20 April, 2024
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Venerdì 30 agosto 2019, alle 20.30, presso il Distretto di Produzione Culturale Move The Box di Villa Verde, si terrà la proiezione dei tre documentari realizzati nell’ambito del progetto Indygena alla presenza delle istituzioni coinvolte e delle comunità della Marmilla. L’evento sarà preceduto dalla presentazione della mostra fotografica che ospiterà alcune delle foto scattate durante le riprese dei singoli documentari.

La serata conclusiva sarà inoltre l’occasione per proiettare circa 30 brevi video prodotti dagli studenti delle scuole medie di Ruinas e Usellus, nell’ambito di un accordo con l’Istituto Comprensivo di Ales. L’Associazione Adjudu Cambiu ha curato la gestione del progetto e l’organizzazione degli incontri rivolti agli alunni e alle alunne delle terze medie. Il corso, affidato al docente Matteo Incollu, era articolato in due parti. La prima parte, teorica, prevedeva lo svolgimento di una serie di lezioni dedicate ai linguaggi cinematografico e audiovisivo e all’utilizzo responsabile dei social media. Bando ScrabbleLAB ”Residenze Artistico-Creative in Sardegna” POR FESR 2014-2020 – Indygena – CUP E93J17000190007 Aiuti alle imprese culturali e creative per la realizzazione di progetti di Residenze artistico-creative in Sardegna. POR FESR Sardegna 2014-2020 Azione 3.3.1

La parte pratica consisteva nell’ideazione e nella produzione di brevi filmati, che i ragazzi e le ragazze hanno realizzato esclusivamente con lo smartphone, strumento che ha permesso di fare le riprese e di registrare l’audio. In ognuno di essi, gli adolescenti si raccontano; parlano della loro vita, dei loro sogni e interessi; descrivono il loro piccolo paese, per il quale nutrono un affetto sincero. Qualcuno gioca a calcio; altri sono amanti degli animali; c’è poi chi ha una strana passione per i motocarri; altri disegnano, qualcuno canta.

Il progetto Indygena, realizzato grazie al Bando ScrabbleLAB ”Residenze Artistico- Creative in Sardegna” (POR FESR 2014-2020 –- Regione Autonoma della Sardegna), mira a favorire lo sviluppo di conoscenze e competenze di giovani cineasti sardi attraverso l’incontro con registi italiani già affermati e attivi nel contesto internazionale, e soprattutto creare una rete solida e duratura di relazioni sul territorio scelto per girare i documentari, la Marmilla. Oggi, questa terra dal passato florido, un tempo horreum dell’Impero Romano, vive una crisi legata allo spopolamento dei suoi piccoli centri, che ha forti ripercussioni sull’economia locale e sulla sopravvivenza di pratiche e mestieri di cui si sta perdendo la memoria.

Indygena nasce come un’ATI (Associazione Temporanea di Imprese), che riunisce le case di produzione sarde Mommotty, Luches e Terra de Punt, in collaborazione con Consorzio Due Giare ed il Distretto di Produzione Culturale Move The Box.

Nell’ambito del progetto Indygena, lo scorso dicembre si è svolta la rassegna “Cinema in Alta Marmilla”, un ciclo di quattro proiezioni organizzato in collaborazione con il Consorzio Due Giare, il Distretto di Produzione Culturale Move The Box, l’Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla, i Comuni di Ales e Villa Verde, il Sardinia Art Lab, l’Associazione Casa Natale Gramsci e l’Associazione Culturale Musicale Dalton. Bando ScrabbleLAB ”Residenze Artistico-Creative in Sardegna” POR FESR 2014-2020 – Indygena – CUP E93J17000190007 Aiuti alle imprese culturali e creative per la realizzazione di progetti di Residenze artistico-creative in Sardegna. POR FESR Sardegna 2014-2020 Azione 3.3.1

Sono stati proiettati quattro film alla presenza di alcuni degli autori: Nel mondo grande e terribile di Daniele Maggioni, Laura Perini e Maria Grazia Perria (2017); Paesi e paesi (1990) e Surbiles (2017) di Giovanni Columbu; Materia oscura di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (2013).

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Dopo quattro giorni di concerti tra vari centri e località del nord Sardegna che partecipano a questa edizione di Time in Jazz, questa sera – 11 agosto – il festival ideato e diretto da Paolo Fresu “torna a casa”, a Berchidda, per il primo degli eventi serali in programma sul “palco centrale” della manifestazione, quello allestito in piazza del Popolo. E si comincia con un evento davvero speciale: alle 21.30 va in scena, per la prima volta in Sardegna (dopo più di sessanta repliche nella Penisola), “Tempo di Chet. La versione di Chet Baker“, uno spettacolo che unisce parole, immagini e musica per rievocare uno dei miti musicali più controversi e discussi del Novecento, Chet Baker, jazzista tanto maledetto quanto leggendario. Una produzione del Teatro Stabile di Bolzano nata dalla fusione e dalla sovrapposizione tra la scrittura drammaturgica di Leo Muscato e Laura Perini e la partitura musicale curata e interpretata dal vivo da Paolo Fresu alla tromba e al flicorno con Dino Rubino al piano, Marco Bardoscia al contrabbasso e le voci evocative di un cast composto da Alessandro Averone, Rufin Doh, Simone Luglio, Debora Mancini, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Graziano Piazza e Laura Pozone.
A Berchidda, invece, dalle 19.45, parte la prima delle parate musicali per le strade del paese che ogni giorno riscalderanno l’atmosfera prima dei concerti in programma sul palco di Piazza del Popolo; una festosa parata multietnica all’insegna dell’incontro tra culture diverse e del dialogo tra i popoli: protagonisti la Funky Jazz Orkestra, la street band di Berchidda diretta dal trombettista Antonio Meloni, e gli Afro Giembe un ensemble di percussionisti migranti, guidati da Jacopo Cadeddu e Michèle Kramers. Una produzione originale della compagnia Theatre en Vol e di Time in Jazz, nata in seno al progetto “Babel – Migrant Reloaded”, mirato all’inclusione e integrazione dei cittadini stranieri attraverso laboratori di espressione artistica e performativa. La performance sarà impreziosita dalla presenza dell’Armoniciclo, una delle macchine teatrali storiche del mondo visionario della compagnia sassarese Theatre en vol.
E poi ancora musica, dopo “Tempo di Chet”, con il primo della serie di dj set in programma ogni sera, dopo gli spettacoli in piazza del Popolo, intorno alla mezzanotte. Protagonista DJ Rocca (al secolo Luca Roccatagliati), producer e musicista attivo da metà anni Novanta, già dj resident di un locale di culto per la club culture qual è stato il Maffia di Reggio Emilia e con un bagaglio di esperienze che conta singoli, remix ed album per alcune delle migliori etichette internazionali e collaborazioni con Howie B, Zed Bias, Dimitri From Paris, Daniele Baldelli, i Jazzanova e Franco D’Andrea.
 

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Dopo il film sulla vita e il pensiero negli anni del carcere di Antonio Gramsci, “Nel mondo grande e terribile”, scritto e diretto da Daniele Maggioni, Laura Perini e Maria Grazia Perria, ancora una serata all’insegna della settima arte ad Oristano per il diciannovesimo festival Dromos. Questa sera, nella cornice di piazza Corrias, è in programma la proiezione del film “La tela”,  primo lungometraggio del pittore Salvatore Garau, che lo stesso artista di Santa Giusta ha realizzato nell’Istituto Penitenziario di Alta Sicurezza “Salvatore Soro” di Massama, Oristano. Si comincia alle 21.30 con ingresso libero. Presenti in sala, con Salvatore Garau, il direttore della fotografia Fabio Olmi (figlio del regista Ermanno) e Lila Place, che ha curato il montaggio. Probabile la presenza anche di alcuni dei detenuti che hanno partecipato al docufilm, oggi uomini liberi.

In sintonia con il tema portante di questa edizione di Dromos, che si riconosce sotto il titolo “Prigioni”,  “La tela” documenta la genesi di un grande dipinto realizzato da tre detenuti del carcere oristanese insieme a Salvatore Garau. L’arte richiede concentrazione, quasi sempre solitudine: una condizione indispensabile per il pittore sardo che decide di mettere in discussione portando una grande tela bianca (due metri per cinque) all’interno dell’istituto penitenziario. L’idea non è quella di insegnare ai detenuti a dipingere, ma di condividere la propria energia creativa con chi non è abituato alla libertà creativa, con chi non è libero. Davanti alla tela è dato modo ai detenuti di sprigionarsi, generare meraviglia. Il film documentario ripercorre la sfida, lo stupore, la nascita e la crescita di un progetto che dimostra la potenza dell’arte e della parola 

Con la serata odierna a Oristano, il festival Dromos suggella la sua prima parte e si appresta ad affrontare il gran finale di rito con Mamma Blues, tre serate fino a Ferragosto consacrate alla musica del diavolo. Inaugura il trittico, domenica 13, la cantante anglo-americana Lucy Woodward, tornata in scena da solista con il suo stile fra jazz, soul, pop e blues l’anno scorso con il suo quarto album: “Til They Bang On The Door”. Lunedì (14 agosto) è protagonista il cantante e chitarrista newyorkese Erik Bibb in duo con il chitarrista svedese Staffan Astner per presentare il suo ultimo disco, “Migration Blues”, pubblicato lo scorso marzo. La sera di Ferragosto, infine, si celebra con i brasilian Bixiga 70 con la loro trascinante miscela di ritmi africani e carioca, jazz e funk, afro-beat, malinké, candomblé, samba e cumbia.

L’apertura delle tre serate di Mamma Blues – con inizio alle 22.00 –  è affidata ad altrettante proposte della scena isolana: di scena domenica 13 il chitarrista Vittorio Pitzalis; lunedì 14 il quintetto Blues Tales; martedì 15 i Country’s Cousins. Dopofestival dalla mezzanotte in poi con altri tre gruppi: i Dancefloor Stompers (domenica 13), The Ticks (lunedì 14) e i Groove Elation (martedì 15 agosto).

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Torna nella sua casa base Oristano il diciannovesimo festival Dromos per una serata in ricordo di Antonio Gramsci ad ottant’anni dalla scomparsa dell’illustre politico e pensatore sardo. Domani (venerdì 11 agosto), alle 21.30 in piazza Corrias, si proietta “Nel mondo grande e terribile”, film scritto e diretto da Daniele Maggioni, Laura Perini e Maria Grazia Perria sulla vita e il pensiero negli anni del carcere dell’eminente intellettuale di Ales. Un appuntamento, questo, organizzato in collaborazione con la biblioteca comunale di Oristano, che evoca anche il tema di questa edizione del festival: “Prigioni”. Presentano il lungometraggio uscito quest’anno (78 minuti), Enrica Vidali e il produttore Tore Cubeddu, con letture di Alessandro Melis.

Il film racconta alcuni momenti della vita e parti del complesso pensiero di Antonio Gramsci, interpretato dall’attore Corrado Giannetti, attraverso una rappresentazione che restituisce la complessità delle sue riflessioni, la sua umanità e le difficoltà della sua esistenza. Nel lungometraggio vengono mostrati gli ultimi dieci anni della sua vita in carcere. Un carcere duplice: materiale, concreto ma anche intangibile, immaginario. Un periodo duro e faticoso. Ciononostante, le sue riflessioni durante il carcere, hanno lasciato una traccia indelebile nel pensiero filosofico contemporaneo. Lo spazio scenico del presente carcerario è mostrato anche come uno spazio mentale, quasi astratto che si allarga e si restringe a seconda del suo stato d’animo. Il prigioniero Gramsci lotta, dibatte, rievoca. Nella sua cella si materializzano i suoi ricordi e i suoi fantasmi. Il film si articola in una struttura a più livelli che si intersecano, e si ritrovano in rimandi e assonanze reciproche.

L’ingresso alla proiezione è libero.

Sabato 12 agosto si resta ad Oristano (nella stessa cornice di piazza Corrias), sintonizzati sul tema portante del diciannovesimo festival Dromos con la visione, alle 21.30, di un secondo film: “La tela”, il primo lungometraggio del pittore Salvatore Garau, che vede come direttore della fotografia Fabio Olmi (figlio del regista Ermanno), su un progetto dell’artista di Santa Giusta nell’Istituto Penitenziario di Alta Sicurezza di Massama-Oristano. Presenti in sala Salvatore Garau, Fabio Olmi e Lila Place.

 

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Un incontro di grande intensità con due protagonisti della fusion a Neoneli al diciannovesimo festival Dromos. Domani (giovedì 10 agosto), il piccolo borgo in provincia di Oristano ospita un chitarrista del calibro di Stanley Jordan e un’autentica icona della batteria, Billy Cobham, in concerto alle 21.30 in piazza Barigadu (anziché in piazza Italia, come inizialmente previsto). Con loro sul palco, a completare il progetto, il cileno Christian Gálvez, virtuoso del basso elettrico dal curriculum invidiabile.

Oltre a essere un musicista dal talento innato, Cobham è anche un raffinato ed originale compositore che ha saputo spaziare da un genere all’altro senza porre alcun limite alla sua musica. Lo dimostrano la sua vasta discografia e le numerose collaborazioni con artisti provenienti da tutto il mondo. Dalla fine degli anni sessanta il musicista di Panama, classe 1944, ha rivoluzionato il modo di concepire le parti destinate alla batteria, apportando una forza creativa all’ambito ritmico e assegnando ad esso una centralità senza precedenti. Ha raggiunto l’apice della fama a metà degli anni settanta divenendo uno dei musicisti più imitati nell’ambito jazz, fusion e rock.

 In una carriera che ha preso il volo nel 1985, Stanley Jordan, classe 1959, ha sempre mostrato una personalità camaleontica, anticonformista, fantasiosa e del tutto originale, lasciando la sua indelebile impronta su ogni sua interpretazione. Figura tra le più originali della storia della chitarra, il musicista di Chicago rinnova e porta ai massimi livelli una tecnica marginale, “Touch” o “Tapping” che gli permette un uso pianistico dello strumento. Jordan non usa il plettro e non “pizzica”, ma ora “percuote” ora “tira” le corde fino a creare un sound unico ormai universalmente riconosciuto. 

Conosciuto ai suoi esordi come il “Pat Martino del basso”, Christian Gálvez fa parte della generazione dei bassisti elettrici “post Pastorius”. Influenzato da colleghi come John Patitucci e Stanley Clarke, esplora il suo universo personale grazie ad un originale stile virtuosistico, dove l’uso di armonie e accordi a livello più alto è una parte fondamentale del suo linguaggio; uno stile che si avvicina a quello dei grandi geni della “chord melody” come Joe Pass, Tal Farlow, George Benson e Pat Martino.

Ingresso a 10 euro più diritti di prevendita. La serata si arricchisce con un’anteprima del festival enogastronomico e culturale Licanìas, organizzato dal Comune: una cena con prodotti del territorio (fregula, pecora e vino di Neoneli) a cura dello chef Roberto Serra del ristorante “Su Carduleu” di Abbasanta.

Venerdì 11 agosto Dromos torna nella sua casa base, a Oristano, per la proiezione, alle 21.30 in piazza Corrias, del film “Nel mondo grande e terribile”. Scritto e diretto da Daniele Maggioni, Laura Perini e Maria Grazia Perria, il lungometraggio racconta la vita e il pensiero negli anni del carcere di Antonio Gramsci (di cui ricorre l’ottantesimo anniversario della morte), interpretato dall’attore Corrado Giannetti. Il film è presentato da Enrica Vidali e dal produttore Tore Cubeddu, con letture di Alessandro Melis. L’ingresso alla proiezione, organizzata in collaborazione con la biblioteca comunale di Oristano, è libero.

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Novità nel cartellone del diciannovesimo festival Dromos, in programma dal primo al 15 agosto tra Oristano e altri undici centri della sua provincia: Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Morgongiori, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con anteprima a Mogoro il 30 luglio.

A tre settimane dal via, il fitto palinsesto della manifestazione organizzata dall’omonima associazione culturale si arricchisce di un importante appuntamento collaterale: l’incontro, il 6 agosto a Oristano, con il filosofo statunitense John Searle, uno tra i più influenti pensatori contemporanei, che interverrà all’Auditorium San Domenico (alle 19.00) sul tema “La costruzione sociale dei confini”.

Nato a Denver nel 1932, John R. Searle occupa un ruolo di primo piano nella comunità filosofica internazionale. Formatosi a Oxford, alla scuola della “filosofia del linguaggio ordinario” con John Austin, Gilbert Ryle e Peter Strawson, dalla fine degli anni cinquanta è professore di filosofia all’Università di Berkeley in California. Le sue indagini spaziano dalla filosofia del linguaggio e della mente all’indagine critica dell’intelligenza artificiale e della realtà sociale. Nella conferenza che terrà per il Dromos Festival, mostrerà come le barriere giuridiche ed economiche che spesso ci separano, pur avendo una propria oggettività, sono il frutto di una creazione umana. 

Un altro nuovo tassello nel palinsesto di questa edizione di Dromos che si riconosce sotto il titolo “Prigioni”, è la visione, il 12 agosto a Oristano, con inizio alle 21.30 in piazza Corrias, di “La tela”, il primo lungometraggio firmato dal pittore Salvatore Garau. Il documentario, che vede come direttore della fotografia Fabio Olmi (figlio del regista Ermanno) ripercorre la sfida, lo stupore, la nascita e la crescita di un progetto, realizzato dall’artista di Santa Giusta all’interno dell’Istituto Penitenziario di Alta Sicurezza di Massama-Oristano, che dimostra la potenza dell’arte e della parola, il colore che fa vibrare anche luoghi spogli e spenti. 

È invece fissata per la sera prima, venerdì 11 agosto (sempre alle 21.30), nella stessa cornice di piazza Corrias, la proiezione del film “Nel mondo grande e terribile” inizialmente prevista al chiostro dell’Hospitalis Sancti Antoni. Scritto e diretto da Daniele Maggioni, Laura Perini e Maria Grazia Perria, il lungometraggio racconta la vita e il pensiero negli anni del carcere di Antonio Gramsci (di cui ricorre l’ottantesimo anniversario della morte), interpretato dall’attore Corrado Giannetti.

Infine, si aggiunge un’altra suggestiva offerta alla serie di pacchetti turistici associati al festival. Si tratta degli itinerari mototuristici dei Pastori in moto, dieci motogiri abbinati ad altrettanti concerti, alla scoperta di località e paesaggi poco conosciuti attraverso appassionanti percorsi di curve, coste e montagne.

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Giovedì 20 aprile, alle ore 21.00, nei locali dello Spazio Ex-Di’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, in piazza Sergio Usai, nella Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, verrà ospitata l’anteprima provinciale del film “Nel mondo grande e terribile”.

Il film, diretto da Daniele Maggioni Maria Grazia Perria e Laura Perini e prodotto da Tore Cubeddu con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission, la Società Umanitaria – Cineteca Sarda, Terra De Punt, Istituto Gramsci Sardegna, Sardegna Teatro, Casa Museo di Antonio Gramsci, Casa Natale di Antonio Gramsci, racconta la vita e le idee di Antonio Gramsci attraverso le parole che ha scritto nelle Lettere e nei Quaderni dal Carcere.

Vengono mostrati gli ultimi dieci anni della sua vita in carcere. Un carcere duplice: materiale, concreto ma anche intangibile, immaginario. Un periodo duro e faticoso.

Ciononostante, le sue riflessioni durante il carcere, hanno lasciato una traccia indelebile nel pensiero filosofico contemporaneo.

Lo spazio scenico del presente carcerario è mostrato anche come uno spazio mentale, quasi astratto che si allarga e si restringe a seconda del suo stato d’animo. Il prigioniero Gramsci lotta, dibatte, rievoca. Nella sua cella si materializzano i suoi ricordi e i suoi fantasmi.

Il film si articola in una struttura a più livelli che si intersecano e si ritrovano in rimandi e assonanze reciproche.

Alla serata, organizzata dal Centro servizi culturali Carbonia della Società Umanitaria, ad ingresso libero e gratuito, parteciperà il regista Daniele Maggioni che si intratterrà per la discussione con il pubblico al termine della proiezione.