29 March, 2024
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Era il settembre 1986 quando Madre Teresa di Calcutta venne in Sardegna in occasione dell’inaugurazione della nuova sede delle Missionarie della Carità, a Barbusi. Tanta era la folla radunatasi nella piazza antistante la chiesa di Carbonia.
Una figura esile, minuta, una donna che Papa Wojtyla chiamò “La matita di Dio”.
La venuta in Sardegna di Madre Teresa fu un evento eccezionale ed incredibile.
Ricevuta con tutti gli onori dall’allora presidente della Regione Mario Melis e da tutta la Giunta, Madre Teresa in quell’occasione riuscì ad entrare negli animi e nelle coscienze di tanti nella ricerca di un impegno costruttivo nei confronti degli ultimi che spesso vengono tenuti ai margini di una società opulenta e superficiale.
Partecipai a quell’incontro, a Carbonia, incredibile, carico di emozioni.
Ancora oggi l’operato e l’immagine di Madre Teresa di Calcutta non sono sbiaditi e le Missionarie della Carità hanno proseguito con impegno e dedizione nell’aiutare i più bisognosi.
La città di Carbonia non ha mai dimenticato la presenza di Madre Teresa e, a distanza di 25 anni, si sente sempre la sua presenza.
Armando Cusa 

Musica, libri, festival, teatro, escursioni, cinema, incontri: un ricco calendario denso di attività pronte ad animare l’estate gonnesina per la seconda edizione di Luci d’Estate: dal centro storico del paese al Villaggio Normann, passando per il Nuraghe Seruci e Nuraxi Figus. Il tutto all’interno del percorso di destinazione sostenibile e responsabile iniziato nel 2020 e che vede gli operatori turistici gonnesini in prima linea per offrire esperienze culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche e contribuire a rendere Gonnesa un viaggio e una vacanza indimenticabile.

«Dopo un anno difficilissimocommenta il sindaco di Gonnesa, Hansel Cristian Cabiddusiamo pronti a ripartire in sicurezza. Gonnesa, con il suo importante patrimonio paesaggistico, archeologico, storico minerario e culturale vuole contribuire ad arricchire l’offerta turistica del sud ovest sardo, attraverso un sistema di eventi, prodotti, esperienze, attrattori di grande interesse.»

Dai concerti dedicati ai giovani nel centro del paese, agli eventi culturali al Nuraghe Seruci e al Villaggio Normann, senza dimenticare gli spettacoli per i più piccoli e il cinema sotto le stelle. Il tutto con una grande voglia di normalità e sicurezza (tutti gli eventi si svolgeranno nel rispetto delle normative anticovid).

Anche quest’anno il Nuraghe Seruci, con i suoi tramonti mozzafiato, ospiterà diversi appuntamenti culturali e musicali. Quattro appuntamenti del Festival Culturale Liberevento: il giornalista Toni Capuzzo, la criminologa Roberta Bruzzone, lo storico dell’arte Jacopo Veneziani e lo psichiatra-sociologo Paolo Crepet.
La bellezza del parco archeologico di Seruci ospiterà anche due concerti di ARTango&jazz Festival e due appuntamenti di Connessioni, Festival delle idee 2021: gli scrittori Piergiorgio Pulixi e Massimo Carlotto. Il calendario di  Connessioni prevede anche un appuntamento con il giornalista Francesco Abate nello splendido scenario di Normann e due appuntamenti nel Parco S’Olivariu: il primo con le scrittrici Milly Barba e Debora Serra, il secondo con lo scrittore Wu Ming 1. Sempre al Nuraghe Seruci, il giornalista Anthony Muroni presenterà il suo libro “Mario Melis. Il presidente dei sardi”, il genetista Guido Barbujani terrà una conferenza dal titolo “Migranti pallidi. Come sono arrivate le pelli bianche in Europa”.

Una serie di appuntamenti di grande qualità e interesse saranno ospitati nel Villaggio Normann, grazie alla sinergia con l’Associazione del villaggio. Si partirà, sabato 17 luglio con gli “Zirichiltaggia – Tributo a De André” in concerto che saranno un preludio all’evento di domenica 18 luglio dedicato alla grande Fernanda Pivano, nel giorno del suo compleanno. Gli eventi a Normann proseguono lunedì 19 con la Conferenza: “Algoritmi e Intelligenza Artificiale: Quale futuro”. A cura del prof. Giuseppe Italiano, docente di Computer Science presso la Luiss. Questo primo blocco di eventi si concluderà con il reading teatrale – “Era partito per fare la guerra” di e con Paolo Floris, a cura dell’Associazione Radici e ali in programma martedì 20 luglio.

Ritorna anche il Cinema sotto le stelle nel Parco S’Olivariu, curato dall’Arci Iglesias APS. Sempre il Parco urbano S’Olivariu ospiterà, nel pieno rispetto delle normative anticovid, un calendario di concerti musicali che vedranno sul palco “I Tamurita”, la cantante Claudia Aru con il suo nuovo spettacolo, The Soul Kitchen, i “Non soul funky” e Gabriella Cambarau con il progetto “Brebus”.
Il centro storico del paese, per due serate, diventerà una grande isola pedonale che ospiterà musica e animazione. Il 2 settembre, grazie all’impegno dei giovani del paese, si svolgerà una giornata intera di iniziative dal titolo #pertesamuele.

Novità di questa seconda edizione di Luci d’estate sono le escursioni alla scoperta del territorio curate da Janas Escursioni. Jana Loredana e Jana Francesca ci porteranno sulla via delle cernitrici alle laverie di Seddas Moddizzi, nella zona umida di Sa Masa, negli splendidi villaggi minerari Asproni e Normann, e nelle domus del Janas di Serra Maverru.

Il calendario è stato realizzato in collaborazione con la Pro Loco Gonnesa, con la collaborazione degli uffici comunali e di tutte le associazioni del paese. Il calendario completo delle attività è disponibile sui canali social del comune di Gonnesa (F: @comunegonnesa – IG @comunegonnesa) e, nei prossimi giorni, lo sarà anche sul portale visitgonnesa.it.

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«Abbiamo scelto di venire a Nuoro per testimoniare che la Regione, anche in occasione della commemorazione degli ex presidenti, è vicina ai territori. Vogliamo simbolicamente rappresentare la nostra vicinanza alle zone interne, a quei centri che hanno bisogno di sempre maggiore attenzione da parte delle Istituzioni.»
Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, questa mattina a Nuoro, a margine della cerimonia per la deposizione di una corona di fiori alla tomba di Mario Melis, alla presenza dei familiari dell’ex presidente della Giunta e leader sardista.
«In più – ha aggiunto Christian Solinas – c’è un dato personale, ideale, che lega la mia figura a quella indelebile di Mario Melis, il presidente di tutti i sardi, il primo presidente sardista. E io, a distanza di trentacinque anni, essendo il secondo esponente del Psd’Az a diventare presidente della Regione, ho ritenuto di dover riprendere il filo di orbace che lega la politica sardista alla figura, all’immagine, all’esperienza indimenticabile di Mario Melis.»

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Cosa hanno in comune personaggi come il leggendario “cantadore” Gavino De Lunas e il teologo Pietro Paolo Prunas, o gli accademici Giovanni Antonio Virdis, Giovanni Pinna Farrà e Carlino Sole? E ancora  l’insegnante e politico Orazio Porcu e gli esponenti sardisti Salvatore Sale, Antonio Cambule e Totoi Mura?

Le loro origini: erano tutti di Padria.

Per scoprire le storie degli uomini e le personalità che più hanno caratterizzato questa antica comunità della Sardegna, sabato 27 luglio, alle 18.00, nell’ex Convento Francescano di Padria, l’Istituto Camillo Bellieni in collaborazione con l’Amministrazione comunale organizza l’evento “Coscienza di paese – personaggi e vicende padriesi”.

Dopo i saluti del sindaco Alessandro Mura e dell’assessora alla Cultura, Pangela Dettori, interverranno Michele Pinna, direttore scientifico del Bellieni, Stefano Alberto Tedde, esperto di archivistica e Giuseppe Zichi dell’Università di Sassari. Tra le autorità, salvo contrattempi, è attesa anche la partecipazione del presidente della RAS, Christian Solinas.

Tra i padriesi più celebri di cui si parlerà sabato, vi è certamente Gavino Luna, meglio conosciuto come “De Lunas”, voce indimenticabile della tradizione canora, tra i primi a incidere sui 78 giri in vinile i suoi capolavori alla “logudoresa”. Lo attendeva però un destino tragico. Sarebbe stato trucidato dai nazisti nelle fosse ardeatine.

Altra importante figura presa in esame sarà quella del teologo Pietro Paolo Prunas, che diede il suo sostegno economico, attraverso il sistema allora in uso dell’associazione, per la pubblicazione delle opere di Pietro Martini, Giovanni Siotto Pintor e Pasquale Tola, divenuti classici della storia della Sardegna.

Saranno passate al setaccio le vite dei padriesi che hanno fatto strada nel mondo accademico. A iniziare da Giovanni Dettori Virdis, due volte rettore dell’Università di Sassari, poi Giovanni Pinna Ferrà, ordinario di Economia politica e Carlino Sole, docente associato dell’Ateneo turritano e autore di numerosi saggi.

Si spazierà anche nell’ambito di chi abbia ricoperto il ruolo di attivista politico. Tra questi l’insegnante Orazio Porcu, che fece parte del “gruppo maestri” della rivista “Ichnusa” fondata e diretta da Antonio Pigliaru, fu sindaco di Berchidda e consigliere regionale sotto la presidenza di Mario Melis.

Quindi tre grandi sardisti, a iniziare da Salvatore Sale, successore di Camillo Bellieni alla guida del Psd’az, caposcuola e maestro di una lunga tradizione politica che a Padria avrebbe coinvolto anche Antonio Cambule e Totoi Mura.

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Ieri pomeriggio, dopo il giuramento dei sette neo assessori, il Consiglio regionale si è svolto il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta Christian Solinas.

Il presidente del Consiglio Michele Pais ha aperto la discussione e dato la parola all’on. Aldo Salaris (Riformatori sardi), il quale ha affermato che “le dichiarazioni programmatiche del presidente Solinas sono in perfetta sintonia con il pensiero del Gruppo dei Riformatori sardi”. E ha aggiunto: “Recepiscono i punti salienti del nostro programma elettorale verso il cambiamento richiesto”. Giudizio positivo, dunque, anche per la forte attenzione riservata ai temi dell’insularità e delle accise, “necessari per un reale e concreto sviluppo economico della Sardegna”. L’on. Salaris ha sottolineato la convergenza che si è creata sull’insularità, che non si era mai vista prima, e che risulta centrale nell’azione di governo della Sardegna. Dal riconoscimento del principio di insularità, ha sottolineato il consigliere di maggioranza,  dipende lo sviluppo economico e sociale dell’Isola, ed “è quindi necessario muovere i dovuti passi verso Roma” anche alla luce della richiesta di maggiore autonomia da parte delle altre Regioni. “Da qui la nostra proposta di legge nazionale di modifica delle Norme di attuazione dello Statuto quale via maestra per ottenere ciò che ci spetta”.

Per quanto riguarda le Province, il consigliere ha sottolineato che non cambia l’opinione dei Riformatori (“Troviamo un errore rivitalizzarle”), ma che sono pronti comunque a un confronto con la Giunta e la maggioranza. Sulla sanità ha affermato che è un tema che va affrontato con la massima celerità e attenzione nell’interesse del diritto alla salute dei sardi, senza guardare al passato. L’on. Aldo Salaris ha sottolineato la gravosità del compito che oggi ha l’assessore regionale della Sanità, a cui va dato tutto l’appoggio possibile. Ricordando che la spesa sanitaria impegna più del 50 per cento del bilancio regionale, ha evidenziato che secondo il Crea, Centro di ricerche dell’Università La Sapienza di Roma, “ha certificato che la performance assistenziale della sanità sarda è la peggiore d’Italia, nonostante la spesa pro capite sia tra le più alte”. L’on. Aldo Salaris ha evidenziato che ci sono delle peculiarità proprie della nostra isola dal punto di vista territoriale che vanno tenute in considerazione, come il fatto che la popolazione invecchia e che le cronicità avanzano. “Bisogna mettere mano immediatamente alla riforma del Sistema sanitario” e ha sottolineato favorevolmente il lavoro già iniziato dall’assessore della Sanità, Mario Nieddu.

L’on. Francesco Mura (FdI) è intervenuto sull’ordine dei lavori e ha chiesto al presidente Pais di onorare la memoria dell’ex assessore regionale ed ex sindaco di Oristano, Angela Nonnis, scomparsa prematuramente, facendo osservare all’Aula un minuto di silenzio.

La richiesta è stata accolta dal presidente Michele Pais e l’Aula ha onorato la memoria dell’ex assessore Nonnis.

I lavori sono proseguiti con l’intervento dell’on. Roberto Deriu (Pd). L’esponente dell’opposizione ha evidenziato come le dichiarazioni del presidente Solinas siano “interessanti e ambiziose”. Ha poi evidenziato che l’opposizione avrà il compito di sconsigliarlo, evidenziando limiti e pericoli delle sue scelte. L’on. Roberto Deriu ha sottolineato che si soffermerà, in particolare, sul capitolo intitolato “Identità politica e istituzionale”. “Siamo rimasti smarriti davanti all’affermazione iniziale che la chiave di lettura è la sardità intesa come identità”, non supportata da alcuna analisi storica. L’on. Roberto Deriu ha evidenziato che ci si deve muovere all’interno di un quadro dettato della Costituzione e bisogna fare attenzione alle affermazioni pronunciate.

Il consigliere ha evidenziato che non c’è alcuna preconcetta ostilità. Ci sono alcuni punti condivisibili come quello di pagina 17 delle dichiarazione programmatiche, che ha l’obiettivo di tutelare e promuovere le comunità locali e che si ricollega all’articolo 5 della Carta “la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”.

Tra le azioni sconsigliate: la revisione dello Statuto della Sardegna, che esporrebbe a rischi lo stesso Statuto, una volta messo al vaglio del Parlamento italiano.

“Sulle province – ha detto – le diamo il benvenuto, visto che noi l’abbiamo sostenuto sin dal lontano 2011”.  L’On. Roberto Deriu ha sconsigliato un approccio superficiale, come ha sconsigliato di procedere alla riforma della Regione. Il consigliere ha affermato che per azione volte al bene del popolo sardo non sarà negato l’appoggio del Pd. L’on. Deriu ha, inoltre, sconsigliato l’istituzione del dipartimento delle identità e di affrontare il tema sulla semplificazione legislativa senza analizzare bene quanto già posto in essere dalla Giunta Francesco Pigliaru e dalla Prima commissione. L’esponente del Pd, augurando buon lavoro al presidente Solinas, ha affermato che “nessuno le augura l’insuccesso”, ma il ruolo della minoranza sarà quello di avere un atteggiamento franco tale dei servitori fedeli della Repubblica e della Costituzione.

Il presidente Pais ha dato la parola all’on. Stefano Schirru (Psd’Az), il quale ha sottolineato l’importanza di una corretta e proficua collaborazione tra Giunta e Consiglio. “Sono infatti convinto che la centralità del Parlamento autonomistico, così fortemente stigmatizzata dalle dichiarazioni rese all’Aula sia davvero il perno su cui far ruotare l’intera azione riformatrice, così ben tratteggiata dal presidente Solinas”, ricordando la separazione netta tra Giunta e Consiglio avvenuta nella scorsa legislatura. L’on. Stefano Schirru ha definito le dichiarazioni programmatiche: “Intelligenti, azzeccate, ricche di spinti ed entusiasmanti per la nuova stagione che siamo chiamati ad affrontare”.

Il consigliere di maggioranza ha posto l’accento sulla nuova visione della Sardegna, ma anche sul ruolo della politica e sulla volontà di cambiare l’impostazione presente fino a oggi. Più celerità nel dare risposte e nel trovare soluzioni ai problemi, nell’ottica anche di trasformare la percezione che i cittadini e le aziende hanno della Regione: da ostacolo a opportunità, sfruttando al massimo gli strumenti messi a disposizione dallo Statuto sardo. Per l’on. Stefano Schirru la politica deve riappropriarsi del suo ruolo di guida, non lasciando alla burocrazia regionale il ruolo politico.

L’on. Stefano Schirru si è detto d’accordo su una rivisitazione degli enti locali, salvaguardando le diverse identità di cui si compone la Sardegna. “L’abolizione delle Province – ha detto – è stato un insuccesso”. Il consigliere del Psd’Az ha auspicato un’Amministrazione regionale capace di stare in un mondo moderno e che richiede professionalità formate e aggiornate alle nuove sfide. E ha aggiunto che il vero autonomismo è “l’affermazione della nostra diversità, il nostro essere popolo e nazione”, e “di saper essere in un mondo moderno”. Per l’on. Schirru la madre di tutte le battaglie è la tutela dell’ambiente e la capacità di disegnare un modello di politiche ambientali che daranno i risultati oggi e nel futuro. Per quanto riguarda la politica urbanistica, l’on. Stefano Schirru ha sottolineato la necessità di recuperare il patrimonio edilizio esistente prima di consentire di costruire altre case. Le città vanno modernizzate, come Cagliari, ha detto, affinché stimolino quello che per la Sardegna è sviluppo: il turismo.  L’on. Stefano Schirru ha auspicato anche un riordino e una riorganizzazione delle competenze degli assessorati e si è detto favorevole a realizzare un dipartimento dedicato ai rapporti con l’Europa, che sia dotato di personale altamente formato. Non è mancato poi un passaggio sui dati della sanità, che ha definito desolanti: “Abbiamo aumentato costi, calato l’efficienza e portato le  persone a non curarsi”. 

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere al presidente Christian Solinas di riferire in aula sulla continuità territoriale, evidenziando la grave situazione che stanno vivendo i lavoratori di Air Italy.

Il presidente Michele Pais ha poi dato la parola al consigliere del Pd, Valter Piscedda, il quale, come il collega Roberto Deriu, ha ribadito la preoccupazione per il concetto di sardità espresso dal presidente e ricordando che “la Sardegna sta in un’Italia unita, che sta in un’Europa unita, che sta in un mondo globalizzato e c’è il rischio dell’isolamento”. Il consigliere del Pd ha sottolineato che nel processo di riforma bisogna stare attenti al costo del riformismo moderato e a non lasciare indietro neanche un cittadino. Ha espresso, inoltre, perplessità sulla proposta di istituire una Assemblea costituente per modificare lo Statuto. Si è detto, invece, d’accordo sul mettere al centro gli enti locali, come alla volontà di riunire le regioni ad autonomia differenziata per una riforma dello Stato in un’ottica federale. L’on. Valter Piscedda si è detto contrario invece a istituire un dipartimento dell’identità, come alla revisione degli enti regionali, all’istituzione degli osservatori sul turismo e sul mondo del lavoro, come ancora ha trovato irriverenti le parole sulla chimica verde.

Sull’ambiente ha poi aggiunto: “La tutela ambientale non è discutibile e non indietreggeremo di un passo”. L’on. Piscedda ha garantito la collaborazione per tutte le azioni volte al miglioramento della vita dei sardi.

La presidenza è stata assunta dall’on. Giovanni Antonio Satta.

E’ quindi intervenuto, Giuseppe Talanas (FI): “Le sue dichiarazioni programmatiche, forse per la prima volta, richiamano all’identità sarda e all’autonomia speciale. Ed è la scelta che darà carattere alla sua azione”. Per l’on. Giuseppe Talanas è necessaria una forte azione a sostegno dei settori produttivi della nostra Isola, con la richiesta al Governo e all’Europa di interventi straordinari per la nostra Isola. “Sarà una battaglia che non dovrà combattere da solo, ma con una coalizione unita”. La gestione della politica non può essere affidata a un’azione ordinaria – ha continuato –  per far fronte alle tante emergenze. L’on. Giuseppe Talanas si è detto favorevole a puntare sullo Statuto autonomistico della Sardegna: dal Piano di rinascita, alla questione delle entrate, all’istituzione dei punti Franchi, fino all’insularità e alla continuità territoriale.

Il consigliere azzurro ha chiesto una particolare attenzione alle zone interne e al Nuorese e alle aree non rappresentate in Giunta. Va bene riunire in Sardegna i rappresentati delle regioni europee ad autonomie differenziata, ma con nuove risorse riconosciute dallo Stato. “L’Assemblea costituente è una bella idea – ha detto – per integrare e non cancellare lo Statuto”. Per l’on. Giuseppe Talanas bisogna rilanciare l’articolo 13, un Piano di Rinascita che guardi alle zone interne e disagiate, a forte rischio di spopolamento, con piccoli punti franchi con fiscalità di vantaggio nelle aree di  Pratosardo, Nuoro, Siniscola, Ottana, Macomer, Sorgono, Suni, Ozieri, Isili e Arbatax. Per l’esponente di maggioranza va potenziato il turismo, anche con percorsi e offerte alternative a quelle legate alle zone costiere. Un passaggio importante è stato riservato al comparto agricolo e alla forte spinta politica a sostegno del prezzo equo del latte, a partire da un euro a litro e alla ricerca di una trasformazione strutturale del comparto. Serve, inoltre, una task force che si occupi delle richieste del mondo agropastorale, creando anche un collegamento tra ambiente e mondo agricolo. Tutti i programmi devono essere portati avanti senza ritardi.

E’, poi, intervenuto il consigliere del Movimento 5 Stelle, Roberto Li Gioi, il quale ha evidenziato   che la mancata partecipazione del presidente Solinas alle celebrazioni del 25 aprile l’hanno lasciato sconcertato. “Una data, ha spiegato, che è una pietra miliare della nostra storia”. “Autonomia sì, ma all’interno di una nazione che ha lottato con ardore per la sua libertà e che ha lasciato sul campo tantissime vittime”. L’on. Roberto Li Gioi ha evidenziato i 70 giorni passati prima di vedere completata la Giunta, sul cui operato vigilerà, insieme ai consiglieri del suo gruppo. Per l’esponente del Movimento 5Stelle è fondamentale la riorganizzazione degli enti e agenzie e che si risolvano i problemi dei dipendenti dell’Aras e dell’Aias. Apprezzabile sulla carta, ha detto, il punto sull’identità ambientale e territoriale, ma sarà necessario valutare con attenzione le politiche ambientali e urbanistiche che saranno portate avanti. L’on. Roberto Li Gioi ha, inoltre, evidenziato come il turismo sia imprescindibile per lo sviluppo dell’Isola, ed è fondamentale che la Sardegna abbia un sistema di trasporti efficiente. E’ necessario, ha, proseguito, lavorare su continuità territoriale che metta alla pari i tre aeroporti sardi, così come bisogna intervenire sulla continuità marittima. Il consigliere ha ricordato la proposta presentata dal deputato Nardo Marino (M5S) in Parlamento.  In conclusione, ha affermato che il suo gruppo non farà sconti alla Giunta, ma che sarà pronto ad appoggiare gli interventi a favore del popolo sardo.

L’on. Pierluigi Saiu (Lega) ha preso la parola e ha detto: “Cari colleghi, sento l’onore di questo ruolo. Abbiamo tutti la responsabilità di lavorare per la nostra terra e per i giovani sardi.

La nostra autonomia ha superato i 70 anni e il suo sostanziale logoramento impone l’avvio di un serio processo di riforma. In questo scenario le regioni a statuto speciale sembrano stancamente inseguire le regioni a statuto ordinario e il loro dinamismo. La classe politica sarda ha poi mostrato difficoltà a elaborare riforme coraggiose ed è urgente ripensare il nuovo statuto, per consentire ai sardi di muoversi liberamente e alle imprese di crescere. ‘La sovranità e l’autonomia o la si esercita o decade’, diceva Mario Melis. Noi dobbiamo riformare lo Statuto in senso federale ed è questa la frontiera della nostra autonomia. Dobbiamo ricominciare a parlare di autonomia conquistata, non concessa. Dobbiamo scrivere un nuovo testo unico degli enti locali sardi, senza ricalcare la disciplina nazionale ma mettendo sempre al primo posto l’interesse dei cittadini sardi e dei piccoli comuni, che dovranno essere messi nelle condizioni di erogare i servizi necessari alla popolazione”.

Per l’on. Pierluigi Saiu “lo spopolamento delle zone interne si combatte investendo denari e realizzando strade”. E pure le Province dovranno avere “organi eletti direttamente dai cittadini e non dobbiamo aver paura di chi parlerà di poltrone perché la viabilità provinciale cade a pezzi e non ci sono le risorse per farlo. Come nella strada per Siniscola, dove il 10 marzo scorso abbiamo registrato l’ennesimo incidente mortale. Lo dico da presidente della commissione Prima: dobbiamo scrivere un nuovo Statuto, una nuova Statutaria e una legge generale di riforma degli enti locali. I sardi si aspettano questo e si aspettano discontinuità”. L’esponente leghista ha parlato anche dei problemi della sanità e della necessità di una riforma che venga incontro prima di tutti ai problemi dei cittadini”.

Per i Progressisti ha preso la parola l’on. Gianfranco Satta: “Le dichiarazioni del presidente Solinas sono piene di elementi di criticità, che saranno oggetto di analisi nel corso della nostra legislatura. La nostra opposizione sarà leale, chiara e intransigente, a cominciare al tema della riorganizzazione degli enti locali. Voi volete ripristinare le province ed eliminare ogni altro ente intermedio come le unioni dei Comuni ma è molto dubbia la legittimità costituzionale della vostra proposta. E i Comuni rurali hanno bisogno del pieno riconoscimento, sotto il profilo dei contributi e dei finanziamenti, della loro condizione visto che oltre la metà dei sardi abita in aree definite rurali. Per questo noi riteniamo sia necessario investire sullo sviluppo rurale di tipo partecipativo, abbandonando il modello centralista e valorizzando davvero le decisioni delle comunità”. L’oratore ha proseguito dicendo: “Se davvero lei intende dare equa rappresentanza a tutti i territori, perché non ha iniziato a usare questo criterio componendo la giunta? Non c’è un solo rappresentante della provincia di Sassari né di quella di Nuoro: è questo il suo modo di assicurare la equa rappresentanza?”.

E’ intervenuta l’on. Annalisa Mele (Lega), che ha parlato del suo territorio di provenienza, l’Oristanese, e ha detto: “La prospettiva federalista è senza dubbio la più realistica e la più consona ai nostri ideali per la Sardegna. Presidente Solinas, la sua è la via giusta: dobbiamo scegliere la via dell’identità e della collegialità per trasformare la Sardegna. Ogni enunciato dovrà avere la sua realizzazione a cominciare dalla Sanità. Un fatto su questo deve essere chiaro: la riforma della Sanità dovrà poggiare sul fattore umano. Va recuperato il prezioso contributo dei lavoratori della Sanità, che oggi si sentono privati di dignità e dimenticati dalla politica. Dobbiamo rivendicare con il Governo nazionale la libertà in materia di spesa e di formazione, per evitare una riduzione scellerata dei servizi e restituire ai territori la rete dei servizi sanitari. Non sono i pazienti che vengono verso i servizi sanitari ma sono i servizi che dovranno andare da loro, considerando l’aumento dell’età media e la necessità di occuparsi di prevenzione e di aree emergenti di criticità”. L’oratore, che esercita la professione di medico, ha toccato diffusamente i temi della disabilità, della malattia mentale e dell’incremento delle malattie neurodegenerative. “Un capitolo a parte riguarda l’emergenza urgenza territoriale, l’unico servizio che funziona e riscuote il grande apprezzamento della popolazione. Areus è in via di definizione e va rimodellata aumentando i punti di postazione avanzata. E va rivisto anche il servizio di elisoccorso, spesso utilizzato impropriamente e sproporzionato”. L’on. Annalisa Mele ha parlato poi dell’agricoltura sarda e della cultura: “La valorizzazione della storia della Sardegna deve essere la linfa che alimenta ogni azione di governo. Il mio territorio ha partorito una gigante come Eleonora d’Arborea e mi sia consentito rivolere un pensiero alla collega Angela Nonnis, scomparso pochi giorni fa, sindaco di Oristano e assessore di questa nostra Regione”.

Per l’opposizione l’on. Eugenio Lai (Leu) è intervenuto e ha parlato di linee programmatiche “confuse e contradditorie. Abbiamo vissuto sino a oggi una situazione paradossale e una maggioranza che ha in comune soltanto la divisione dei posti di governo. Non bastano le dichiarazioni del neo assessore al Turismo che pensa di risolvere il problema della disoccupazione con i campi da golf. In realtà i dati macroeconomici del governo Pigliaru sono migliori di quelli che la giunta Cappellacci aveva lasciato all’atto della conclusione della sua legislatura. E’ nel concreto che vorremmo conoscere le vostre intenzioni: che volete fare per i dipendenti Aias, senza stipendio da circa dieci mesi?  Che politica è quella che non si occupa di questi problemi? Io mi batto per una politica che possa consentire ancora al figlio dell’operaio di diventare dottore. E qual è la vostra politica energetica? Stiamo ancora aspettando il taglio delle accise sulla benzina promesso dal vostro primo alleato nel primo consiglio dei ministri”.

Per l’oratore “non serve cementificare ancora, se i nostri paesi sono pieni di case abbandonate come tutti sappiamo. Non siamo il partito del no ma del sì: al lavoro nell’ambiente, al mare cristallino, a un’isola senza plastica, a una nuova legge urbanistica. Serve invece una nuova continuità territoriale che permetta ai cittadini di viaggiare a basso costo in Sardegna e in Italia. Non possiamo aspettare lustri per il completamento di opere strategiche per i collegamenti sardi, che non spettano a noi ma allo Stato”.

Per la maggioranza l’on. Stefano Tunis, leader di Sardegna 20/20, ha detto: “Chi mi ha preceduto si è mosso sul terreno scivoloso della critica senza la prudenza di chi ha a lungo governato. La stessa prudenza che dovrebbe avere chi si avventura a parlare di calcio senza aver mai giocato. Il realtà il centrosinistra sardo ci ha riconsegnato il governo avendo soltanto parlato di Pil e crescita occupazionale. Senza che il popolo percepisse i vantaggi di tale precedente governo.  Per cinque anni non siete intervenuti sulle questioni più cruciali e non avete ostacolato il più volgare assistenzialismo. Abbiamo sentito tutti noi il presidente Francesco Pigliaru dire che neppure Sergio Marchionne era stato capito quando fondava Fca. Noi ci assumiamo il peso di un grande rinnovamento e del rilancio della Regione e lo faremo dai settori strategici e dagli locali. Ci sono rischi nel programma del presidente Solinas ma ci sono ancora più rischi nel procedere come avete proceduto voi. Noi siamo una maggioranza giovane, esuberante ma trainante e lo dimostreremo in quest’Aula”.

Ha preso la parola l’on. Antonio Piu (Progressisti) che ha sollecitato “tempi più rapidi per le decisioni che riguardano la Sardegna e soprattutto soluzioni. Vengo da un territorio grande e vasto come Sassari che non ha rappresentanza in Giunta e non difendo a prescindere le decisioni del passato. Però se nei vostri interventi c’è così tanta voglia di raccontarvi in maniera differente io non ci sto: la vostra Giunta è partita con mesi di ritardo e la Quarta commissione inizierà a lavorare domani, per la prima volta”.

L’oratore ha proseguito: “Un’identità di popolo si ha solo se si lavora sulle persone e mi sarebbe piaciuto leggere questo nelle vostre linee programmatiche. Mi auguro che in questi cinque anni il presidente Solinas mostri le soluzioni a problemi che ha raccontato con tanta leggerezza”.

Il consigliere Michele Ciusa (M5S) ha iniziato il suo intervento mettendo in luce, da cittadino, le difficoltà del sistema Regione nella proclamazione degli eletti a causa di una legge fatta apposta per fermare il Movimento 5 stelle, e successivamente i gravi ritardi che hanno accompagnato la composizione dell’esecutivo, dovuti solo alla necessità di trovare il tempo di «soddisfare gli appetiti delle forze politiche di maggioranza». Noi diciamo no, ha aggiunto, «a questi artigiani della quantità e dubitiamo che le grandi  scelte possano essere fatte con le mani libere, perché temiamo che prevarrà la convenienza personale in continuità con il passato». La Sardegna, ha detto, «deve puntare su modello di sviluppo sostenibile e compatibile con le sue vocazioni, unica strada per risolvere la profonda crisi di lavoro che riguarda i giovani che comunque hanno tanta voglia di fare e vanno sostenuti nei loro sforzi per restare in Sardegna e riportarli a casa, assicurando loro una buona formazione e l’opportunità di essere una nuova generazione di imprenditori anche lavorando ad un grande progetto di autosufficienza alimentare».

Il consigliere Andrea Piras (Lega), dopo aver ricordato che questa legislatura comincia con una eredità pesantissima, rappresentata dal più alto abbandono scolastico d’Italia, da tante opportunità di lavoro negate ai giovani, e da un grave peggioramento della situazione economica che ha determinato il declassamento della Regione da parte dell’Unione europea, ha criticato l’amministrazione precedente «che non ha portato nulla di buono alla Sardegna, lasciando tanti giovani senza una vera speranza per futuro». Il compito che ci attende, ha continuato, «è quello di affrontare con slancio tante emergenze, puntando sulla come fattore di valorizzazione della nostra identità, dal patrimonio archeologico gli antichi mestieri, e soprattutto sulla formazione di qualità, se davvero vogliamo frenare l’emigrazione e riprendere un cammino di crescita». Piras ha poi approfondito la situazione del settore agricolo, a suo giudizio frenato da troppe inefficienze: burocrazia, bassa capacità di spendere le risorse assegnate e di concentrare l’attenzione su settori strategici in grado di incrementare produzioni ad alto valore aggiunto, col risultato di aver deluso per l’ennesima volta le aspettative di quanti volevano tornare a lavorare sulla terra». Quello di una nuova qualità ambientale, ha concluso, «deve essere un grande obiettivo, assieme ad nuova cultura alimentare, alla lotta contro la contraffazione dei nostri prodotti, all’ammodernamento tecnologico del settore e ad una redistribuzione delle risorse all’interno delle varie misure europee».

Elena Fancello, del M5S, ha messo l’accento sul tentativo del presidente di unificare i diversi settori della realtà sarda con il collante con identità, anche se «le esperienze negative del passato pesano nel deterioramento dei rapporti fra politica e cittadini confermato dall’elevata astensione, molto diffusa fra giovani che, peraltro, non hanno trovato lo spazio che avrebbero meritato nelle dichiarazioni programmatiche». Si avverte, ha proseguito, «una grande di sfiducia nel futuro e tuttavia va raccolta la sfida di proporre ai sardi una idea complessiva della Sardegna del futuro attenta soprattutto ai giovani, attraverso la semplificazione burocratica, gli incentivi per l’accesso al credito, l’attenzione al capitale umano, alla formazione professionale per chi non riesce a laurearsi e sono purtroppo tantissimi,  alla valorizzazione dei saperi antichi». Molti dicono che con la cultura non si mangia, ha ricordato Elena Fancello, «io invece penso che in Sardegna con la cultura ci sia da mangiare per tutti e che, anzi, l’investimento in cultura sia lo strumento migliore per arginare il calo demografico e dare spazio a tanti giovani, come per esempio i medici, che hanno aspettato fin troppo ed hanno diritto di avere risposte».

Laura Caddeo, dei Progressisti, ha lamentato la marginalità che il programma ha riservato a temi di enorme importanza come, istruzione, diritto allo studio e cultura, «che invece sono elementi strategici sui quali far poggiare ogni disegno di sviluppo». Il documento del presidente, ha aggiunto, «parla di scuola solo due volte e lo fa per citare i dati sulla dispersione che in realtà è la conseguenza di una povertà educativa che arriva da lontano: mancanza di asili nido, scuole per l’infanzia e luoghi di aggregazione soprattutto nei piccoli centri, mentre nelle aree urbane non sono accessibili alle fasce più deboli della società». Manca inoltre, ha lamentato la Caddeo, «ogni riferimento alla disabilità, anch’esso fenomeno e trasversale che richiede una programmazione forte per ampliare gli spazi di integrazione, così come manca una politica per le donne e la parità di genere, che comprenda misure organiche su lavoro e compatibilità fra impegno sociale e realizzazione personale e professionale». Infine, «dire prima i sardi è una cosa banale e individualista, oltretutto in contrasto la citazione di Fortza Paris».

Per Nico Mundula (Fdi) il programma appare coerente con la realtà percepita fuori dal palazzo, perché propone una visione complessiva del concetto di sardità insieme ad una idea di autonomia finalmente compiuta, da protagonisti e non comprimari. E’un compito impegnativo, ha osservato, «perché ereditiamo una Sardegna in ginocchio che però vuole e deve ripartire, a cominciare dalla sanità che richiede la profonda correzione di una riforma che ha scontentato tutti ed ha peggiorato il servizio regionale, mentre invece occorre al più presto rimettere al centro cittadini e costruire un nuovo sistema attorno a loro». Va dato poi impulso, ha auspicato Nico Mundula, «a comparti trainanti dell’economia della Sardegna finora trascurati, come l’agro pastorale, l’agroalimentare, l’artigianato ed il turismo, favorendo l’accesso al credito anche delle micro imprese, tagliando la burocrazia, tutelando i prodotti sardi nei mercati, incentivando il turismo nelle zone interne, rivolgendosi in particolare ai giovani che vogliono restare in Sardegna».

Secondo Diego Loi (Progressisti), in linea generale il programma presenta diversi passaggi condivisibili a cominciare da quelli sull’identità, sui quali ci si potrà confrontare nel quadro del rilancio della nostra autonomia nel quadro nazionale ed internazionale. Ci sono anche suggestioni interessanti su un progetto di rinnovamento istituzionale coerente con le tante identità della nostra Regione, ha continuato, «ma ho qualche riserva sulle modalità indicate perché sarebbe meglio approfondire alcuni passaggi, con particolare riferimento a quelli relativi alle forme aggregative fra Comuni che dovrebbero fare spazio alle Province; vedo in altre parole una dicotomia fra questo e la valorizzazione delle comunità locali; nelle esperienze condotte fin qui c’è a mio avviso molto da salvare, perché combattere la frammentazione va bene ma senza dimenticare che molte cose funzionato e hanno fatto crescere tante piccola realtà che hanno mostrato di superare i localismi».

Carla Cuccu, del M5S, ha auspicato che questa legislatura riesca a trasmettere al popolo sardo l’attenzione delle istituzioni ai loro problemi, anche se da questo punto di vista il programma appare troppo teorico per essere concreto. Noi, ha annunciato, «faremo opposizione sui contenuti vigilando sul recupero di una idea che rappresenti davvero un quadro di istituzioni al servizio dei sardi nel nome dell’identità e richiamata ci saremo quando si parlerà di cose concrete sulle quali faremo le nostre proposte». Da donna, ha affermato, «vedo una carenza sulle politiche della famiglia che poi è il nucleo dal quale si sviluppa qualunque società e bisogna secondo noi valutarla come centro di interessi e di diritti che può fare molto per la Sardegna». Mancano inoltre, ha lamentato, «sia un messaggio di speranza e di liberazione dalla cattiva politica che una attenzione ai problemi della parità di genere che liberi la donna da una scelta obbligata fra diversi ruoli». Per quanto riguarda la sanità, ha concluso, «diciamo no a soluzioni tampone, perché si deve ripartire dalla prevenzione e dalle prestazioni di qualità».

Emanuele Cera, di Forza Italia ha detto di aver particolarmente apprezzato un programma che mette al centro il cittadino, e propone un buon metodo per valorizzare responsabilità amministrativa di chi si impegna in politica sottoponendosi al giudizio dei cittadini. Apprezzamento, inoltre, «per il nuovo ruolo assegnato agli Enti locali nel rapporto con la Regione, che può essere un ottimo strumento per riconquistare la fiducia dei sardi con uno spirito nuovo, facendoli sentire partecipi di un progetto, valorizzando competenze, risorse umane e meritocrazia». Siamo consapevoli del momento difficile che attraversiamo, ha sostenuto Emanuele Cera, «e sappiamo che saranno necessarie scelte coraggiose, nel rispetto del principio di sussidiarietà che presuppone il superamento di un certo centralismo regionale, garantisce una risposta migliore alle esigenze delle imprese ed accompagna positivamente i processi di crescita economica con proposte concrete nei diversi settori». Col rilancio delle vertenze aperte con lo Stato in settori strategici, ha concluso, «possiamo puntare ad essere l’isola della qualità della vita ma dobbiamo fare in fretta perché non c’è più tempo e i sardi non possono aspettare».

Al termine di quest’ultimo intervento, il presidente Michele Pais ha tolto la seduta. I lavori del Consiglio regionale riprenderanno martedì, alle ore 10.00, con l’intervento del consigliere Giuseppe Meloni, del Pd.

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Ieri mattina si è svolto a Cagliari, sotto il palazzo della Regione, un Sit-in convocato da Giovani Sardisti e Giovani Leghisti (si avete letto bene, leghisti e sardisti insieme) per protestare contro i pass accademici riservati a circa trenta rifugiati. 

La Regione Sardegna ha appoggiato, senza  impegnare risorse finanziarie, il progetto passaporto europeo promosso dal Consiglio d’Europa,sostenuto dal Ministero dell’istruzione e attuato per i rifugiati dagli atenei di Cagliari e Sassari. Il progetto favorisce il processo di integrazione e consente ai richiedenti asilo di acquisire competenze specialistiche da sfruttare poi nei paesi d’origine. I rifugiati che hanno i requisiti per iscriversi all’Università di Cagliari sono 12, a quella di Sassari circa 20.

Ma la Regione Sardegna assiste solo loro? ASSOLUTAMENTE NO.

Le risorse regionali son passate da 3 a 13 milioni di euro e le borse di studio e le azioni a sostegno di studenti capaci e meritevoli privi di mezzi per il 2018-2019 diventano più ricche e si amplia la platea dei beneficiari. Alle risorse regionali  si aggiungono quelle statali, europee e la tassa per il diritto allo studio universitario, incassato nel corso del 2018 direttamente dall’Ersu, arrivando alla cifra di circa 40 milioni. Nel 2018 9mila studenti idonei potranno beneficiare della borsa di studio, mentre a inizio legislatura i beneficiari erano poco più di 2mila. Quest’anno la borsa di studio sarà più ricca di prima: il contributo economico massimo consentito è di 5.100 euro per i fuori sede. Questa Amministrazione regionale, inoltre, ha aumentato l’esenzione dalle tasse per 10mila studenti, portando la soglia ISEE da 21 a 23mila euro. 

A fronte di tutto questo, alcuni militanti sardisti sposano il razzismo leghista per dire che la Regione deve pensare solo ai sardi!!!

Ma avete idea di cos’era il vero progetto sardista? Ma avete idea del pensiero politico di persone come Emilio Lussu o più recentemente Mario Melis? Ma davvero per un po di visibilità volete infangare un così nobile pensiero dandolo in mano al becero razzismo leghista? Davvero volete vendere valori fondanti del sardismo e della sardità, come ad esempio solidarietà e accoglienza, per una manciata di voti? Davvero volete misconoscere i grandi passi avanti fatti per sostenere il diritto allo studio attaccandovi ad un’azione, anch’essa meritevole di rispetto e gratitudine?

Il Sardismo che io conosco e che ho sempre rispettato e ammirato non è questo. Questo è becero populismo dato in pasto al pericolosissimo razzismo leghista. State svendendo un nobile progetto politico per i vostri personali interessi. 

Luca Pizzuto 

Consigliere regionale

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Il Consiglio regionale ha approvato la risoluzione della Quarta Commissione sulla vicenda Air Italy. Il presidente Ganau ha aperto la seduta con la commemorazione dell’on. Gesuino Muledda, scomparso ieri a 76 anni. Nato a Oniferi, laureato in lettere, Muledda per oltre cinquant’anni è stato uno dei protagonisti della vita politica sarda, dapprima da apprezzato sindaco di Gairo. Poi il salto: consigliere regionale del Pci nella VII e poi ancora per altre tre legislature oltre che assessore regionale nella giunta di Franco Rais e poi nelle giunte di Mario Melis. Alla fine degli anni ’90 l’approdo, sempre da sinistra, sulle rive del sardismo fino alla costituzione del Partito Rossomori.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere Edoardo Tocco ha poi ricordato che «oggi si sarebbe dovuta tenere l’audizione dei parenti dei pazienti della clinica di Decimomannu. Ma vista l’urgenza e i trasferimenti continui dei pazienti chiedo che al presidente Ganau che si faccia carico di incontrarli». Il presidente Gianfranco Ganau ha accolto la richiesta.

Sempre sull’ordine del lavori, l’on. Franco Sabatini (Pd) ha sollevato il problema dei trasporti marittimi: «Siamo in piena stagione turistica e il trasporti marittimi soffrono di grandi difficoltà. Mi preme segnalare che è negato il diritto alla mobilità dei sardi e i prezzi per i turisti sono troppo alti. Per questo chiedo se non sia il caso di valutare la convocazione sul punto di una conferenza dei capigruppo e una convocazione straordinaria del Consiglio da dedicare soltanto a questo tema, addirittura anche a Olbia che è un luogo simbolo di questo problema. Ci sono responsabilità di questa maggioranza ma c’è una responsabilità diffusa nel tempo che ci costringe a costruire un percorso comune, tutte le forze politiche insieme».

L’on. Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) ha ribadito la necessità di «intervenire presso il ministro dei Trasporti perché rischiano di sparire i noleggiatori di imbarcazione con conducente» mentre per l’on. Francesco Agus (Cps) «non è più possibile andare in ordine sparso in questa materia. Se abiti un’isola hai l’obbligo di farti amico il mare e mai come in questo periodo il mare ci sembra ostile. Mi accodo alla proposta dell’on. Sabatini».

Favorevole anche il gruppo dei Riformatori sardi con l’on. Michele Cossa. «E’ un tema strategico, non possiamo non aderire». Sì anche dal sardista on. Angelo Carta: «Il Consiglio regionale prenda in carico il problema e produca risultati concreti». Per Forza Italia è intervenuto l’on. Giuseppe Fasolino: «Non possiamo non essere d’accordo con la proposta Sabatini e mi trattengo a sforzo nel non criticare il fatto che sono passati quattro anni e mezzo prima di certificare il fallimento di questa modello di continuità territoriale». La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto: «Non ci siamo mai sottratti davanti a un problema ma deve essere chiaro che per tutto questo tempo avete tenuto in ostaggio i sardi, impedendo loro di relazionarsi con il resto del mondo».

Per l’Udc l’on. Gianluigi Rubiu ha «condiviso la proposta dell’on. Franco Sabatini. Oggi l’Unione Sarda evidenzia che la Corsica ha 4 volte il numero di aerei e navi pagati dalla Francia, nonostante la popolazione sia di poco superiore alle 350 mila persone. Mi sembra che non ci sia nulla da aggiungere perché si tratta di un’offesa al popolo sardo».

Favorevole al dibattito sui trasporti anche il gruppo Fratelli d’Italia. «E’ l’occasione buona per fare il punto sulla situazione dei trasporti, ricordo che due anni fa dal palco della Leopolda fu annunciato che i sardi avrebbero pagato soltanto 14 euro in nave. Mi risulta che i prezzi siano ben altri», ha detto l’on. Gianni Lampis.

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «è giusto, anche simbolicamente, tenere il Consiglio regionale straordinario a Olbia perché è la città simbolo di questo sfascio e dello sfascio di Air Italy, senza che la regione controlli e impedisca il danno che subiscono i sardi».

Dello stesso avviso anche l’on. Pietro Cocco, capogruppo Pd: «La richiesta dell’on. Sabatini aveva il senso di evidenziare il problema. Ma il problema esisteva da molto, non è recente di sicuro. Cosa dire della flotta sarda, quando fallì miseramente? Nessuno qui può sollevare la voce, troviamo un momento di unità e in un luogo simbolico». 

Il capogruppo Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha puntato il dito contro le dichiarazioni del capogruppo Pd («dà sempre le colpe agli altri») e ha lamentato la mancata convocazione in sede di Consiglio dei ministri del presidente della Regione sulle questioni di interesse regionale. L’esponente della minoranza ha criticato anche l’atteggiamento politico tenuto dalla Quarta commissione consiliare in occasione dell’audizione con Cin-Tirrenia («sono stati trattatati con i guanti, è una vergogna!»). Giuseppe Meloni (Pd) ha auspicato una forte unità delle forze politiche presenti in Consiglio sul tema chiave dei trasporti ma e si è detto contrario alla convocazione dell’assemblea in seduta straordinaria a Olbia.

Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd) ha quindi illustrato la risoluzione approvata in commissione «sulle problematiche legate al rispetto agli accordi da parte della compagnia aerea Air Italy». Antonio Solinas ha ricordato la decisione unilaterale della compagnia con sede a Olbia, acquisita dalla Qatar Airways, di trasferire altri 51 lavoratori del settore amministrazione dalla Sardegna a Malpensa. «Con tale decisione – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – il management si  dimostra inaffidabile e disattende gli accordi a suo tempo sottoscritti con il governo». La risoluzione impegna la Giunta regionale proseguire con la richiesta della convocazione di un “tavolo di crisi ex Meridiana” e a richiedere la corretta applicazione degli impegni  assunti con l’accordo del 2016 nei confronti dei lavoratori e per il potenziamento delle attività in Sardegna. Un ulteriore impegno è rivolto ai parlamentari sardi per chiedere al governo il rispetto degli accordi che prevedono la permanenza in Sardegna delle attività della compagnia Air Italy.

L’assessore dei Trasporti, Carlo Careddu, ha ricordato la complessa trattativa per il passaggio del pacchetto di controllo dell’ex compagnia Meridiana alla Qatar Airways e i diversi incontri con i nuovi vertici della compagine qatarina per scongiurare qualunque forma di delocalizzazione e ribadire l’impegno per lo sviluppo delle attività della ex Meridiana in Sardegna e soprattutto a Olbia. L’assessore ha quindi riaffermato la volontà della Giunta perché siano rispettati accordi e impegni assunti con i lavoratori e la Regione ed ha confermato l’incontro, nella giornata di domani, a Roma, con il neo ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

A favore della risoluzione si sono espressi il consigliere Angelo Carta (Psd’Az-La Base) e il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu («i trasferimenti di Cin-Tirrenia e Air Italy sono un’offesa per i sardi»). Favorevole anche il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino; il capogruppo Psd’Az-La Base, Gaetano Ledda e il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta che ha criticato apertamente l’operato del ministro dello Sviluppo e vice premier, Luigi Di Maio. Hanno preannunciato disco verde anche Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Giuseppe Meloni, Pd («il cambio del governo non può significare un cambio di rotta sugli accordi fatti con Air Italy»); Marco Tedde, Fi, («ci sarebbe piaciuto riscontrare le sensibilità che si registrano oggi anche quando Ryanair ha abbandonato il Nordovest») e Gianni Lampis, Fratelli d’Italia («dobbiamo interrogarci anche sul fatto del perché la Sardegna sia considerata non idonea a garantire competitività a Air Italy»).

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, favorevole, ha sottolineato l’ampiezza del mandato conferito all’assessore Carlo Careddu, relativo cioè alla dignità della comunità regionale, non solo quindi la rivendicazione del rispetto di un contratto ma la riaffermazione della dignità della Sardegna che vuole svolgere nel panorama europeo ed internazionale il ruolo naturale di hub dei trasporti.

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, riprendendo le argomentazioni di Congiu, ha affermato che domani l’assessore «porta a Roma il diritto dei sardi alla mobilità contro ogni delocalizzazione di cui purtroppo è piena la storia recente dei rapporti fra grandi imprese e la Sardegna; il governo nazionale ha annunciato provvedimenti contro le delocalizzazioni ed ora avrà l’occasione di dimostrare questa sua volontà, mentre la Sardegna dovrà battere i pugni sul tavolo con la forza della Sardegna unita».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha ricordato che il personale sardo ha fatto tanto per Meridiana, compagnia che per i sardi negli anni è sostanzialmente diventata la compagnia di bandiera; «oggi il mondo dei trasporti è cambiato e l’azienda ha strategie diverse, e forse in materia di trasporti non siamo molto credibili perché altrimenti non saremmo a questo punto, comunque il mandato pieno dà all’assessore la forza di invertire finalmente questa tendenza negativa».

Sempre per Forza Italia il consigliere Antonello Peru ha accusato Air Italy di essersi rimangiata «quello che aveva detto e scritto nei tavoli dell’accordo per salvare Meridiana e la Sardegna deve costruire perciò le condizioni perché le società private abbiano interesse ad insediarsi ed a restare in Sardegna, dicendo però basta ai vertici Ue che bloccano la continuità aerea ed allo stallo dei trasporti marittimi». «Battere i pugni sul tavolo sì – ha aggiunto – ma purché cessino i litigi interni, come si sta facendo sulla legge urbanistica che invece contiene messaggi importanti per rilanciare vocazioni storiche della Sardegna come turismo ed agricoltura; anche questo significa stimolare le imprese a scegliere la Sardegna».

Ancora per Forza Italia il consigliere Stefano Coinu, favorevole, ha detto che «il mandato per l’assessore va oltre la vertenza per arrivare alla continuità territoriale mancata cioè per cambiare una politica che cura il male senza aggredire i sintomi; Air Italy è una società privata e gli strumenti a disposizione della Regione non sono tanti al di là del convincimento, ma resta centrale il dovere di assumere davanti ai Ministeri un atteggiamento forte per ricordare la necessità di tutelare il diritto della Regione ad essere considerata al pari delle altre». «La delocalizzazione dalla Sardegna verso il continente – ha concluso – è per molti aspetti uguale a quelle che colpiscono l’Italia e vanno contrastate».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la risoluzione che il Consiglio ha approvato all’unanimità con 45 voti.

Successivamente l’Assemblea ha iniziato la discussione della Proposta di legge n. 508 (Lotto e più) in materia di turismo.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha annunciato il ritiro della sua firma dalla proposta perché, ha spiegato, «sono venuti meno alcuni principi di riferimento».

Ritiro della firma anche da parte di Luigi Crisponi, dei Riformatori, che si è riservato di motivare il suo dissenso, del capogruppo del Psd’Az Gaetano Ledda, di Mariano Contu e Marco Tedde di Forza Italia. Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, invece, ha aggiunto la sua firma alla proposta.

Il consigliere del Pd Piero Comandini, sostenendo le ragioni del progetto di legge, ha affermato che «si tratta di dare gambe  alla legge regionale 16 sul turismo prevedendo un ruolo incisivo per i privati, peraltro richiesto dalle imprese di settore che rischiano risorse proprie». «La nuova classificazione alberghiera molto discussa in conferenza Stato-Regioni – ha concluso – può essere una risposta ulteriore alla domanda degli operatori turistici consentendo a realtà residenziali ed alberghiere di convivere in uno stesso Comune, per diversificare l’offerta».

Luigi Crisponi, dei Riformatori sardi, ha dichiarato che il ritiro della sua firma è dovuto ad alcune parti non convincenti della legge, «che appare adatta a Regioni come Emilia Romagna, Veneto o Trentino Alto Adige, molto diverse dalla nostra; in pratica ogni destinazione alberghiera può venire a cadere aprendo la strada a speculazioni di seconde case occulte, con camere di hotel che si trasformano in quote condominiali, insomma in Sardegna c’è un rischio grave di distorsioni».

Il consigliere di Fdi Gianni Lampis ha affermato che  i problemi della legge nascono «dal conflitto di competenze mai risolto fra Stato e Regioni in materia di turismo e sarebbe meglio arrivare ad una competenza concorrente, definendo la cornice a livello centrale e lasciando alla Regioni la normativa di dettaglio». «Le preoccupazioni di Crisponi devono richiamare la nostra attenzione – ha aggiunto – ma è pur vero che non bisogna cedere alla paura e che per certi aspetti la norma può aiutare le realtà più deboli migliorando l’esistente, recuperando porzioni dei centri storici e dando più liquidità ad imprenditori che potrebbero trovare opportunità di crescita e di posizionarsi sul mercato».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sottolineato che la scelta di ritirare la firma nasce «dalla consapevolezza che una nuova struttura turistica potrebbe determinare contraccolpi negativi sulla realtà regionale e del resto non è una novità che ogni volta che la Sardegna legifera in materia di turismo e trasporti sbaglia, perché non si tratta di adeguarsi ad una evoluzione naturale della normativa nazionale di settore quanto di applicabilità, posto che i privati vanno coinvolti con procedure ad evidenza pubblica che però non possono essere attivate perché mancano i provvedimenti attuativi, attesi da un anno e ancora non emanati dalla Giunta». Tedde si poi espresso in modo molto critico sul recente bando per la destagionalizzazione «per il quale si è partiti a luglio scorso per fare in fretta ma non è accaduto nulla ed il bando è sostanzialmente fermo mentre qualche compagnia comincia a minacciare l’abbandono e poco fa, ad Alghero, si è dimesso il direttore generale dell’aeroporto:  significa che il problema c’è eccome».

Al termine dell’intervento di Marco Tedde, il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio per domattina alle 10.00.

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In apertura della seduta odierna, il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ha commemorato l’on. Gesuino Muledda.

Ecco il testo integrale.

Colleghi,

oggi il Consiglio regionale commemora l’on. Gesuino Muledda, consigliere regionale dall’VIII alla X legislatura scomparso ieri mattina all’età di 76 anni.

Nato a Oniferi il 27 marzo del 1942 da una famiglia di umili origini, madre casalinga e padre pastore, per oltre 50 anni è stato uno dei principali protagonisti della vita politica isolana.

Subito dopo la laurea in lettere e filosofia a Sassari, a metà degli anni ’60 si trasferì in Ogliastra dove insegnò per diversi anni nelle scuole medie di Tortolì e Gairo. Una passione per le “belle lettere” alla quale affiancava quella per la politica. Giovanissimo si iscrisse al Partito Comunista Italiano dove presto diventò punto di riferimento per la Federazione ogliastrina. Nei primi anni ‘70 il suo ingresso ufficiale nelle istituzioni con l’elezione a sindaco di Gairo. L’amministrazione da lui guidata diede un contributo decisivo per il completamento della ricostruzione del paese della Valle del Pardu ancora ferito della terribile alluvione del 1951.

Dopo l’esperienza amministrativa, il salto nella politica regionale con la prima elezione in Consiglio nel 1974, nella settima legislatura. Da quel momento iniziò la sua lunga esperienza nell’Assemblea Sarda andata avanti per quattro legislature consecutive e caratterizzata da un impegno costante nella difesa dei diritti dei lavoratori e per la costruzione di una Sardegna migliore. 

Nella suo primo mandato nel Parlamento sardo è stato componente delle Commissioni Sanità e Agricoltura e vicepresidente della Commissione Urbanistica. 

Ma è l’VIII legislatura a segnare la svolta nella sua vicenda politica. Vicepresidente del gruppo comunista entra a far parte del primo esecutivo regionale di sinistra della storia autonomistica guidato dal socialista Franco Rais. Dal 1980 al 1982 ricopre l’incarico di assessore agli Enti locali, Finanze e Urbanistica.

Un’esperienza di governo premiata alla successive elezioni regionali del 1984 nelle quali soffiò forte il vento sardista che portò alla guida della Regione il leader dei Quattro Mori Mario Melis.

Nelle tre Giunte Melis, sostenute prima dall’accoppiata Pci-Psd’Az e successivamente anche dal Psi e dal Partito Repubblicano, Muledda ricoprì per 5 anni la carica di assessore dell’Agricoltura.

A quell’assessorato Gesuino Muledda legò indissolubilmente il suo nome con interventi finalizzati allo  svecchiamento dei sistemi di produzione e all’internalizzazione delle imprese. A lui si devono i primi piani di modernizzazione degli ovili e l’impulso decisivo alla nascita delle associazioni dei produttori. Sua la campagna di marketing per la valorizzazione dei formaggi sardi con il marchio delle produzioni casearie stampato sulle maglie del Cagliari Calcio. 

Un’esperienza che contribuì ad aumentarne il consenso popolare. Nelle elezioni del 1989 Muledda fu, in percentuale, il candidato più votato nelle fila del partito Comunista italiano, con oltre 12mila preferenze personali raccolte nel collegio di Nuoro.

Nel 1994 chiuse la sua esperienza in Consiglio, al termine della X legislatura. L’uscita dall’Assemblea sarda segnò anche l’allontanamento dalla sinistra erede del Partito Comunista Italiano scioltosi nel ’91 dopo la svolta della Bolognina.        

Cominciò allora un lento avvicinamento al sardismo con lo sguardo però rivolto sempre a sinistra. Nel 1999 appoggiò la nascita del Nuovo Movimento di Nicola Grauso e nel 2004 entrò nel Partito Sardo d’Azione che abbandonò nel 2009 a seguito dell’accordo firmato dai Quattro Mori con il centrodestra per le elezioni regionali.

L’uscita dal Psd’Az segnò la nascita di una nuova formazione politica, i Rossomori, nella quale Muledda ricoprì prima la carica di segretario e successivamente di presidente. 

Negli ultimi anni della sua vita, condizionati dalla malattia affrontata con spirito da guerriero, ha continuato a sognare una Sardegna migliore. Le sue battaglie erano orientate alla costruzione di una nuova consapevolezza di popolo, fondata sull’istruzione e la modernizzazione della società sarda.

In una delle sue ultime interviste indicò tre punti sui quali fondare un nuovo progetto di Rinascita dell’Isola: la riscrittura dello Statuto (convinto che la Carta Costituzionale della Sardegna andasse rivista ma non cancellata); l’accumulazione di saperi (per il riscatto economico e culturale) e un grande progetto di giustizia sociale.

Questo è il suo messaggio per i più giovani e per tutti coloro che hanno a cuore il futuro della nostra terra.

Nel formulare le sentite condoglianze alla moglie, ai figli e ai nipoti esprimo il profondo cordoglio dell’intero Consiglio e mio personale.

Sospendo la seduta per cinque minuti in segno di lutto.

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L’assessore regionale Giuseppe Dessena ed il Gruppo Consiliare SDP – Articolo 1 ricordano Gesuino Muledda.

«Abbiamo appreso con grande dispiacere della morte del Compagno Gesuino Muledda. Gesuino, storico militante del PCI ed assessore regionale dell’Agricoltura nella Giunta guidata da Mario Melis, ha dedicato la sua vita alla politica aderendo al patrimonio valoriale della sinistra – scrivono in una nota Gesuino Muledda, Luca Pizzuto, Daniele Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda -. Come gruppo consiliare Articolo UNO 1 SDP vogliamo ricordarlo per la sua passione e la sua tenacia nel portare avanti lotte e temi condivisi. Anche se negli ultimi anni abbiamo militato in formazioni politiche differenti continuava ad accomunarci un sentire comune animato dagli stessi ideali. Alla sua famiglia e alla comunità dei Rossomori un grande abbraccio.»

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Il Consiglio regionale ha dato il via libera all’intesa Regione-Ministero della Difesa sulla riduzione delle servitù militari ed ha approvato due ordini del giorno di maggioranza ed opposizione.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau e, dopo le formalità di rito, si è aperta la discussione sulle comunicazioni rese in Aula dal presidente della Regione sul regolamento per le servitù militari.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, si è detto non soddisfatto dai contenuti del protocollo illustrato nella mattinata dal presidente Francesco Pigliaru ed ha evidenziato che gran parte del documento richiama risultati già ottenuti, come la disponibilità della spiaggia di Porto Tramatzu o l’interruzione delle esercitazioni nei mesi estivi a Capo Frasca. «Ma – ha affermato l’esponente della minoranza – la Sardegna non può perdere l’economia dell’esercito, dei poligoni e delle basi militari». «Dobbiamo rivendicare i nostri diritti – ha proseguito Gianluigi Rubiu – ma le forza armate devono restare in Sardegna perché sono una risorsa da salvaguardare».

Il capogruppo Udc ha quindi elencato i punti principali di un ordine del giorno da sottoporre all’esame dell’Aula: implementazione del progetto Siat; sostegno al completamento della Brigata Sassari con un nuovo reggimento a Pratosardo; impegno prioritario dei militari sardi; riapertura del centro di reclutamento Sardegna; utilizzo e riconversione dei bunker per finalità turistiche e verifica puntuale delle bonifiche.

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha espresso soddisfazione per i termini dell’accordo illustrato dal presidente della Giunta («è un buon compromesso») ed ha ricordato i numeri della presenza dei militari nell’Isola, salutando con favore il riconoscimento degli indennizzi per i pescatori interessati dalle limitazioni di Capo Frasca e la possibilità di realizzare un approdo nell’area del porto naturale una volta liberata dalla presenza dei militari. L’esponente della maggioranza ha inoltre salutato positivamente l’istituzione di un osservatorio ambientale indipendente e la sospensione delle attività a fuoco nei mesi estivi. Sul tema degli indennizzi, Rossella Pinna, ha ricordato i ritardi con i quali lo Stato provvede al pagamento degli stessi.

A giudizio di Christian Solinas  (Psd’Az) «il protocollo sulle servitù militari riporta indietro di 40 anni e abbassa l’asticella del confronto tra Stato e Regione» ed ha ricordato le iniziative a suo tempo intraprese da Mario Melis per la riduzione delle superfici e del gravame militare. «Il protocollo di cui si discute – ha affermato l’esponente della minoranza – è soltanto un atto ricognitivo degli accordi sottoscritti nel corso degli anni e che però non si sono realizzati».

Solinas ha quindi ricordato le posizioni espresse nel lontano 1987 dall’ex presidente Melis sulle servitù militari («non siamo antimilitaristi ma siamo contro tutto ciò che tende alla guerra e non alla difesa dello Stato»). Il segretario dei sardisti ha quindi elencato una serie di immobili ed aree già oggetto di intese e che sono reinserite anche nella proposta di accordo illustrata dal presidente Pigliaru ed ha insistito sulla necessità che la Regione chieda con forza allo Stato investimenti consistenti in ricerca e tecnologia. «In realtà – ha proseguito Christian Solinas – parliamo di un annuncio di accordo dove non si affronta concretamente il tema delle bonifiche e dove manca la previsione di una qualche sanzione a carico di chi non rispetti il crono programma allegato al regolamento per le servitù militari».

Paolo Dessì  (Misto) ha definito il protocollo “vago nei contenuti” ed ha rivolto un invito affinché il tema delle servitù sia affrontato “con rispetto e responsabilità”. «Il protocollo – ha insistito l’ex sindaco di Sant’Anna Arresi – non è un risultato storico perché non ci sono risultati concreti mentre storiche sono le lotte fatte per gli indennizzi ai pescatori e per l’ottenimento dei pascoli nei poligoni». Paolo Dessì ha insistito sull’assenza di riferimenti precisi per le bonifiche dei poligoni ed ha affermato che eventuali investimenti nelle aree militari devono essere fatti solo se si è in grado di dimostrarne i risultati positivi per le popolazioni ed i territori.

Il consigliere del Pd, Antonio Solinas, ha definito “un ottimo risultato” il lavoro del presidente Francesco Pigliaru  («la minoranza ha difficoltà a riconoscere che si fanno passi in avanti ma il lavoro di Francesco Pigliaru non riguarda la maggioranza consiliare ma l’intera Sardegna») ed ha parlato di “presenza spropositata” in riferimento all’estensione delle basi e delle aree militari. Antonio Solinas ha quindi insistito sul poligono di tiro sul lago Omodeo lamentandone la presenza e evidenziando danni e disagi per le comunità locali. L’esponente della maggioranza ha quindi invitato il presidente della Giunta perché si realizzi un poligono di tiro all’interno di un poligono esistente così da liberare dai vincoli l’area attualmente interessate sul lago Omodeo.

Stefano Tunis (Fi) ha invitato il presidente della Giunta a cancellare la parola “storico” limitandosi a descrivere solo “un accordo”. «L’approccio al tema – ha spiegato l’esponente della minoranza – ha naturali diversificazioni all’interno delle coalizioni e delle forze politiche ma oggi parliamo di un documento di sintesi che è racchiuso all’interno dei confini delineati nell’ordine del giorno approvato all’inizio della legislatura». Tunis ha quindi ricordato i punti elencati nel documento presentato dai capigruppo della minoranza (Pittalis, Rubiu, Dedoni e Truzzu) ed ha così concluso: «Conta l’obiettivo rispetto al futuro e cioè mantenere in piedi un rapporto virtuoso con un pezzo importante dello Stato».

Franco Sabatini (Pd) ha espresso un giudizio positivo sull’accordo per le servitù («usciamo da una posizione ideologica e di chiusura e affrontiamo seriamente un tema dibattuto da anni») ed ha affermato: «Sono un autonomista convinto ma mi sento cittadino italiano e la Sardegna deve dare contributo per la difesa dello Stato». L’esponente della maggioranza ha insistito sulla opportunità di scongiurare “posizione di chiusura” ed ha salutato con favore il crono programma: «Lavoriamo ora perché si realizzino investimenti in ricerca e per l’uso duale delle basi presenti in Sardegna».

Augusto Cherchi (Pds) ha invitato il presidente della Giunta «a non considerare le posizioni contrapposte come una diminutio del suo operato». L’esponente della maggioranza ha quindi affermato di non riconoscersi né tra le posizioni dei qualunquisti né in quelle dei populisti ed ha ricordato il documento della commissione Difesa del parlamento con la promessa di un piano di progressiva riduzione delle servitù e la dismissione di alcuni poligoni. Augusto Cherchi ha inoltre ricordato la relazione della commissione di inchiesta sui poligoni, presieduta dal deputato sardo Gian Piero Scanu, per ricordare l’omertà e la scarsa trasparenza su ciò che nei poligoni sardi è avvenuto soprattutto in ordine alla salute e all’ambiente. Il consigliere del Partito dei Sardi ha così concluso: «Non posso essere contento di un accordo che utilizza solo parte delle nostre prerogative e inizia in maniera troppo blanda».

L’on. Piero Comandini (Pd) ha ricordato le battaglie sardiste e della sinistra sarda ai tempi della Guerra fredda e ha detto: «La pace passa anche attraverso l’addestramento e la preparazione dei militari. Oggi ci sono oltre settemila militari italiani, anche sardi, in Siria come in Afganistan: dobbiamo considerare la loro opera e quanto è necessaria la formazione dei militari. Da novembre del 2017 sono necessarie le bonifiche dei poligoni ed è un passo importante, come questo protocollo di intesa che per la prima volta vede la Regione non andare dallo Stato col cappello in mano. Per la prima volta la Regione e gli enti locali sardi chiedono e ottengono dallo Stato che siano affermati i loro diritti. Non sarà il generale di turno a consentirci di usare d’estate le nostre spiagge: non è poco né molto ma è un passo avanti importante. Ed è importante anche la cessione definitiva di parti importanti di territorio come Porto Tramatzu, che viene ceduto definitivamente alla Regione. Inizia oggi un percorso, nel modo migliore e nel ricordo di tutti coloro, indipendentisti e no, vogliono difendere il territorio. E tra questi ci sono anche i militari».

Per l’on. Marco Tedde (FI) «qui non si tratta di essere militaristi o meno. Il protocollo, lo dico da cittadino sardo, è una vera delusione: la montagna ha partorito un topolino. C’è il protocollo ma non c’è l’intesa: è un documento di semplice ricognizione di precedenti attività. Nulla di nuovo porta al dibattito politico: serve più che altro alla Giunta e al suo presidente per giustificare il fallimento totale dell’incontro di novembre scorso con il presidente Paolo Gentiloni. Questo è un pacco privo di contenuti veri: propaganda che non serve ai sardi e nemmeno ai militari. Già oggi la stampa ha detto che il presidente Francesco Pigliaru ha raggiunto l’obiettivo. E cioè? Quale sarebbe l’obiettivo?».

Sempre dai banchi di Forza Italia ha preso la parola l’on. Alessandra Zedda, che ha detto: «Credo che il presidente Francesco Pigliaru sia in buona fede ma quando si tratta con lo Stato tutto è complicato e non sarà un nostro ordine del giorno  a sistemare le cose. Purtroppo, è l’approccio del governo, quando tratta con la Sardegna, a non essere leale né corretto. Non intravedo in questo protocollo né vittoria né liberazione e non capisco come qualche testata sarda abbia malinteso il senso e il contenuto del protocollo. Non spacciamo per liberazione quello che non è. Anche perché forse io non voglio nemmeno liberarmi di tutte le servitù militari. Guardo le carte di cui siamo in possesso: perché non si scrive ora nel dettaglio le aree che dovranno essere cedute? Non credo alla buona fede del Governo italiano su questa materia e per questo non mi accontento di questo protocollo».

Per i Rossomori è intervenuto l’on. Emilio Usula, che ha detto: «La Sardegna paga all’Italia un prezzo che nessuno paga in Italia e in Europa, come base logistica per guerre vere con morti veri, sempre più tra i civili. Il 65 per cento delle servitù italiane e oltre il 20 per cento di quelle europee è concentrato in Sardegna. Noi voteremo contro questo protocollo e contro l’ordine del girono proposto questa mattina. Ed al presidente Pigliaru chiediamo di tornare dal governo e spiegare che noi non accettiamo tutto questo». L’oratore ha ricordato i contenuti degli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale in questa legislatura sul tema delle servitù militari ed ha aggiunto: «Non è possibile accettare un protocollo che contrasta con quanto abbiamo approvato sino a oggi nel parlamento sardo».

E’ intervenuto poi l’on. Paolo Zedda (Sinistra), che ha detto: «Se un buon poeta non trova un terreno da scavare è obbligato anche a grattare nella roccia. Certo che i risultati ottenuti da questo protocollo non sono identici agli obiettivi che ci eravamo posti nel 2014. La nostra controparte sono i militari, molto difficili da smuovere: questo dobbiamo saperlo.  E dobbiamo anche ricordare che abbiamo dei compensi dello Stato, quando ce li da: 15 milioni ogni cinque anni a fronte di trentamila ettari vincolati e ottanta chilometri di coste. Tre milioni l’anno è il bilancio di un ristorante ben avviato, giusto per capirci”. L’oratore ha proseguito: “Qualche elemento di questo accordo è importante, come la cessione della caserma Ederle di Cagliari, anche se vorrei qualche informazione in più. Voterò comunque a favore ma con riserve: ci sarà bisogno di incontrare ancora il governo e chiedo al presidente Pigliaru di affidare subito uno studio sugli impatti economici negativi nella crescita della Sardegna derivanti dalla presenza di tante servitù e aree militari».

L’on. Luigi  Crisponi (Riformatori) si è detto contrario «ad iscriversi all’elenco dei favorevoli e dei contrari. Il confronto è più importante perché, piaccia o no, il 60 per cento delle servitù italiane è qui ed è sottratto all’economia turistica. Questo deve essere ricordato sempre. Ma il problema è che nel protocollo Pigliaru si torna su temi che furono già oggetto di sottoscrizione nel 1997, come la vicenda della caserma di Pratosardo e della vecchia caserma Loi di via Sardegna a Nuoro». L’oratore ha aggiunto: «E’ un protocollo di intesa fallace, che dimentica tante cose come il fatto che la nostra costa è punteggiata di avamposti militari degli anni ’40, manufatti militari che potrebbero rappresentare una occasione economica».

Per il Pds ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu, che ha detto: «Curioso che nessuno abbia ancora pronunciato la parola “colonizzazione”, curioso che nessuno abbia sentito il dovere di ricordare quanto accadde nel 1956, quando la Sardegna fu colonizzata per mano del ministero della Difesa. Oggi veniamo chiamati a un giudizio di accettabilità dello schema di protocollo di intesa: in questo giudizio di portiamo dietro la sensazione di essere una colonia e il desiderio di non esserlo più. Ma valutiamo l’intesa per quello che è: non ci va che questo protocollo sia finalizzato al coordinamento delle attività militari in Sardegna, come recita il titolo della proposta. Noi vogliamo che sia chiaro che non siamo all’anno zero in questo percorso di liberazione della Sardegna dal processo di colonizzazione. Se è vero che dal 2014 il ministro Pinotti dice che non ci sono esercitazioni a fuoco d’estate, che bisogno c’era di metterlo nell’accordo. Anche sulla restituzione di Porto Tramatzu c’è da dire e pure sulla caserma Ederle. E pure sulle bonifiche».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha affermato che «la coscienza della necessità di un’efficiente difesa nazionale non impedisce di essere favorevoli alla drastica riduzione delle servitù militari, che hanno oggettivamente un carico insostenibile ed anche per questo va sostenuta la nostra proposta di legge di restituire all’uso civile le installazioni militari dismesse presenti nella nostra Regione». «Nel documento – ha però osservato – ci dovevano essere scritte ben altre cose invece ne è venuto fuori un testo generico senza nemmeno un apparato sanzionatorio; noi non sottovalutiamo l’impegno del presidente e difficoltà di trattare con un ministero che ha sempre dimostrato nei confronti della Sardegna chiusure pregiudiziali, anzi evidenziamo alcune cose positive come l’utilizzo di strutture militari per finalità di ricerca e sperimentazione che fino a ieri era un tabù, ed i programmi di sviluppo della cyber security». «Servono anche – ha aggiunto Michele Cossa – risposte chiare sulle spettanze dei Comuni gravati da servitù, in attesa da 8 anni che lo Stato rispetti la legge e su questo non c’è niente da discutere; su questo il ministro Pinotti ha detto che le somme sono perente e le Regioni devono fare una apposita domanda, per cui bisogna sapere se la Sardegna lo ha fatto o se lo Stato vuole continuare a resistere su somme dovute e già iscritte a bilancio dai Comuni, che a causa di questi problemi rischiano di andare in dissesto finanziario, dai 3 milioni di Teulada ai 2 di La Maddalena».

Il consigliere del gruppo Misto-Fdi Paolo Truzzu ha lamentato che «ogni volta che si parla di servitù militari nascono contrapposizioni fra due parti che stanno nelle rispettive barricate e, personalmente, non mi riconosco in questo approccio ideologico che è causa di grave danno alla Sardegna». «Non so se è un documento storico che segna una svolta nei rapporti fra la Sardegna e lo Stato – ha dichiarato Truzzu – ma ha il pregio di avere un approccio non ideologico, quindi se è vero che la Sardegna da più territorio alle servitù è vero anche che occupano una superficie di appena l’1% e alcune di queste zone pregiate sono rimaste così solo perché c’erano i militari, altrimenti ci saremmo lamentati di ben altri scempi». Affrontando il tema della salute pubblica, Truzzu ha sostenuto che «sulla salute non si scherza ma bisogna avere anche il coraggio di dire che chi abita intorno ai poligono sta meglio di chi vive attorno ai grandi poli industriali dell’isola». «Ritengo – ha continuato – che la presenza dei poligoni possa essere ridotta e il documento può aiutarci a farlo, anche perché la parte più interessante è quella dedicata alla ricerca “duale” sulla quale dovremmo lavorare di più perché può consentirci una effettiva riduzione delle servitù, nel senso di sviluppare un vero settore industriale e fare della Sardegna una nuova piattaforma della ricerca». In definitiva – ha concluso – è un primo passo che rimanda a successivi accordi tutti da scrivere, con attenzione prima di tutto alla bonifiche a condizione che non siano pagate solo dai sardi, al problema della regionalizzazione dei centri di arruolamento, alla rimozione dei vincoli che impediscono ai Comuni di spendere le risorse degli indennizzi».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha ricordato l’accordo Melis-Spadolini sulle servitù e quello del 2008 sulle dismissioni di Soru, aggiungendo che «oggi si scrive un nuovo capitolo importante con risultati che il presidente Francesco Pigliaru ha ottenuto scavando nella roccia come una goccia, al termine di una trattativa seria ed apprezzabile che può procedere altrettanto seriamente con tutte le condizioni per ottenere progressi fondamentali». «E’vero – ha protestato – che i militari tendono a non concedere niente ma non per questo deve venir meno il nostro impegno a ridurre le servitù della Sardegna puntando sulla tutela ambientale, sulla liberazione di vasti territori da destinare al turismo, sulla ricerca scientifica, punti qualificanti dell’accordo anche se, per quanto riguarda i rimborsi destinati ai Comuni occorre accelerare». «Vengo da La Maddalena – ha ricordato Pierfranco Zanchetta – nata storicamente con la Marina Militare dove tuttavia, nel ’54, è nato il primo Club Mediteranee, simbolo di una convivenza che anticipava la modernità; vogliamo tornare a quel periodo positivo diventando il simbolo di una nuova eccellenza nei mestieri del mare e nella formazione aperta al mondo esterno».

Il consigliere di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto, rivolto alla sua area politica di appartenenza, ha definito «un errore della sinistra dimenticare che il meglio è nemico del bene e che i risultati arrivano con la pazienza costante del contadino», esprimendo sostegno al presidente «se documento si colloca all’inizio del percorso e non viene considerato come punto d’arrivo, perché ci troviamo nel mezzo di un percorso politico che parte da Mario Melis ed è continuato con la politica che ha cercato di trasformare la Sardegna da portaerei ad isola di pace». «Per questo – ha aggiunto – chi pensa che il documento non sia un grande risultato sbaglia, è invece un risultato che la sinistra sarda deve poter rivendicare, con risultarti concreti e simbolici come le spiagge, luoghi di bellezza di cui la Sardegna è stata privata per decenni, la presenza degli osservatori indipendenti che verificano cosa sta succedendo in quelle aree, le esercitazioni che diminuiscono ed i militari che non fanno più quello che vogliono». «Piuttosto – ha concluso – vorremmo che fosse affiancato da una legge sulla pace nel rispetto dell’art.11 della Costituzione che metta nero su bianco temi come educazione alla pace, possibilmente insieme a tutto il Consiglio regionale; deve insomma essere valorizzato il percorso della nostra maggioranza che ha avuto il coraggio di impegnarsi su queste idee, è un buon accordo e bisogna firmarlo prima che cambi il governo nazionale».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha messo in luce che «più di altri prevale in questo argomento il punto di vista di ciascuno rispetto a considerazioni di carattere generale; sono di un partito nato per l’indipendenza della Sardegna, un traguardo che ci fa vedere le cose da un punto di vista diverso, ma proprio visioni diverse si sono incontrate nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio nel 2014 che, nel merito, parlava di graduale dismissione e superamento delle servitù militari col mantenimento degli attuali livelli occupazionali». Detto questo e prendendo le distanze da quanto fatto a La Maddalena dove la presenza militare è finita senza alternative – ha affermato Carta – noi siamo per una costruzione graduale basata sulla concretezza coerente però con la visione espressa nell’ordine del giorno, per cui le ragioni politiche del voto contrario stanno nella contraddizione con il documento di oggi che parla solo di riduzione delle limitazioni, parte da una premessa sbagliata ed esprime un contenuto negativo, un semplice protocollo di intenti ma di protocolli ne abbiamo firmati tanti e anche questo può tradire ancora una volta la fiducia dei sardi».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, riferendosi all’ordine del giorno del Consiglio approvato nel 2014 all’unanimità ha parlato di «argomento centrale e prioritario per il centro sinistra che la maggioranza ha onorato con il massimo impegno anche se il dibattito ha oscillato fra le posizioni del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno». In realtà, ha osservato, «c’è il rispetto del mandato ricevuto e molta concretezza sui vari aspetti di una materia che si cerca di risolvere da sessant’anni e non si può stravolgere la storia, dimenticando ad esempio cosa ha fatto Soru e cosa non ha fatto Cappellacci: il calendario delle esercitazioni è stato sempre approvato dalla Difesa nonostante il parere del comitato paritetico tranne quando c’era Cappellacci, gli accordi di Soru sono stati fatti scadere da Cappellacci, la restituzione della caserma Ederle è stata firmata da Soru e non ripresa da Cappellacci». Il documento inoltre, è secondo Cocco ricco di contenuti: «Bonifiche, restituzione di immobili alla Regione, esperti indipendenti, sanità, ambiente, tempistica, ricerca civile da localizzare nell’Isola; insomma con la logica del si può fare di più la politica dimostra di non sapere ottenere risultati veri, oggi abbiamo una proposta per andare avanti da valutare al di là di maggioranza e opposizione».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha accusato il collega Cocco di «aver palesemente voluto radicalizzare il confronto con la solita tesi noi abbiamo fatto tutto voi niente, dimenticando per la verità che Cappellacci non avrebbe mai firmato questo documento, molto arretrato rispetto al dibattito degli ultimi anni sulle servitù militari». «E lo dice – ha dichiarato Pietro Pittalis – un vostro alleato con cui avete sottoscritto un programma fondato sul sovranismo più spinto, c’è un problema politico interno alla maggioranza perché il patto si è incrinato sui temi che contano e non su una leggina ed il secondo partito della coalizione pone un problema grande quanto il Consiglio, allora o siamo coerenti o tutto rischia di essere il solito teatrino della politica, perché Pigliaru a Roma ha parlato a nome di una maggioranza che oggi non c’è più». Meglio stare sul merito delle questioni senza rincorrere i fantasmi del passato senza creare muri e steccati, ha continuato Pietro Pittalis, ribadendo che «il tema è complesso ma io non potrei mai votare con Luca Pizzuto che ha parlato di sistema di morte e squallide basi militari e per questo dovrebbe chiedere scusa; poi ci sono le altre questioni sulle quali si può essere più o meno d’accordo ma a condizione di evitare il solito pregiudizio ideologico». «Noi diamo solidarietà piena e convinta a tutti i militari che operano in Sardegna – ha concluso il capogruppo di Forza Italia – se voi della sinistra radicale vi accontentate di questo documento per noi va bene anche se vedete risultati dove non ce ne sono, prendiamo atto che anche i comunisti si sono convertiti».

Al termine degli interventi dei capigruppo, il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola al presidente della Giunta. Nella replica, Pigliaru ha difeso l’azione dell’esecutivo: «Ho avuto un mandato dal Consiglio regionale che mi impegnava a cercare un’intesa con lo Stato sulle servitù militari. Questo ho fatto, oggi discutiamo di questa intesa».

Pigliaru ha poi evidenziato gli aspetti positivi del protocollo firmato con il ministero della Difesa: «Vengono definiti un crono-programma e un percorso amministrativo che trasformeranno in risultati concreti il contenuto dell’intesa. Qualcuno ha detto che Porto Tramtzu era già a disposizione dei cittadini, non è vero era disponibile solo una parte, l’intesa prevede invece il rilascio definitivo della spiaggia e delle sue pertinenze, comprese le strutture ricettive. Il protocollo comincia a riconoscere concretamente il riequilibrio di cui si è parlato per anni. E’ un piccolo passo in avanti rispetto alle discussioni fatte in passato in quest’Aula».

Anche sul rilascio della caserma Ederle, Francesco Pigliaru si è detto soddisfatto: «E’ un enorme valore patrimoniale che passa alla Sardegna. Ci sono prospettive per uno sfruttamento turistico».

Stesso discorso sulle bonifiche e sulla tutela della salute dei cittadini: «Per la prima volta si parla di osservatori indipendenti – ha sottolineato il presidente della Regione – è una novità essenziale per poi poter parlare di interventi di bonifica. Senza osservatori sarebbe difficile valutare lo stato delle aree e stabilire il livello di inquinamento. Il principio è che chi inquina paga, ma per realizzare questo principio è importante il ruolo degli osservatori. E’ un accordo storico? Non spetta a me dirlo, sarà la gente a giudicare. Noi abbiamo lavorato per dimostrare che si può fare un passo verso la direzione giusta senza concedere nulla in cambio».

Francesco Pigliaru, infine, si è soffermato sul problema dei ritardi nel pagamento degli indennizzi ai comuni: «Se non si firmasse questo accordo ci troveremmo nella situazione precedente. Abbiamo sollecitato i pagamenti sin dal  2014, l’ultima lettera è stata firmata alcuni giorni fa. I sindaci hanno riconosciuto la validità di questa intesa, loro conoscono i problemi nel dettaglio e hanno gli strumenti per valutare».

Il presidente Gianfranco Ganau, dopo aver acquisito il parere della Giunta sui due ordini del giorno ha messo in votazione il primo presentato dall’opposizione (Pittalis e più) del quale il presidente Pigliaru ha apprezzato alcuni elementi di novità come la richiesta di utilizzare i poligoni militari per attività di addestramento della protezione civile.

Ha quindi preso la parola il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu che ha annunciato la decisione del suo partito di abbandonare l’Aula e di non votare entrambi gli ordini del giorno.

Luca Pizzuto (art1-Mdp), replicando al capogruppo di Forza Italia Pittalis, ha difeso il contenuto del suo intervento: «Abbiamo smesso di mangiare i bambini tanti anni fa. Il comunismo è morto, evviva il comunismo. Sono un post comunista, un non violento convinto. So bene quello che ho detto, condanniamo le azioni e non le persone. Ho parlato delle esercitazioni  militari che condanno e che combatto quotidianamente. Non ce l’ho con i militari».

Michele Cossa (Riformatori) pur apprezzando lo sforzo della Giunta ha rimarcato «un’ eccessiva genericità del protocollo d’intesa», in particolare riguardo agli indennizzi per i comuni: «Il ministro Pinotti ha detto che si tratta di somme cadute in perenzione e che la Regione non ha fatto richiesta per il riutilizzo dei fondi. Su questo – ha dichiarato Michele Cossa – chiediamo un approfondimento, è un aspetto sul quale bisogna fare chiarezza. Se è vero ciò che dice il Ministero sarebbe un dramma per i comuni». Cossa ha quindi annunciato l’astensione del suo gruppo.

Paolo Dessì (Misto) ha annunciato il suo voto di astensione e invitato la Giunta ad un confronto più aspro con il Governo. «E’ vero che la politica si fa con i piccoli passi ma da amministratore del territorio dico che questo protocollo d’intesa è lo strumento per alzare l’asticella. A Porto Tramatzu, dal punto di vista pratico, occorrerà trovare le risorse per utilizzare le strutture. Altra questione importante riguarda le Sabbie Bianche: è una zona di altissimo pregio sulla quale bisogna fare le bonifiche.

Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) ha invece deciso di abbandonare l’Aula: «Il 67% delle servitù militari è in Sardegna, mentre solo il 4,5% del personale impiegato si trova nella nostra regione. Non posso pertanto accettare di discutere questi ordini del giorno».

Voto favorevole ha invece comunicato Fabrizio Anedda (Misto) «per il coraggio del presidente Pigliaru di portare avanti il mandato del Consiglio. Sono comunista ma non delego a nessuno il compito di rappresentarmi».

Antonello Peru (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario a entrambi gli ordini del giorno: «Non capisco i colleghi che parlano di Sardegna occupata e poi votano a favore. Voterò contro, in dissenso con il mio gruppo. Serve un segnale politico chiaro della Regione, bisogna che si affermi che la Sardegna dice no ai poligoni militari. Preferisco un’isola di pace che sappia dire no ai veleni e ai giochi di guerra. Questo non è un accordo che entrerà nella storia».

Voto contrario anche da parte di Angelo Carta (Psd’Az): «Stiamo in  aula ed esprimiamo il nostro voto contrario a entrambi gli ordini del giorno senza togliere nulla alla buona volontà e alla lealtà del presidente. I sardi hanno bisogno di un’altra visione».

L’ordine del giorno numero 1 (Pittalis e più) è stato quindi approvato con 39 voti a favore e 5 contrari.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’ordine del giorno n. 2 (Cocco e più).

Paolo Dessì (Misto), ex sindaco di Sant’Anna Arresi, ha chiesto la parola per ribadire la necessità di intervenire subito con le bonifiche delle Sabbie Bianche a Teulada: «La gestione del sito è importante. Servono risorse. Il comune non ha la capacità di proteggerlo. Bisogna scriverlo in modo serio». Sugli indennizzi, Dessì ha invocato il principio della perequazione: «Si stabiliscano, una volta per tutte, i ritardi nello sviluppo dei territori occupati dai poligoni».

Messo in votazione l’ordine del giorno della maggioranza (Cocco e più) è stato approvato con voti 34 a favore e 9 contrari.

I lavori del Consiglio regionale riprenderanno domani mattina alle 10.00.