29 March, 2024
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Michele Cossa

«Due anni dopo la consultazione referendaria, molto è stato fatto ma tanto resta ancora da fare sul fronte del rispetto della volontà popolare. Soprattutto su punti molto sentiti, a partire dalle Province. La maggioranza dei sardi di fatto non è maggioranza in Consiglio regionale, perché la politica si rifiuta di adempiere alla volontà popolare: per questo motivo sarà presentata alla Regione una diffida ad adempiere e i Riformatori sono pronti anche a occupare il Consiglio regionale.»

Lo hanno detto il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, il capogruppo in Consiglio regionale, Attilio Dedoni e i rappresentanti dei Cento amministratori locali dei Riformatori sardi (Gabriella Mameli, Pino Caria e Gabriele Marini) durante la conferenza stampa di questa mattina davanti al Palazzo di Giustizia di Cagliari.

«Qui dove – ha ricordato Cossa – il 29 dicembre del 2011 abbiamo presentato le firme per i referendum che si sono svolti il 6 maggio del 2012.»

«Le nuove sono state abolite dai referendum – sostengono i Riformatori sardi -. Attualmente sono commissariate perché nella scorsa legislatura le forze politiche non hanno voluto portare in Aula la legge che trasferisce i compiti delle defunte Province. Adesso la Giunta regionale e la maggioranza di centrosinistra annunciano di voler procedere sul fronte delle riforme. Aspettiamo che dalle parole si passi ai fatti. Anche perché parole ne abbiamo sentite tante nella scorsa legislatura. Senza i referendum, che noi – soli contro tutti – abbiamo sostenuto, non si sarebbe mai parlato dell’abolizione delle Province. Quanto all’eliminazione delle vecchie Province, anch’esse sono di fatto commissariale, ed è in discussione in Senato il progetto di legge costituzionale di modifica dello Statuto, approvato dal Consiglio regionale, collegato alla riforma costituzionale del Senato e del Titolo V. Anche in questo caso ci aspettiamo che la politica dia una risposta forte approvando celermente il disegno di legge.»

«Sono stati rispettati i quesiti sulla riduzione del numero dei consiglieri regionali (che sono passati da 80 a 60), sul taglio degli stipendi sempre dei consiglieri e sull’eliminazione dei  cda degli enti (quasi tutti sono governati da un amministratore unico). Restano ancora da attuare i quesiti sull’Assemblea Costituente per la riscrittura dello Statuto sardo e sulle primarie obbligatorie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. È inammissibile che a due anni di distanza la politica non abbia dato ancora una risposta ai sardi.»

«Di fatto – dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa – la maggioranza dei sardi non è maggioranza in Consiglio regionale e nella politica. E non intendo maggioranza di governo ma maggioranza sulle cose da fare, sul rispetto della volontà popolare. Ecco perché siamo pronti ad azioni eclatanti se il Palazzo della politica non darà seguito ai referendum. Iniziamo con la diffida ad adempiere, primo passo della via giudiziaria. E proseguiremo in tutte le sedi, sia in Consiglio che fuori.»

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«E’ inaccettabile e fuori legge che Eni, in fuga da Ottana, non voglia pagare i danni ambientali. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, intervenga urgentemente, in caso contrario i Riformatori si rivolgeranno alla magistratura per la tutela degli interessi della Sardegna.»

La denuncia arriva dal coordinatore dei Riformatori sardi, Michele Cossa.

«L’Eni – ricorda Cossa – ha segnato ad Ottana quarant’anni di storia. Cedute negli anni Novanta tutte le produzioni dell’industria chimica la Società, come noto, verrà cancellata definitivamente anche dai registri del catasto. Tutto quello che è ancora di proprietà dell’Eni passerà di mano ai privati. Il problema è sempre lo stesso: le bonifiche. L’Eni, come in passato, vorrebbe cedere le aree senza pagare i danni procurati all’ambiente.»

«In questo senso – prosegue il coordinatore regionale dei Riformatori sardi – riteniamo opportuno ricordare il principio comunitario “chi inquina paga” che rappresenta uno dei pilastri fondamentali sul quale si sono sviluppate le politiche ambientali delle comunità europee a partire dall’inizio degli anni ’70. Con l’Atto Unico Europeo del 1986 sono stati  introdotti all’interno del Trattato CE (ora Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea) una serie di principi, norme e poteri specificamente indirizzati alla tutela dell’ambiente, tra i quali anche il principio “chi inquina paga”. In Italia il D.Lgs. n. 152/2006, così come modificato dal D.Lgs. n. 4/2008, prevede la prevenzione, il ripristino ed il risarcimento del danno all’ambiente.»

«Per queste ragioni – conclude Cossa – il Governatore deve evitare che le società pubbliche e private responsabili dell’inquinamento dell’ambiente e del territorio possano scappare dalla Sardegna senza eseguire tutti i lavori, radicali e definitivi, della messa in sicurezza e del ripristino ambientale dei siti industriali dismessi. In mancanza ci troveremo costretti a ipotizzare qualsiasi iniziativa, anche giudiziaria, per la tutela degli interessi del Popolo Sardo.»

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Il capogruppo dei Riformatori sardi Michele Cossa prende posizione sul caso delle “pensioni baby”.

«Sull’abolizione delle baby pensioni – scrive in una nota Michele Cossa – bisogna agire presto e bene. In questi giorni, come è naturale data l’importanza del problema, ci sono annunci di numerose proposte di legge per risolvere la questione. In realtà, annunci a parte, bisogna trovare la strada più giusta e veloce. Chiediamo al presidente  Gianfranco Ganau di fare chiarezza: lo strumento da utilizzare è quello  di una legge? Oppure la cosa si può risolvere più semplicemente e rapidamente, attraverso un provvedimento dell’Ufficio di presidenza o del Collegio dei Questori? E’ bene che il presidente Ganau faccia chiarezza su questi aspetti il più rapidamente possibile, per fugare ogni dubbio che si voglia tergiversare in attesa che passi la nottata.»

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Il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, esprime soddisfazione per la decisione di oggi del Tribunale di Cagliari che ha rimesso alla Consulta la legge elettorale sulle Europee.

«La decisione del Tribunale di Cagliari dimostra che abbiamo ragione noi – ha commentato Michele Cossa -. Il ricorso presentato oggi dai Cento amministratori locali dei Riformatori evidenzia proprio le illegittimità sollevate dai giudici cagliaritani. Ormai lottiamo su più fronti per far valere il diritto dei sardi di essere rappresentati in Europa: il ricorso al Tribunale di Cagliari per bloccare le operazioni di voto, il ricorso alla Corte Costituzionale e quello alla Corte europea. Le forze politiche sarde, primi tra tutti Pd e Pdl, non hanno avuto il coraggio di assumere una posizione forte, coesa e determinata: oggi potevamo avere una legge elettorale europea ben diversa. Il nostro sciopero del voto per le europee è il modo più forte per dare il segnale della ribellione.»

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I Riformatori sardi attaccano la Giunta Pigliaru sull’abbandono del progetto Galsi.

«L’addio al Galsi senza avere un’alternativa valida – ha detto stasera il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa – è estremamente grave. Significa che questa Giunta non ha uno straccio di idea su cosa fare per la Sardegna e tantomeno di come metanizzare l’Isola. Il dilettantismo può essere letale.»

«Il problema energia per la Sardegna – ha aggiunto Cossa – è tra i più gravi handicap infrastrutturali che la nostra regione deve sopportare. La decisione dell’esecutivo sul Galsi si ripercuoterà ancora una volta sulle famiglie e sulle imprese che saranno costrette chissà ancora per quanto tempo a sopportare costi dell’energia infinitamente più alti rispetto agli altri cittadini italiani. Il loro progetto non è rivendicare un diritto ma andare a Roma col cappello in mano per chiedere di intervenire chissà quando e chissà come.»

In attesa di conoscere il futuro del progetto del gasdotto, fermo ormai da parecchi mesi, anche la Giunta Cappellacci, già ad inizio novembre 2013, stava pensando ad eventuali alternative, peraltro già discusse ed oggetto di alcuni progetti al vaglio tecnico dell’assessorato dell’Industria, come disse l’allora assessore Antonello Liori al termine dell’incontro coi sindacati del comparto gas, che gli presentarono un documento.
«Abbiamo aperto un confronto costruttivo coi sindacati confederali – disse Liori -, condividendo l’ipotesi sulla realizzazione di uno o due rigassificatori, sfruttando alcune zone industriali già attrezzate ed ora sottoutilizzate come Porto Torres e Sarroch, che permetterebbero una significativa riduzione del costo dell’energia e quindi permetterebbero di riattivare le attività produttive.»

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Sulle Province i Riformatori sardi elogiano l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ma chiedono tempi celeri per la riforma.

«Siamo soddisfatti della posizione espressa oggi dall’assessore degli Enti Locali, Cristiano Erriu, in audizione in commissione Riforme – spiega il consigliere Michele Cossa – Ma dalle parole dobbiamo passare immediatamente ai fatti. Adesso ci aspettiamo che velocemente la Giunta approvi il disegno di legge che riforma il sistema degli enti locali, con il trasferimento delle competenze delle defunte Province ai Comuni.» 

«Crediamo che sia fondamentale – dice ancora Cossa – che la Giunta e il Consiglio non perdano neppure un minuto, visto che di tempo ne è stato perso abbastanza. Oggi è il 6 maggio ed esattamente due anni fa si celebrava il referendum che i 525mila sardi hanno promosso. Le Province di nuova istituzione non esistono più e sull’abolizione delle vecchie proprio oggi si discute in Senato la proposta di legge approvata dal Consiglio regionale che cancella definitivamente la parola Province dallo Statuto. Ora più che mai è necessaria la legge che trasferisca definitivamente le competenze delle ex Province: la Sardegna non può attendere.»

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Il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha annunciato la presentazione di una mozione con richiesta di seduta straordinaria del Consiglio regionale, per discutere del progetto Galsi.

«La Giunta regionale – spiega Michele Cossa – dice addio al Galsi e, stando a quanto afferma l’assessore dell’Industria, la Sardegna cerca soluzioni alternative. Una resa, dunque, un addio alla metanizzazione dell’Isola, un ulteriore aumento del gap infrastrutturale. Uno spreco di denaro pubblico, l’ennesimo, che fa gridare allo scandalo.»

«Siamo di fronte a uno smacco per la nostra Isola – dice ancora Cossa – e restiamo sconcertati davanti a una Giunta regionale che assiste senza far nulla a un vero e proprio scippo ai danni della Sardegna e delle tasche dei sardi.»

Michele Cossa ricorda che la Sardegna è l’unica regione ancora a non avere il metano e questa porta famiglie e imprese a pagare il gas e l’energia molto di più che nel resto d’Italia.

«Siamo allibiti dal silenzio di una Giunta regionale che resta impassibile mentre nell’ultimo mese è accaduto di tutto: il governo che ricorre contro il taglio del costo della benzina per i sardi, i cieli dell’Isola che sono nel caos più totale e, adesso, lo scippo della metanizzazione. Una Giunta regionale che sta dimostrando non solo di non saper programmare il futuro della Sardegna ma neppure affrontare le ordinarie emergenze.»

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L’on. Michele Cossa, consigliere regionale e coordinatore regionale dei Riformatori sardi, ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sulla vicenda della scuola di polizia penitenziaria di Monastir.

«La Regione deve fare tutto quanto è in suo potere per evitare la chiusura della scuola di polizia penitenziaria di Monastir che lo Stato vorrebbe trasformare in un centro di accoglienza per emigrati e richiedenti asilo – spiega Michele Cossa -. Il progetto di chiusura desta molta preoccupazione negli amministratori locali  per le ripercussioni sull’ordine e la sicurezza che una tale decisione potrebbe creare nel comune ospitante e dintorni, anche in considerazione del fatto che nella zona sono presenti numerose aziende industriali, commerciali e agricole, oltre il complesso di San Gemiliano a Sestu che si trova ad appena due chilometri dalla struttura in questione.» 

«L’Istituto ha svolto, per decenni – spiega ancora Cossa – un eccellente lavoro nella formazione di migliaia di agenti penitenziari, le organizzazioni di categoria regionali del Comparto Sicurezza e Ministeri si dicono fortemente contrariate per la soppressione della Scuola per agenti di Polizia penitenziaria. Ecco perché – conclude il coordinatore regionale dei Riformatori sardichiediamo alla Giunta di  agire sul governo affinché venga tutelata la Scuola di formazione degli agenti di polizia penitenziaria.»

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Il coordinatore  regionale dei Riformatori e consigliere regionale, Michele Cossa e il deputato dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu, presidente della Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera, hanno incontrato oggi il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per esporgli il profondo malcontento dei sardi per la decisione della Giunta regionale di non difendere davanti alla Corte Costituzionale il diritto dei sardi, ribadito dal comma 1 dell’articolo 1 della legge regionale 7/2014, a percepire le imposte sulla benzina fabbricata in Sardegna.
Secondo i Riformatori sardi, «è difficile pensare che la Sardegna debba pagare il prezzo dell’inquinamento ambientale della lavorazione dei prodotti petroliferi della SARAS, senza neppure avere diritto al risarcimento del danno. Ma, sopratutto, è assolutamente intollerabile che l’attuale Giunta regionale sia talmente pavida e nemica degli interessi dei sardi da arrivare a decidere di non difendere presso la Corte Costituzionale le ragioni giuridiche dei nostri diritti».
Al ministro Alfano, nel suo ruolo di massimo responsabile della sicurezza nell’intero Paese, Cossa e Vargiu hanno inoltre rappresentato l’effetto disastroso per la coesione sociale e per lo stesso sentimento di unità nazionale delle spinte populiste e indipendentiste che verrebbero rafforzate da questo ennesimo schiaffo alle legittime aspettative dei sardi.

«Il ministro Alfano – si legge in una nota dell’ufficio stampa dei Riformatori sardi – dopo aver ascoltato le ragioni esposte da Cossa e Vargiu, ha pienamente compreso la strategicità della vertenza per gli interessi dei sardi e la grande partecipazione con cui l’intera comunità  sarda attende adeguate risposte nazionali e ha pertanto preso l’impegno di approfondire i termini della vicenda per poter adeguatamente intervenire in difesa dei diritti sanciti dal nuovo testo dello Statuto sardo.»

Il ministro dell’Interno ha, infine, preso impegno di confrontarsi, nel corso della sua prossima venuta in Sardegna, con il comitato promotore dell’iniziativa che ha raccolto più di centomila firme, volta ad ottenere che le accise sulla benzina fabbricata in Sardegna restino alla Regione,  nel merito delle strategie che lo stesso ha in animo di intraprendere.

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«E’ scandaloso che una coppia di anziani sia costretta a vivere in una baracca perché Area (Azienda regionale per l’edilizia abitativa) da sei mesi non aggiusta l’ascensore che consente loro di entrare e uscire di casa.»

Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, commentando la vicenda di una coppia di anziani di Sestu (74 anni lui e 80 lei) che per riuscire a uscire di casa sono stati costretti a trasferirsi in una baracca, costruita su due piedi, nei pressi della chiesa di San Gemiliano.

Sulla questione l’on. Cossa ha annunciato la presentazione di un’interrogazione all’assessore ai Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda.

«E’ chiaro che se non lo fa Area – dice Cossa – è la Regione a doversi fare carico dell’intervento. Al giorno d’oggi non è possibile che ci siano famiglie costrette ad abbandonare un alloggio popolare perché chi deve provvedere alla manutenzione non lo fa.»