indissolubile tra il canto a tenore e la comunità, le sue feste, la dimensione del ballo. Infatti, nella tradizione bittese, durante le feste solenni come su Meraculu o sa Annossata i tenores animavano con le loro voci ritmate i passi del ballo: su ballu lestru, su dillu, su passu torrau, che rivivono in una delle sezioni dedicate del museo, attraverso una installazione dotata di un sistema appositamente progettato di ballo interattivo. Una pedana dà la possibilità di delimitare un’area per il ballo, e si invita il visitatore a entrare nei passi. I tenores di Bitti cominciano a cantare scandendo ritmicamente la danza che compare visivamente: una coppia di ballerini interpreta i passi tipici del ballo tradizionale. Il visitatore, grazie a una apposita interfaccia, è invitato a imitare i passi all’interno della struttura fonico-ritmica dell’esecuzione. Ma non finisce qui, infatti, il sistema digitale interattivo rileva i passi e le posture del ballerino-visitatore, e attribuisce uno “score”, un punteggio, che compare in tempo reale creando una dinamica di messa alla prova condivisa.

I luoghi del canto e il Sistema Oculus. Il canto a tenore non nasce sui palchi, ma nel gusto di stare insieme, è un linguaggio intimo di partecipazione. Il Museo multimediale da oggi la possibilità di essere come “teletrasportati” nei contesti originari del canto attraverso il sistema immersivo oculus. Il visitatore potrà indossare il visore oculus e selezionare differenti occasioni di canto. Il bar con gli amici dove abitualmente si canta tra un bicchiere e l’altro di buon vino da degustare, “lo spuntino” che generalmente trova spazio nella casa in campagna o nell’azienda agricola di uno degli stessi tenores o dei loro amici, dove tra una prelibatezza e l’altra si canta. Sono stati registrati anche i Tenores nelle strade del paese, in sas cantonadas de sa bidda, dove non è raro trovare i tenores che cantano le serenate alle innamorate o il canto festoso durante la notte.

App georeferenziata. Una app dedicata al canto a Tenore dove il racconto dei canto si snoda tra le viuzze del paese. Un viaggio diacronico e sincronico dove il visitatore esce dal museo e respira il canto e i luoghi più belli del paese. Ma anche i personaggi del passato bittese rivivono in questa app con Bachisio Bandinu che ci racconta il grande antropologo Michelangelo Pira di fronte alla sua casa natale.

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Un Museo capace di trasportare il visitatore dentro il “cerchio magico” corale dei tenores, o ancora di scoprire le regole del ballo sardo attraverso un gioco interattivo che guida i passi a ritmo di su ballu lestru, su dillu, e su passu torrau. Il Museo Multimediale del Canto a Tenore di Bitti diventa sempre più interattivo: una convenzionale visita museale si trasforma così in una vera e propria giornata esperienziale, all’interno di un’arte come quella del Canto a Tenore, inserita dall’Unesco tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità.

Il progetto. Obiettivo degli autori del rinnovato Museo Multimediale del Canto a Tenore è stato quello di ampliare il già esistente museo multimediale, grazie a nuove tecnologie che rendessero ancora più tangibile ed esperibile per il visitatore ciò che succede dentro il cerchio del canto e del ballo. L’esperienza si arricchisce con la possibilità di ritrovarsi virtualmente dentro le vie del paese, durante le ricorrenze nelle quali queste manifestazioni canore avvengono. Una vera e propria app georeferenziata infatti – tra le novità del Museo – porterà il visitatore tra le vie del paese dove il canto a tenore raggiunge le finestre nelle serenate notturne. Il progetto prevede quattro ambienti interattivi e un’applicazione mobile: Sala Tenores Interattivi; Sala Cantos e Ballos; Aula didattica interattiva; I luoghi del canto con Visore Oculus; Applicazione Mobile Genius Loci.

L’Installazione Tenores Interattivi, realizzata grazie al coinvolgimento dell’Associazione Tenores Sardegna, rende possibile la selezione e quindi l’audio-visualizzazione di numerosi gruppi tenores, e nello specifico i tenores di: Abbasanta, Bitti (Remunnu e Locu e Mialinu Pira), Bono, Fonni, Illorai, Lodè, Mamoiada, Nuoro, Oliena, Oniferi, Orgosolo, Orosei, Orune, Ottana, Scano Montiferru, Seneghe, Silanus, Siniscola, Pattada e Thiesi.

L’ideazione e la realizzazione dei nuovi contenuti e delle nuove installazioni, sono stati possibili grazie al bando regionale Domos de sa Cultura, destinato ai progetti mirati alla valorizzazione degli elementi ed espressioni del patrimonio culturale immateriale della Sardegna, e finanziato attraverso il POR FESR 2014- 2020 Azione: 3.3.2.

Il progetto è stato promosso e gestito da tre partner: Mommotty srl (giovane casa di produzione cagliaritana attiva nel mondo dell’audiovisivo e del cinema), Istelai società cooperativa (opera nel settore dei servizi turistico culturali portando avanti attività volte al recupero delle tradizioni di Bitti ed è gestore del Museo), e Produzioni Sardegna di Nicole

Nieddu (ditta specializzata nelle produzioni audiovisive e multimediali e nell’organizzazione e gestione di eventi di carattere culturale e folklorico). La direzione artistica è di Francesco Casu, mentre Marco Lutzu è responsabile scientifico del progetto, entrambi autori del precedente museo multimediale.

L’inaugurazione del Museo. E’ prevista l’apertura al pubblico del Museo di Bitti il giorno 15 gennaio: la mattina sarà dedicata agli studenti delle scuole, mentre il pomeriggio a tutti i visitatori. (Per maggiori dettagli si rimanda alla locandina in cartella stampa e all’evento FB).

Il responsabile scientifico ed etnomusicologo Marco Lutzu. «Il mio compito in qualità di responsabile scientifico è stato quello di garantire che i contenuti veicolati dal Museo rispondessero a requisiti di scientificità e rendessero conto dei più recenti studi sulla cultura musicale della Sardegna e sul canto a tenore in particolare. Di fondamentale importanza è stato il lavoro di squadra: insieme alle altre figure professionali coinvolte nel progetto abbiamo cercato di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie per proporre ai visitatori una divulgazione scientifica accattivante nelle modalità di presentazione, rigorosa, nei contenuti. I visitatori del Museo – ha concluso Marco Lutzu – potranno fare un viaggio alla scoperta della storia e delle peculiarità musicali del canto a tenore, del suo rapporto con la poesia e con la danza, dell’importanza sociale che questo affascinante genere di canto riveste a Bitti e in tutte le comunità dell’isola in cui viene ancora oggi praticato».

Il direttore artistico Francesco Casu. «Il primo segnale della nuova Domo del Museo multimediale del canto a tenore è proprio la dichiarazione Unesco del “canto a tenore come patrimonio dell’umanità”. La parola Domo, “Casa”, si unisce e si fonde nell’espressione “Domo de sos tenores”, la casa dei tenores, di tutti i tenores della Sardegna. Una casa dove abita un bene immateriale di inestimabile valore, una casa sarda, ma al contempo europea che parla i linguaggi della contemporaneità attraverso un articolato sistema di installazioni interattive. Così la Domo si articolerà in un percorso immersivo einterattivo dove il visitatore al contempo farà esperienza del canto, comprendendone il linguaggio fonico, ritmico e le strutture musicali, saperi tramandati oralmente in una continua pratica di apprendistato diretto».

Come funziona il rinnovato Museo di Bitti. I Tenores oggi diventano ancora più interattivi grazie all’evolversi delle tecnologie e il visitatore può esperire il canto corale a quattro voci maschili entrando nel cerchio del canto. All’interno del Museo si trovano quattro grandi schermi verticali, montati su una struttura di design, che richiama la postura dei quattro cantori, che trasmettono attraverso una interfaccia touch selezionabile una antologia di repertori e di diversi gruppi rappresentativi di tutta l’area geografica dove questa particolarissima forma canora ha tradizione. Una volta selezionato il canto attraverso un touch-pad compaiono sui quattro schermi – disposti intorno al visitatore – i quattro cantori che intonano il canto con un effetto audiovisivo avvolgente. Non solo: vi è la possibilità di selezionare come una sorta di direttore d’orchestra le singole parti di ciascuna voce.  Sa oche, su bassu, sa contra e sa mesa oche vivono sia separatamente sia “in ensemble” in tempo reale, attraverso gli schermi touch-screen, dove si può attivare o fermare la traccia audiovisiva sempre sincronizzata. Così si scompone e si ricompone la tessitura delle voci esplorandone le peculiarità delle modalità esecutive.

Il legame tra il canto a tenore e la comunità: cantos e ballos, la festa. Esiste un legame profondissimo e indissolubile tra il canto a tenore e la comunità, le sue feste, la dimensione del ballo. Infatti, nella tradizione bittese, durante le feste solenni come su Meraculu o sa Annossata i tenores animavano con le loro voci ritmate i passi del ballo: su ballu lestru, su dillu, su passu torrau, che rivivono in una delle sezioni dedicate del museo, attraverso una installazione dotata di un sistema appositamente progettato di ballo interattivo. Una pedana dà la possibilità di delimitare un’area per il ballo, e si invita il visitatore a entrare nei passi. I tenores di Bitti cominciano a cantare scandendo ritmicamente la danza che compare visivamente: una coppia di ballerini interpreta i passi tipici del ballo tradizionale. Il visitatore, grazie a una apposita interfaccia, è invitato a imitare i passi all’interno della struttura fonico-ritmica dell’esecuzione. Ma non finisce qui, infatti, il sistema digitale interattivo rileva i passi e le posture del ballerino-visitatore, e attribuisce uno “score”, un punteggio, che compare in tempo reale creando una dinamica di messa alla prova condivisa.

I luoghi del canto e il Sistema Oculus. Il canto a tenore non nasce sui palchi, ma nel gusto di stare insieme, è un linguaggio intimo di partecipazione. Il Museo multimediale da oggi la possibilità di essere come “teletrasportati” nei contesti originari del canto attraverso il sistema immersivo oculus. Il visitatore potrà indossare il visore oculus e selezionare differenti occasioni di canto.Il bar con gli amici dove abitualmente si canta tra un bicchiere e l’altro di buon vino da degustare, “lo spuntino” che generalmente trova spazio nella casa in campagna o nell’azienda agricola di uno degli stessi tenores o dei loro amici, dove tra una prelibatezza e l’altra si canta. Sono stati registrati anche i Tenores nelle strade del paese, in sas cantonadas de sa bidda, dove non è raro trovare i tenores che cantano le serenate alle innamorate o il canto festoso durante la notte.

App georeferenziata. Una app dedicata al canto a Tenore dove il racconto dei canto si snoda tra le viuzze del paese. Un viaggio diacronico e sincronico dove il visitatore esce dal museo e respira il canto e i luoghi più belli del paese. Ma anche i personaggi del passato bittese rivivono in questa app con Bachisio Bandinu che ci racconta il grande antropologo Michelangelo Pira di fronte alla sua casa natale.

Il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini. «Bitti si conferma punto di riferimento importantissimo per la valorizzazione del canto a tenore. Questo intervento è un primo passo che ci porterà all’apertura, entro i prossimi 12 o 15 mesi, di un polo museale dedicato alle sonorità e dove l’antico canto dei pastori avrà un ruolo centrale. La mia comunità, grazie ai tanti gruppi di cantori che negli ultimi decenni hanno portato il canto a tenore nelle più grandi città del mondo, ha sempre lavorato per tutelare e tramandare un pezzo importante della nostra storia collaborando insieme ad altri soggetti affinché le millenarie sonorità del centro Sardegna divenissero patrimonio dell’Unesco. Oltre 25 anni fa – ha proseguito il sindaco – siamo stati i primi ad aprire la scuola di canto a tenore, frequentata da decine di giovani e appassionati che hanno permesso alla tradizione di andare avanti. Conservare una ricchezza significa anche avere la forza di condividerla con il mondo e così abbiamo deciso, sempre una ventina di anni fa, di allestire il primo museo del canto a tenore. Ci credevamo allora e continuiamo a crederci oggi».

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I tenores diventano sempre più interattivi grazie al progetto per il rinnovamento del Museo Multimediale del canto a tenore di Bitti, che sarà presentato durante una conferenza stampa dedicata, venerdì 10 gennaio 2020, alle ore 10.30, nella sala del secondo piano dell’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Viale Trieste 186.
Alla conferenza stampa saranno presenti l’assessore regionale
Andrea Biancareddu, o un suo rappresentante istituzionale, il sindaco di Bitti Giuseppe Ciccolini, il direttore artistico del progetto Francesco Casu, il responsabile scientifico Marco Lutzu, e i tre partners del progetto, realizzato grazie al bando regionale “Domos de sa Cultura”: Mommotty srl, Istelai Società Cooperativa e Produzioni Sardegna di Nicole Nieddu.

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I tenores diventano sempre più interattivi grazie al progetto per il rinnovamento del Museo Multimediale del canto a tenore di Bitti, che sarà presentato durante una conferenza stampa dedicata, venerdì 10 gennaio 2020 alle ore 10.30, nella sala del secondo piano dell’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Viale Trieste 186.
Alla conferenza stampa saranno presenti l’assessore regionale
Andrea Biancareddu, o un suo rappresentante istituzionale, il sindaco di Bitti Giuseppe Ciccolini, il direttore artistico del progetto Francesco Casu, il responsabile scientifico Marco Lutzu, e i tre partners del progetto, realizzato grazie al bando regionale “Domos de sa Cultura”: Mommotty srl, Istelai Società Cooperativa e Produzioni Sardegna di Nicole Nieddu.

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È stato un regalo di Natale inatteso quella piccola borraccia in alluminio da tre quarti di litro che il Parco naturale regionale di Tepilora ha voluto distribuire agli oltre 800 bambini e ragazzi delle scuole dell’infanzia e dell’obbligo dei quattro Comuni (Posada, Torpè, Lodè e Bitti) che compongono il Parco. Un piccolo passo, altamente sostenibile, per promuovere la riduzione dell’uso della plastica così da garantire una maggior tutela dell’ambiente che ci circonda.

«Partiamo dall’educare le nuove generazioni affinché riescano a cambiare le abitudini di noi adulti.»
Lo ha detto il presidente del Parco e sindaco di Posada, Roberto Tola, in occasione della distribuzione delle borracce che ha consegnato di persona in collaborazione con alcuni consiglieri comunali. Lo stesso hanno fatto gli amministratori degli altri tre paesi che questa settimana, tenendo conto di saggi e recite in programma prima delle vacanze natalizie, hanno incontrato giovani e giovanissimi.

A Lodè la consegna è stata assicurata dal commissario straordinario, Mario Carta, a Torpè il sindaco, Omar Cabras, ha coinvolto invece il Ceas (Centro di Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità) del luogo e l’assessore dell’Ambiente, Martino Sanna, mentre a Bitti hanno consegnato i materiali il sindaco Giuseppe Ciccolini e l’assessore dell’Ambiente, Christian Farina.

Il Parco ha inoltre consegnato una lettera con un breve messaggio di sensibilizzazione. «il Parco di Tepilora – si legge nel documento – vi chiede aiuto per risolvere uno dei grandi problemi ambientali che riguardano tutto il pianeta, e lo fa regalandovi una borraccia di alluminio per l’acqua da bere. Nel nostro Paese sono infatti oltre 8 miliardi le bottiglie in plastica vendute ogni anno, e noi italiani ci siamo conquistati un primato mondiale di cui non c’è tanto da vantarsi: siamo i primi in Europa e secondi al mondo per il consumo di acqua in bottiglia, circa 200 litri d’acqua a testa ogni anno (in media)».

La lettera entra poi nello specifico e, sempre con dati alla mano, ricorda che «tra i rifiuti raccolti sulle spiagge, l’80% è rappresentato da plastiche di varia natura e il 15% circa da bottiglie e tappi. Considerato che sulle spiagge si deposita solo una piccola parte dei rifiuti presenti in mare, potete facilmente immaginare quali enormi quantità siano accumulate nei fondali dei nostri mari».

L’appello forte è arrivato comunque sia dal presidente Roberto Tola e sia dagli altri amministratori che, durante gli incontri con i giovani, hanno ricordato come tutelare l’ambiente significhi tutelare il nostro futuro: un futuro che per le nuove generazioni del Parco Tepilora ha il sapore di un doppio impegno e di una doppia presa di coscienza che parte proprio dalle numerose bellezze e ricchezze naturali che hanno l’obbligo di conservare e consegnare a chi verrà dopo di noi.

La consegna delle borracce si inserisce all’interno di una serie di attività di educazione ambientale promosse periodicamente da Parco, amministrazioni locali e Ceas tra i cittadini e gli studenti del territorio.

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C’è una Sardegna che sta vincendo la scommessa del turismo fuori stagione. Ci sono paesi e comunità dell’interno che, grazie a una programmazione coraggiosa e caratterizzata da iniziative di qualità, ormai da anni vantano risultati ragguardevoli in termini di presenze e gradimento, soprattutto nei periodi cosiddetti ‘di spalla’. La manifestazione “Autunno in Barbagia 2019”, che ha chiuso i battenti la settimana scorsa a Orune, ne è la dimostrazione. Promosse da Camera di Commercio di Nuoro e da ASPEN, le Cortes Apertas sono il vero motore del turismo della Barbagia.

I primi dati dell’importante appuntamento autunnale sono stati diffusi oggi nella Sala consiliare del comune di Bitti durante una conferenza stampa a cui hanno partecipato il presidente della Camera di Commercio di Nuoro, Agostino Cicalò, il presidente dell’Aspen, Roberto Cadeddu, il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, gli assessori del Turismo e della Cultura, Christian Farina ed Ivana Bandinu, ed alcuni consiglieri comunali. Confermato il trend di crescita che supera i 500mila visitatori in 32 paesi con il coinvolgimento di circa 2.500 imprese del settore dell’artigianato, della ristorazione, dell’enogastronomia e della ricettività. Come da tradizione, ormai da tempo Bitti apre “Autunno in Barbagia” nel primo weekend di settembre. Ed è sempre Bitti a promuovere le Cortes de Natale e il Capodanno in piazza nel cuore della Sardegna, appuntamento che negli ultimi anni ha richiamato numerosi partecipanti. L’iniziativa è finanziata con 50mila euro, attraverso il fondo regionale della legge n. 7 dell’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio.

Bitti, exploit oltre le previsioni. “Autunno in Barbagia”, infatti, da solo non basta. Serve una pianificazione più articolata, capace di andare oltre il turismo del fine settimana. E servono Comuni disposti a investire e mettersi in gioco. Uno degli esempi più significativi è sicuramente Bitti, dove l’Amministrazione comunale ha saputo trasformare in progetti validi e concreti le tante opportunità offerte dal territorio: dalla cultura all’ambiente, dall’enogastronomia all’ospitalità diffusa, dal patrimonio archeologico alle tradizioni del mondo agropastorale.

Un dato su tutti: la mostra multimediale ‘Da Vinci Experience’, ospitata al cinema Ariston dal 3 maggio fino all’8 dicembre di quest’anno, ha fatto registrare ben 9mila presenze con oltre cento scuole sarde che hanno scelto il paese barbaricino come meta delle gite di istruzione. Decine di migliaia di visitatori che, in diversi casi, hanno soggiornato a Bitti, pranzato negli agriturismi della zona, visitato “Romanzesu”, uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna, o percorso le viuzze del paese verso i musei della Civiltà contadina e pastorale e del Canto a tenore. Tappa obbligata per i più piccoli il sito all’aperto di BittiRex, dedicato ai dinosauri, mentre per gli appassionati della natura ben ottomila ettari di boschi e vallate suggestive da esplorare all’interno del Parco regionale di Tepilora, una delle aree inserite, insieme a Rio Posada e Montalbo, nella Riserva di Biosfera riconosciuta dall’Unesco. Un exploit che Bitti conta di replicare anche nel 2020 con numerose nuove iniziative già in cantiere che saranno presentate all’inizio del prossimo anno.

Intanto, tutto è pronto per il gran finale 2019 con il programma delle Cortes di Natale e le iniziative per il capodanno che, così come accade ormai dallo scorso anno, sarà festeggiato in piazza a suon di musica e balli.

«Anche per il 2019 si rinnova l’appuntamento con Cortes de Natale: una manifestazione che rispecchia il format di Autunno in Barbagia e lo integra con una chiave prettamente natalizia dove associazioni, gruppi folkloristici di ballo e canto, e numerosi cittadini organizzano diverse iniziative dedicate ai tanti visitatori, grandi e piccoli, attesi in paese.»

Così il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, che ha aggiunto: «È nostro obiettivo consolidare e migliorare i risultati ottenuti nelle precedenti edizioni dando continuità a un’offerta turistica che intendiamo promuovere 12 mesi l’anno. Con le Cortes di Natale e il Capodanno in piazza vogliamo valorizzare un’esperienza quasi unica per un piccolo paese dell’interno della Sardegna che, con tenacia e determinazione vuole mettere in campo tutte le forze migliori nel combattere, anche attraverso tali iniziative, la tragica piaga dello spopolamento. In questi ultimi anni – ha concluso Giuseppe Ciccolini – Bitti si è affacciata nel settore turistico con coraggio e tanta voglia di fare: siamo ancora all’inizio di un percorso che, sono certo, potrà dare importanti riconoscimenti all’impegno della nostra comunità».

«Autunno in Barbagia – ha affermato il presidente della Camera di Commercio di Nuoro, Agostino Cicalò – è ormai una realtà consolidata. Con grande soddisfazione possiamo dire che oggi è l’appuntamento autunnale per eccellenza, non soltanto per i sardi ma soprattutto per i non residenti. La manifestazione è anche rimbalzata sulle pagine di autorevoli quotidiani stranieri e ovunque, quando si parla di autunno in Sardegna, il primo evento menzionato è Autunno in Barbagia. Nel nostro piccolo, grazie al racconto della nostra storia e delle nostre identità, abbiamo creato un prodotto turistico rendendolo riconoscibile e soprattutto fruibile. Ora è necessario fare un ulteriore salto di qualità. Gli eventi devono continuare a essere un momento economicamente rilevante per le nostre comunità. Perciò – ha concluso Agostino Cicalò – sarebbe motivo di orgoglio se alcune attività hobbistiche presenti ad Autunno in Barbagia si trasformassero, nel prossimo futuro, in vere attività di impresa capaci di valorizzare, creando economie e nuova occupazione, conoscenze ed esperienze che altrimenti rischierebbero di scomparire.»

«Siamo partiti venti anni fa con pochi Comuni; oggi tutti i centri della Barbagia fanno parte della manifestazione autunnale. E basterebbe questo dato per dire che siamo più che soddisfatti – ha affermato Roberto Cadeddu, presidente dell’ASPEN, l’Azienda speciale della Camera di Commercio di Nuoro -. La verità è che è nata una sana competizione tra le varie comunità; noi abbiamo fatto soltanto il nostro mestiere, svolgendo un ruolo importante nella fase di coordinamento degli eventi. Ci sono paesi come Bitti, Oliena e Mamoiada che sono stati davvero esemplari. Ma tutti i Comuni sono da elogiare perché hanno saputo cogliere l’opportunità di rilanciare i propri territori. Ora si deve crescere. Autunno in Barbagia è una vetrina, ma non basta. Occorre passare dall’estemporaneità degli eventi alla permanenza tutto l’anno delle attività produttive. Il consolidamento della manifestazione e il suo successo, non solo turistico – ha concluso Roberto Cadeddu – passano necessariamente attraverso questa via.»

Nutritissimo il programma di eventi a Bitti nel mese di dicembre. Su tutti le Cortes de Natale e il Capodanno in piazza. L’apertura delle Cortes è fissata per il 29 dicembre, alle 10.00, con i Percorsi enogastronomici nelle vie del centro storico. A seguire, l’esibizione dei gruppi di canto a tenore e la rassegna di organetto e balli sardi. Il 30 si svolgerà la seconda edizione di Cantanne su Nenneddu. Il 31 mattina sono previsti spettacoli di animazione per le vie del paese. Ma a ravvivare Bitti saranno soprattutto i più piccoli che rinnoveranno la tradizione de ‘S’Arina càpute’, bussando casa per casa per raccogliere dai compaesani, come buon auspicio per il nuovo anno, le offerte in cibo o denaro. Dalle 23, infine, in Piazza Asproni, sarà grande musica con il gruppo pugliese Etnikantaro e la band campana dei Terraemares. A presentare la serata e ad accompagnare il pubblico verso il 2020 sarà Ottavio Nieddu.

Già prima delle Cortes, numerosi gli appuntamenti in calendario, a partire dal concerto dei Tazenda, il 22 dicembre, alle ore 20.30 al Cinema Ariston, con la partecipazione straordinaria di Benito Urgu. La mattina del 25 per le vie del centro saranno proposti i Canti di Natale. Sempre al Cinema Ariston, il 28 dicembre, ancora musica con l’esibizione di Veronica Perseo, da ‘Tali e Quali Show’. L’ultima rassegna in programma all’Ariston è fissata per il 4 gennaio 2020 con il concerto ‘Queen in Rock the Rapsody’. Le altre iniziative previste fino all’Epifania si possono consultare nel programma in allegato e sul sito del comune di Bitti.