25 April, 2024
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L’anno scorso ha compiuto i 250 anni di vita. Calasetta è una realtà peculiare – fonde nella sua cultura originaria le tradizioni provenienti dalla Liguria (Pegli), la Tunisia (Tabarka), il Sulcis (l’isola di Sant’Antioco, la punta estrema della Sardegna sud-occidentale) – con una forte vocazione turistica su cui si regge l’economia del paese. E i flussi turistici, spesso concentrati in brevi periodi, risorsa di certo preziosa, nel tempo hanno però determinato effetti negativi in termini di sostenibilità, in particolare per il lungo tratto costiero,  tesoro paesaggistico di grande pregio. Ecco, il tema, importante quanto delicato, della sostenibilità, che chiama in causa anche risvolti etici e sociali, e dove convergono fattori come l’accessibilità, l’inclusione, la sicurezza, la salute, la resilienza. Nasce su questi presupposti e con queste premesse CALASETTA ACCESSIBILE E SOSTENIBILE, in programma dal 3 al 25 settembre nel comune tabarchino, fra laboratori creativi, attività ludico-didattiche e appuntamenti musicali. Il progetto si propone di avviare un percorso che consenta l’attivazione di alcune buone pratiche per l’utilizzo dei litorali in un’ottica di sostenibilità e accessibilità attraverso azioni immateriali specifiche e la creazione di servizi a favore dei diversamente abili, di anziani e famiglie.

Per l’occasione è stato appositamente creato il sito www.calasettaturismo.it  (accessibile anche attraverso un QR code presente in tutto il materiale informativo), che con il programma contiene le regole e i comportamenti da seguire all’interno delle spiagge di Calasetta, i luoghi di interesse del paese, le strutture ricettive e di ristorazione per promuovere soprattutto il cibo a km zero.

Sono stati anche installati negli ingressi delle spiagge calasettane cartelli informativi sui comportamenti da seguire nell’”abitarle” e il Comune, proprio per “Calasetta Accessibile e Sostenibile”, ha previsto l’installazione di passerelle e pedane per facilitare l’ingresso in spiaggia dei diversamente abili.

Da rimarcare che tutto il materiale cartaceo promozionale dell’iniziativa è stato riprodotto su carta riciclata e che è stata rafforzata la campagna di comunicazione on line e social proprio per ridurre al minimo gli stampati.

Il progetto è promosso dal comune di Calasetta, con il sostegno della Fondazione di Sardegna e dell’assessorato della Cultura della Regione Sardegna, ed è organizzato dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo.

«Questo Festival della sostenibilità è stato pensato e fortemente voluto perché abbiamo il dovere di ‘ristrutturare’ la nostra immagine, le nostre caratteristiche e la nostra identità. In questa stagione si è molto discusso della posidonia, descrivendola come sporcizia, rifiuto, e rievocando le spiagge bianche alle quali siamo stati tutti abituati negli ultimi 30 anni. Dobbiamo, appunto, ripartire da qui: educare alla bellezza del nostro territorio, che vive e deve essere armonioso con le sue caratteristiche – spiega Claudia Mura, sindaca di Calasetta -. Le nostre spiagge sono belle anche con la posidonia, magari non tutti ne apprezzano la vista, ma è nostro compito far capire quanto questa pianta acquatica sia importante per la vita delle spiagge stesse, già fortemente erose e da proteggere. La sostenibilità, inoltre, è un concetto poliedrico, tutto al giorno d’oggi deve essere sostenibile, anche le relazioni tra gli esseri umani, che nell’ultimo periodo storico sono invece cosi distanti. A tutto ciò dobbiamo educare, a tutto ciò speriamo fortemente che le famiglie educhino i propri figli, i nostri giovani, la Calasetta del domani.»

«Dopo avere sostenuto il comune di Calasetta nell’organizzazione delle celebrazioni per i 250 anni della nascita del paese, per noi è importante, a distanza di un anno, essere di nuovo al fianco dell’Amministrazione in una iniziativa questa volta dedicata all’accessibilità e alla sostenibilità – dice Graziano Milia, presidente dell’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo -. Perché storia, cultura e, ancora di più in questo caso, ambiente, tema particolarmente attuale e delicato, rappresentano i cardini intorno ai quali far girare il volano di sviluppo dei territori.»    

Festa della Sostenibilità

Sarà la Festa della Sostenibiltà ad aprire la manifestazione. Tre serate di concerti al tramonto sotto la Torre sabauda, simbolo di Calasetta. Tre sere, sei concerti, con due diverse proposte per serata, a basso impatto ambientale, in perfetta sintonia con i temi dell’accessiblità e della sostenibilità: serate acustiche e semiacustiche, luci e servizi tecnici a batterie, senza l’uso della corrente elettrica (info e prenotazioni: info@assoentilocali.it).

Si parte venerdì 3 settembre, alle 19.30, con Clavius, di e con Daniele Ledda, artista sonoro e visivo, docente, performer e sperimentatore, docente di Musica Elettronica al Conservatorio di Cagliari, direttore artistico dell’associazione Ticonzero (che da molti anni si occupa di musica d’avanguardia, elettronica e sperimentale).

Clavius è un progetto di costruzione e modifica, che si snoda intorno agli strumenti a tastiera tradizionali. Ledda ha ideato una performance/installazione che coordina il suono, l’azione e la visione che utilizza gli strumenti Clavius, espandendone la tavolozza timbrica, attraverso una moltiplicazione delle corde. Questa è sia reale che digitale, attraverso il suono virtualizzato. Lo strumento viene quindi suonato in maniera ordinaria, ma anche diffusa, sollecitando le corde che si irradiano nello spazio attraverso il pizzicare o un archetto. La parte di azione e visuale è centrata sulla tecnica “cameraless”, ottenuta tramite la chimica della fotografia analogica in bianco e nero, con foto-sculture investite da un videomapping.

A seguire il concerto di Perry Frank, musicista e polistrumentista, che presenta il suo progetto Ambient guitar sessions, live sessions di musica ambient – lo strumento principale è la chitarra, il cui suono viene processato tramite pedali e amplificatori – che dal 2014 porta in luoghi panoramici e tipici della Sardegna. Il sound di Perry Frank, alias Francesco Perra, è caratterizzato da atmosfere oniriche e sognanti generate da soundscape, drone e glitch di sottofondo che creano paesaggi sonori rarefatti ed eterei,  rassicuranti e meditativi, al tempo stesso nostalgici e oscuri.

Il nuovo disco di Perry Frank s’intitola “Selvascapes”, composto in collaborazione col musicista danese Lauge. Perra cura anche l’aspetto visivo della sua musica, ideando e dirigendo tutti i videoclip delle sue canzoni.

Sabato 4, a partire dalle 21.00, a esibirsi sotto la Torre saranno, prima, la storica Banda Musicale G. Puccini di Calasetta, poi, il Coro “Note di profilo”, gruppo corale del paese tabarchino.

Domenica 5 settembre il tris di appuntamenti musicali alla Torre si chiude, dalle 19.30, con il concerto del Matteo Leone Quartet, protagonista il musicista di casa (voce e chitarra), accompagnato da Matteo Muntoni (basso), Daniel Matta (percussioni), Brahim Khamlichi (violino). Cantautore, chitarrista, batterista più che emergente, dopo un percorso artistico di ricerca nella cultura afroamericana, dove il blues è stato parte essenziale, Matteo Leone ha poi sentito il bisogno di tornare alle sue origini: Calasetta (abita nella vicina frazione di Cussorgia) e l’Africa. Lo scorso anno, in occasione degli eventi per la celebrazione dei 250 anni del paese tabarchino, presentò in anteprima il disco “Ràixe”, fra afroblues e musica del deserto, interpretato interamente in tabarchino, questa la peculiarità del lavoro. Quella fatica discografica ha visto la partecipazione e collaborazione del musicista italo-algerino Faris e diverse collaborazioni importanti, con i gruppi tuareg maliani Terakaft e Tinariwen, pionieri del “desert rock” e del “blues del deserto”, e con il cantante e chitarrista statunitense Ben Harper. Matteo Leone ha suonato in svariati festival in Italia e all’estero, è stato in tournée negli Stati Uniti e in Giappone, ha suonato “in casa” al Narcao Blues, al Sant’Anna Arresi Jazz, al festival Rocce Rosse, ha collaborato con artisti isolani come le Balentes e Joe Perrino.

A seguire il set di Irene Loche, giovane talentuosa chitarrista e cantautrice oristanese. Ha cominciato a suonare la chitarra a 6 anni ed è  cresciuta ascoltando dischi Soul, Blues, R&B, Rock e Folk americani. Ha iniziato presto a sperimentare e a comporre con lo strumento con accordature aperte, miscelando accordi e sonorità. Nel 2017 ha avuto modo di conoscere Bill Asher, riconosciuto da moltissimi artisti come uno dei più grandi liutai al mondo, ricevendo da lui grande apprezzamento per il suo “guitar playing”. Da lì l’occasione di suonare in diversi importanti locali negli Stati Uniti e, sempre nel 2017, e l’opportunità di incontrare e conoscere il famoso artista americano Jackson Browne, che ne rimane impressionato. Nel 2018 diventa ufficialmente rappresentante ed endorser della “Asher Guitar’s and Lap Steels” insieme ad artisti del calibro di Ben Harper, Jackson Browne, Fletwood Mac, Paul Simon e riceve un modello di chitarra creato ad hoc per lei.

Domenica 5 sarà anche il giorno del Posiday, a cura del CEAS (Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità) dell’isola di Sant’Antioco (info e prenotazioni: info@ceassantantioco.it – 346 2140608). Una giornata dedicata ad attività ludico-didattiche e divulgative che prenderà il via a Spiaggia Grande, dalle 9.30 alle 13.00, con “Sospesi sulle praterie sommerse”: si parlerà della Posidonia oceanica e si faranno passeggiate in canoa trasparente biposto per osservarla nel suo habitat. Le uscite (l’ultima è prevista alle 12.30) sono programmate per un massimo di 8 persone alla volta, accompagnate da un istruttore.

Nel pomeriggio ci si sposterà nella spiaggia Sottotorre, dove, dalle 17.00 alle 19.00, si succederanno altre attività ludico-didattiche: Non è un’alga!” – I laboratori prevedono una prima parte introduttiva di divulgazione sulla Posidonia oceanica e il suo ruolo ecologico, con dei video e osservazione al microscopio delle foglie; “I tesori del mare” – Seduti intorno a uno scrigno, i partecipanti scopriranno le meraviglie del mare che si possono trovare e osservare grazie alla posidonia;I love Posidonia” – Gioco dell’oca interattivo sulla posidonia, il mare e l’impronta ecologica (rivolti ai bambini fino ai 10 anni); “Il diritto di spiaggiarsi”  Dopo una prima parte di introduzione sulla Carta della Terra, i ragazzi faranno un laboratorio con la metodologia del gioco di ruolo a tema (rivolto ai ragazzi dagli 11 anni).

Il Posiday si chiuderà, come anticipato, con i concerti di Matteo Leone e Irene Loche nel piazzale della Torre sabauda.

Calasetta Accessibile e Sostenibile riprenderà mercoledì 22 settembre con l’iniziativa Puliamo il mondo dai pregiudizi, curata da Legambiente Cagliari. Il punto d’incontro è fissato alle 9.30 in Piazza Belly, da dove – come segnale forte di civismo – partiranno le attività di pulizia degli spazi urbani, dei parchi e delle spiagge (info e prenotazioni: infolegambientecagliari@gmail.com).

 Ultimi appuntamenti dal 23 al 25 settembre con L’arte del riciclo, a cura della Fondazione MACC, il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta. Tre giornate di laboratori (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00), rivolti ai bambini e ai ragazzi dai 6 ai 12 anni, condotti dallo staff del Maac, per scoprire l’arte del riciclo attraverso un viaggio nel pensiero creativo e nella rigenerazione dell’oggetto (info e prenotazioni: fondazione.macc@gmail.com – 0781 887219 – 348 8668603 – 349 8690949).

Dai legni e i tessuti di Maria Lai alle spugnette di ferro di Rosanna Rossi, i partecipanti andranno alla scoperta delle opere di due grandi artiste della nostra Isola, conosceranno in particolare i lavori che rientrano nel tema del riciclo, un percorso per comprendere come nasce un’opera d’arte che recupera e trasforma lo scarto.

Si terranno, poi, due workshop curati da Marilena Pitturru, artista che ha fatto del riciclo la forza etica e poetica del suo lavoro (smonta, assembla, cuce, ritaglia, salda), e Davide Volponi, creativo che genera opere riciclando anch’egli materiali scartati, per indagare la poetica del riutilizzo che da sempre contraddistingue la loro ricerca artistica: tronchi che svettano come palazzi coloratissimi, figure diafane e combattenti nate da bottiglie di plastica blu.

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Terza serata per il 30° festival Narcao Blues. Dopo il duo sulcitano Don Leone ed il gruppo cagliaritano King Howl, protagonisti ieri sera, sul palco di Piazza Europa, oggi alle 21.30, salirà il Bad Blues Quartet, composto da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Frank Stara (batteria) e Gabriele Loddo (basso) la band isolana, attiva dal 2014, che ritorna a Narcao con nuova energia e consapevolezza, traducendo in musica gli ultimi due intensi anni, ricchi di importanti esperienze in alcuni tra i palcoscenici più rappresentativi in Italia.

A farla da padrona nel secondo set (ore 23.00) sarà la regina del blues isolano, Irene Loche, sul palco con un progetto in cui sonorità folk e soul si incontrano, e dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti. Dal 2015, la cantautrice e chitarrista oristanese è ufficialmente artista Magnatone USA, unica italiana nel panorama mondiale insieme a Jeff Beck, Billy Gibbons, Keith Richards, Jackson Browne, Neil Young, tra gli altri. Dal 2018 è diventata, inoltre, artista della Asher Guitars & Lap Steels, insieme ad artisti come nomi del calibro di Ben Harper, David Crosby, Marc Ford, Gregg Leisz, James Valentine, Zack Brown. Al fianco di Irene Loche, venerdì 28 a Narcao, ci saranno Andrea Sanna al Feder Rhodes ed Hammond, Gian Luca Canu al basso e Alessandro Cau alla batteria.

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Da mercoledì 26 a sabato 29 agosto ritorna il festival Narcao Blues, sotto il titolo “Sardinia Plays The Blues”, progetto nato con il chiaro intento di trasformare una difficoltà in opportunità, nella seppur non semplice situazione creata dal Coronavirus, per meglio far conoscere agli amanti del genere di tutta Europa, lo straordinario talento dei bluesman sardi e, allo tempo stesso, le bellezze del Sud/Ovest dell’isola.
Si esibiranno nomi di spicco della scena blues nazionale ed una nutrita rappresentanza di quella locale: attesi sul palco di piazza Europa, nella consueta formula con due set per serata, la Treves Blues Band, la Gnola Blues Band, e i sardi Francesco PiuVittorio PitzalisIrene Loche, il duo Don Leone, i King Howl ed il Bad Blues Quartet.
«Le limitazioni derivanti dall’emergenza sanitaria non ci hanno permesso di costruire il nostro consueto programma in cui artisti internazionali si alternano a quelli nazionali e isolani – spiega il direttore artistico Gianni Melis -. Queste limitazioni, tuttavia, diventano un’occasione per ripensare il progetto, mettendolo al servizio dei bluesmen della nostra isola, dando loro visibilità.»
Sarà, dunque, una quattro giorni particolare, questa trentesima edizione di Narcao Blues, che l’associazione culturale Progetto Evoluzione, organizza con il contributo dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del comune di Narcao. Un’edizione particolare ma che saprà comunque regalare bella musica e tante emozioni al pubblico di Narcao Blues, con la fiducia «di poter tornare presto alla normalità», come si legge nel sito del festival, insieme all’invito alla prossima edizione del festival rivolto a «tutti coloro che non potranno esserci quest’anno». Nel rispetto delle misure precauzionali per contrastare e contenere il diffondersi del Covid-19, ogni serata non potrà, infatti, ospitare più di duecento spettatori. Per l’ingresso ai concerti non sono previsti biglietti ma un unico abbonamento (al costo di 20 euro), che si può acquistare solo presso la sede dell’associazione Progetto Evoluzione, a Narcao (in via Carbonia, 11) dalle 10.00 alle 13.00 dal lunedì al sabato.
 
Il compito di tenere a battesimo il trentesimo Narcao Blues, nella serata di mercoledì 26 agosto, spetta a due formazioni che salirono sul palco del festival proprio nella sua prima edizione. Apre, alle 21.30, la Gnola Blues Band capitanata da Maurizio Glielmo, artista dai lunghi e prestigiosi trascorsi nella scena del blues italiano. Per anni a fianco del grande Fabio Treves, il chitarrista e cantante lombardo ha calcato i palchi dei più importanti festival italiani e internazionali, dando così vita a questo progetto che nasce ufficialmente nel 1989 con l’obbiettivo iniziale di percorrere gli itinerari più classici del blues degli standard sino a fondere gli elementi della tradizione in interessanti composizioni originali. Ad affiancare Maurizio Glielmo sul palco di piazza Europa ci saranno Paolo Legramandi (basso e voce) e Cesarone Nolli (batteria e percussioni e voce).
 
Alle 23 un’altra vecchia conoscenza del festival ricamerà blues nella notte narcarese: in scena Fabio Treves, “il puma di Lambrate”, con la sua Treves Blues Band con la quale ha festeggiato nel 2014 i suoi prolifici quarant’anni di carriera (ricevendo l’Ambrogino d’oro, importante riconoscimento conferito dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fondò la formazione con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie ed i suoi impareggiabili interpreti. Unico artista italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, Fabio Treves – che vanta anche collaborazioni con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones – ha festeggiato lo scorso novembre le sue prime settanta primavere. A Narcao sarà accompagnato da Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni). “Down The Line” è l’ultimo lavoro del gruppo, uscito nel 2015 sotto l’etichetta Appaloosa/IRD e prodotto da Cesare Nolli e Paolo Legramandi.
 
Un altro piacevole ritorno in apertura della serata di giovedì 27 agosto: alle 21.30 ,riabbraccerà virtualmente il pubblico di Narcao Blues il duo Don Leone, composto dai sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra e batteria), un progetto nato dall’urgenza espressiva dei suoi musicisti dopo un’intensa attività su palcoscenici regionali e nazionali. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: è questa l’essenza di Don Leone, vincitore dell’edizione 2017 dell’Italian Blues Challenge che l’ha portato a competere nella finale dell’European Blues Challenge 2018 ad Hell in Norvegia e alle semifinali mondiali dell’International Blues Challenge a Memphis.
 
Chiusura della seconda serata con l’heavy blues dei cagliaritani King Howl, formazione attiva dal 2009 e composta da Diego Pani (voce ed armonica), Marco Antagonista (chitarra) e Alessandro Cau (basso) e Alessandro Sedda (batteria). I suoni della prima metà del Novecento, di grandi del blues come Son House, Howlin’ Wolf e Robert Johnson, vengono filtrati assumendo nuove forme, incorporando gli stili dello stoner rock, della psichedelia, in un crossover elaborato in maniera spontanea.
 
Il ruvido e graffiante Bad Blues Quartet approda sul palco di piazza Europa venerdì 28 agosto per presentare il suo secondo album, “Back On My Feet“, prodotto dall’etichetta Talk About Records (2019) e patrocinato dall’associazione Blues Made in Italy. Composta da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Frank Stara (batteria) e Gabriele Loddo (basso) la band isolana, attiva dal 2014, ritorna a Narcao con nuova energia e consapevolezza, traducendo in musica gli ultimi due intensi anni, ricchi di importanti esperienze in alcuni tra i palcoscenici più rappresentativi in Italia.
 
A farla da padrona nel secondo set (ore 23.00) sarà la regina del blues isolano, Irene Loche, sul palco con un progetto in cui sonorità folk e soul si incontrano, e dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti. Dal 2015, la cantautrice e chitarrista oristanese è ufficialmente artista Magnatone USA, unica italiana nel panorama mondiale insieme a Jeff Beck, Billy Gibbons, Keith Richards, Jackson Browne, Neil Young, tra gli altri. Dal 2018 è diventata, inoltre, artista della Asher Guitars & Lap Steels, insieme ad artisti come nomi del calibro di Ben Harper, Jackson Browne, David Crosby, Marc Ford, Gregg Leisz, James Valentine, Zack Brown. Al fianco di Irene Loche, venerdì 28 a Narcao, ci saranno Andrea Sanna al Feder Rhodes e organo Hammond, Gian Luca Canu al basso e Alessandro Cau alla batteria.
 
Sipario sul trentesimo Narcao Blues sabato 29 agosto: l’ultima serata, solitamente occasione per salutare in bellezza ogni edizione del festival, quest’anno non potrà ospitare la consueta festa, ma offrirà al pubblico la musica di due punte di diamante del blues in Sardegna. L’apertura, alle 21.00, è affidata a Vittorio Pitzalis, che grandi consensi ha raccolto con la sua prima pubblicazione, il disco “Jimi James”, prodotto dall’etichetta MGJR Records nel 2017 (vincitore del premio Mario Cervo come migliore produzione discografica in Sardegna nel 2018). L’album, acclamato al Delta Blues di Rovigo nel giugno 2018, gli ha permesso di volare negli Stati Uniti, dove nel 2019 ha concorso alla trentacinquesima edizione dell’IBC International Blues Challenge. Nel corso della sua carriera, Vittorio Pitzalis si è esibito su alcuni tra i palcoscenici più importanti della scena nazionale. Nel 1994 ha guadagnato la prima posizione al concorso indetto dal Narcao Blues Festival e nel 1995 si è aggiudicato il primo gradino del podio nel contest organizzato dal festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”.
 
Chiusura in bellezza, alle 23.00, con Francesco Piu, bluesman che può essere definito uno dei figli del festival di Narcao: l’artista sassarese presenterà il suo nuovo album, “Crossing” (Appaloosa, 2019), in cui porta idealmente Robert Johnson ed i suoi brani leggendari nel Mediterraneo, attraverso la sua voce e lo slide della sua chitarra elettrica, colorandoli con le percussioni africane e mediorientali, le corde arabe, greche, l’elettronica e i suoni ancestrali della Sardegna (launeddas e canto a tenore). Sul palco, insieme a Francesco Piu, ci saranno Francesco Ogana (bouzouki, oud, guitalele, chitarra elettrica), Gavino Riva (basso), DJ Cris (samples, scretches), Paolo Succu (batteria, darbuka, djembè) e Bruno Piccinnu (calebasse, djembè, bongos).
 
Grazie alla collaborazione con una squadra di professionisti audio/video, le sei formazioni sarde di scena al festival, tra le migliori espressioni del panorama blues isolano, si esibiranno e verranno videoregistrate nei giorni della manifestazione in altrettanti, suggestivi scenari per mostrare le unicità del territorio, spaziando dall’archeologia classica a quella industriale, dal mare alle zone interne, dall’enogastronomia agli usi e costumi tradizionali, esplorando e rivisitando le polverose strade del blues, declinate nelle ormai mitiche dodici battute. Un progetto che si muoverà dunque su un percorso musicale le cui coordinate si dirameranno da quello arcaico importato dall’Africa, a quello rurale nato nelle piantagioni di cotone, passando per quello acustico legato alla caduta dello schiavismo, fino a quello elettrico, definito Chicago Blues, senza trascurare quello delle contaminazioni presente oramai in tutti i generi musicali contemporanei.
 
Frutto concreto del progetto sarà la produzione di un DVD nel quale troveranno posto le sei formazioni isolane chiamate a esibirsi dal vivo nei luoghi del territorio sulcitano. Il prodotto finale permetterà il raggiungimento di un duplice obbiettivo: far conoscere a tutti i professionisti che si occupano di blues a livello internazionale le potenzialità musicali della nostra isola, e, allo stesso tempo, promuovere le bellezze naturalistiche del territorio.
 
Tutte le fasi legate alla realizzazione del DVD saranno a carico dell’associazione Progetto Evoluzione; una volta mixato e ottenuto il master, con la collaborazione dell’EBU (European Blues Union) e dell’IBU (Italian Blues Union), organizzazioni di cui Narcao Blues fa parte, il disco video digitale verrà stampato e consegnato a tutti gli iscritti delle due associazioni. Allegato al DVD un libretto cartaceo che conterrà la descrizione dei luoghi e le biografie delle band.

Fabio Treves