29 March, 2024
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La durissima 17ª tappa, vinta in solitudine dallo sloveno Primoz Roglic, è costata cara a Fabio Aru, arrivato distanziato di 31 secondi dai migliori ed ora al quarto posto in classifica a quattro tappe dalla conclusione del Tour de France. Chris Froome ha conservato la maglia gialla, con 27″ di vantaggio sul francese Romain Bardet e sul colombiano Rigoberto Uran, e 53″ su Fabio Aru. Al quinto posto c’è Mikel Landa, a 1’24” dal compagno di squadra Chris Froome.

Fabio Aru si è staccato dal gruppetto dei migliori nei pressi della vetta del Galibier, la mitica montagna sulla quale l’indimenticabile Marco Pantani, nel 1998, staccò tutti e mise le basi per la vittoria finale del Tour de France. Transitato con 18″ di ritardo sul gruppetto di Chris Froome, ha poi perso ancora qualcosa nella lunghissima discesa che ha portato i corridori al traguardo di Serre-Chevalier.

Fabio Aru alla fine s’è mostrato deluso ma tranquillo e fiducioso nella tappa di domani che prevede un terribile arrivo in salita sul colle dell’Izoard, a quota 2.361 metri, sulla quale potrà accadere ancora di tutto, prima della cronometro di 22 km in programma sabato. Il campione di Villacidro conta ancora di centrare un posto sul podio finale di Parigi, per mettere la classica ciliegina sulla torta di un Tour che, comunque, resterà per lui straordinario, con la vittoria di una tappa e tre giorni in maglia gialla.

 

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Inizia questa sera, con la cronometro di 13 km che parte ed arriva a Dusseldorf, in Germania, alle 18.27, la nuova avventura di Fabio Aru al Tour de France. Sarà il quint’ultimo corridore a prendere il via, dopo di lui, nell’ordine, Kung, Contador, Quintana e Froome (vincitore delle ultime due edizioni e dell’edizione del 2013).

Costretto a saltare il Giro d’Italia del centenario partito nella “sua” Sardegna a causa di un infortunio, il campione di Villacidro s’è preparato al meglio, brillando al Giro del Delfinato e trionfando con un’azione solitaria nel campionato italiano, vittoria che gli consente di correre la “Grande boucle” con la maglia tricolore.

Assenti Tom Domoulin e Vincenzo Nibali, protagonisti al Giro d’Italia insieme a Nairo Quintana, i grandi avversari di Fabio Aru, sulla carta, sono Chris Froome, Nairo Quintana, Richie Porte, Alberto Contador, Alejandro Valverde ed Esteban Chaves.

Le prime montagne, terreno privilegiato del “Cavaliere dei 4 Mori”, arriveranno lunedì e mercoledì, ma i primi veri arrivi in salita, sono fissati nelle giornate di sabato 8 (8ª tappa, Dole – Station des Rousses, 187 km) e domenica 9 luglio (9ª tappa, Nantua – Chambéry, 181 km), alla vigilia della prima giornata di riposo. Alla ripresa, 10ª e 11ª tappa pianeggianti, arrivo in alta montagna alla 12ª a Peyragudes, media montagna alla 13ª e 15ª, e nuovo riposo lunedì 17 luglio, a Le Puy en Velay.

La terza settimana, decisiva per la vittoria finale, inizierà martedì 18 luglio, con la 16ª tappa di media montagna e le due successive di alta montagna, con arrivi a Serre.Chevalier e sul mitico Izoard (sul quale l’indimenticabile Marco Pantani trionfò davanti a Lance Armstrong il 17 luglio 2000, al rientro dopo la squalifica ed i tormenti successivi che stravolsero la carriera, fin lì straordinaria, e la vita del campionissimo romagnolo).I corridori “respireranno” nella 19ª tappa, prima della cronometro di 23 km da Marsiglia a Marsiglia, nella quale potrebbe decidersi la vittoria finale, prima della “passerella” finale di 105 km di domenica 23 luglio, da Montgeron ai Campi Elisi, a Parigi, che tutti gli italiani sperano possa consacrare definitivamente il campione italiano Fabio Aru, già vincitore di una Vuelta e due volte sul podio al Giro d’Italia, a 27 anni (festeggerà il suo compleanno lunedì 3 luglio) stella assoluta del ciclismo mondiale.

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Perché spesso in Italia la norma è eccezione e l’anomalia è regola? È quello che si chiedono Andrea Scanzi – giornalista, scrittore e autore teatrale, firma di punta del Fatto Quotidiano – e il cantautore e attore Giulio Casale nel loro “Il sogno di un’Italia”, in scena a Cagliari questo sabato (20 maggio), al Teatro Massimo (Sala M2), per l’organizzazione della cooperativa Forma e Poesia nel Jazz. Già applauditi un paio d’anni fa ne “Le cattive strade”, dove ripercorrevano la carriera di Fabrizio De André, i due tornano nel capoluogo sardo con uno spettacolo di “teatro canzone” ancora più personale e attuale. In parte ispirato al libro “Non è tempo per noi” dello stesso Andrea Scanzi, “Il sogno di un’Italia” è un ritratto del nostro Paese tra il 1984 e il 2004: vent’anni che avrebbero potuto cambiare il nostro Paese ma non l’hanno cambiato, o forse l’hanno addirittura peggiorato, restaurando invece che rinnovando; “Vent’anni senza andare mai a tempo”, come recita il sottotitolo.

Intrecciando narrazione, immagini e canzoni che spaziano da Edoardo Bennato a Ivano Fossati, da Giorgio Gaber a Franco Battiato, da De Gregori a Jeff Buckley, Scanzi e Casale, con la regia di Angelo Generali, rievocano sul palco fatti e personaggi di un’epoca che va dall’edonismo degli anni Ottanta al G8 di Genova, dalla morte di Enrico Berlinguer all’ultimo scatto di Marco Pantani. Vent’anni d’Italia raccontati con spirito critico, ma conservando il desiderio di una vera ripartenza.

Prima di andare in scena, un altro impegno attende a Cagliari Andrea Scanzi, che sabato pomeriggio presenta alla MEM (la Mediateca del Mediterraneo, in via Mameli) il suo secondo romanzo, “I migliori di noi”, nelle librerie dallo scorso novembre: “Un romanzo folgorante sull’amicizia e sull’amore, sul tempo che ci scivola addosso, sulle cose che lasciamo andare, e su quello che abbiamo salvato”. Si comincia alle 17,30; conduce l’incontro il giornalista Simone Cavagnino.

Fabio Aru 10Alberto Co0ntador e Mikel Landa 3

Fabio Aru dà ancora spettacolo al Sestriere, il 98° Giro d’Italia va ad Alberto Contador ma il futuro è suo. Sulla montagna preferita, sulla quale si allena spesso durante la preparazione invernale, il fuoriclasse di Villacidro ha corso da grandissimo campione, confermando di aver ritrovato la forma migliore e bissando così l’impresa di ieri.
Fabio Aru è giunto sul traguardo ancora in perfetta solitudine, dopo aver staccato uno ad uno tutti i protagonisti di questo splendido finale di Giro d’Italia, precedendo Hesjedal di 18″, Uran Uran e il compagno di squadra Mikel Landa di 24″, Kruijswjk di 34″ e, soprattutto, Alberto Contador di 2’25 (ai quali vanno aggiunti i 10″ di abbuono spettanti al vincitore di tappa).
Il campione spagnolo ha vinto questo Giro che si conclude domani con una tappa priva di significato per la classifica generale, con 2’02” di vantaggio su Fabio Aru e 3’14” su Mikel Landa Meana ma esce sconfitto dalla tappa odierna al di là di ogni aspettativa, dopo aver rischiato persino di saltare rovinosamente e di compromettere la vittoria finale.
La svolta della corsa si è avuta a 32,5 km dal traguardo, sulla penultima salita, quando Landa Meana ha tentato l’allungo andando all’inseguimento del fuggitivo Zakarin, poi raggiunto, Contador ha abbozzato la replica ma ha capito di non avere le gambe dei giorni migliori e lo ha lasciato andare, restando in un gruppetto comprendente anche Aru. La maglia rosa non ha saputo rispondere neppure ai successivi attacchi di Aru, Uran Uran, Kruijswjk e Kangert ed è passato sotto lo striscione del Gran Premio della Montagna con 1’27” di ritardo da Landa e 57″ da Aru. Sull’ultima salita, la sua salita, il Sestriere, Fabio Aru ha sferrato il suo attacco, firmando il suo capolavoro. Ha distanziato i compagni di fuga, ha raggiunto e si è lasciato alle spalle anche il compagno di squadra Landa e Katarin ed è andato a vincere a braccia alzate come faceva un certo… Marco Pantani.
Terzo un anno fa, secondo quest’anno, oggi Fabio Aru si candida già come già grande favorito del Giro d’Italia 2016 che non avrà al via Alberto Contador.
Il Sestriere ha consacrato definitivamente un grande campione, una nuova stella del ciclismo mondiale.

La tappa “terribile” che avrebbe potuto mettere in difficoltà Alberto Contador, sotto i colpi dell’Astana di Fabio Aru e Mikel Landa Meana, la squadra più forte del giro, alla fine ha segnato la crisi della stella del ciclismo sardo, la conferma del leader della classifica generale e del 25enne connazionale, alla seconda vittoria di tappa ed ora secondo in classifica davanti al suo capitano.
Alberto Contador è il più forte e oggi lo ha confermato ancora una volta. Ha avuto un momento di difficoltà quando ha forato in discesa ed è stato attaccato dall’Astana di Aru e Landa, rimanendo distanziato di 51” sulla maglia rosa ma proprio in quei momenti, quando è iniziata la scalata del Mortirolo, la montagna che nel 1994 rivelò al mondo il fenomeno Marco Pantani, Alberto Contador si è letteralmente scatenato all’inseguimento di Aru e del gruppo dei migliori, completando l’inseguimento a 42 km dal traguardo e proseguendo la sua azione ha raggiunto il fuggitivo Steven Kruijswijk, andando a formare un terzetto con Mikel Landa che, nel frattempo, ha avuto il via libera da Aru, in evidente difficoltà, per giocare le sue carte. In cima al Mortirolo, Fabio Aru è transitato con un ritardo di 1’50”. Quando in discesa stava iniziando a recuperare qualcosa, è stato sfortunato, costretto a cambiare la bicicletta per un problema alla catena, perdendo 20″, e da lì in avanti, quando è iniziata l’ultima salita per raggiungere il traguardo dell’Aprica, rimasto solo, ha dovuto pensare a limitare i danni, riuscendovi da campione.

Mikel Landa Meana, in smaglianti condizioni di forma, ha tentato l’allungo su Contador e Kruijswijk, riuscendo a guadagnare rapidamente una trentina di secondi di vantaggio, diventati 38 sulla linea del traguardo, sulla quale ha preceduto, nell’ordine, Kruijswijk e Contador, infliggendo 2’51” a Fabio Aru (3’01” con i 10″ di abbono). Ora, in classifica, Alberto Contador guida con 4’02” su Mikel Landa Meana, 4’52” su Fabio Aru e 5’48” sul costaricano Andrey Amador.

Alberto Contador ha compiuto un altro sensibile passo avanti verso la nuova vittoria al Giro d’Italia ma il Giro nei prossimi giorni proporrà ancora tante grandi montagne e tutto potrà accadere. Il Giro promette ancora spettacolo e se l’Astana dovesse decidere di cambiare capitano, da Aru a Landa, o quantomeno dovesse porre i due sulla stessa linea, per Alberto Contador difendersi dagli attacchi che sicuramente gli arriveranno, potrebbe non essere un gioco da ragazzi.

Alberto Contador 1 Mikel Landa Meana 1 Fabio Aru 1

Aru-Contador 1

Archiviata anche la seconda giornata di riposo, sul Mortirolo e all’Aprica Fabio Aru va all’assalto della maglia rosa di Alberto Contador, nella 16ª tappa del Giro d’Italia 2015. Il ritardo dal leader della classifica generale, 2’35”, sulla carta on è incolmabile ma ciò che in realtà lo rende quasi tale, è la classe del campione spagnolo che fin qui, in 15 tappe, non ha mai dato segnali di possibile cedimento, al di là delle cadute, una delle quali ha consentito al campione di Villacidro di vestire la maglia rosa alla vigilia della cronometro Treviso-Valdobbiadene che poi ha fissato l’attuale classifica.

La tappa odierna prevede ben cinque gran premi della montagna, gli ultimi due dei quali saranno sicuramente durissimi. Al Campo Carlo Magno potrebbero svilupparsi delle fughe di comprimari, ai quali i migliori daranno spazio probabilmente spazio anche nella salita del Passo del Tonale e nella prima scalata all’Aprica. La corsa è destinata ad infiammarsi sulle rampe del durissimo Mortirolo, la montagna sulla quale nacque il mito di Marco Pantani, nel 1994.

E’ qui che Fabio Aru molto probabilmente tenterà l’impresa di staccare Alberto Contador, a meno che non decida con il concorso della sua squadra, l’Astana, nettamente la più completa presenta a questo Giro d’Italia, di minare le certezze della maglia rosa, per portare l’assalto finale, dopo una discesa ricca di insidie, sulla seconda scalata all’Aprica, lunga ben 14 km.

L’Astana ha preparato questa tappa molto meticolosamente ma portare a termine l’impresa di mettere in crisi Alberto Contador, non sarà certamente facile. Prima della partenza il più forte è lui, il grande favorito per la vittoria finale resta lui, solo Fabio Aru può sovvertire i pronostici e, a partire da oggi, sarà la sfida del talentuoso ciclista sardo al fuoriclasse spagnolo il tema dominante dell’ultima settimana del Giro d’Italia 2015.