29 March, 2024
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La fortissima denuncia fatta dall’ex presidente della Regione, Mauro Pili, sul traffico dei fanghi fognari dalla Campania e dalla Puglia alla Planargia, nel territorio di Magomadas, sta avendo un’eco sempre più vasta che ha valicato fin da ieri i confini regionali, sui media nazionali e sui social, ed ha raggiunto anche il Palazzo del Consiglio regionale. Stamane, 6 consiglieri regionali del Partito Sardo d’Azione, Stefano Schirru, Nanni Lancioni, Franco Mula, Piero Maieli, Giovanni Satta e Fabio Usai, hanno presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta all’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, relativa «allo sversamento di fanghi fognari nella pianura di Magomadas».

«Nella pianura di Magomadas nel 2017 è stata autorizzata l’installazione di un impianto per lo smaltimento di rifiuti speciali per 80.000 tonnellate di fanghi da essiccare, ossia per un quantitativo ben superiore a quello che produce l’intera Sardegna – spiega l’on. Fabio Usai, uno dei sei sottoscrittori dell’interrogazione -. Nella piana di Magomadas, situata a pochi km da Bosa, una delle zone turistiche più rinomate della costa nord-occidentale, sono presenti aziende agricole che vedono nella pastorizia e nelle pregiate vigne la loro attività principale.»

«Di fatto, la Sardegna è entrata a pieno titolo, nel circuito dello smaltimento illegale di rifiuti – si legge nell’interrogazione -; in questo momento storico in cui milioni di ragazzi di tutto il mondo manifestano per la difesa dell’ambiente, i cittadini sardi devono avere la certezza che, in nessuna zona dell’Isola, avvengano illeciti di questo tipo e chiedono, oggi più che mai, di poter far crescere i propri figli senza dover temere per la loro incolumità e la loro salute; considerato che tali discariche risultano essere autentiche bombe ecologiche che violentano il nostro splendido territorio, la Regione, per quanto di competenza, si deve attivare al fine di ridare alle popolazioni che hanno subito l’inquinamento di quei terreni la sicurezza che in quei luoghi non vengano più sversati fanghi fognari o nessun altro tipo di sostanza tossica.»

«Abbiamo chiesto all’assessore della Difesa dell’Ambiente – conclude Fabio Usai – se sia a conoscenza della situazione descritta e quali azioni intenda porre in essere, al fine di trovare una soluzione a tale problematica.»

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Sono ingenti i danni provocati all’agricoltura dall’ultima violenta ondata di maltempo che ha colpito il Sud Sardegna, con piante sradicate e serre divelte. E’ quanto emerge dal primo bilancio effettuato nelle aziende attorno all’area tra Decimoputzu, Uta e Villaspeciosa dal consigliere regionale Gianfranco Nanni Lancioni (Partito Sardo d’azione): «La tromba d’aria che si è abbattuta sulle campagne del Campidano ha messo in ginocchio il settore agricolo, già in forte sofferenza – spiega il consigliere regionale dei 4 Mori -. E’ necessario che la Regione Sardegna avvii le procedure per la richiesta dello stato di calamità naturale».

E’ gravissima la situazione nelle serre coltivate nella piana di Decimoputzu: «Una tempesta che ha danneggiato strutture aziendali – conclude Nanni Lancioni -. Occorre un intervento urgente per il ripristino dell’ordinaria efficienza per consentire una ripresa produttiva, con un provvedimento di sostegno per il settore rurale».

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Un investimento per la riconversione del Centro sociale di piazza Giovanni XXIII in un polo per il turismo. Un intervento per l’acquisto di attrezzature per la nuova palestra comunale del centro rivierasco. Sono le risorse messe in campo per dare un nuovo look ai due complessi al centro di Villasimius, con il via libera arrivato agli emendamenti presentati alla manovrina approvata dal Consiglio regionale. Un pacchetto complessivo pari a 150mila euro proposto dall’esponente del Partito Sardo d’azione Gianfranco Nanni Lancioni: «Con l’approvazione di questi finanziamenti – sottolinea Nanni Lancioni – abbiamo voluto dare un primo segnale a due strutture nevralgiche per il paese costiero». Villasimius intende confermarsi come regina nell’industria delle vacanze: «Da qui l’esigenza – conclude Lancioni – di destinare delle risorse per la trasformazione del centro di Piazza Giovanni XXIII in un complesso per i turisti. C’è poi la necessità di completare la struttura sportiva che ospita la palestra comunale con nuove dotazioni per gli appassionati».

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Sei consiglieri regionali del gruppo del Partito Sardo d’Azione, Franco Mula, Piero Maieli, Stefano Schirru, Nanni Lancioni, Giovanni Satta e Fabio Usai, hanno presentato una mozione sul regime della continuità territoriale marittima di persone e merci con la Sardegna. La continuità territoriale intesa come possibilità per tutti i cittadini di spostarsi nel territorio nazionale e comunitario, senza penalizzare cittadini residenti in territori meno favoriti o marginali, anzi assicurando un servizio che offra condizioni economiche e qualitative uniformi, si inserisce nel quadro più generale di garanzia dell’uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale, promosso in sede europea.

«Il trasporto – sottolineano i proponenti – è elemento essenziale del “diritto alla mobilità” previsto dall’articolo 16 della Costituzione e costituisce un servizio di interesse economico generale tale, pertanto, da dover essere garantito a tutti i cittadini indipendentemente dalla loro collocazione geografica; nel mese di luglio 2020 scadrà l’attuale convenzione stipulata tra lo Stato e la TirreniaCin che stabilisce le tariffe in continuità territoriale; l’Antitrust, ritenendo che la convenzione in essere risulta totalmente sbilanciata a favore di Tirrenia, ha bocciato la proroga della convenzione tra lo Stato e la Tirrenia in quanto presenta “risvolti critici sotto il profilo concorrenziale”; al fine di scongiurare l’ennesima proroga del contratto è, pertanto, necessario predisporre subito il bando relativo alla nuova gara d’appalto.»

I sei consiglieri regionali sardisti sottolineano ancora che «il concessionario del servizio di continuità territoriale (Tirrenia-Cin), riceve dallo Stato un contributo annuale di 73 milioni annui per complessivi 560 milioni in otto anni per tutti i collegamenti (non solo con la Sardegna) esercitati in continuità territoriale; la tariffa in regime di continuità territoriale risulta del tutto identica a quella dei vettori privati operanti al di fuori di detto regime agevolato; la vendita degli assets Tirrenia alla Cin, formata dallo stesso cartello armatoriale privato ha determinato il caro traghetti e ha creato, inoltre, un monopolio dannoso per la Sardegna sul cabotaggio marittimo; la società Tirrenia, in questi ultimi anni, ha portato avanti, anche per quanto riguarda le tariffe relative al trasporto marittimo delle merci da e per la Sardegna, la stessa politica arrogante di aumento dei prezzi, con un aumento per un semirimorchio imbarcato da 80 a 160 euro, e ciò rappresenta l’ennesimo duro colpo inferto all’economia dell’isola, sempre più condizionata dalle insostenibili tariffe applicate dalla Tirrenia; risulta necessario porre fine al monopolio Tirrenia in quanto è inaccettabile che abbia fatto crescere in maniera esponenziale le tariffe, utilizzando soldi pubblici; è di fondamentale importanza prevedere che il bando relativo all’affidamento in concessione del servizio pubblico di trasporto marittimo in continuità territoriale con la Sardegna sia aperto al maggior numero di operatori economici, a tutela della libera concorrenza».

La mozione, se approvata, impegnerà il presidente della Regione e la Giunta regionale, «affinché si facciano parte diligente e vigile con il Ministero competente e sollecitino, in tempi brevi, lo Stato per la predisposizione del nuovo bando relativo alla gara d’appalto della continuità territoriale marittima di persone e merci, tenuto conto che l’Antitrust ha bocciato la proroga della convenzione tra lo Stato e la Tirrenia per i collegamenti con la Sardegna; a non prorogare l’attuale convenzione stipulata tra lo Stato e la Tirrenia-Cin, considerato che lo Stato aveva ben 8 anni per gestire la nuova continuità territoriale marittima e bandire una nuova gara, arrivare all’ultimo momento significa avvantaggiare una società privata garantendole un illecito arricchimento e un regime di monopolio sui trasporti marittimi a danno dei sardi; a prevedere che il bando relativo all’affidamento in concessione del servizio pubblico di trasporto marittimo di persone e merci in continuità territoriale con la Sardegna sia aperto al maggior numero di operatori economici, a tutela della libera concorrenza; a proseguire, infine, la rivendicazione per il passaggio delle funzioni e delle risorse sulla continuità territoriale marittima dallo Stato alla Regione».

Fabio Usai.

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I consiglieri regionali del Psd’Az Franco Mula, Nanni Lancioni, Piero Maieli, Giovanni Satta, Stefano Schirru e Fabio Usai hanno presentato una mozione in Consiglio regionale «sulla necessità di potenziare e salvaguardare gli Uffici delle Motorizzazioni civili di Cagliari, Oristano, Sassari e in particolare di Nuoro, a rischio chiusura, e sul trasferimento dallo Stato alla Regione delle competenze in materia di motorizzazione civile».

Nel testo si impegna il presidente della Regione e la Giunta regionale a «sollecitare il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ad attivare, in tempi brevi, le mobilità del personale dagli altri Enti verso gli Uffici delle motorizzazioni civili di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari al fine di dare immediata risposta alle richieste degli utenti, delle imprese di autotrasporto, delle agenzie automobilistiche e delle autoscuole». La mozione impegna, inoltre, il presidente della Regione e la Giunta regionale «a porre in essere tutte le procedure necessarie per ottenere dallo Stato il trasferimento alla Regione Sardegna di tutte le funzioni facenti capo alla motorizzazione civile al fine di poterne gestire le attività e garantire all’utenza sarda la necessaria qualità del servizio», oltre «ad adottare, con ogni consentita urgenza, tutte le iniziative utili a salvaguardare le sedi degli Uffici della motorizzazione civile della Sardegna al fine di scongiurare possibili chiusure». 

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«L’apertura di un tavolo tecnico per poter adeguare il differenziale di guadagno per litro, con un rialzo sino a 10 centesimi. Una somma in grado di far uscire dal tunnel della crisi i gestori delle stazioni di carburanti isolane.»
E’ la proposta del consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione Nanni Lancioni, che porterà la tematica all’interno della commissione attività produttive. Il summit con un gruppo di gestori degli impianti di benzina sparsi nelle strade della Sardegna è servito a focalizzare la situazione drammatica del settore: «La radiografia del margine di guadagno mette l’accento su un andamento al ribasso per il margine di guadagno dei gestori di carburante – spiega l’esponente dei sardisti -. Il differenziale ha subito una flessione spaventosa passando dalle 100 lire del 1988 (pari a 5 centesimi al litro) sino agli attuali 2,5 centesimi. Un crollo sancito da accordi al ribasso firmati dai sindacati, senza una rappresentatività adeguata della nostra categoria». Da una parte c’è l’industria petrolifera della distribuzione che guadagna milioni, dall’altra parte i gestori che devono fare i conti con una crisi sempre più accentuata: «I benzinai sardi chiuderanno i rubinetti del pieno negli impianti di rete situati nelle strade. Da lunedì a mercoledì gli impianti resteranno inaccessibili – aggiunge Nanni Lancioni -. Le stazioni di servizio che si ritagliano nel reticolato isolano, con oltre 350 operatori, stanno subendo grosse perdite a causa di accordi capestro che avvantaggiano solo le compagnie petrolifere». Nonostante sia aumentato il prezzo della benzina, si è assottigliato negli ultimi anni il fatturato degli esercenti: «La grande fetta dei gestori della rete – conclude Nanni Lancioni – si ritrova schiacciata dalle dinamiche imposte da contratti sindacali a favore della lobby dei petrolieri distributori. Facendo bene i conti, quello che resta nelle tasche dei benzinai è una cifra irrisoria, poco più di 600 euro al mese. Una condizione che mette chiaramente in luce il rischio fallimento di un settore produttivo strategico per la Sardegna. Da qui l’esigenza di portare la questione all’interno della commissione attività produttive e sul tavolo della giunta regionale».

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Il consigliere regionale Nanni Lancioni (PSd’Az) interviene sulla polemica sollevata dai rappresentanti del consorzio industriale di Cagliari (CACIP), in seguito all’intervento del presidente della Regione Christian Solinas, in materia di consorzi industriali. Nanni Lancioni evidenzia come «a detti rappresentanti, rimasti in silenzio per lungo tempo, sfugga che l’enorme ritardo nell’avvio della zona franca di Cagliari, il cui piano operativo, rammenta, risale al giugno del 2001 (art.7 D.P.C.M. 7 giugno 2001) non sia certo da imputare al presidente Christian Solinas, appena eletto, bensì a chi, in questi anni, ha governato il comune di Cagliari, competente al rilascio delle autorizzazioni amministrative necessarie per l’avvio delle attività».

«Basti pensare che solo per convocare la Conferenza di servizi sono stati necessari oltre quattro anni autorizzando, peraltro, solo le opere di urbanizzazione, e non la costruzione delle strutture necessarie per l’avvio della zona franca per le quali ancora non esiste nemmeno il progetto – aggiunge Nanni Lancioni -. È stato proprio il CACIP, congiuntamente all’Autorità Portuale, a tergiversare sulla concessione delle aree a beneficio della Zona Franca Doganale, in quanto proprietario delle aree a ridosso del porto canale; tanto che, a tutt’oggi, non esiste alcun provvedimento concreto finalizzato in tale senso. Anzi, si continua a “pensare” che siano sufficienti sei ettari, peraltro non ancora infrastrutturati, per competere con le altre zone franche presenti nell’area del Mediterraneo.»

«Negli ultimi cinque anni Regione, Provincia, CACIP e comune di Cagliari sono stati governati dalle stesse persone, appartenenti al medesimo schieramento politico – conclude Nanni Lancioni -. Pertanto, è assai bizzarro che i rappresentanti del CACIP, dopo un lungo torpore, abbiano la pretesa di attribuire la responsabilità della mancata operatività della ZFD al Governo regionale appena insediato e per di più, ad una direttiva regionale che nulla ha a che vedere con le procedure per l’avvio della Zona Franca.»

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Nella XVI legislatura, nonostante l’introduzione della doppia preferenza di genere, solo il 13,33% dei consiglieri è donna. Fanno parte dell’Assemblea: Alessandra Zedda (Forza Italia), Desirè Alma Manca (Movimento 5 Stelle), Maria Laura Orrù (Sardegna in Comune con Massimo Zedda), Elena Fancello (Movimento 5 Stelle), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Carla Cuccu (Movimento 5 Stelle), Sara Canu (Lega Salvini Sardegna), Laura Caddeo (Noi, la Sardegna con Massimo Zedda).  Il numero delle consigliere della legislatura che sta per cominciare è lo stesso della  XIV, della XI (le elette furono 8 su 80) e della XIII 8 donne consigliere su  85). Nelle 16 legislature su un totale di 1174 consiglieri, le elette sono state 69 con una percentuale del 5,87%.

Il nuovo Consiglio regionale sarà profondamente rinnovato, con ben 40 seggi su 60 assegnati a nuovi consiglieri.

Tornano, infatti, nell’Aula di via Roma soltanto 6 consiglieri con 2 o più legislature alle spalle. Oltre al consigliere “anziano” Giorgio Oppi dell’Udc (7) faranno parte della nuova Assemblea anche Michele Cossa dei Riformatori sardi con oltre 2 legislature (alla sua prima esperienza subentrò a Massimo Fantola), Alessandra Zedda ed Antonello Peru di Forza Italia (2 ciascuno), Cesare Moriconi del Pd e Daniele Secondo Cocco di Leu, anch’essi con 2 legislature già maturate.

Le riconferme rispetto alla legislatura appena conclusa sono invece 20: Piero Comandini, Gianfranco Ganau, Giuseppe Meloni, Valter Piscedda, Cesare Moriconi e Roberto Deriu del Pd, Antonello Peru ed Alessandra Zedda di Forza Italia, Stefano Tunis (ora con Sardegna20venti), Nanni Lancioni del PSd’Az, Giovanni Satta (ora nel Psd’Az), Eugenio Lai e Daniele Secondo Cocco di Leu, Francesco Agus di Campo Progressista, Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia, Giorgio Oppi e Gian Filippo Sechi dell’Udc, Alfonso Marras e Michele Cossa dei Riformatori e Domenico Gallus (ora con Sardegna 20venti).

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«Sono ormai numerosi gli atti con cui la Giunta Pigliaru ha proceduto con la nomina di nuovi dirigenti, con la mobilità di dirigenti dalle agenzie regionali verso l’amministrazione regionale e, contemporaneamente, con l’assunzione di nuovi dirigenti nelle medesime agenzie per la copertura dei dirigenti “migrati”, in un interscambio ai limiti del pantouflage.»

Lo scrive, in una nota, Nanni Lancioni, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione.

«Non solo, ho riscontrato che l’assessore degli Affari Generali e del Personale risulta essere particolarmente attivo in quest’ultima settimana, producendo, in tempi record, sia nomine di dirigenti, che di membri di commissione, tra le quali, in particolare, la commissione esaminatrice per “il corso-concorso selettivo di formazione per l’assunzione a tempo indeterminato di 20 dirigenti” – aggiunge Nanni Lancioni -. In particolare, ho potuto notare che tutti i membri di detta commissione sono stati individuati fuori dalla Sardegna, a parte i membri residuali “aggiunti”. Continuo a chiedermi come mai la Giunta Pigliaru, uscente, abbia ritenuto che la Sardegna non sia in grado di esprimere professionalità in grado di fare parte della suddetta commissione esaminatrice, e si sia rivolta oltre mare, costringendo, così, l’amministrazione regionale sarda a sostenere un inutile onere, con ingente spreco di denaro pubblico. È evidente che tali atti non siano di ordinaria amministrazione, bensì di straordinaria, e dunque, la Giunta Pigliaru, avrebbe dovuto astenersi dal compierli, evitando di condizionare il futuro governo con le sue onerose e ingiustificate scelte degli “ultimi giorni”.»

«E dire che proprio la Giunta Pigliaru – conclude Nanni Lancioni – rimproverava a chi lo aveva preceduto il compimento di atti “in extremis”, rivendicando, allora, una presunta “supremazia morale” che, come era prevedibile, in questi tiepidi giorni di sole, pare sciogliersi come neve.»

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L’ex consigliera comunale Francesca Monni, candidata della lista del Partito dei Sardi, è stata la più votata, con 243 preferenze, nelle 5 sezioni del comune di Teulada, tra i 472 candidati delle 24 liste della circoscrizione elettorale di Cagliari. Al secondo posto Modesto Fenu (Partito dei Sardi) 127; al terzo Cesare Moriconi, consigliere uscente (rieletto) del Partito Democratico, con 81 preferenze; al quarto Ignazio Mariano Loi (Sardi Liberi). Seguono Nanni Lancioni (4 Mori Solinas Presidente) 65, Manuela Serra (Sardi Liberi) 62, Francesco Magi (4 Mori Solinas Presidente) 35, Stefano Tunis (Sardegna20Venti) 31, Giorgio Oppi (Pro Sardinia Unione di Centro) 31, Vittorina Baire (Partito Democratico) 27, Francesca Toccori (Sardegna20Venti) 25, Micaela Caboni (Sardegna in Comune con Massimo Zedda) 20, Giuseppe Gargiulo (Riformatori Sardi) 20.

Alegate, le tabelle con tutti i risultati, dei 7 candidati alla presidenza, delle 24 liste e dei 472 candidati alla carica di consigliere regionale, sezione per sezione.