28 March, 2024
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Un laboratorio di una classe dell’Istituto di Istruzione Superiore G.M. Angioy con l’artista Roberto Ziranu ha concluso venerdì 12 gennaio, la mostra “I 12 Graffi”, inaugurata lo scorso 17 dicembre nel Salone della Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia.

Quella di  Carbonia era la ventunesima ed ultima tappa di un percorso che ha toccato Cagliari, Golfo Aranci, Sardara, Quartu Sant’Elena, Seui, Arzana, Laconi, Fonni, Oristano, Nuoro, Cardedu, Ollastra, Orani (suo paese d’origine), Desulo, Siniscola, Aritzo, Ovodda, Porto Torres, San Gavino Monreale e Bitti.

                                   

La mostra di Roberto Ziranu è sviluppata in 12 ritratti di altrettanti personaggi che hanno reso e continuano a rendere grande la Sardegna al di fuori dei confini regionali: Eleonora d’Arborea, Costantino Nivola, Maria Carta, Paolo Pillonca, Giovanni Lilliu, Maria Lai, l’Accabadora, Piero Sanna, Edina Altara, Andrea Parodi, Grazia Deledda e Gigi Riva. Si tratta di figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura, dello sport e della nostra identità, uomini e donne che hanno influenzato la produzione artistica di Roberto Ziranu per il loro carisma, la loro carriera, la loro storia, l’alone di mistero che ruota attorno ad alcune delle loro figure.

Per la giornata di chiusura, l’artista ha organizzato, in collaborazione con l’assessora della Pubblica istruzione del comune di Carbonia, Antonietta Melas, la visita di due classi dell’Istituto di Istruzione Superiore “G.M. Angioy”, indirizzo Grafica e Comunicazione, guidate dalle docenti della Cinzia Grussu, Simona Mele, Alessandra Manca e Daniela Soru della 4ª B. Roberto Ziranu ha spiegato agli studenti l’origine della mostra, la tecnica utilizzata per la creazione delle opere e presentato le figure dei 12 personaggi. Al termine della presentazione, gli studenti della 4ª A hanno partecipato al laboratorio con l’artista, con il quale hanno creato un ritratto, scelto a maggioranza tra i 12, quello di Gigi Riva.

Gli studenti, le docenti e per ultima anche l’assessora Antonietta Melas, hanno portato il loro contributo all’incisione del volto del grande campione, mostrando in alcuni casi una buona attitudine, sottolineata con piacere da Roberto Ziranu.

Giampaolo Cirronis

         

                            

E’ stata inaugurata ieri, 17 dicembre, nel salone del Museo del Carbone della Grande Miniera di Serbariu, la mostra personale “I 12 Graffi” di Roberto Ziranu, ventunesima ed ultima tappa di un percorso che ha toccato Cagliari, Golfo Aranci, Sardara, Quartu Sant’Elena, Seui, Arzana, Laconi, Fonni, Oristano, Nuoro, Cardedu, Ollastra, Orani (suo paese d’origine), Desulo, Siniscola, Aritzo, Ovodda, Porto Torres, San Gavino Monreale e Bitti.

La mostra di Roberto Ziranu, unica nel suo genere, è un omaggio alla sua Terra – si legge nella presentazione Da.Ma del Guilcer di Daniela Madau – Storico e Critico dell’Arte -. E’ sviluppata in 12 ritratti di altrettanti personaggi che hanno reso e continuano a rendere grande la Sardegna al di fuori dei confini regionali: Eleonora d’Arborea, Costantino Nivola, Maria Carta, Paolo Pillonca, Giovanni Lilliu, Maria Lai, l’Accabadora, Piero Sanna, Edina Altara, Andrea Parodi, Grazia Deledda e Gigi Riva. Si tratta di figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura, dello sport e della nostra identità, uomini e donne che hanno influenzato la produzione artistica di Roberto Ziranu per il loro carisma, la loro carriera, la loro storia, l’alone di mistero che ruota attorno ad alcune delle loro figure.

La mostra si caratterizza per la scelta di pannelli illustrativi e autoportanti che accompagnano i visitatori alla scoperta della Sardegna raccontata attraverso gli occhi, la maestria e le emozioni che Roberto Ziranu incide nei pannelli di ferro. Le opere esposte rappresentano un nuovo traguardo dello scultore oranese, grande conoscitore del ferro.

La mostra “I 12 Graffi” mostra una nuova sfida: ritratti su lastre di ferro attraverso la tecnica dell’incisione e dello sbalzo, unica nel suo genere.

Le 12 opere esaltano l’anima della materia ferrosa e immedesimano i protagonisti ritratti. Ogni opera sembra prendere vita e interagire con lo spazio tramite chiaroscuri generati dai riflessi delle incisioni e dagli sbalzi ottenuti dalle migliaia di martellate, rendendo ogni opera un pezzo unico. Le tappe di questo itinerario si snodano dal Nord al Sud della Sardegna interessando luoghi che rendono omaggio ai vari protagonisti che hanno dato lustro alla nostra Isola, per poi proseguire nel 2024 il suo viaggio nella Penisola e non solo…

Un progetto ambizioso – conclude la nota di presentazione di Daniela Madau – per un artista che vuole esaltare la sua terra natale interagendo con tutte quelle amministrazioni, fondazioni e partner privati che credono nel ruolo dell’arte quale mezzo per la divulgazione della cultura.

Alla presentazione hanno partecipato il sindaco di Carbonia Pietro Morittu e le assessore della Cultura Giorgia Meli e della Pubblica istruzione Antonietta Melas, e il commissario straordinario del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna Anna Elisabetta Castelli e del direttore Fabrizio Atzori, impegnati nel sito della Grande Miniera nella giornata conclusiva dell’ultima tappa dell’evento Open Your Mine. Presenti anche i fratelli Ziranu di Carbonia, parenti dell’artista.

Allegate le fotografie della presentazione e l’intervista all’artista Roberto Ziranu.

                 

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Gli itinerari poetici dei viaggi nella letteratura e nelle storie, raccontate in versi, proseguono sabato 7 settembre nella terza giornata del Cabudanne de sos poetas, XV edizione, tra gli angoli più suggestivi di Seneghe, al centro del Montiferru. Il viaggio, tema centrale di queste giornate, riparte nella memoria storica della poesia sarda riprende stavolta a Prentza de Murone alle 10.30, con la presentazione del libro “O musa ove sei tu? Viaggio nella gara poetica” di Paolo Pillonca, un saggio postumo del grande giornalista, poeta, scrittore e intellettuale sardo, studioso e strenuo difensore de “Sa Limba”, scomparso a maggio dello scorso anno, edito dalla sua casa editrice Domus de Janas. Un’occasione unica per chi conosce o vuole approfondire la storia affascinante dei “cantadores a bolu”, cantatori estemporanei e il mistero della gara poetica. Presentano il volume Fabio Pillonca, Pier Sandro Pillonca, Tonino Oppes e Bachisio Bandinu. A partire dalle ore 10.00 aprirà il laboratorio per bambini dai 6 ai 10 anni nella Biblioteca Comunale a cura di Paola Atzeni. La parola che viene data a chi non ne ha, agli ultimi, a chi ancora spera, poesia per dare una flebile luce, o un po’ di coraggio per guardare bene dentro alle cose e al mondo che ci circonda. Così è la voce poetica di Ida Travi, poetessa tra le più eclettiche della poesia italiana contemporanea che scrive anche per il cinema, la musica, il teatro, i cui versi si inscrivono nel rapporto tra oralità e scrittura. Alle 12.00, sempre a Sa Prentza, sede del vecchio frantoio di Seneghe, presenterà “Tasàr, animale sotto la neve”, quinto e ultimo volume di questa grande opera in versi abitata da questi particolari personaggi caratterizzati dalla loro capacità di parlare e dal fatto di vivere in un universo ai margini del nostro. Dopo la consueta pausa pranzo si riprende alle 17.00 nello splendido scorcio di Putzu Arru per lo spazio dedicato agli ospiti internazionali arriva Pinar Selek, sociologa turca (Istanbul 1971) e attivista per la pace e i diritti umani. Il suo libro “Lontano da casa” racconta la speranza e il coraggio di una donna libera. È autrice di diverse opere sulle numerose lotte della Turchia moderna per raggiungere una pace permanente, e del libro “La maschera della verità” tradotto in Italia da Fandango in occasione del centenario del genocidio armeno. Attualmente è rifugiata politica in Francia. Dialogano con l’autrice Lea Nocera (redazione di Kaleydoscop) e Nicola Melis (Università degli Studi di Cagliari).

E ancora, alle 19.00, in Piazza dei Balli, poesie di attualità e di denuncia, tra le voci degli assenti, dei muti, dei soppressi: poesia civile con il poeta, traduttore e professore ordinario di Letteratura francese all’Università di Roma, Valerio Magrelli e il personaggio omonimo che dà il titolo al suo libro di componimenti poetici “Il commissario Magrelli” (non Maigret). Un “commissario della poesia” che si schiera dalla parte delle vittime e non dei carnefici, sulle tracce dei «misfatti che restano impuniti a questo mondo». Fuori dall’isola ma vicino per assonanze linguistiche, geografiche e musicaliil viaggio prosegue tra i movimenti hip hop, il rap, le lingue e le poesie nel libro “Vai Mo. Storie di rap a Napoli e dintorni” (Monitor edizioni) di Antonio Bove. Un volume che mette insieme e racconta le storie e le voci dei protagonisti di un genere musicale con tutte le sue infinite declinazioni culturali che trova le sue origini fin dagli anni ’80. Dialogheranno con l’autore i rapper sardi JOZ, Ale Zin e Alessio Mura (Balentia).

Il viaggio affascinante dal Mississippi al Sahara chiude la terza giornata del Cabudanne sulle note della musica tradizionale Tuareg e delle contaminazioni del Delta Blues, con Faris Amine, artista italo-algerino che tra le tante collaborazioni vede anche quella con la leggendaria band tuareg Tinariwen. Una ricerca tra le sonorità profonde che spiazza per la sua intimità, fierezza e credibilità.

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Il calendario AES al Salone del libro di Torino si è concluso con uno speciale tributo alla memoria di un grande intellettuale come Paolo Pillonca, un personaggio scomparso lo scorso anno, proprio come Manlio Brigaglia, lasciando un grande vuoto e una straordinaria eredità culturale. Tramite le testimonianze del figlio Pier Sandro, dell’antropologo Bachisio Bandinu, del giornalista Franco Siddi e di Enzo Cugusi, presidente dell’Associazione dei sardi in Torino “Antonio Gramsci”, sono emersi i numerosi tratti che accomunavano queste due straordinarie figure del mondo intellettuale isolano, dall’amore per l’editoria a quello per il giornalismo e per la storia della Sardegna. Ma l’aspetto che probabilmente distingueva Paolo Pillonca era la sua maggior vicinanza al mondo della lingua sarda.

Per Bachisio Bandinu, che si è espresso proprio in lingua sarda, Paolo Pillonca è stato un eccezionale conoscitore di tutti i poeti della letteratura dell’isola: «Il suo merito è stato quello di aver colto la memoria, di averla pubblicata e commentata. Dunque di averla tenuta viva nella comunità sarda».

Franco Siddi lo ha invece ricordato per essere stato, «oltre che uomo della parola, anche uomo del silenzio», estimatore di una comunicazione vasta in cui il silenzio è capace di esprimersi anche oltre la parola. Perché alla parola è necessario aggiungere in qualche modo una riflessione.

«Ha amato la poesia e il suo mistero, ma l’ha anche praticata – ha detto Franco Siddi -. E quella riflessione in Paolo è sempre stata rivolta alla Sardegna, alla sua tristezza e alla sua ansia di futuro.»

Per quanto riguarda il giornalismo, Siddi lo ha menzionato per aver vissuto questa affascinate professione come un’occasione per essere un homo civis, impegnato (senza escludere tutte le altre arti) a creare occasioni di giustizia per la persona e per la comunità.

Ma se tutti lo ricordano come un impareggiabile intellettuale sardista, per il figlio Pier Sandro è stato soprattutto un grande antifascista, aspetto che forse più di ogni altro lo ha accomunato a Manlio Brigaglia: «Credo che oggi sia importante ricordarlo qui a Torino perché in tutta la sua vita ha seguito quella linea, e poi in particolare per la grande stima che nutriva nei confronti di Gramsci, che riteneva l’intellettuale sardo più lucido nell’analisi delle tematiche sulla lingua».

Sono state tantissime le iniziative che hanno segnato questa sentita partecipazione dell’AES alla 32ª edizione del Salone, sia all’interno degli spazi del Lingotto che in altre prestigiose location torinesi. Tra gli appuntamenti più importanti, la presentazione di “Books in Sardinia”, esito del progetto di internazionalizzazione “Liber y Liber” curato dall’AES nell’ambito della Programmazione Unitaria 2014-2020. Il progetto prelude a una evoluzione sul piano internazionale, della piattaforma già presente in ambito europeo che, tramite una joint venture tra le associazioni che promuovono l’editoria all’estero, permetterà a breve la creazione di un portale che riunisce tutte le diverse esperienze.

Nel tracciare un primo bilancio, la presidente Simonetta Castia ha evidenziato che, come ogni altro anno, «l’editoria isolana ha partecipato al Salone del libro con grande compattezza, spirito di servizio e progettualità, nonostante gli ostacoli oggettivi dati dal mancato sostegno della Regione Sardegna, che ha preferito, del tutto arbitrariamente, seguire un percorso anomalo e in contrasto perfino con gli obiettivi del Salone».

Parole decise con le quali la numero uno dell’AES ha lanciato un messaggio chiaro e inequivocabile: «Abbiamo garantito a trenta imprese editrici sarde la presenza e la partecipazione attiva con un progetto di alto profilo culturale e professionale. Ora non ci resta che seguire il cammino tracciato e il successo ottenuto. Abbiamo ancora una volta ampiamente dimostrato di saper gestire la promozione del libro sardo alle principali fiere del settore, in maniera autonoma – ha affermato Simonetta Castia -, e ci auguriamo che la professionalità degli operatori culturali e i diritti del mondo del libro sardo siano finalmente tutelati dalle istituzioni politiche, che hanno il dovere di stare affianco agli stessi operatori, sostenendoli e vigilando sul rispetto e sulla corretta attuazione della legge».

Nessuna volontà di scatenare polemiche, ma la ferma convinzione che le competenze debbano essere rispettate e, nello specifico, ricevere l’opportuna tutela prevista dalle normative. Infine, un invito a una maggiore sobrietà per chi, nei giorni scorsi, ha millantato cifre di affluenza insostenibili forse in preda ad euforiche e illusorie smanie di protagonismo: «Il Salone del libro si è chiuso con un bilancio ufficiale di 148mila ingressi unici – ha indicato la presidente -. E se qualcuno nello stand della Regione Sardegna ha dato i numeri, dichiarando il passaggio di 250mila visitatori, ha sommato una figura ridicola al tentativo di coprire, con comunicati di carta velina, magre comparsate e l’assenza degli editori isolani in una postazione finanziata con risorse destinate al sostegno dell’editoria locale».

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La giornata di sabato al Padiglione Oval del Salone del libro di Torino ha portato in dote una serie di appuntamenti imperdibili per gli appassionati di storia della Sardegna. Curiosità e chicche messe in campo dall’AES per far scoprire l’isola dei retabli, quella di Vico Mossa, del “sassarino” Michele Papandrea, e infine, quella del viceré Baltasar de Zuñiga, che dalla Sardegna finì in America per fondare San Antonio del Texas.

Il tutto in una terza giornata salutata fin dal primo mattino da lunghe file ai cancelli del Lingotto, con linee internet intasate e a tratti inutilizzabili a causa del sovraffollamento. All’interno di una vivace e caotica atmosfera, la stessa che da sempre contraddistingue questa importante manifestazione, lo stand AES ha dato il via ai lavori accogliendo gli studenti del Liceo linguistico Eleonora d’Arborea di Cagliari, ai quali sono stati evidenziati gli aspetti più crudi della guerra e della propaganda attraverso le vicende di Michele Papandrea, “sassarino” ex primo cittadino di Nuoro. La storia di questo personaggio è stata approfondita da Marina Moncelsi nel libro “Michele e gli altri. Un sindaco tra i caduti della prima guerra mondiale”, edito da Aipsa. L’autrice, in compagnia di Annamaria Baldussi, ha parlato ai ragazzi di questo convinto antimilitarista che, ai tempi della Grande Guerra, grazie al ruolo istituzionale avrebbe potuto essere esonerato dal servizio militare, e invece decise di partire, per restare ucciso in battaglia.

Ad appassionare il pubblico è stata anche la presentazione di “La via dei retabli”, un volume edito da Carlo Delfino e realizzato dalla compianta Carla Virdis Limentani assieme a Maria Vittoria Spissu la quale, in un vivace dibattito con Valerio Mosso e Stefano Manavella, ha illustrato il lavoro di ricerca. Un lavoro che mette in relazione queste straordinarie opere con la più vasta cultura artistica mediterranea ed europea.

Nel pomeriggio, tra un via vai di curiosi, l’attenzione si è rivolta a “Io rido perché ho paura”, una pubblicazione Poliedro dedicata a Vico Mossa e all’architettura sarda tra ruralità e modernità, realizzata in collaborazione con il comune di Serramanna. A Torino hanno portato il loro contributo Guido Carcangiu (comune di Serramana), Enrico Pusceddu (Presidente Associazione Internazionale “Città della Terra Cruda”), Alessandra Mocci (Archivio d’Architettura Vico Mossa), Roberto Podda (Curatore della mostra che si tiene al Politecnico di Milano e del libro, Alceo Vado (architetto), Enrico Pinna (giornalista e fotografo), Paola Gambero (curatrice della mostra) e Marco Biraghi (storico dell’architettura).

Forte curiosità ha suscitato infine un personaggio poco conosciuto, la cui vita avventurosa rischia di sembrare quasi leggendaria. Quella del nobile spagnolo don Baltasar de Zuñiga, che in un mondo di complesse evoluzioni da viceré di Sardegna divenne governatore oltreoceano della Nueva España, per poi presiedere il Consiglio delle Indie. La storia è descritta nel libro “La spada e la gloria dalla Sardegna all’America” edito da Carlo Delfino, che l’autore Umberto Oppus (direttore generale dell’ANCI Sardegna)  ha ben descritto coadiuvato dagli interventi della presidente Fasi, Serafina Mascia e del giornalista Massimo Boccaletti.

In serata il Bar letterario Da Pietro è stato teatro della presentazione dell’ultimo libro di Flavio Soriga, “Nelle mie vene”, edito da Bombiani. In compagnia dello scrittore hanno parlato Emila Zazza, Alberto Urgu e Nicola Muscas. Sempre al Bar letterario di via San Domenico, l’autore Giulio Concu con Daniela Falconi hanno presentato “Cadono dal cielo”, edito dal Maestrale. Entrambi gli appuntamenti sono stati realizzati in collaborazione con l’Associazione dei sardi in Torino Antonio Gramsci.

Stasera, all’Oratorio San Filippo Neri, si terrà l’“Omaggio a Paolo Pillonca”, con gli interventi del figlio Pier Sandro, di Bachisio Bandinu e di Franco Siddi. Verranno tracciati i tratti di uomo, di fine poeta e scrittore e attento giornalista, straordinario conoscitore della lingua e letteratura sarda, nonché direttore di una delle riviste più lette in Sardegna. Seguirà il tributo offerto da Peter Marcias, che proporrà, in anteprima nazionale e in collaborazione con la Sardegna Film Commission, la proiezione degli estratti-intervista a Manlio Brigaglia durante le riprese di “Uno sguardo alla terra”.

Programma di oggi (12 maggio)

La Sala Ciano stamane accoglie la presentazione di Books of Sardinia, piattaforma di marketplace e interscambio culturale e professionale. Partecipano Simonetta Castia, Anita Molino, Ana Urrestarazu, Marian Val e Marco Zapparoli.

La sezione “Tra Isola e mondo” propone allo stand AES “Luce degli addii” (Condaghes), con l’autore Eliano Cau. È offerto uno sguardo sulla Sardegna remota fra il Barigadu e la “Mandra Olisày”, sullo sfondo del XVIII secolo, in cui si consumano le drammatiche vicende di padre Benedetto Loy e Cipriana Podda.

Alle 12.00, Claudia Desogus dialoga con Giovanni Fara del suo “Il viaggio incantato. Racconti di janas, surbiles e altre figure leggendarie della tradizione sarda” (Catartica). Alle 13.00, l’autore Giulio Concu incontra i lettori per presentare “Maschere e carnevali della Sardegna” (Imago multimedia) e, alle 16.00, Flavio Passi presenta “Nel regno di Xij” (Effetto Ed.) in un aperto confronto con l’autore Bernardo De Muro.

Alle 19.00 all’Oratorio San Filippo Neri un altro momento molto atteso, l’“Omaggio a Paolo Pillonca” a cura di AES e dell’Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci”.

Alle 20.00, a conclusione del programma, seguirà “Uno sguardo alla terra. Omaggio a Manlio, 2018”, con la proiezione degli estratti-intervista a Manlio Brigaglia durante le riprese di “Uno sguardo alla terra”, a cura dell’AES, dell’Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci” e della Sardegna Film Commission. Interverrà il regista Peter Marcias.

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Cinque giornate per testimoniare la profondità e il valore dell’editoria libraria sarda, raccontare l’insularità come superamento dei confini ispirandosi a una celebre idea di Maria Lai, e manifestare il ricordo di due grandi intellettuali come Manlio Brigaglia e Paolo Pillonca. La partecipazione degli Editori sardi alla 32esima edizione del Salone internazionale del libro di Torino sembra calzare a pennello con il tema proposto quest’anno dalla più importante manifestazione italiana nel campo dell’editoria.

Dal 9 al 13 maggio l’AES mette in campo una squadra compatta, formata dalle trenta aziende isolane più importanti e titolate – associate e non – forti dell’apporto di ben tremila libri e ottocento titoli. Gli editori troveranno casa nel Padiglione Oval, uno dei più frequentati del Lingotto, al fianco di case come Mondadori, Adelphi, E/O, Sellerio e Feltrinelli e in totale autonomia rispetto allo stand della Regione.

L’iniziativa è svolta in partenariato con l’Associazione dei sardi in Torino “Antonio Gramsci”, il festival “Sulla terra leggeri” e la Sardegna Film Commission, e con il patrocinio e parziale sostegno della Fondazione di Sardegna. Numerosi eventi sono in programma nelle sale Ciano e Avorio e negli spazi extra-Lingotto del Salone off, in prestigiose location del capoluogo piemontese.

Se il tema generale della manifestazione ruota intorno a “Il gioco del mondo” (titolo dell’iper-romanzo di Julio Cortàzar) come invito a oltrepassare le barriere e a superare le divisioni, nella proposta dell’AES la Sardegna si inserisce perfettamente in questa direzione, in quanto isola tra più continenti, esito e strumento di meticciati linguistici, identitari e culturali, che si creano e definiscono all’interno della vasta rete di relazioni e legami con il mondo. Un’isola che, nell’offrirsi agli altri, attraversa l’esperienza del mare e dell’ignoto verso e oltre il Mediterraneo, utilizzando i legami tra “Noi e il mondo” in luogo delle divisioni, cogliendo l’ulteriore suggestione proveniente da una delle copertine dell’omonima rivista dei primi del Novecento; dove in cima al pianeta, illuminato dalla luce sfolgorante del Sole, una fila di lettori proietta la propria ombra terrena per disegnare il titolo della testata. Come a dire dei legami che la cultura crea nel mondo.

L’intero programma AES avrà così per filrouge “Noi e il mondo”, traendo spunto da un evento d’arte performativa che intende mettere in relazione il concept del Salone con la straordinaria operazione realizzata nel 1981 da Maria Lai, l’artista internazionale che condivise con gli abitanti di Ulassai l’azione di legare tra di loro, con un nastro celeste, le case e il monte del paese, quale esortazione a superare le divisioni interne della comunità.

L’idea è quella di replicare questa fortunata esperienza a Torino il 9 maggio, come evento illustrato in sede inaugurale in Sala Avorio, e messo in atto a partire dalla sera, nel Padiglione OVAL. La proposta dell’AES e di Casa Falconieri, cui si aggiunge come partner il Comune di Cagliari, si lega all’idea di un’Isola che si offre al mondo attraverso pagine di stoffa, arricchite e personalizzate da passi letterari. L’operazione di pura creatività artistica e relazionale, potrà così “invadere” così gli spazi del Lingotto, creando contaminazioni inaspettate.

Questa edizione sarà segnata dal ricordo commosso di due grandi personalità del mondo intellettuale sardo, scomparse lo scorso anno. La figura di storico, scrittore, giornalista e “editore” quale è stato Manlio Brigaglia, sarà commemorata il 10 maggio in Sala Avorio, in occasione del primo anniversario dalla morte, attraverso il ricordo di amici, collaboratori e persone a lui vicine. Agli interventi di Simonetta Castia, Costantino Cossu, Simonetta Fiori, Guido Melis e Flavio Soriga. La replica serale nel Salone OFF vedrà la proiezione del film-intervista realizzato da Tonino Oppes per Rai Sardegna.

Risalta, nel quadro degli eventi, la presentazione dell’opera “Printizipàles e pastori sardi. Origine e trasformazione di un allevamento ovino mediterraneo”, sempre il 10 maggio, nel Salone OFF, sotto l’Alto Patrocinio del Senato della Repubblica e a cura di Condaghes, AES e Associazione dei sardi in Torino “A. Gramsci”. Sarà occasione di un dibattito animato dai contributi del senatore Gianni Marilotti, dell’autore Jean Christophe Paoli e dell’editore Giovanni Manca.

Domenica sera, all’Oratorio San Filippo Neri, si terrà l’“Omaggio a Paolo Pillonca”. Attraverso gli interventi del figlio Pier Sandro, di Bachisio Bandinu e di Franco Siddi, verranno tracciati i tratti di fine poeta e scrittore, giornalista attento, grande conoscitore della lingua e letteratura sarda, nonché direttore di una delle riviste più lette in Sardegna. Seguirà il tributo offerto da Peter Marcias, che proporrà, in anteprima nazionale e in collaborazione con la Sardegna Film Commission, la proiezione degli estratti-intervista a Manlio Brigaglia durante le riprese di “Uno sguardo alla terra”.

Tra gli appuntamenti più interessanti sul piano delle potenzialità delle nuove tecnologie, in Sala Ciano domenica si terrà la presentazione di Books in Sardinia, una piattaforma di interscambio culturale e professionale che ospita un catalogo collettivo di circa seimila titoli, e un’area riservata per gli editori e le agenzie di diritti. È l’esito del progetto di internazionalizzazione “Liber y Liber” curato dall’AES nell’ambito della Programmazione Unitaria 2014-2020.

Il ricco patrimonio culturale dell’isola sarà messo a disposizione del pubblico attraverso la presentazione di volumi che attraversano i più diversi settori, storia paesaggi, società e tradizioni, arte, narrativa e poesia. Sono previsti oltre venti appuntamenti tra presentazioni di libri, dibattiti e incontri.

Programma dettagliato.

Giovedì 9 maggio

Alle 12 nella Sala Avorio si terrà “Noi e il mondo” come evento inaugurale della partecipazione della Sardegna al Salone di Torino, a cura di AES e Casa Falconieri, al quale presenzieranno la presidente Simonetta Castia con Efisio Carbone (Direttore del MACC di Calasetta), Gabriella Locci e Dario Piludu (Casa Falconieri). L’iniziativa vera e propria si terrà a partire dalle 17.00, nello stand AES, all’interno del Padiglione Oval.

Alle 19 nel Salone off, l’Associazione dei Sardi in Torino “A. Gramsci” presenta il volume “La valle delle anime” (Europa ed.) di Danilo Scanu, che dialogherà con Enzo Cugusi. Un libro nel quale storie di straziante violenza e di amore sensuale si fondono in una Sardegna afflitta dalla tragedia del fascismo.

Venerdì 10 maggio

Alle 11 nello stand AES va in replica la performance d’arte partecipata “Noi e il mondo”, a cura di AES e Casa Falconieri. Alle 13.30 la Sala Avorio accoglierà uno dei momenti più attesi tra le iniziative in cartellone, “Nel ricordo di Manlio Brigaglia”, a cura di AES e “Sulla Terra leggeri”. Interverranno Simonetta Castia, Costantino Cossu, Simonetta Fiori, Guido Melis e Flavio Soriga.

L’appuntamento con le novità librarie per la sezione “Tra Isola e mondo”, è per le 17.00, allo stand AES in compagnia di Giampaolo Manca, che presenta il suo “Le cose che sono nell’aria” (La Zattera ed.) assieme ad Alessandro Cocco. È un viaggio interiore sull’attitudine a ritornare nei luoghi delle origini e della memoria per trovare serenità e pace.

Alle 18.00, Giovanni Sanna Laina, in compagnia di Dario Maiore illustrerà il suo romanzo “Il viaggio” (Taphros ed.) tra intrighi, amori e misteri e dei protagonisti della Sarda Rivoluzione del 1794. Alle 19.00, al Salone Off Jean Christophe Paoli presenta “Printizipàles e pastori sardi. Origine e trasformazione di un allevamento ovino mediterraneo”, un approfondito lavoro di ricerca sull’allevamento sardo alla luce della lunga evoluzione degli ultimi due secoli. Interverranno il senatore Gianni Marilotti e l’editore Giovanni Manca con la moderazione di Anthony Muroni. L’iniziativa, che gode dell’Alto Patrocinio del Senato della Repubblica, è realizzata a cura di Condaghes, AES e Associazione dei Sardi in Torino.

Alle 20 sarà ricordata ancora una volta la figura di Manlio Brigaglia, nella Sala San Massimo dell’Hotel NH Carlina, in piazza Carlo Emanuele II. Interverranno Simonetta Castia, Costantino Cossu, Simonetta Fiori e Guido Melis. Nel corso dell’appuntamento, realizzato da AES e Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci”, sarà proiettato il documentario RAI “Manlio Brigaglia. 80 anni di storia”, a cura di Tonino Oppes.

Sabato 11 maggio

Lo Stand AES, alle 11.00, ospita Marina Moncelsi che, assieme ad Annamaria Baldussi, presenta la sua opera “Michele e gli altri. Un sindaco tra i caduti della prima guerra mondiale” (Aipsa), incentrata sul tema della proiezione forzata e dolorosa della Sardegna nel terribile “gioco” della guerra. Intervengono gli alunni della terza A del liceo Linguistico Eleonora d’Arborea di Cagliari nell’ambito del progetto Alternanza scuola lavoro “A lezione di Storia”.

Alle 12.00, Maria Vittoria Spissu introdurrà “La via dei retabli. Le frontiere europee degli altari dipinti nella Sardegna del Quattro e Cinquecento” (Carlo Delfino Ed.), uno straordinario lavoro di ricerca realizzato insieme a Caterina Virdis Limentani su questi tesori d’arte, testimonianze storiche del passato catalano-aragonese della Sardegna. Assieme all’autrice interverranno gli storici dell’arte Valerio Mosso e Stefano Manavella.

Alle 15.30, allo Stand AES arriva “Io rido perché ho paura. Vico Mossa, architettura sarda tra ruralità e modernità” (Poliedro). Daranno il loro contributo Guido Carcangiu (Comune di Serramanna), Enrico Pusceddu (presidente Associazione Internazionale “Città della Terra Cruda”), Alessandra Mocci (Archivio d’Architettura Vico Mossa), Roberto Podda (Curatore della mostra che si tiene al Politecnico di Milano e del libro, Alceo Vado (architetto), Enrico Pinna (giornalista e fotografo) e Paola Gambero (curatrice della mostra).

Alle 17.00, sarà presentato il volume “La spada e la gloria dalla Sardegna all’America. Storia del viceré don Baltasar de Zuñiga fondatore nel 1718 di San Antonio nel Texas” (Carlo Delfino ed.). Con l’autore Umberto Oppus (Direttore generale dell’ANCI Sardegna) dialogano Serafina Mascia (presidente FASI) ed il giornalista Massimo Boccaletti. Don Baltasar fu allo stesso tempo spettatore e protagonista di un mondo globale che contribuì, nel suo piccolo, a costruire con la sua azione politica e amministrativa.

Alle 18.30, teatro delle manifestazioni sarà il Bar letterario “Da Pietro”, in via San Domenico 34, dove Flavio Soriga presenta, in prima nazionale, la sua ultima fatica letteraria “Nelle mie vene” (Bompiani), in compagnia di Emilia Zazza, Alberto Urgu e Nicola Muscas.

Alla Libreria Il Ponte sulla Dora, alle 19.00, Giulio Concu presenta “Cadono dal cielo” (Maestrale) assieme alla sindaca di Fonni, Daniela Falconi. I due appuntamenti sono realizzati in collaborazione con l’Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci”.

Domenica 12 maggio

La Sala Ciano alle 10.30 accoglie la presentazione di Books of Sardinia, piattaforma di marketplace e interscambio culturale e professionale. Partecipano Simonetta Castia, Anita Molino, Ana Urrestarazu, Marian Val e Marco Zapparoli.

La sezione “Tra Isola e mondo” alle 11 propone allo stand AES “Luce degli addii” (Condaghes), con l’autore Eliano Cau. È offerto uno sguardo sulla Sardegna remota fra il Barigadu e la “Mandra Olisày”, sullo sfondo del XVIII secolo, in cui si consumano le drammatiche vicende di padre Benedetto Loy e Cipriana Podda.

Alle 12.00, Claudia Desogus dialoga con Giovanni Fara del suo “Il viaggio incantato. Racconti di janas, surbiles e altre figure leggendarie della tradizione sarda” (Catartica). Alle 13.00, l’autore Giulio Concu incontra i lettori per presentare “Maschere e carnevali della Sardegna” (Imago multimedia) e, alle 16, Flavio Passi presenta “Nel regno di Xij” (Effetto Ed.) in un aperto confronto con l’autore Bernardo De Muro.

Alle 19.00, all’Oratorio San Filippo Neri un altro momento molto atteso, l’“Omaggio a Paolo Pillonca” a cura di AES e dell’Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci”. Intervengono Bachisio Bandinu, Franco Siddi e Pier Paolo Pillonca.

Alle 20.00, a conclusione del programma, seguirà “Uno sguardo alla terra. Omaggio a Manlio, 2018”, con la proiezione degli estratti-intervista a Manlio Brigaglia durante le riprese di “Uno sguardo alla terra”, a cura dell’AES, dell’Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci” e della Sardegna Film Commission. Interverrà il regista Peter Marcias.

Case editrici presenti a Torino

ABBÀ Edizioni – Cagliari

AIPSA Edizioni – Cagliari

ALFA Editrice – Quartu Sant’Elena (Ca)

AM&D Edizioni – Cagliari

ARKADIA Editore – Cagliari

CARLO DELFINO Editore – Sassari

CATARTICA Edizioni

CONDAGHES Edizioni – Cagliari

CUEC Editrice – Cagliari

DOMUS DE JANAS Editore – Sestu

EDES – Sassari

EDIZIONI DELLA TORRE – Cagliari

EDIZIONI ENRICO SPANU – Cagliari

GC Edizioni – Quartu S. Elena (Ca)

GRAFICA DEL PARTEOLLA – Dolianova (Ca)

ILISSO Edizioni – Nuoro

IMAGO MULTIMEDIA – Nuoro

Edizioni IL MAESTRALE – Nuoro

ISKRA Edizioni – Ghilarza

LA ZATTERA Edizioni – Cagliari

LOGUS MONDI INTERATTIVI – Cagliari

MAGNUM Edizioni – Sassari

MEDIANDO Edizioni – Sassari

Edizioni NOR – Ghilarza (Or)

PAOLO SORBA Editore – La Maddalena (OT)

PAPIROS – Nuoro

POLIEDRO Edizioni – Nuoro

PTM – Mogoro (Or)

SOTER Editrice – Villanova Monteleone (SS)

Editrice TAPHROS – Olbia.

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Lo stand della Regione Sardegna sarà presente al Salone internazionale del libro di Torino, ma senza gli editori sardi e le loro pubblicazioni. L’assessorato regionale alla Cultura ha infatti deciso di attribuire le risorse destinate alla promozione dell’editoria sarda, alla programmazione culturale e ai servizi di comunicazione, a una società di servizi di carattere generalista, utilizzando un parametro di attribuzione che prevede esclusivamente il ribasso economico, senza tener conto dei criteri di specificità professionale e di progettualità culturale. Gli editori andranno quindi per conto loro, in un’altra postazione slegata da quella istituzionale.

Ad annunciarlo ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, a Sassari, è stato il direttivo AES guidato dalla presidente Simonetta Castia, che ha illustrato i dettagli di una scelta attribuita agli uffici dell’assessorato regionale alla Cultura. Una strategia che è stata definita senza mezzi termini suicida e fallimentare, peraltro in un delicato momento di transizione politica, per cui lo stand della Regione Sardegna si ritroverà vuoto, senza libri e animato esclusivamente da iniziative di comunicazione istituzionale, che tradiscono al cento per cento gli obiettivi di promozione delle opere edite in Sardegna previste dalla Legge 22.

I fatti. Il 16 aprile, lo stesso giorno in cui il Salone di Torino ha presentato il programma ufficiale, la Regione ha invece deciso di pubblicare il verbale di una gara indetta il 25 marzo e durata circa dieci giorni nella sua istruttoria, con base d’asta di 39mila euro più iva per lo svolgimento di un servizio estremamente complesso e necessitante di un coordinamento qualificato. Un servizio che prevede mansioni di segreteria, raccordo con tutte le aziende editoriali, trasporto dei libri, logistica, definizione e realizzazione del programma culturale, comunicazione e ufficio stampa, merchandising e gestione dello spazio.

L’incarico è stato poi affidato all’offerta risultante più bassa per la cifra di poco più di 22mila euro, con un ribasso d’asta del 40,5 per cento (la soglia d’anomalia era fissata al 20,5 per cento). «In tal modo la Regione si è garantita la sola presenza istituzionale, finanziandola però attraverso i fondi dell’editoria ed escludendo allo stesso tempo gli editori – ha affermato Simonetta Castia -. Invece di sostenerci, la Regione in questo modo ci sta danneggiando, e sta svilendo la professionalità degli operatori del libro. L’affidamento è privo dei requisiti minimi di programmazione culturale, laddove è richiesta una specifica competenza, e non si può eludere la partecipazione delle case editrici. Inoltre, se si seguono gli stessi parametri stabiliti a suo tempo dalla Regione, l’organizzazione dell’evento appare non sostenibile economicamente per la cifra proposta, che risulta molto al di sotto delle risorse impiegate, dallo stesso assessorato, negli ultimi dieci anni».

La partecipazione in un’altra postazione. «Gli editori avevano programmato di partecipare e parteciperanno anche alla 32ª edizione del Salone, dove sono stati presenti fin dalla prima edizione dell’88 – ha proseguito Simonetta Castia –. Saremo accolti all’interno del padiglione Oval, di estrema visibilità, dove esporremo la nostra produzione libraria e interagiremo con i visitatori e con gli operatori del settore, rimediando in corso d’opera alla prevedibile esclusione da parte della Regione, che ha pubblicato un bando al ribasso economico senza valutare la necessità di individuare un soggetto che avesse la competenza per elaborare in così breve tempo il programma culturale, peraltro già predisposto da AES e preventivamente sottoposto all’Assessorato».

Sono stati salvati gli appuntamenti principali, non previsti nello stand della Regione ma inseriti all’interno del programma generale del Salone. Tra questi il ricordo di Manlio Brigaglia e di Paolo Pillonca. «Con la nostra presenza, oltre a evitare di compromettere l’immagine dell’editoria sarda e dissentire fortemente dalle modalità di gestione che ci paiono fortemente anomale  – ha concluso Simonetta Castia – vogliamo comunicare a tutti i visitatori che noi ci siamo, che la nostra voce è unanime e che ci batteremo sin da ora perché non ci siano più disservizi e ripercussioni negative sull’operato degli editori sardi, che devono essere sostenuti e non affossati».

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Il 26 maggio 2018, a due settimane dalla scomparsa del prof. Manlio Brigaglia (Tempio Pausania, 12 gennaio 1929 – Sassari, 10 maggio 2018), il mondo dell’emigrazione sarda e in particolare la F.A.S.I. (Federazione delle 70 Associazioni Sarde nell’Italia continentale) hanno perso un altro grande Amico: il giornalista e scrittore Paolo Pillonca (che era nato ad Osilo, in provincia di Sassari, l’8 ottobre 1942).

Tutte le volte che ho potuto ascoltarlo presso qualcuno dei Circoli degli emigrati, non potevo non notare il metodo abitudinario  di prendere diligentemente appunti nei suoi minuscoli blocnotes, a registrare (con il suo registratore tascabile), a fare fotografie (prima con la macchina fotografica poi col telefonino).

Da ammirevole uomo di comunicazione, Paolo sentiva il dovere di restituire in forma di resoconto – o su un quotidiano, o su un periodico o sulla sua rivista “Làcanas” – il senso di quella determinata iniziativa culturale: che esiste, come si sa, nella misura in cui lascia tracce concrete dal punto di vista dei contenuti e non tanto se di essa ci restano solo immagini “epidermicamente” fotografiche. E per questo era anche lodevole la cura con cui Paolo raccoglieva annualmente i suoi “pezzi” facendone dei  libri che permettevano da subito e permettono ancora oggi di far vivere le testimonianze raccolte oltre l’arco di tempo del “quotidiano”. 

Sono andato a rileggermi le pagine del volume “Il silenzio. La parola. Sentieri dell’anima sarda” (dicembre 2003), in cui, dopo averlo fatto per “La Nuova Sardegna”, Paolo pubblica il resoconto della sua partecipazione alla celebrazione de “Sa Die de sa Sardigna” organizzata a Bergamo (26 aprile 2003) dai Circoli sardi della Lombardia.

Paolo,  che pure di quell’evento non fu semplice testimone, dà l’onore della parola a tutti gli altri (compreso chi scrive): l’importante per lui era realizzare il “servizio” (e non solo in senso “burocraticamente” giornalistico), raccontare ciò che è successo, con nome e cognome dei protagonisti.

Venne a Pavia, tanti anni fa e dai colloqui con diversi degli emigrati (di cui annotò e riportò con precisione nome e cognome e paese sardo di origine) ricavò materia per un reportage in sardo che fece bella mostra di sé, per tanto tempo, nella bacheca del Circolo “Logudoro”.

Ecco, questo bisogna dire, grazie a Paolo Pillonca moltissimi dirigenti dei Circoli sardi hanno avuto una visibilità in Sardegna: Paolo credeva che la meritassero per il loro impegno al servizio permanente effettivo della valorizzazione dell’immagine della Sardegna e per questo era felice di condividere l’amicizia con tanti uomini e donne del popolo sardo “de su disterru”. Esse ed essi gli manifestavano sincero affetto ed ora, sicuramente, al pensiero di aver perso un così grande Amico “alla mano”, lo piangono e rimpiangono con commozione.

Paolo Pulina

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La commissione Cultura, presieduta da Gavino Manca (Pd), ha proseguito il ciclo di audizioni sul Testo unico della lingua sarda raccogliendo i contributi dei maggiori esperti in linguistica della Regione.

Il primo intervento, quello del prof. Diego Corraine, ha messo in luce in via preliminare la distinzione fra la lingua sarda originale (“una lingua di tutti” fin dal Medioevo) e quelle che storicamente si sono radicate nei vari territori dell’Isola, come catalano, gallurese, sassarese e tabarchino (Carloforte), alle quali andrebbero aggiunte a suo giudizio anche il maddalenino e il castellanese (Castelsardo), che presentano tratti distintivi. Inoltre, secondo Corraine, «occorre avere ben chiara una seconda distinzione, fra lingua e cultura, che per il bene di entrambe devono restare distinte». Sullo specifico della legge, il linguista ha auspicato la conferma dello schema linguistico di riferimento fissato dalla Regione nel 2006 con la c.d. limba sarda comuna da utilizzare per usi esterni assegnando uno spazio adeguato alle altre lingue complementari, secondo un modello presente in tutte le realtà linguistiche. Diego Corraine, infine, ha sottolineato la centralità della presenza della lingua sarda nella scuola e nel mondo della comunicazione.

Per il prof. Mario Pudhu, al contrario, «la legge commetterebbe uno sbaglio ed invaderebbe un campo non di sua competenze se definisse cosa è da considerarsi lingua, compito che invece spetta all’analisi scientifica». Di conseguenza, a suo avviso, la necessità di evitare «la contraddizione fra tutela, valorizzazione e promozione della lingua sarda e norme di riferimento stabilite per una sola ed unica espressione (la limba sarda comuna) il cui lessico, fra l’altro, è una specie di macedonia che alla fine si configura come un sardo di nessuno». Quanto all’insegnamento nelle scuole Pudhu ha raccomandato la massima attenzione alla formazione certificata del personale docente, che per il sistema di istruzione regionale rappresenta oggi una grave lacuna.

La legge contiene alcune novità positive, ha poi affermato il giornalista Paolo Pillonca, «soprattutto nei suoi riferimenti al valore del patrimonio immateriale della Sardegna che, come tale, non è acquistabile». «Mi sembra una legge ben fatta – ha aggiunto Pillonca – anche se poi la storia ci insegna la profonda differenza fra il contenuto delle leggi e la loro applicazione e, sotto questo profilo, mi chiedo quale capacità avrà il Consiglio regionale di controllare l’operato della Giunta».

Sui alcuni contenuti qualificanti della legge si è poi soffermato il prof. Bachisio Bandinu, sottolineando che il successo della nuova normativa si misurerà su “luoghi, tempi, strutture e funzioni” e non su un generico “viva la lingua sarda”. Dopo aver definito convincente il collegamento fra lingua, espressioni artistiche e mondo dei media, Bandinu ha concluso dicendo che «il sardo è un modo di pensare, una visione del mondo che attraversa tutti i campi della conoscenza e della società».

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Il festival Street Books – Scrittori, lettori e libri a Dolianova rende omaggio a Francesco Masala, uno dei più importanti intellettuali e scrittori sardi del novecento. Domenica 18, per la sezione “Cineletture”, a partire dalle 21.30 alla Villa De Villa verrà proiettato il documentario di Marco Gallus “Vinti ma non convinti: Francesco Masala, il capotribù nuragico” (l’ingresso è libero). Insieme al regista ci sarà anche Ugo Masala, uno dei figli dello scrittore e che del documentario è produttore, in un incontro coordinato dal giornalista Pier Sandro Pillonca.

“Vinti ma non convinti” è un documentario di oltre un’ora nel quale, grazie ad un accurato lavoro di ricerca tra materiali di varia provenienza (libri, articoli, interviste video, conferenze video, trasmissioni radiofoniche), la figura dell’autore di “Quelli dalle labbra bianche” e “Il dio petrolio” emerge in tutta la sua importanza e originalità. Il documentario, prodotto dall’associazione culturale Cicitu Masala ed impreziosito dalle musiche di Arrogalla, è dunque un mix tra repertori realizzati tra gli anni ’80-’90 e le nuove riprese girate tra il 2014 e il 2016 in cui Marco Gallus ha dato voce a intellettuali come Bachisio Bandinu e Paolo Pillonca, attori e registi degli spettacoli teatrali di Masala (in principal luogo Pierpaolo Piludu, ma anche Enzo Parodo, Clara Farina, Isella Orchis, Emanuela Cau, Giuseppe Boy, Cesare Saliu, Cristina Maccioni e Lia Careddu) ed altri amici dello scrittore (Salvatore Masala, Francesco Abate, Matteo Porru, Claude Schmitt e il coro “Su Concordu de Santu Nigola” di Nughedu).

“Vinti ma non convinti: Francesco Masala, il capotribù nuragico” vuole anche essere un’operazione di contro informazione sulla storia della Sardegna perché, come diceva Masala, «la storia di necessità, è storia dei vincitori, i vinti non hanno storia. Gli storici, insomma, scrivono la storia con la complicità degli archivi lasciati dai vincitori, mentre i vinti non possono lasciare nulla agli archivi. La storia della Sardegna è la storia dei vinti ma non convinti».

Autore e regista cinematografico, il selargino Marco Gallus ha alle spalle vent’anni di attività nel settore delle produzioni audiovisive. Tra i suoi lavori di regia si ricordano “Una domenica” (2003), “Cuore di mamma” (2004), “Fratelli” (2005) prodotto dalla Regione Sardegna con la partecipazione del Comune di Dolianova e realizzato grazie all’ausilio della casa di produzione ArteVideo, “Ultimo amore” (2006) prodotto dall’Università di Cagliari, e “Tutto bene?” (2008) prodotto dall’Agis Cinema di Cagliari.