25 April, 2024
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«No a un nuovo centro di smistamento ed identificazione migranti in Sardegna (hotspot). Si rientri immediatamente nella quota di accoglienza prevista e concordata a suo tempo (2%), e sforata dagli ultimi sbarchi registrati nell’Isola a causa di una Giunta regionale servile nei confronti del Governo centrale, a sua volta obbediente e con il capo chino di fronte ai diktat dell’Europa. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru si attivi immediatamente per scongiurare i piani del governo di Matteo Renzi (contenuti nel documento programmatico di bilancio 2017, attualmente al vaglio di Bruxelles) che, in virtù di una probabile crescita del flusso migratorio nell’area del Mediterraneo, propongono lo stanziamento di nuove risorse e la creazione di ulteriori hotspot, inserendo anche la Sardegna tra le Regioni “idonee”. Se questi sono gli effetti della Finanziaria notificata a Bruxelles, ne facciamo volentieri a meno.»

Lo scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Lo scenario delineato dal Governo è ancora una volta il frutto di un atteggiamento prono di fronte a un’Europa che lascia sola l’Italia a gestire un fenomeno che riguarda tutto il continente europeo – aggiunge Ignazio Locci -. Se da una parte Matteo Renzi fa finta di alzare i toni, dall’altra non fa nulla per cambiare registro. Ma anzi, proprio nella manovra all’esame di Bruxelles, ipotizza un incremento delle risorse e la creazione di nuovi hotspot. Quanto alla Sardegna, non ci sono le condizioni per realizzare i programmi Renziani. La Sardegna, è evidente, non è la terra che ambiscono a raggiungere i migranti e, soprattutto, non abbiamo più gli spazi per l’accoglienza. È arrivato il momento che Pigliaru faccia sentire le nostre ragioni per cambiare uno scenario futuro che non promette niente di buono. Speriamo vivamente – conclude Ignazio Locci – che questa Finanziaria non consegni questo nuovo (pacco) regalo ai sardi.»

Barchino migranti

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Il Governo ha assegnato 78 milioni ai comuni sardi per la riqualificazione delle periferie.

«I Comuni sardi “sbancano” il bando del governo Renzi per la riqualificazione delle periferie. Tutti i progetti presentati dalle amministrazioni della Sardegna sono stati infatti ammessi al finanziamento e così i nostri Enti locali avranno a disposizione complessivamente 78 milioni di euro per riammodernare aree e quartieri, rendendo le nostre città più vivibili e sicure – commenta Gavino Manca, consigliere regionale del Partito Democratico -. Non ho timore a definire la notizia un risultato straordinario che dimostra una volta di più, l’attenzione del Governo italiano e del suo presidente, Matteo Renzi, per le vicende della nostra Sardegna, se è vero come è vero che ai Comuni dell’Isola sono state assegnate oltre il 3.75% del totale delle risorse a disposizione (oltre due miliardi di euro) con una percentuale per abitante, quindi,  ben al di sopra della media italiana.»

Gavino Manca

 

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“Referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo, le ragioni del No”. E’ il tema dell’incontro convocato per venerdì 14 ottobre, dalle 18.00 alle 20.00, presso il ristorante Antico Borgo di Narcao, organizzato dal Comitato per il No del Sulcis Iglesiente. L’obiettivo è fare chiarezza sui motivi per i quali sostenere convintamente il No alla consultazione popolare sulla riforma costituzionale promossa dal Governo di Matteo Renzi. Il Comitato per il No del Sulcis Iglesiente è composto dal consigliere regionale Ignazio Locci e dai consiglieri comunali Daniela Garau di Carbonia; Rossano Loddo di Portoscuso; Andrea Tunis di Narcao e Simone Saiu di Iglesias. Al dibattito parteciperanno, inoltre, altri amministratori locali del territorio. Sono invitati tutti i cittadini che vogliono fare chiarezza sul perché votare No.

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Gian Pietro Dal Moro

Tanto tuonò che piovve. Constatata l’impossibilità di dirimere lo scontro tra le due componenti del Partito Democratico nell’Isola per l’elezione del nuovo segretario regionale dopo le dimissioni dell’europarlamentare Renato Soru, su esplicita richiesta dell’Assemblea regionale, il vicesegretario nazionale del partito Lorenzo Guerini, su mandato del segretario nazionale Matteo Renzi, ha nominato il presidente della Commissione nazionale di Garanzia, il deputato veneto Gian Pietro Dal Moro, garante per la gestione del tesseramento 2016 e per tutta l’attività politica ed istituzionale in vista del prossimo Congresso regionale fissato per la fine del prossimo mese di febbraio e della campagna referendaria.

Per il PD sardo, alle prese con una crisi d’identità profonda dopo le pesantissime batoste elettorali subite alle ultime amministrative che hanno avuto nella perdita, per la prima volta, della guida del comune di Carbonia da parte del centrosinistra, il segnale più forte, è quello di resa che mortifica l’autonomia da sempre rivendicata.

Simbolo PD

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In Consiglio regionale si è svolta oggi la seduta Statutaria. La seduta si è aperta sotto la presidenza del vicepresidente del Consiglio regionale Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito, ha preso la parola il presidente della Regione Francesco Pigliaru per le dichiarazioni sul “Patto per la Sardegna” ai sensi dell’articolo 120 del Regolamento.

Il presidente Pigliaru, in premessa, ha espresso soddisfazione per l’opportunità  di illustrare il provvedimento firmato lo scorso 22 luglio con il premier Renzi, uno strumento importante per lo sviluppo dell’Isola – secondo il presidente – che introduce diversi elementi di novità nei rapporti tra Stato e Regione: «Ci saremmo potuti accontentare di un miglioramento della programmazione congiunta delle risorse del Fondo europeo per lo sviluppo e la coesione, come altre regioni hanno fatto. Il Patto è molto di più di questa ordinaria metodologia di programmazione. Abbiamo ottenuto risorse aggiuntive che vanno oltre i 1500 milioni di euro (12,9% della quota parte della Sardegna del FSC). Risorse che serviranno per affrontare problemi strutturali ancora irrisolti».

Per Pigliaru le risorse del Patto dovranno essere utilizzate per provare a risolvere il problema dell’insularità che rappresenta oggi il principale vincolo allo sviluppo dell’Isola. «E’ un problema ancora più sentito oggi nell’era di internet. Oggi il gap dei trasporti con il resto dell’Italia è persino peggiorato. Si pensi alle forme di mobilità flessibile come il car sharing o il bla bla car meccanismi difficilmente utilizzabili senza un sistema di connessione efficiente».

Il presidente della Regione ha quindi ricordato i contenuti del dossier consegnato al premier Renzi il 28 maggio del 2015: «Anziché fare un elenco di lamentazioni nel dossier abbiamo cercato di misurare, nel modo più preciso possibile, i costi dell’insularità. Ci siamo focalizzati su tre aspetti: continuità territoriale, mobilità interna  ed energia».

Sulla continuità, Pigliaru ha ricordato che lo Stato ha riconosciuto alla Sardegna un contributo annuale, in via sperimentale, di 30 milioni di euro (120 nel quadriennio) da utilizzare per cercare di costruire un modello migliore.

Sulla mobilità interna (ferro e strade), per la prima volta, la Regione partecipa in modo paritario alla programmazione. «Abbiamo avviato il confronto con le Ferrovie e l’Anas con l’obiettivo di intervenire sulle infrastrutture per migliorare la rete e avvicinare tra loro i grandi punti strategici della Sardegna, come i tre aeroporti, e rendere decenti i tempi di percorrenza. Sul ferro ci sono nel Patto 225 milioni di euro che si sommano a investimenti già programmati per 120 milioni. Cosa si farà? Alcune risorse potranno essere spese subito per mettere in sicurezza i passaggi a livello e adeguarli alle nuove tecnologie. Altre serviranno per interventi sul materiale rotabile in modo da consentire ai treni di viaggiare meglio ed eliminare i disagi. Ci saranno infine interventi strutturali per la modifica dei tracciati con l’obiettivo di ridurre a poco più di due ore il tragitto da Cagliari a Sassari e a due ore e venti quello da Cagliari a Olbia con tre sole fermate. Ciò che interessa è il rinnovato interesse per il ferro. Quanto alle strade – ha proseguito Pigliaru – sono disponibili 162 milioni di fondi europei di cui 50 per la manutenzione ordinaria. Altri 435 milioni sono stati individuati nel contratto di servizio dell’Anas 2016-2017 per interventi che riguardano la SS 554, la Olbia-Palau e la manutenzione straordinaria sulla rete viaria. In totale sul trasporto gommato saranno disponibili 597 milioni di euro».

Sul fronte energetico, il presidente ha sottolineato l’importanza degli impegni assunti dal Governo per favorire la metanizzazione dell’Isola. «Lo Stato si impegna a finanziare la dorsale sarda, punto essenziale del progetto di metanizzazione – ha detto Pigliaru – abbiamo inoltre pattuito una garanzia contro il rischio di un aumento improvviso del prezzo del metano. In caso di rincaro dei prezzi lo Stato garantirà le compensazioni per consentire ai sardi di avere il metano allo stesso costo del resto d’Italia. L’intervento complessivo per l’energia è di 1,5 miliardi di euro».

Francesco Pigliaru, infine, si è soffermato sul Fsc ordinario: «Ci sono interventi per infrastrutture sociali, sanità, istruzione, ambiente, dissesto idrogeologico, ammortizzatori sociali, turismo e cultura – ha affermato il capo dell’esecutivo – la strategia adottata è stata quella di privilegiare il completamento di programmazioni regionali già definite, come il programma regionale di sviluppo. 36 milioni serviranno per la metropolitana Sassari, 20 milioni per il collaudo della linea ferroviaria Senorbì-Sassari. Sulla sanità l’investimento è di 200 milioni di euro: 75 per il Policlinico di Monserrato, 100 il completamento del complesso del complesso ospedaliero di Sassari, 25 per il Brotzu».

Tra gli altri interventi, Pigliaru ha ricordato quelli per l’istruzione (oltre 80 milioni per completare gli interventi sull’edilizia scolastica, 50 milioni per le università di Sassari); per il settore idrico (50 milioni per messa in sicurezza di alcune dighe. 68 milioni per la riduzione delle perdite nelle condotte, altri milioni per il sistema irriguo); per il superamento del rischio idrogeologico da alluvione (circa 90); per la bonifiche dall’amianto di strutture pubbliche abbandonate (15). Particolare attenzione sarà poi riservata alle azioni per combattere lo spopolamento delle zone interne attraverso i fondi per la programmazione territoriale che ammontano a circa 15 milioni di euro. Ci sono, inoltre, 24 milioni per sbloccare la situazione dei cantieri de La Maddalena.

Pigliaru, infine, ha ricordato che altri 168 milioni saranno destinati al Patto per la Città Metropolitana di Cagliari che sarà firmato prossimamente e per il quale ci sono già stati diversi incontri tecnici.

Ha quindi preso la parola il consigliere dell’UDS Mario Floris che, nel suo intervento, ha espresso forti perplessità sui contenuti del Patto per la Sardegna, definendolo “Pacco per la Sardegna”. Floris ha poi rivolto un invito alla riflessione su quale percorso intraprendere per risolvere le difficoltà che attanagliano tutti i settori della società sarda. «Non entro nel merito dei filoni di spesa che potrebbero anche essere condivisibili – ha detto Floris – non è questo il problema, il nodo è il patto che Renzi e il Governo hanno riservato all’intero Mezzogiorno sottraendo gran parte delle risorse inizialmente stanziate dal fondo di coesione europea. Quel fondo è stato rifinanziato dalla legge di stabilità con oltre 54 miliardi, di questi sono rimasti solo 25 miliardi di cui 13 destinati al Sud e alle Isole, riservando 12 miliardi alla presidenza del Consiglio dei Ministri e alla cabina di regia. Al Patto per la Sardegna rimarrà una misera fetta, appena 1,5 miliardi, il 12,9% del Fondo, appena il 3% della cifra originaria».

Secondo Floris, il Patto è solo “un pannicello caldo” che tiene la Sardegna in una condizione di subalternità. «La vera partita da risolvere è quella delle entrate, una battaglia appena accennata -– ha concluso Floris – i partiti nazionalitari presenti in Consiglio e nella maggioranza dovrebbero prendere coraggio e affrontare con fermezza questa battaglia».

Per Marco Tedde (Forza Italia) il Patto non affronta il problema dell’insularità. «Ci pare invece un’operazione di grande riciclo finanziario, una sorta di illecito politico, un vero e proprio pacco per la Sardegna – ha detto Tedde – ricordiamo che nella relazione al Def il ministro Padoan aveva previsto di spendere 13 miliardi di euro per il Sud. Renzi ha assunto invece impegni per 22 miliardi. Non sappiamo come abbia fatto a raddoppiare le risorse e cosa succederà».

Secondo Tedde, il Patto è solo un’operazione di marketing: «I fondi aggiuntivi per ora sono solo promessi, sono di gran lunga inferiori a quelli prospettati. Le risorse ordinarie invece le stiamo aspettando da tempo. La verità è che non si è affrontato il vero nodo: i costi dell’insularità ammontano a circa 600 milioni all’anno. Non vengono ricompresi nel Patto né risarciti. Il vero dramma dei sardi è l’isolamento». Il consigliere azzurro ha quindi puntato l’attenzione ai problemi del sistema dei trasporti (low cost e Ct2) lamentando il mancato coinvolgimento del Consiglio nella partita che ha portato alla firma del Patto: «C’è poco da gioire. Non avete coinvolto l’Assemblea. Non si può relegare i consiglieri a un ruolo di semplici alzatori di mano. Il risultato è opaco. Serve la continuità territoriale passeggeri e merci che renda davvero la Sardegna un’appendice dell’Italia. Il Patto invece ricicla stanziamenti vecchi, si fa un semplice restyling e un po’ di gazzosa. Complessivamente è una gigantesca operazione truffaldina di cui è vittima tutto il Mezzogiorno. E’ il risultato dello scippo del FSC: 17 miliardi tolti al Sud e destinati ad altro (banda larga, cultura e ricerca)».

Tedde si è poi soffermato sui 38 milioni di euro per l’ampliamento dell’inceneritore di Tossilo: «E’ una beffa – ha detto l’esponente della minoranza – si finanzia un’opera nonostante una sentenza del Tar che ha annullato il procedimento e nonostante un odg del Consiglio regionale che prevedeva di subordinare il progetto Tossilo al piano regionale dei rifiuti. Il presidente intende rispettare la sentenza del Tar e il deliberato del Consiglio?».

Un accenno, infine, sulla governance: «Nel Patto, la Regione viene relegata in un cantuccio – ha concluso Tedde – la gestione è tutta dello Stato, non si tratta di un Patto ma di un pacco».

Dopo l’on. Tedde ha preso la parola l’on. Truzzu (Fdi), che ha detto: «Siamo davanti a un remake e non è la prima volta che ci raccontano che lo Stato è sul punto di riconoscerci chissà quali risorse. Purtroppo abbiamo visto che non è così. I numeri ci danno da pensare, perché a leggerli bene scopriamo che questi soldi ci spettavano in gran parte o sono comunque già nostri. Le risorse nuove sono pari a 90 milioni, secondo i nostri conti. Lo Stato si sta impegnando a finanziare la  dorsale del metano ma come si impegna si può anche disimpegnare, lo abbiamo visto in altre circostanze. Nel frattempo da quest’anno i sardi pagano ancora più caro il gpl nel 2016: e meno male che dovevamo essere compensati per la mancanza del metano!. L’oratore ha aggiunto che il Comitato di indirizzo che dovrebbe monitorare questo accordo è in larga parte composto da rappresentanti del Governo centrale: con queste premesse quale gap creato dall’insularità dovremmo riuscire a superare? Non è con queste poche risorse che risolveremo i problemi: la Sicilia e la Puglia hanno preso 5 miliardi di euro, la Campania 9 e 4 la Basilicata, che pure non ha i nostri abitanti».

Per l’on. Locci (Forza Italia) «il Patto per la Sardegna è roba vecchia che non serve manco ad occupare le pagine dei giornali sardi. E in ogni caso in questa iniziativa non è stato coinvolto né il Consiglio regionale né i territori né gli enti locali, che sono la vera espressione dei territori. Non è un Patto per la Sardegna questo ma la decisione del Governo che la Regione sta subendo, al di là dei colori di chi governo. Siamo al fallimento del principio di leale collaborazione. Forse tra quindici anni saremo ancora qui a parlare di questo accordo e se anche non voglio essere distruttivo, se anche non voglio sminuire questo accordo, sono convinto che i sardi non abbiano l’anello al naso e non si ritrovino in questa pianificazione».

 Per l’on. Roberto Deriu (Pd) «un uomo coraggioso non è uno che non ha paura ma uno che vince le sue paure. Il presidente Pigliaru temeva di incontrare ostacoli nel suo processo di riforma della Sardegna. Temeva difficoltà amministrative e organizzative davanti al suo grande piano di sviluppo e di occupazione della Sardegna, in un quadro di sostenibilità ambientale. Questo spiega alcune norme del Patto che impegnano lo Stato a stare a fianco della Regione nell’esecuzione del Patto e nella spesa degli investimenti. E’ un circuito di grande lealtà istituzionale e di impegno quello promosso dal presidente Pigliaru, non una scelta del giorno per giorno. Questo è un piano che ha un’ambizione storica: la modernizzazione dell’Isola, supportata da enormi risorse finanziarie, enormi anche rispetto alla capacità che a oggi le strutture amministrative della Regione hanno mostrato». Per l’esponente nuorese del Pd  “far ripartire un ciclo virtuoso di collaborazione non sarà facile ma qui si giudica lo sforzo della trattativa con lo Stato, di un negoziato che non ha nascosto alla controparte i parametri oggettivi. Oggi abbiamo un orizzonte operativo”.

Forza Italia è intervenuta anche con il consigliere regionale Stefano Tunis, secondo cui “alcuni degli elementi soggettivi appena evidenziati dall’on. Deriu dovranno essere stralciati. Lo stesso presidente Pigliaru cita il suo interlocutore come Matteo Renzi, sul piano personale: non si è trattato di un rapporto  tra due istituzioni ma tra due persone. E che ne sarà di questo patto quando una sola delle due persone non sarà più alla guida della sua istituzione, come noi ci auguriamo? Un pezzo di lavoro, certo, è stato fatto: è importante ricordare che la Sardegna è un’isola, vuol dire che è stata riconosciuta l’insularità.  Ma il merito della discussione è errato e i numeri espressi sono insufficienti rispetto ai problemi di questa martoriata isola. Superare il gap dell’insularità vuol dire che un sardo deve poter arrivare in Italia e girarla agli stessi prezzi, cioè a 50 euro in tutta Italia. E questo ai sardi oggi non è consentito. Per non parlare dei costi dei trasporti merci”.

L’on. Luigi Lotto (Pd) ha ironizzato sulla “vena di ottimismo e di fiducia del precedente intervento. Eppure è da tanto che in Sardegna non si parla di un Patto con il governo centrale. Ma l’accordo di oggi, tra il presidente della Regione e il capo del Governo, che sono persone ma rappresentano istituzioni, indica i problemi della Sardegna e crea le premesse perché si inizi a risolvere le questioni. A cominciare dal metano e dalla continuità territoriale. Solo se si costruiscono le condizioni e se sono presenti le risorse saremo davvero in grado di affrontare realisticamente i problemi della Sardegna. Questo è un accordo importante e il fatto che ci siano i soldi è la più importante garanzia: spetta anche a noi adesso dimostrare che sappiamo spenderli”.  

Per i Riformatori è intervenuto l’on. Michele Cossa: “Vorrei condividere la gioia dell’onorevole Lotto e l’entusiasmo dell’onorevole Deriu ma francamente non ci riesco. Siamo davanti al solito doppione di somme rimescolate, di numeri vecchi, presentato come un Patto totalmente nuovo. Non me la prendo con il presidente Pigliaru ma con quell’impareggiabile venditore di fumo che risponde al nome di Matteo Renzi. Nel 2017 ci risulta che arriveranno 281 milioni e di questi più di 200 sono per il fondo di sviluppo e coesione, già peraltro finanziato. Dunque, già in mano nostra. Dove sono le risorse aggiuntive? Quali sono? I trenta milioni di euro per la continuità territoriale? Ma quello è un nostro diritto, che deve essere garantito agli stessi costi degli altri italiani”. Per l’oratore “il tema vero, se lo Stato ci vuole così bene, sono le risorse che ci trattiene con gli accantonamenti. Quei soldi ci devono essere restituiti, altrimenti nessun Patto avrà mai senso”.

Sempre per il Pd l’on. Antonio Solinas ha detto: “In passato il confronto con lo Stato non si è registrato ma oggi ne discutiamo. Un accordo tra istituzioni che vanno oltre le persone che le rappresentano. Ci sta tutta la polemica della minoranza, certo, ma il risultato è davvero questo ed è anche il caso che vi mettiate d’accordo tra voi. La sfida di oggi è spendere velocemente queste risorse e mi aspettavo che l’opposizione ci stimolasse sul punto. Dobbiamo far correre la burocrazia regionale e in settimana discuteremo proprio una proposta di legge incentrata sull’accelerazione della spesa  della Regione”. L’oratore ha detto che “è innegabile una sfida, quella di una continuità territoriale efficiente. Anche l’agricoltura è una grande opportunità, se la mettiamo nelle condizione di essere competitiva, realizzando le infrastrutture che i consorzi di bonifica attendono da troppo tempo”.

Il capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula, ha svolto un intervento a tratti critico nei confronti del presidente della Giunta in riferimento “al merito e al metodo” adottato per la stesura del “Patto per la Sardegna” («molte cose le condividiamo ma altre ci lasciano perplessi»). L’esponente della maggioranza ha quindi lamentato lo scarso coinvolgimento delle forze di governo e dell’intero Consiglio nella stesura del patto («come forza di maggioranza abbiamo saputo dell’esistenza del documento solo a margine di un incontro e senza che ci sia stata la condivisione delle forze politiche nelle sedi opportune»).

Usula ha affermato di condividere alcuni rilievi critici mossi dalla minoranza consiliare in ordine al tema dei rifiuti con particolare riferimento al finanziamento destinato a Tossilo. Il capogruppo Rossomori ha inoltre insistito sulla incertezza delle risorse («sono risorse vere o si tratta di promesse dello Stato?») ed ha domandato: «Che cosa significa che le risorse verranno assegnate sulla base della reale disponibilità?». Usula ha ribadito le linee guida degli interventi secondo i Rossomori: «Sovranità e lavoro, le due cose sono inscindibili perché salvaguardare la sovranità significa avere la consapevolezza di quali settori sviluppare per la crescita e l’occupazione». Il capogruppo del centrosinistra ha quindi definito “scarsi” i trenta milioni indicati nel “patto” per il comparto dell’agroalimentare ed ha auspicato più risorse dalla programmazione territoriale, per il settore e per il recupero e riutilizzo di terre pubbliche e demaniali, per il patrimonio edilizio pubblico, per centri storici, per il  risparmio energetico. Usula ha concluso dichiarando che lo “spopolamento” rappresenta la vera piaga della Sardegna.

Il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha affermato in premessa del suo intervento che “le risorse aggiuntive sono sempre gradite ma il problema è come spenderle”. L’esponente della maggioranza ha auspicato una regia unica nella spendita delle risorse e non una semplice suddivisione di fondi tra i diversi assessorati.  «Le risorse – ha dichiarato il capogruppo – devono essere spese alla presenza di piani industriali settoriali ed utilizzate sotto il controllo del presidente della Giunta».

Il capogruppo Upc-Socialisti, Pierfranco Zanchetta, ha affermato che “il bicchiere non è mezzo pieno o mezzo vuoto, perché il bicchiere è stato riempito con tre miliardi di euro ed è su questo che bisogna ragionare”.  L’esponente della maggioranza ha espresso un giudizio positivo sull’operato del presidente della Giunta («ha saputo illustrare al governo il gap Sardegna per compensare i costi dell’insularità») ed ha auspicato un confronto sul merito degli interventi che attengono questioni fondamentali come le infrastrutture, la continuità territoriale e i collegamenti ferroviari. Zanchetta ha quindi rimarcato l’entità delle risorse per la metanizzazione dell’Isola ed ha posto l’accento sulla necessità di approfondimenti per il cosiddetto sistema del mare: «E’ una risorsa che rischia di essere compromessa e che dobbiamo avere la capacità di governare anche con riferimento al turismo e all’ambiente». Il capogruppo del centrosinistra ha concluso con un riferimento agli interventi attesi alla Maddalena («bisogna riappropriarsi dei siti dell’ ex G8») ed in Gallura («mi auguro che la strada Olbia-Arzachena-Palau-Santa Teresa sia considerata un’opera primaria»).

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha definito il confronto in Aula “un ragionamento sciapo come d’altronde lo è il cosiddetto Patto per la Sardegna”. L’esponente della minoranze ha ripreso i rilievi critici mossi dal consigliere Usula in ordine allo scarso coinvolgimento del Consiglio sui contenuti del documento e quelli del decano dell’Aula, Mario Floris, per affermare che “il presidente del Consiglio Renzi, anche in Sardegna, vende le cose che non ha”.

Dedoni ha domandato con tono polemico dove siano “le risorse aggiuntive di cui si parla” ed ha definito “un errore” l’aver ritirato, a suo tempo, i ricorsi sulla vertenza entrate.  Il consigliere dei Riformatori ha poi svolto considerazioni non positive in ordine alla politica dei trasporti ed alle scelte che, a suo giudizio, penalizzerebbero gli scali aeroportuali minori di Oristano e Tortolì («Bisogna far funzionare tutti e cinque gli aeroporti della Sardegna»).

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha invece difeso l’operato del presidente della Regione e i contenuti del “Patto per la Sardegna” rimarcandone la coerenza con quanto approvato dal Consiglio in occasione del via libera al piano regionale di sviluppo. «Questo – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – è un patto serio e non abbiamo mai smesso di contestare il governo sulla vertenza entrare, dove dobbiamo tenere sempre alta l’attenzione». Daniele Cocco ha escluso “passi indietro” nel confronto con lo Stato: «I problemi della Sardegna non si possono risolvere col patto ma questo è un inizio che va di pari passo con le riforme che abbiamo messo in campo». Il capogruppo di Sel ha concluso ricordando gli impegni per le zone interne e esprimendo favore per il “master plan delle zone interne” («il problema vero resta  lo spopolamento e su questo serve agire attraverso il rilancio dell’azione della giunta e con le risorse del bilancio regionale»).

Dopo il capogruppo di Sel Daniele Secondo Cocco è intervenuto Christian Solinas (Psd’az) che ha ricordato che durante la seduta di esordio in aula della giunta Pigliaru, il presidente aveva fatto appello alla sobrietà. Solinas ha chiesto al presidente della Regione, proprio in virtù di questa sobrietà, di prendere le distanze da questa “soap opera da propaganda”. Io non credo – ha detto Solinas – che questo patto per la Sardegna possa essere una risposta al dossier presentato dalla giunta Pigliaru al governo nazionale. L’esponente sardista è stato molto critico nei confronti del  presidente del Consiglio dei ministri. Per Solinas, Renzi ha fatto una grande opera teatrale presentando 8 patti per le regioni e 8 patti per altrettante città. E la  Sardegna non può partecipare a questa farsa. Le risorse sbandierate  vere e  aggiuntive sono poco più di  8 milioni. Poca cosa anche rispetto al piano di azione e coesione del 2011. Se delle risorse devono essere assegnate alla regione Sardegna – ha continuato Solinas – devono essere risorse libere non fondi che devono servire per finanziare gli enti dello Stato. Quindi, per il consigliere dei quattro mori , un’operazione di verità sui conti va fatta ed è necessario un impegno straordinario. 

Roberto Desini (Partito dei sardi) ha sottolineato che questo è il primo governo regionale che rivendica l’insularità. Non c’è più un confronto con il governo al rialzo con il cappello in mano ma c’è la consapevolezza che l’insularità può essere un elemento su cui costruire il futuro della nostra terra. E’ necessario però cercare di invertire la rotta, cambiare mentalità ed atteggiamento. Spesso – ha continuato Desini – sono stati sottoscritti patti, protocolli e intenti che  non sono stati messi in pratica perché facevano parte di un libro dei sogni. Questa volta, per la prima volta, abbiamo parlato di bisogni. Certo, non si può abbassare la guardia, è necessario controllare perché il patto  sia attuato. Noi crediamo in questa sfida. Cogliamo questa occasione. 

Gianluigi Rubiu (Udc Sardegna)  ha detto che il termine patto significa “fare la pace” . Il patto è un  accordo tra due persone:  tra il  delinquente e l’ offeso.  Quindi è un accordo stretto con lo Stato patrigno.  Il fatto nuovo  – ha aggiunto ironicamente –  è che finalmente ci siamo resi conto che la Sardegna è un’isola. Con tutte le difficoltà che questo comporta. L’esponente dell’Udc è stato molto critico con questo accordo. Con questo patto abbiamo fatto un passo indietro perché negli anni 80 la Sardegna si è confrontata con lo Stato con intese istituzionali. Oggi non c’è stata concertazione, si è firmato un patto tra due persone. Non vorremmo che questo “patto” diventi un “pacco” messo in piedi con risorse virtuali. Questo patto è irrealizzabile e non riuscirà in questo mandato a realizzare le grandi opere previste. La preoccupazione maggiore è che questo patto rimanga solo un’elencazione di promesse.

Pietro Cocco (Pd) ha invitato tutti a tenere un profilo composto. Mentre noi parliamo di numeri – ha detto – i consiglieri della minoranza si dividono tra chi ha un approccio vittimista (che non porta da nessuna parte) e un approccio da guerriero. La nostra scelta è stata quella di stringere un patto,   cioè un accordo tra il presidente Renzi e il presidente Pigliaru. Ma questo è solo l’inizio di un percorso che porterà a mettere in piedi progetti e a fare opere concrete.

Pietro Pittalis (Forza Italia) ha lamentato la mancanza di una concertazione preventiva. Per il capogruppo di Forza Italia l’unico dato certo è che questo patto è uno strumento che serve a Matteo Renzi per firmare “patti patacca”. Ragionare su delle risorse che sono già nostre – ha detto – è inutile. Per Pittalis in questo patto è chiarissima la esautorazione del ruolo e delle funzioni del governo sardo. Noi non ci stiamo – ha concluso – a contrabbandare come nuove risorse che appartengono già ai sardi. Tutte le risorse sono fondi  già assegnati. Ma quindi di cosa andiamo a vantarci? Non possiamo vantarci di cose che non ci sono. Si nota solo la logica dello stanziamento. Se i sovranisti sono contenti di essere la stampella del governo Renzi, facciano pure.

«Siamo in tempi di politica post fattuale, cioè di una politica che tende ad ignorare i fatti e oggi abbiamo avuto un bell’esempio di questa politica con gli interventi della minoranza». Così il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, nel corso del suo intervento in sede di replica, ha respinto le critiche mosse dai rappresentanti della minoranza consiliare. «I fatti – ha proseguito il capo dell’esecutivo – in questo momento sono numeri reali ed è inutile fare i calcoli col bilancino dei fondi Fsc ignorando il dato fondamentale e cioè che i 1.500 milioni di euro sono solo una parte delle risorse definite nel patto, perché si deve parlare di oltre di tre miliardi di euro». Il presidente della Giunta ha quindi elencato le risorse contenute nel documento sottoscritto con il Governo: «Oltre ai 1500 sui fondi Fsc, ci sono i 600 milioni per le strade, i 125 per le ferrovie, i 400 milioni della dorsale per il metano, un miliardo e mezzo di euro di risorse aggiuntive per garantire l’identico prezzo del metano in Sardegna rispetto al costo sostenuto nel resto dell’Italia».

Il presidente Pigliaru ha poi evidenziato che nella precedente legislatura la quota di fondi Fsc arrivati effettivamente in Sardegna è stata pari al 10% e che la Giunta da lui presieduta ha innalzato di oltre 2 punti percentuali tale importo, così come tra  il 2009 e il 2014 non si sono registrati stanziamenti statali per la continuità territoriale, per il metano o le ferrovie.

Il governatore ha quindi ricordato che si è quantificato il costo dell’insularità («600 milioni di euro, 400 dei quali imputabili al maggior costo dell’energia per l’assenza del metano») ed ha evidenziato la novità presente nel patto rappresentata dalla possibilità offerta alla Regione di “entrare nella definizione dei contratti di servizio con Anas e Rfi”.

Quanto alla certezza delle risorse, il presidente della Giunta ha affermato che entro il 2017 devono essere spesi circa 300 milioni di euro e che gli stanziamenti sono già stati deliberati dal Cipe (delibere n. 25 e 26) e che si è in attesa della “bollinatura” della Corte dei Conti.

Terminato il tempo a disposizione per la replica, il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione del Consiglio per domani, martedì 4 ottobre alle 11.00, con all’ordine del giorno  il Dl 254 “Norme sulla qualità della regolazione e di semplificazione dei procedimenti amministrativi”.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

 

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C’è una moderata fiducia tra le forze politiche e sindacali sul futuro della vertenza Alcoa, dopo l’incontro svoltosi oggi al ministero dello Sviluppo economico.

«Da anni ripetiamo che il Governo nazionale avrebbe dovuto impedire ad Alcoa di scegliere l’acquirente della stessa azienda – dice Fabio Enne, segretario generale Ust Cisl -. Solo oggi registriamo un tentativo di autorevolezza da parte del Governo centrale, che chiede, sostanzialmente carta bianca e un periodo che va dai dodici ai diciotto mesi per cercare altre società interessante all’acquisto della fabbrica di alluminio. Se Alcoa accettasse questo accordo, entro e non oltre il 1 novembre, con il Governo centrale e nel caso in cui non si dovesse arrivare alla vendita e alla ripresa produttiva dello stabilimento, verrà esonerata da tutti gli oneri derivanti le bonifiche che invece, saranno a carico dello Stato.»

«Ricordiamo che a dicembre scade la mobilità per la gran parte dei lavoratori, per i quali, l’unica opportunità sarà offerta dall’inserimento del Sulcis nella mappa delle aree di crisi, con modalità ancora poco chiare – aggiunge Fabio Enne -. Se da un lato l’approvazione dello “stato di crisi complessa” da parte del Governo Renzi può essere un passo positivo, dall’altro, registriamo la totale mancanza di indirizzi per l’attuazione del progetto di recupero di un territorio devastato come quello del Sulcis. Questa proposta arriva con anni di ritardo, oggi come oggi, appare sempre più difficile il rilancio del settore industriale. Vigiliamo e teniamo alta la guardia. Sollecitando, ancora una volta – conclude Fabio Enne -, autorevolezza ed efficacia del Governo Nazionale nei confronti di Alcoa, ricordando il forte ritardo accumulato anche a livello europeo in campo energetico e la totale assenza di rilancio produttivo ed economico del territorio.»

«Il risultato di oggi, ossia l’intervento del Governo che chiede ad Alcoa di bloccare lo smantellamento della fabbrica per 18 mesi – ha commentato Daniele Reginali, segretario PD Carbonia Iglesias – certifica l’impegno verso una delle vertenze più importanti e sentite nel territorio. Continueremo a vigilare e sostenere l’azione portata avanti dai lavoratori del polo industriale in difesa di un settore strategico non solo per il territorio ma per l’intero paese.»

«Oggi in centocinquanta dalla Sardegna, armati solo della voglia di dignità, di riscatto e di lavoro hanno raggiunto Palazzo Chigi per chiedere rispetto – ha detto Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia di origini sarde -. Non l’hanno fatto armati. Non l’hanno fatto nemmeno con il cappello in mano. Ci sono andati da donne e uomini liberi, che chiedono il rispetto dei loro diritti. Sono stati accolti dalla polizia in assetto antisommossa. Questo è il destino dei lavoratori che osano contestare un Presidente del Consiglio che si dice di sinistra. Ancora una volta la Sardegna e i sardi sono trattati come una terra e dei cittadini di serie B, il cui unico diritto è subire e tacere. Spero che Matteo Renzi vorrà scusarsi e ricevere questi lavoratori – ha concluso Stefano Maullu -, adoperandosi per salvaguardare l’occupazione.»

Attendati Alcoa 2

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Nuove pesanti critiche di CasaPound al governatore della Sardegna Francesco Pigliaru. Nei giorni scorsi i militanti hanno affisso 2.493 manifesti in diversi centri delle province di Cagliari e Sassari e a Carbonia, nei quali lanciano l’allarme sulla “scomparsa” del presidente della Regione.

«Abbiamo affisso esattamente 2.493 annunci della sua scomparsa: uno per ogni immigrato che la nostra isola ospita in più rispetto alle quote di ripartizione regionali fissate dal Governo – spiega CasaPound in una nota – una cifra che quantifica la considerazione che Renzi e Alfano hanno della Sardegna governata da Pigliaru.»

«Lo sbarco di 931 immigrati avvenuto venerdì scorso, a distanza di nemmeno 48 ore dal monito che il presidente della RAS aveva lanciato contro il Governo a causa dello sforamento delle quote, conferma che il governatore sardo non ha la minima forza di far seguire alle parole i fatti – si legge ancora nella nota – ha abbandonato il campo di scontro perché Renzi è segretario nazionale dello stesso Partito Democratico di cui Pigliaru è oggi il massimo esponente sardo: agli interessi della Sardegna ha preferito mantenere il precario equilibrio interno del partito con un silenzio stampa a dir poco imbarazzante Ci chiediamo se questa priorità possa costituire la base di una nuova prassi per la ripartizione degli immigrati a livello nazionale: finiranno in Sardegna tutti quelli che vengono respinti da regioni con presidenti meno succubi del proprio segretario di partito?»

SS3 CI1 CA2

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Sulla vicenda Alcoa, interviene anche l’europarlamentare di origini sarde Stefano Maullu, del gruppo di Forza Italia.

«Il ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda e il premier Matteo Renzi devono darsi una svegliata – scrive in una nota Stefano Maullu -. L’Alcoa ha ormai deciso di lasciare lo stabilimento di Portovesme nel Sulcis e l’azione del Governo per evitare la dismissione e soprattutto la perdita di posti di lavoro si è dimostrata ancora una volta del tutto inefficace.»

«Le varie trattative, gli impegni assunti e non mantenuti da parte di Governo e Regione hanno portato la Sardegna ormai al limite – aggiunge Stefano Maullu –Questa decisione che decreta la morte della produzione di alluminio nel Sulcis arreca un grave danno per il futuro economico della zona. I lavoratori meritano un maggiore rispetto e un’azione tempestiva che tuteli il territorio sardo e le sue attività produttive.»

«La Sardegna – conclude Stefano Maullu – non può pagare per la negligenza e l’inettitudine di un Esecutivo poco incisivo e inconcludente, incapace di svolgere un ruolo decisivo nelle partite che contano.»

On. Stefano Maullu

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E’ durissimo il giudizio del deputato di Unidos Mauro Pili sugli sviluppi negativi della vertenza Alcoa, con l’annuncio dell’avvio dello smantellamento degli impianti e della riqualificazione del sito fatto oggi da Rob Bear, vice presidente delle attività di Transformation di Alcoa.

«Alcoa cala vergognosamente la maschera – ha detto questa sera Mauro Pili -. La decisione di smantellare gli impianti è l’ultimo risultato di una farsa durata 4 anni che ha
visto Governo e Regione responsabili e protagonisti di un imbroglio senza precedenti ai danni dei lavoratori e di un intero territorio. Si tratta di una mazzata finale costruita in ogni singola mossa dal governo di Matteo Renzi e Claudio De Vincenti, il governo delle promesse, dei rinvii, delle procedure europee inventate. Un governo che ha trovato una regione complice, inutile e incapace che ha avvallato questa ciclopica presa in giro.»

«Si tratta di un piano drammatico per il Sulcis – ha aggiunto Mauro Pili -. Occorre reagire con forza e determinazione senza accettare una  sconfitta grave e letale per l’intero territorio. Questa conclusione sarebbe una pietra tombale sul futuro economico e produttivo del  Sulcis. Per questa ragione – ha concluso Pili – serve un decreto Sulcis alla pari di quello dell’Ilva per reagire e non morire di stenti dinanzi alla negligenza di Stato e Regione.»

Mauro Pili copia

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Palazzo della Regione 2 copia

La Giunta regionale ha approvato la presa d’atto del Patto per lo sviluppo della Sardegna stipulato il 29 luglio scorso tra il Capo del Governo Matteo Renzi e il Presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Via libera anche all’adesione alla “Collaborazione tra associazioni che promuovono l’integrazione attraverso l’imprenditoria in Sardegna” nell’ambito dell’iniziativa Immigrazione 2014. Il progetto è finanziato dalla Fondazione CON IL SUD. La Giunta ha poi proceduto alla nomina di Antonello Arghittu Direttore generale Ersu, per 15 mesi, e di Angelo Casula Direttore generale di Forestas, per 3 anni.
E’ stato approvato, su proposta dell’assessore Luigi Arru, il programma di adeguamento delle strutture sanitarie alla normativa antincendio: con 2.478.743 euro verranno realizzati interventi al San Marcellino di Muravera e al San Giuseppe di Isili, al San Michele dell’azienda Brotzu, alle Cliniche e al Santissima Annunziata dell’Aou di Sassari, all’ospedale di San Gavino. E’ stata accolta, inoltre, la proposta di recepimento dell’accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano sull’individuazione delle figure professionali competenti nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore, nonché delle strutture sanitarie, ospedaliere e territoriali e assistenziali coinvolte nelle reti di cure palliative e della terapia del dolore. L’esecutivo ha dato poi il via libera all’assegnazione della quota di copertura in acconto del disavanzo 2015 a favore delle Aziende sanitarie, per un ammontare di quasi 95 milioni 800 mila euro ed alla nomina a commissario della Asl di Lanusei di Grazia Cattina, attualmente direttore sanitario dell’azienda. Con una nuova delibera sull’accoglienza ai minori stranieri non accompagnati, la Giunta indica le caratteristiche e i requisiti che devono possedere le strutture transitorie di accoglienza a loro dedicate: devono essere facilmente raggiungibili e accogliere i minori per un tempo non superiore a 45 giorni, per far fronte alle emergenze e a particolari condizioni di straordinarietà riconducibili alle procedure di accertamento dell’età, all’iter di identificazione, a particolari accertamenti o profilassi sanitarie, ad un flusso straordinario di minori non previsto. Previsti anche i requisiti organizzativi e di personale, quali un’équipe formata da un coordinatore, un educatore, un mediatore culturale e un operatore. Sono stati poi ripartiti i fondi per il rilancio del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia: sul finanziamento complessivo di 3.175.500 euro, 1.058.500 sono rivolti all’avvio del servizio di nido d’infanzia e/o micronido; con un milione si prolunga l’apertura al pomeriggio o durante il periodo estivo; 1.117.000 per il sostegno ai costi di gestione, riducendo l’importo delle rette a carico delle famiglie. Con un milione di euro ripartito tra le Asl di Sassari, Oristano e Sanluri a si integrano gli interventi in materia di assistenza termale a favore delle terme di Benetutti (Aurora e San Saturnino), Santa Maria Coghinas, Sardara e Fordongianus.
Otto scuole polo rappresenteranno il raccordo tra le autonomie scolastiche e l’amministrazione regionale per favorire la semplificazione gestionale del programma “Tutti a Iscola@” 2016/2017. È quanto stabilisce la delibera proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione, Claudia Firino. Dopo il primo anno di avvio sperimentale, “Tutti a Iscol@” si perfeziona con un intervento mirato a sciogliere i nodi gestionali ed amministrativi sui quali le strutture scolastiche hanno riscontrato maggiori difficoltà. Le scuole polo, individuate tramite selezione pubblica fra quelle con maggiore esperienza e competenza, forniranno agli altri istituti assistenza e supporto in fase di programmazione, gestione e monitoraggio dell’intervento. Sempre su proposta dell’assessore Firino, la Giunta ha approvato in via definitiva il Piano Triennale 2016-2018 per lo sviluppo dello sport. In via generale il testo tiene conto delle osservazioni e delle proposte avanzate dalla VI commissione consiliare – che ha espresso parere favorevole all’unanimità sul provvedimento preliminare – valutandone nel dettaglio la loro compatibilità con i regolamenti federali e le altre disposizioni direttamente applicabili.
Su proposta dell’assessore Virginia Mura, la Giunta ha adottato una delibera di indirizzo per l’attuazione della legge regionale 9 del 2016, che riforma la disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. L’atto chiarisce con precisione l’iter corretto per procedere – come ha disposto la legge 9 – alla stabilizzazione nell’Aspal del personale assunto in passato con contratto a tempo determinato dalla soppressa Agenzia regionale per il lavoro, e individua la strada per effettuare la proroga di tutti i contratti in scadenza fino al 31.12.2016, tempo strettamente necessario per concludere la procedura di stabilizzazione. Sono da rispettare una serie di ineludibili passaggi amministrativi che impegneranno l’Aspal verosimilmente per tutta la restante parte del 2016, e nel frattempo si riuscirà a garantire la continuità dei servizi pubblici erogati dai Centri per l’Impiego.
In occasione del centenario della scomparsa del professor Domenico Lovisato, ordinario di geologia e mineralogia all’Università di Cagliari che nel 1879 lanciò la proposta di costruire un rifugio nei versanti del Gennargentu, la Giunta ha accolto la richiesta dell’assessore Cristiano Erriu per finanziare i lavori di recupero e ricostruzione delle vestigia storiche della “Casa rifugio La Marmora”, nel territorio del comune di Desulo. L’Assessorato degli Enti locali stipulerà una convenzione attuativa con il Comune, destinatario del finanziamento, assicurando in collaborazione con l’ente locale il coordinamento dell’iniziativa e l’attuazione dell’intervento. L’edificio, oggi è in condizioni di totale abbandono, consentirà di incentivare il turismo escursionistico, che avrebbe nella costruzione voluta dall’allora Club Alpino Sardo il punto di accoglienza. La posa della prima pietra di sienite, proveniente dall’area di Su Xuxiu, avvenne il 22 luglio 1900. L’intervento assume notevole rilevanza anche nell’ambito delle politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio.
Definita la collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission per le attività di supporto alla realizzazione di prodotti audio – televisivi e per il cinema che promuovano l’immagine della Sardegna. Lo prevede la delibera approvata su proposta dell’assessore Francesco Morandi. Si tratta di nuove attività per completare le azioni di comunicazione turistica e per favorire nuove motivazioni di viaggio legate alla valorizzazione del territorio tramite il racconto visivo. Grazie al provvedimento si potranno gestire proposte di produzioni cine-tele-audiovisive da parte di società specializzate, testate giornalistiche, agenzie, che possano richiedere assistenza logistica e sostegno per la creazione di riprese/immagini/audiovisivi sul territorio regionale, destinate a cinema, televisione, web e a carta stampata.
Su proposta dell’assessore Maria Grazia Piras, la Giunta ha approvato le modifiche dello statuto di Carbosulcis SPA, il mandato all’assessore di approvare il bilancio Igea Spa e la nomina della delegazione che tratterà la stipula dell’accordo quadro sui personale degli ex Consorzi Zir.
Su proposta dell’assessore Elisabetta Falchi, la giunta regionale ha approvato una delibera che trasferisce all’agenzia regionale Agris la somma di 143.242 euro da utilizzare per assicurare la continuità dell’attività istituzionale del Laboratorio fitosanitario regionale e consentirne il potenziamento con l’acquisizione di macchine e attrezzature adeguate alle nuove emergenze fitosanitarie. Inoltre, acquisito il parere favorevole della Quinta commissione del Consiglio regionale, è arrivato il via libera definitivo all’integrazione della delimitazione dei territori interessati dagli eventi alluvionali del 18 e 19 novembre 2013, grandinate dei mesi di giugno e luglio 2015 e tromba d’aria del 4 settembre 2015, già approvata dalla giunta nella seduta dello scorso 12 luglio. Con apposita delibera, infine, è stata rettificata la Deliberazione n. 20/1 del 12 aprile 2016 nella parte relativa al calcolo dei canoni di affitto dei terreni agricoli previsti nel progetto Terra ai Giovani. L’agenzia Laore ha ricevuto mandato per la correzione della procedura pubblica di assegnazione dei terreni in corso, la cui scadenza era prevista per il 31 Agosto 2016 e che verrà prorogata.
La Giunta, su proposta dell’assessore Donatella Spano, ha deciso di non sottoporre all’ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale (Via), condizionato a prescrizioni, l’intervento per l’adeguamento per la sicurezza dell’esercizio della linea ferroviaria Chilivani – Porto Torres lungo il Rio Calamasciu (rettifica di tracciato tra il km 43+167 e il km 44+647 con soppressione del P.L. al km 43+810).
Su proposta dell’assessore Gianmario Demuro, d’intesa con l’assessore della Programmazione Raffaele Paci, la Giunta ha approvato lo schema di ripartizione tra le strutture regionali delle risorse per gli incarichi di consulenza, studio e ricerca, che saranno gestite dai direttori generali degli Assessorati. Per il 2016 sono stati stanziati complessivamente 436mila euro.