28 March, 2024
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“Pane sporco: come combattere la corruzione e la mafia con la cultura” è il titolo del libro scritto dal filosofo, storico e giornalista Vittorio V. Alberti che sarà presentato venerdì 15 marzo a Oristano. Appuntamento alle 17.30 nella sala del Museo Diocesano di piazza Duomo. Insieme all’autore, interverranno Luisanna Usai del Meic, don Paolo Bartoli (prorettore del Seminario arcivescovile dell’Immacolata), il coordinatore del Sa. Sol. Point 4 di Oristano Antonio Ippolito, e Carlo Veglio di Libera Sardegna.

La presentazione rientra nell’ambito delle tappe di “Verso il 21 marzo”, una serie di iniziative rivolte principalmente alle scuole e organizzate da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale in vista della 34ª Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che a livello regionale verrà celebrata a Cagliari.

Il libro verrà inoltre presentato anche agli studenti di due scuole di Cagliari e Oristano. Venerdì 15 l’appuntamento nel capoluogo è per le 11.30 presso il liceo classico e scientifico Euclide dove, insieme a Vittorio V. Alberti, interverranno anche il dirigente scolastico Vanni Mameli, la docente Graziella Serra e Carlo Veglio di Libera Sardegna. Ad Oristano sabato 16 invece l’incontro si terrà alle 10.30 presso il liceo classico De Castro, relatori lo stesso Alberti, il dirigente scolastico Pino Tilocca, la docente Sabrina Sanna e Carlo Veglio di Libera Sardegna.

In “Pane sporco. Combattere la corruzione e la mafia con la cultura” Vittorio V. Alberti affronta alla radice la piaga originaria che a suo avviso consuma la società italiana e mina alle basi qualunque prospettiva di progresso civile: una non-cultura che disprezza il merito, la riflessione, la ricerca della bellezza in nome di miopi interessi personali o di gruppo. È contro la cultura della mafia e della corruzione che è indispensabile battersi, come sostengono nel saggio introduttivo il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, e nella postfazione il fondatore dell’associazione Libera don Luigi Ciotti.

«La corruzione e la mafia sono simboli maledetti di questa grande corruzione culturale, sono bruttezza. Per ricucire un futuro la strada è nel passato, nel nostro patrimonio, che è bellezza. Ecco l’idea: la potenza culturale italiana per combattere la corruzione e le mafie. Il patrimonio di intelligenza e bellezza, che è il nostro valore, la nostra identità, è nostro e nessuna forza oscura può togliercelo a meno che non glielo lasciamo fare, come spesso avviene per nostra colpa», spiega Vittorio V. Alberti.

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Proseguono, a Cagliari e Oristano, le tappe di “Verso il 21 marzo”, una serie di iniziative rivolte principalmente alle scuole e organizzate da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale in vista della 34ª Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che a livello regionale verrà celebrata a Cagliari.

Il tema della memoria delle vittime innocenti delle mafie sarà al centro dell’appuntamento in programma martedì 12 marzo a Cagliari presso l’istituto Pertini. A partire dalle 11.20 a dialogare con i ragazzi saranno il referente regionale di Libera Sardegna Giampiero Farru e la dirigente scolastica Laura Caddeo.

“Pane sporco: come combattere la corruzione e la mafia con la cultura” è invece il titolo del libro scritto dal filosofo, storico e giornalista Vittorio V. Alberti e che sarà presentato a Cagliari venerdì 15 marzo e sabato 16 a Oristano. Nel capoluogo l’appuntamento è per le 11.30 presso il liceo classico e scientifico Euclide dove, insieme a Vittorio V. Alberti, interverranno anche il dirigente scolastico Vanni Mameli, la docente Graziella Serra e Carlo Veglio di Libera Sardegna. Ad Oristano invece l’incontro si terrà alle 10.30 presso il liceo classico De Castro, relatori lo stesso Alberti, il dirigente scolastico Pino Tilocca, la docente Sabrina Sanna e Carlo Veglio di Libera Sardegna.

In “Pane sporco. Combattere la corruzione e la mafia con la cultura” Vittorio V. Alberti affronta alla radice la piaga originaria che a suo avviso consuma la società italiana e mina alle basi qualunque prospettiva di progresso civile: una non-cultura che disprezza il merito, la riflessione, la ricerca della bellezza in nome di miopi interessi personali o di gruppo. È contro la cultura della mafia e della corruzione che è indispensabile battersi, come sostengono nel saggio introduttivo il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, e nella postfazione il fondatore dell’associazione Libera don Luigi Ciotti. «La corruzione e la mafia sono simboli maledetti di questa grande corruzione culturale, sono bruttezza. Per ricucire un futuro la strada è nel passato, nel nostro patrimonio, che è bellezza. Ecco l’idea: la potenza culturale italiana per combattere la corruzione e le mafie. Il patrimonio di intelligenza e bellezza, che è il nostro valore, la nostra identità, è nostro e nessuna forza oscura può togliercelo a meno che non glielo lasciamo fare, come spesso avviene per nostra colpa», spiega Alberti.

 

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Una doppia presentazione per riflettere su come la cultura possa essere una arma contro la corruzione e la mafia. Martedì 24 e mercoledì 25 luglio appuntamento ad Alghero e a Pula con il libro di Vittorio V. Alberti “Pane sporco”, filosofo e membro del consiglio scientifico del Cortile dei Gentili, già docente di filosofia politica presso l’Università Lateranense ed oggi direttore responsabile della rivista scientifica on-line “Sintesi Dialettica”. Organizza le iniziative Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale.

Martedì 24 nella città catalana si inizia alle 19.00 in piazza Pino Piras dove, moderati dal giornalista Vito Biolchini, interverranno insieme all’autore il vescovo mons. Mauro Morfino, il sindaco Mario Bruno, il prefetto di Sassari Giuseppe Marani, il questore di Sassari Diego Buso, insieme allo scrittore Raffaele Sari, al referente di Libera Sardegna Giampiero Farru e a Sergio Melis, presidente della Consulta delle Associazioni di Alghero. All’incontro sono stati invitati anche i sindaci della rete metropolitana.

Mercoledì 25 appuntamento invece alle 21.00 a Pula, in piazza Chiesa San Giovanni Battista, dove, insieme all’autore ci saranno il sindaco Carla Medau, il magistrato Gilberto Ganassi, il parroco don Marcello Loi, in rappresentante della stazione dei carabinieri di Pula e il responsabile della Caritas diocesana di Cagliari don Marco Lai.

In “Pane sporco. Combattere la corruzione e la mafia con la cultura” Vittorio V. Alberti affronta alla radice la piaga originaria che a suo avviso consuma la società italiana e mina alle basi qualunque prospettiva di progresso civile: una non-cultura che disprezza il merito, la riflessione, la ricerca della bellezza in nome di miopi interessi personali o di gruppo. È contro la cultura della mafia e della corruzione che è indispensabile battersi, come sostengono nel saggio introduttivo il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, e nella postfazioneil fondatore dell’associazione Libera don Luigi Ciotti. «La corruzione e la mafia sono simboli maledetti di questa grande corruzione culturale, sono bruttezza. Per ricucire un futuro la strada è nel passato, nel nostro patrimonio, che è bellezza. Ecco l’idea: la potenza culturale italiana per combattere la corruzione e le mafie. Il patrimonio di intelligenza e bellezza, che è il nostro valore, la nostra identità, è nostro e nessuna forza oscura può togliercelo a meno che non glielo lasciamo fare, come spesso avviene per nostra colpa», spiega Vittorio V. Alberti.

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L’onda antimafia dei giovani sardi ha invaso Alghero per dire no alla criminalità, nel ricordo delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie i cui sono nomi sono riecheggiati oggi dal palco di piazza Sulis, letti da studenti, volontari e rappresentanti delle istituzioni. Neanche la pioggia è riuscita a fermare la manifestazione regionale della XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzata ad Alghero da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale e con il forte sostegno dell’amministrazione comunale. Cinquemila ragazzi provenienti da tutta l’isola hanno invaso la cittadina richiamati dallo slogan “Terra, solchi di verità e giustizia”, per una giornata di festa che culminata, in contemporanea con la manifestazione nazionale di Foggia e con altri 4.000 luoghi in tutt’Italia, con la lettura dei nomi delle vittime innocenti. Tra questi, anche quelli di Emanuela Loi (l’agente di Polizia di Sestu morta nella strage di via D’Amelio in cui perse la vita anche il giudice Borsellino), di Bonifacio Tilocca (padre del sindaco di Burgos e ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004), e del sacerdote don Graziano Muntoni, ucciso ad Orgosolo nel 1998.

«Mia sorella è morta nella strage di via D’Amelio ma il suo sogno era di fare l’insegnante» ha detto Claudia Loi rivolgendosi ai tantissimi bambini delle scuole primarie presenti sotto il palco di piazza Sulis. «Sono passati ventisei anni dalla sua morte ma noi familiari non proviamo un sentimento di odio nei confronti dei mafiosi ma solo un desiderio di giustizia, di pace, di memoria e di legalità. E il valore della legalità deve essere appreso fin da piccoli perché, come disse il giudice Caponnetto, la mafia teme la scuola più della giustizia».

«Se questa Giornata della Memoria cade di 21 marzo è perché quella di oggi è una festa» ha affermato Pino Tilocca, figlio di Bonifacio Tilocca. “Noi sentiamo il vostro affetto e questo ci dà la forza di continuare a incontrare i più giovani nelle scuole di tutta la Sardegna”.

«Non è vero che la questione delle mafie non ci tocca, riguarda invece tutti» ha detto nel suo intervento a nome degli studenti presenti ad Alghero il giovane Emanuele Corongiu. «Purtroppo, la lista delle vittime innocenti ogni anno cresce. Questo non significa che non dobbiamo avere paura delle mafie ma che dobbiamo stare assieme per farci coraggio. Perché alla fine vinceremo noi. Non possiamo più stare in silenzio».

Aperta dalla musica della cantante Chiara Effe e del suo gruppo (recente vincitrice del premio nazionale “Musica contro le mafie”), la mattinata è iniziata con gli interventi istituzionali e di saluto, portati innanzitutto da Giampiero Farru, referente di Libera Sardegna e presidente di Sardegna Solidale. «Il 21 marzo nasce da intuizione di don Ciotti che rimase colpito dal dolore di una madre che chiedeva di ricordare suo figlio ucciso dalla mafia ma di cui mai nessuno parlava. Oggi diamo a tutte le vittime la stessa dignità. Da questa piazza di Alghero parte dunque il coro che si unisce alle altre piazze d’Italia e del mondo. Le mafie hanno più paura delle scuole che delle prigioni, della cultura che delle armi: ecco perché diciamo grazie agli studenti e ai dirigenti scolastici che oggi sono qui, veri testimoni di giustizia, invitandoli a tenere gli occhi aperti perché oggi le nuove mafie hanno cambiato pelle».

Nel suo intervento, il sindaco Mario Bruno ha ringraziato tutti i volontari presenti ad Alghero: «Oggi è una giornata particolare, perché non soltanto si leggono i nomi delle vittime innocenti ma perché siamo qui a dare una risposta contro la criminalità in qualità di cittadini organizzati. Tutti noi dobbiamo impegnarci concretamente perché ci siano sempre più amministrazioni, istituzioni e imprese capaci di farsi risposta ed essere protagoniste del cambiamento».

Si è rivolto ai giovani anche il vescovo di Alghero, monsignor Mauro Maria Morfino: «Noi oggi ricordiamo le vittime delle le mafie che hanno sparso il sangue ma ci sono mafie molto piccole e giornaliere che sono terribili come quelle grandi. Le grandi mafie nascono in un luogo dove la gente non si rende conto di avere atteggiamenti mafiosi. La vostra presenza ci fa dunque sperare che voi possiate essere promotori di un mondo non violento».

Dal palco di Alghero ha portato il saluto e l’adesione dell’iniziativa da parte dell’amministrazione regionale l’assessore alla sanità Luigi Arru («Vi stiamo accanto nella vostra battaglia e ribadiamo il nostro impegno in prima linea contro la corruzione»), mentre il vicequestore di Sassari Maurizio Terlizzi ha ricordato il sacrificio di tanti rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura, e la necessità che la società civile rifiuti «ogni logica di sopraffazione e di violenza».

Sulla stessa line anche il presidente del Co.Ge. Sardegna Bruno Loviselli («Vogliamo dire un no forte a tutte le mafie») e di Salvatore Serra, vice prefetto vicario Sassari: «Questa è una giornata di grande valore simbolico che serve a mantenere vivo l’esempio di chi è caduto e a ringraziare chi nei territori contrasta la criminalità. Proprio perché la mafia colpisce tutti che tutti devono dare il loro contributo».

La manifestazione si è chiusa con le parole di don Luigi Ciotti (in collegamento da Foggia, sede della manifestazione nazionale della Giornata) e con la musica di Chiara Effe.

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In Sardegna sarà Alghero ad ospitare mercoledì 21 marzo la XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Nella città catalana sono attese oltre cinquemila persone, tra giovani, studenti, volontari e rappresentanti delle istituzioni, per una manifestazione voluta dall’associazione Libera di don Luigi Ciotti per ricordare chi ha perso la vita difendendo i valori della libertà e della democrazia. 

Il programma della giornata (organizzata da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale e con il forte sostegno dell’amministrazione comunale algherese) prevede alle ore 9.30 il raduno dei partecipanti in piazza Sulis. Qui, a partire dalle ore 10.00, sul palco allestito nei pressi della torre, porteranno il loro saluto i rappresentanti delle istituzioni. Gli interventi precederanno il cuore della manifestazione: la lettura dei nomi delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie, declamati da giovani, studenti, volontari e semplici cittadini. Tra i nomi che verranno letti ci saranno anche quelli dei sardi Emanuela Loi (l’agente di Polizia di Sestu morta nella strage di via D’Amelio), di Bonifacio Tilocca (padre del sindaco di Burgos ed ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004), e del sacerdote don Graziano Muntoni, ucciso ad Orgosolo nel 1998.

Il programma della manifestazione proseguirà con il collegamento con Foggia per seguire l’intervento di don Luigi Ciotti. La chiusura in musica sarà invece affidata alla cantante Chiara Effe, accompagnata dalla sua band. Con il suo il brano “Non son buono”, l’artista cagliaritana lo scorso anno è giunta seconda al premio nazionale “Musica contro le mafie”.

La ricorrenza, ideata e organizzata dall’associazione Libera di don Luigi Ciotti, quest’anno per la prima volta avrà una valenza istituzionale (essendo stata riconosciuta ufficialmente con una legge varata lo scorso anno) e si celebrerà a livello nazionale a Foggia, col tema “Terra, solchi di verità e giustizia”. In Sardegna è stata scelta invece la città catalana, per rimarcare, come ha spiegato il referente regionale di Libera Sardegna Giampiero Farru, «la necessità di non abbassare la guardia in nessun territorio e rimarcare l’esempio positivo di una comunità come quella algherese fortemente impegnata sul fronte della solidarietà e del volontariato». «Il cuore della manifestazione è semplice e importante – ha aggiunto Giampiero Farru -. Autorità, ragazzi e volontari leggeranno i nomi delle vittime innocenti, come a comporre un coro di una società che si unisce per lanciare questo messaggio pulito».

Per il sindaco di Alghero Mario Bruno «la manifestazione vuole essere una testimonianza e un monito contro tutti i condizionamenti possibili e di qualunque genere che rischiano di arrivare alle istituzioni. Ma Alghero è una città vivace, con oltre cento associazioni riunite in una consulta, che testimoniano ogni giorno un modello opposto a quello che le mafie vogliono imporre. Con questa manifestazione Alghero vuole quindi lanciare un messaggio di pulizia e il messaggio chiaro è: non provateci. In piazza ci saranno i giovani e gli studenti, insieme a tante associazioni, perché la manifestazione del 21 marzo, tra le tante organizzate quest’anno ad Alghero, è certamente quella più attesa e significativa».

Replicando la formula adottata negli ultimi due anni, il 21 marzo Foggia sarà dunque la piazza principale, ma simultaneamente, in migliaia di luoghi d’Italia, dell’Europa e dell’America Latina, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie verrà vissuta attraverso la lettura dei nomi delle vittime e, di seguito, con momenti di riflessione e approfondimento. A sottolineare – non solo simbolicamente – che per contrastare le mafie e la corruzione occorre sì il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora occorre diventare una comunità solidale e corresponsabile, che faccia del “noi” non solo una parola, ma un crocevia di bisogni, desideri e speranze.

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Migliaia di giovani, studenti, volontari, insieme a rappresentanti delle istituzioni, della chiesa e dell’associazionismo, sfileranno il prossimo 21 marzo ad Alghero per celebrare la ventitreesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, e leggeranno dal palco di piazza Sulis gli oltre 900 nomi di coloro che hanno sacrificato la loro vita in nome della legalità e della democrazia. La ricorrenza, ideata e organizzata dall’associazione Libera di don Luigi Ciotti, quest’anno per la prima volta avrà una valenza istituzionale (essendo stata riconosciuta ufficialmente con una legge varata lo scorso anno) e si celebrerà a livello nazionale a Foggia, col tema “Terra, solchi di verità e giustizia”. In Sardegna è stata scelta invece la città catalana, per rimarcare, come ha spiegato oggi il referente regionale di Libera Sardegna Giampiero Farru, «la necessità di non abbassare la guardia in nessun territorio e rimarcare l’esempio positivo di una comunità come quella algherese fortemente impegnata sul fronte della solidarietà e del volontariato. Il cuore della manifestazione è semplice e importante – ha aggiunto Giampiero Farru -. Autorità, ragazzi e volontari leggeranno i nomi delle vittime innocenti, come a comporre un coro di una società che si unisce per lanciare questo messaggio pulito». 

La manifestazione del 21 marzo, organizzata ad Alghero da Libera Sardegna con il sostegno dell’amministrazione comunale e la collaborazione di Sardegna Solidale, è stata presentata a Cagliari nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la presidenza dell’Istituto Nautico Buccari e alla quale è intervenuto anche il sindaco di Alghero Mario Bruno. «La manifestazione vuole essere una testimonianza e un monito contro tutti i condizionamenti possibili e di qualunque genere che rischiano di arrivare alle istituzioni. Ma Alghero è una città vivace, con oltre cento associazioni riunite in una consulta, che testimoniano ogni giorno un modello opposto a quello che le mafie vogliono imporre. Con questa manifestazione Alghero vuole quindi lanciare un messaggio di pulizia e il messaggio chiaro è: non provateci. In piazza ci saranno i giovani e gli studenti, insieme a tante associazioni, perché la manifestazione del 21 marzo, tra le tante organizzate quest’anno ad Alghero, è certamente quella più attesa e significativa».

Il programma della giornata prevede a partire dalle ore 9.30 il raduno dei partecipanti in piazza Sulis. Qui, a partire dalle ore 10.00, sul palco allestito nei pressi della torre, porteranno il loro saluto i rappresentanti delle istituzioni. Gli interventi precederanno il cuore della manifestazione: la lettura dei nomi delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie, declamati da giovani, studenti, volontari e semplici cittadini. Il programma della manifestazione proseguirà con il collegamento con Foggia per seguire l’intervento di don Luigi Ciotti. La chiusura in musica sarà invece affidata alla cantante Chiara Effe, accompagnata dalla sua band. Con il suo il brano “Non son buono”, l’artista cagliaritana lo scorso anno è giunta seconda al premio nazionale “Musica contro le mafie”.

Alla conferenza stampa è intervenuto anche il il presidente del Co.Ge Sardegna Bruno Loviselli, secondo cui «la società sarda non deve mettere la testa sotto la sabbia e ignorare il tentativo di infiltrazione mafiosa nella nostra economia. Preoccupano i tanti casi di corruzione, e i troppi attentati agli amministratori sono un segnale che non può essere ignorato. La legalità è un valore che deve esser trasmesso soprattutto ai più giovani e la manifestazione del 21 marzo va esattamente in questa direzione».

 Per il dirigente scolastico dell’Istituto Buccari-Marconi di Cagliari Giancarlo Della Corte, «quella di Alghero è un’azione preventiva, quasi una diffida a chi intende mettere le mani su una economia sana e in crescita. Vuol dire non provateci, noi ci saremo a contrastarvi, noi garantiremo una crescita culturale. Perché mafia significa anche corruzione e clientele. E il nostro impegno come docenti e formatori è quello di far capire ai giovani che antimafia e legalità sono valori che vanno coniugati assieme».

La manifestazione del 21 marzo viene preceduta in queste settimane da una serie di iniziative nel territorio promosse da Libera Sardegna, dai Presìdi territoriali di Libera e dalle associazioni e scuole aderenti all’associazione fondata da don Luigi Ciotti, con l’obiettivo di rilanciare la lotta e la mobilitazione contro tutte le forme di criminalità organizzata. 

Sabato 10 a Sassari è previsto un doppio appuntamento rivolto agli studenti. Il dibattito “L’antimafia in Italia: la proposta di Libera” si terrà a partire dalle ore 9.00 presso l’aula magna dell’Istituto Devilla in via Monte Grappa 2, dove interverranno il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru e il dirigente scolastico dell’istituto Maria Nicoletta Puggioni. Alle 11.30 ci si sposta presso la sede dell’Istituto Alberghiero di via Cedrino, dove il dibattito con i ragazzi sarà animato da Farru e dal Dirigente scolastico Luisa Maria Pala.

Lunedì 12 prosegue a Cagliari, nella sede del presidio Emanuela Loi in via Cavalcanti 13, il ciclo di proiezioni dedicate ai film che hanno raccontato l’antimafia. Alle ore 17.00, presentato dal Gianni Concas di Libera Sardegna, si proietta “Siciliana ribelle” di Marco Amenta.

Alle ore 19.00, sempre a Cagliari ma nella sede dell’associazione Oscar Romero – Equo Solidale in via Einaudi 26, si parla di “Storia di resurrezione e giustizia: esperienze di Libera nelle terre confiscate”, con il presidente dell’associazione Oscar Romero Andrea Perra e con il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru.

Mercoledì 14 il programma di iniziative “Verso il 21 marzo” fa tappa ad Oristano. Qui a partire dalle ore 11.00, gli studenti del Liceo De Castro verranno coinvolti nel dibattito “Mafie e beni confiscati in Sardegna”, che vedrà gli interventi del dirigente scolastico Pino Tilocca e di Giampiero Farru di Libera Sardegna.

Si parlerà invece di mafia e povertà giovedì 15 a Quartu Sant’Elena. L’iniziativa, convocata per le ore 16.30 nell’aula consiliare, vedrà protagonisti il sindaco Stefano Delunas, il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru e il ricercatore Tiziano Vecchiato della Fondazione Zancan.

Triplo appuntamento venerdì 16, quando verranno coinvolti gli studenti delle scuole superiori. Ad Alghero a partire dalle ore 9.00, presso il Liceo Artistico Costantino e alle 11 al Liceo Scientifico Fermi, il dirigente scolastico Antonio Uda e Pino Tilocca e Sergio Melis di Libera Sardegna interverranno sul tema “L’antimafia in Italia: la proposta di Libera”.

A Guspini invece, con inizio alle ore 11.30 presso l’Istituto Buonarroti, spazio al libro “La classe dei banchi vuoti” che verrà presentato dalla dirigente scolastico Maria Gabriella Picci e da Isa Saba, referente della formazione per Libera Sardegna, insieme alla referente del presidio Libera di Guspini Sara Cappai e il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru.

Il programma di iniziative “Verso il 21 marzo” si chiuderà lunedì 19 a Cagliari a partire dalle ore 17.00 con un laboratorio che si terrà nella sede del presidio Emanuela Loi di via Cavalcanti, in preparazione della grande manifestazione di Alghero.

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Incontri, dibattiti e proiezioni, per avvicinarsi al 21 marzo, data in cui da ventitré anni l’associazione Libera celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La ricorrenza quest’anno per la prima volta avrà una valenza istituzionale, essendo stata riconosciuta ufficialmente con una legge varata lo scorso anno, e si celebrerà a livello nazionale a Foggia, mentre in Sardegna la manifestazione si terrà ad Alghero, sempre sul tema “Terra, solchi di verità e giustizia”. L’iniziativa, organizzata nella città catalana da Libera Sardegna con il sostegno dell’amministrazione comunale e la collaborazione di Sardegna Solidale, viene preceduta in queste settimane da una serie di iniziative nel territorio promosse da Libera Sardegna, dai Presìdi territoriali di Libera e dalle associazioni e scuole aderenti all’associazione fondata da don Luigi Ciotti, con l’obiettivo di rilanciare la lotta e la mobilitazione contro tutte le forme di criminalità organizzata.

Il programma delle iniziative in Sardegna “Verso il 21 marzo” prevede lunedì 5 marzo a Cagliari, alle ore 17.00 presso il presidio Emanuela Loi in via Cavalcanti 13, la proiezione del documentario di Stefano Maria Bianchi e Alberto Nerazzini “La mafia è bianca”, a cui seguirà un dibattito.

Martedì 6 saranno invece protagonisti gli studenti delle scuole superiori. Alle ore 11.30 presso l’Istituto Marconi in via Pisano a Cagliari, i ragazzi del Buccari-Marconi e del Pertini parteciperanno al dibattito su “La memoria e i familiari delle vittime innocenti di mafie”, a cui interverranno Pino Tilocca dell’associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, il dirigente scolastico del Marconi Giancarlo Della Corte ed il dirigente scolastico del Pertini Laura Caddeo, insieme a Giampiero Farru, referente di Libera Sardegna.

Mercoledì 7 marzo appuntamento invece a Gergei al Centro di incontro del volontariato di Su Piroi per il dibattito su “Bene Italia: la legge 109/1996 sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie”. Insieme al sindaco di Gergei Rossano Zedda, al vicepresidente del consiglio regionale Eugenio Lai ed al referente di Libera Sardegna Giampiero Farru, interverranno anche la docente Franca Meloni dell’Istituto Comprensivo Segni Geniali, la docente di sociologia all’università di Sassari Laura Iannelli. Un appuntamento rivolto ai giovani: a Su Piroi ci saranno, infatti, gli studenti dell’istituto comprensivo Segni Geniali di Isili, i ragazzi delle superiori del Buccari Marconi di Cagliari, e gli studenti del corso di sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’università di Sassari.

La settimana si chiuderà sabato 10 a Sassari con un doppio appuntamento rivolto agli studenti. Il dibattito “L’antimafia in Italia: la proposta di Libera” si terrà a partire dalle ore 9.00 presso l’aula magna dell’Istituto Devilla in via Monte Grappa 2, dove interverranno il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru ed il dirigente scolastico dell’istituto Maria Nicoletta Puggioni. Alle 11.30 ci si sposta presso la sede dell’Istituto Alberghiero di via Cedrino, dove il dibattito con i ragazzi sarà animato da Farru e dal Dirigente scolastico Luisa Maria Pala.

 

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«Le minacce al sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo sono l’espressione di una intollerabile mentalità mafiosa contro la quale la comunità cittadina e quella isolana si devono ribellare»: lo afferma Giampiero Farru, referente regionale di Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti che anche in Sardegna promuove la cultura della legalità.

«Ogni intimidazione ai nostri amministratori è un attacco alla nostra democrazia, ma le modalità con le quali il sindaco di Iglesias viene attaccato sono doppiamente inquietanti perché si richiamano ad una evidente simbologia mafiosa – aggiunge Giampiero Farru –. Insieme alla violenza, la criminalità organizzata usa infatti linguaggi specifici per imporre la sua presenza in un territorio. A questa cultura criminale bisogna contrapporre la cultura della corresponsabilità, della legalità e della condivisione dei valori sui quali si basa la nostra democrazia e la nostra convivenza. Libera Sardegna esprime la sua solidarietà al sindaco Gariazzo e alla comunità tutta di Iglesias contro queste intimidazioni di stampo mafioso contro le quali è necessario dare una risposta forte, sia in termini di ordine pubblico sia sul piano educativo e culturale – conclude Giampiero Farru -: perché non prevalga il linguaggio violento delle mafie ma quello della democrazia e della legalità

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La lotta alla mafia è un problema che riguarda tutti, nessuno può sottrarsi. È questo il grido che oggi si è alzato forte ad Olbia in occasione della celebrazione della ventiduesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, organizzata da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale, in contemporanea con la manifestazione nazionale svoltasi a Locri. Cinquemila tra studenti, volontari, cittadini, rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e amministratori hanno gremito piazza Mercato e qui, così come in altre quattromila piazze italiane, sono stati letti gli oltre 950 nomi delle vittime innocenti della mafia.

Sul palco di Olbia c’erano anche tre familiari delle vittime delle mafie: Claudia Loi (sorella di Emanuela, l’agente di scorta del giudice Borsellino uccisa nella strage di via D’Amelio), Pino Tilocca (figlio di Bonifacio, il sindaco di Burgos ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004) e Cesare Castelbuono, da anni residente in Sardegna, figlio del vigile urbano Salvatore Castelbuono ucciso il 26 settembre del 1978 a Villafrati nel Palermitano.

«Tutti i nomi dei caduti nella lotta alla mafia vanno ricordati con la stessa forza e la stessa dignità -ha detto Claudia Loi -. Da quel 19 luglio la mia vita è profondamente cambiata ma nonostante tutto io non conservo sentimenti di odio verso gli assassini di mia sorella, ma un profondo sentimento di memoria, legalità e di giustizia. Ora con mio fratello Marcello e mia nipote Manuela portiamo avanti l’eredità che ci deriva dal sacrificio di Emanuela. Siamo sentinelle della memoria, la lampada che illumina la strada della giustizia. E questo oggi è il filo conduttore della nostra vita.»

«La mafia non può essere battuta solo grazie all’impegno delle forze dell’ordine, ma serve la mobilitazione di tutti noi – ha aggiunto Cesare Castelbuono -. E il tempo non cancellerà il ricordo di chi ha creduto nella giustizia e nella legalità».

Si è invece rivolto direttamente ai ragazzi Pino Tilocca. «Noi familiari possiamo vivere una giornata come questa da soli con rabbia oppure in piazza insieme a tante persone, e per questo vi ringrazio per la vostra presenza – ha affermato –. La morte di mio padre è un elemento incancellabile, però oggi io posso essere qua in mezzo a migliaia di persone a parlarne, mentre chi ha ucciso mio padre deve stare zitto e nascosto. Noi possiamo sventolare le nostre bandiere, loro no». Per Tilocca «la qualità reale della lotta alla mafia è data dalla presenza e della partecipazione dei cittadini a giornate come questa. Oggi in Italia la Giornata della Memoria e dell’Impegno è stata celebrata in quattromila piazze, piene di gente viva che non solo ricorda ma dichiara il suo impegno per il futuro. Perché noi vogliamo essere l’esempio di una Italia migliore».

Aprendo la manifestazione, il referente regionale di Libera Giampiero Farru ha ricordato la recente approvazione della legge che istituzionalizza la Giornata del 21 marzo. «Siamo ad Olbia per rilanciare il messaggio che chi non ha memoria non ha storia, perché la memoria è la forza di cambiamento attiva sul fronte dell’impegno e responsabilità. E questa piazza gremita di giovani ci fa dire che anche in Sardegna ci sono testimoni di bellezza».

«La vostra presenza ad Olbia ci riempie il cuore – ha sottolineato nel suo intervento il sindaco di Olbia Settimo Nizzi -. Giornate come questa devono servire per ricordarci che le istituzioni devono lavorare affinché tutti noi possiamo vivere in una società civile dove il diritto prevale sull’abuso.»

«La lotta alla mafia è un problema che riguarda tutti, nessuno può sottrarsi – ha dichiarato il prefetto di Sassari Giuseppe Marani -, perché la lotta alla mafia non è una lotta degli altri. La scuola ha un compito fondamentale per educare alla legalità e la lotta alla dispersione è lotta alla legalità. E ai familiari delle vittime dico: abbiate la certezza che noi non dimenticheremo.»

«La chiesa non poteva non esserci ma ci siete soprattutto voi e questa è la cosa più importante – ha detto il vescovo della diocesi di Tempio Ampurias monsignor Sebastiano Sanguineti -. Abbiamo visto quello che è successo a Locri, quindi è evidente che la mafia non gradisce il messaggio che arriva da queste piazze. E allora anche da Olbia si deve levare alto il grido: basta con le mafie, basta con il malaffare, gli appalti truccati, le ruberie nelle mille forme in cui si manifestano!»

«Non facciamo cadere il coraggio – ha proseguito il vescovo di Ozieri monsignor Corrado Melis – e anzi facciamo sì che il coraggio che ha animato le vittime che oggi ricordiamo sia ogni giorno anche il nostro.»

A nome di tutti gli studenti presenti è intervenuto il giovane Emanuele Corongiu dell’Istituto Marconi di Cagliari: «Nelle nostre scuole in questi mesi abbiamo ricordato figure importanti per la lotta alla mafia come Pio La Torre, e noi oggi siamo qui per ricordare le vittime della mafia, perché non si può sconfiggere la mafia non se ne parla».

Significativi anche gli interventi del presidente del Co.Ge. Bruno Loviselli («Ciò che la mafia teme di più è la confisca dei beni») e di padre Salvatore Morittu che ha affermato: «Certe volte noi sardi ci illudiamo che la mafia nella nostra isola non ci sia, ma io ai ragazzi dico questo: ogni volta che comprate una dose di droga, quei soldi vanno tutti alla mafia. È da lì che deve cominciare la nostra lotta».

Dopo gli interventi e la lettura dei nomi, dai maxischermi allestiti in piazza Mercato è stato rilanciato l’intervento che il fondatore di Libera don Luigi Ciotti ha tenuto dal palco di Locri. La manifestazione olbiese si è conclusa con la musica degli Almamediterranea.

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Anche la Sardegna scenderà in piazza, martedì prossimo 21 marzo, per celebrare la ventiduesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, voluta dall’associazione Libera per rilanciare la lotta e la mobilitazione contro tutte le forme di criminalità organizzata. Nella giornata che segna l’inizio della primavera e che dal 1995 vuole richiamare simbolicamente il risveglio delle coscienze contro le cosche, in concomitanza con la manifestazione nazionale in programma a Locri (in Calabria), si incontreranno ad Olbia migliaia di studenti, cittadini e volontari, che arriveranno da tutta l’isola per non dimenticare le oltre novecento vittime innocenti di mafia, i cui nomi verranno letti dal palco allestito in piazza Mercato. 

Alla manifestazione, che avrà inizio alle ore 10.00 e avrà come tema “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”, prenderanno parte anche il sindaco di Olbia Settimo Nizzi, insieme ai vescovi di Tempio e Ozieri mons. Sebastiano Sanguinetti e mons. Corrado Melis, e con loro numerosi amministratori del territorio, rappresentanti delle forze dell’ordine, delle istituzioni, della magistratura e della società civile. Sul palco ci saranno anche tre familiari delle vittime delle mafie: Claudia Loi (sorella di Emanuela, l’agente uccisa nella strage di via D’Amelio), Pino Tilocca (figlio di Bonifacio, il sindaco di Burgos ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004) e Cesare Castelbuono, da anni residente in Sardegna, figlio del vigile urbano Salvatore Castelbuono ucciso il 26 settembre del 1978 a Villafrati nel Palermitano. Alle ore 12.00 dai maxischermi allestiti in piazza Mercato si potrà seguire l’intervento che il fondatore di Libera don Luigi Ciotti terrà dal palco di Locri. La manifestazione olbiese si concluderà poi con la musica del gruppo degli Almamediterranea. La manifestazione è organizzata da Libera Sardegna in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato “Sardegna Solidale” e l’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna.

«I motivi che ci hanno condotto a scegliere Olbia come sede di questa edizione della Giornata sono tre», spiega il referente regionale di Libera Giampiero Farru. »Innanzitutto vogliamo riportare l’attenzione su una città ancora ferita dall’alluvione del 2013. In quell’occasione tutto il mondo del volontariato isolano si mobilitò, promuovendo una raccolta fondi che poi sono stati interamente consegnati, e in tempi rapidi, alle autorità locali. Il secondo motivo riguarda la crescita di Olbia, che oggi è forse il centro più dinamico della Sardegna e che ha fatto della multietnicità una delle sue caratteristiche e dei suoi punti di forza. Infine – spiega Giampiero Farru – la decisione è stata dettata anche dal fatto che Olbia e la Gallura sono luoghi di grandi investimenti, purtroppo anche illeciti. Ormai con sempre maggiore frequenza arrivano notizie inquietanti che ci fanno comprendere come il fenomeno del riciclaggio di capitali sporchi debba essere preso in serissima considerazione. Non a caso, ad Olbia oggi ci sono ben 62 beni confiscati alla criminalità, molti dei quali in disuso o abbandono e che dunque attendono di essere riutilizzati a fini sociali. Su questi ed altri aspetti è giusto dunque mantenere alta l’attenzione.»

In Sardegna la lettura dei nomi delle vittime di mafia non avverrà solo ad Olbia ma anche in altre decine di luoghi, soprattutto scuole, circoli e associazioni. La Giornata di martedì prossimo è stata inoltre preceduta da una serie di iniziative che hanno preparato nel territorio l’appuntamento olbiese. Per parlare di lotta alla mafia e legalità sono stati in Sardegna il presidente onorario di Libera Nando dalla Chiesa, l’avvocato dell’associazione Enza Rando e Gianluca Manca, il fratello del medico Attilio Manca che si ritiene possa essere stato “suicidato” dalla mafia per avere riconosciuto in un ospedale francese il boss Bernardo Provenzano. 

Conclusione di questo percorso sarà la manifestazione di martedì quando, così come a Locri e in tutti gli altri centri scelti in ogni regione per celebrare la Giornata, anche ad Olbia verranno letti i nomi delle vittime innocenti di mafia: sarà il “coro” della legalità e dell’antimafia, per un evento che rilancerà Olbia e la Sardegna nel contrasto educativo, culturale, politico e sociale contro le mafie e contro tutte le culture di mafiosità e di corruzione.