25 April, 2024
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La Commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc Cambiamo!), si è riunita questa mattina e ha espresso quattro pareri favorevoli su altrettanti provvedimenti, predisposti dall’assessorato regionale della Sanità. Il Parlamentino, sentito in audizione l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, ha approvato, a maggioranza, il Parere 15, “Integrazione delle risorse destinate alle borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione di area sanitaria non medica. Modifica della delibera della Giunta regionale n. 39/16 del 9.8.2017. Capitolo SC02.1118”. Il testo prevede di destinare 350mila euro alle borse di studio per le specializzazioni non mediche per il triennio 2019-2021. Si tratta di risorse risparmiate per le borse di studio delle specializzazioni mediche, «dovute alle rinunce dei beneficiari o alla recente riduzione della durata di alcune scuole di specializzazione». Le borse di studio da assegnare, si legge nel testo della delibera della Giunta regionale, saranno 30 da ripartire tra gli Atenei di Cagliari e Sassari. I commissari dell’opposizione hanno chiesto di estendere il beneficio agli studenti che hanno già iniziato il corso di studi e a quelli che si iscriveranno nei prossimi anni, per evitare una disparità di trattamento. Sono intervenuti il presidente Domenico Gallus, il vice presidente Daniele Cocco (capogruppo Leu) e Antonio Mundula (FdI).

La Commissione ha approvato all’unanimità il parere 17 Legge regionale 2 agosto 2016, n. 18 recante ”Reddito di inclusione sociale – Fondo regionale per il reddito di inclusione sociale – “Agiudu torrau”. Atto interpretativo ed applicativo ai sensi dell’art. 8 della L.R. n. 31/1998. “Linee guida per il biennio 2019-2020 concernenti le modalità di attuazione. Approvazione preliminare. Missione 12 – Programma – 04 – Cap. SC05.0680”. Francesca Piras, direttore generale della Direzione generale delle politiche sociali dell’assessorato della Sanità, ha spiegato che la richiesta dell’Anci Sardegna di attribuire le risorse del Reis direttamente ai Comuni per quest’anno non è possibile, perché non ci sono i tempi tecnici necessari. Sarà possibile, ha affermato Piras, dal 2020. La dirigente dell’assessorato ha anche sottolineato che ci sono limiti normativi nel destinare eventuali economie del Reis per i cantieri comunali. Sul tema sono intervenuti il capogruppo di Leu, Daniele Cocco, vicepresidente della Commissione, e la consigliera della Lega, Annalisa Mele.

La Commissione ha, poi, approvato all’unanimità il Parere 18 (Sistema regionale dei servizi per la tutela della salute mentale dedicati a persone con Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Modifica alla delibera della Giunta regionale n. 53/8 del 29.12.2014. Approvazione della programmazione, del sistema tariffario, dei requisiti minimi autorizzativi delle strutture residenziali e semiresidenziali. Approvazione preliminare dei requisiti ulteriori di accreditamento istituzionale). Il problema dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) è in costante aumento, ha spiegato l’assessore Mario Nieddu, e molti pazienti sono seguiti in centri che si trovano in altre regioni. Il testo ha l’obiettivo di regolamentare una problematica emergente in Sardegna: attualmente, ha spiegato Marcello Tidore, direttore generale della Direzione generale della Sanità dell’assessorato regionale della Sanità, la Regione spende per i pazienti seguiti fuori dall’Isola circa 400mila euro, a fronte di 166mila euro che si spendono per le cure in Sardegna. «Ci sono due strutture – ha spiegato Marcello Tidore – pronte ad entrare in attività nel Sulcis e nella Marmilla, ma ce ne potrebbero essere anche altre». La Commissione ha, infine, approvato all’unanimità il Parere 22 (Interventi per la promozione e la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli. Linee guida. Approvazione preliminare).

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Il Sulcis Iglesiente riavrà la sua ASL. Lo ha assicurato l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, alla  delegazione della Rete Sarda per la Difesa della Sanità Pubblica e gratuita, nel corso dell’incontro svoltosi questa sera, dalle 17.30 alle 19.30. All’incontro, la “Rete” era rappresentata dalla portavoce regionale Claudia Zuncheddu e dalle delegazioni di tutti i territori della Sardegna. Il Sulcis Iglesiente era rappresentato da Rita Melis e Giuseppe Perseu.

Le rassicurazioni dell’assessore circa il riassetto del sistema sanitario regionale, con il riconoscimento della ASL al Sulcis Iglesiente, rappresenta la risposta più attesa e la base di tutte le rivendicazioni, contenute in un documento portato all’attenzione dell’assessore.

Il coordinamento territoriale del Sulcis Iglesiente, ha evidenziato all’assessore che, «a seguito dei pensionamenti avvenuti da settembre 2017 ad oggi, è emerso il grave problema della mancanza dell’organico (specialisti, primari, medici, infermieri, OSS) necessario per il mantenimento e l’erogazione dei servizi sanitari. Rivendica l’immediata reintegrazione delle figure professionali andate in quiescenza e/o in mobilità verso strutture sanitarie del capoluogo; l’immediata riattivazione dei reparti di emodinamica, chirurgia e traumatologia H24, 7 giorni su 7; l’immediata riattivazione dei servizi diagnostici per immagini (risonanza magnetica, radiologia)».

Il coordinamento ha evidenziato che «questi semplici interventi non comportano nessun costo aggiuntivo rispetto a quelli sostenuti nel 2017, permettono inoltre l’immediato abbattimento delle liste d’attesa, liste cresciute a dismisura negli ultimi 24 mesi, e riducono in misura esponenziale i costi della mobilità passiva di questa ASSL a favore dei presidi pubblici e privati del capoluogo».

Il coordinamento territoriale del Sulcis Iglesiente ha altresì segnalato «il totale abbandono della struttura ospedaliera del Santa Barbara di Iglesias, sede dei servizi ambulatoriali, priva della guardiania diurna e notturna, lasciata alla mercé di qualsiasi male intenzionato».

Il coordinamento, infine, ha chiesto all’assessore «il dovuto riconoscimento dell’istituzione della ASL Sulcis Iglesiente, ASL che è stata sempre presente e riconosciuta indispensabile per la peculiarità del territorio, ASL venuta meno con la riforma Pigliaru-Arru-Moirano», convinto che «solo con questo strumento si potrà avere un centro organizzativo e di spesa in sede locale, richiamando i dirigenti preposti alle proprie responsabilità di corretta gestione».

L’assessore Mario Nieddu, come sottolineato all’inizio, ha assicurato che il Sulcis Iglesiente riavrà la sua ASL e, nell’immediato, entro la fine dell’anno (perché nel 2020 le nuove norme non consentiranno più di mantenere le graduatorie aperte), verranno fatte le selezioni per il completamento degli organici, con particolare attenzione alle aree che oggi lamentano le maggiori carenze. In questo modo si dovrebbero superare le emergenze più gravi.

«Il nostro giudizio sull’esito dell’incontro è cautamente positivo – spiegano Rita Melis e Giuseppe Perseu -. Abbiamo apprezzato sia la disponibilità dell’assessore al confronto, sia le rassicurazioni sull’istituzione della ASL del Sulcis  Iglesiente. E, ancora, l’apertura di credito annunciata nei confronti della “Rete”, che sarà chiamata al tavolo al momento in cui verrà avviato il confronto per la Riforma del Servizio sanitario pubblico regionale.»

L’annuncio sul riconoscimento di una ASL al territorio, contiene in sé l’implicita conferma che il Sulcis Iglesiente riavrà anche la sua Provincia.

«Abbiamo rimarcato all’assessore il rischio che un eventuale allungamento dei tempi di approvazione della legge di riordino del sistema degli enti locali, potrebbe provocare un altrettanto lungo iter per l’approvazione della riforma del servizio sanitario – concludono Rita Melis e Giuseppe Perseu – e la sua risposta è stata che una volta che la maggioranza ufficializzerà l’impegno politico per l’istituzione delle nuove Province, compresa quella del nostro territorio, si procederà celermente all’approvazione della riforma del Servizio sanitario pubblico regionale, nel quale sarà compresa anche la ASL del Sulcis Iglesiente.»

Giampaolo Cirronis

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Il tavolo tecnico per l’Aias non è stato chiuso, ma non sta lavorando perché i rappresentanti di Associazione non partecipano alle riunioni. E’ quanto ha affermato l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, sentito stamattina in audizione dalla commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc Cambiamo!), su richiesta del capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus.

L’assessore della Sanità a informato la Commissione di aver avuto notizia dal Tribunale che «adesso, essendo bloccati tutti gli atti ingiuntivi, tutte le somme che l’Ats erogherà all’Aias verranno utilizzate per pagare gli emolumenti ai lavoratori».

Mario Nieddu ha anche comunicato alla Commissione che, nella vicenda Aias, si è inserita anche un’ispezione inviata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che si è tenuta venerdì scorso, di cui però non ha notizie sull’esito. L’assessore della Sanità è stato critico sull’invio degli ispettori in una situazione così delicata e ha affermato che avrebbe gradito maggiore correttezza e garbo istituzionale. Sul tema è intervenuto anche il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, il quale ha voluto sottolineare che il partito che rappresenta non solo non era contrario all’ispezione, inviata dal Ministero, ma che è fondamentale fare chiarezza e tutelare i lavoratori e i pazienti.

Per quanto riguarda le future decisioni della Giunta, l’assessore Mario Nieddu ha spiegato che è necessario capire quali saranno le proposte inserite in sede di concordato e, soltanto dopo, si potranno fare valutazioni concrete. L’assessore ha ribadito che il mandato del Consiglio regionale è stato di andare oltre l’Aias e così si sta muovendo l’Assessorato. Allo stato attuale, è stato chiaro l’assessore, non ci sono però le possibilità per far fronte al servizio offerto dall’Aias ai pazienti residenziali, mentre per gli ambulatoriali sarebbe immediatamente possibile trovare una soluzione alternativa. Anche per quanto riguarda la convenzione, l’assessore ha specificato che non è possibile revocarla, vista la sentenza del Tribunale.

Il vice presidente della Commissione, Daniele Cocco (capogruppo Leu), ha affermato che non crede che gli ispettori del Ministero andranno contro quanto deciso all’unanimità dal Consiglio regionale, né contro quanto deciderà la Giunta e l’assessorato. Daniele Cocco ha sottolineato che il Consiglio regionale è dalla parte dei lavoratori e che bisogna pensare a una soluzione alternativa a quella offerta dall’Aias, garantendo un servizio importantissimo e che non può essere interrotto. Francesco Agus, dopo aver ringraziato l’assessore e il suo staff  per aver risposto tempestivamente alla richiesta di informazione da parte della Commissione, ha auspicato che nella prossima riunione l’Assessore possa presentare al Parlamentino le soluzioni alternative al servizio offerto dall’Aias. Una posizione sottoscritta anche dalla consigliera del M5S, Carla Cuccu. Per Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, ci sono tutte le condizioni per mettere in discussione la convenzione ed è necessario mettere in campo una strategia che porti a soluzioni alternative.

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La commissione Bilancio, presieduta da Valerio de Giorgi (Misto), inizierà da domani (martedì 26 novembre) alle 10.00 l’esame degli emendamenti collegati alla variazione di bilancio contenuta nel Dl n. 74. I lavori proseguiranno nel pomeriggio e nelle giornate successive.

Sempre domani alle 10.00 la commissione Sanità presieduta da Domenico Gallus (Udc) ascolterà le relazioni dell’assessore Mario Nieddu su una serie di argomenti: vertenza Aias, integrazione delle risorse per le borse di studio della scuole di specializzazione di area sanitaria non medica, linee-guida 2019-2020 del Reddito di inclusione sociale (Reis), programmazione, tariffario e requisiti dei servizi per la tutela della salute mentale nei soggetti con disturbi del comportamento alimentare (DCA), linee-guida per la promozione e valorizzazione della figura dell’amministratore di sostegno.

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«Da medico, ancor prima che da assessore, non ho alcun dubbio sul fatto che i vaccini rappresentino uno strumento indispensabile per la prevenzione. La mia posizione sui test prevaccinali aderisce a quella della comunità scientifica. Con la delibera sui rimborsi abbiamo dato attuazione a quanto disposto nell’ultima legge di stabilità. La precedente consiliatura ha previsto – nella legge regionale n.48 del 28 dicembre 2018 al comma 29 dell’articolo 8 – che 200mila euro del Fondo regionale per il sistema integrato di servizi alla persona venissero destinati al rimborso degli esami prevaccino. Stiamo quindi dando attuazione alla legge trasferendo le risorse ai Comuni.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, che aggiunge: «Sorprende e inquieta l’attacco di Pigliaru all’attuale Giunta – con un post sui social, poi rimosso – l’ex presidente dimostra di essersi dimenticato o peggio di non conoscere le leggi approvate dalla sua stessa maggioranza nella precedente legislatura».

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Le famiglie dei bambini della scuola dell’infanzia, delle sezioni primavera e della scuola primaria della Sardegna potranno chiedere i rimborsi delle spese per gli esami prevaccinali. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ha approvato il trasferimento di 200mila euro del Fondo regionale per il sistema integrato dei servizi alla persona ai 25 ambiti Plus dell’Isola, che avranno il compito di assegnare le risorse ai Comuni che hanno indicato il proprio fabbisogno sulla base delle spese prevaccinali sostenute dalle famiglie.

«La misura – spiega l’assessore Mario Nieddu – è rivolta ai bambini che si trovano in condizioni particolari, perché ad esempio affetti da determinate patologie, e per i quali il sospetto che si possano sviluppare reazioni avverse è comprovato.»

Il rimborso potrà essere richiesto nei casi in cui gli esami siano stati prescritti dal pediatra della struttura pubblica vaccinale.

«Con l’erogazione di queste risorse – conclude l’assessore regionale della Sanità – diamo un sostegno alle famiglie in ambito socio-sanitario, valutando sempre come prioritari la sicurezza e l’accessibilità delle cure.»

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«Nella nostra regione le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nella popolazione adulta. La mortalità in lista d’attesa, secondo i riscontri degli operatori del settore, oscilla tra il 5% ed il 7% annuo. Appare pertanto inconcepibile come i pazienti del Nord Sardegna che si rivolgono al centro di cardiochirurgia di Sassari debbano attendere anche dieci mesi per sottoporsi ad un intervento di vitale importanza. Tempi biblici dovuti al fatto che il numero di chirurghi in pianta organica è del tutto insufficiente a soddisfare la domanda del territorio. Le richieste di interventi cardiochirurgici provenienti dal bacino d’utenza del Nord Sardegna sono circa 600 all’anno. Un numero che supera di gran lunga la capacità di offerta del centro cardiochirurgico di Sassari, il quale attualmente riesce a garantire circa 350 interventi all’anno. Una mole di lavoro enorme rispetto alle 180 operazioni che potrebbe garantire considerando l’attuale pianta organica, e che viene tuttavia svolto grazie al lavoro straordinario e non remunerato dei medici, coloro i quali con sacrificio e spirito di abnegazione provvedono a limitare gli effetti devastanti di questa grave carenza in ambito sanitario. Questa situazione sottopone ad un gravissimo stress lavorativo il personale medico e infermieristico ed è facilmente intuibile che non potrà durare a lungo con pesantissime conseguenze per i pazienti in lista di attesa. Il quadro descritto non è fatto di soli numeri, ma di persone che muoiono per la mancanza di posti letto.»

Questa la denuncia della capogruppo del M5S Desirè Manca che attraverso una mozione in Consiglio chiede alla Giunta e all’assessore della Sanità di impegnarsi attivamente per restituire il diritto alla salute ai cittadini sardi troppo spesso costretti ai cosiddetti viaggi della speranza per poter sopravvivere.

«La Giunta e l’assessore della Sanità Mario Nieddu – aggiunge Desirè Manca – devono adottare tutti i provvedimenti necessari affinché le criticità della dotazione organica del personale, quelle infrastrutturali e quelle logistiche che riguardano la carenza di attrezzature, vengano superate in modo da poter fornire un servizio adeguato alle richieste del territorio.»

«La mancanza di pianificazione inoltre – sottolinea la capogruppo dei Cinque stelle – ha importanti ricadute sulla razionalizzazione della spesa sanitaria. Il rimborso per le spese operatorie richiesto dalle regioni alle quali i sardi si rivolgono più spesso, come Lombardia, Toscana, Lazio e Liguria, è più alto in media del 10 per cento rispetto al costo della stessa prestazione nei centri sardi. I viaggi della speranza che i nostri conterranei sono costretti ad affrontare quindi sono pagati ad un prezzo più alto, ma a fronte di questa spesa non vanno incontro a un’offerta qualitativa migliore. Infatti, i dati del Ministero della Salute (AGENAS) che misurano la qualità delle prestazioni erogate in ambito nazionale pongono il centro di cardiochirurgia di Sassari tra i primi in Italia per qualità offerta”.

«La Regione deve tenere conto di questi dati e risolvere con urgenza questa situazione. Dobbiamo tenere a mente che non tutti i sardi hanno la possibilità economica di affrontare le spese per farsi operare fuori dall’Isola – conclude Desirè Manca -, in tanti sono costretti ad aspettare, con la consapevolezza che questa lunghissima attesa potrebbe costare loro la vita.»

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, ha approvato la ripartizione delle risorse stanziate per l’abbattimento delle liste d’attesa. Nell’anno corrente, dei 3,5 milioni individuati nell’ultima variazione di bilancio (in tutto 10,5 milioni nel triennio 2019-2021), il 78% andrà all’Ats, l’8% all’Aou Sassari, il 6% all’Aou Cagliari e il restante 8% all’’Azienda Ospedaliera Brotzu. Percentuali d’assegnazione che potranno essere riviste negli anni successivi sulla base dei monitoraggi dei tempi d’attesa per le prestazioni erogate dalle strutture pubbliche del sistema sanitario regionale.

Con lo stesso obiettivo saranno impiegati ulteriori 11 milioni di euro, risorse non spese da Ats e per cui la Regione ha già disposto l’utilizzo per il potenziamento della produttività dei servizi sanitari su tutto il territorio.

«Abbiamo aggiunto – spiega l’assessore Mario Nieddu – un altro tassello fondamentale sulla strada che abbiamo tracciato con l’obiettivo di ridurre drasticamente i tempi d’attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie nell’isola. La ripartizione delle risorse è stata decisa in accordo con le aziende e in base alla loro capacità di incrementare il numero di prestazioni.»

Una misura che il titolare della Sanità regionale definisce: «Prioritaria e attesa dai cittadini. Negli ultimi anni i tagli lineari ai servizi e il blocco del turnover hanno prodotto tempi d’attesa non più sostenibili. Vogliamo dare un forte segnale di discontinuità col passato e riprendere a investire sulla salute dei cittadini».

Il potenziamento riguarderà tutti i servizi (ospedalieri e ambulatoriali, visite specialistiche ed esami strumentali) indicati nel Piano nazionale di gestione delle liste d’attesa. «Nei prossimi giorni – precisa Mario Nieddu – sottoscriveremo i protocolli operativi con le aziende sanitarie e saremo in grado di dettagliare il piano di potenziamento per ciascun presidio, siano essi ospedali o poliambulatori.»

A beneficiare delle misure per la riduzione dei tempi d’attesa non saranno solo le nuove prenotazioni: «Abbiamo dato indicazione affinché siano potenziate le segreterie dei Cup – conclude Mario Nieddu – una misura che ci permetterà di rimodulare i tempi d’attesa anche per le prenotazioni in corso».

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«La prevenzione e la diagnosi tempestiva sono strumenti fondamentali per garantire la salute dei cittadini e un alto livello della qualità della vita, specie nella terza età, e devono essere al centro della strategia di politica sanitaria del Paese.»

Lo ha dichiarato l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, dal palco del Palacongressi di Rimini, dove è intervenuto nel corso dell’VIII Congresso nazionale Senior Italia FederAnziani, a cui hanno partecipato le principali organizzazioni mediche e scientifiche italiane e i rappresentanti delle istituzioni regionali e nazionali.

«Come Regione Sardegna – ha precisato Mario Nieddu – puntiamo sulla prevenzione primaria e secondaria come metodo per garantire un sistema sanitario sostenibile. Una sostenibilità che non può essere raggiunta dai tagli lineari e, quindi, da una riduzione dei servizi erogati, ma deve avere le sue basi nelle buone pratiche rivolte a impedire quanto più possibile l’insorgere delle malattie.»

L’assessore regionale ella Sanità ha poi affrontato il tema dello screening e della diagnosi tempestiva, che definisce «strumenti di prevenzione indispensabili in tutte le età». 

«Oggi – aggiunge Mario Nieddu – viviamo ovunque la situazione drammatica dovuta ai tempi d’attesa. In Sardegna stiamo lavorando per rimuovere quello che oggi rappresenta un grande ostacolo per l’accesso alle cure. Vogliamo dare un forte impulso in questo senso, investendo risorse per aumentare il volume dei servizi sanitari erogati – conclude l’assessore regionale della Sanità -, nella consapevolezza che ogni euro speso per fare prevenzione si traduce in risparmio, sia in termini di salute per i cittadini sia per i minori oneri in relazione al nostro sistema sanitario.»

bty

 

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«Siamo convinti del ruolo centrale che le campagne di informazione e di sensibilizzazione svolgono nell’ambito della prevenzione. L’iniziativa che partirà lunedì si rivolge a tutti e in particolare ai giovani. Anche se in Italia i dati registrano un calo delle diagnosi di Hiv non dobbiamo abbassare la guardia e far conoscere l’importanza dei rapporti protetti e del test, specie per chi non lo ha mai fatto.»

Lo dice l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, che questa mattina, a Cagliari, ha partecipato all’incontro di presentazione della campagna “L’Hiv riguarda tutti, possiamo fermarlo”, realizzata da Lila Cagliari (Lega Italiana per la lotta all’Aids) in collaborazione con la Regione Sardegna, che partirà il 1 dicembre in occasione della giornata mondiale contro l’Aids.  

«Una malattia, l’Hiv, con forti ricadute – precisa Mario Nieddu – anche sul piano sociale. Una corretta informazione ai cittadini, anche a fronte dei progressi scientifici relativi alle cure, può aiutare a combattere i pregiudizi e luoghi comuni nei confronti delle persone malate.»

Sul tema della prevenzione a tutto campo l’assessore della Sanità ha ricordato: «È un’impostazione in cui crediamo con forza. La prevenzione è il paradigma di ogni sistema sanitario moderno ed efficiente, nonché unico modo di fare risparmio sano».     

bty