25 April, 2024
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Scuola G. Marconi 2 copia

E’ polemica sul nuovo piano di dimensionamento provinciale delle istituzioni scolastiche.

«La mannaia dei tagli si abbatte anche sulle scuole del Sulcis Iglesiente, tra accorpamenti e istituti cancellati dopo un secolo di vita – attacca Ignazio Locci – consigliere regionale di Forza Italia -. Il Piano di dimensionamento provinciale delle istituzioni scolastiche e ridefinizione della rete scolastica e dell’offerta formativa per l’anno 2015-2016 approvato dalla Conferenza provinciale dei servizi, ridisegna la geografia delle scuole del territorio, proponendo alcuni discutibili accorpamenti: Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri Enrico Fermi con l’Istituto Minerario Asproni, entrambi di Iglesias; e l’Istituto Comprensivo Marconi di San Giovanni Suergiu con il San Domenico Savio di Giba. Nell’ambito di quest’ultimo accorpamento si segnala anche la chiusura di due scuole primarie storiche: Tratalias e Piscinas, attive da oltre cento anni. E se per la “politica dei tagli” accorpare istituti e chiudere scuole significa risparmiare, per le comunità locali e per le famiglie equivale invece a disagi e maggiori costi. Ma non solo, perché tali operazioni comportano anche la riduzione di personale, tra precari della scuola e impiegati stabili, che di conseguenza rischiano il proprio posto di lavoro. E di questi aspetti la politica pare disinteressarsi.»

«Guardando all’accorpamento dei due istituti di Iglesias – aggiunge Locci -, viene da chiedersi come mai si sia optato per l’unione delle due scuole, se la situazione odierna è la stessa di due anni fa: il numero degli studenti, infatti, in linea di massima è rimasto invariato. Ma se si concretizzerà l’accorpamento si perderanno circa sei posti di lavoro. E mi chiedo se in questo particolare momento storico possiamo realmente permettercelo. Stesso discorso vale per le realtà di San Giovanni Suergiu e Giba: anche in questo caso ci sarà qualcuno che perderà la propria occupazione o, nella migliore delle ipotesi, che verrà trasferito chissà dove. Ma ciò che maggiormente preoccupa è la probabile chiusura delle primarie di Tratalias e Piscinas. Per le famiglie e le amministrazioni comunali, considerato che per ora non è giunta alcuna rassicurazione, sarà dura doversi sobbarcare i costi di viaggio per i piccoli alunni costretti ad andare a studiare in un altro paese.»

«L’auspicio è – conclude Ignazio Locci – che, nell’ipotesi in cui non si riesca a salvare le scuole in questione, vengano salvaguardati i posti di lavoro e garantite risorse aggiuntive per le comunità locali che dovranno fare i conti con i costi di trasporto dei ragazzi.»

Durissima anche la presa di posizione della segreteria regionale del Partito della Rifondazione Comunista, componente della maggioranza che sostiene la Giunta Pigliaru.

«Le linee guida per il dimensionamento della rete scolastica per l’anno 2015-2016 proposte dalla Giunta regionale, ci lasciano profondamente delusi – si legge in una nota della segreteria del PRC -. La proposta di investire nella scuola, di smetterla con tagli lineari e razionalizzazione delle spese, era uno degli elementi che aveva convinto Rifondazione Comunista e la Sinistra Sarda a far parte della coalizione di Centrosinistra e sovranista. Dopo un anno di legislatura regionale, nel merito, i risultati sono estremamente negativi: nessun programma innovativo, nessuna proposta adeguata alla situazione catastrofica della scuola e dell’Università e, queste linee guida, rendono ulteriormente sconfortante il quadro generale della scuola sarda. Il paradosso di queste linee guida sta nel fatto che si fa correttamente un’analisi dettagliata e veritiera della situazione attraverso considerazioni generali,  percentuali sui vari aspetti della formazione e dell’istruzione in Sardegna, ma,nonostante questi impietosi numeri la Giunta regionale accetta le stesse ricette del Governo Renzi. Riassumiamo questo in un quadro allarmante: tasse universitarie in aumento, dispersione scolastica ai massimi storici, diritto allo studio dimenticato, mentre in finanziaria regionale si continua a dare fondi alle scuole private. A parte qualche annuncio di principio non si intravede nessun particolare intervento innovativo. Siamo una Regione Autonoma con Statuto Speciale – aggiunge la nota del PRC – eppure si accettano supinamente i vari decreti ministeriali,  che impongono una strutturazione della rete scolastica basata su parametri incompatibili con la realtà sarda e, soprattutto, con le particolarità dei comuni dell’interno e dei piccoli comuni. Non cambia nulla dai precedenti interventi, che non hanno attenuato il fenomeno dello spopolamento delle zone interne, anzi lo hanno accentuato. Per elaborare e proporre una reale possibilità di modificare l’organizzazione scolastica in Sardegna – conclude la segreteria regionale del PRC – è necessario un intervento straordinario con solide e consistenti risorse economiche, un Piano Straordinario per la Scuola.»

Il consigliere regionale Ignazio Locci (FI) sollecita la Giunta Pigliaru a stanziare le risorse per l’infrastrutturazione del porto di Sant’Antioco.

«Valutato che la Giunta regionale intende rilanciare l’economia della Sardegna e in particolare del Sulcis Iglesiente, la zona più depressa dell’isola – dice Ignazio Locci -, è doveroso individuare le risorse per l’infrastrutturazione del porto di Sant’Antioco, considerata un’opera in grado di rimettere in corsa l’intero territorio sfruttando le sue innate potenzialità turistiche. Un progetto, questo, che può essere sostenuto attraverso l’attuale Finanziaria, alla luce dell’articolo 6 del documento economico in fase di discussione denominato “Interventi per il Piano Sulcis”.»

«In questo articolo – sottolinea Locci – si stabilisce che 20 milioni di euro sono “finalizzati al finanziamento di interventi compresi nel Piano Sulcis, da individuarsi con deliberazione della Giunta regionale, previa acquisizione del parere del ministero dello Sviluppo economico”. Con tali fondi, programmabili già da quest’anno, possiamo dunque dare corso al progetto (inserito nel Piano Sulcis) nel più breve tempo possibile. Come più volte ribadito dall’amministrazione comunale antiochense, infatti, il ponte che collega l’isola alla Sardegna e si inserisce nel pieno del polo portuale, mostra gravi segni di cedimento: è dunque arrivato il momento di rimettere mano, definitivamente, alla zona portuale di Sant’Antioco. Sarebbe inoltre utile, al fine di sveltire la burocrazia – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco -, che il soggetto attuatore del progetto fosse proprio il comune antiochense.»

Sant'Antioco.

Una convocazione immediata a Roma di una seduta del Consiglio regionale con all’ordine del giorno la “Vertenza Alcoa”, al fine di capire qual è lo stato della trattativa di cessione dello smelter di Portovesme tra la multinazionale americana e la Glencore, unica azienda interessata all’acquisizione della fabbrica chiusa dal 2013. E’ la richiesta avanzata da Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«È inaccettabile che gli operai, ormai licenziati da un mese – spiega Locci -, debbano aspettare fiduciosi e in silenzio notizie sul proprio futuro lavorativo. Forse non è chiaro ai “manovratori” che gli ammortizzatori sono agli sgoccioli e che la pazienza ha un limite. Non possiamo attendere a braccia conserte – a maggior ragione oggi che le maestranze sono state licenziate – l’esito della trattativa. Che, è bene sottolinearlo, non è detto vada a buon fine.»

«Forse è il caso che si inauguri una nuova stagione di mobilitazione per fare in modo che il Governo si spenda con tutti i mezzi a sua disposizione affinché la vendita dell’impianto si concretizzi e gli operai possano realmente sperare nel ritorno al lavoro. Ecco perché è indispensabile convocare la massima assemblea dei sardi a Roma così come si fece in passato, con buona pace di Francesco Pigliaru che vorrebbe le tute blu in silenzio e in disparte. Anche perché non c’è alcuna certezza sul riavvio dello stabilimento. L’unica consapevolezza – conclude Ignazio Locci – è che Alcoa non ha alcuna intenzione di riaccendere i motori dello smelter.»

Alcoa al Sant'Elia copia

«Con le risorse destinate alle singole aziende sanitarie, sarà difficile, se non addirittura impossibile, attuare gli obiettivi che la giunta dei professori ha fissato con la Riforma della sanità.» Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Attenendoci ai numeri – sottolinea Locci -, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru dovrebbe spiegarci come intende realizzare l’accorpamento dell’ospedale Microcitemico con il Businco. La Asl 8, infatti, rispetto al 2014 dovrà fare i conti con una riduzione di 82 milioni di euro. Cifra smisurata, se si considera che soltanto di spesa farmaceutica i due sopraccitati ospedali impegnano circa 40 milioni. Un accorpamento che nelle mire di Arru dovrebbe rappresentare uno dei fiori all’occhiello della riforma ma che rischia di naufragare pietosamente. Per non parlare della vera eccellenza del sistema sanitario sardo, l’Ospedale Brotzu, al quale vanno soltanto 15 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. Troppo pochi se considerati alla luce degli obiettivi imposti dall’Assessorato alla Sanità. E noi che pensavamo che la mannaia della Giunta Pigliaru si sarebbe abbattuta solo sui presidi di periferia. E invece no: a farne le spese, adesso, è anche la sanità del capoluogo sardo.»

«L’assessore dovrebbe inoltre spiegarci – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco – come intende far decollare il progetto delle Case della salute, tanto decantate dalla Giunta ma di impossibile realizzazione valutate le cifre a disposizione. Insomma, i sardi dovranno abituarsi a fare i conti con una sanità che questo esecutivo sta smontando pezzo per pezzo. La Riforma contiene impegni insostenibili e tagli generalizzati al sistema sanitario sardo e appare privo di ogni spunto concretamente realizzabile. Per l’assessore Arru, evidentemente, la sanità della Sardegna è rappresentata soltanto da Nuoro e dalle aziende universitarie che hanno ottenuto maggiori premure. Infine, un invito al Direttore generale dell’Assessorato ad annullare tutte le direttive di limitazione rivolte ai precedenti manager. Perché diversamente – conclude Locci – anche l’attuale dirigenza finirà per avere le mani legate.»

Ospedale Brotzu Cagliari 5Ospedale Microcitemico copiaOspedale Businco

STrada provinciale 78

«La gestione commissariale della Provincia di Carbonia Iglesias intervenga immediatamente nella strada provinciale 78 bis, nei pressi della località Medadeddu, dove da tempo si registrano cedimenti della parete rocciosa con cadute di massi, anche di entità importante, sulla carreggiata.»

L’appello è del consigliere regionale Ignazio Locci, del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Da più parti arrivano segnalazioni sullo stato di pericolosità della strada, particolarmente frequentata, ma per ora nessuno si è attivato per la verifica della situazione che appare piuttosto grave. Se fino a oggi non è successo nulla è solo per pura fortuna e non mi pare il caso continuare a sfidare la buona sorte. È auspicabile – conclude Locci – un sopralluogo solerte dei tecnici della Provincia per l’accertamento della condizione di rischio e l’eventuale predisposizione di un intervento per la messa in sicurezza dell’arteria stradale, affinché si scongiuri definitivamente il pericolo frane.»

A distanza di 24 ore, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, interviene nuovamente sulla «spinosa vertenza Carbosulcis».

«E’ doveroso sottolineare – dice Locci – che la Giunta di Francesco Pigliaru ha approvato un piano di dismissione redatto dall’attuale dirigenza (nominata dal precedente governo regionale) e concordato con le rappresentanze sindacali unitarie di fabbrica. Un programma che rispetta le rigide direttive dell’Unione Europea e che ha scongiurato sia i licenziamenti anticipati delle centinaia di maestranze che quotidianamente varcano i cancelli della miniera di Nuraxi Figus, sia la condanna per aiuti di stato.»

«Senza questo piano di dismissione, che traccia la strada per chiudere in sicurezza la miniera garantendo l’adeguata considerazione che i lavoratori meritano, la Regione avrebbe dovuto restituire 450 milioni di euro relativi alle precedenti gestioni aziendali. Un’ipotesi simile avrebbe inevitabilmente determinato il fallimento della controllata regionale e, dunque, il licenziamento di tutta la forza lavoro. Ma il management in carica ha saputo guardare alla vertenza con coscienza e lungimiranza e ha individuato la strada migliore: un percorso che, suddiviso in tappe precise grazie anche alla legge recentemente approvata dal Consiglio regionale (29/14) – conclude Ignazio Locci -, non lascia indietro nessuno.»

Carbosulcis 2

E’ scontro tra maggioranza e opposizione in Consiglio regionale sulla gestione della Carbosulcis.

«I giovani esponenti territoriali del Pd e di Sel farebbero una figura migliore se dicessero apertamente di volere alla Carbosulcis un management vicino alle loro posizioni politiche, piuttosto che comunicarlo tra le righe con due note stampa diffuse guarda caso nella stessa giornata.»

Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia, risponde così alle note diffuse oggi dai segretari di PD e SEL sulle vicende della Carbosulcis.

«La sortita degli esponenti di Pd e Sel – aggiunge Locci – altro non è che una critica strumentale mossa ai vertici della controllata regionale (l’unica dove la Giunta Pigliaru non ha ancora piazzato i suoi uomini e ha lasciato in sella la dirigenza nominata dal precedente governo regionale), il cui unico scopo è quello di invitare l’esecutivo a collocare alla guida della miniera uomini organici al centrosinistra. Ma ciò che emerge è che ai segretari territoriali dei due principali partiti della maggioranza manca la preparazione di base in merito alla vertenza. Se hanno qualche dubbio sulle intenzioni della Regione circa la questione Carbosulcis si leggano il piano di dismissione approvato da Rsu di fabbrica, Regione e Unione Europea, senza il quale, tra l’altro, la Carbosulcis avrebbe dovuto restituire 450 milioni di euro relativi alle gestioni precedenti all’attuale management. O ancora, prendano in mano la legge n° 29/14 approvata recentemente dal Consiglio regionale e se la studino. In alternativa, dialoghino con le Rappresentanze sindacali unitarie di fabbrica.»

«Il cammino sulla dismissione della miniera di Nuraxi Figus – sottolinea ancora Locci – è segnato da tempo. Un piano che è stato messo nero su bianco grazie all’impegno dell’attuale dirigenza e ha consentito di pagare gli stipendi alle maestranze e di scongiurare la condanna per aiuti di stato. A questa direzione, dunque – conclude Ignazio Locci -, sarebbe il caso di fare un plauso.»

Carbosulcis 2Ignazio Locci 9 copia

Nuove critiche del consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci alla maggioranza di centrosinistra sui contenuti della Manovra finanziaria 2015.

«Più si va avanti con l’analisi della Finanziaria – dice Locci – e più ci si accorge che la Giunta di Francesco Pigliaru sta facendo una vera e propria strage in alcuni importanti settori dell’economia sarda, tra mondo dell’informazione e archeologia. Senza dimenticare le mancate promesse sulla valorizzazione della lingua sarda. E non pensi, la Giunta, di risolvere tutto con il mutuo per le infrastrutture da 600 milioni di euro. Insomma, stando ai fatti e, soprattutto, ai numeri, con i quali i professori dovrebbero avere una certa dimestichezza, questa Finanziaria fa acqua da tutte le parti.

Durante l’approvazione della legge di riordino del sistema radiotelevisivo sardo la Giunta aveva preso l’impegno di prevedere la copertura finanziaria nella legge di bilancio. Ma, guarda caso, non ci sono le previsioni di spesa e si corre il rischio che il Governo nazionale impugni la legge che garantisce un sostegno al mondo dell’editoria televisiva, alle prese con una crisi importante. Oltre a una effettiva necessità di fondi da inserire nei propri bilanci, le aziende appartenenti al mondo dell’informazione hanno forti aspettative in merito alla nuova normativa. La speranza è che nel corso della discussione in Commissione e in Consiglio la Giunta riesca a individuare le risorse necessarie. Risorse, lo preciso ulteriormente, da considerarsi vitali per le aziende del settore.»

«Altro comparto di straordinaria importanza per l’economica della Sardegna a non trovare adeguata attenzione da parte dell’esecutivo regionale è l’archeologia – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco -. La Giunta ha avuto il coraggio di ridurre, rispetto all’anno passato, il fondo destinato ai comuni per la gestione dei siti archeologici di ben 5 milioni di euro. Una cifra esorbitante, se si pensa che già con il fondo precedente si faceva difficoltà a garantire la tutela e la valorizzazione dei tesori dell’archeologia sarda. Una sforbiciata che, oltre a mettere a rischio i beni culturali, produrrà anche una riduzione di personale, visto che le cooperative che hanno in mano la gestione dei musei o di qualsiasi altro sito dovranno fare i conti con minori fondi. Che, ovviamente, significherà ridurre il personale. E menomale che la Giunta aveva promesso un grande piano per il lavoro.»

«E la lingua sarda? Non pervenuta. In Finanziaria non se ne parla nemmeno per sbaglio. Ci impegneremo, se ce ne daranno l’opportunità, per sanare queste situazioni di vera emergenza. Nessun ostruzionismo – conclude Ignazio Locci – ma responsabilità verso i sardi e la Sardegna. La maggioranza faccia altrettanto.»

Ignazio Locci 1 copia

Tra gli oppositori del progetto Biofuel c’è anche il consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna Ignazio Locci.

«Sì al Carignano e alle coltivazioni orticole, no alla beffa del Biofuel – attacca Locci in una nota -. Il Sulcis ha bisogno di rilanciarsi puntando sulle sue specificità, tra vino locale e carciofo spinoso (per citare due esempi), piuttosto che farsi prendere per disperazione da chi, senza alcuno scrupolo e seguendo la strada più facile, vuole impiantare nel nostro territorio la coltivazione delle canne per la produzione del Biofuel.»

«Dopo il dovuto confronto con il mondo dell’agricoltura e della piccola impresa – aggiunge Locci -, sono convinto che consacrare una buona fetta delle nostre terre alla coltura delle canne sia una scelta da pazzi, di cui potremmo pentirci e pagarne le conseguenze. Un’iniziativa che è stata peraltro rifiutata in altre regioni e, dunque, non si capisce perché debba essere proprio la Sardegna con il suo disastrato Sulcis ad accettare il progetto degli imprenditori del nord. Non possiamo assolutamente svendere la nostra terra e, soprattutto, la nostra acqua per una coltivazione considerata infestante. Inoltre, con il prezzo del petrolio che cala, sono convinto che il carburante biofuel non sia la risposta: la popolazione mondiale si avvia ormai a 10 miliardi di abitanti, l’agricoltura e le energie rinnovabili rappresentano l’unico futuro possibile. Per il Sulcis – conclude jl consigliere regionale di Sant’Antioco – si deve dunque puntare sul potenziamento dell’agricoltura, garantendo sostegno ai lavoratori della terra.»

Ignazio Locci interviene anche sulla decisione del commissario della provincia di Cagliari di assumere 14 interinali per sei mesi nell’ambito del progetto Garanzia Giovani.

«Se non fosse che è tutto documentato, si potrebbe pensare a uno scherzo – dice Ignazio Locci -. Perché è quantomeno curioso che un ente pubblico, per giunta commissariato, spenda denari dei contribuenti per assumere precari che aiutino altri precari a uscire dalle secche dell’incertezza lavorativa e dell’instabilità professionale. Quanto deciso dal commissario della provincia di Cagliari, che ha stanziato 200mila euro per contrattualizzare per sei mesi 14 interinali che si occuperanno di Garanzia giovani, ha il sapore dello scandalo. Scandalo perché è inaccettabile che il commissario, chiamato a svolgere l’ordinaria amministrazione e se possibile a ridurre gli sprechi, si spinga tanto in fondo da promuovere nuove assunzioni, ovvero nuovi precari con il compito di aiutare altri precari e disoccupati a trovare un’occupazione.»

«Tuttavia, è ancora più scandaloso che il governo dei professori, sin dal momento del suo insediamento, non abbia fatto altro che promettere una lotta serrata agli sprechi, agli enti inutili e al precariato. E mentre dava lezioni su come si governa la Regione, ha proceduto con le lottizzazioni di tutti gli enti che aveva annunciato di voler tagliare o ridimensionare. Enti, come nel caso della provincia di Cagliari, che sprecano soldi dei sardi per creare nuovo precariato. E nuove clientele. Ma sono sicuro – conclude Ignazio Locci – che il presidente Francesco Pigliaru interverrà immediatamente per fermare l’iniziativa della Provincia di Cagliari, che in un colpo solo sconfessa alcuni tra i punti più importanti del programma politico del centrosinistra.»

Ignazio Locci 7 copia

Palazzo della Regione 1 copia

«Con la disoccupazione che galoppa, le famiglie allo stremo e le aziende strozzate da una pressione tributaria che non dà tregua, la Giunta dei professori continua a dispensare le solite lezioncine di metodo e si prepara a propinare ai sardi una Finanziaria la cui parola d’ordine è rigore, dunque tagli e sacrifici, dimenticandosi di individuare ricette e risorse di cui la Sardegna ha bisogno.»

Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, è molto critico nei confronti della Giunta per la Manovra Finanziaria 2015.

«Mentre dalla loro cattedra cercano maldestramente di convincere i sardi di avere individuato la strada per rilanciare l’Isola – sottolinea Locci -, gli assessori regionali avviano la discussione sulla Finanziaria 2015 nel peggiore dei modi possibili: mettendo le mani avanti e parlando di crisi strutturale, quasi a voler giustificare anticipatamente il loro triste fallimento politico. Ormai in pieno trance agonistico da occupazione dei posti di potere, non riescono a difendere compiutamente gli interessi dei sardi perché servi del padre padrone Matteo Renzi, che certo non sta pensando ai problemi della Sardegna e, del resto, il presidente Francesco Pigliaru non fa nulla per ricordargli le difficoltà in cui versa la nostra terra.»

«Il documento finanziario improntato esclusivamente al rigore che il professor Raffaele Paci intende farci digerire è persino capace di programmare l’aumento dell’Irap, nonostante le imprese isolane siano ormai con l’acqua alla gola. Quanto alla spendita delle risorse, basta dare uno sguardo alla previsione in merito al Piano Sulcis, per il quale nel 2015 si prospetta la spesa di soli 6 milioni di euro, per farsi un’idea di quanto sia fallimentare e pericolosa la Finanziaria. Una cifra che definire scandalosa è quasi un complimento. Per non parlare dei fondi a disposizione delle politiche attive del lavoro: su 57 milioni di euro ben 47 vengono destinati al progetto Garanzia giovani. Va da sé che per le azioni reali restino le briciole.

Intanto, attendiamo di appurare se si verificherà la previsione di maggiore capacità di erogazione di risorse nel sistema Sardegna per il 2015, che ammonta a circa 800 milioni di euro.

Tuttavia, nell’esclusivo interesse dei sardi sospendiamo il giudizio sulla Finanziaria targata Raffaele Paci e auspichiamo di poter contribuire al miglioramento del documento sia in commissione che in Consiglio. Certo, fino a oggi i professori ci hanno fatto intendere, anche in modo talvolta sprezzante, che del nostro contributo non hanno bisogno (e i sardi, purtroppo, ne stanno pagando le conseguenze), ma noi vogliano essere fiduciosi – conclude Ignazio Locci – e attendiamo che scendano dal piedistallo per mettere finalmente piede nel mondo reale.»