19 April, 2024
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Si avvia alla conclusione l’intensa settimana dei seminari di canto e musica di matrice popolare di Mare e Miniere, in corso da martedì a Portoscuso, che tra domani (sabato 24) e domenica 25 vivrà le sue ultime giornate. E saranno tutti nel segno dell’iniziativa organizzata dall’associazione culturale Elenaledda Vox, con la direzione musicale del compositore e polistrumentista Mauro Palmas, gli ultimi appuntamenti in programma nelle due serate all’antica Tonnara di Su Pranu, con i suoi iscritti (circa 130) come protagonisti principali.
Alla ribalta per primi i giovanissimi allievi del laboratorio di Musiche dal mondo tenuto da Giulia Cavicchioni: una ventina di bambini dai cinque ai nove anni, che domani sera (sabato 24), alle 21.30, daranno prova del lavoro svolto con la musicista e insegnante di violino, responsabile e direttrice artistica del Baule dei suoni di Albese con Cassano, in provincia di Como: un’associazione culturale nata alla fine degli anni Ottanta con l’obiettivo di avvicinare alla musica bambini, ragazzi e adulti, attraverso un nuovo approccio alla didattica della musica d’insieme, dove la scoperta e lo studio della tradizione popolare italiana e delle musiche del mondo procedessero di pari passo con la condivisione e l’inclusione.
In programma nella seconda parte della serata di sabato un’anteprima esclusiva del docufilm diretto da Tommaso Mannoni con Mauro Palmas, che racconta tutta l’esperienza di Mare e Miniere, da quando è nata, e in particolare da quando sono nati i seminari, nel 2014. L’opera, il cui titolo verrà svelato solo più avanti nel tempo, è un montaggio di circa 150 ore di materiale filmato, con immagini delle varie edizioni dell’iniziativa e testimonianze dei suoi protagonisti.
Gli allievi di questa edizione saranno invece al centro dei riflettori la sera dopo, domenica 25, a partire dalle 21.30, per la vetrina finale della sei giorni a Portoscuso, momento di congiunzione fra il lato didattico e quello spettacolare della manifestazione; con loro sul palco dell’antica Tonnara di Su Pranu i musicisti-docenti delle rispettive classi (tranne Luigi Lai, che termina i corsi sabato).
Tutti gli appuntamenti sono aperti al pubblico con ingresso gratuito. 

Sarà un progetto musicale molto bello e atteso ad aprire le serate di anteprima del Festival Bimbi a bordo 2022. Terra, un incontro forte tra launeddas e jazz, un nuovo luogo dove far vivere le sonorità della nostra tradizione, è un progetto musicale che diventerà a breve un album, pensato e realizzato da Luigi Lai, Marcello Floris, Gavino Murgia, accompagnati da Carlo Pusceddu alle percussioni e Matteo Marongiu al contrabbasso.

Il concerto si terrà domani, 23 agosto, alle 21.30, a Guspini, in località su Legau. A seguire un’intervista a Luigi Lai per ripercorrere insieme i suoi 90 anni e decenni di grande carriera, a cura di Elisabetta Atzeni, giornalista Rai.

E’ iniziata martedì 21 giugno, con la Festa Internazionale della Musica, a Portoscuso, la quindicesima edizione di “Mare e Miniere”. Nella splendida location della Tonnara Su Pranu, ha avuto luogo una settimana di full immersion nella musica di matrice popolare, con seminari durante il giorno e concerti ed incontri letterari durante le splendide serate estive.

La rassegna itinerante, organizzata dall’associazione culturale Elenaledda Vox, sostenuta dalla Fondazione Sardegna e dal comune di Portoscuso, con la collaborazione di Sardinia Corsica Ferries e la media partnership di Blogfoolk, si rinnova dal 2006 nei luoghi di mare e di miniera legati alla tradizione della nostra isola e con il maestro Mauro Palmas alla direzione artistica, porta a Portoscuso una delle tappe più importanti.

Al comando dei seminari, anche quest’anno, un team docente con spiccate doti professionali e carismatiche, nomi importanti nel panorama della musica popolare: il maestro di launeddas Luigi Lai, su Cuncordu e tenore de Orosei per il canto a tenore, Andrea Piccioni con i tamburi a cornice, Mauro Palmas per mandola e liuto cantabile, Marcello Peghin e la sua chitarra, Elena Ledda e Simonetta Soro per il canto popolare, Alessandro Foresti per il canto corale, Mario Incudine e Silvano Lobina per la musica d’insieme, Francesco Loccisano per la chitarra battente e, per concludere, la novità di quest’anno, musiche del mondo, con Giulia Cavicchioni, interamente dedicate ai bambini.

Centocinquanta iscritti ai corsi, tra questi un gruppo di appassionati già da diverse edizioni, hanno animato diverse sale della Tonnara, con un entusiasmo ed una voglia incontenibile di condividere, imparare e confrontarsi con tanti nuovi amici della musica.

I canti, le musiche, le risate ed i sorrisi hanno abitato giorno dopo giorno un luogo magico, dove si è respirata un’atmosfera che solo l’arte sa regalare e, alla fine della settimana, dove ogni sera numerosi artisti si sono esibiti sul palco, è arrivato il momento del concerto finale…domenica 26 giugno!

Il folto pubblico, caloroso sin dalle prime esibizioni, ha assistito ad uno spettacolo dal quale traspariva ora emozione, poi gioia, quindi malinconia, con un alternarsi di brani e musiche, capaci di arrivare dritte al cuore. Lo stesso cuore che hanno messo i docenti nel trasmettere l’amore per la musica popolare che affonda le radici nella storia e che evoca tempi lontani, pezzi tramandati oralmente come un tesoro di inestimabile valore.

A attrus annus è stato il saluto di Ottavio Nieddu, che ha presentato l’evento con professionalità ed amore per la musica, mentre con un ultimo applauso ad Elena Ledda e Mauro Palmas ha dato appuntamento al prossimo anno, fortemente voluto anche dalla nuova amministrazione comunale espressa sul palco dallo neo sindaco Ignazio Salvatore Atzori.

Ora alla Tonnara Su Pranu è tornato il silenzio e la musica del mare è di nuovo la colonna sonora di quel luogo incantato ma… tutti attendono trepidanti la prossima edizione che non mancherà di stupire, emozionare, divertire ma, soprattutto, di lasciare un segno indelebile nel cuore di chi ha cantato, di chi ha suonato e di chi ha potuto godere della magia della musica, capace di unire tutti in un solo arcobaleno di suoni.

Nadia Pische

Giro di boa, a Portoscuso, per i seminari e i concerti di musica di matrice popolare di Mare e Miniere, in pieno svolgimento nella cittadina costiera del Sulcis da martedì scorso fino a domenica prossima, 26 giugno. La quarta giornata – domani, venerdì 24 – propone come sempre attività didattiche negli spazi dell’antica tonnara di Su Pranu, la mattina dalle 10.00 alle 13.00, ed il pomeriggio dalle 16.00 alle 19.00. A tenere i rispettivi corsi e laboratori un corpo docente che, insieme al direttore artistico Mauro Palmas (mandola e liuto cantabile) è composto da Elena Ledda e Simonetta Soro (canto popolare), Luigi Lai (launeddas), il Cuncordu e tenore de Orosei (canto a tenore), Andrea Piccioni (tamburi a cornice), Mario Incudine e Silvano Lobina (musica d’insieme), Alessandro Foresti (canto corale), Marcello Peghin (chitarra) e Giulia Cavicchioni (laboratorio per bambini di musiche del mondo).

In serata concerto dei Cantori della Resurrezione e Mario Incudine ed Antonio Vasta con le storie di miniera di “Surfaru e focu”.

Dopo la prima tappa di fine agosto a Carloforte, si appresta a sbarcare a Cagliari Creuza de Mà, il festival di musica per cinema diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, per completare – sabato 18 e domenica 19 – il cammino della sua quindicesima edizione, con la sezione dedicata al cinema muto musicato dal vivo. E sarà tutto nel segno di “Sonos ‘e memoria” l’appuntamento in programma nel capoluogo sardo, dove il celebre cine-concerto ritorna in scena il 18.00 sera – all’Arena Parco della Musica, con inizio alle 21.00 – dopo ben diciotto anni.
 
Ideato e diretto da Gianfranco Cabiddu, lo spettacolo – che ha debuttato nel 1995 al cinquantaduesimo Festival del Cinema di Venezia per girare poi in Italia e all’estero, nel corso degli anni, sempre con grande successo – si basa su un film di montaggio realizzato dallo stesso regista con immagini d’archivio dell’Istituto Luce; immagini in bianco e nero girate in Sardegna tra gli anni Venti e Cinquanta del Novecento, e musicate dal vivo da un ensemble di musicisti di estrazioni e ambiti stilistici differenti diretto da Paolo Fresu; con Furio Di Castri al contrabbasso e Federico Sanesi alle percussioni, ne fanno parte il grande maestro di launeddas Luigi Lai (ottantanove anni compiuti lo scorso luglio) e gli altri artisti sardi che compongono il cast fin dal debutto: Mauro Palmas alla mandola, la cantante Elena LeddaAntonello Salis alla fisarmonica, Carlo Cabiddu al violoncello, il coro Su Cuncordu ‘e su Rosariu di Santu Lussurgiu, oltre allo stesso Paolo Fresu alla tromba e al flicorno.
 
“Sonos ‘e memoria” sarà anche al centro dei due appuntamenti in agenda l’indomani, domenica 19: il primo, alle 10.30 nella sala “Nanni Loy” dell’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario, in via Trentino, è una tavola rotonda che indagherà sul lascito culturale e musicale di “Sonos ‘e memoria” con la partecipazione dei musicisti e attraverso gli interventi degli etnomusicologi Ignazio Macchiarella e Marco Lutzu, dell’antropologo Francesco Bachis, di Gigliola Sulis, docente di letteratura italiana all’Università di Leeds, e dello studioso e critico cinematografico Sergio Naitza. Proposto in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari, “25 anni di Sonos ‘e memoria: la Tradizione è la vita che continua”, questo il titolo dell’incontro, è dedicato alla memoria di quattro personalità scomparse in anni recenti, che hanno legato i loro nomi al progetto “Sonos ‘e memoria”: Giovanni Ardu, voce bassu del coro Su Cuncordu ‘e su Rosariu di Santu Lussurgiu, lo scrittore Salvatore Mannuzzu, l’antropologo e scrittore Giulio Angioni, ed il medico e scrittore Giorgio Todde.
 
Poi, in serata, alle 21.00, Creuza de Mà tornerà al Parco della Musica per l’ultimo atto della sua quindicesima edizione: la proiezione di Passaggi di tempo, il viaggio di Sonos ‘e memoria”, il pluripremiato documentario diretto nel 2005 da Gianfranco Cabiddu che, dieci anni dopo il debutto, ripercorre l’avventura artistica e umana dello spettacolo: un “film sul film”, un mix di fiction, musica e documentario, un viaggio nella genesi di “Sonos ‘e memoria”, nel suo “dietro le quinte” e nell’intreccio di legami fra i suoi protagonisti e fra questi e la Sardegna.

Sonos e memoria

Sonos e memoria

Seconda giornata, domani (martedì 22) a Portoscuso per Mare e Miniere, la rassegna e i seminari di musica, teatro e danza di matrice popolare – quest’anno alla quattordicesima edizione – in programma fino a domenica prossima (27 giugno) per l’organizzazione dell’associazione culturale Elenaledda Vox e la direzione artistica del compositore e polistrumentista Mauro Palmas.
La mattina – dalle 10.00 alle 13.00 – e nel pomeriggio – dalle 16.00 alle 19.00 – negli spazi dell’antica tonnara di Su Pranu proseguono le attività didattiche con le lezioni tenute da Luigi Lai (suo il corso di launeddas), Marcello Peghin (chitarra), Elena Ledda e Simonetta Soro (canto popolare), Andrea Piccioni (tamburo a cornice), Cuncordu de Orosei (canto a tenore), Alessandro Foresti (canto corale), Gigi Biolcati (body percussion), Giulia Cavicchioni (laboratorio musicale per bambini e adulti), Mauro Palmas (mandola), Mario Incudine e Silvano Lobina (musica d’insieme). Un corpo docente che annovera musicisti di primo piano nel campo della musica di matrice popolare.
In serata, sempre all’antica tonnara, il cartellone dei concerti propone alle 21.30 “A Cuncordia”, un evento speciale dedicato alla memoria di Giovanni Ardu, scomparso un anno fa a luglio: uno dei quattro cantori di Su Cuncordu ‘e su Rosariu, il coro della Confraternita del Rosario del paese di Santu Lussurgiu (in provincia di Oristano), formazione tra le più rappresentative del tipico canto “a cuncordu” che accompagna i riti liturgici in Sardegna, in particolare della Settimana Santa.
Tra musica, immagini, ricordi e testimonianze, la serata vedrà la partecipazione degli etnomusicologi Ignazio Macchiarella e Marco Lutzu, dell’esperto di musica e tradizioni della Sardegna Ottavio Nieddu, del regista Gianfranco Cabiddu e di Luigi Lai, Mauro Palmas, Elena Ledda e dello stesso Cuncordu ‘e su Rosariu, cioè alcuni dei musicisti del cast di “Sonos ‘e memoria”, il celebre cine-concerto ideato e diretto da Gianfranco Cabiddu che ha debuttato nel 1995 per contare poi decine di repliche negli anni successivi: un film di montaggio con immagini di repertorio della Sardegna tratte da vecchi documentari dell’Istituto Luce, e musicato dal vivo da un assortito e originale gruppo di musicisti di estrazioni e ambiti stilistici differenti che comprende Paolo Fresu (tromba e flicorno) alla direzione musicale, Antonello Salis (fisarmonica), Carlo Cabiddu (violoncello), Furio Di Castri (contrabbasso), Federico Sanesi (percussioni), oltre, appunto a Luigi Lai (launeddas), Elena Ledda (voce), su Cuncordu ‘e su Rosariu di Santu Lussurgiu e Mauro Palmas (mandola).

 

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Ha chiuso il pomeriggio di ieri a Tourisma Firenze il critico d’arte Vittorio Sgarbi. Dopo il suo intervento all’Auditorium del Palazzo dei Congressi, il professor Vittorio Sgarbi si è a lungo trattenuto allo stand dei sindaci della Trexenta, per un ragionamento sul territorio isolano presentato al Salone dell’archeologia e del turismo culturale, insieme al presidente dell’Unione dei Comuni della Trexenta e sindaco di Suelli Massimiliano Garau, la prima cittadina di Guasila Paola Casula, il sindaco di Selegas Alessio Piras e l’assessore della Cultura del comune di Senorbì Paola Erriu.
Il maestro Luigi Lai, tra i più importanti suonatori di launeddas in Sardegna, si è esibito con una bellissima versione di “No potho reposare”, mentre a Vittorio Sgarbi sono stati offerti alcuni dolci sardi ed un cannonau della cantina Trexenta di Senorbì, il Corte Auda. 
Vittorio Sgarbi ha sottolineato con i sindaci come sia importante anche questo tipo di turismo culturale: «Esiste un patrimonio materiale e uno immateriale ed è bene valorizzare tutto ciò che si possiede e che caratterizza una regione, nel momento in cui si decide di fare turismo culturale.»

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La Sardegna torna a tourismA, il più importante evento europeo dedicato all’archeologia e alla promozione del turismo culturale, dal 21 al 23 febbraio al Palazzo dei Congressi di Firenze. Dopo il grande successo della scorsa edizione, quando l’isola era stata accolta come ospite d’onore e “visitata” da oltre 13mila persone, è tutto pronto per il ritorno del progetto “Sardegna, museo a cielo aperto” che quest’anno è sostenuto e promosso dall’assessorato regionale del Turismo con la collaborazione di Unioncamere Sardegna e l’organizzazione della Carlo Delfino editore.

tourismA 2020, organizzato dalla rivista “Archeologia Viva” (Giunti editore), raduna istituzioni, esperti, archeologi, giornalisti da tutta Europa per una tre-giorni di conferenze e presentazioni di altissimo livello, gratuite e aperte al pubblico: saranno presenti, tra i 250 relatori, il divulgatore e padrino della manifestazione Alberto Angela, il direttore della galleria degli Uffizi Eike Schmidt, l’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi, il geologo e divulgatore Mario Tozzi, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, lo storico dell’arte Philippe Daverio, il regista Pupi Avati, la scrittrice Eva Cantarella, l’archeologo e presidente del FAI Andrea Carandini.

Il supporto della Regione. La missione sarda a tourismA 2020 è stata presentata oggi in una conferenza stampa a Cagliari nella sede dell’assessorato regionale del Turismo dall’assessore Gianni Chessa, con l’editore Carlo Delfino, il direttore dell’Azienda speciale Centro servizi della Camera di commercio di Cagliari Cristiano Erriu e il direttore del Menhir Museum di Laconi Giorgio Murru. «Pochi giorni dopo il successo dello stand sardo alla Bit di Milano, la Sardegna si presenta a ‘tourismA’, nell’ambito dell’intensa campagna fieristica programmata dalla Regione, con un progetto per promuovere a livello internazionale le sue eccellenze archeologiche – ha detto l’assessore regionale del Turismo Gianni Chessa –. Infatti, per un miglior posizionamento della ‘destinazione Sardegna’ sui mercati è necessario strutturare proposte tematiche appetibili, puntando ad una migliore distribuzione dei flussi da marzo a novembre e nell’intero territorio isolano. Possiamo riuscirci anche grazie ad alcuni prodotti che riguardino storia, cultura e archeologia, proponendo così un’offerta articolata che esalti i punti di forza e le peculiarità della nostra identità».

L’allestimento. L’organizzazione della delegazione sarda, dell’allestimento e degli eventi dedicati all’isola è curata per la sesta edizione consecutiva dall’editore Carlo Delfino. Il Salone Sardegna, collocato in posizione strategica, vedrà radunati l’Unione dei comuni della Trexenta (Comuni di Gesico, Guamaggiore, Guasila, Ortacesus, Pimentel, Selegas, Senorbì, Siurgus Donigala, Suelli), i comuni di Sanluri e di Porto Torres. I visitatori potranno apprezzare gli stand dei partecipanti, ricevere il ricco materiale divulgativo distribuito per l’occasione, ascoltare il suono delle launeddas di Luigi Lai, ammirare i costumi tradizionali sardi, le immagini dei siti realizzate da Archeofoto Sardegna, i video di Teravista, le riproduzioni dei reperti realizzate dal laboratorio di archeologia sperimentale di Carmine Piras.

Di grande impatto saranno la serie di riproduzioni di statue menhir del Sarcidano, Barigadu e Mandrolisai e la ricostruzione in scala di un nuraghe opera di Carmine Piras, esposte nei giardini annessi al Palazzo dei Congressi unitamente ad un grande pannello calpestabile dedicato al confronto tra l’archeologia della Sardegna ed il resto del Mondo Antico. Nel “Salone Sardegna” troveranno tutti posto con un proprio stand dove potranno promuovere il territorio, anche con workshop e incontri mirati con i buyer (agenzie di viaggio, operatori turistici e culturali) che da tutto il mondo raggiungono Firenze in occasione di tourismA.

Il programma. Interessanti appuntamenti avranno per tema la Sardegna, tra cui le conferenze dedicate ai beni storico-archeologici di Porto Torres e alla tomba di Sa Pala Larga di Bonorva – con gli interventi di Nadia Canu, funzionario della Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari e Nuoro – e la conferenza di Carmine Piras “La metallurgia nuragica e l’archeologia sperimentale”.

L’imponente auditorium del Palacongressi da 1.200 posti ospiterà inoltre la relazione di Giorgio Murru su “Spiriti e dei nella Sardegna preistorica”.

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La scorsa domenica un pomeriggio magico di musica con l’incontro fra gli artisti bielorussi del Complesso “MAROU” e l’ensemble formato da alcuni eccezionali musicisti docenti del Conservatorio di Cagliari.

Emozioni, nostalgia, grande partecipazione di pubblico con Auditorium del Conservatorio al gran completo, con i suoi oltre 800 posti tutti occupati e centinaia di persone fuori che non hanno trovato posto, il “Gran Concerto per il Natale e Capodanno Ortodosso” giunto alla sua ottava edizione è ormai una tradizione della città di Cagliari che unisce la diaspora e la comunità locale e che ogni anno conquista un pubblico sempre maggiore.

La sala gremita ha accolto con grande calore ed affetto i saluti dell’arcivescovo di Cagliari monsignor Giuseppe Baturi, giunto alla prima settimana della sua missione pastorale nel capoluogo sardo, un intervento che ha scaldato i cuori dei presenti, sono seguiti i saluti di padre Nikolay Volskyy parroco  della Chiesa Ortodossa ucraina, russa, bielorussa del Patriarcato di Mosca (con sede presso la Chiesa di Nostra Signora della Speranza in Castello), padre Ioan Agape parroco della Chiesa Ortodossa Rumena del Patriarcato di Bucarest (con sede nella Chiesa del Santo Sepolcro in Marina), e don Marco Lai Direttore della Caritas Diocesana e Parroco di Sant’Eulalia che ha sottolineato il dialogo e la collaborazione con le chiese dell’Europa Orientale in generale e in particolare, nell’ultimo anno, con quella bielorussa.

Anche le autorità civili hanno voluto essere presenti con i loro saluti a testimonianza dell’importante valore sociale che la grande comunità proveniente dai paesi slavi e post-sovietici svolge nella società sarda, tante, infatti, le lavoratrici che assistono i nostri anziani appartenenti a questa diaspora e che sono parte integrante della società sarda! A portare i saluti il vice presidente del Consiglio regionale della Sardegna on. Piero Comandini il vice sindaco di Cagliari Giorgio Angius, il sindaco di Guasila Paola Casula in rappresentanza dell’Anci Sardegna, il prorettore dell’Università di Cagliari prof.ssa Micaela Morelli. Infine, Zhanna Sotnik, lavoratrice proveniente dall’Ucraina referente della biblioteca “Rodnoe Slovo” di Cagliari, a nome di tutta la diaspora proveniente dai paesi slavi, ha portato a tutti i presenti gli auguri della comunità immigrata!

La collaborazione istituzionale fra il “Conservatorio Giovanni Pierluigi da Palestrina” Consolato onorario bielorusso in Cagliari, con il sostegno fondamentale della Fondazione di Sardegna, ha reso possibile, la tenuta del tradizionale “Gran Concerto” nella nuova e prestigiosa location dell’Auditorium del Conservatorio ed è stato proprio il maestro Giorgio Sanna, direttore del Conservatorio e padrone di casa ad aprire la manifestazione con un caloroso saluto, in questa che nelle intenzioni, rappresenta sola la prima delle possibili iniziative che verranno messe in campo nell’ambito della collaborazione appena avviata.

Applauditissima l’esibizione del complesso bielorusso “MAROU”, proveniente dalla città di Brest, composto da Yana Butskevich Dziadok (voce), Yauheni Lukyanchyk (sassofono, clarinetto), Vasili Rechkin (basso-chitarra), Raman Marchuk (tastiere), Ilya Tserashchuk (percussioni), rafforzato dall’inserimento di Tatsiana Syravezhkina al salterio slavo, musicista bielorussa residente da tempo in Sardegna. Musiche della tradizione slava reinterpretate con ritmi suadenti e moderni.

La partecipazione straordinaria di un fantastico ensemble formato da alcuni musicisti docenti del conservatorio di Cagliari: Alessandro Diliberto (pianoforte), Massimo Ferra (chitarra), Massimo Tore (contrabbasso), Roberto Migoni (batteria), Luigi Lai (launeddas), ha regalato nuove emozioni e garantito un ulteriore tocco di classe al concerto, un contributo musicale molto apprezzato dal pubblico.

 

Il pezzo finale che ha visto sul palco tutti gli undici artisti sardi e bielorussi protagonisti della serata, con l’esecuzione di “Katiusha” è stato un regalo accolto dal pubblico con una ovazione.

Lo spettacolo come nelle ultime due precedenti edizioni è stato presentato da Emilia Canto.

Questa esperienza di grande successo, è uno stimolo, affinchè si possano ripetere in futuro, le splendide contaminazioni musicali regalate dall’esibizione dei virtuosi musicisti docenti del Conservatorio, Diliberto, Ferra, Tore, Migoni, Lai, non solo in Sardegna, ma anche in Belarus e nei paesi dell’Europa orientale.

Il “Gran concerto per il Natale e Capodanno Ortodosso e di Rito Orientale” si tiene nell’ambito del Progetto “Rete per la conoscenza e aggregazione” dell’Associazione Cittadini del Mondo Onlus – Biblioteca “Rodnoe Slovo” (presso l’Oratorio della Parrocchia di Sant’Eulalia), con il contributo della Fondazione di Sardegna.

Doveroso un ringraziamento ai Vigili del Fuoco di Cagliari per avere garantito la loro presenza, ai volontari della Prociv Arci di Quartu e Maracalagonis e alla CARITAS Diocesana di Cagliari per il sostegno logistico. Un grazie da estendere al Conservatorio di Cagliari con una citazione particolare per la D.ssa Francesca Basilone Direttore Amministrativo, per la Prof.ssa Aurora Cogliandro, per il Prof. Stefano Figliola, e per tutti i collaboratori dell’istituzione che si sono adoperati con professionalità.

 

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Il 12 gennaio 2020, alle ore 15.30, l’Auditorium del Conservatorio di Cagliari accoglierà il “Gran Concerto di Natale e Capodanno Ortodosso e di Rito Orientale” che ormai da 8 anni attira centinaia di spettatori.  Anche questa edizione sarà a ingresso gratuito, con una disponibilità di ben oltre 800 posti.

Nelle precedenti edizioni si è assistito sempre al tutto esaurito, con tante persone che non riuscivano a trovare posto, ma quest’anno, grazie alla disponibilità del Conservatorio di Cagliari, il concerto, ha trovato ospitalità nell’Auditorium di Piazza Porrino che fra platea e galleria supera gli 800 posti disponibili, quasi triplicando la capienza rispetto all’anno scorso, in modo che tutti possano trovare posto in questa iniziativa di grande valore artistico, sociale e di scambio culturale divenuta ormai tradizione cittadina molto apprezzata dalla diaspora e dai sardi.

Il concerto è tenuto dal complesso artistico bielorusso “MAROU” proveniente dalla città di Brest, composto da Yana Butskevich Dziadok (voce), Yauheni Lukyanchyk (sassofono, clarinetto), Vasili Rechkin (basso-chitarra), Raman Marchuk (tastiere), Ilya Tserashchuk (percussioni) che reinterpreteranno le canzoni e le musiche popolari dei popoli slavi e dell’Europa Orientale, molte delle quali conosciute anche in Italia, con arrangiamenti moderni ed originali.  Una band protagonista di molti contest musicali nelle principali emittenti televisive in Bielorussia e nella vicina Polonia.

Prevista, inoltre, la partecipazione straordinaria di alcuni musicisti docenti del conservatorio di CagliariAlessandro Diliberto (pianoforte), Massimo Ferra (chitarra), Massimo Tore (contrabbasso), Roberto Migoni (batteria), Luigi Lai (launeddas) che a loro volta reinterpreteranno le tradizioni musicali popolari sarde con il jazz. Presenterà in italiano Emilia Canto che ha già condotto le ultime 2 edizioni.

Nell’Europa Orientale, in particolare Russia, Belarus, Ucraina e in altri paesi di tradizione cristiano-ortodossa, greco-cattolica e bizantina, il Natale si festeggia il 7 gennaio e il vecchio Capodanno (sulla base del calendario giuliano) nella notte fra il 13 e 14 gennaio.  Il Gran Concerto si terrà la prima domenica a cavallo fra il Natale e Capodanno del calendario giuliano, e quindi, quest’anno 12 gennaio 2020.

In Sardegna, è presente una numerosa diaspora proveniente dall’Europa dell’est, dove ancora oggi è grandemente maggioritaria la componente femminile, donne che svolgono un ruolo sociale molto importante, soprattutto nel settore della cura alla persona, tante di loro, infatti, sono lavoratrici alle quali sempre più sardi affidano la cura dei propri genitori anziani e nonni. Ma numerose sono le coppie miste, tanti i giovani delle seconde generazioni, gli studenti negli istituti superiori e università sarde.

Un concerto che coinvolge non solo la diaspora dell’Europa Orientale, ma anche tanti sardi appassionati alla cultura slava e amanti della buona musica.