28 March, 2024
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Tanti appuntamenti in scaletta, domani (domenica 29) a Cagliari, per la quarta e ultima giornata del festival “Forma e Poesia nel Jazz”, quest’anno alla sua edizione numero ventidue
Annullato per motivi tecnico-organizzativi, il viaggio musicale del trenino verde Take the “A” Train, con partenza prevista da Mandas alle 9.00, le attività si concentrano a Cagliari, negli spazi dell’EXMA – il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, dove il festival fa base quest’anno. Si comincia con il primo dei tre laboratori di espressività sul suonosegno dedicati alle bambine e ai bambini dai 3 ai 6 anni, ideati e condotti dalla musicista e musicoterapeuta Francesca Romana Motzo e Evelise Obinu, esperta in processi laboratoriali e formazione; tutti esauriti gli incontri in programma alle 9.30 e alle 11.15, resta ancora qualche posto disponibile per quello delle 16.00, che si può prenotare telefonando al 388 38 99 755.
Alle 11.00, il musicista e collezionista Attilio Berni – presente con una mostra di sassofoni anche in questa edizione del festival – presenta “SaxAppeal”, una conferenza-spettacolo sulle metamorfosi del sassofono come stereotipo musicale dell’erotismo.
“Quando la musica crea inclusione” è invece il titolo dell’appuntamento in programma nel pomeriggio alle 16.30: alcuni dei musicisti ospiti del festival incontreranno i ragazzi e le ragazze dell’associazione ABC – Associazione Bambini Cerebrolesi Sardegna, da sempre in prima linea in Sardegna e nel resto d’Italia per la promozione del diritto alla vita indipendente, all’inclusione, alla libertà di scelta e autodeterminazione delle persone con disabilità e le loro famiglie.
Con l’ultima giornata del festival si chiude, alle 18.00, anche il ciclo di conferenze del musicista e musicologo Enrico Merlin dedicate a un anno particolarmente importante per la storia del jazz: il 1959. 
Poi, alle 20, e con ingresso a pagamento, i riflettori si accendono sul palco del festival per l’ultima serie di concerti. Protagonista del primo set l’Horn Trio di Federica Michisanti, formazione che vede accanto alla giovane contrabbassista (miglior nuovo talento del 2018 per la rivista Musica Jazz), il trombettista Francesco Lento e Marco Colonna al clarinetto basso. Una formazione che, senza batteria e pianoforte, mette in evidenza l’aspetto melodico e timbrico: l’utilizzo delle “voci” di due strumenti a fiato, più quella del contrabbasso, offre alla composizione musicale l’opportunità di procedere in maniera contrappuntistica, in uno scambio continuo di parti.
L’ultimo atto dell’edizione numero ventidue di “Forma e Poesia nel Jazz” vede in scena il quartetto composto dal sassofonista Max Ionata, il pianista cagliaritano Luca Mannutza, Lorenzo Conte al contrabbasso e il batterista svizzero Joris Dudli. La conoscenza del grande repertorio jazzistico e al tempo stesso la passione di sperimentare sempre nuove strade, sono le prerogative che legano tra loro i quattro musicisti, a garanzia di una performance basata su composizioni originali e standard rivisitati che si annuncia di grande impatto emotivo.

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Fine settembre, a Cagliari, all’insegna del jazz di qualità: da domani (giovedì 26) a domenica (29 settembre) tiene banco nel capoluogo sardo il festival “Forma e Poesia nel Jazz”, organizzato dall’omonima cooperativa, quest’anno alla sua edizione numero ventidue. In cartellone nomi di primo piano della scena jazzistica italiana, com’è consuetudine di questa manifestazione: ecco, dunque, alla testa delle rispettive formazioni, la cantante Maria Pia De Vito, il sassofonista Stefano Di Battista, la contrabbassista Federica Michisanti, i pianisti Julian Oliver Mazzariello e Sade Mangiaracina; e poi il trombonista Gianluca Petrellad e il vibrafonista Pasquale Mirra in duo, The Italian Trio di Dado Moroni, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto, il quartetto di Luca Mannutza, Max Ionata, Lorenzo Conte e Joris Dudli.
Quest’anno il festival fa base negli spazi dell’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, con due concerti in programma per ciascuna delle quattro serate; e, oltre alla musica dal vivo, diverse iniziative collaterali, incontri, conferenze, laboratori per bambini, escursioni, con qualche puntata anche altrove. Uno schema valido già dalla giornata inaugurale di domani, giovedì 26 settembre, che si apre a mezzogiorno con la musica di Matteo Costa (contrabbasso) e Marco Pittau (tromba) a bordo della Metropolitana leggera della linea Gottardo-Repubblica: un appuntamento proposto grazie alla collaborazione dell’ARST.
Le attività all’EXMA prendono invece il via alle 18.00 con la prima delle quattro conferenze sulla storia del jazz tenute, anche per questa edizione, dal musicista e musicologo Enrico Merlin, che stavolta analizzerà il sessantennio dal 1959 ai giorni nostri, mentre alle 1900 è il momento degli show case e aperitivi musicali proposti in collaborazione con Radio X, media partner del festival e di casa nel centro di via San Lucifero. Protagonista domani (giovedì) il bluesman Vittorio Pitzalis. L’ingresso a questa prima parte della serata è gratuito.
Poi, alle 20.00, e con ingresso a pagamento, i riflettori si accendono per il primo dei concerti in cartellone, protagonista il trio di Julian Oliver Mazzariello, con Daniele Sorrentino al contrabbasso e Dario Congedo alla batteria. Dopo tante collaborazioni e esperienze con artisti che vanno dall’High Five Quintet al gruppo Yatra di Enzo Pietropaoli, da Lucio Dalla e Alex Britti a Stefano di Battista e Enrico Rava, da Fabrizio Bosso a Maria Pia De Vito, il pianista italo-inglese lo scorso autunno ha firmato il primo album a suo nome, emblematicamente intitolato “Dèbut”, mettendo in luce groove, swing, tecnica sopraffina, in un percorso tra stili diversi affrontati con grande consapevolezza.
Per Julian Oliver Mazzariello doppio impegno in questa serata inaugurale: il pubblico del festival lo ritroverà infatti seduto al suo strumento anche nel secondo set, in programma alle 21.30, insieme proprio al contrabbassista Enzo Pietropaoli per accompagnare Maria Pia De Vito nel suo progetto “Around Joni”, un omaggio della cantante napoletana alla grande Joni Mitchell. Una nuova rilettura, dopo quella consegnata già nel 2005 alle tracce dell’album “So Right”, che attinge a pagine più estese dell’infinita produzione della cantante e autrice americana, andando a toccare l’anima folk degli inizi, dai tempi di Woodstock, ma esplorando anche l’influenza che il jazz ha avuto sulle procedure compositive della Mitchell.
Chiusura di serata con dj-set a cura di Radio X.
Al femminile anche l’incipit della seconda serata – venerdì 27, alle 20.00 -: protagonista Sade Mangiaracina in trio con Salvatore Maltana al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria. Classe 1986, talento fra i più interessanti del jazz nazionale, la pianista siciliana ha registrato un anno fa per l’etichetta Tǔk Music di Paolo Fresu l’album “Le mie donne”: otto ritratti in musica di grandi figure femminili, otto brani originali composti e arrangiati da lei stessa, che mettono in evidenza l’anima mediterranea di Sade Mangiaracina inserita nel contesto della musica improvvisata.
Da un talento emergente a uno dei jazzisti italiani più affermati a livello internazionale: venerdì alle 21.30 sale sul palco dell’EXMA Stefano Di Battista (sax alto e soprano) alla testa del suo quartetto con Andrea Rea al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso e Luigi Del Prete alla batteria. Cinquant’anni compiuti lo scorso febbraio, nel corso di una carriera cominciata presto sotto l’influenza di Massimo Urbani, e decollata a metà anni Novanta da Parigi, suonando con musicisti del calibro di Michel Petrucciani, Aldo Romano, Elvin Jones, Jacky Terrasson, l’ONJ, il sassofonista romano può vantare un bagaglio di esperienze davvero ragguardevole, con una discografia che conta – tra gli altri – cinque album per la prestigiosa etichetta Blue Note.
Trombone, elettronica, vibrafono e percussioni.
 Due strumenti acustici dal timbro chiaramente diverso e le rispettive incursioni nell’elettronica: Gianluca Petrella, uno dei più talentuosi trombonisti al mondo, e Pasquale Mirra, vibrafonista tra i più attivi del jazz Italiano e internazionale, aprono la terza serata del festival, sabato 28 (sempre alle 20). Un duo atipico in un gioco di equilibri tra melodia, ritmo, armonia ed elettronica, alimentato dalla voglia e la curiosità di entrambi i musicisti di esplorare con leggerezza 
territori musicali diversi.
Progetto nato lo scorso anno, The Italian Trio – al centro dei riflettori nel secondo set di sabato sera – riunisce sotto la sua insegna tre fra i massimi interpreti dei rispettivi strumenti della scena jazzistica italiana: il pianista Dado Moroni, uno dei jazzisti italiani più stimati negli USA; Rosario Bonaccorso, contrabbassista dalla solida conoscenza della tradizione, lo stile molto comunicativo e l’originale spirito di improvvisazione; e Roberto Gatto, batterista in prima linea nel jazz italiano degli ultimi quattro decenni come sideman prestigioso e alla testa di propri progetti. Un super trio, insomma: nessun leader, solo musica di alto livello dove ogni musicista porta in dote il proprio talento e le proprie idee.
Un altro trio, quello di Federica Michisanti, apre alle 20 la serata conclusiva del festival, domenica 29. Si chiama Horn Trio la formazione che vede accanto alla contrabbassista (miglior nuovo talento del 2018 per la rivista Musica Jazz) Francesco Lento (tromba e flicorno) e Francesco Bigoni (sax tenore e clarinetto) e che un anno fa, a ottobre, ha debuttato su disco con “Silent Rides – a suite for double bass and horns“. Le composizioni, tutte a firma della leader, vengono presentate sotto forma di “suite”, ovvero senza interruzione, raccordate da improvvisazioni libere o sulla struttura delle composizioni stesse.
L’ultimo atto dell’edizione numero ventidue di Forma e Poesia nel Jazz vede in scena un quartetto composto dal pianista cagliaritano Luca Mannutza, il sassofonista Max Ionata, Lorenzo Conte al contrabbasso e il batterista svizzero Joris Dudli. La conoscenza del grande repertorio jazzistico e al tempo stesso la passione di sperimentare sempre nuove strade sono la caratteristica che lega tra loro questi musicisti e garantisce una performance di grande impatto emotivo.
Vari eventi collaterali ai concerti arricchiscono e impreziosiscono le quattro giornate di Forma e Poesia nel Jazz all’EXMA. Oltre al musicista e musicologo Enrico Merlin con le sue conferenze sulla storia del jazz, da venerdì 27 ritorna al festival anche il musicista e collezionista Attilio Berni con la sua esposizione di sassofoni e la sua conferenza-spettacolo in cui racconta genesi e fortuna di uno degli strumenti principali del jazz.

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Terza giornata, sabato 30 settembre, a Cagliari, per Forma e Poesia nel Jazz, il festival organizzato dall’omonima cooperativa, che ieri ha aperto i battenti della sua edizione numero venti, in programma fino a domenica (primo ottobre) negli spazi dell’ex Manifattura Tabacchi.

Si comincia alle 15.30 con “Suoni dalla Natura”, un laboratorio d’arte, scienza e filosofia per bambini dai cinque ai dieci anni (posti esauriti) a cura dell’associazione culturale Spazio per Tempo. I piccoli ascoltano e riproducono suoni provenienti dalla natura, osservano immagini, sperimentano fenomeni e, con acqua e materiali di uso quotidiano, costruiscono uno strumento sonoro da portare a casa.

Alle 17.00 è invece in programma il primo dei due appuntamenti con il musicista e collezionista Attilio Berni: “Saxophobia” è il titolo della sua masterclass-conferenza in cui tratterà, con performance dal vivo, il tema delle trasformazioni storico-organologiche del sassofono, passato nell’arco di centocinquanta anni da parente lontano del clarinetto a strumento principale del jazz. Nell’occasione, il pubblico potrà ascoltare e ammirare alcuni tra gli esemplari di sax più rari e inusuali: dal piccolissimo sax soprillo di appena 32 centimetri al Grafton Plastic di Charlie Parker, dal Goofus Sax di Adrian Rollini ai saxofoni a coulisse.

Alle 19.00, dopo il terzo dei quattro incontri con cui il musicista e musicologo Enrico Merlin accompagna ogni pomeriggio (alle 18) il suo uditorio nei meandri della storia del jazz, prende il via il trittico di concerti della serata (biglietto di ingresso a diciotto euro). Salgono per primi sul palco i quindici membri della Civica Big Band diretta dal pianista Paolo Carrus, nome di primo piano sulla scena del jazz in Sardegna degli ultimi trent’anni: Dario Pirodda, Mauro Perrotta, Alessandro Medici, Alessandro Angiolini, Gianfranco Faret e Daniel Theissen ai sassofoni, Mauro Medda, Giorgio Granella, Manuel Mulas e Maurizio Piasotti alle trombe, Antonello Gallo, Giuseppe Faraone e Mauro Piras ai tromboni, Paolo Assiero Bra al basso e Alessandro Garau alla batteria. La Scuola Civica di Musica di San Sperate, su idea del suo direttore Francesco Pilia, ha consentito la riunione della formazione nata nell’ambito del corso di musica d’insieme tenuto dallo stesso Paolo Carrus presso la Scuola Civica di Cagliari, e che dal suo primo concerto, il 25 aprile 2002, si è esibita in diverse, prestigiose rassegne, con un repertorio che spazia dai grandi classici delle big band americane ai brani originali.

Dal vasto organico della Civica Big Band alla dimensione più ristretta del trio al centro dei riflettori nel set delle 20.00: il sassofonista Max Ionata, il bassista Dario Deidda e il batterista Lorenzo Tucci sono i suoi componenti; tre musicisti di lunga esperienza e grande affiatamento per un progetto che fa dell’interplay il suo punto di forza, come suggerisce anche il nome della formazione: Three One

Ed è ancora un trio a tenere banco nel terzo e ultimo set della serata, in programma dalle 21.30: ne fanno parte, in questo caso, il sassofonista e clarinettista Francesco Bearzatti, il batterista Roberto Gatto ed il pianista francese Benjamin Moussay impegnati in Dear John (open letter to Coltrane)”: un originale omaggio al grandissimo sassofonista afroamericano John Coltrane, di cui ricorre quest’anno il cinquantenario della scomparsa.

niko2610@gmail.com

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Trasferta a Orosei per la rassegna di concerti dei ventinovesimi Seminari Jazz, in pieno svolgimento a Nuoro, che domani sera (domenica 27) fa tappa nel paese sulla costa orientale sarda trovando anche quest’anno ospitalità nella consueta cornice dei cortili di Casa Cabras, grazie alla collaborazione dell’omonima associazione. Protagonista dell’appuntamento il quartetto Roundella della cantante Francesca Corrias (docente ai seminari nuoresi), del chitarrista Mauro Laconi, del contrabbassista Filippo Mundula e del batterista Gianrico Manca, una delle formazioni di punta del jazz in Sardegna, per l’occasione allargata alla preziosa partecipazione di un altro musicista sardo (ma da tempo trapiantato oltre Tirreno): il cagliaritano Luca M annutza, uno dei pianisti più apprezzati della scena jazzistica italiana, protagonista di numerosi progetti con artisti come Fabrizio Bosso, Max Ionata, Mario Biondi ed il gruppo High Five. Si comincia alle 21.00, con biglietto d’ingresso intero a dieci euro, ridotto a otto.

 

Carlo Ditta (m)Alessandro Atzori Gianrico Manca

Il quartetto del chitarrista Carlo Ditta chiude domani al Lazzaretto di Cagliari la 18ª rassegna “Forma e Poesia nel Jazz”. Alle 20.00 recupera il concerto rinviato lo scorso 17 maggio per maltempo. Ad affiancare il chitarrista (nato a Firenze nel 1971, ma presto trapiantato a Cagliari) saranno Mariano Tedde al pianoforte e al piano Rhodes, Alessandro Atzori al contrabbasso e Gianrico Manca alla batteria. Ingresso a cinque euro con consumazione.

Dopo il fortunato disco di esordio, in cui rendeva omaggio al grande Grant Green, uno dei chitarristi che più ha ispirato il suo stile, Carlo Ditta presenta un progetto di musiche originali nel quale confluiscono tutte le più importanti influenze del suo percorso musicale. Black American Music sapientemente suonata da quattro musicisti d’eccezione che collaborano da più di vent’anni, per un concerto che si annuncia ricco di energia e interplay.

Carlo Ditta ha iniziato lo studio della chitarra a soli otto anni, appassionandosi dapprima al blues e al soul, poi al jazz. Affinato lo studio della musica afroamericana con il pianista Luca Mannutza e della chitarra con Peter Bernstein e attraverso varie masterclass, nel 2002 ha iniziato l’attività concertistica che lo porterà a suonare con musicisti come Max Ionata, Daniele Tittarelli, Nicola Angelucci, Nicola Muresu, Max D’Avola, Barend Middelhoff, Francesco Lento, Matteo Raggi, Stefano D’Anna, Massimo Carboni, Alberto Gurrisi, Marco Loddo, Piero Di Rienzo, Vittorio Sicbaldi e lo stesso Luca Mannutza. Nel 2012 esce per la Widesound Records il suo primo album, “Talkin’ about Mr Green”, che riscuote il favore del pubblico e della critica ricevendo lusinghiere recensioni nelle riviste specializzate.