25 April, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Battaglia in Consiglio e battaglia fuori dall’Aula dopo il via libera definitivo alla legge di riforma del sistema sanitario regionale. Quella che per la maggioranza è una grande riforma «è solo un concentrato di annunci e principi che, nel merito, prevede per ora una Azienda in più con l’aggiunta di altre poltrone per i gruppi di opposizione».

«Vedremo a partire dalla finanziaria come andranno i conti – ha detto Pietro Pittalis (FI) -, di sicuro il centro sinistra non può chiamarsi fuori dalla spesa sanitaria del 2014 e dovrà anche spiegare da dove saranno tagliati i posti letto da assegnare al San Raffaele.»

Pietro Pittalis si è poi soffermato sull’episodio che, questa mattina, ha portato alla “correzione” di un testo già approvato dall’Aula, cui sono state aggiunte le Aziende sanitarie ad un testo che si riferiva solo a quelle Ospedaliero-universitarie, un semplice “errore materiale” per il presidente del Consiglio. Secondo il capogruppo di Fi, invece, «è stato fatto un blitz con un rattoppo peggiore del buco, mettendo a rischio le regole istituzionali più elementari; rifletteremo insieme su ciò che è accaduto ma certamente non rinunceremo a far valere le nostre ragioni in tutte le sedi, comprese quelle giurisdizionali, non a tutela dell’opposizione ma delle stesse istituzioni».

Dopo aver ribadito che non c’è nessuna opinione contraria al commissariamento delle Asl, il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha osservato, «che prima bisogna avere la coscienza a posto, invece siamo davanti ad una riforma pasticciata con cui si vuole occupare posti di potere non solo nella sanità ma anche negli Enti locali, con la singolare reiterazione dei commissariamenti dei commissari». Attilio Dedoni, tornando sul quanto accaduto stamani in Consiglio, ha criticato il presidente dell’Assemblea «che forse crede ancora di essere il Sindaco di Sassari, cambiando in corsa ciò che il Consiglio aveva già votato».

Secondo il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu «la maggioranza ha dimostrato di essere molto brava a moltiplicare le poltrone, come vedremo anche quando si darà vita ai distretti sanitari e con lo stesso Dl 72 della Giunta, in cui si annunciano promozioni e rimozioni a catena dell’alta dirigenza».

Paolo Truzzu, di Fratelli d’Italia, ha messo l’accento sul fatto che «con questa sorta di riforma sanitaria la maggioranza ha scaricato sui sardi le sue tensioni interne; se si voleva arrivare al commissariamento delle Asl non c’era bisogno di perdere cinque mesi».

Per il vice capogruppo di Forza italia Alessandra Zedda l’episodio più grave «è senz’altro quello accaduto stamattina quando agli uffici hanno corretto un testo appena votato dall’Aula all’insaputa dei consiglieri regionali, un modo di procedere senza precedenti».

Ancora per i Riformatori sardi, il consigliere Michele Cossa ha sostenuto che «i fatti gravissimi di stamani non possono essere derubricati a questione di lana caprina ed il presidente si è assunto la responsabilità di creare un precedente dalla portata devastante».

Ospedale Brotzu Cagliari 3

Ospedale Microcitemico copia

Il Consiglio regionale ha approvato, con 32 voti favorevoli, la proposta di legge 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. 

L’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione degli emendamenti relativi all’art. 6. Il presidente, Gianfranco Ganau, ha poi comunicato che gli emendamenti relativi al numero delle Asl ed al commissariamento delle aziende saranno esaminati e votati in modo organico secondo un ordine che sarà comunicato a tutti i consiglieri.

Il relatore del provvedimento Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso il parare negativo su tutti gli emendamenti presentati all’art. 6, fatta eccezione per il n. 89 “condizionato”, il n. 370, il n.368 ed il n. 373.

La Giunta, con l’assessore della Sanità Luigi Arru, ha espresso parere conforme. Il presidente Ganau ha aperto il dibattito generale sull’articolo 6. Non essendoci iscritti, ha messo in votazione l’articolo e gli emendamenti.

Sull’articolo 6 e sugli emendamenti, per dichiarazione di voto, sono intervenuti anche più volte: Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna) che ha detto che non si tratta di una riforma compiuta delle Asl ma solo  di  un “assalto alla diligenza”. Questa legge è una legge dei rinvii. Michele Cossa (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole agli emendamenti soppressivi all’articolo 6. Anche per Cossa non si tratta di una vera riforma sanitaria ma si tratta di un provvedimento frammentario che introduce solo elementi di confusione. Sull’emendamento 203 (Liste d’attesa) Cossa ha chiesto un intervento immediato da parte della giunta e della maggioranza. Edoardo Tocco (Forza Italia Sardegna) ha parlato di fretta incredibile nel voler commissariare le Asl. Sarebbe opportuno, invece,  evitare il commissariamento e allentare la fretta sui commissariamenti. Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna) ha detto che le Asl in realtà sono state commissariate già da tempo, di fatto nel marzo 2014, con una delibera dell’assessore che ha legato le mani alle aziende sanitarie locali. Questo articolo 6 è una “ricetta confusa” che getterà la sanità sarda nel caos.

Sull’emendamento 370 Locci ha detto che con l’approvazione di questa legge si trasformeranno le strutture ospedaliere in un “non si sa cosa” con inevitabile perdita di posti di lavoro.    Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) ha detto che questo articolo 6 è un “mostro”. Ha contestato la tecnica legislativa secondo la quale  in aula snatura totalmente, con gli emendamenti, il testo approvato in commissione. Anche per Tedde con il testo in esame si attua un secondo commissariamento. «Vogliamo – ha chiesto – riqualificare la sanità o nominare commissari?» L’esponente di Forza Italia sull’emendamento 370 ha chiesto di rivederlo perché genera solo errori. Giorgio Oppi (Udc)  ha chiesto maggiore chiarezza sul numero dei posti letto. Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna) ha chiesto quanti saranno gli ospedali di comunità. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che per una riforma seria bisogna dare efficienza ed efficacia all’azione amministrativa per dare risposte ai cittadini.

E’ stato approvato l’emendamento 370  (organizzazione degli ospedali di comunità) e il testo dell’articolo 6.

Il presidente ha dato la parola ad Alessandra Zedda (FI) per dichiarazioni di voto sull’emendamento 40 (Zedda A. e più) sulla riduzione delle Asl a tre: Nord Sardegna, Centro Sardegna, Sud Sardegna. Zedda ha esortato la maggioranza a fare un’ampia riflessione per fare una riforma compiuta. Oscar Cherchi (Fi), dichiarando il voto favorevole, ha ricordato le vittime di Nassirya e ha chiesto al presidente Ganau a fine seduta un minuto di silenzio per commemorare i caduti. Per Michele Cossa (Riformatori sardi) è fondamentale ridurre il numero delle Asl a una unica. Marco Tedde (Fi) ha evidenziato come questo emendamento sia una proposta concreta di razionalizzazione del sistema sanitario regionale e non ostruzionismo. Il leader dell’Udc, Giorgio Oppi, ha annunciato, invece, l’astensione del suo gruppo su tutti questi emendamenti, in attesa di un chiarimento da parte della maggioranza e della Giunta sulla riduzione delle aziende sanitarie. Per Attilio Dedoni (capogruppo Riformatori sardi) «a situazione di crisi che vive la Sardegna impone di trovare soluzioni di risparmio». Il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha dichiarato di non aver firmato l’emendamento perché non è d’accordo che la riduzioni delle Asl sia fondamentale per ridurre la spesa. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha affermato che con questo emendamento hanno voluto portare la maggioranza a parlare di un argomento importante e concreto. Alle parole devono seguire i fatti. Pittalis ha duramente criticato la maggioranza perché vuole, oltre che commissariare le Asl, nominare contestualmente i direttori sanitari e amministrativi. Prima che il presidente mettesse in votazione l’emendamento Pittalis ha chiesto cinque minuti di sospensione.

Al rientro in aula, Pietro Pittalis ha annunciato il ritiro degli emendamenti dal 40 in poi sulla riorganizzazione delle aziende sanitarie. Michele Cossa (Riformatori sardi) ha annunciato il ritiro degli emendamenti tranne il 136.

Il presidente Ganau ha messo, quindi in votazione l’emendamento 136 (Dedoni e più). E’ intervenuto il consigliere Cossa il quale ha ribadito la volontà del suo gruppo di proporre un’unica Asl che si occupi delle problematiche amministrative, tecniche, patrimoniali e contabili, a cui affiancare otto circoscrizioni individuate negli otto collegi provinciali, che si occupino dei soli aspetti sanitari. «Con il vantaggio – ha affermato – di ridurre i costi ed evitare le preoccupazioni delle comunità locali». L’emendamento è stato respinto. (eln)

Il presidente ha messo in votazione l’emendamento della maggioranza (Pietro Cocco e più) n. 368 che aggiunge l’art. 6 bis.

L’emendamento n. 368 apre la strada al processo di riforma che, nella prima fase, dovrà definire il numero delle Asl ed i rispettivi ambiti territoriali nell’ambito del riordino del sistema degli Enti Locali sul territorio regionale. Nel dettaglio si prevede, a Sassari, l’incorporazione dell’Aou di Sassari con l’ospedale SS. Annunziata  e, a Cagliari, l’incorporazione dell’ospedale Brotzu con il Microcitemico e l’Oncologico. Quest’ultimo accorpamento potrebbe portare alla nascita di un nuovo polo ospedaliero-universitario specializzato nella ricerca (Istituto di Ricovero e Cura di carattere Scientifico – IRCCS).

Il terzo comma dell’emendamento impegna la Giunta ad approvare una deliberazione, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, per dettare le linee di indirizzo necessarie per la definizione dei rapporti giuridici ed amministrativi delle aziende sanitarie interessate da operazioni di accorpamento.

Per quanto riguarda la tempistica, la norma prevede che sempre entro 30 giorni siano nominati i nuovi commissari delle Aziende ospedaliero-universitarie; resteranno in carica per 4 mesi rinnovabili una sola volta e saranno affiancati da due dirigenti, nei settori sanitario ed amministrativo. Entro 4 mesi i commissari dovranno predisporre un piano di riorganizzazione e riqualificazione del servizi sanitari nei loro ambiti di riferimento individuando, fra l’altro, le attività da trasferire alle strutture territoriali, agli ospedali di comunità ed alla nuova Azienda di emergenza-urgenza Areu. La pianificazione dei commissari sarà poi approvata dalla Giunta entro 30 giorni.

Sull’emendamento è intervenuta per dichiarazioni di voto Alessandra Zedda (FI), la quale ha accusato la maggioranza di aver fatto questa legge soltanto per arrivare al commissariamento delle Asl. Dello stesso parere anche il collega di partito, Ignazio Locci il quale ha annunciato il voto contrario. D’accordo anche Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia): «Avete raggiunto il risultato, ossia commissariare le Asl, ma non c’era bisogno di impegnarci inutilmente con questa legge». Per Marco Tedde (Fi) questo emendamento costituisce il fine della legge: il commissariamento. Oscar Cherchi (Fi) ha affermato: «Questo emendamento è la legge, il vero disegno di legge. Voterò contro». D’accordo anche il capogruppo de Riformatori sardi, Attilio Dedoni. Il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, invece, ha annunciato il voto favorevole, dichiarando che la maggioranza ha tardato troppo nel commissariare le Asl. Parere positivo quello di Edoardo Tocco (Fi) sull’accorpamento del Brotzu con Microcitemico e Oncologico, ma contrario a far gestire questo delicato compito da un commissario. Anche Michele Cossa (Riformatori sardi) ha affermato che questo emendamento è il cuore della legge. «Alcuni aspetti sono condivisibili», ha affermato, condannando però l’utilizzo di un emendamento per commissariare le Asl. Ancora critico il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, sulla nomina contestuale, all’insediamento dei commissari, del direttore sanitario e amministrativo. Per Giorgio Oppi (Udc) è normale che il commissario venga affiancato da figure tecniche, come un direttore sanitario e amministrativo, che possano evitare le possibilità di errori. Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto di eliminare un errore nel testo: al comma 6 è stata cancellata la parola “consolida”.

Il presidente ha messo l’emendamento 368 in votazione che è stato approvato con 33 voti favorevoli e 22 astenuti. Successivamente il presidente Ganau ha avviato l’esame dell’art. 7 della legge dando lettura degli emendamenti presentati.

Il relatore Luigi Ruggeri (Pd) ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere Ruggeri ha espresso il parere sugli emendamenti: negativo su tutti fatta eccezione per il n. 373.

La Giunta, con l’assessore della Sanità Luigi Arru, ha espresso parere conforme.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione generale sull’art. 7 e gli emendamenti, dando la parola al primo degli iscritti a parlare, il consigliere Alessandra Zedda.

Il consigliere di Forza italia ha detto che, a suo avviso, «con questa legge si sta rendendo un pessimo servizio ai sardi, siamo di fronte ad un articolo che ribalta completamente il testo e probabilmente introduce norme giuridiche viziate, e ad una specie di maxi emendamento della maggioranza che contiene una norma intrusa sull’Istituto Zooprofilattico». «Nel complesso – ha proseguito – è una legge che non incide positivamente sulla razionalizzazione degli Enti della Regione, non fa spending review, nè riorganizzazione efficiente del sistema sanitario, contrasta col Patto della salute sottoscritto a livello nazionale e con lo stato dei conti della Regione». «Tanto è vero che le altre Regioni a Statuto speciale -ha concluso Zedda – hanno chiesto con un documento unitario di rivedere la procedura di pareggio di bilancio e spostarla al 2016, cosa che la Sardegna colpevolmente non ha fatto».

Il consigliere Peppino Pinna (Udc) ha dichiarato la sua delusione perché sperava che dalla discussione «scaturisse qualcosa di nuovo ed importante ma così non è stato». Questa legge, ha aggiungo con una espressione dialettale sassarese, non è altro che «un foggu di pimpisa, quello delle ramaglie di ulivo che fanno molto fuoco e lasciano soltanto cenere: la legge è attraversata da un continuo ricorso alla Giunta che la svuota di ogni contenuto concreto».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato che, anche secondo la sua opinione, il passaggio sul commissariamento dell’Istituto Zoo profilattico è una norma intrusa.

Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi) ha osservato che «di solito non si interviene sulle norme finali ma in questo caso occorre una eccezione, perché la maggioranza ha infilato proprio qui il commissariamento della Zoo profilattico stravolgendo il testo della legge per l’ennesima volta; molto peggio dell’ordinaria confusione».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha osservato che «non abbiamo fatto cosa meritoria davanti al popolo sardo né per il sistema sanitario; la maggioranza si è arroccata nel suo fortino, non comprendendo le vere esigenze dei sardi in materia sanitaria». «Su questa legge bisognerà tornarci quanto prima – ha concluso – per fare una vera riforma, perché questo testo è solo un concentrato di contorcimenti politici, tecnici ed amministrativi»

Il capogruppo di Forza italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha richiamato l’attenzione del presidente sul fatto che il testo dell’emendamento 368 deve mantenere la stesura votata dall’Assemblea.

Il presidente Ganau ha precisato che gli uffici hanno corretto solamente un errore materiale laddove nel passaggio relativo al commissariamento non si citavano le Aziende sanitarie delle quali invece si parla in tutte le altre parti della legge.

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), parlando sull’ordine dei lavori, ha invitato il presidente «a non rendersi responsabile di un abuso di questo genere, non creiamo precedenti che sarebbero disastrosi per il Consiglio regionale»

Il presidente Ganau ha quindi sospeso la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa, il presidente ha comunicato che nel caso oggetto dei rilievi di alcuni consiglieri, è stato applicato l’art. 89 del Regolamento secondo il quale, prima della votazione finale, si possono effettuare correzioni di errori materiali.

Lo stesso presidente ha poi chiesto il parere del relatore della legge sulla correzione.

Il consigliere Ruggeri si è dichiarato favorevole, precisando che nel testo occorre anche inserire il riferimento all’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, presentatore dell’emendamento, ha espresso parere conforme, così come la Giunta, con l’assessore della Sanità Luigi Arru.

Sull’ordine dei lavori, il vice capogruppo di Forza italia Alessandra Zedda ha osservato che «siamo in presenza di un abuso conclamato perchè se gli uffici rilevano un errore l’Aula ne deve essere informata; dobbiamo sapere ciò che votiamo, questo è un modus operandi inammissibile e la correzione è un abuso che denunciamo».

Il presidente Ganau ha ribadito che la natura materiale dell’errore si evince anche dal titolo dell’articolo in cui si fa riferimento alle Aziende sanitarie, precisando che l’art. 89 del Regolamento non prevede discussione.

L’Assemblea ha quindi approvato la correzione dell’errore materiale.

Il presidente ha successivamente avviato la discussione sull’art. 7 e gli emendamenti dando la parola al relatore Luigi Ruggeri (Pd) per il parere.

Ruggeri ha espresso parere negativo su tutti, fatta eccezione per il n. 373 “Norme finali”, parzialmente modificato dal n. 390.

Per la Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha espresso parere conforme.

L’Aula ha poi respinto gli emendamenti n. 96, 208, 273 e 358 ed approvato il n. 373 (che sostituisce integralmente l’ar. 7) modificato dal n. 390 al sesto comma che, col recepimento della legge nazionale n. 189 del 2012 – Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute – modifica in alcune parti la governance delle Aziende sanitarie e, di conseguenza, determina il cambiamento della legge regionale n. 10 del 2006 stabilendo che: «Sono organi delle Asl il direttore generale, il collegio di direzione e il collegio sindacale. Il direttore generale è coadiuvato, nell’esercizio delle proprie funzioni, dal direttore sanitario e dal direttore amministrativo». Inoltre, la dizione: “Conferenza provinciale e socio-sanitaria” è sostituita con “Conferenza territoriale socio – sanitaria”. Per effetto della modifica introdotta al comma 6 dall’emendamento 390 viene stabilito che «Il Presidente della Regione provvede, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, alla nomina dei nuovi organi dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna Giuseppe Pegreffi».

L’Aula ha quindi affrontato l’esame degli emendamenti soppressivi parziali e, dopo il parere negativo espresso dal relatore e dalla Giunta, ha respinto gli emendamenti n. 357, 99, 211, 262, 100, 212, 282, 101, 213, 281 e 360, ed ha approvato il testo finale dell’art. 7/bis.

Passando all’esame dell’art. 7/ter, col parere negativo del relatore e della Giunta, sono stati respinti gli emendamenti n. 102, 103, 214, 262 e 280, ed è stato approvato il testo dell’articolo.

Al termine di quest’ultimo scrutinio, l’Aula ha ripreso l’esame dell’emendamento n. 248 (Truzzu-Fenu) accantonato dalle sedute precedenti e poi trasformato in ordine del giorno unitario. Il documento impegna l’assessore della Sanità «a costituire in capo al medesimo assessorato un coordinamento della sanità penitenziaria preposto ad organizzare l’assistenza presso le carceri garantendo livelli essenziali di assistenza pari a quelli del cittadino libero». L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Il Consiglio, infine, ha proceduto al voto finale della legge, che è stata approvata con 32 voti favorevoli.

Il Consiglio regionale ha approvato stamane l’articolo 4 della proposta di legge di riforma del sistema sanitario.

Avviando la discussione generale, il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato gli emendamenti presentati all’art. 4 e ha dato la parola al primo degli iscritti a parlare, il consigliere Michele Cossa dei Riformatori sardi.

Cossa ha affermato che il testo dell’art. 4 «rafforza la nostra convinzione di una riforma funzionale solo al commissariamento delle Asl e, in particolare, si continua ad alimentare confusione, anticipando elementi di riforma sui quali si dovrà tornare». «La ratio dell’articolo – ha aggiunto – è gestire la fase transitoria post abolizione delle Province che porta con se anche l’abolizione della conferenza provinciale ed il nuovo assetto degli Enti locali, un contesto complesso che dovrebbe suggerire il rinvio alla sede naturale della vera riforma della sanità». Quanto alle Consulte, secondo il consigliere «sono una cose bella molto cara alla sinistra ma, in realtà, si traducono in appesantimenti delle procedure determinati da organismi fittizi senza ricadute effettive e poteri reali, che interferiscono oltretutto col ruolo istituzionale degli Enti locali: non possono che essere i sindaci gli interpreti delle istanze dei territori».

Il consigliere Alessandra Zedda, di Forza Italia, ha sottolineato che «si continua a procedere in un modo quantomeno discutibile; la proposta, letta insieme agli emendamenti, cambia del tutto l’art. 4». Soffermandosi sulla consultazione dal basso, ha detto che «è apprezzabile ma si corre il rischio di una Babilonia, soprattutto in una fase di scarsa chiarezza: cosa vuol dire rappresentanti degli Enti locali? Ci sono i sindaci, così siamo in presenza di una norma fuorviante e sarebbe opportuno individuare al massimo alcuni principi per poi rinviare tutto al dettaglio alla vera riforma».

Il consigliere Oscar Cherchi, anch’egli di Forza Italia, ha espresso forti perplessità su un articolo «che svuota i Sindaci del ruolo che hanno sempre esercitato in materia sanitaria». Qui, ha osservato, «si sta seguendo un percorso logico contrario a quello dell’articolo precedente, disciplinando le consulte con un semplice atto amministrativo, ragione di più per sollecitare la Giunta ad un chiarimento, una sorta di simulazione del risultato di questo anticipo di riforma».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) si è detto d’accordo su alcune dichiarazioni precedenti, mettendo l’accento sul fatto che «c’è molta confusione mentre bisogna tener conto delle esperienze precedenti». «Leggendo gli emendamenti con cui si scrive in effetti la legge – ha proseguito – ci si convince che sarebbe stato molto meglio fare la legge dall’inizio; in entrambi i percorsi c’è poi un errore perché deve essere il Consiglio ad attribuire le funzioni dei distretti sanitari». «Bisogna inoltre specificare – ha suggerito Oppi – che le consulte non producono oneri aggiuntivi, fermo restando che così come sono configurate appesantiscono processi decisionali, sottraggono poteri ai Sindaci legittimati dalle elezioni». Alla fine, ha concluso l’esponente dell’Udc, «si finirà per non concludere niente, anche perché la competenza sulle norme regolamentari, come dice la legge, spetta al Consiglio e non alla Giunta».

Il consigliere del Pd, Luigi Ruggeri, ha definito “accoglibile” la proposta formulata dal consigliere Giorgio Oppi, per specificare all’interno della norma che l’introduzione della consulta è senza oneri aggiuntivi per l’amministrazione regionale. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato che al momento non c’è ancora un nuovo assetto delle Province e ha insistito sul “senso” generale del contenuto dell’articolo 4, soprattutto in riferimento con quanto previsto nell’emendamento sostitutivo presentato dai consiglieri del centrosinistra. «Può essere – ha ammesso Ruggeri – che l’istituzione della consulta rappresenti un appesantimento dei centri decisionali ma è fondamentale, con l’annunciata riduzione del numero delle Asl e, dunque, con il conseguente accentramento dei centri decisionali, controbilanciare l’accentramento di decisioni e di scelte». L’emendamento “sostitutivo totale” n. 367 presentato dai consiglieri della maggioranza e che prevede che la Giunta definisca composizione, modalità e funzioni della consulta di cittadinanza e delle consulte locali – a giudizio di Ruggeri – garantirà che le funzioni restino nei territori dove operava la Asl.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha dichiarato che le perplessità espresse dalle forze della minoranza alla Pl 71 sono le medesime di quelle espresse dal Cal. Tedde ha quindi definito “contradditorio” il parere di merito formulato dal Cal alla Pl 71: «Non si comprende come essere positivo dopo le critiche e le censure evidenziate». Il rappresentante del centrodestra ha quindi rivolto critiche al “modo di legiferare della maggioranza” ed in particolare ha stigmatizzato l’uso degli emendamenti: «Non è corretto che siano utilizzati, come si sa facendo nel corso dell’esame in Aula della Pl 71, per rivoluzionare la norma e stravolgerne senso e contenuto rispetto al testo esaminato nella competente commissione consiliare».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha rivolto un invito alla chiarezza e alla serietà e ha definito “un frutto di un ben individuato credo ideologico” la decisione di istituire la consulta che esclude la rappresentanza e prevede una partecipazione diretta dei cittadini («questa non è una vera partecipazione democratica e nasconde il rischio di fare ricorso a vere e proprie truppe cammellate per decidere sulle questioni della sanità»). Dedoni ha invitato la maggioranza a ritirare la norma («fate due passi indietro e aprite al confronto per migliorare il provvedimento»). Il capogruppo dei Riformatori ha concluso denunciando un possibile rischio di delegittimazione dei sindaci e dei Consigli comunali.

Il presidente ha dato, poi, la parola al capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, il quale ha definito l’articolo 4 una «scatola vuota, amorfa, priva di significato e che arreca un grave danno a chi ha riposto in voi la fiducia». Rubiu ha apprezzato la volontà di istituire i distretti socio sanitari, ma ha evidenziato che nella norma non è specificato alcun dettaglio, dall’organizzazione, ai compiti fino alla copertura finanziaria. Il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau (La Base), ha affermato di essere molto favorevole all’istituzione delle consulte, in quanto rafforzano la partecipazione del territorio e dei cittadini. Per Arbau il funzionamento di questo articolo è strettamente legato alla riforma di enti locali. «Avremo modo di lavorare attentamente su una proposta che preveda i criteri generali e lasci autonomia ai territori».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, si è detto d’accordo con l’on. Tedde per quanto riguarda il modo di legiferare. «Lo dico al presidente della commissione Sanità che imponeva ritmi di lavoro a tappe forzate» e ha ricordato che la minoranza aveva chiesto di fare riflessioni più attente. Pittalis ha messo anche in evidenza come gli emendamenti stravolgano l’articolo. «C’è molta confusione – ha detto – e non avete le idee chiare». L’esponente azzurro si è detto molto preoccupato per come sta agendo la maggioranza: «State dando una delega in bianco alla Giunta, di fatto state commissariando la funzione del Consiglio regionale». Pittalis si è poi meravigliato della poca attenzione della stampa locale alle denunce fatte in Aula da lui e da tutta la minoranza su questa legge. In conclusione il consigliere ha annunciato di condividere l’emendamento di Luca Pizzuto (Sel), che istituisce il codice rosa nei pronto soccorso. Il presidente Ganau ha quindi dato la parola all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, il quale ha confermato che è in corso la riforma degli enti locali  e ha ribadito la grande importanza che avranno le consulte in previsione del cambiamento delle patologie e dell’invecchiamento della popolazione. La partecipazione delle comunità sarà sempre più importante, ha proseguito, portando a una maggiore consapevolezza e responsabilità. «Dobbiamo promuovere in maniera unitaria – ha concluso l’assessore – la partecipazione degli enti locali e dei cittadini».

Il presidente ha quindi dato la parola al relatore della legge Luigi Ruggeri (Pd) per illustrare il parere della commissione sugli emendamenti. Ruggeri si è espresso in senso contrario su tutti quelli presentati, fatta eccezione per il n. 367, della maggioranza, che disciplina il “funzionamento dei distretti socio sanitari” e per il n. 63 (Pizzuto e più, successivamente unitario) che istituisce “il codice rosa in tutti i pronto soccorso della Sardegna”.

La Giunta ha espresso parere conforme a quello del relatore.

Il presidente ha chiamato la votazione degli emendamenti n. 50, 149 e 125.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha riconosciuto il ruolo importante dell’associazionismo ma, ha precisato, «non sono momenti assembleari come questi che miglioreranno l’efficienza del servizio sanitario regionale, saranno spesso organismi di comodo al servizio di una parte politica omologa alla maggioranza».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione agli emendamenti 50, 149 e 125 che sono stati respinti.

L’Aula ha quindi iniziato l’esame dell’emendamento n. 367 (Cocco Pietro e più) che disciplina il «funzionamento dei distretti socio-sanitari, della conferenza territoriale socio-sanitaria, delle consulte generali e locali di cittadinanza».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), per dichiarazione di voto, ha dichiarato che la norma presenta «problemi di legittimità, per la delega alla Giunta di competenze del Consiglio, e di opportunità politica perché si interviene in una riforma che non c’è».

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) ha ribadito che «non c’è sottrazione di poteri a danno dei sindaci, la conferenza socio sanitaria rimane in piedi mentre decade quella provinciale perché non ci saranno più le Province». Ruggeri ha poi manifestato disponibilità ad accogliere, con un emendamento orale, la richiesta di introdurre il parere vincolante della Commissione consiliare sulla proposta della Giunta in materia di consulte sollecitando inoltre, con un secondo emendamento orale, come suggerito dal consigliere Oppi, una modifica del testo per chiarire che l’attività delle consulte dovrà essere svolta senza oneri aggiuntivi per l’amministrazione regionale.

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto una breve sospensione della seduta, che il presidente Ganau ha accordato.

Alla ripresa della seduta, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha proposto, precisando ulteriormente le dichiarazioni del consigliere Ruggeri, i due emendamenti orali all’emendamento 367; al primo comma la dizione “la Giunta provvede” viene sostituita da “la Giunta propone”, al comma 3 viene aggiunto il passaggio “senza oneri per l’amministrazione”.

Il presidente Ganau ha invitato il consigliere Cocco ad una maggiore chiarezza terminologica nella formulazione dei due emendamenti orali ed ha nuovamente sospeso brevemente i lavori.

Alla ripresa, il consigliere Pietro Cocco ha comunicato che resta invariato il testo del comma 1, mentre al comma 3 viene aggiunta la dizione “senza oneri aggiuntivi per l’amministrazione”.

Il consigliere Gianluigi Rubiu (Udc), annunciando il voto contrario del gruppo, ha sottolineato che «emerge una confusione totale, meglio riportare in commissione tutta le legge».

Il capogruppo del Psd’Az Christian Solinas ha evidenziato che l’emendamento, a suo avviso, non prevede niente di nuovo ma ha richiamato l’attenzione dell’Aula sul fatto che «l’art. 27 dello Statuto individua nel Consiglio il soggetto titolare della potestà legislativa e regolamentare, potestà che non ammette deroghe, è un modo di procedere del tutto irregolare».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) si è detto contrario per l’oggettivo appesantimento del sistema previsto dal testo, e perché si creano organismi che si sovrappongono alla conferenza dei sindaci: «sarebbe stato meglio concordare questi passaggi con gli stessi Enti locali, così è uno sgarbo istituzionale».

L’Aula ha poi approvato l’emendamento orale formulato dal consigliere Cocco e, a seguire, l’emendamento 367, con 31 voti a favore e 18 contrari. Il presidente Ganau ha comunicato che, per effetto dell’approvazione dell’emendamento, decadono gli altri emendamenti dal n. 150 al n. 366 e dal n. 61 al 167. Successivamente, sono stati respinti anche gli emendamenti n. 50, 149, 325, 59, 158, 333, 290, 159, 163, 60, 160, 289, 334, 165, 166, 164.

Subito dopo si è passati all’esame dell’emendamento n. 63 (Pizzuto e più, poi sottoscritto unitariamente) ed il presidente ha dato la parola al primo firmatario, il consigliere Luca Pizzuto, di Sel.

Nel suo intervento Pizzuto ha affermato che «il Consiglio sta facendo qualcosa di importante per la Sardegna e per le donne della Sardegna, per contrastare un fenomeno con cifre allarmanti: in Italia avvengono 10 stupri al giorno e sono denunciati 7200 casi di violenza ogni anno». La violenza di genere, ha aggiunto, «costa alla società ben 16 miliardi l’anno ma non è solo questione di soldi: bisogna combattere una visione della donna come strumento di mercificazione soprattutto nei media».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza italia) ha affermato che «questa norma ci mette al passo con i tempi; il fenomeno ha numeri spaventosi, ma soprattutto sono drammatiche le cicatrici della sofferenza delle donne ma non solo». «Il codice rosa – ha concluso – significa attenzione delle autorità sanitarie e dei soggetti sociali che operano nelle strutture, può aiutare a denunciare e prevenire».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza italia) ha condiviso le argomentazioni del consigliere Pizzuto. Si tratta di una norma di civiltà, ha osservato, «ma dispiace che sarà senza oneri aggiuntivi, forse in questo caso sarebbe stata opportuna una eccezione, per adeguare strutture del pronto soccorso ad accoglienza particolare».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha definito l’emendamento emblematico «di un tema sensibile ed attuale, è auspicabile però che l’assessore chiarisca alcuni aspetti di operatività della norma perché soprattutto in questo caso non si possono fare le nozze con i fichi secchi».

Il consigliere Gianluigi Rubiu (Udc) ha annunciato il voto favorevole, aggiungendo che «quando si affrontano argomenti importanti emerge la politica migliore, però non basta dire senza oneri aggiuntivi; bisognerà provvedere nella prossima finanziaria».

Il presidente Ganau, parlando da “operatore sanitario” ha messo l’accento sulla delicatezza del percorso delle persone vittime di violenza soprattutto nella fase pre-ospedaliera.

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha espresso il suo parere favorevole, sottolineando che «la norma recepisce quanto di buono è stato già fatto dalla società» ed ha ricordato, in proposito, le iniziative di alcuni ordini di medici ed avvocati, che hanno messo a punto protocolli di intervento ed assistenza ed i protocolli seguiti dai medici di emergenza-urgenza. «Dobbiamo dare più forza a queste iniziative – ha concluso – garantendo la privacy, fornendo una accoglienza in grado di tutelare appieno la persona in modo uniforme su tutto il territorio regionale».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha manifestato alcuni dubbi procedurali, suggerendo che forse sarebbe più utile lavorare ad una norma ad hoc.

Il presidente Ganau ha disposto un breve rinvio dell’esame dell’emendamento, per consentire i necessari approfondimenti sulla formulazione dell’emendamento, ed ha chiamato la votazione dell’emendamento n. 248 in materia di sanità penitenziaria, dando la parola al primo firmatario, il consigliere Paolo Truzzu (Fdi).

Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi) ha messo in evidenza che si tratta di un problema che assume importanza sempre maggiore, soprattutto per la parte della sanità penitenziaria che prevede cure mediche dal carcere a in ospedale, suggerendo la creazione di un dipartimento inter-aziendale.

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) si è detto favorevole, ricordando però che la maggioranza ha dimenticato questo problema, pur avendo la Regione assorbito tutte le competenze in materia.

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza italia) ha dichiarato che «anche qui serve un atto di civiltà e serve molta attenzione per casi che si stanno moltiplicando dei quali il Ministero non si occupa, mentre mancano anche protocolli comportamentali degli operatori».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza italia) ricordato che «nel carcere di Uta ci sono strutture all’avanguardia, bisogna potenziare la formazione del personale ed evitare un uso inappropriato del servizio sanitario regionale».

Il consigliere Modesto Fenu (Zona Franca) ha auspicato che il Consiglio dimostri «la stessa sensibilità espressa nell’emendamento contro la violenza sulle donne, bisogna migliorare la capacità professionale degli operatori».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sel) ha osservato che «occorre capire modalità gestionali perché la competenza è delle Asl».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha apprezzato la proposta.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco si è detto favorevole ma non totalmente, suggerendo un rinvio dell’esame dell’emendamento al pomeriggio.

Il presidente Ganau ha comunicato che è pervenuto il testo dell’emendamento relativo all’istituzione del “codice rosa”, precedentemente sospeso.

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha ricordato che la Sardegna è l’unica Regione che forniva assistenza, anche farmaceutica, ai detenuti, invitando l’assessore a fornire chiarimenti all’Assemblea.

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha riconosciuto che «la Sardegna ha anticipato un modello di assistenza sanitaria ai detenuti ma la situazione è a macchia di leopardo, perché oltre alle patologie principali ci sono quelle pediatriche e odontoiatriche in un quadro di vincoli eccessivi che potranno essere superati solo attraverso un percorso comune da portare avanti con l’amministrazione penitenziaria».

L’Aula ha poi approvato la proposta di rinviare l’esame dell’emendamento alla seduta pomeridiana ed ha ripreso l’esame dell’emendamento n. 63 sull’istituzione del “codice rosa”. Nella sua nuova formulazione, il testo prevede che entro 120 giorni le aziende dovranno organizzare il servizio mentre entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, la Giunta regionale emanerà apposite linee-guida.

Per dichiarazione di voto, il consigliere Rossella Pinna (Pd) si è detta «favorevole con convinzione per il valore simbolico e al tempo stesso reale della norma; la Sardegna ha buone leggi ma ancora inapplicate come quelle relative alla rete anti violenza».

Il consigliere Alberto Randazzo (Forza Italia), pur essendo favorevole, ha espresso riserve sull’assenza di risorse, che invece occorrono se si vuole davvero mettere in funzione equipe di intervento.

Il consigliere Modesto Fenu (Zona Franca), anch’egli favorevole, ha condiviso i dubbi del consigliere Randazzo, auspicando tempi brevi per implementazione nuovo servizio.

Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi) ha ringraziato il collega Pizzuto per aver voluto condividere la sua iniziativa con l’Assemblea, osservando che forse la sintesi dell’emendamento è troppo riduttiva.

Il consigliere Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha sottolineato che si tratta di un argomento di grande importanza impostato nel modo giusto; la violenza non ha aggettivi ed occorre puntare su accoglienza e riservatezza.

Il consigliere Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia) ha richiamato invece l’attenzione dell’Aula sulla centralità della formazione del personale.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, ha definito la norma «di civiltà, necessaria per contrastare un fenomeno che merita una forte risposta delle istituzioni».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento che è stato approvato unanimità.

Successivamente ha tolto la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. I lavori del Consiglio riprenderanno alle 16,30.

Consiglio regionale 3 copia

Consiglio regionale A copia

Il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 2 e 3 della proposta di legge 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”, con i quali si da il via libera alla centrale unica di committenza, alla soppressione dell’agenzia regionale della sanità e all’istituzione dell’azienda regionale di emergenza e urgenza (“Areu”)

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione generale, a partire dall’art. 2, degli articoli e degli emendamenti alla proposta di legge 71/A (Cocco Pietro e più) – “Norme urgenti per la riforma del servizio sanitario regionale”.

Aprendo la discussione sull’art. 2, il presidente ha dato lettura degli emendamenti in discussione, comunicando il trasferimento all’art. 6 degli emendamenti all’art. 2 relativi alla definizione territoriale delle Asl. Successivamente ha dato la parola al primo degli iscritti a parlare, il consigliere Alessandra Zedda, di Forza italia.

Zedda ha definito il provvedimento contraddittorio «perché sappiamo che poi l’agenzia regionale sarà soppressa mentre, a proposito della centrale unica di committenza è prevedibile un appesantimento della burocrazia causato dalla complessità della normativa sugli appalti». La centralizzazione, inoltre, secondo Zedda potrebbe avere «ricadute negative su tessuto regionale di piccole e medie imprese a vantaggio di quelle di medie e grandi dimensioni, un argomento cui occorre prestare molta attenzione».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), dopo aver ricordato che l’istituzione della centrale di committenza è un obbligo di legge, ha messo in luce «la necessità di chiarire quadro di insieme alla luce degli emendamenti di Giunta e maggioranza». Inoltre, è importante evidenziare «il problema della presenza e della partecipazione agli appalti delle imprese sarde perché, fermo restando l’effetto positivo del calmieramento dei prezzi, si rischierebbe di perdere un pezzo di economia significativo in un settore altamente specializzato». Non va sottovalutata infine, a parere di Cossa, la proposta dei Riformatori sardi che «consente ai privati di accedere, dietro compenso, ai servizi della centrale unica di committenza».

Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha espresso il apertura il suo apprezzamento all’assessore Luigi Arru per la predisposizione delle  unità di crisi per il contrasto al virus Ebola ma, soffermandosi sulla centrale di committenza si è detto «convinto dei risparmi ma perplesso su possibilità di intercettare le esigenze differenti delle Asl territoriali e, in definitiva, dei cittadini». «Con la razionalizzazione – ha aggiunto – è possibile un taglio rilevante dell’offerta con particolare riferimento ad importanti servizi già drasticamente ridotti in Provincia di Sassari». Orrù, infine, si è fatto interprete delle preoccupazioni delle strutture private convenzionate, osservando che sarebbe molto difficile «salvaguardare le imprese sarde, posto che la centralizzazione taglierebbe fuori molte piccole aziende, pur possedendo elevati fatturati annui ed essendo strutturalmente ed economicamente sane».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza italia) ha invitato l’assessore e la maggioranza a «valutare con attenzione la centrale unica di committenza, che necessariamente dovrà essere organizzata eliminando ed accorpando servizi esistenti, una operazione molto complessa che potrebbe determinare i suoi effetti positivi solo nel medio e lungo periodo».

Il presidente ha dato la parola al consigliere dell’Udc, Peppino Pinna, il quale si è detto contrario all’istituzione della centrale regionale di committenza, in quanto “non ha mai funzionato” e porterebbe risparmi minimi (“200 milioni su 3 miliardi”). Favorevole alla centrale invece il leader dell’Udc, Giorgio Oppi, il quale ha ricordato di essere stato proprio lui, nel 2001, come assessore della Sanità, a prevedere le strategie comuni di acquisto per le aziende sarde. L’esponente dell’opposizione ha però rilevato che il centro d’acquisto non è mai riuscito a decollare, neanche sotto il governo del centrosinistra, per l’opposizione dei primari ospedalieri. Oppi ha anche chiesto chiarimenti sulle linee di indirizzo e ha esortato la maggioranza a prevedere la copertura finanziaria per la centrale di committenza non presente nella legge.

Oppi ha anche esortato la Giunta, in particolare l’assessore della Sanità, a contrattare lo sconto sui farmaci con le grandi case farmaceutiche, perché altre regioni hanno ottenuto il 50 per cento, mentre la Sardegna gode di un 30 per cento.

Perplesso il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, per le continue modifiche che la maggioranza vuole portare al testo. Sembra che con gli emendamenti non cambi niente, ha continuato Truzzu, invece stiamo delegando alla Giunta il compito di riordinare la sanità. «Stiamo rinunciando a un ruolo importante del Consiglio». Per Truzzu bisogna anche valutare  le conseguenze per le piccole e medie imprese sarde. Sulla soppressione dell’Agenzia regionale della sanità, l’esponente dell’opposizione, si è detto assolutamente d’accordo.

Critico sulla proposta di legge anche il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde: «Questa norma è l’unica novità di una riforma che non riforma niente. L’unica novità è una non novità perché è già prevista dalla normativa nazionale». Per Tedde l’unico obiettivo «è mettere le mani sulla sanità», attraverso la sostituzione dei direttori generali. Per il consigliere azzurro la legge non presta attenzione ai malati e ha aggiunto che i commissariamenti porteranno all’interruzione della programmazione creando molti problemi.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha dichiarato che quella in discussione non è una riforma ma ha ribadito la necessità di “metter mano” all’organizzazione della Sanità in Sardegna per dare risposte ai malati. Dedoni ha definito Una “non novità” la centrale unica di committenza ed ha sottolineato che un’unica gestione di acquisti e appalti è destinato a diventare un sistema che si estenderà a tutti i settori della Pubblica amministrazione. L’esponente della minoranza ha quindi denunciato rischi per le piccole e medie imprese della Sardegna ed ha ricordato come le principali commesse delle Asl siano andate ad appannaggio di imprese siciliane e campane con la conseguente marginalizzazione dei fornitori sardi.

Attilio Dedoni ha auspicato una legge obiettivo regionale per la gestione degli appalti pubblici nell’Isola ed ha rilanciato la proposta di una Asl unica per la gestione del personale e dell’amministrazione. Il capogruppo dei Riformatori ha quindi concluso con l’invito a «lasciare fuori la politica dalle Asl e dalla Sanità sarda».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha affermato che la minoranza ha guardato con favore all’istituzione della centrale unica di committenza ma ha denunciato che un emendamento dei consiglieri della maggioranza ne modifica le finalità e l’efficacia introducendo una dicitura ambigua che parla di “aggregazione di fabbisogni in Sanità”. Pittalis ha inoltre deinito “tortuosa” la procedura che si intende introdurre che “annacqua” gli originari propositi, demandando alla Giunta le modalità di accentramento delle committenze. «La centrale di committenza -ha attaccato Pittalis – resta dunque una grande rivoluzione solo annunciata e la verità è che ciascuna Asl proseguirà ad acquistare in autonomia beni e servizi». L’esponente della minoranza ha quindi invitato i presentatori dell’emendamento a chiarire i perché del “passo indietro” a proposito della centrale unica di committenza ed ha concluso ribadendo che i consiglieri della minoranza avrebbero votato a favore del centrale unica di committenza, nella formulazione originaria del testo della Pl 71.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha ribadito il favore della minoranza per le iniziative volte alla razionalizzazione della spesa in sanità. Il consigliere dei centristi ha quindi denunciato i rischi che potrebbero derivare dalla creazione di un ente centralizzato e ricordato ad esempio i disservizi e le inefficienze di Abbanoa.

Rubiu ha quindi insistito sui rischi per le imprese sarde ed ha definito “preoccupante” la centralizzazione degli acquisti e degli appalti.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola alla Giunta. L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha quindi replicato alle critiche avanzate da alcuni esponenti della minoranza ed ha affermato che con l’introduzione della centrale unica di committenza, sulla base dei raffronti con le altre regioni ed in considerazione dei dati acquisiti in proposito, la Giunta stima un risparmio che può quantificarsi in una misura ricompresa tra il 5 e il 10%.

L’assessore Arru ha quindi introdotto il tema dello sviluppo del governo clinico per affermare che con il sistema “HTA” sarà possibile valutare le migliori tecnologie a disposizione senza discrezionalità ma soltanto sulla base dell’efficacia del loro funzionamento. «Si sceglieranno le migliori attrezzature a disposizione – ha dichiarato Arru – e ci sarà più trasparenza e più rapidità». L’assessore ha inoltre ricordato come siano le norme nazionali a stabilire l’introduzione della centrale unica di committenza ed ha garantito il coinvolgimento del personale sanitario per garantirne risultati e funzionamento. Per quanto attiene i rischi per le imprese sarde, l’assessore ha dichiarato: «Serve superare la malattia di guardarsi l’ombelico e favorire l’aggregazione delle imprese sarde per renderle competitive anche in ambito extraregionale». «Stiamo provvedendo alla razionalizzazione delle spesa – ha aggiunto Arru – non a tagliare i servizi in Sanità». L’assessore ha quindi posto l’accento sull’importanza della prevenzione e della promozione della salute, ribadendo la volontà di realizzare un servizio sanitario presente nel territorio e che tenga in considerazione i cambiamenti intervenuti nella società e i nuovi bisogni di salute («la vecchiaia non può essere considerata una maledizione ma una conquista»).

Luigi Arru ha quindi concluso il suo intervento affrontando il tema dei farmaci ed ha dichiarato che è necessario instaurare una trattativa con le case farmaceutiche ed ha citato ad esempio quella per i farmaci antivirali per l’epatite di tipo “C”. (a.m)

Il relatore del provvedimento Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso parere contrario agli emendamenti dell’opposizione e favorevole a quelli della maggioranza; per altri in parte presentati dall’opposizione, con riferimento alla soppressione dell’Agenzia regionale della sanità, ha sollecitato una ad una sospensione, da concordare più avanti, per esaminare la possibilità di una sintesi.

La Giunta, con l’Assessore della Sanità Luigi Arru, ha espresso parere conforme.

Successivamente l’Aula ha respinto gli emendamenti n. 17 e n. 18.

Il presidente ha poi avviato la discussione sull’emendamento n. 366 (Cocco Pietro e più), presentato dalla maggioranza, dal titolo “Aggregazione dei bisogni in sanità”.

Per dichiarazione di voto il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), ha sottolineato che l’emendamento sostituisce integralmente art. 2 ed ha ribadito l’importanza del problema delle imprese sarde, «perché è vero che non bisogna guardarsi l’ombelico come dice l’Assessore, ma stiamo parlando di 3 miliardi e ci sono situazioni oggettive, come quella di una piccola azienda di elettromedicali,  in cui non è possibile aggregarsi».

Il relatore Luigi Ruggeri (Pd), ha dichiarato che «abbandono del titolo non significa abbandono della strada maestra, c’è intanto il rimando alla centrale di committenza nazionale; noi ci proponiamo di aggregare e qualificare la domanda cercando di orientare la spesa, d’altra parte non possiamo semplificare mantenendo il nostro nanismo imprenditoriale, le imprese dovranno specializzarsi o aggregarsi come già accaduto in altri settori».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza italia) ha annunciato il voto contrario del gruppo pur condividendo alcune argomentazioni di Ruggeri. «Non ho dubbi sulla qualità delle piccole e medie imprese sarde ma i tempi del loro adeguamento saranno necessariamente lunghi perché l’organizzazione regionale non è così veloce anche per evidenti carenze di organico».

Il consigliere Gianluigi Rubiu (Udc) ha ricordato che basta guardare “aggregazione domanda in sanità” sui motori di ricerca e viene fuori la Regione Sicilia, «significa che la Sardegna non ha prodotto niente di originale».

Il consigliere Alberto Randazzo (Forza Italia) ha ribadito il voto contrario, «ci siamo astenuti in commissione perché in materia di centrale unica di committenza avevamo condiviso in qualche modo una scelta strategica ma ora quel testo viene molto annacquato dall’emendamento della stessa maggioranza: è bellissimo ma non dice niente».

L’Assemblea ha quindi approvato a maggioranza l’emendamento n. 366, determinando la decadenza degli altri emendamenti collegati.

Subito dopo, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 372, sempre della maggioranza (Cocco Pietro e più), sulla “Soppressione dell’Agenzia regionale della sanità”.

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta, che il presidente ha accordato.

Alla ripresa, il presidente ha chiesto di dare lettura dell’emendamento di sintesi che, in sostanza, oltre alla nomina di un commissario liquidatore con un mandato di 6 mesi a partire dall’entrata in vigore della legge, attribuisce tutte le competenze dell’Agenzia alla direzione generale della sanità.

Successivamente l’Aula ha approvato l’emendamento 372, che integra l’art. 2, e respinto gli emendamenti n. 37 e 38, per poi passare all’esame dell’art. 3.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’articolo 3 che prevede l’istituzione dell’Areu  (Azienda regionale dell’emergenza urgenza). Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha ricordato che per il suo partito questo è uno punti più  critici di questa legge, ritenendo sbagliata l’istituzione di una nuova azienda. Cossa ha ribadito che se lo spirito della legge è quello di ridurre i costi, con la riduzione delle Asl (“noi vorremmo una sola Asl”) mentre con l’Areu si istituisce una nuova azienda.

Per il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, è dello stesso avviso: «Questo articolo è in controsenso con l’emendamento che abbiamo appena votato. È giusto che il sistema del 118 vada rivisto dopo tanti anni, però il sistema non è l’istituzione di una nuova azienda regionale che crea confusione e nuovi costi». Truzzu ha proposto, attraverso un emendamento firmato anche dal collega Modesto Fenu (Sardegna – Zona Franca), l’istituzione di un dipartimento interaziendale anziché creare una nuova struttura. Per il  consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, l’Areu è «completamente inutile e porterà ad accrescere inevitabilmente i costi». L’esponente azzurro ha auspicato un’ulteriore riflessione della maggioranza, «ma la realtà è che si voleva solo arrivare ai commissariamenti».  D’accordo con Tedde anche Alessandra Zedda (Forza Italia), la quale ha invitato la maggioranza a soprassedere su questo punto della legge e riaffrontare la questione quando si metterà mano alla riorganizzazione degli enti e delle Asl.

Il consigliere del gruppo Pd, Luigi Ruggeri, ha ricordato lo spirito di fondo della riforma in discussione spiegando che consiste nello spostare “il baricentro delle cure dall’ospedale al territorio”. «E’ dunque fondamentale – ha spiegato l’esponente della maggioranza – operare la migliore connessione possibile e mettere in relazione tra loro tutti i luoghi erogatori dei servizi con i luoghi dove si manifestano i bisogni». A giudizio di Ruggeri il superamento dell’esperienza dell’organizzazione del servizio 118 in Sardegna potrebbe rappresentare una buona soluzione. Il consigliere Pd ha quindi respinto la similitudine con l’azienda per le emergenze instituita nella Regione Lombardia: l’orografia della Sardegna è molto differente dalla realtà lombarda.

«Non sappiamo se la costituenda azienda per l’emergenza e l’urgenza – ha insistito Ruggeri – sia la cosa migliore ma l’Areu è qualcosa migliore di ciò che c’è oggi». «Scommettiamo sull’Areu – ha concluso l’esponente dei democratici – perché rappresenta un sistema che completa la rete dell’emergenza e dell’urgenza nell’Isola».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha invitato la maggioranza a non procedere con l’appesantimento dei conti della Regione con la costituzione di una nuova azienda sanitaria. «Con l’Areu – ha affermato l’esponente della minoranza – si sta caricando il bilancio di ulteriori costi rappresentanti da un’ulteriore agenzia». Dedoni ha ricordato che la Sanità impegna 3.5 miliardi di euro del bilancio regionale («la metà delle cifre a disposizione») ed ha ricordato le difficoltà che già in sede di bilancio 2015 emergeranno per l’esiguità dei fondi a disposizione per gli investimenti. Attilio Dedoni ha concluso invitando la maggioranza a sospendere la discussione in atto e l’esame della Pl 71 per impegnarsi in una profonda riforma della Sanità che riduca al minimo le spese e garantisca i sevizi ai cittadini sardi.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha ribadito gli obiettivi della maggioranza in ordine all’istituzione dell’Areu: «Vogliamo procedere con la razionalizzazione del servizio emergenze e urgenze e vogliamo anche contenere i costi». L’esponente del centrosinistra si è detto convinto che con l’Areu si realizzerà un servizio migliore a fronte di una significativa riduzione dei costi. Pietro Cocco ha dunque ribadito la volontà di procedere con la riduzione delle Asl ed ha concluso proponendo all’Aula l’approvazione di un emendamento orale finalizzato ad aggiungere la lettera “S” («Sardegna») alla fine dell’acronimo “Areu”.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, si è detto polemicamente d’accordo col suo omologo democratico sull’aggiunta della “s” all’acronimo “Areu” («se fosse una questione di lettere da aggiungere si potrebbero aggiungere tutte le lettere dell’alfabeto») ma ha ribadito la distanza sulle disposizioni della Pl 71: «L’esame del testo conferma che si tratta di una riforma gattopardesca». «All’articolo 1 – ha spiegato il capogruppo Fi – dichiarate la volontà di procedere con la riduzione delle Asl e immediatamente dopo ne istituite una nuova». Pittalis ha quindi dato lettura integrale del comma 3 dell’articolo 3 nella parte in cui si prevede la direzione regionale e si fa riferimento al funzionamento delle aziende sanitarie ed ha quindi domandato spiegazioni alla maggioranza sulle dichiarazioni rese a proposito del contenimento della spesa e la riduzione delle Asl sarde. Il consigliere del centrodestra ha evidenziato a questo proposito la previsione di spesa di 600mila euro per i direttori della istituenda azienda sanitaria per l’emergenza e l’urgenza. Pittalis ha quindi messo in dubbio la tenuta della norma («è una norma di spesa») ed ha proposto alla maggioranza e alla giunta di valutare, in luogo dell’Areu, la creazione di una struttura dipartimentale presso l’assessorato della Sanità.

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha replicato al capogruppo di Forza Italia, Pittalis, ed ha ricordato che, nella scorsa legislatura, «il primo atto del centro destra fu quello di commissariare le aziende sanitarie con una semplice modifica dell’acronimo che identificava le Asl». Nel merito, Cocco ha affermato che «occorre fidarsi nella struttura dell’assessorato che ha fin qui dimostrato, dati alla mano, che l’istituzione della nuova azienda porterà ad un risparmio di spesa fornendo ai cittadini un servizio migliore, a parte il fatto che vedrà la luce solo nel momento in cui sarà ridefinita la mappa della Asl della Sardegna».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha manifestato la necessità di ricondurre il dibattito ai numeri, aggiungendo di conoscere bene l’esperienza della Lombardia dove, anzi, vengono apprezzate alcune realtà della sanità sarda. Entrando nel dettaglio delle cifre, Arru ha ricordato che, nell’organizzazione attuale, il servizio di emergenza-urgenza è costato circa 200 milioni di euro nel 2013. «Non esiste quindi un problema di compatibilità finanziaria – ha precisato – ed anzi prevediamo vantaggi che aggrediranno le criticità del sistema con una policy comune e ci consentiranno di offrire un miglior servizio ai cittadini».

Il relatore del provvedimento Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso parere negativo su tutti gli emendamenti presentati, fatta eccezione per il n. 371.

La Giunta, con l’assessore della Sanità Arru, ha espresso parere conforme.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi messo in votazione gli emendamenti all’articolo 3. Sono intervenuti per dichiarazioni di voto Pietro Pittalis (Forza Italia), Pietro Cocco (Pd) Attilio Dedoni (Riformatori sardi), Paolo Truzzu (FdI), Oscar Cherchi (Forza Italia), Lorenzo Cozzolino (Pd), Marco Tedde (Forza Italia).

Il Consiglio ha approvato l’articolo 3 e l’emendamento n. 371 (Pietro Cocco e più) che prevede la sostituzione del comma 4 con il seguente testo: “4. La Giunta regionale, acquisito il parere della commissione consiliare competente, definisce la sede, il patrimonio, il personale, le specifiche funzioni e le interrelazioni con le altre aziende sanitarie della Areu, e provvede alla nomina dei relativi organi, contestualmente al riassetto delle aziende sanitarie locali di cui alla presente legge. Stabilisce altresì la composizione del collegio di direzione, le linee di indirizzo per la definizione dell’atto aziendale della Areu, secondo quanto previsto all’articolo 9 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, al fine della determinazione della struttura organizzativa. Riguardo alla composizione del collegio dei sindaci si applica la normativa relativa alle aziende ospedaliere”. Il Consiglio ha quindi approvato l’emendamento orale proposto dal capogruppo del Pd, Pietro Cocco, per l’introduzione della lettera “S” alla fine dell’acronimo “Areu”.

La seduta è stata chiusa, i lavori riprenderanno domani mattina, alle 10.00, con l’esame dell’articolo 4. Il presidente ha convocato, alle 9, la conferenza dei capigruppo in sede politica.

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

La minoranza in Consiglio regionale invita la Giunta a procedere con la proroga del “piano casa”. La richiesta è contenuta in un’interpellanza urgente, sottoscritta da dieci consiglieri regionali (primo firmatario Mario Floris – Uds) rivolta al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, nella quale si evidenzia il mancato rispetto di quanto disposto dall’ordine del giorno approvato lo scorso 2 ottobre in Consiglio e che impegnava la giunta «a presentare nel più breve tempo possibile un disegno di legge sostitutivo e migliorativo della normativa urbanistica ed edilizia vigente e di semplificazione delle procedure».

«La scadenza del vigente “piano casa” – sottolineano Mario Floris, Pietro Pittalis, Gianluigi Rubiu, Modesto Fenu, Michele Cossa, Alessandra Zedda, Paolo Truzzu, Marcello Orrù e Attilio Dedoni – è fissata per il prossimo 29 novembre e sebbene la Giunta, lo scorso 10 ottobre, abbia approvato il disegno di legge dal titolo: “Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia edilizia e urbanistica”, il testo non è stato ancora trasmesso al Consiglio per l’esame in Commissione e l’avvio dell’iter di approvazione».

«Pertanto – concludono gli esponenti della minoranza consiliare – non ci sono più i tempi per procedere con il via libera al disegno di legge della Giunta ed è quindi necessario accedere alla proroga del “piano casa vigente”».   

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Il Consiglio regionale ha approvato l’articolo 1 della proposta di legge 71/A (Cocco Pietro e più) “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”, modificato dall’emendamento 385 della Giunta.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Il primo degli iscritti a parlare, è stato il consigliere Alessandra Zedda, di Forza Italia.

Nel suo intervento, il consigliere ha annunciato il voto favorevole agli emendamenti presentati, «perché non si tratta di una riforma vera e propria che deve essere invece più articolata e rispondente alla realtà; è importante, inoltre, precisare la natura del provvedimento».

Il consigliere Marco Tedde (Forza italia) ha condiviso le argomentazioni della Zedda, osservando che «lo stesso titolo della legge è “intruso” rispetto al contenuto del testo e parlare di riforma è un affronto al diritto e alla tecnica legislativa».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza italia) ha apprezzato il contenuto degli emendamenti presentati, posto che «tutte le forze politiche hanno convenuto sul fatto che il provvedimento in esame è cosa diversa dalla riforma, fermo restando che è sbagliata la stessa definizione di norme urgenti, dopo che ci si è lavorato per ben 5 mesi».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza italia) ha affermato che «sarebbe il caso che l’Aula prestasse più attenzione a questa fase del dibattito e la stessa maggioranza e la Giunta avrebbero dovuto presentare emendamenti in proposito, dato che nella sua formulazione il testo è privo di ogni requisito di urgenza».

Il consigliere Paolo Truzzu (gruppo “Sardegna”) ha dichiarato parere favorevole all’emendamento del gruppo Udc per la modifica del titolo della legge con la seguente dicitura “disposizioni urgenti in tema di centrale regionale di committenza, di emergenza e urgenza, di funzionamento dei distretti socio-sanitari, case della salute e ospedali di comunità”. L’esponente della minoranza ha sottolineato che non solo i consiglieri della maggioranza ma anche quelli dell’opposizione hanno affermato in sede di discussione generale che la Pl 71 non rappresenti un testo di riforma. «Soltanto il capogruppo del Pd – ha concluso Truzzu – ha definito la Pl 71 una vera riforma del sistema sanitario regionale».

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, primo firmatario dell’altro emendamento per la sostituzione totale del titolo della Pl 71 con la dicitura “Disposizioni urgenti per la razionalizzazione ed il contenimento della spesa sanitaria regionale” ha definito “altisonante” il titolo scelto dai presentatori della proposta di legge ed ha invitato la maggioranza a favorirne una dicitura più pertinente.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato di condividere le dichiarazioni dei colleghi della minoranza ed ha evidenziato come gli emendamenti presentati dalla giunta e dalla maggioranza di fatto stravolgono il testo originario della Pl 71. «La maggioranza – ha dichiarato il capogruppo dell’opposizione – dovrebbe presentare una modifica al titolo della legge che calzi con le novità che tentano di introdurre nel provvedimento in discussione in Aula». «Non si pensi però – ha ammonito Pittalis – di introdurre norme che riguardano l’organizzazione degli enti». L’esponente del centrodestra ha parlato di “furia commissariale” da parte della maggioranza ed ha stigmatizzato la decisione della giunta di procedere col commissariamento dell’Ente foreste proprio mentre il Consiglio si apprestava ad approvare il relativo disegno di legge. Pietro Pittalis ha quindi definito “una fuga in avanti inaccettabile” gli emendamenti della maggioranza tesi a commissariare l’Istituto zooprofilatico. «Attendo di conoscere in proposito – ha concluso il capogruppo FI – il giudizio sull’ammissibilità regolamentare di simili iniziative».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola all’assessore della Sanità, Luigi Arru, per il parere della Giunta che è stato dichiarato “contrario”. 

Sugli emendamenti al titolo sono intervenuti per dichiarazione di voto: Michele Cossa (Riformatori sardi), Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna), Angelo Carta (Psd’Az), Gigi Ruggeri (Pd), Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna), Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna), Edoardo Tocco (Forza Italia Sardegna), Marco Tedde (Forza Italia Sardegna), Paolo Truzzu (Sardegna), Marcello Orrù (Psd’Az), Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Giorgio Oppi (Udc), Anna Maria Busia (Centro Democratico Sardegna), Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna).

Gli emendamenti presentati al titolo sono stati bocciati. Approvato il titolo della legge.

Il presidente Ganau ha, quindi, aperto la discussione sull’articolo 1 “Principi generali” e sugli emendamenti. La Commissione e la Giunta hanno dato parere favorevole soltanto all’emendamento sostitutivo totale n. 365 della Giunta. Il testo prevede: “La Regione, con la presente legge, avvia il processo di riforma del sistema sanitario regionale, mediante disposizioni urgenti finalizzate a : a) garantire la tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività; b) riorganizzare il sistema sanitario regionale mediante il rafforzamento delle attività territoriali e la razionalizzazione della rete ospedaliera; c) adeguare l’assetto istituzionale e organizzativo, prevedendo una riduzione del numero delle aziende sanitarie locali, rispetto all’attuale, in coerenza con le norme di riordino del sistema degli enti locali; d) garantire il miglioramento della qualità e dell’adeguatezza dei servizi sanitari e sociosanitari, di prevenzione e promozione della salute in ogni territorio, attraverso il rafforzamento di quelli esistenti, l’efficientamento delle strutture organizzative e la realizzazione di nuove pratiche di partecipazione democratica nella distribuzione dei servizi; e) attuare politiche di prevenzione delle malattie e di promozione della salute e del benessere delle persone, incentivando la diffusione di corretti stili di vita sotto i profili dell’attività motoria, della pratica sportiva e dell’educazione alimentare e ambientale; f) rafforzare il governo del servizio sanitario regionale, anche mediante la riassunzione nell’assessorato dell’Igiene e sanità e dell’Assistenza sociale delle funzioni già assegnate all’Agenzia regionale della Sanità; g) ridurre il disavanzo della spesa regionale sanitaria in applicazione della normativa nazionale in materia di fabbisogni e costi standard; h) riorganizzare il sistema dell’emergenza-urgenza e della rete territoriale di assistenza, della medicina del territorio”.

Il presidente ha dato la parola al consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, il quale ha chiarito che i principi generali, elencati nell’emendamento 365 della Giunta,  sono condivisibili. Il problema, secondo l’esponente dell’opposizione, è che da un lato viene annunciato il taglio delle Asl e dall’altro la legge crea un’altra azienda sanitaria.  Cossa ha poi riproposto il mantenimento di un’unica Asl e ha invitato la Giunta e la maggioranza a rivedere il modello organizzativo. In conclusione Cossa ha espresso parere favorevole sulla soppressione dell’Agenzia regionale della sanità. Rossella Pinna (Pd) ha affermato che «questa legge è figlia di un lavoro di concertazione tra Esecutivo e maggioranza consiliare. L’articolo 1 e  l’emendamento chiariscono, se ce ne fosse bisogno, il titolo, ossia che si tratta dell’avvio del progetto della riforma, che va fatta con urgenza». Per il consigliere «c’è un paziente gravemente malato: la sanità sarda», che ha aumentato dal 2009 il disavanzo di 110 milioni di euro e ha aggiunto che «i 379 milioni destinati al ripianamento alle spese della sanità sono state sottratti agli investimenti per lo sviluppo economico». La legge, secondo l’esponente di maggioranza, consentirà un risparmio sicuro, ma allo stesso tempo ha l’obiettivo di migliorare i servizi sanitari con un’attenzione particolare ai territori, soprattutto a quelli più deboli. Per il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, l’emendamento della Giunta è condivisibile come principio generale (nella parte in cui parla di prevenzione e promozione di uno stile di vita sano) che potrebbe essere il cardine della prossima riforma della sanità sarda. Per Tedde, però, si tratta di principi astratti perché poi non trovano rispondenza nei contenuti della proposta. Critico anche sul metodo adottato dalla maggioranza su un argomento tanto importante: «Stiamo procedendo a tentoni – ha detto – stiamo lavorando al buio».

La presidenza è stata assunta dal vice presidente, Antonello Peru (FI), il quale ha dato la parola al collega, Ignazio Locci (FI). L’esponente dell’opposizione ha condiviso l’intervento del collega Tedde e ha sottolineato che, nell’articolo 1 e nell’emendamento 365, c’è soltanto un elenco freddo di principi generali che non si trovano poi nella norma. Locci ha esortato l’Aula a  ricordare l’articolo 32 della Costituzione (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”) e ha sottolineato che avrebbe voluto trovare nella legge contenuti etici e democratici.

Il consigliere Lorenzo Cozzolino (Pd) ha evidenziato che «finalmente si prevede una riduzione del numero delle aziende che andrà inserita nel contesto più ampio delle riforma degli enti locali, un contesto in cui è bene sottolineare che i territori manterranno la loro autonomia». Per Cozzolino, inoltre, «è importante dare valore strategico alla prevenzione che, in prospettiva, assicurerà una riduzione dell’incidenza delle malattie». Quanto alla nuova agenzia di emergenza-urgenza Areu, Cozzolino ha precisato che «nascerà solo contestualmente alla riduzione delle aziende sanitarie sul territorio».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza italia) ha affermato che «dagli interventi precedenti si deduce che nel provvedimento in esame non c’è logica; la stessa elencazione dei principi generali di governo della sanità pubblica è condivisibile, però lascia perplessi il richiamo all’urgenza e la generica volontà di razionalizzare la spesa, dato che non ci sono numeri a supporto ed anzi l’unica certezza è un aumento di spesa».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna) si è detto convinto che «la legge rischia di essere figlia di nessuno perché è stata condivisa fra maggioranza e Giunta in una intesa poi smentita dalle molte correzioni in corsa, frutto della pressione delle parti sociali, degli operatori e della stessa opposizione». Il consigliere ha poi apprezzato la decisione di sopprimere l’Agenzia regionale della salute, «proposta peraltro presentata dall’opposizione e bocciata più volte». Truzzu ha poi ribadito le critiche sulla natura del provvedimento, «una finta riforma che nasconde la volontà di commissariare le aziende sanitarie».

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd) ha sostenuto che «la proposta ha avuto l’attenzione che merita e costituisce un passaggio irrinunciabile per arrivare ad una riforma organica, da tutti avvertita». Meloni ha poi respinto con fermezza «le ricostruzioni giornalistiche relative al nuovo assetto territoriale della sanità sarda, del tutto slegate da decisioni che la maggioranza non ha assunto». Il consigliere del Pd, inoltre, ha contestato l’equivalenza “riduzione delle aziende e risparmi di spesa”, dichiarandosi contrario a «fusioni a freddo in contrasto con la cultura, la lingua e le tradizioni dei territori».

Il consigliere del Pd, Luigi Ruggeri, ha affermato che dal dibattito emerge una «sostanziale condivisione sulle azioni descritte nei principi generali» contenute nell’articolo 1 della Pl 71 e nell’emendamento 365 presentato dalla giunta. «Nei principi – ha spiegato il relatore di maggioranza – riassumiamo misure concrete e diciamo quali azioni facciamo e verso quali obiettivi».

Ruggeri ha sottolineato come nelle modifiche proposte al testo esitato dalla competente commissione consiliare «non si sia trascurato l’apporto della minoranza». L’esponente dei democratici ha citato ad esempio i costi standard e la previsione di istituire l’Areu in costanza del riassetto e della riduzione delle Asl.

Il consigliere di Forza Italia, Alberto Randazzo, ha replicato ad alcune dichiarazioni rese dal consigliere Busia ed ha affermato che il significato della legge in discussione è quello che emerge dall’emendamento 368, dove si fa esplicito riferimento ai commissariamenti. L’esponente della minoranza si è quindi riferito alle dichiarazioni del consigliere Giuseppe Meloni (Pd) a proposito delle anticipazioni di stampa riguardo all’accorpamento delle Asl e all’istituzione dei maxidistretti. Randazzo ha quindi ribadito l’esigenza di disporre dei dati relativi al sistema sanitario ed ha criticato le modifiche proposte dalla giunta in riferimento al tentativo di commissariare anche l’Izs: «Sono norme intruse che devono essere espunte». Il consigliere di Fi ha quindi domandato alla giunta e alla maggioranza di esplicitare in quali atti si traducono le affermazioni di principio per la riduzione del disavanzo e la riduzione della spesa sanitaria.

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha evidenziato come con i due emendamenti della giunta e della maggioranza (365 e 385) si sia arrivati alla quarta riscrittura dell’articolo 1 della Pl 71. L’esponente della minoranza ha definito condivisibili i principi dichiarati nel testo ma ha sottolineato che «il provvedimento pone in capo alla giunta la riforma della sanità in Sardegna». Carta ha insistito nel domandare quali siano i modi nei quali si concretizzano i principi enunciati nell’articolo 1. «Servono norme chiare – ha concluso il consigliere Psd’Az – trasparenti e comprensibili dai cittadini e dagli operatori».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi,  ha accusato il centrosinistra di non voler indicare in legge il numero delle Asl «per problemi di “campanile” all’interno della maggioranza». L’esponente della minoranza ha quindi ammonito: «E’ opportuno che si sappia che il buco in sanità nel 2014 sarà più grande di quello registrato nel 2013». Oppi ha quindi elencato e specificato le voci di costi in aumento che faranno lievitare il “rosso” della sanità sarda ed ha dichiarato piena condivisione sull’istituenda centrale unica di committenza. «Un’iniziativa già intrapresa nel passato – ha spiegato l’ex assessore della Sanità – ma che è stata contrastata dai primari ospedalieri».

Giorgio Oppi ha quindi auspicato azioni di contenimento per la spesa dell’”Adi” e anche per la farmaceutica ed ha concluso ricordando che «dal 2015 bisognerà conteggiare i 53 milioni di euro in più per l’ospedale del Qatar». 

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha ribadito l’urgenza di questo intervento per «la gravità della situazione in cui versa il sistema sanitario regionale». «L’obiettivo della legge – ha chiarito Cocco – non è commissariare le aziende sanitarie», «faremo anche quello», spiegando che lo avrebbero potuto decidere anche senza bisogno di questa proposta di legge. Cocco ha ribadito l’importanza dell’istituzione dell’Areu, che porterà un risparmio consistente e un servizio efficiente. Il capogruppo del Pd ha anche sottolineato che probabilmente il disavanzo potrà crescere, ma non per colpa dell’attuale maggioranza, ma a causa della situazione ereditata. Rispondendo all’on. Oppi, ha spiegato che tra i fondi stanziati nell’assestamento di bilancio 35 milioni di euro sono stati destinati agli interinali che dal 2013 lavorano nelle aziende sanitarie e 20 milioni di euro per il funzionamento del cup, che è stato dato in gestione all’esterno. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha annunciato che aspetteranno fiduciosi la fine del 2015 per capire  la capacità della maggioranza di gestire il sistema sanitario e di controllare i conti. «La responsabilità sarà tutta vostra», ha affermato Pittalis ricordando che, nella scorsa legislatura, la maggioranza aveva approvato una norma che riportava il tetto per gli interinali al 2 per cento. «Chi ha sforato questo tetto ne risponderà. Ci dia, assessore, questi dati. Siamo ansiosi anche noi di sapere». Pittalis ha aggiunto che il richiamo, nei principi generali,  al diritto alla salute dei cittadini, è scontato visto che si tratta di un diritto già sancito dalla Costituzione.

Il presidente Ganau ha chiuso la discussione generale e ha messo in votazione gli emendamenti e l’articolo. (eln)

Sull’articolo 1 e sugli emendamenti sono intervenuti i consiglieri: Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna) e Pietro Cocco (Pd). Il Consiglio ha approvato l’emendamento 385 all’emendamento n. 365, sostitutivo totale dell’articolo 1,  su cui c’era il parere favorevole della giunta e della commissione. Questo emendamento prevede “La Regione, con la presente legge, avvia il processo di riforma del sistema sanitario regionale, mediante disposizioni urgenti finalizzate a : a) garantire la tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività; b) riorganizzare il sistema sanitario regionale mediante il rafforzamento delle attività territoriali e la razionalizzazione della rete ospedaliera; c) adeguare l’assetto istituzionale e organizzativo, prevedendo una riduzione del numero delle aziende sanitarie locali, rispetto all’attuale, in coerenza con le norme di riordino del sistema degli enti locali; d) garantire il miglioramento della qualità e dell’adeguatezza dei servizi sanitari e sociosanitari in ogni territorio, attraverso il rafforzamento di quell esistenti, l’efficientamento delle strutture organizzative, garantendo forme di partecipazione democratica e mantenendo autonomia dei territori periferici nelle politiche socio-sanitarie; e) attuare politiche di prevenzione delle malattie e di promozione della salute e del benessere delle persone, incentivando la diffusione di corretti stili di vita sotto i profili dell’attività motoria, della pratica sportiva e dell’educazione alimentare e ambientale; f) rafforzare il governo del servizio sanitario regionale, anche mediante la riassunzione nell’assessorato alla Salute delle funzioni già assegnate all’Agenzia regionale della Sanità; g) ridurre il disavanzo della spesa regionale sanitaria in applicazione della normativa nazionale in materia di fabbisogni e costi standard; h) riorganizzare il sistema dell’emergenza-urgenza e della rete territoriale di assistenza, della medicina del territorio”.

Tutti gli altri emendamenti all’articolo 1, su cui c’era il parere contrario di giunta e commissione sono stati bocciati.

I lavori si sono conclusi. Riprenderanno martedì 4 novembre, alle ore 16.00.

Ospedale Brotzu Cagliari 5Gianfranco Ganau 1 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli della proposta di legge 71/A “Misure urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. Domani mattina si riunirà la Sesta commissione per l’esame degli emendamenti e i lavori del Consiglio proseguiranno nel pomeriggio, alle 15,30.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Aula ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno proseguendo la discussione generale della proposta di legge n. 71/A (Cocco e più) – Misure urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale.

Il presidente ha quindi dato la parola al primo degli iscritti a parlare, come presidente del gruppo “Sardegna” Paolo Truzzu.

Nel suo intervento, il consigliere Truzzu si è detto dell’avviso che «la legge in esame, nel metodo e nel merito, non è quella giusta per risolvere i problemi della sanità sarda e lo stesso centrosinistra, infatti, ha detto che non si tratta di una riforma ma di un provvedimento parziale e urgente». Utilizzando come metafora la favole di Cenerentola, Truzzu ha affermato che «la legge è una specie di sogno destinato a svanire, pieno fra l’altro di forzature, ma sarà un qualcosa di profondamente diverso dalla riforma della quale si occuperà la Giunta». «Così facendo – ha avvertito il consigliere – si sta attribuendo per intero il potere legislativo alla Giunta alla quale il Consiglio non ha però attribuito nessuna delega e la conseguenza sarà quella di una legge debole che sarà poi difficile applicare». Truzzu è stato critico anche sugli emendamenti annunciati a firma della Giunta: «Un tentativo di raddrizzare le cose ma in realtà si peggiorerà molto il testo, perché manca la visione del cittadino paziente ed utente del sistema e si privilegia quella legata al ruolo dei manager». «Dal punto di vista della spesa – ha osservato Truzzu – si finirà con lo spendere di più, sia attraverso la costituzione di una nuova agenzia mentre sarebbe bastato un dipartimento interaziendale, sia tenendo in vita l’agenzia regionale, già cancellata in molte altre Regioni».

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini, ha auspicato chiarezza sullo spirito della proposta «che non è la riforma del sistema sanitario ma l’inizio di un percorso di razionalizzazione di un sistema completamente sballato e malato che ha necessità di cure». «A volte – ha continuato – il centrosinistra pecca di determinazione nell’azione di governo ma il richiamo dell’assessore ai manager sull’ordinaria amministrazione non è stato rispettato e, sul piano dei conti del 2013 c’è stato uno sforamento preoccupante che va corretto». Nel merito Desini ha affermato che i punti qualificanti della legge sono tre: rimettere al centro il cittadino-paziente in un tessuto economico devastato come l’attuale, contenere e ridurre la spesa e migliorare la qualità dei servizi. «Si tratta anche di un problema culturale – ha dichiarato – oggi abbiamo 1200 posti letto in più rispetto a fabbisogno, tanti primari e pochi servizi; io non ci sto, questo è un danno per le future generazioni e dobbiamo assolutamente cambiare un sistema in cui i diritti possono essere scambiati con favori». «Questo modo di fare politica va combattuto e sconfitto – ha concluso – e i giovani possono dare un contributo forte a questo processo di cambiamento».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, richiamando la relazione di minoranza, ha sostenuto che «occorre restare ancorati alla realtà, questa non è una riforma come dice la stessa maggioranza, che poi spende 600.000 euro (ma sono molti di più) per una nuova agenzia, tenendo presente che con il pareggio di bilancio si può spendere solo ciò che si ha, ancora di più dopo l’accordo Soru-Prodi che costringe la Sardegna a pagarsi sanità, continuità territoriale e trasporti. «Noi – ha detto l’esponente dei Riformatori sardi – abbiamo indicato una strada, quella di una sola Asl per tutta la Sardegna, con gestione accentrata di personale e acquisti; i risparmi sarebbero enormi e così si metterebbero anche a tacere i campanili». «Secondo questo schema – ha aggiunto Dedoni – avremmo anche potuto istituire 8 distretti ma senza direttori generali, dato che le strutture amministrative costano almeno 100.000 euro mensili per ciascuna Asl; questa sì che sarebbe una riforma seria e puntuale e, meglio ancora, sarebbe staccare gli ospedali dalle Asl perché quelli cosiddetti di comunità non convincono». «Insomma – ha concluso il consigliere – ragioniamo insieme tornando in commissione e concentrandoci su una riduzione forte delle aziende, cosa che fino ad oggi la maggioranza non ha fatto proponendo anzi il loro aumento: ricordiamoci soprattutto che chi si rivolge al sistema sanitario non ha colore e non può averne».

Il capogruppo del “Misto”, Fabrizio Anedda (Prc-Ci), ha escluso, in apertura del suo intervento, di voler formulare proposte di riforma della sanità, quanto di voler svolgere alcune riflessioni. «La prima – ha dichiarato il consigliere della maggioranza – è quella che dà alla Sanità e al Lavoro il carattere di priorità nella nostra Isola». Anedda ha quindi ricordato le finalità della proposta di legge 71 e auspicato una riforma sanitaria incentrata su tre temi principali: salute, prevenzione e organizzazione aziendale.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha replicato ad alcune sottolineature polemiche della minoranza: «Ci danno occasione per fare polemica ma non è utile farne di nuove, visto che i colleghi dell’opposizione conoscono a fondo le condizioni in cui versa il sistema sanitario sardo che hanno governato per cinque lunghi anni». L’esponente di Sel ha quindi risposto a quanti, nel corso del dibattito in Aula, hanno accusato l’esecutivo e la maggioranza di voler approvare la proposta di legge 71 solo per giustificare la nomina dei commissari nelle 8 Asl sarde. «L’errore del presidente Pigliaru e dell’assessore Arru – ha attaccato Daniele Cocco – è quello di aver fatto trascorrere troppo tempo prima di procedere con i commissariamenti». Il tutto – a giudizio dell’esponente della maggioranza – per far cessare gestioni inefficaci e discutibili delle azienda sanitarie e per garantire così il diritto alla salute di tutti i cittadini sardi. Il capogruppo del centrosinistra ha quindi ricordato lo stanziamento dei primi 103 milioni di euro, in sede di approvazione dell’assestamento del bilancio, per dare copertura al disavanzo delle Asl. «Molti dei direttori generali in carica – ha dichiarato Daniele Cocco – si sono “messi in proprio” e facciamo una cortesia anche ai colleghi dell’opposizione se procediamo immediatamente con la nomina dei commissari». L’esponente di Sel ha quindi citato numerosi di casi di “mala gestione” e “mala sanità” («basti pensare al dramma delle liste d’attesa nonostante nella scorsa legislatura siano stati stanziati 30 milioni di euro»). Daniele Cocco ha difeso l’istituzione dell’Areu («con l’azienda per l’urgenza e l’emergenza ci mettiamo al passo con le altre Regioni») ed ha assicurato l’impegno delle forze della maggioranza perché, a partire dall’approvazione della Pl 71, si proceda con un miglioramento del sistema sanitario insieme con la riduzione degli sprechi.

Il presidente ha dato, poi, la parola al capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, il quale ha esortato l’Aula a cambiare metodo, perché non è utile alla Sardegna impegnare il tempo delle commissioni e del Consiglio per discutere una norma che serve solo a commissariare le aziende sanitarie. Per il consigliere la Giunta ha tutto il diritto di farlo, senza però coinvolgere su una proposta parziale tutto il Consiglio. Nel merito, il consigliere ha condiviso l’importanza del problema sollevato, ossia la riorganizzazione del sistema sanitario regionale che costa alla Regione circa 3miliardi di euro. «Sulla riforma organica si gioca la partita della programmazione futura di questa regione». Solinas ha iniziato ad elencare diverse criticità: dall’eccesso dei parti cesarei, alla scelta di farsi curare in altre regioni, agli acquisti dei materiali a prezzi più alti del reale costo sul mercato, alla mancanza di un’analisi dell’efficienza dei servizi tecnologici, al tasso di ricoveri più alto della media. Per Solinas la riforma sanitaria è fondamentale, ma ha bisogno di tempi e di approfondimenti che non sono presenti in questo testo. Per l’esponente sardista se la maggioranza vuole cambiare i manager lo faccia, così da dedicarsi in modo serio alla riforma della sanità.

Per il capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula (Rossomori) «parlare di norme di riordino del sistema sanitario non è facile». E’ un tema «che oggi prende l’avvio e deve vedere tutti fare uno sforzo importante». Usula, pur ricordando che la Sanità pesa sul bilancio regionale per quasi il 60 per cento delle risorse, ha evidenziato che il livello di spesa non si discosta dalla media nazionale e delle altre regioni. «Bisogna anche ricordare che l’Italia è al di sotto della media europea per investimento nella Sanità. Per questo motivo – ha proseguito – non enfatizziamo troppo i dati economici». Usula ha criticato la visione economicistica del problema, perché bisogna tenere conto di cosa rappresenta la gestione della sanità per una società avanzata e civile. Per il capogruppo bisogna mettere al centro di ogni ragionamento il diritto fondamentale alla salute di ogni cittadino. Per Usula «il sistema di gestione deve essere equo e trasparente, perché i cittadini si aspettano un’inversione di tendenza, anche se tardiva, nella gestione delle Asl». Per il rappresentante della maggioranza ha evidenziato che troppe scelte sono state dettate dai poteri forti e dai partiti e questa situazione ha generato un sentimento di rabbia e frustrazione tra gli operatori e i cittadini. «In Sardegna aumenta il bisogno di salute perché è sempre – ha proseguito – più diffusa la povertà e il disagio economico, e su questo fattore bisogna intervenire con una politica non solo sanitaria». Questo progetto, ha concluso il consigliere, è un primo passo per invertire la rotta, certi della necessità di una riforma più completa e più partecipata che recuperi la fiducia degli operatori e dei cittadini e che dia maggiori tutele e garanzie agli abitanti della Sardegna.

Come capogruppo, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha affermato che, dopo la conferenza dei capigruppo, credeva «si fosse stabilito un clima diverso: avremmo potuto ricordare le 82 nomine del centrosinistra prima della scadenza della legislatura del 2009, o la centrale per gli acquisti che esiste dal 2000 ma è più utile cercare di costruire». Sul piano generale, Oppi ha osservato che il tetto fissato dal Ministero a 2.8 miliardi di euro per la spesa sanitaria regionale è sbagliato, «perché si viaggia da anni su tutto il territorio nazionale su livelli superiori ai 3 miliardi». Inoltre, sul piano del metodo, «è impossibile sostenere la necessità di una nuova norma in un settore già disciplinato da ben 3 leggi regionali, in larga parte inapplicate, con una riforma che non riforma nulla ed anzi moltiplica gli enti di amministrazione». Il Patto per la Salute sottoscritto da tutte le Regioni, ha ricordato il consigliere dell’Udc, «prevede razionalizzazione di aziende e riduzione dei costi abbassando il numero dei ricoveri per andare verso una sanità più prossima ai cittadini». Oppi ha poi annunciato la presentazione di una serie emendamenti migliorativi «su una proposta disordinata: noi chiediamo la riduzione delle Asl a 4 per realizzare economie di scala, perché è del tutto sbagliato moltiplicare gli enti». La nuova agenzia per l’emergenza-urgenza, nasce a giudizio del consigliere Oppi, «con una copertura finanziaria del tutto insufficiente, mentre andrebbe soppressa l’agenzia regionale Agenas come già si era iniziato a fare nel 2002». In conclusione, l’esponente dell’Udc ha criticato il percorso istituzionale seguito dalla maggioranza, sostenendo che «è un errore dare mandato alla Giunta per definire i territori delle nuove Asl perché si tratta di un compito di competenza esclusiva del Consiglio».

Il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, ha affermato che «nel rimpallo fra maggioranza e minoranza possiamo anche ricordare il passato ma bisogna piuttosto verificare se tutta la classe dirigente sarda riesce ad andare oltre; l’argomento centrale è l’offerta sanitaria rispetto ad una macchina complessa, con eccellenze ed altrettante inefficienze, che sfuggono ad ogni controllo lasciando ampi spazi a gruppi di potere locale nella sanità pubblica come in quella privata». «Questa legge – ha continuato – non risolve il problema, è un primo passo e forse si poteva fare prima, ma ora bisogna mettere in sicurezza un sistema che sta crollando, anche alla luce delle prossime scelte contenute nella finanziaria». «Molti cittadini – ha ricordato Arbau – protestano giustamente per le liste di attesa insopportabili e tante associazioni lamentano gravi disservizi, in uno scenario in cui emerge un grande bisogno di meritocrazia». «Nel dettaglio – ha osservato Arbau – l’innovazione più significativa è l’Areu, struttura che forse ci permetterà di salvare qualche vita».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha definito con chiarezza la proposta di legge 71 (di cui è primo firmatario) «una proposta di riforma del sistema sanitario regionale». «Su questa riforma – ha spiegato l’esponente della maggioranza – si potrà affermare tutto e il contrario di tutto ma è certo che non c’è ancora la prova se funzioni o meno, mentre è accertato che la sanità sotto la gestione del centrodestra ha prodotto un disavanzo di 400 milioni di euro». «Il costo complessivo della sanità in Sardegna – ha insistito Cocco – è di ben 3 miliardi e 300 milioni di euro l’anno». Il carattere dell’urgenza della proposta di legge 71 – a giudizio del capogruppo democratico – risiede proprio nei numeri del disavanzo e nel costo spropositato della sanità, insieme con la necessità di migliorare i servizi per tutti i cittadini sardi. «Negli ultimi cinque anni – ha aggiunto l’esponente del centrosinistra – sono aumentati i costi e si sono ridotti i servizi». Pietro Cocco ha quindi elencato gli obiettivi della Pl 71: ridurre il disavanzo e contenere la spesa («l’istituzione della centrale unica di committenza serve a raggiungere l’obiettivo»); rafforzare le attività e la presenza nei territori («le case della salute e gli ospedali di comunità»); adeguare l’assetto del sistema sanitario alla riforma del sistema degli Enti locali («è questa la ragione per la quale non indichiamo nel testo di legge il numero delle Asl ma affermiamo che saranno meno delle attuali otto»).

Pietro Cocco ha quindi difeso l’istituzione dell’Areu, ipotizzandone il cambio di acronimo in “Areus” per differenziarla dall’analoga azienda lombarda: «In sostanza è un 118 unico regionale che nasce sulla base dell’attuale 118 che è suddiviso in due aree di intervento ed in più prevede l’istituzione del servizio di elisoccorso». Il capogruppo del Pd ha concluso affermando che «la riforma in discussione non è una “propostina” ma una legge importante che prevede cose importanti per la sanità sarda».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sottolineato alcune «contraddizioni emerse nel corso del dibattito in seno ai diversi settori della maggioranza» e ricordato «l’astensione e la presa di distanza di alcuni esponenti del centrosinistra rispetto alle previsioni normative della Pl 71». Il consigliere di Fi ha inoltre rimarcato le differenti valutazioni che gli esponenti del centrosinistra hanno dato alla proposta di legge in discussione in Aula: «Alcuni escludono che possa rappresentare una riforma mentre il capogruppo del partito di maggioranza relativa in Consiglio l’ha definisce una vera e importante riforma del sistema sanitario regionale». «La realtà – ha insistito Pittalis – è che quello che si cerca di accreditare come un testo di riforma del sistema sanitario altro non è che un pretesto per procedere con la nomina dei commissari nelle Asl sarde».

L’esponente della minoranza si è rivolto direttamente, dunque, all’assessore della Sanità: «Luigi Arru immaginava una presentazione con un migliore biglietto da visita e di indicare un percorso di ridefinizione della sanità sarda piuttosto che le disposizioni contenute nella Pl 71». Pittalis, che ha polemicamente escluso che l’avvento di Renato Soru alla guida del Pd possa stravolgere i progetti di legislatura dell’assessore Arru, ha quindi affermato che «l’assessore, la giunta e la maggioranza partono con il passo sbagliato».

A giudizio del capogruppo Fi, nel testo della Pl 71 esitato dalla competente commissione «l’unica proposta da salvare è l’istituzione del centro unico regionale di committenza».

In conclusione del suo articolato intervento, Pietro Pittalis, ha ribadito il concetto espresso da molti esponenti dell’opposizione riguardo il ricorso ai commissariamenti: «Se fossi stato un direttore generale di una delle Asl avrei rassegnato le dimissioni già dallo scorso aprile perché è evidente che l’attuale impostazione della sanità sia differente da quella della scorsa legislatura». «Non ci saremmo opposti a una norma che prevedesse la nomina dei commissari – ha insistito il consigliere di Fi – e ci saremmo evitati l’esame di un testo pressoché inutile». Pittalis ha quindi ricordato la nomina del commissario dell’Ente Foreste: «Fatta questo pomeriggio mentre il Consiglio esaminava in commissione il disegno di legge proposta dalla Giunta». Pietro Pittalis ha concluso affermando che la proposta di legge, così come è strutturata, non diminuisce le Asl, anzi le aumenta, così come farà crescere il disavanzo nella sanità sarda.

Il presidente ha quindi dato la parola all’assessore della Sanità, Luigi Arru, il quale ha espresso il parere favorevole della Giunta. Per Arru l’articolo 1 rappresenta il punto fondamentale della norma con la tutela della salute del cittadino al centro di tutto il ragionamento. Per Arru è importante la centrale di committenza, che è vero esisteva ma non ha mai funzionato, ricordando che in altre regioni ha prodotto un risparmio importante. Favorevole anche all’Areu perché, secondo Arru, riorganizza il sistema di emergenza-urgenza ormai con troppe criticità. Tra l’altro, ha ricordato l’assessore, si occuperà anche del trasporto dei pazienti e del trasporto organi. Un’iniziativa che consentirà alla Sardegna di allinearsi con gli standard europei. Per l’assessore ci può essere un costo apparente, ma l’Areu renderà omogenea la rete  e darà garanzie al sistema emergenza-urgenza. Importanti, secondo Arru, anche le case della salute, che come finora concepite non hanno dato risposte al territorio. Arru ha spiegato all’Aula che, visto l’invecchiamento della popolazione, è fondamentale intervenire sul potenziamento dei servizi per i non acuti sul territorio, che sarà garantito dalle case della salute e dagli ospedali di comunità, con una valorizzazione dei medici di base, degli infermieri e dei fisioterapisti. Per l’assessore tutti gli articoli vanno visti in un’ottica di circolarità che parte dalla prevenzione. L’esponente dell’esecutivo ha ribadito la necessità di modificare la rete ospedaliera, «ma non si può fare se prima non si potenziano i territori». Per Arru il testo in esame è perfettibile, ma è una prima risposta al cittadino, agli operatori e al territorio.

Il presidente del Consiglio ha chiuso la discussione generale e ha messo in votazione il passaggio agli articoli (31 sì, 20 no) e ha poi sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

Al rientro in Aula, il presidente Ganau ha chiuso la seduta e ha comunicato che il Consiglio si riunirà domani alle 15,30 con l’esame degli articoli del Pl 71/A, perché la Giunta ha annunciato il ritiro del Dl 99. Alle 11 si riunirà la Sesta commissione per l’esame degli emendamenti presentati al Pl 71/A.

Proseguiranno domani alle 15 e 30 i lavori del Consiglio regionale. All’ordine del giorno l’esame degli articoli e degli emendamenti  del PL 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. Alle 11.00 è convocata la commissione Sanità per l’esame dei 384 emendamenti presentati.

Consiglio regionale 3 copia

Sono state presentate questa mattina, in Consiglio regionale, le relazioni di maggioranza e minoranza della proposta di riforma del sistema sanitario regionale, la cui discussione generale inizierà martedì 28 ottobre, alle 10.30. Dopo la presentazione delle relazioni, inoltre, l’Assemblea ha esaminato le mozioni e gli altri argomenti all’ordine del giorno.

La proposta, ha iniziato Gigi Ruggeri (Pd), relatore di maggioranza «corrisponde all’esigenza di inserire un argine alla deriva finanziaria della spesa sanitaria, da sempre al centro del dibattito sui sistemi di tipo universalistico, senza diminuire qualità dei servizi e dell’assistenza». «Negli ultimi cinque anni in Italia – ha aggiunto Ruggeri – la spesa è cresciuta di crescita di 2 miliardi l’anno ed in Sardegna, rispetto tetto definito dalla conferenza Stato-Regioni, ha superato nel 2013 i 3 miliardi al netto di Irap mentre modello di assistenza non ha fatto significativi passi avanti rispetto logica ospedalocentrica. Problema vero è rinuncia a governare questi processi, se non attraverso nuove regole sulle procedure di acquisizione di beni e servizi e sui protocolli diagnostico-terapeutici che non hanno funzionato, ed anche alcune nuove leggi hanno lasciato intatto l’enorme spazio di potere riservato ai direttori generali». Così, secondo il consigliere del Pd, «il sistema non può reggere perché mancano una centralizzazione del governo clinico e della committenza, un ragionamento complessivo che va esteso alla ristrutturazione della rete ospedaliera perché siamo al di sopra della media nazionale, una offerta articolata in modo diverso». E’necessario poi «mettere in rete i sistemi ospedalieri – ha osservato Ruggeri – dato Sardegna terza in Italia per ipodensità dopo la Val d’Aosta e la Basilicata, una bassissima densità di popolazione del tutto peculiare di cui si deve tener conto nella programmazione di un sistema di emergenza-urgenza di migliore qualità». «Altro obiettivo qualificante della proposta – ha concluso il consigliere del Pd – quello di ridisegnare il sistema dell’assistenza territoriale, una realtà nella quale oggi esistono ampie quote di domanda di salute che restano senza risposta; una realtà che possiamo cambiare realizzando nuove case salute e ospedali comunità, questa legge è solo il punto iniziale di un processo di riforma molto articolato».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), relatore di minoranza, ha affermato che, da un lato, «c’è l’esigenza condivisa di un processo radicale di riforma come dimostra la presentazione di diverse proposte di legge; dall’altro una proposta che viene portata all’attenzione dell’Aula senza una attenta analisi attività della realtà esistente ed una valutazione dell’impatto delle diverse misure sul sistema». «Sarebbe imperdonabile – ha avvertito Cossa – pensare che i problemi reali siano quelli delle persone che governano la sanità sarda e non bastano piccoli aggiustamenti ma servono interventi strutturali per dare vita ad un nuovo sistema adatto alla nostra specificità». In altre parole, secondo il consigliere, «la sanità sarda ha bisogno di meno aziende, meno spazi di potere, meno politica, più attenzione all’assistenza ed alla salute dei cittadini, ma di tutto questo non c’è traccia in un provvedimento insufficiente e forse dannoso». «Il sistema attuale – ha poi ricordato l’esponente dei Riformatori – risale agli anni ’70 e consisteva nel curare le persone nel momento del bisogno acuto; adesso è ora di cambiare passando dal curare al prendersi cura, con l’ospedale che deve diventare un incidente nella vita di persona mentre il servizio pubblico deve garantire altro, seguire la persone nelle diverse fasi della sua vita». «Inoltre – ha continuato il relatore di minoranza – serve un modello sardo della sanità che magari prende spunto da altri ma poi sa adattarsi alla nostre peculiarità insulari e geomorfologiche; questa è strada per ritrovare efficienza ed efficacia, prima un quadro chiaro, poi tutto il resto». Avviandosi alla conclusione, Cossa ha detto che «da questa legge non uscirà nulla di buono, perché cambiano i direttori ma resta uguale tutto il resto, fra qualche mese dovremo tornare sull’argomento, senza dimenticare che tutte le audizioni della Commissione sanità hanno dato un parere negativo su questa proposta, che di fatto blocca una riforma solo per cambiare i direttori».

L’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’illustrazione della mozione 79 (Truzzu e più) sulla mobilità giovanile. Il presidente Ganau ha dato, quindi, la parola al consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, il quale ha spiegato l’importanza di dare ai giovani la possibilità di fare esperienze all’estero con il progetto Erasmus. Ma il consigliere Truzzu non si è fermato all’Erasmus nel suo intervento, ha infatti parlato di un progetto complessivo che dovrebbe avere la Regione per contribuire a formare i nostri giovani e dare loro la possibilità di acquisire nuove competenze e l’apertura mentale verso ciò che è diverso. Truzzu si è detto convinto europeista, ma di un’Europa di popoli e non di un’Europa delle banche.

Truzzu ha citato alcuni dati: un terzo dei giovani che hanno usufruito del progetto Erasmus hanno incontrato il proprio partner durante questa esperienza. «La Commissione europea ha anche evidenziato – ha continuato Truzzu – che la capacità occupazionale dei ragazzi che hanno fatto l’Erasmus è superiore del 50 per cento rispetto agli altri studenti». Dati importanti che, secondo il proponente della mozione, evidenziano l’impatto sull’economia, sul turismo, sulla cultura e sull’occupazione offerto dai progetti di mobilità europea. Per questi motivi ha chiesto alla Giunta di istituire un «tavolo di lavoro (a cui saranno invitati a partecipare gli assessori competenti per materia, il presidente della Commissione competente, i Magnifici Rettori dell’università di Cagliari e Sassari, i presidenti dell’ERSU di Cagliari e Sassari, il presidente dell’ANCI e dell’ASEL Sardegna, i sindaci dei Comuni di Cagliari e Sassari e i rappresentanti delle associazioni di mobilità studentesca internazionale di maggiore rappresentatività) che per oggetto avrà l’individuazione degli interventi strutturali e finanziari per far crescere il numero dei giovani che potenzialmente potrebbero arrivare nella nostra Isola tra il 2014 e il 2020 per effetto dei programmi e dei fondi per la crescita inclusiva istituiti dall’Unione europea o dagli strumenti regionali derivanti da fondi indiretti«.

Truzzu ha anche ricordato che la Comunità europea ha finanziato un progetto Erasmus anche per gli imprenditori e ha ricordato l’importante evento che si terrà a Cagliari, il meeting internazionale Agora, a cui parteciperanno 800 giovani provenienti da tutta Europa, grazie all’associazione Aegee, voluta dallo scomparso Paolo Carta e da Stefano Tunis.

Il presidente ha dato, quindi la parola a Stefano Tunis, consigliere di Forza Italia, il quale ha condiviso l’assoluta importanza del progetto Erasmus, ma anche di tutti i progetti di mobilità europea non soltanto finalizzati all’istruzione. Tunis ha ricordato i notevoli risultati avuti grazie al programma Move (mobilità opportunità e volontariato in Europa). L’obiettivo, secondo l’esponente della minoranza che ha proposto di trasformare la mozione in un ordine del giorno unitario, è di «accompagnare e agevolare la crescita delle risorse umane, con un bagaglio di competenze certificato e spendibile».

Ignazio Locci (Forza Italia), d’accordo con il collega di partito, ha ricordato di essere stato uno di quei ragazzi sardi «ad aver avuto la fortuna di fare questa esperienza e di avere acquisito un patrimonio culturale di cui mi sento arricchito, grazie all’opportunità che mi è stata data dall’Università». E ha aggiunto che «dovrebbe essere obbligatorio per i giovani partecipare alla mobilità europea». Locci ha apprezzato anche l’iniziativa di sostegno messa in campo dal sindaco di Elmas, il quale sta aiutando i residenti a formarsi all’estero e cercare nuove opportunità. Da questi viaggi i nostri giovani rientrano in Sardegna più arricchiti, ha affermato Locci, ma è necessario che la Regione Sardegna sostenga il diritto allo studio, le Università, il volontariato e l’associazionismo sardo che si occupa di fare l’accoglienza dei giovani europei che vengono a fare esperienza nell’Isola.

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha dichiarato condivisione per i temi trattati nella mozione 79 ed ha sottolineato come il testo all’esame dell’Aula abbia il pregio di introdurre, all’attenzione del Consiglio, uno dei pochi strumenti che mira alla costruzione degli europei prima ancora dell’Europa. L’esponente della minoranza ha dichiarato apprezzamento per i progetti Erasmus e verso tutte le iniziative che favoriscono la mobilità giovanile ed in particolare gli scambi tra gli studenti delle Università. «Sono scambi fondamentali – ha insistito il capogruppo dei Quattro Mori – per costruire una vera integrazione tra i popoli europei attraverso un percorso che parte dal basso con i giovani». Christian Solinas ha concluso il suo intervento con l’invito all’Aula perché proceda con l’approvazione della mozione 79 (Truzzu e più).

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola all’assessore degli Affari Generali, Gianmario Demuro, per l’intervento riservato alla Giunta. Demuro ha riaffermato l’importanza del tema trattato dalla mozione in discussione ed ha espresso apprezzamento per le attività e le azioni dei progetti Erasmus. L’assessore ha quindi riconosciuto la validità della richiesta di interventi di supporto da parte della Regione sarda e ha preannunciato una particolare attenzione in sede di Piano regionale di sviluppo. Il delegato agli Affari Generali della giunta presieduta da Francesco Pigliaru ha quindi ribadito l’importanza della nuova programmazione europea per offrire prospettive ancor più concrete ai progetti Erasmus ed ha quindi dichiarato il favore dell’esecutivo regionale per i programmi inerenti la mobilità giovanile. «Mobilità a tutto tondo – ha concluso l’assessore Demuro – che riguarda cioè gli studenti ma anche artigiani, professionisti e più in generale lavoratori».

Il consigliere Paolo Truzzu (gruppo “Sardegna”) nello spazio al dibattito riservato alla replica del presentatore della mozione ha ringraziato l’assessore Demuro per il favore espresso verso i contenuti del documento all’esame dell’Aula ed ha precisato che la mozione tratta il tema dell’Erasmus e anche quello della mobilità giovanile in termini più ampi e generali.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, sull’ordine dei lavori, ha chiesto un minuto di sospensione per verificare la possibilità di un ordine del giorno unitario.

Alla ripresa dei lavori è stata data lettura dell’ordine del giorno in cui, fra l‘ altro, si impegna il presidente della Regione ad attivare un tavolo di lavoro formato dagli assessori competenti e dai presidenti di commissione interessati, insieme ai rappresentanti del mondo universitario, per l’individuazione di interventi strutturali e finanziari in grado di accrescere il numero dei giovani che potranno partecipare a programmi di mobilità internazionale in diversi settori.

A nome della Giunta, l’Assessore degli Affari generali Gianmario Demuro ha espresso favorevole.

Non essendosi altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato all’unanimità. Il documento, sottoscritto da tutti i capigruppo del Consiglio, impegna il presidente della Regione «a convocare un tavolo di lavoro per l’individuazione degli interventi strutturali e infrastrutturali finanziari per far crescere il numero dei giovani che potenzialmente potrebbero partecipare in entrata e in uscita a tutti i programmi di mobilità internazionale, non più e non solo rivolti all’istruzione, ma alla crescita complessiva dell’individuo, attraverso esperienze di studio, lavoro e volontariato».

Proseguendo nell’ordine del giorno l’Aula ha poi iniziato l’esame della Mozione n. 59 (Tatti e più) “Sull’attuazione dell’articolo 4 della Legge regionale 21 gennaio 2014 n. 7, in materia di stabilizzazione del personale precario dell’Ente foreste della Sardegna”. Il presidente ha quindi dato la parola al primo firmatario Ignazio Tatti.

Il consigliere Tatti (Udc), illustrando il documento, ha dichiarato che «la Sardegna non è solo coste ma anche zone interne anzi il patrimonio ambientale della nostra Regione deve tornare al centro della nostra politica; questo è il questo contesto opera l’Ente Foreste». «Però, a causa dell’invecchiamento del personale e del blocco del turn-over – ha lamentato Tatti – dal 2007 c’è un momento di grande difficoltà, nonostante un numero sempre crescente di Comuni abbia concesso terreni all’Ente». «Il sistema insomma – secondo Tatti – sta scricchiolando, il problema della stabilizzazione non deve essere visto come esercizio di clientelismo: la crisi è stata violenta soprattutto nelle fasce più deboli della comunità sarda ed è necessario dare certezza ai nostri cittadini, agendo secondo coscienza e secondo i nostri doveri morali». La scelta di oggi, ha precisato il consigliere Tatti, «deriva dalla concreta possibilità di trasformare la mozione in atti concreti, infatti nella finanziaria 2014 all’art 4 con un provvedimento bipartisan è stato individuato un fondo di 6 milioni per stabilizzazione». E’vero, ha riconosciuto l’esponente dell’Udc, «che questo tipo di interventi è sempre sotto osservazione ma la norma regionale non è stata impugnata e i termini sono scaduti; ora servono procedure di attuazione precise, dall’ aggiornamento degli organici all’esame di  situazioni territoriali ora piuttosto squilibrate, inquadrando questa azione in quella più generale di prevenzione delle calamità naturali e contrasto del rischio idrogeologico». «La norma della scorsa finanziaria – ha concluso Tatti – prevede la stabilizzazione con graduatorie triennali per un massimo di 500 unità per anno, da 2014 fino al 2016, si tratta di un primo intervento per dare alla Sardegna un Ente foreste nuovo, giovane e dinamico per difendere il nostro ambiente e farne un fattore di sviluppo per tutta la Sardegna».

Il presidente ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Edoardo Tocco, il quale ha ricordato di aver presentato un’interpellanza sullo stesso argomento. L’esponente della minoranza ha chiesto all’assessore quali siano le sue vere intenzioni: «E’ fondamentale dare risposte celeri alle tante persone che vivono in una situazione di precarietà». D’accordo anche Oscar Cherchi, consigliere di Forza Italia: «I colleghi hanno sollevato un problema che chiede di essere risolto, anche per una questione di giustizia». Per Cherchi si tratta di una realtà fondamentale per il nostro territorio e che, dall’istituzione dell’Ente foreste, ha dato importanti risultati. Il consigliere azzurro ha ribadito che non si sta parlando di stabilizzazioni per accontentare qualche amico ma per risolvere un problema che esiste da troppi anni. Ci interessa che la Giunta e l’assessore, ha proseguito, preveda che i lavoratori a tempo determinato, in base alle regole, abbiano risposte nel più breve tempo possibile per la stabilizzazione.

E’ poi intervenuto il leader dell’Udc, Giorgio Oppi, ex assessore dell’Ambiente, il quale ha ripercorso le varie fasi che hanno attraversato le iniziative di stabilizzazione degli operai. Oppi ha spiegato all’Aula che l’Ente foreste assorbe il 70-75 per cento dei fondi dell’assessorato dell’Ambiente, circa 180 milioni di euro, con un avanzo di esercizio annuale di circa 20-30 milioni. Le stabilizzazioni, ha continuato, vanno affrontate all’interno di un quadro generale che comprenda anche i 400 amministrativi. Allo stato attuale le stabilizzazioni riguardano circa 1600 addetti, principalmente distribuiti nei territori dell’Ogliastra, Nuoro, Oristano e Cagliari, mentre in altri territori, il Sassarese e la Gallura, ci sono soltanto una ventina di addetti ancora con contratto a tempo determinato. L’ex assessore ha anche spiegato che fu avviata una procedura di  stabilizzazione, ma con difficoltà, in parte perché l’Ente non aveva i fondi necessari e in parte, ha spiegato, perché molti non avevano voluto essere stabilizzati perché avrebbero avuto una perdita economica. Oppi ha anche esortato la Giunta ha intervenire con Roma affinché il Corpo forestale, che costa alla Sardegna circa 25 milioni, sia a carico dello Stato come avviene nelle altre regioni.

Il consigliere del gruppo Pd, Antonio Solinas, ha invitato il Consiglio a “fare il punto” sulla situazione in cui versa il personale (e non soltanto) dell’Ente foreste. L’esponente della maggioranza ha ricordato l’importanza del ruolo e dei compiti propri dell’ente strumentale della Regione ed ha invitato i presentatori a valutare che il percorso della stabilizzazione degli operatori è stato avviato con le norme del 2007 e che nel 2008 si è dato corso ai bandi di stabilizzazione per circa 800 lavoratori precari. «Significa – ha precisato il presidente della Quarta commissione – che nella legislatura che va dal 2009 al 2014 non si è fatto molto per proseguire nel percorso intrapreso a suo tempo dal centrosinistra». Antonio Solinas ha quindi ricordato la partecipazione del consigliere Tatti (primo firmatario della mozione) al consiglio di amministrazione dell’ente foreste ed ha evidenziato che «forse qualcosa in più anche quel Cda poteva fare». Solinas ha fatto riferimento alle diverse iniziative consiliari intraprese nella scorsa legislatura dalle opposizioni per sollecitare la ripresa del percorso di stabilizzazione. Il consigliere dei democratici ha ricordato la scarsa efficacia e la difficile situazione organizzativa dell’Ente foreste ed ha dichiarato di condividere le ipotesi di commissariamento. Antonio Solinas ha quindi affermato di valutare positivamente la possibilità di redigere un ordine del giorno unitario a conclusione della discussione della mozione 59.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha ricordato i diversi incontri e le numerose iniziative intraprese nella scorsa legislatura per favorire la stabilizzazione dei circa 1.200 operai semestrali che prestano servizio all’Ente Foreste. L’esponente della maggioranza ha quindi evidenziato le difficoltà incontrate, ad incominciare da quelle inerenti la complicata individuazione della tipologia contrattuale che regola il rapporto di lavoro dei “semestrali” con l’ente regionale che si occupa anche dell’anticendio. Il consigliere di Sel ha quindi ricordato la presenza del consigliere Tatti nel Cda dell’Ente foreste ed ha evidenziato come «le volontà allora espresse dall’assessorato all’Ambiente guidato dall’onorevole Oppi (compagno di partito di Tatti) non siano state recepite dai vertici dell’Ente Foreste». Daniele Cocco ha auspicato “un cambio di marcia” ed ha espresso favore per le ipotesi di commissariamento dell’Ente foreste, nonché favore per la predisposizione di un ordine del giorno unitario a conclusione della discussione della mozione 59.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha sottolineato come la Sardegna sia la Regione con la più vasta superficie forestale con 221.000 ettari. A giudizio dell’esponente della minoranza è forte il rischio di una generale sottovalutazione del ruolo dell’Ente foreste e dell’urgenza di procedere con le stabilizzazioni degli operai semestrali. «L’Ente foreste – ha spiegato Rubiu – deve tutelare il patrimonio boschivo più importante del Mediterraneo». Il consigliere dell’Udc ha quindi evidenziato le gravi carenze organizzative dell’ente e ha denunciato il rischio di pesanti contenziosi legali. Rubiu ha concluso con l’auspicio che sia data rapida applicazione alle norme del 2007 e che gli operai in servizio all’Ente foreste possano essere stabilizzati.

L’Assessore dell’Ambiente Donatella Spano, esprimendo il parere della Giunta sulla mozione, ha apprezzato i riferimenti del Consiglio al nuovo ruolo dell’Ente Foreste. Il problema della stabilizzazione, ha spiegato, «è legato, infatti, alla riforma dell’Ente, che è un obiettivo strategico del Governo regionale». «E’già stato individuato – ha aggiunto – un percorso di riordino complessivo della materia forestale, attraverso un disegno di legge che punta sul potenziamento delle politiche del comparto boschivo in Sardegna e introduce significativi elementi di modernizzazione e attualizzazione dei compiti istituzionali, inquadrando le politiche forestali nella più vasta tematica ambientale». «L’Ente deve essere valorizzato dal punto di vista economico e sociale – ha proseguito l’assessore – per gestire il patrimonio boschivo secondo principi di qualità e fruizione delle risorse, ma per fare questo servono rinnovamento tecnologico, la ridefinizione dei compiti istituzionali, la razionalizzazione delle attività, degli obiettivi, delle strutture, della governance, la distribuzione del personale con flessibilità superando logica dei cantieri». In poco meno di 6 mesi la Giunta ha lavorato con grande impegno su questi problemi, ha detto ancora l’esponente della Giunta, «anche grazie al fondamentale supporto di un tavolo interassessoriale di tutti i settori della Regione a vario titolo interessati». Si tratta di un percorso virtuoso, secondo l’assessore, «che in breve tempo porterà alla riorganizzazione dell’Ente, alla revisione della contrattualistica ed alle stabilizzazioni, per le quali però manca ancora una definizione esatta dei numeri e delle sedi, dei livelli retributivi, situazione di incertezza che in questa fase richiede il commissariamento dell’Ente».

In sede di replica, il consigliere Tatti (Udc) ha affermato di aver sollevato il problema solo per assicurare la corretta destinazione dei fondi assegnati all’Ente foreste, aggiungendo che il consiglio di amministrazione dell’Ente ha sempre rispettato gli indirizzi della Giunta in materia, «attivandosi anche per chiedere alla Giunta quello stanziamento che poi è stato inserito nella finanziaria del 2014». I sindacati, ha sostenuto ancora Tatti, «dicono che le stabilizzazioni possono essere fatte in breve tempo ed occorre chiedersi perché si vuole parlare prima della riforma ed esaminare il problema a più lunga scadenza». Oggi, ha concluso il consigliere dell’Udc, «ci sono necessità reali ed occorre soprattutto superare la logica del passato in cui si sono fatte stabilizzazioni in Comuni dove non c’era un metro di terreno dell’Ente foreste».

Il consigliere Antonio Solinas, del Pd, ha chiesto una sospensione per verificare la possibilità di predisporre un ordine del giorno unitario.

Il presidente Ganau ha accolto la richiesta, sospendendo i lavori.

Alla ripresa della seduta, il presidente ha dato lettura dell’ordine del giorno in cui, richiamato l’art 4 della legge finanziaria 2014, si riconosce la rilevanza dell’Ente foreste nelle attività di prevenzione delle calamità naturali e del dissesto idrogeologico ed inoltre, dopo aver ricordato il disegno di legge di riforma che a breve arriverà in Consiglio, impegna il presidente della Giunta a ricomprendere nella riforma anche la prosecuzione del processo di stabilizzazione iniziato nel 2007.

La Giunta, attraverso l’assessore Spano, ha espresso parere favorevole.

Per dichiarazione di voto, il consigliere Franco Sabatini ha manifestato apprezzamento per presenza degli Assessori dell’Ambiente e degli Affari generali, «metodo giusto perché tema va affrontato di concerto per arrivare a soluzioni positive». Dopo aver ricordato la volontà unanime della commissione Bilancio «di superare con la stabilizzazione un passato di lavori semestrali che nascondevano spesso un secondo lavoro e addirittura un lavoro  in nero», ha invitato l’Aula a «tenere presenti le osservazioni del consigliere Oppi; le stabilizzazioni, cioè, vanno fatte con criterio per renderle sostenibili, anche per sconfiggere “la macchina della disinformazione”, che distorce sistematicamente la verità».

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha annunciato il suo voto contrario, ricordando che l’interruzione delle stabilizzazione è stata provocata prima dai decreti Brunetta e Tremonti, poi  per il rapporto sbilanciato fra spese personale e correnti, problema superato con l’inquadramento di tale rapporto nell’intero comparto regionale». Poi, ha continuato, «bisognava intervenire sul Governo per assegnare alla Regione i fondi della disoccupazione finora erogati dallo Stato». Quanto alla riforma, ha detto Floris concludendo, «Non ha niente a che vedere con la mozione e con il problema delle stabilizzazioni: basta verificare anzianità, stato familiare e situazioni economiche».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha condiviso gli argomenti Sabatini, sostenendo che «ci sono sciacalli in giro che rendono la situazione ancora più pesante; abbiamo due problemi, l’organizzazione della macchina pubblica ed il trattamento lavoratori, bisogna vederli insieme con una nuova legge ma anche con la ridefinizione complessiva del lavoro pubblico».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha detto che «è risaputo che le nostre campagne sono teatro di chiacchiere da bar che spesso esulano dalla verità, ma il Consiglio regionale non può essere accostato a Pinocchio, non si può procrastinare tutto dopo il voto unanime della scorsa legislatura, non si può giocare sulla pelle delle persone, ricordando anche la fragilità Sardegna sul piano forestale e ambientale». Abbiamo votato proprio ieri due nuovi parchi, ha aggiunto Crisponi, «ed è un discorso che non possiamo interrompere».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha ribadito il suo voto a favore ma ha invitato l’Assemblea a considerare con molta attenzione le situazioni dell’Ogliastra, Nuoro ed Oristano «che hanno molti terreni e poco personale: serve un riequilibrio, una  razionalizzazione seria perché l’Ente non ha dirigenti e questo vuoto ne compromette la funzionalità, e servono persone che si impegnino a fondo in un percorso di stabilizzazioni difficile che però va fatto».

Il presidente Ganau ha dato, poi, la parola al presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas, il quale ha annunciato il suo voto favorevole, ma ha anche condiviso alcune perplessità sollevate dai consiglieri e ha esortato l’assessore a tenerne conto. Solinas ha rilevato che, di fatto, chi non ha ancora fatto il bando è stato il consiglio amministrazione dell’ente. «Oggi l’Ente foreste è nel caos più totale, non c’è il direttore regionale e ci sono problemi – ha concluso – anche per i responsabili di servizi che svolgono mansioni superiori ma non vengono loro riconosciute».

Per il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, è necessario  fare un «quadro complessivo degli enti regionali e liquidare quelli inutili».  Per il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, questo ordine del giorno ha accolto al suo interno il merito della mozione. «È inutile guardare indietro – ha detto – qui c’è l’impegno a riorganizzare un ente: abbiamo un ente con 6.500 dipendenti e soli 5 dirigenti e questo non può andare bene». Per Cocco si tratta di un ente gestito in maniera maldestra a livello dirigenziale e di consigli di amministrazione. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha ricordato che il processo di stabilizzazioni ha preso il via nel 2007 e che per diverse vicende non è stato possibile avviarle. «Oggi – ha affermato – al 22 ottobre ancora quel processo non si è concluso ed è stagnante». Pittalis ha ricordato che i ritardi sono stati dovuti anche alla politica.

Il presidente Ganau ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato con 48 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astenuto. Il documento sottoscritto da tutti i capigruppo impegna il presidente della Regione «a far sì che la riforma di riorganizzazione e rilancio dell’Ente foreste comprenda, in attuazione dell’articolo 4 della legge 7|2014, la prosecuzione del processo di stabilizzazione iniziato nel 2007». 

L’assemblea ha quindi proseguito nell’esame della mozione n. 66 (Ledda e più) ed il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha concesso la parola al consigliere, Gaetano Ledda (gruppo “Sardegna Vera”) per l’illustrazione.

L’esponente della maggioranza ha quindi proceduto ad illustrare il documento sottoscritto da 58 consiglieri regionali (sia del centrosinistra che della minoranza) e che impegna il presidente della Giunta a ricondurre in ambito regionale la gestione del libro genealogico del cavallo anglo arabo sardo. Ledda ha ripercorso il testo della mozione nel quale si evidenzia l’importanza del cavallo anglo arabo sardo nella produzione zootecnica, nello sport e la sua rilevanza culturale e identitaria. Il consigliere di “Sardegna Vera” ha quindi rimarcato il ruolo dell’associazione nazionale allevatori del cavallo anglo arabo (Anacaad) e ricordato che la stessa è in possesso di tutti i requisiti previsti dalle norme nazionali e comunitarie per la tenuta del libro genealogico. «Ma – ha proseguito Ledda – nonostante le opportune istanze e le migliaia di firme raccolte, è stato negato all’Anacaad la tenuta del libro genealogico».

Il presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto, ha dichiarato di condividere il testo della mozione illustrata dal consigliere Ledda e ne ha auspicato l’approvazione. «Serve che la Regione si riappropri del tema – ha spiegato Lotto – e così l’interlocuzione col ministero avrà un maggiore grado di autorevolezza, evitando così che sia solo l’associazione Anacaad ad occuparsi del problema della tenuta del libro genealogico del cavallo anglo arabo sardo».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha dichiarato pieno sostegno alla mozione ed ha ribadito l’urgenza di iniziative adeguate per la risoluzione del problema inerente la tenuta del libro genealogico del cavallo anglo arabo sardo. L’esponente della minoranza si è quindi detto fiducioso nell’operato del neo commissario Agris ed ha concluso evidenziando la rilevanza economica del settore.

Il consigliere del gruppo “Soberania e Indipendentzia”, Pier Mario Manca, ha evidenziato come il problema della tenuta dei libri genealogici riguardi anche il settore delle razze ovine in Sardegna. «I libri genealogici dei cavalli come delle pecore e delle capre sono tenuti a Roma – ha dichiarato Piermario Manca – ed è necessario riportarli in Sardegna».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza italia) ha affermato di condividere la mozione, avvertendo però «che non sarà semplice arrivare a risultati concreti, ma ci dobbiamo impegnare, come ha ricordato il consigliere Manca, anche per ricoscere in modo tangibile il grandissimo lavoro fatto in questi anni dall’Istituto di incremento ippico per rilanciare la filiera».

Il consigliere Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera, ha detto che la mozione è legata ad un progetto di riordino del settore predisposta anch’essa dal consigliere Ledda e «riguarda da vicino l’economia reale della Sardegna, per la capacità del settore di creare effetti moltiplicatori su un vasto indotto; l’iniziativa è poi molto tempestiva perché proposta ad inizio mandato».

Il consigliere Pietro Pittalis, capogruppo di Forza italia, ha osservato che, ove fosse necessario un approfondimento, sarebbe opportuno rinviare ad un’altra seduta.

A nome della Giunta l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi si è dichiarata favorevole alla mozione, «in linea con gli indirizzi del Governo regionale che ha individuato da tempo le grandissime potenzialità del comparto, in grande crescita sia nella disciplina dell’endurance che nell’equitazione, ma ancora privo di una programmazione incisiva».

In sede di replica, il consigliere Ledda (Sardegna Vera) ha espresso soddisfazione per l’andamento del dibattito ed ha sollecitato tutto il Consiglio ad impegnarsi per il raggiungimento di risultati concreti.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione la mozione che è stata approvata all’unanimità e, successivamente, ha dichiarato chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedi 28 ottobre alle 10.30 con la discussione generale della proposta di legge 71/A (misure urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale) e proseguiranno nei giorni successivi.

Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato questa mattina gli articoli 2 e 3 del DL 111 “Assestamento alla manovra finanziaria per gli anni 2014-2016”. Il voto finale sul provvedimento slitta a martedì prossimo.    

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito nell’esame dell’ordine del giorno, con la discussione generale dell’art.2 del DL 111/A (Assestamento alla manovra finanziaria 2014-2016). Il presidente ha comunicato in proposito che, essendo in corso una riunione per riordino degli emendamenti, si rende necessaria una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha avviato la discussione generale dell’art.2 del provvedimento, dando la parola al primo degli iscritti a parlare, il consigliere Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia.

Pittalis, «per agevolare la discussione», ha annunciato il ritiro degli emendamenti da pag. 1 a pag. 60.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione generale sull’art.2, non essendoci iscritti a parlare ha dato la parola all’Assessore della Programmazione, Raffaele Paci, che ha rinunciato all’intervento.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 2 e degli emendamenti. Sono stati approvati gli emendamenti: 150,  153, 4, 14, 1213 e  3. Durante il dibattito sono intervenuti anche più volte: Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna), l’assessore Raffaele Paci, Christian Solinas (Psd’az),  Attilio Dedoni (Riformatori sardi), Efisio Arbau (Sardegna Vera), Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Daniele Cocco (Sel), Michele Cossa (Riformatori sardi), Angelo Carta (Psd’az), Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna), Modesto Fenu (Sardegna), Gianluigi Rubiu (Udc), Mario Floris (Sardegna), Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna), Paolo Truzzu (Sardegna), Marco Tedde (Forza Italia Sardegna), Ugo Cappellacci (Forza Italia Sardegna), Franco Sabatini (Pd), Piermario Manca (Soberania e Indipendentzia), Giuseppe Fasolino (Forza Italia Sardegna), Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna), Pietro Cocco (Pd).

L’emendamento 150, approvato dall’aula, prevede di stanziare 150.000 euro  a favore del Pontificio seminario regionale sardo.

Sull’emendamento 153 (contributi per il finanziamento dell’Istituto Superiore regionale etnografico) è stato presentato un emendamento orale che prevede  un finanziamento di 1 milione di euro. Così emendato l’emendamento è stato approvato. L’assessore Paci, dichiarandosi a favore dell’emendamento, ha detto che la somma sarà utilizzata solo se la strada dei fondi comunitari  non sarà percorribile.   

Grande dibattito si è sviluppato sull’emendamento 92, presentato dal centrodestra, sugli immigrati e emigrati. L’assessore Paci ha detto che per la giunta i sardi del mondo rappresentano la nostra identità. Quindi un settore importante su cui c’è stata una minima riduzione di risorse. Lo stanziamento era di 2.000.000 ed il taglio è di appena 400.000 euro. Inoltre, ci sono molti residui. Per l’esponente della giunta, dunque, non si sta azzerando nulla. Piuttosto c’è la necessità di mettere mano alla legge. L’emendamento è stato bocciato (presenti 56, si 20, no 35).

L’emendamento 4, che prevede 50 mila euro per promuovere e sostenere l’editoria e l’informazione, è stato approvato. L’emendamento n. 14 (emendato dall’emendamento 1213 che ne modifica lo stanziamento a 150.000 euro) a favore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Tempio Ampurias, è stato approvato. 
Approvato, infine, l’emendamento n.3 che prevede  200mila euro per gli interventi di bonifica nella discarica di Bono.

Il testo dell’articolo 2 è stato approvato. Il presidente Ganau ha convocato una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente del Consiglio regionale ha avviato l’esame dell’articolo 3 “Entrata in vigore”. Il presidente della Commissione, Franco Sabatini, e l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, hanno dato parere negativo sugli emendamenti. L’Aula ha respinto tutti gli emendamenti e ha, invece, approvato il testo dell’articolo.

Il presidente Ganau ha sospeso l’esame del Dl 111, rimandando la votazione finale sul provvedimento alla prossima seduta, e ha messo in discussione l’ordine del giorno unitario “sul ruolo e la funzione del Crel”. Il testo impegna l’Assemblea a non procedere al rinnovo degli organi statutari, esentando il presidente del Consiglio da ogni responsabilità in ordine all’esercizio dei poteri sostitutivi”
L’ordine del giorno è stato approvato. La seduta del Consiglio è stata chiusa, i lavori riprenderanno martedì 21 ottobre, alle 15.00.

Consiglio regionale 38 copia

I lavori del Consiglio regionale, questo pomeriggio si sono aperti sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau e poi del vicepresidente Eugenio Lai. L’Aula ha proseguito il voto sugli emendamenti all’articolo 1 del disegno di legge all’assestamento alla manovra. 

Molti emendamenti sono stati ritirati, durante la seduta, dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, che ha detto che gli emendamenti erano stati presentati anche per mettere in evidenza la debolezza di questo assestamento. «Per dare un ulteriore segnale di apertura –  ha detto – abbiamo deciso di ritirare gli emendamenti dal 1.088 al 900.»

Molti gli emendamenti ritirati anche dai Riformatori sardi. «Per accelerare i tempi – ha detto Michele Cossa – ritiriamo la maggior parte dei nostri emendamenti. E’ urgente affrontare subito, dopo l’approvazione di questo assestamento, la questione del conflitto Stato-Regione che inevitabilmente si apre dopo le dichiarazioni di questo pomeriggio di Matteo Renzi. I tagli nei confronti delle Regioni annunciate su twitter dal Premier hanno, infatti, suscitato un’immediata reazione da parte dei consiglieri regionali.» Sull’argomento sono intervenuti Cappellacci (Forza Italia Sardegna), Cossa (Riformatori Sardi), Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna), Attilio Dedoni (Riformatori Sardi), Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna), Paolo Truzzu (Sardegna), Giuseppe Fasolino (Forza Italia Sardegna), Marco Tedde (Forza Italia Sardegna), Luigi Crisponi (Riformatori sardi). Christian Solinas (Psd’az) ha chiesto che alla fine della seduta il Consiglio si esprima con un ordine del giorno unitario per rafforzare l’azione che la Giunta regionale deve intraprendere per contrastare immediatamente l’azione del governo Renzi. I consiglieri Modesto Fenu (Sardegna) e Pietro Cocco (Pd) hanno condiviso la  proposta di Christian  Solinas.

 L’Aula ha poi approvato l’emendamento 9 su cui c’era il parere favorevole della commissione. Questo emendamento  consente di non definanziare le opere pubbliche programmate negli esercizi precedenti per i mancati pareri, autorizzazioni o nulla osta di competenza delle amministrazioni locali, a condizione che la procedura di gara venga indetta entro il 31 dicembre 2014 e il contratto d’appalto sia stipulato entro i sei mesi successivi.

Approvato anche l’emendamento 2. Questo emendamento  porta da 160.000 e 320.000 euro la dotazione finanziaria per il funzionamento e l’organizzazione delle sezioni sarde dell’Unione italiana ciechi.

Approvato anche il testo dell’articolo 1 (presenti 53, sì 31, no 22).

Per dichiarazione di voto sul testo dell’articolo 1 sono intervenuti: Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna) e Attilio Dedoni (Riformatori sardi). Approvato anche l’emendamento 5 che abroga le disposizioni della legge regionale n. 1 del 2009 che prevedevano l’esenzione Irap per le associazioni di promozione sociale.

Approvato anche l’emendamento 6 che introduce un comma aggiuntivo che autorizza la Regione a rinunciare al recupero del credito d’imposta indebitamente utilizzato dalle piccole imprese quando l’importo non sia superiore ai 500 euro (le spese legali e gli oneri di legge supererebbero di gran lunga l’importo delle somme eventualmente recuperate).

L’emendamento 7 è stato momentaneamente sospeso per permettere alla minoranza di esaminare l’emendamento all’emendamento n. 1.212 presentato dalla Giunta.

Sull’emendamento 1, che consente alla Regione di stipulare convenzioni con l’Ente Concerti “Marialisa de Carolis” di Sassari anche in carenza del documento di programmazione previsto dalla legge regionale, è stato richiesto il voto segreto. L’emendamento 1 è stato bocciato (presenti 55, si 26 no 28)

Sull’emendamento la commissione aveva dato parere favorevole.

Ampio il dibattito sull’emendamento 137 (abolizione del Consiglio regionale dell’Economia e del lavoro). Numerosi gli interventi della minoranza che è compatta e vuole approvare  l’emendamento presentato dalla consigliera Alessandra Zedda. Pietro Cocco (Pd) ha però detto che l’abolizione del Consiglio regionale dell’economia e del lavoro  non è una prova muscolare. «Siamo a favore della sua abolizione – ha detto – ma non lo faremo con un emendamento ma nell’ambito di una riforma generale.» Dopo numerosi interventi Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna)  ha preannunciato la presentazione di un ordine del giorno che prevede che il Consiglio non proceda alla nomina dei nuovi rappresentanti del Consiglio regionale dell’Economia e del lavoro. Con questa premessa ha ritirato l’emendamento.

Due emendamenti orali aggiuntivi all’art. 1 sono stati proposti dai consiglieri Pier Mario Manca (partito dei Sardi) e Emilio Usula (capogruppo di Soberania e Indipendentzia). Il primo proponeva di utilizzare le risorse a disposizione dell’Agenzia Argea per avviare la campagna cerealicola, il secondo, invece, chiedeva di impiegare gli stessi fondi per contrastare la peste suina e sostenere le imprese agricole. Su entrambi la Giunta, per bocca dell’assessore al bilancio Raffaele Paci, ha dato parere favorevole. Gli emendamenti sono stati approvati all’unanimità.

L’Aula ha poi approvato due emendamenti della Giunta regionale, il n. 8 che precisa meglio le disposizioni del comma 20 dell’art. 1 sulle opere pubbliche da rifinanziare e il n. 11 con il quale vengono stanziati due milioni di euro a favore dei Consorzi Fidi per l’artigianato e il commercio. Via libera anche agli emendamenti n. 13 (Pietro Cocco e più), che stanzia un contributo straordinario di 100.000 euro a favore della Biblioteca Satta di Nuoro e n. 17 (Tendas e più), che prevede il trasferimento ai comuni dei canoni riscossi dalla Regione per le concessioni rilasciate alle strutture termali. Bocciati invece gli emendamenti n. 106 e n. 160, presentati dalla minoranza, con i quali si proponeva di incrementare i fondi per le Scuole civiche di musica di 500mila euro per il 2014.

Parere positivo, in seguito, per gli emendamenti n.1164 (Gruppo Psd’az), con il quale si recupera la somma di 100.000 euro a favore dell’Archivio storico diocesano di Cagliari, n. 10 (Giunta regionale)  che:  a) definanzia ope legis le opere pubbliche affidate agli enti locali per le quali, alla data di entrate in vigore della presente legge, non siano state assunte obbligazioni giuridicamente vincolanti (aggiudicazione dei lavori); b) rifinanzia interventi su opere pubbliche precedentemente definanziate a condizione che gli enti presentino apposita richiesta entro il 30 marzo 2015 e pubblichino i bandi di gara entro 30 giorni dalla data dell’autorizzazione regionale; n. 1.211 (Christian Solinas e più) con il quale si incrementano di duecentomila euro i fondi per il ripristino delle opere distrutte o danneggiate dall’esondazione del Rio San Gerolamo di Capoterra.

Via libera inoltre al n. 1.212 (emendamento all’emendamento n.7 presentato dalla Giunta Regionale) con il quale si finanziano le attività di supporto ai comuni per l’adeguamento dei Puc al PPR e al PAI (250mila euro la spesa prevista).

L’Aula ha poi approvato all’unanimità un emendamento di sintesi, concordato da maggioranza e opposizione, con il quale si scongiura il blocco dei servizi delle province sarde e si salvaguardano gli equilibri di bilancio degli enti intermedi. Cinque milioni di euro saranno destinati prioritariamente alle società in house e alle partecipate per i servizi relativi al funzionamento degli edifici scolastici, alle manutenzioni stradali, agli interventi di sicurezza ambientale, alla lotta agli insetti e alla prevenzione danni e malattie. Voto favorevole, infine, all’emendamento orale all’emendamento n. 32 (presentato da maggioranza e opposizione) con il quale si autorizza l’esodo volontario, attraverso incentivi, del personale con qualifica non dirigenziale dei Consorzi Industriali, escluso il Consorzio industriale di Nuoro.

Il presidente del Consiglio ha comunicato all’Aula che è stato presentato un ordine del giorno, sottoscritto da maggioranza e opposizione, che impegna il presidente della Regione a intraprendere tutte le azioni necessarie a salvaguardare le entrate riconosciute alla Regione per evitare che la cosiddetta legge di stabilità del governo Renzi arrechi danni irreversibili all’economia dell’Isola.

Il presidente ha dato la parola alla Giunta. Positivo l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci: «Accogliamo quest’ordine del giorno perché le preoccupazioni sono anche nostre: questi ulteriori accantonamenti creano problemi al bilancio ed è importante far sentire la voce del Consiglio unita». Il rappresentate dell’esecutivo ha anche dato la notizia che «al comma 5 dell’articolo 38 della legge di stabilità è stato risolto il problema delle riserve erariali dal 2015 in poi. Ossia il nostro slogan “i soldi dei sardi restano in Sardegna” è stato accettato dal governo». E ha aggiunto che sono stati fatti salvi due principi: «Il rispetto dei cittadini sardi e della nostra autonomia». «Abbiamo vinto un’importante battaglia – ha concluso l’assessore -. Un successo di tutto il Consiglio e di tutta la Sardegna». Paci ha garantito che l’azione della Giunta non si fermerà qui e che continuerà la battaglia per salvaguardare i diritti della Sardegna e di tutti i cittadini. Il presidente Ganau ha messo il testo in votazione ed è stato approvato all’unanimità.

I lavori del Consiglio regionale sono stati chiusi, riprenderanno domani mattina alle 10.00. All’ordine del giorno l’esame dell’articolo 2 del DL 111/A “Assestamento alla manovra finanziaria”.