29 March, 2024
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La commissione Attività produttive, presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd) ha tenuto un intenso ciclo di audizioni per raccogliere dai diversi portatori di interesse indicazioni utili per la predisposizione della nuova legge sul turismo.

Confindustria, Confapi, Confcommercio e Confesercenti hanno ribadito, in un documento unitario, le loro perplessità sulla legge che ritengono eccessivamente rigida. Il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu, in particolare, ha auspicato «una profonda modifica del testo per renderlo più semplice ed efficace, in grado anche di sviluppare di sviluppare una nuova domanda di Sardegna nei mercati internazionali con una governance integrata delle politiche di settore». Scanu ha insistito anche sulla necessità di contrastare l’abusivismo, ricordando che «il 65% del turismo in Sardegna non transita presso le strutture ufficiali e rappresenta una sommerso che, in termini reali, potrebbe superare 20 milioni di presenze».

Passando al fronte sindacale Michele Carrus della Cgil ha definito la legge «da un lato troppo dettagliata e dall’altro priva di grandi novità rispetto al dibattito pubblico di molte parti della società sarda sulle prospettive del turismo, anche se non mancano aspetti positivi come l’osservatorio sulle politiche di settore ed il Piano strategico regionale». Carrus ha poi messo l’accento «sull’intollerabile precariato che caratterizza il turismo, comparto che assorbe circa un quarto dei voucher mentre bisognerebbe invece prestare attenzione a quelle imprese che utilizzano lavoro buono». «Fra i soggetti del partenariato – ha concluso – è un errore non inserire le rappresentanze dei lavoratori, errore che del resto non compare nel Piano strategico nazionale dove si sindacati sono presenti anche nella cabina di regia».

Per la Cisl Giuseppe Atzori ha evidenziato la necessità di una maggiore semplificazione, sottolineando che «l’approccio al turismo va allargato ai sistemi territoriali e locali superando il perimetro strettamente alberghiero». Secondo Andrea Lai della Uil, infine, «occorre privilegiare la qualità del lavoro esigendo il rispetto di standard elevati soprattutto dalle aziende che utilizzano risorse pubbliche».

Il segretario generale dell’Anci Umberto Oppus, annunciando un documento dei Comuni sardi, ha formulato alcune proposte migliorative. «Condividiamo l’impianto della legge – ha affermato – e ci sembra utile specificare meglio alcune parti, differenziando gli itinerari del turismo religioso dai cosiddetti cammini, affiancando al turismo culturale anche quello letterario legato ad autori sardi e ad intellettuali che hanno parlato della Sardegna, classificando in modo diverso i B&B a seconda che si tratti di dimore storiche o rurali».

A nome della Fish (associazione portatori di handicap) Carmelo Addaris ha ricordato che «in Europa il turismo dei disabili e dei loro accompagnatori muove 80 milioni di persone e la Sardegna intercetta questo mercato solo in minima parte; colpa delle strutture alberghiere (come dei portali web) che per l’85% non sono accessibili e della scarsa formazione degli operatori della ricettività».

Di potenzialità sottovalutate ha parlato anche Italo Senes di Assonautica, mettendo l’accento sul fatto che «nei nostri porti turistici non solo mancano dotazione essenziali come distributori di carburante e servizi igienici ma soprattutto si avverte l’assenza di un aggancio col territorio, nonostante il turista nautico sia da sempre disponibile a prolungare il suo soggiorno se adeguatamente interessato e motivato». Senes ha poi fatto un cenno a tendenze emergenti come quella del Boat&Breakfast, «dove il turista risiede e pernotta in barca utilizzando servizi che trova nei dintorni attraverso una rete di accordi fra gli operatori portuali e i pubblici esercizi; il porto, insomma, diventa una specie di albergo diffuso».

Casa artigiani, rappresentata da Salvatore Carvone, ha espresso una valutazione positiva sulla legge, invitando la commissione a prestare attenzione alla mobilità interna che «in Sardegna è molto carente e potrebbe essere potenziata dall’inserimento nei pacchetti di offerta del noleggio di un’auto, che oggi ha costi contenuti». Carvone ha poi proposto il riordino della toponomastica in chiave turistica e di richiamo per i prodotti tipi dell’Isola.

Giacomo Attardi, presidente regionale del Cai (Club alpino italiano) si è soffermato sul turismo escursionistico, ricordando che l’organizzazione ha stipulato alla fine del 2015 un protocollo d’intesa con l’Ente foreste (oggi Agenzia Forestas) «che prevede la realizzazione di una rete escursionistica regionale di oltre 500 km nei territori di 15 Comuni, mentre per il 2017 è prevista la sistemazione del tratto sardo del cosiddetto Sentiero Italia, da Santa Teresa di Gallura a Cagliari, lungo una dorsale di circa 500 km». Per quanto riguarda il testo della legge, Attardi ha sollecitato classificazione fra le strutture ricettive di aree escursionistiche come «rifugi non presidiati, capanne e antichi cuiles dismessi, prevedendo in questi siti anche aree di campeggio per soste non superiori ai 5 giorni».

Di utilizzo degli ovili «ovviamente in accordo con i pastori» ha parlato anche il presidente regionale dell’Uisp Salvatore Farina, che ha suggerito poi la separazione fra le rete escursionistica ed i percorsi su vie ferrate e di arrampicata «che sono una tipologia sportiva per la quale sono necessarie competenze ed abilità specifiche». Farina ha segnalato inoltre la necessità di una maggiore qualificazione professionale e culturale delle guide turistiche, secondo indirizzo di studio definiti dal Ministero affiancati da tirocini formativi.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Marco Tedde (Forza Italia), Angelo Carta (Psd’Az), Piero Comandini, Gianmario Tendas e Giuseppe Meloni (Pd), Pier Mario Manca (Pds), Luigi Crisponi (Riformatori) e Gianluigi Rubiu (Udc).

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

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Il Consiglio regionale ha approvato le mozioni sulle misure urgenti per alleviare i danni causati dagli incendi estivi alle aziende agricole, sull’istituzione di una struttura tecnico-organizzativa autonoma potenziata in materia di pesca, acquacoltura e molluschicoltura e contro la realizzazione degli impianti termodinamici a Decimoputzu e Gonnosfanadiga.

E’ stata bocciate, invece, la mozione sul primo bilancio alla lotta agli incendi sul territorio regionale.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n.240 – Congiu e più – “sulle misure urgenti per alleviare il danno patito dalle imprese agricole insediate nei territori percorsi dagli incendi nelle giornate dell’1, 2 e 5 luglio 2016; attivazione di strumenti finanziari e buon acquisto di materie prime per l’alimentazione del bestiame”. Il presidente ha dato la parola al consigliere Gianfranco Congiu (Pds) per illustrarne il contenuto.

Nel suo intervento Congiu ha sottolineato che «la mozione non fa leva sui sentimenti e non punta a suscitare emozioni ma ha lo scopo di intervenire su un argomento che purtroppo in Sardegna si ripropone in modo ciclico, non con un risarcimento già previsto dalla normativa vigente quanto con strumenti innovativi ed utili per alleviare chi ha perduto la sua unica fonte di reddito, nel caso dell’azienda agricola il nutrimento per gli animali». «Per questo – ha sostenuto – auspico un dibattito sul livello di cura che dobbiamo mettere in campo per le popolazioni colpite, senza dimenticare che, oltre all’efficienza del sistema di contrasto agli incendi che ha dato buoni risultati, occorre trovare una strada per fornire aiuti immediati». Quello dei voucher può essere un esempio, ha precisato in conclusione, «fermo restando che occorre garantire la sopravvivenza di settori produttivi vitali per la Sardegna con particolare riferimento alla ruralità che, nel passato, aveva attorno un vero e proprio sistema pubblico e privato che lo sosteneva mentre dopo è stata progressivamente messa ai margini, una tendenza che è necessario invertire».

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della mozione n. 252 – Crisponi e più – Crisponi e più – “sul primo bilancio della lotta agli incendi sul territorio regionale”. Il presidente ha dato la parola al consigliere Michele Cossa (Riformatori sartdi) per illustrarla.

Cossa ha parlato della recente stagione degli incendi evidenziando la sua preoccupazione «non solo per i danni causati alle attività agricole ma anche per impatto del fenomeno su importanti attività turistiche in diverse zone della Sardegna e, di conseguenza, sulla sicurezza percepita da turisti con ripercussioni negative sul piano dell’immagine della Sardegna». «Inoltre – ha proseguito – emerge una situazione difficile del comparto forestale dove il 30% del personale risulta inabile al servizio e in generale la pianta organica presenta una età media molto avanzata, e va sottolineato in questo contesto anche il ritardo con cui è stata stipulata la convenzione con Vigili del Fuoco». «In generale – ha riassunto Cossa – siamo di fronte ad un sistema sottoposto ad una forte pressione ed occorre quindi una riflessione sulla stagione antincendio 2016, sia per la quantificazione dei danni economici ai territori che per una stima degli indennizzi alle popolazioni colpite, con un focus particolare sull’apparato di telerilevamento che in vent’anni (e nonostante la spesa di ben 27 milioni di euro, a cifre attuali) non ha prodotto niente di concreto perché è stata sostanzialmente abbandonato dalla Regione e comunque mai entrato davvero in funzione; anche su questo aspetto è necessaria chiarezza, nel momento in cui si ragiona su cosa fare il per prossimo anno».

Subito dopo è stata illustrata l’interpellanza n. 235/A con primo firmatario il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu.

Il capogruppo dell’Udc, dopo aver ricordato che la discussione dell’interpellanza a distanza di oltre due messi dalla sua presentazione «lascia il tempo che trova», ha messo l’accento sulla necessità di «dati precisi tema sulla stagione appena conclusa, caratterizzata da gravi incendi che, soprattutto nel mese di luglio, hanno colpito diverse zone della Sardegna con danni incalcolabili estesi su migliaia di ettari di terreno». Proprio oggi, ha continuato Rubiu, «il presidente regionale dell’ordine degli agronomi parla di doppio danno, sia al bosco ed al legnatico che soprattutto all’ambiente, parlando a questo proposito di guerra persa dalla politica». Comunque, a giudizio del capogruppo dell’Udc, «sono inaccettabili i ritardi ed i disservizi sull’attività dei Canadair che prima erano di stanza in Sardegna presso l’aeroporto di Elmas per sottolineare la necessità di proteggere adeguatamente la nostra Regione, la prima in Italia per superficie coperta da boschi». Il sistema regionale di prevenzione, ha concluso, «presenta molte falle, nel coordinamento e perfino nelle attrezzature impiegate come le pompe, con danni immateriali e reali di dimensioni incalcolabili che attendono risposte concrete, nel quadro di una urgente riflessione su quanto occorre fare in futuro».

Prendendo la parola nella discussione generale, il consigliere Pier Mario Manca (Sdl) ha affermato che in questo settembre «cominciamo a vedere sulla un paesaggio che inizia ad assumere il colore verde dopo le grandi distese nere dell’estate» Il fuoco, ha lamentato, «è purtroppo una piaga che non riusciamo a debellare contro la quale ci siamo sempre impegnati a fondo anche con leggi che hanno introdotto sui terreni percorsi dal fuoco il divieto di pascolo per 10 anni, oltre a misure per la macro e la micro fauna, dimenticando però che sopra quei terreni ci sono le aziende e gli uomini che ci lavorano, persone ed animali sopravvissuti che meritano la massima attenzione della Regione». E’vero, ha riconosciuto, «che non si può proclamare lo stato di calamità naturale in presenza di incendi dolosi ma dobbiamo comunque trovare soluzioni e dare una risposta pubblica alla catena di solidarietà naturale cui da sempre assistiamo nelle nostre campagne, sia pure limitatamente al nutrimento degli animali». Manca ha concluso auspicando «la creazione di un fondo per accompagnare le aziende colpite dagli incendi fino al cambiamento della stagione e del clima; non sono cifre enormi e non si tratta certo aiuti di Stato, e questo scopo potrebbe essere utilizzata anche la misura 5 del Piano di sviluppo rurale (Psr)».

Il consigliere dell’Udc Gianni Tatti ha dichiarato che «ogni estate diciamo sempre le stesse cose guardando i nostri paesaggi devastati dagli incendi ed è ora che le istituzioni diano un segnale tangibile del loro operato nell’interesse dei cittadini, soprattutto nei confronti di coloro che hanno perso tutto». Quest’estate, ha protestato Tatti, «lo spiegamento di forze della Regione non è stato all’altezza della situazione, sia per scarso coordinamento che problematiche legate a tensioni locali, nonostante tutti gli operatori meritino il convinto plauso della comunità regionale per gli sforzi che hanno profuso». Tutta, ha detto Tatti in conclusione, «va bene fronteggiare le situazioni straordinarie con strumenti straordinari ma dobbiamo investire di più sulla prevenzione, lavorando tutti assieme su molti fronti, cominciando dalla conoscenza e dall’informazione, per arrivare ad una Sardegna salvata non da aerei ma da nuova coscienza dei sardi».

Il consigliere Roberto Desini (Pds) ha condiviso in apertura i contenuti della mozione del collega Congiu aggiungendo però che, «al di là di questo la politica deve prendere esempio dall’atteggiamento di molti allevatori sardi che hanno espresso solidarietà con gli operatori colpiti dagli incendi; noi invece siamo in ritardo, dobbiamo fare autocritica e moltiplicare i nostri sforzi per ricostruire il tessuto economico dei territori colpiti dal fuoco».

Replicando a nome della Giunta l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha dichiarato che «nonostante i clamori e le eccezionali difficoltà meteo, la stagione 2016 appare molto simile a quella di anni precedenti, fatta eccezione per le temperature molto superiori alla media segnalate da ben 4 avvisi meteo seguiti da eventi molto gravi accompagnati da straordinarie ondate di calore». Quella 2016 è stata fortunatamente una stagione di incendi senza vittime, ha detto ancora l’assessore cogliendo l’occasione per ringraziare i 4 operatori rimasti feriti, «ma con danni rilevanti: 2495 incendi su una superficie di 11600 ettari di cui 3100 di boschi, soprattutto a luglio ed agosto in corrispondenza con eccezionali ondate di calore». Tuttavia, ha precisato l’assessore Spano, «i raffronti col passato vanno fatti non con una singola annata ma con una finestra storica più ampia che indica l’evoluzione del fenomeno; sotto questo profilo va ricordato che, rispetto al periodo 1998-2015 si registra una diminuzione del 35% dei terreni percorsi dal fuoco, del 33% per le aree boscate e del 30% sull’estensione media dei singoli incendi, indicatore principale dell’efficienza del sistema, che nel ’98 era di 10 ettari ed oggi è scesa a 4.65, segno che la macchina regionale ha funzionato, fermo restando che non esiste il rischio zero in giornate eccezionali dal punto di vista meteorologico». La Spano ha citato in proposito le vicende del luglio 2009 con 35000 ettari di terreno percorsi dal fuoco, ben 17 incendi su aree superiori ai 100 ettari, fenomeni che purtroppo hanno fatto registrare anche vittime.

Per quanto riguarda il dispositivo antincendio della Regione, l’assessore dell’Ambiente ha ribadito la validità del Piano triennale antincendi con uomini, mezzi (11 elicotteri affiancati dal nuovo Superpuma, un elicottero dello Stato, 3 Canadair affiancati da altri aerei di supporto) e risorse di tutto rispetto. Quest’anno, ha proseguito, «il sistema ha mostrato un miglioramento della capacità di prevedere il fenomeno su un’area divisa in 26 zone di allerta territoriale in grado di trasmettere tempestivamente le informazioni necessarie ad ogni componente del sistema; va ricordata inoltre l’attività investigativa del Corpo forestale che ha portato la Magistratura ad avviare indagini nei confronti di 434 persone». Quanto ai danni, ha aggiunto, «la stima sarà completata entro l’anno». Sul telerilevamento, ha evidenziato infine l’assessore, «il sistema ha mostrato fin da subito  una inefficienza strutturale e generato una lunga serie di falsi allarmi ed i relativi sono stati inoltrati alla Corte dei conti».

L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, dal canto suo, ha spiegato che «la richiesta di interventi di soccorso è oggettivamente limitata dai regolamenti comunitari e dal regime de minimis in presenza incendi dolosi; tuttavia, come nel 2009, la strada dei voucher da destinare alle aziende per l’acquisto dei foraggi nel periodo compreso fra l’incendio e la fine stagione, al più faremo una delibera».

Il sede di replica il consigliere Gianfranco Congiu (Pds) ha valutato positivamente l’apertura dell’assessore Falchi a favore di un intervento straordinario e transitorio, sottolineando che, a suo avviso, «la deroga ai regolamenti comunitari è praticabile, auspico perciò un intervento legislativo del Consiglio, finalizzato non al risarcimento ma alla garanzia della minima sussistenza in un periodo transitorio come misura tampone».

Intervenendo sempre per replicare, il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha espresso «perplessità sul taglio delle risposte fornite dall’assessore dell’Ambiente, in alcuni passaggi sopra le righe ed immotivati rispetto al contenuto della nostra mozione, perché chi amministra deve tener conto del principio di continuità amministrativa che prescinde da ruoli ricoperti». Alcuni dati, inoltre, secondo Cossa «sono troppo generici e inadeguati; sul telerilevamento, in particolare, forse è vera la cosa dei falsi allarmi ed è tardi per ristabilire responsabilità ma resta comunque lo scandalo dei 27 milioni buttati al vento, sarebbe poi utile ragionare sulla tecnologia di oggi».

Ancora in replica il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto di sentirsi «trascinato nella polemica dall’intervento dell’assessore; io non ho il torcicollo e guardo avanti ed altrettanto deve fare lei che deve preoccuparsi di costruire, mentre qui siamo al ridicolo». La sue risposte, ha concluso Rubiu rivolgendosi all’assessore, «non sono comunque esaurienti perché manca riferimento puntuale alla prevenzione che può essere sviluppata anche con la tecnologia ma a condizione di saperla usare e di investire risorse adeguate»: Rubiu ha chiesto infine una breve sospensione per verificare la possibilità di predisporre un ordine del giorno congiunto.

La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che, non essendo pervenuto alcun ordine del giorno, occorre mettere in votazione le mozioni presentate.

La mozione n. 250 – Congiu e più – è stata approvata con 29 voti favorevoli.

La mozione n. 252 – Crisponi e più – è stata respinta con 29 voti contrari 

L’Aula è passata poi all’esame della mozione 232 (Congiu) sulla necessità di una struttura tecnica in materia di pesca.

L’on. Congiu (Pds) ha elencato i numeri del settore della pesca in Sardegna e ha aggiunto: “Ci sono diecimila famiglie e c’è la nostra cultura e tradizione dietro la pesca sarda. Non possiamo non salutare con favore l’impegno della Regione per rivendicare misure finanziarie e fondi europei destinati al sostegno delle aziende ittiche. Grazie a quei fondi la marineria siciliana è diventata la prima marineria italiana”. Per l’oratore “è necessario spendere le risorse a disposizione e non è facile visto che il settore pesca è dentro l’assessorato all’Agricoltura e non è la migliore collocazione. La pianta organica del servizio pesca oggi sconta mancanza di personale e tutto il sistema di agenzie che sostiene l’agricoltura non trova un correlativo per la filiera ittica. Questo mi ha indotto a chiedere che venga istituito un dipartimento, u’agenzia, un secondo assessorato perché no?, a sostegno della pesca. Il management della Regione va specializzato”.

Per la Giunta ha risposto l’assessore Elisabetta Falchi, che ha detto: “E’ necessario promuovere la pesca sostenibile e l’acquacoltura, siamo d’accordo. Ed è necessario sviluppare anche la pesca in laguna, non solo nella fascia costiera, rafforzando le filiere produttive e il marchio del pescato insieme alle organizzazioni degli operatori. Gli strumenti finanziari ci sono in bilancio insieme ai fondi europei e una nuova direzione dell’assessorato avrebbe un senso importante visto che la struttura attuale è insufficiente e non consente di governare al meglio i problemi. Dunque, un’unica adeguata regia nell’Amministrazione è la risposta più efficace la problema indicato nella mozione”.

L’on. Congiu si è detto soddisfatto e il presidente ha messo in votazione la mozione, che l’Aula ha approvato.

L’Aula ha affrontato poi la mozione 250 (Usula e più) sul progetto di impianto termodinamico tra Decimoputzu e Villasor. Per l’esponente del Partito dei sardi “c’è un’intera comunità sarda che si oppone a questi progetti, che trova anche nella minoranza una forte sensibilità, non solo su quell’impianto ma anche sul progetto analogo tra Gonnosfanadiga e Villacidro”.

La mozione nasce dal “clamore che ha suscitato in Sardegna la contrapposizione di un’azienda agricola di Decimoputzu alla multi nazione che sta cercando di impadronirsi delle terre di questi agricoltori e allevatori. Anche sotto il profilo umano questa vicenda è terribile, senza che dobbiamo parlare del fatto che questa azienda familiare, con migliaia di capi di bestiame, produce, dà posti di lavoro diretti e indiretti, riceve per questo anche il contributo regionale.  Ecco, non dovremmo essere costrutti a occuparci di aziende come queste, che riaffermano il loro semplice diritto di lavorare la propria terra da generazioni. Non è un’opportunità offerta a dei poveri pastori questo impianto termodinamico: siamo di fronte a predatori che si mostrano benefattori. E’ una vecchia storia”.

L’on. Usula ha ricordato la contrarietà formale della Regione al progetto e ha detto: “Questo intervento presuppone una sottrazione di 269 ettari, una superficie superiore ai centri abitati di Decimoputzu e Villasor. La massima istituzione della Sardegna deve dare un segnale chiaro agli ascari e alle multinazionali che li mandano. Qui in ballo è il nostro diritto di decidere sulla nostra terra, che non può essere scavalcato da un cosiddetto “interesse nazionale”o di Stato che deve prevalere su quello dei sardi. Se questo tentativo riuscirà ben altri inevitabili scippi saranno perpetrati sull’Isola. Non ne abbiamo già abbastanza in Sardegna di territori espropriati, di territori da bonificare? Chiedo alla Giunta di impedire con ogni azione gli interventi di Villasor e Gonnosfanadiga”. 

Ha quindi preso la parola il consigliere Paolo Zedda (Rossomori) che nel suo intervento, interamente svolto in lingua sarda, ha bocciato senza mezzi termini il progetto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a Flumini Mannu in una zona agricola situata tra i comuni di Villasor e Decimoputzu. “La famiglia Cualbu lavora qui terreni da oltre 100 anni, si è trasferita da Fonni per lavorare la terra, ha messo in piedi una florida azienda agricola mantenendo, allo stesso tempo, un legame profondo con il paese d’origine. La loro – ha detto Zedda – è una filosofia di vita, il loro rapporto con la terra è quasi sacro. Tutto questo è oggi messo a rischio».

Zedda ha poi ricordato i pronunciamenti di Regione, Ministero e comuni interessati contrari al progetto: «Contro la volontà delle popolazioni si invoca il principio dell’interesse superiore nazionale, ma non esiste nessuna ragione di Stato – ha affermato il consigliere di maggioranza – è un progetto che non serve a nessuno. In Europa non ci sono altri esempi di questo tipo. In Sardegna non ci sono le condizioni climatiche ideali per realizzare un progetto di questa portata, andrebbe bene in Africa, non nella nostra Isola. La Regione chieda l’applicazione della legge e rivendichi la sua potestà esclusiva in materia».

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha riaffermato il convinto sostegno alla mozione ed ha spiegato di aver proposto l’integrazione al documento nella parte che fa riferimento all’impianto termodinamico solare di Gonnosfanadiga – Villacidro. «Un progetto gemello a quello di Flumini Mannu – ha affermato l’esponente della maggioranza – che ha registrato nel corso degli anni la contrarietà delle popolazioni e della amministrazioni locali». «Non abbiamo posizioni preconcette contro le rinnovabili – ha concluso Rossella Pinna – ma non siamo terra di conquista per le multinazionali dell’energia e per questo chiediamo alla giunta di far valere le competenze della Regione».

Il consigliere del Pds, Augusto Cherchi, ha confermato pieno convinto e sostegno alla mozione ma  ha chiesto che venisse posta in votazione la formulazione originaria del dispositivo originario del documento,  laddove si impegna il presidente della Giunta ad impugnare il provvedimento del ministero dell’Ambiente. «Non c’è alcun interesse di Stato – ha affermato l’esponente della maggioranza – per giustificare l’esproprio di un terreno agricolo di un privato e la Regione deve opporsi a tale eventualità».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori ha manifestato l’opportunità di procedere con l’approvazione di un documento che manifestasse la solidarietà del Consiglio regionale per gli amministratori locali, alla luce dell’ultimo attentato contro quelli di Orotelli nel nuorese.

Il presidente di turno dell’assemblea, Eugenio Lai, ha ricordato la possibilità di presentare, prima della conclusione del dibattito, documenti da sottoporre all’attenzione dell’Aula, ed ha quindi concesso la parola al consigliere del Partito dei sardi, Piermario Manca che ha argomentato il sostegno alla mozione n. 120. L’esponente della maggioranza ha parlato, in riferimento alla decisione del ministero dell’Ambiente di esprimere parere favorevole all’impianto di Gonnosfanatiga – Villasor, di un vero e proprio “esproprio di Stato”. «Se passa questo progetto – ha affermato – vuol dire che lo Stato nega il diritto alla proprietà privata in Sardegna ed è per questo che la Giunta deve opporsi fermamente».

Intervenendo sull’argomento, il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato di condividere il contenuto della mozione ma ha posto in evidenza l’incongruenza delle dichiarazioni rilasciate dal direttore di Agris a proposito di una possibile collaborazione con la multinazionale che ha proposto l’impianto termo solare. «Mettetevi d’accordo tra di voi – ha tuonato l’esponente della minoranza perché con una nota ufficiale un direttore nominato dall’assessore dell’Agricoltura si esprime favorevolmente sul progetto di Flumini Mannu».  «Rimuovete quel direttore – ha affermato Pittalis oppure c’è qualcosa che non torna nei vostri comportamenti». Il capogruppo dell’opposizione ha quindi polemizzato con l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, per una presunta mancanza di rispetto nei confronti dell’Aula e dei consiglieri per alcuni atteggiamenti di scherno che sarebbero stati indirizzati allo stesso Pittalis nel corso del suo intervento.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha confermato la contrarietà di tutta la maggioranza al progetto della Flumini Mannu limited.

L’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha quindi ripercorso l’iter del procedimento per quanto di competenza del suo assessorato ha ricordato il parere negativo perché valutato come “intervento non coerente con gli indirizzi pianificatori della Regione”.  L’assessore ha quindi sottolineato,  l’approvazione dell’atteso piano energetico ed ha definito “il progetto non  coerente con tale piano e con la sua strategia”.

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha definito “informali” le interlocuzioni intercorse tra l’agenzia Agris e la società proponente l’impianto di Flumini Mannu ed ha precisato che la disponibilità ad un’eventuale collaborazione manifestata dal direttore dell’agenzia regionale era subordinata alla realizzazione nel rispetto delle norme di tale impianto. «Riaffermo – ha concluso l’assessore – che le terre agricole devono essere sempre salvaguardate e preservate».

L’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, ha evidenziato il ruolo di raccordo dell’assessorato da lei diretto ed ha ricordato che con la proceduta della “VIA nazionale” non è più l’assessorato regionale  a compiere le valutazioni. «Abbiamo prodotto tre pareri al ministero – ha dichiarato la Spano – in cui puntualmente abbiamo esposto perplessità e criticità del progetto di Gonnosfanadiga». L’assessore ha quindi spiegato che al parere favorevole del ministero dell’Ambiente si contrappone quello negativo del ministero dei Beni ambientali e che quindi la decisione finale sul progetto della Flumini Mannu spetterà al consiglio dei ministri. «La decisione in sede governativa non è stata ancora assunta – ha concluso Spano – ed è per questo che la Regione potrà solo porre in essere tutte le azioni che evidenzino contrarietà a tale progetto».

In sede di replica il primo firmatario della mozione, Emidio Usula (Soberania e Indipendenza) si è detto soddisfatto delle rassicurazioni offerte dalla Giunta ed ha auspicato un no netto al progetto e alle pretese del governo per l’esercizio della clausola di supremazia.

Voto favorevole hanno dichiarato il consigliere del Pd, Alessandro Collu (gruppo Soberania e Indipendentzia) e Paolo Truzzu (Fd’I-Misto).

Posta in votazione la mozione n. 120 (testo originario e senza modifiche) è stata approvata all’unanimità con 51 votanti favorevoli.

L’Aula è quindi passata all’esame delle mozioni n. 253 (Cappellacci e più) e 220 (Agus e più) e dell’interpellanza 149/A (Locci e più) tutte incentrate sul tema dell’accoglienza dei migranti.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, illustrando la mozione n. 253 ha voluto subito sgombrare il campo da ogni forma di pregiudizio: «Quando si parla di migranti si parla di persone, di uomini e donne, bambini e anziani ai quali va tutto il nostro rispetto e la nostra considerazione – ha detto l’esponente della minoranza – ciò che occorre chiedersi è se quello che si è fatto e continua a farsi è servito o ha invece aumentato i problemi dei migranti».

Pittalis ha ricordato le difficoltà affrontate dal sistema degli enti locali sui cui è stata scaricata gran parte delle responsabilità dell’accoglienza: «Tutto nasce da una sottovalutazione del problema, dal fatto di aver affidato la soluzione all’Europa della finanza e delle banche e non all’Europa dei popoli – ha affermato Pittalis – i risultati sono sotto gli occhi di tutti: mancano 600 milioni di euro per far fronte alle spese sostenute dalle associazioni oltre ai fondi che servono, di mese in mese, per affrontare le emergenze. Ci sono, inoltre, 235mila migranti che aspettano l’occasione per venire in Italia. Solo il Governo Renzi sembra non accorgersi di questo».

Secondo il capogruppo di Forza Italia «la Sardegna rischia di subire la situazione invece di essere coprotagonista nella gestione dell’emergenza. Il governo deve coinvolgere le autonomie locali. La recente nomina di Fassino a capo dell’autorità per la gestione dell’accoglienza non autorizza a dire che c’è l’attenzione verso gli enti locali. E’ la solita furbata per rasserenare le anime dissenzienti all’interno del proprio partito».

Pittalis, infine, ha ricordato che in 13 mesi sono arrivati in Sardegna oltre 9000 migranti, tra cui moltissimi minori. «Il sistema dell’accoglienza è al collasso. Tutto grava sulle spalle di forze dell’ordine, sindaci e volontari oltre che della Chiesa sarda. Le quote sono saltate. Un sistema senza controlli rischia di tradire la finalità umanitaria e di favorire la tratta delle persone aumentando il numero dei morti in mare. Serve un’azione più energica della Giunta – ha concluso Pittalis – il presidente della Regione non può correre il rischio di essere indicato come responsabile dei problemi di ordine pubblico e di un dissidio sociale che si aggrava».

Il presidente Lai ha quindi dato la parola al consigliere Francesco Agus (Sel) per l’illustrazione della mozione n. 220. «E’ un tema serio, non possono essere tutelati toni da bar – ha esordito Agus – i migranti fuggono dalle guerre, è questa l’unica alternativa alla morte certa. Ecco perché bisogna concentrarsi sulle soluzioni possibili evitando di creare confusione».

Secondo Agus «sulla Sardegna grava un peso che non può sostenere, si rischia di peggiorare una situazione già difficile per i migranti e per le comunità che li accolgono. La nostra Isola è confine di un territorio più ampio, non può sopportare da sola questa responsabilità. Il tema va inquadrato in un contesto più ampio che riguarda i rapporti tra continenti. L’Europa non può lasciare da sola la Sardegna e la Sardegna non può lasciare soli i comuni».

Il consigliere di Sel ha quindi espresso forti critiche sull’attuale sistema di accoglienza gestito dalle prefetture. «Si è rivelato fallimentare – ha detto Agus – c’è necessita di un patto nazionale sottoscritto da Stato, Regione e Comuni. La Regione se ne faccia carico. Continuare a considerare il problema come un’emergenza è sbagliato. Serve una nuova politica di integrazione. Non è più accettabile assistere allo scarica barile che aggrava la situazione e alimenta i populismi».

Agus ha quindi invocato il superamento delle logiche emergenziali attraverso un piano organico dell’accoglienza che trasferisca le competenze dalle prefetture alla Regione. «La semplice accoglienza non basta più per situazioni che durano mesi o anni. La Regione deve spingere per l’approvazione in Parlamento del disegno di legge per i minori non accompagnati. La situazione sta esplodendo. La carenza di normativa fa sì che i minori siano a totale carico degli enti locali. I comuni non sono più in grado di far fronte alle necessità».

Si è poi passati all’esame dell’interpellanza 149/A che il primo firmatario, Ignazio Locci, ha dato per letta.

Ha quindi preso la parola il consigliere Franco Sabatini (Pd) che, dopo aver ricordato alcuni fatti di cronaca nera che hanno visto coinvolti migranti arrivati in Sardegna, ha sottolineato l’esistenza di un disagio sociale da affrontare con attenzione. «Chi parla di invasioni di migranti alimenta l’intolleranza – ha detto Sabatini – la questione è complessa è ha bisogno di soluzioni adeguate. Oggi il tema è regolato dalla convenzione di Dublino del 1990 che disciplina la competenza per le domande di asilo. La Convenzione afferma che i rifugiati non possono scegliere liberamente la destinazione ma questa compete allo Stato che fa la prima accoglienza. L’Europa ha chiesto di rivedere la Convenzione ma gli Stati membri si rifiutano. Per questo motivo gli immigrati non vogliono essere identificati. Non lo fanno per arroganza ma perché hanno in testa altre mete. Se si fanno identificare hanno più difficoltà a raggiungere le nazioni dove hanno parenti e amici».

Sabatini, in conclusione, ha invitato a distinguere tra prima accoglienza e permanenza. «In Sardegna ci sono stati 12.000 arrivi nel triennio e attualmente sono presenti 5.000 migranti. La nostra Isola ha il tasso di uscita più alto, chi arriva da noi non vuole rimanere. E’ falso sostenere che non stiamo rispettando le quote assegnate del 2,9%».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) la Sardegna rischia di diventare terra di confino per “poveri cristi” che scappano dalla guerra o dalla fame. «Noi siamo per la solidarietà ma i migranti devono essere accolti come si deve – ha sostenuto Tedde – la macchina dell’accoglienza è invece collassata: i sindaci sono lasciati soli, gli immobili utilizzati per ospitare i migranti sono privi di agibilità e senza servizi igienici adeguati. Situazioni indegne di uno stato civile».

Il consigliere azzurro ha poi rimarcato la necessità di verificare puntualmente chi ha diritto allo status di rifugiato. «In Sardegna sono arrivati 1.400 migranti in più rispetto alle quote previste,  i rifugiati sono pochissimi. Sarebbe stato molto meglio realizzare centri di accoglienza in Nord Africa. In questo modo si sarebbe potuta verificare meglio la legittimità della richiesta dello status di rifugiato. Questo avrebbe risolto molti problemi ma Renzi non ci pensa. Siamo convinti che Regione debba esercitare un ruolo più determinato – ha concluso Tedde – non siamo contro la Regione ma credo che il presidente Francesco Pigliaru debba decidere che cosa fare e cosa chiedere per accogliere degnamente i rifugiati e dare sostegno ai sindaci».

Critico anche il consigliere Paolo Truzzu (FdI) secondo il quale sul fronte dell’accoglienza sono state fatte scelte illogiche: « Quale futuro vogliamo dare ai nostri giovani? – ha chiesto Truzzu -. Finora sono stati spesi 90 milioni di euro di fondi statali per un’integrazione che non ci sarà mai. In questo modo ignoriamo la disperazione dei nostri giovani costretti ad emigrare. Non ci occupiamo di sviluppo ma di assistenza, si alimenta l’odio e il contrasto sociale».

Secondo Truzzu, occorre quindi ragionare per «dare risposte agli immigrati ma anche ai sardi mettendo fine alla politica degli aiuti senza controlli in una terra che non riesce a produrre lavoro nemmeno per i propri figli. Nonostante ciò – ha concluso Truzzu – sento esponenti della giunta e dei sindacati auspicare più presenza degli immigrati per contrastare lo spopolamento. Il problema dei migranti non si risolve qui ma in Africa».

Il presidente Lai ha quindi dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori alle 16.30.

Consiglio regionale 54

 

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Il capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, Roberto Desini ha aderito al Partito dei Sardi. «Esprimo grande soddisfazione per l’adesione di Roberto Desini al Partito dei Sardi che conferma così la nostra crescita e rafforza la nostra presenza nel parlamento dei sardi». Così il segretario del Pds, Franciscu Sedda, ha ufficializzato il passaggio del capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, dal Centro democratico al partito che in giunta è rappresentato dall’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda e che in Consiglio regionale ha eletto nelle proprie liste  Augusto Cherchi (Oristano), Pier Mario Manca (Sassari) e Gianfranco Congiu (Nuoro). 

«La mia adesione al Pds è una scelta di carattere esclusivamente politico – ha spiegato Roberto Desini che è anche sindaco di Sennori – che conclude un percorso di condivisione di valori e iniziative con i colleghi del gruppo, tutte nel segno della sovranità e della volontà di lavorare uniti nell’interesse della Sardegna e dei sardi». Roberto Desini ha inoltre spiegato come il rallentamento, da parte dei vertici del Centro democratico in Sardegna, del processo di unificazione con il Partito dei Sardi («così come sancito nell’ultimo congresso regionale del Cd e che ha avuto come primo risultato positivo la creazione del gruppo unitario in Consiglio») stia alla base della sua decisione di procedere con l’adesione al Pds.

Franciscu Sedda e Roberto Desini hanno quindi sottolineato il maggior “peso” politico del Partito dei sardi in seno alla maggioranza di centrosinistra che governa l’Isola («l’obiettivo è spingere il governo della Regione verso traguardi sempre più ambiziosi») e in risposta alle domande dei giornalisti su una eventuale richiesta per un nuovo assessorato in giunta, il segretario Franciscu Sedda ha escluso che il tema centrale sia rappresentato «dall’avere una persona in più nell’esecutivo» quanto dal rafforzare programmi ed azioni che vadano nel verso dell’autogoverno e della sovranità («se Pigliaru dichiarasse la Repubblica di Sardegna siamo pronti a rinunciare a tutti gli assessorati»).

I consiglieri Pds, Augusto Cherchi, Gianfranco Congiu e Pier Mario Manca si sono uniti alla soddisfazione espressa dal segretario Sedda per l’adesione di Roberto Desini e ribadendo la volontà di proseguire nel cammino tracciato («fatto di idealità indipendentiste e concretezza nell’azione di governo») non hanno escluso ulteriori nuovi ingressi nel Partito dei Sardi in Consiglio regionale.

Roberto Desini.

Roberto Desini.

Franciscu Sedda.

Franciscu Sedda.

Paolo Maninchedda.

Paolo Maninchedda.

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Il Consiglio regionale ha approvato la Manovra finanziaria 2016-2018. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo la formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’art. 12 (entrata in vigore) del Dl n. 297 (disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2016 e per gli anni 2016-2018 – Legge di Stabilità 2016 e relativi allegati).

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha riferito di una notizia di stamane, ancora ufficiosa, relativa allo spostamento del prossimo G7 a Taormina, affermando che tale notizia «introduce non soltanto la rappresentazione di uno senario nuovo ma di un film già visto come già accaduto nel 2009». La questione, ha proposto, «deve quindi essere ripresa ed affrontata nella prossima riunione del Consiglio, con un documento dell’Assemblea che eserciti il massimo della pressione sul Governo nazionale per scongiurare questa ipotesi».

Il presidente della commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Intervenendo nella discussione generale il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ricordato che «l’opposizione ha provato a cambiare la manovra a cominciare da entrate e fisco, materie su cui pesa il peccato originale di una vertenza non risolta, mentre sarebbe stata auspicabile una battaglia bi-partisan contro con Governo nazionale che certamente non è vicino alla Sardegna». Nei fatti, ha poi osservato, «la manovra vincola pesantemente la spesa della Regione con accantonamenti e riserve e lo stesso pareggio di bilancio non si è tradotto in una maggiore capacità di spesa, anzi ci sono meno investimenti e più debiti». Occorreva perciò, ha sostenuto ancora la Zedda, «una strategia completamente diversa, perché così la finanziaria non ha un’anima, non è utile alla Sardegna, non apre spazi per lo sviluppo, confinando temi come lavoro e attività produttive in un ruolo marginale affidato al rinvio a fondi comunitari con stanziamenti regionali del tutto insufficienti». La maggioranza, ha lamentato l’esponente di Forza Italia, «ha respinto la linea del confronto ignorando le enormi criticità  di una sanità affidata ai commissari che registra continui aumenti di spesa e quelle di una legge di riordino degli Enti locali non sarà a costo zero; fra poco tutti questi nodi e molti altri come sicurezza, lotta alle povertà e al dissesto idro-geologico, verranno al pettine e, ancora una volta, saranno i cittadini sardi a pagare il conto».

Il consigliere Edorardo Tocco (Forza Italia) ha parlato di una «finanziaria povera e priva di una strategia forte di una maggioranza che sta amministrando ma non governando la Regione, dove non c’è nessuna risposta a tanti territori martoriati, ad una economia che soffre, a tantissimi lavoratori che quasi ogni giorno protestano davanti ai palazzi delle istituzioni». La sanità, ha aggiunto, «è il simbolo delle riforme mancate che causano profondo malessere dei cittadini, perché i commissari fanno quello che vogliono e praticano le politiche di sempre: ricorso alle agenzie interinali e aumento delle consulenze, in una sorta di tavola imbandita per gli amici degli amici». Nell’economia, Tocco si è espresso in modo molto critico sulla situazione dei trasporti «a dimostrazione della cronica incapacità di programmare, mentre il sistema regionale appare sempre più lontano dall’industria delle solite vertenze bloccate, dal turismo, artigianato e commercio, settori questi ultimi il cui abbandono emerge ora con maggiore evidenza dopo la chiusura della Fiera campionaria della Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha criticato in modo radicale la finanziaria che, a suo giudizio, «è solo un lungo elenco di attese, promesse mancate, impegni traditi, annunci e provvedimenti virtuali mentre la Sardegna attendeva concretezza ed è costretta ad assistere alla solita politica del rinvio, sulle grandi questioni come sulle piccole cose». Peru ha poi passato in rassegna alcune situazioni che, più altre, rappresentano le maggiori lacune della manovra: il ripristino della Rotonda di Platamona nel litorale sassarese, l’intervento per le popolazioni colpite dalle alluvioni qualcosa si farà, il cosiddetto reddito di inclusione bocciato dalla stessa maggioranza, l’esclusione del litorale di Platamona dalla pianificazione della Giunta, il blocco di 2 milioni di investimenti per l’albergo diffuso, il mancato intervento contro l’erosione delle coste, il rinvio ad una futuribile legge nazionale della disciplina della rete metropolitana di Sassari, mentre il sindaco di Cagliari è già sindaco metropolitano dopo appena un mese, la cancellazione dei vettori low cost dal trasporto aereo regionale, l’istituzione della zona franca a Lampedusa mentre in Sardegna non c’è nessuna certezza, l’abbandono dei lavoratori delle società in house, dei dipendenti della San Giovanni Battista da mesi senza stipendio e dei disabili del progetto lavorabile che non hanno avuto nessuna risposta. Dopo tutti questi esempi, ha concluso Peru, «la finanziaria risulta superata prima ancora della sua entrata in vigore; la Sardegna e i sardi avranno la pazienza di aspettarvi al varco».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sostenuto fra l’altro che «la finanziaria non ha ragione di entrare in vigore, è la peggiore degli ultimi decenni, è insufficiente e deludente, disastrosa, piena di intrusioni e forzature finalizzate ad accontentare qualcuno del centro sinistra ma non la Sardegna, le imprese e le famiglie della nostra Regione». In altre parole, ha continuato Tedde, «non si fa che ripercorrere la strada sbagliata già seguita in occasione della riforma degli Enti locali e, a questo punto, «se ci volevano i professori per fare tutto questo meglio utilizzare qualche semplice collaboratore o addirittura i bidelli per avere gli stessi risultati o forse migliori». La sanità, ha aggiunto Tedde, «è ormai lasciata totalmente in mano ai commissari che fanno i governatori con poteri assoluti che esercitano spesso occupandosi di primariati e consulenze.  Desini dice che la sanità è una schifezza e ha ragione». In materia di Enti locali, ha concluso il vice capogruppo di Forza Italia, «la finanziaria se la cava in appena due righe saltando le compensazioni per la rete metropolitana di Sassari più volte annunciate e sorvolando sulle ripetute violazioni della legge Delrio». Il riequilibrio fra i diversi territori della Sardegna, ha concluso il consigliere, «sarà comunque inevitabile perché neanche il sud Sardegna ce la può fare da solo, mentre tutta la Sardegna naviga a vista senza bussola, anche su problemi strategici come continuità territoriale e trasporti».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha parlato di una «finanziaria della quaresima, dei digiuni e dei sacrifici ma il brutto è che dopo non ci sarà resurrezione, perché siamo davanti ad un documento privo di cuore di anima, di progetto, di idee, con la Sardegna condannata a navigazione in un mare in tempesta che non ci porterà lontano». L’elenco delle criticità non risolte, ha ricordato Rubiu, «è praticamente infinito, dalla fuga dei vettori low cost al monopolio Tirrenia, dalla sanità con le continue manifestazioni di amministratori, cittadini, pazienti e categorie». Soffermandosi ancora sulla programmazione sanitaria, il capogruppo dell’Udc ha espresso forti preoccupazioni sull’ipotesi della Asl unica mentre, ha detto, «è necessario evitare le ennesime marginalizzazioni e gli isolamenti geografici che inevitabilmente si traducono in isolamenti di servizi». Il lavoro, ha inoltre lamentato il consigliere di opposizione, «è il grande problema dimenticato da questa finanziaria, non ci sono strategie, investimenti e attenzione neanche nei confronti delle situazioni più critiche; abbiamo passato le recenti festività feste ai cancelli Alcoa chiusa ormai da 4 anni e non ci sono soluzioni, si sta solo lasciando scorrere il tempo in modo umiliante e vergognoso». Anche le speranze su una ripresa della nostra agricoltura, ha concluso Rubiu, «sono state tradite; molte Regioni hanno già pubblicato i bandi per l’imprenditoria giovanile che assegnano contributi fino a 50.000 per i giovani con meno di 40 anni, mentre noi siamo arrivati per ultimi e, nonostante i soliti fiumi di parole che vengono smentite dai fatti, siamo ancora la cenerentola dell’Italia».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il testo dell’art.12, che il Consiglio ha approvato con 26 voti favorevoli e 16 contrari. A seguire è stato approvato anche il documento esplicativo del “Risultato di amministrazione presunto al 31 dicembre del 2015”.

Subito dopo è iniziato l’esame del documento di bilancio “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 (Legge di stabilità 2016) e della Tabella A, contenente  gli “Importi da inserire in bilancio relativamente a rifinanziamenti di legge regionali di spesa”.

La commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati e, successivamente, il Consiglio ha approvato il testo.

Respinti tutti gli emendamenti dell’opposizione, è stato approvato soltanto il n.764 (Sabatini e più) che rifinanzia per il 2016 con 150.000 euro gli interventi previsti dalle legge regionale 6/12 in materia di “Formazione professionale di non vedenti e portatori di handicap”.

Successivamente l’Assemblea ha iniziato l’esame della Tabella B relativa alle “Riduzioni di autorizzazioni legislative di spesa regionali”.

La commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Il Consiglio ha poi respinto gli emendamenti proposti dalla minoranza ed approvato gli emendamenti soppressivi parziali n. 768 (Sabatini e più – finanziamento di 100.000 euro agli Enti locali che gestiscono siti Unesco in base alla legge 3/09), 765 (Sabatini e più – finanziamento di 80.000 per le attività di ricerca previste dalla legge regionale 5/2015), 767 (Sabatini e più – finanziamento di 50.000 euro all’Istituto Camillo Bellieni di Sassari, previsto dalla legge regionale 1/11) e 766 (Sabatini e più – finanziamento di 100.000 euro a favore delle Federazioni di associazioni sarde dei disabili, in base alla legge 1/09) e 769 (Sabatini e più – finanziamento di 300.000 euro alle aziende vivaistiche in base alla legge regionale 5/15).

Il Consiglio regionale ha poi approvato anche il testo della Tabella B.

Il presidente Ganau ha quindi annunciato l’esame della Tabella “C” ed ha proceduto con l’elencazione degli emendamenti presentati e come da prassi il relatore della maggioranza, Franco Sabatini, ha dichiarato il parere della commissione, a cui è seguito il parere “conforme a quello espresso dalla commissione” della Giunta.

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha accettato l’invito del relatore della giunta ed ha ritirato gli emendamenti n. 730 e 731 di cui era unico firmatario. Posto in votazione l’emendamento 732 (Sabatini e più) che aumenta da 200 mila a 250 mila euro la posta per lo sportello linguistico regionale, è stato approvato con parere favorevole della giunta e della commissione. Di seguito sempre con parere favorevole di commissione e Giunta è stato approvato l’emendamento n. 770 (Sabatini e più) che rimodula gli importi destinati nel triennio all’istituto Euromediterraneo di Tempio. Quindi il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha accolto l’invito al ritiro per l’emendamento n. 581 e l’Aula ha approvato il testo della Tabella “C”.

Con successive e distinte votazioni, il Consiglio non ha approvato i seguenti emendamenti aggiuntivi, sui quali commissione e giunta avevano espresso parere negativo: n. 367 che ha comportato la decadenza dell’emendamento 368; nn. 369; 370; 371; 372; 373; 374; 375; 376; 377; 378; 379 e 380.

Annunciata la votazione dell’emendamento aggiuntivo n. 381 il presidente ha ricordato l’invito al ritiro dell’emendamento all’emendamento n. 381. Il firmatario del 381, il consigliere della maggioranza, Augusto Cherchi (SdL), ha ricordato il contenuto della proposta emendativa ed ha ribadito la necessità di incrementare le risorse per la prevenzione delle malattie croniche. «Sono però disponibile a valutare il ritiro dell’emendamento – ha concluso Augusto Cherchi – qualora l’assessore della Sanità fornisca opportune rassicurazioni sull’argomento». Il primo firmatario dell’emendamento n. 381, il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha illustrato la sua proposta di modifica della tabella “C” con l’incremento fino ai 900 mila euro degli stanziamenti per coloro che sono affetti da neoplasia maligna.

L’assessore Luigi Arru, è intervenuto per confermare l’attenzione e l’impegno della giunta e dell’assessorato della Sanità sul tema della prevenzione delle malattie croniche e il consigliere Augusto Cherchi ha accordato il ritiro dell’emendamento all’emendamento n. 825. Posto in votazione, con parere contrario della commissione e della giunta non è stato approvato (31 no, 17 sì) l’emendamento n. 381 e di seguito, con medesimo parere negativo, non sono stati approvati gli emendamenti aggiuntivi nn. 382; 383 e 384.

Il presidente ha quindi annunciato l’esame e la discussione della Tabella “D” ed ha elencato gli emendamenti presentati a cui è seguito il parere della commissione (Franco Sabatini, Pd) e quello della Giunta che l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha espresso in conformità con quello della commissione.

L’Aula ha quindi proceduto con l’approvazione (parere favorevole della commissione e della giunta) dell’emendamento sostituivo parziale n. 771 (Sabatini e più) che posta 6.5 milioni di euro per il 2016, 4. Milioni per il 2017 e 2018 per l’aumento e la valorizzazione del patrimonio boschivo.

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha quindi dichiarato di accogliere l’invito al ritiro dell’emendamento n. 773 e il consigliere del Pd, Roberto Deriu, è intervenuto sull’emendamento sostitutivo totale n. 804 (Sabatini e più) che emenda il sostitutivo parziale n. 772 (Sabatini e più), per evidenziarne l’opportunità e il significato politico: «E’tra i più significativi a favore del pacchetto università». Approvato, con parere favorevole, il sostitutivo totale 804 sono decaduti gli emendamenti 772 e 582. Sull’emendamento n. 773 (Sabatini e più) che stanzia 6.750.000 euro per il 2016 e 5.750.000 per ciascuno degli anni 2017 e 2018, al Teatro Lirico di Cagliari, è intervenuta la consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, per rimarcare “l’inconsistenza dello stanziamento” e ricordare che “il Teatro Lirico rappresenta la più grande industria della cultura in Sardegna”. Posto in votazione, con parere favorevole della commissione e della Giunta, l’emendamento 773 è stato approvato.

Approvato, con parere favorevole della commissione e della giunta, l’emendamento all’emendamento n. 803 (Sabatini e più) che sostituisce parzialmente l’emendamento n. 583 (Piscedda e più) che stanzia 6.250.000 euro per la promozione e la diffusione della ricerca scientifica (L.R. 7\2007). Quindi l’Aula ha dato il via libera al 583.  

Annunciato l’esame e la votazione dell’emendamento n. 385, il consigliere della maggioranza, Augusto Cherchi (Sdl) è intervenuto sull’emendamento all’emendamento n. 826, per spiegarne al finalità, dopo l’invito al ritiro formulato dalla commissione e dalla giunta. Augusto Cherchi ha quindi rimarcato l’opportunità di incrementare da 400mila a 800mila gli stanziamento a vantaggio dei cosiddetti “ex esposti all’amianto”. Il consigliere di Sdl ha quindi chiesto rassicurazioni all’assessore della Sanità prima di valutare l’opportunità di procedere con il ritiro della proposta emendativa. Il consigliere di Forza Italia, Edoardo Tocco, ha dichiarato pieno sostegno all’emendamento del consigliere Augusto Cherchi ed ha preannunciato la volontà del gruppo di fare proprio l’emendamento n. 826.

L’assessore della Sanità ha dichiarato l’attenzione della Giunta per le azioni di prevenzione a favore degli “ex esposti all’amianto”. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha quindi fatto proprio l’emendamento 826 che il consigliere Augusto Cherchi aveva ritirato e l’Aula ha proceduto con la votazione che ha registrato il seguente scrutinio: presenti 41, favorevoli 20, contrari 21.

Dichiarato inammissibile, per mancanza di copertura finanziaria, l’emendamento n. 385, il presidente del Consiglio ha dichiarato concluse le votazioni sulla legge di stabilità 2016 e si è passati all’esame e alle votazioni del bilancio. (A.M.)

L’Aula è quindi passata all’esame del DL 298/A “Bilancio di previsione per l’anno 2016 e bilancio pluriennale per gli anni 2016-2018”. I primi otto articoli del provvedimento sono stati approvati in rapida successione per alzata di mano. Sull’articolo 9, il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’emendamento all’emendamento n. 69 che chiedeva la revoca dei finanziamenti ai comuni per la realizzazione di opere e infrastrutture in caso di mancato rispetto del crono programma di spesa stabilito dalla legge 9 del 2015.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario e espresso forti critiche alla Giunta e alla maggioranza: «Il modus operandi non sta cambiando. Tutti gli emendamenti sono una riscrittura del documento di bilancio che ci è stato consegnato – ha attaccato Zedda – questo non è corretto, è un modo di legiferare schizofrenico, d’ora in poi provate a scrivere correttamente le leggi». Messo in votazione, l’emendamento n. 69 è stato approvato.

Successivamente sono stati approvati, per alzata di mano e senza discussione, i restanti 13 articoli del provvedimento.

Si è poi passati all’esame dell’Allegato 1 – Prospetto 9/1. Il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti nn. 30, 45 e 51 presentati da Giunta e maggioranza che sono stati approvati

Via libera anche al prospetto 9/2 “Riepilogo generale delle entrate per titoli”

Sul 9/3, “Prospetto delle spese di bilancio per missioni, programmi e titoli”, il presidente Ganau, sentiti i pareri sugli emendamenti di Commissione e Giunta, ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha chiesto di intervenire, “in modo inusuale e irrituale” su un argomento “sensibile”. «Mi riferisco al grave fenomeno degli attentati contro gli amministratori locali – ha detto Pittalis – chiedo di sapere se in bilancio c’è un’attenzione per i danni subiti dai sindaci. Se così non fosse, chiedo di incrementare il capitolo.  Il Consiglio e la politica devono dare una risposta, devono essere solidali anche nei fatti».

L’Aula è quindi passata alla votazione dell’emendamento n. 52 (Sabatini e più) che stanzia ulteriori 4 milioni e 450mila euro per le spese di funzionamento del Consiglio regionale. L’emendamento è stato approvato.

Via libera anche all’emendamento n. 33 (Giunta regionale) che incrementa di 2 milioni e 200mila euro il capitolo di bilancio “Gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato”.

Bocciati invece gli emendamenti della minoranza nn. 22 e 14.

Sull’emendamento n. 23 è intervenuto il consigliere Michele Cossa (Riformatori): «Abbiamo sollevato a più riprese il tema delle compagnie barracellari – ha detto Cossa – è un argomento che sta a cuore a molti comuni della Sardegna  che le utilizzano per il presidio e il controllo del territorio. L’emendamento mira a incrementare il capitolo di bilancio di 2 milioni di euro che consentirebbero alle compagnie di funzionare al meglio».

Voto contrario ha annunciato il consigliere del Pd Piero Comandini: «Il tema è molto sentito – ha detto Comandini – ritengo però che, al di là dell’aspetto finanziario, dobbiamo prenderci la responsabilità di approvare una legge organica già depositata in Commissione». Messo ai voti, l’emendamento n. 23 è stato respinto con 30 voti contrari e 18 a favore.

Si è poi passati all’esame dell’articolo 18 che propone di incrementare di 2 milioni di euro il contributo per le scuole dell’infanzia non statali. La consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda  ha denunciato la grave situazione in cui versano gli istituti paritari: «Ci è stato detto che la questione era in via di soluzione – ha affermato Zedda – così non è, le scuole continuano a protestare. Mancano all’appello ancora 2 milioni e 750mila euro».

Sul punto è intervenuto anche il vicepresidente del Pd Roberto Deriu: «E’ vero, la  situazione non è risolta, il problema esiste e occorre risolverlo – ha sottolineato Deriu – si è cercato di fare dei passi in quella direzione. Serve, forse, una norma quadro, non c’è nessun pregiudizio, si vuole arrivare a un sistema educativo autonomo e di prospettiva». L’emendamento n.8 è stato bocciato con 20 sì e 29 no. Stessa sorte per gli emendamenti della minoranza n. 1 (100mila euro a favore della provincia di Nuoro per l’organizzazione del Premio Grazia Deledda) n.2 (100mila euro a favore della Fondazione “Nivola”) n.3 (un milione di euro a favore dell’Isre per la tutela e promozione delle espressioni artistiche), n. 16 (due milioni di euro a favore degli enti locali per la gestione del patrimonio culturale della Sardegna) e n. 24 (un milione di euro a favore delle bande musicali, gruppi strumentali di musica sarda e cori polifonici).

L’Aula ha successivamente approvato gli emendamenti della maggioranza n. 56 (incremento di 300mila euro del capitolo per interventi diversi nel settore culturale), n. 58 (incremento di 500mila euro del capitolo a favore degli enti locali per l’affidamento dei servizi bibliotecari e archivi e per il loro funzionamento), n. 59 (20mila per lo svolgimento della Conferenza annuale sulla lingua sarda), n. 60 (50mila euro per le borse di studio sulla lingua e cultura sarda), n. 61 (60mila euro a favore delle Università di Sassari e Cagliari per i corsi universitari di lingua e cultura sarda), n. 62 (80mila euro per incrementare il fondo unico degli enti e delle istituzioni culturali e scientifiche regionali) n. 65 (150mila euro per la sperimentazione dell’insegnamento del sardo nelle scuole e la produzione di testi scolastici in lingua sarda), n. 66 (800mila euro in aggiunta al capitolo di bilancio dedicato alle attività culturali).

Parere negativo invece sull’emendamento n.11 che proponeva lo stanziamento di un milione di euro per gli oratori. Antonello Peru, consigliere di Forza Italia e primo firmatario della proposta, ha rivolto un invito all’Aula per un accoglimento positivo dell’emendamento. «Si vuole dare continuità a una legge approvata dalla Regione nel 2010 – ha sottolineato Peru – senza risorse questo provvedimento non ha senso di operare. Gli oratori sono centri di aggregazione, strumenti di formazione per i ragazzi e strutture di riferimento dei territori. Quando la legge è stata approvata quasi tutto il Consiglio era d’accordo, mi auguro che oggi si faccia lo stesso». Posto in votazione, l’emendamento n.11 è stato respinto con 32 voti contrari e 16 a favore.

Bocciato anche l’emendamento dell’opposizione n.21 che proponeva uno stanziamento di un milione di euro come contributo alle società sportive per la realizzazione di impianti sportivi. L’Aula, sullo stesso argomento, ha invece dato il via libera all’unanimità all’emendamento n.47 che stanzia 400mila euro per le finalità indicate dalla precedente proposta.

Il Consiglio ha quindi respinto gli emendamenti n. 5 e n. 25 presentati dal gruppo dei Riformatori per incrementare di 500mila o un milione di euro i contributi a favore delle Pro loco.

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd), su sollecitazione del consigliere dei Riformatori Michele Cossa  ha chiarito che il fondo per le Pro loco subirà un leggero taglio rispetto allo scorso anno passando da 1 milione e 750mila euro a  1 milione e 600mila. La cifra comprende anche 70mila euro a favore dell’Unpli (Unione delle Pro loco). La proposta, illustrata da Sabatini, è stata approvata con l’emendamento all’emendamento n.70.

Bocciati invece gli emendamenti n.8 (100mila euro per le confederazioni del commercio e del turismo) e n.17 (un milione di euro a favore delle confederazioni delle imprese commerciali, del turismo e dei servizi per favorire la partecipazione degli operatori all’attuazione degli obiettivi dello sviluppo produttivo previsti dalla programmazione regionale).

Sull’emendamento n.54 è intervenuto l’assessore al Bilancio Raffaele Paci per un chiarimento sul Fondo di Quiescenza dell’Ersu. «E’ prevista una riduzione di un milione di euro rispetto alla somma di 20 milioni inserita in bilancio – ha detto Paci – in ogni caso lo stanziamento complessivo passa dai 17 milioni del 2015 ai 19 di quest’anno con un incremento di due milioni di euro». Messo in votazione l’emendamento n.54 è stato approvato.

Sull’emendamento n.26  ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Marco Tedde che ha illustrato il contenuto della proposta in esame: «E’ un emendamento finalizzato alla valorizzare di un ambiente naturale di pregio – ha detto Tedde – si tratta di un contributo di 400mila euro per l’Ente di gestione di “Porto Conte”, un parco regionale con potenzialità inespresse. Per far sì che diventi uno strumento di sviluppo servono risorse adeguate. L’approvazione dell’emendamento rappresenterebbe una prima iniezione di fiducia».

A  Tedde ha replicato l’assessore Paci: « Giunta e Consiglio sono molto attenti alle tematiche dei parchi naturali – ha detto l’esponente dell’esecutivo – per Porto Conte il finanziamento è stato incrementato da 400mila a 600mila euro». L’emendamento n.26 è stato respinto con 29 no e 17 sì.

Si è poi passati all’esame degli emendamenti n.15 (Peru e più) e 48 (Meloni e più) che proponevano entrambi un incremento del fondo per gli eventi calamitosi. 

Sull’emendamento n.15 è intervenuto il consigliere di Forza Italia Antonello Peru che ha sollecitato l’incremento del capitolo di bilancio con un milione di euro: «La legge dice che il fondo a sostegno dei privati e delle attività produttive deve essere alimentato con risorse regionali – ha spiegato Peru – questo emendamento serve per rimpinguare il fondo finanziato lo scorso anno con un milione». A favore della proposta si è schierato Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «Occorre dare un segnale forte e chiaro alle comunità e a chi ha sofferto a causa dell’alluvione e cerca oggi di rialzare la testa. Olbia è oggi una delle città più depresse d’Italia». Posto in votazione l’emendamento n. 15 è stato respinto con 17 sì e 29 no. Stessa sorte per l’emendamento n.48 che proponeva lo stanziamento di 4 milioni di euro per le stesse finalità.

Approvato invece l’emendamento n. 57 (Sabatini e più) che destina ulteriori 200mila euro al capitolo per le politiche sociali.

L’Aula ha poi preso in esame l’emendamento n.20 che proponeva di incrementare di 500mila euro il finanziamento destinato ai Circoli degli emigrati sardi. Sul tema è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Il mondo dell’emigrazione è in grave difficoltà – ha detto l’esponente della minoranza – i rappresentanti dei Circoli pongono una serie di questioni, a partire dal funzionamento delle strutture. Se non si danno risposte si rischia di far sparire un patrimonio e una rete di volontari che contribuisce a far conoscere la Sardegna nel mondo». A favore della proposta si è pronunciato anche il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni: «Ci ricordiamo degli emigrati solo in certe circostanze – ha detto Dedoni – è vergognoso dire che non esistono».

L’assessore al Bilancio Raffaele Paci, replicando agli interventi dei rappresentanti dell’opposizione, ha chiarito che anche quest’anno sarà confermato lo stanziamento di 2 milioni di euro a favore degli emigrati previsto nella manovra dello scorso anno: «Il tema delle organizzazioni dei sardi emigrati torna in ogni finanziaria – ha detto Paci – quest’anno riconfermiamo lo stanziamento del 2015 anche se un milione di euro è ancora fermo per problemi nella rendicontazione delle attività. Negli anni scorsi ci sono state molte polemiche, è necessario rivedere il sistema di erogazione delle risorse». L’emendamento n. 20 è stato respinto.

Bocciati anche il n. 9 (un milione di euro a favore dei centri naturali) e n. 12 (un milione e duecentomila euro per i progetti per l’impiego di lavoratori socialmente utili). Su quest’ultima proposta il primo firmatario Pietro Pittalis (Forza Italia) ha sottolineato l’esigenza di finanziare i progetti per consentire agli enti locali di dare risposte concrete ai agli Lsu ed evitare di far crescere il numero dei disoccupati. Proposta sulla quale si è detto d’accordo anche il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni: «Abbiamo più volte sollevato il problema in Commissione. Da un altro si pensa a redditi di cittadinanza e dall’altro non si danno i fondi ai comuni per venire incontro ai lavoratori socialmente utili. Sarebbe opportuno finanziare progetti di lavoro». Messo in votazione l’emendamento n. 12 è stato respinto con 20 sì e 30 no.

Il Consiglio ha poi approvato, in rapida successione, gli emendamenti della maggioranza n. 28 (220mila euro per l’apicoltura), n.63 (200mila euro alle associazioni degli allevatori per la tenuta dei libri genealogici), n. 67 (1 milione di euro per il rilancio del comparto ippico) e n.31 (452mila euro per incrementare il “Fondo perdite potenziali degli organismi partecipati”).

L’Aula ha quindi proceduto, senza ulteriori discussioni, all’approvazione degli altri allegati al bilancio.

Sulla nota integrativa all’Allegato 2 e sull’emendamento presentato dalla Giunta per l’accantonamento di circa 10 milioni di euro destinati a finanziare i fondi “Rischi legali”, “Reiscrizione passività non contabilizzate”, “Spese derivanti da nuove disposizioni legislative”, “Soppressione fondi di garanzia” e “Perdite potenziali degli organismi partecipati” è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Non nascondo la mia preoccupazione per la decisione di stanziare 10 milioni di euro per eventuali soccombenze in giudizio – ha detto Pittalis – è un’enormità, di che cosa si tratta esattamente?».

Giudizio condiviso dal consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi: «Preoccupa che ci sia un importo di questo genere in accantonamento ma forse serviranno ulteriori stanziamenti – ha detto Crisponi – mi giunge notizia che la Regione abbia convocato gli operatori turistici per il recupero delle somme concesse con la legge n.9 e poi richieste indietro. I beneficiari restituiranno quei denari ma probabilmente chiederanno un risarcimento alla stessa Regione per una legge regionale mal gestita».

Contraria alla proposta della Giunta anche la consigliera del Centro Democratico Annamaria Busia: «C’è necessità di una riflessione su questo punto – ha detto Busia – occorre modificare una curiosa abitudine che ho avuto modo di stigmatizzare in passato: la Regione non valuta soluzioni stragiudiziali ma preferisce seguire percorsi che portano ad un grande esborso di soldi pubblici. Per questo il mio voto non sarà favorevole».

Ai consiglieri di maggioranza e opposizione ha replicato l’assessore al Bilancio Raffaele Paci. «Una cosa positiva del bilancio armonizzato è che bisogna essere trasparenti – ha sottolineato l’assessore – le spese ci sono sempre state, solo che le risorse necessarie venivano prese da un fondo indistinto, con questo emendamento si cerca di mettere ordine, non c’è solo l’istituzione di un fondo “rischi legali” ma anche di altri fondi. E’ un adempimento obbligatorio. Sono d’accordo sul fatto che l’amministrazione dovrebbe cercare di ridurre preventivamente il fondo anche andando a fare transazioni. C’è la tendenza ad andare in giudizio per evitare i rilievi della Corte dei Conti». Messo in votazione l’articolo 32 è stato approvato con 25 sì e 19 no.

Il Consiglio ha poi iniziato l’esame degli Ordini del giorno presentati che, nell’ordine, riguardano “lo stanziamento dei fondi regionali per le borse di studio” (Deriu e più), “assicurare la necessaria copertura finanziaria all’Arpas per le funzioni di Protezione civile” (Comandini e più), a “procedere, con apposito Disegno di legge della Giunta, alla conclusione della procedura di liquidazione dei Consorzi industriali di interesse regionale” (Zanchetta e più) ed infine a “consentire ai Comuni di poter accedere alle risorse regionali relative ad opere pubbliche in un primo tempo de-finanziate, dopo una verifica sia delle cause di de-finanziamento che delle risorse effettivamente necessarie “ (Lotto e più).

Intervenendo sull’ordine del giorno relativo alle borse di studio, il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha ricordato che, «nei due precedenti anni accademici, cioè fino al 2015, oltre 500 studenti sardi non hanno beneficiato dei contributi per mancanza di fondi e non si sono iscritti all’Università». Vogliamo che questa situazione non si ripeta più, ha concluso, « con raddoppio delle borse di studio in possesso dei requisiti di merito e di reddito; ora non c’è copertura finanziaria ma c’è l’impegno della Giunta ad intervenire in sede di assestamento».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, nel dichiarasi d’accordo con il collega Deriu, ha tenuto a precisare che l’ordine del giorno rappresenta «una censura per maggioranza e per il Pd perché non solo il problema era già contenuto in un precedente ordine del giorno ma la stessa commissione competente aveva votato da tempo una risoluzione sulla materia».

Per il Pd il consigliere Salvatore Demontis ha detto di condividere il contenuto dell’ordine del giorno, auspicando però che «in futuro si possa andare oltre stabilendo per legge che non ci possono essere studenti idonei non beneficiari, e razionalizzando il sistema dei contributi della Regione». La materia, ha proseguito, «richiede poi altri interventi, a cominciare dalla suddivisione per fasce di reddito delle tasse universitarie che ora sono uguali per tutti per proseguire con la revisione delle soglie Isee, cui il Governo nazionale ha provveduto proprio in questi giorni; c’è l’esigenza insomma di rivedere in modo organico al più presto possibile».

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha affermato di essere rimasto «senza parole» ascoltando l’intervento del collega Demontis che, semmai, «doveva essere fatto nel corso di dibattito sulla finanziaria affrontando eventualmente il problema con uno specifico emendamento senza prendere per i fondelli gli studenti universitari; sappiamo tutti che un ordine del giorno non risolve niente mentre voi avevate tutti gli strumenti per intervenire ed invece state rimandando il problema».

Il consigliere di Sdl Gianfranco Congiu ha sottolineato che, nel documento, «manca il riferimento alle risorse da riservare solo agli studenti residenti in Sardegna».

A nome della Giunta, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha espresso parere favorevole «perché giustamente si è fatto riferimento al tema nazionale dell’Isee senza il quale è difficile intervenire, fermo restando che abbiamo trovato una situazione in cui le borse di studio venivano erogare solo al 50% degli eventi diritto ed abbiamo incrementato questa percentuale fino al 65%, faremo di tutto per trovare ulteriori risorse».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha annunciato che l’opposizione non parteciperà al voto perché, ha chiarito, «non vogliamo essere confusi con chi ha mostrato poca chiarezza verso gli studenti».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 31 voti  favorevoli.

Sul secondo ordine del giorno il consigliere Piero Comandini (Pd) ha proposto un emendamento orale con lo scopo di cancellare dal documento l’ammontare della cifra assegnate all’Arpas, suggerendo di puntare sull’importanza dell’impegno politico.

L’emendamento del consigliere Comandini è stato accolto e successivamente l’Aula ha approvato l’ordine del giorno. Subito dopo è stato approvato anche il terzo ordine del giorno sulla liquidazione dei Consorzi industriali di interesse regionale.

Il Consiglio ha quindi iniziato l’esame dell’ultimo ordine del giorno, relativo al de-finanziamento nei confronti dei Comuni di risorse assegnate per la realizzazione di opere pubbliche.

Il consigliere di Sdl Gianfranco Congiu ha espresso una serie di riserve sul testo, sostenendo che «nella sua attuale formulazione determina forti difficoltà interpretative e di applicazione; perciò, in assenza di modifiche, ci asterremo o voteremo contro».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha criticato il documento, che a suo avviso contiene «troppa fantasia per trovare copertura a situazioni così generiche»

Il consigliere del Pd Luigi Lotto ha affermato che, a parte la stesura del testo, «il tema è importante, perché stiamo individuando la platea dei Comuni beneficiari in maniera puntuale; con la finanziaria del 2015 abbiamo alle amministrazioni locali 90 giorni di tempo per ultimare le opere e chiedere la liquidazioni, ma ci sono stati Comuni che per ragioni oggettive e di forza maggiore non hanno rispettato la scadenza o non hanno neanche presentato neanche domanda». Con l’ordine del giorno, ha precisato, «vogliamo solo dire che quanti, alla data stabilita, hanno ultimato le opere possono essere riammessi ai finanziamenti mentre chi le ha finite dopo resta fuori, però dobbiamo prima sapere quanti soldi ci vogliono e la Giunta lo verificherà».

Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha comunicato che, «a seguito di confronto con gruppo proponiamo il ritiro del documento, perché riteniamo sia utile fare prima gli approfondimenti necessari, altrimenti voteremo contro».

La consigliera Daniela Forma, del Pd, ha ricordato che quello di cui si discute «non è argomento sconosciuto perché ne abbiamo parlato negli ultimi mesi ed era stato richiesta l’applicazione della procedura d’urgenza dell’art.102 nel mese di novembre con l’accordo di tutti i capigruppo ed il parere contrario della Giunta, che ponena l’esigenza di quantificare le risorse necessarie». La realtà che abbiamo di fronte, ha aggiunto, «è quella di tanti piccoli Comuni che hanno carenza di personale o hanno ricevuto in ritardo le comunicazioni da parte della Regione; c’è poi una recente nota dell’Anci che fa presente che il prospetto finanziario lo ha l’assessorato ai Lavori pubblici e ci sono resistenze». Ora, ha concluso, «siccome non abbiamo provveduto con questa finanziaria e ci sono anche opere già realizzate e collaudate, è chiaro che almeno questi Comuni non possiamo esporli al dissesto; chiedo il voto favorevole di tutto il Consiglio».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 23 voti favorevoli e 21 contrari.

Al termine di quest’ultimo scrutinio il presidente ha sottoposto al Consiglio la votazione finale sul disegni di legge n.297 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 – Legge di stabilità 2016) e 298 (Bilancio di previsione per l’anno 2016 e bilancio pluriennale per gli anni 2016-2018) che l’Assemblea ha approvato, con 30 voti favorevoli e 15 contrari.

Annunciato l’esame del conto consuntivo del Consiglio regionale, i questori Pier Mario Manca e Alessandro Unali hanno preso posto tra i banchi della Giunta che nel frattempo aveva lasciato l’Aula e il questore Manca, nel ricordare che la relazione è stata approvata dall’intero collegio dei questori (Manca, Unali e Oppi) ha proceduto col darne lettura. Su invito dell’Aula, la relazione si “è data per letta” e Manca ha evidenziato il volume delle spese per il 2016 (71.201.000 euro) e entrate di pari importo, sottolineando che il fabbisogno è garantito dal bilancio regionale, Il questore ha quindi precisato che l’aumento della dotazione rispetto allo scorso anno è giustificata solamente per un minore avanzo di amministrazione. Pier Mario Manca ha quindi concluso riaffermando l’autonomia del Consiglio regionale.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni è intervenuto in tono critico per evidenziare alcune carenze nell’organizzazione (stanze insufficienti, cancelleria, bagni fuori norma) ed ha dichiarato che “il Consiglio è la casa istituzionale del popolo sardo e che come tale deve vedere garantita e salvaguardata la sua dignità”

Il capogruppo di Sdl, Roberto Desini, ha lamentato l’assenza dall’Aula di uno dei tre questori: «E’ un atto di scorrettezza nei confronti dell’intera Assemblea».

Posto in votazione il conto consuntivo (con allegati e prospetti) è stato approvato all’unanimità con 31 favorevoli, così come ha avuto il via libera il bilancio delle attività Corecom 2014.

Posto in votazione il bilancio di previsione, il consigliere del Pd Luigi Ruggeri ha preso la parola per richiamare l’attenzione sulla spesa per i vitalizi, auspicandone la revisione. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi replicato duramente al consigliere Ruggeri, invitandolo ad affrontare il tema nei modi e nelle sedi opportune, evidenziando come il tema dei vitalizi sia all’attenzione di tutti i gruppi sia di maggioranza che di opposizione.

Posto in votazione il bilancio di previsione del Consiglio, corredato degli allegati, dei prospetti e di ogni altro documento necessario, è stato approvato all’unanimità con 34 favorevoli.

Il presidente Ganau ha quindi tolto la seduta ed ha preannunciato la convocazione del Consiglio a domicilio.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

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Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, nelle battute iniziali della seduta di questa mattina, ha comunicato all’Assemblea la presa d’atto da parte della Giunta delle elezioni della decisione del Consiglio di Stato che il 13 novembre scorso ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dal consigliere di Fratelli d’Italia Gianni Lampis contro la sentenza del Tar che lo aveva escluso dall’Assemblea sarda.

Il presidente ha poi rivolto un messaggio di solidarietà al popolo francese e un pensiero speciale a Valeria Solesin, la giovane dottoranda veneziana morta nell’attentato al Bataclan.  «Quanto accaduto a Parigi  lo scorso venerdì sconcerta e addolora – ha detto Gianfranco Ganau – i drammatici e sanguinosi attentati compiuti da miliziani dello Stato islamico che hanno sconvolto la capitale francese e con essa l’Europa e l’intero Occidente, lasciano un triste quanto terribile bilancio: 129 morti, oltre 350 feriti. Un attacco senza precedenti da parte del terrorismo fondamentalista islamico, feroce e mirato a distruggere quei valori di civiltà, democrazia, libertà e pace, così duramente conquistati».

Il presidente ha poi proseguito auspicando unità, determinazione e impegno costante contro ogni forma di estremismo «perché la pace fra i popoli è un percorso lungo, difficile ma obiettivo primario da raggiungere e alimentare costantemente. Prima la tragedia del 7 gennaio con la strage alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e ora gli attacchi del 13 novembre. L’assalto all’Europa continua e la repressione messa in atto finora non è riuscita ad intimorire le cellule dell’Isis – ha detto ancora Ganau – il Califfato è attrattivo e affascina, ma soprattutto continua a reclutare. La violenza e la pericolosità di quanto accaduto impone uno sforzo ulteriore per garantire la sicurezza dei cittadini e la loro incolumità. “Estirpare la capacità di attrazione del terrorismo” – ha dichiarato ieri il ministro Gentiloni alla Camera riferendo in aula dopo la strage di Parigi -, deve essere l’obiettivo dell’Europa unita. “Li combatteremo, non dichiarando guerra all’Islam” – ha detto ancora il ministro degli Affari Esteri -, un principio che mi sento di condividere appieno perché è questo il vero pericolo che si rischia di correre: un vortice di violenza e terrore che porterà ancora morte e distruzione. Credo che la morte e l’orrore di questi ultimi giorni impongano a noi tutti una seria riflessione su quale siano le strategie da attuare. Ricordiamo che l’Isis colpisce anche  le centinaia di migliaia di persone in fuga dalla Siria e dall’Iraq, non terroristi ma vittime, ricordiamo Beirut, appena un giorno prima la strage di Parigi,  dove hanno perso la vita  43 persone e 239 sono rimaste ferite». 

Il presidente ha quindi rivolto un pensiero speciale alla giovane dottoranda veneziana Valeria Solesin, morta nel corso degli attentati al Bataclan. «Ai suoi genitori, alla loro dignità e compostezza nel terribile dolore per la morte di una figlia, esprimiamo tutto il nostro cordoglio. Alla Francia e al suo popolo – ha concluso il Ganau – quest’Assemblea esprime tutta la propria vicinanza».

Su invito del presidente, il Consiglio ha quindi osservato un minuti si silenzio in memoria delle vittime degli attentati di Parigi e delle persone morte un anno fa in Sardegna a causa del ciclone Cleopatra.

Successivamente l’Aula ha iniziato la discussione, in base all’art. 102 del Regolamento, della Proposta di legge n. 279 (“Differimento del termine di entrata in vigore della centrale unica di committenza”), firmata da tutti i capigruppo.

Il relatore Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha ricordato in apertura l’aggancio alla legge Del Rio operato dal Consiglio con un emendamento che fissava la scadenza a novembre e determinando di fatto, ha ricordato, «una situazione in cui i Comuni non possono più bandire gare d’appalto, fare concorsi ed avviare i cantieri di lavoro, in pratica le amministrazioni sono totalmente bloccate» Il testo, quindi, «è molto urgente, mentre dal prossimo anno è opportuno che la Regione intervenga tenendo conto sia delle necessità dei Comuni che, soprattutto, delle esigenze reali dei cittadini».

Il consigliere Gianmario Tendas, anch’egli del Pd, ha messo in luce l’aspetto riguardante i limiti temporali indicati a suo tempo per le centrali uniche di committenza sottolineando che «tale atto non era in effetti obbligatorio come confermato dall’autorità nazionale anti-corruzione rispondendo ad un quesito della Regione Friuli Venezia Giulia, che esclude dall’applicabilità della norma le Regioni a Statuto speciale». «Va bene quindi la proroga che consente l’utilizzo immediato delle risorse – ha sostenuto – ma per il futuro è opportuna una riflessione più ampia».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha affermato che il provvedimento interviene su un problema reale precisando però che «non è vero che i Comuni sono tutti nelle stesse condizioni, in effetti si sta allineando verso il basso la situazione degli Enti locali mentre sarebbe meglio tenere conto dei comportamenti virtuosi anche introducendo meccanismi di premialità».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha detto che, a suo avviso, «il provvedimento è utile ed è stato sollecitato più volte dall’Anci, perché buona parte dei Comuni che non hanno attivato per tempo le procedure previste ed in attesa della riforma degli Enti locali le amministrazioni rischiano il blocco dell’attività e soprattutto il blocco della spesa dei fondi europei». «Piuttosto – ha concluso – bisognava intervenire qualche settimana fa prima della scadenza del termine».

A nome della Giunta l’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro ha espresso parere positivo. Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli con 53 voti favorevoli.

Subito dopo è iniziato l’esame dell’art. 1.

Il consigliere Walter Piscedda (Pd) ha annunciato il ritiro dei suoi emendamenti ricordando che il suo Comune ha costituito la centrale unica e lamentando il fatto che «ogni volta che i Comuni sono in ritardo si fa una norma tampone; tutti conoscevano la scadenza e sarebbe stato utile un segnale in direzione della premialità».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) si è detto contrario alla tesi di Piscedda perché, a suo avviso, «il meccanismo di premialità e penalità non avrebbero trovato spazio; l’Anci ha ricordato con preoccupazione le grandi difficoltà dei Comuni ed introdurlo sarebbe stato un segnale fortemente negativo».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha osservato che «forse anche la Regione non sa sempre cosa deve fare ed in quali tempi; la chiarezza farà bene anche ai Comuni».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha dichiarato che il termine del 31 gennaio può andare bene in situazioni di emergenza ma, ha precisato, «proprio gennaio è un mese difficile sia per la Regione che per i Comuni perché è un grande incrocio di complesse questioni finanziarie e contabili, sarebbe dunque meglio il 28 febbraio, sia per la Regione che per i Comuni».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è espresso in modo crtico nei confronti delle dichiarazioni del collega Piscedda «che ha fatto bene a ritirare emendamenti che non sarebbero stati adatti in questi casi; tutti i Sindaci hanno grandissimi problemi per le amministrazioni a causa della confusione legislativa di questo momento e stupisce che proprio un Sindaco abbia fatto una dichiarazione del genere».

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) ha detto, da sindaco, di sentirsi «offeso». «I Comuni sardi –ha aggiunto – stanno aspettando una parola definitiva dalla Regione sulla riforma degli Enti locali e, sul piano amministrativo, le cose non stanno come dice Tendas perché si possono fare acquisti ma non bandire gare d’appalto».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha osservato che la questione all’attenzione del Consiglio «è solo quella della proroga al 31 dicembre perché dal primo gennaio cambierà tutto con la legge di stabilità; in questo mese e mezzo dobbiamo intervenire per consentire ai Comuni di operare correttamente nei loro ambiti, sotto questo profilo gennaio è una soglia di sicurezza». «La riforma degli Enti locali – ha concluso – dovrà disciplinare autonomamente anche questo aspetto per dare a tutti certezze per il futuro».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento orale proposto dalla consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda sull’allungamento della scadenza alla fine di febbraio. Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha invitato la consigliera Zedda a ritirare l’emendamento e la consigliera Zedda ha accolto la richiesta.

Chiarito questo aspetto procedurale, il Consiglio ha esaminato ed approvato i 2 articoli della legge e, con 55 voti favorevoli, il testo finale del provvedimento.

Il presidente del Consiglio ha quindi concesso la parola al relatore della Pl 275 Disposizioni in tema di anticipazioni finanziarie a favore dei Gruppi di azione locale” per illustrarne forma e contenuto. Il consigliere Piero Comandini (Pd) dopo aver rivolto parole di ringraziamento ai colleghi e a tutti i capigruppo per la sottoscrizione della proposta che ha come obiettivo quello di garantire le anticipazioni finanziarie a favore dei Gal, previste dall’articolo 9 della legge finanziaria 2015. «Le anticipazioni ai Gal – ha spiegato l’esponente della maggioranza – non sono state erogate in quanto, in fase attuativa del fondo, l’organismo pagatore Agea ha manifestato l’impossibilità di attivare il flusso dei pagamenti così come indicato al comma 2 della stessa previsione normativa». «Agea – ha proseguito Comandini – ha, infatti, segnalato l’impossibilità per i Gal di rilasciare procura irrevocabile all’incasso del contributo pubblico a favore della Sfirs da notificare alla stessa Agea, in quanto la procura comporta che i benefici dell’agevolazione vengano direttamente o indirettamente trasferiti ad un altro soggetto giuridico diverso dai Gal, che non risulta beneficiario, e pertanto non è rimborsabile da Agea».

Il consigliere dei democratici ha quindi ricordato il ruolo dei Gal per la spendita delle risorse comunitarie della precedente programmazione ed ha sottolineato che l’approvazione del provvedimento non comporterà alcun onere aggiuntivo per l’amministrazione regionale.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha espresso perplessità sulle motivazioni addotte da Agea ed ha dichiarato: «La Sfirs è titolare di una procura irrevocabile». L’esponente della minoranza ha lamentato che la Giunta “sembra inchinarsi alle volontà di Agea” e più in generale “alla burocrazia”. Marco Tedde ha concluso auspicando una riflessione su atteggiamenti e comportamenti dell’Agenzia per l’erogazione in agricoltura.

Il consigliere del gruppo “Sovranità, democrazia, lavoro”, Pier Mario Manca, nell’esprimere favore alla proposta illustrata dal consigliere Comandini ha colto l’occasione per rimarcare l’urgenza della istituzione del soggetto pagatore in Sardegna «così da non dipendere più da Roma e da Agea».

Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, ha espresso favore alla Pl 275 e ribadito la necessità di un superamento “del problema delle anticipazioni ai Gal, anche per scongiurare il blocco delle attività di sviluppo locale condotte dai Gal della Sardegna”. Il consigliere della maggioranza ha concluso con l’auspicio che le cifre destinate come anticipazione siamo trasformate “in fondo di rotazione“ e le procedure utilizzate anche con la nuova programmazione.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha dichiarato voto favorevole alla proposta Comandini ed ha sollecitato la presentazione di un documento in Consiglio, anche con le procedure d’urgenza, per dare operatività all’ente pagatore sardo.

A seguito del parere favorevole alla Pl 275 dichiarato dalla Giunta il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, dopo aver riscontrato l’assenza di iscritti a parlare ha posto in votazione l’articolo 1 Modifiche all’articolo 9 della legge regionale n. 5 del 2015 (Concessione di anticipazioni ai Gruppi di azione locale)” che è stato approvato e così è stato per l’articolo 2 “Entrata in vigore”.

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, intervenendo per dichiarazione di voto ha espresso favore per la Pl 275 ed ha manifestato rammarico per l’impossibilità, vista l’assenza dall’Aula, di avere rassicurazione dall’assessore dell’Agricoltura sui tempi per dare piena operatività all’ente pagatore sardo.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha sollecitato la riforma di tutti gli enti e delle agenzie del comparto agricolo ed ha auspicato l’intervento “diretto” del presidente della Giunta per accelerare l’istituzione dell’ente pagatore sardo per le agevolazioni in Agricoltura.

Il consigliere Piero Comandini è intervenuto per dichiarare il voto a favore del gruppo del Pd.

Il consigliere dei democratici, Antonio Solinas, ha ricordato, invece, le resistenze manifestate nel corso della precedente legislatura dall’allora direttore Argea per svolgere i compiti di organismo pagatore in Sardegna.

Il presidente del Consiglio ha quindi aperto la votazione sul testo finale della legge che è stata approvata all’unanimità con 54 voti. 

L’Aula è quindi passata all’esame dei documenti n. 10 “Richiesta di parere sul disegno di legge costituzionale n. 895 relativo a Modifica degli articoli 18 e 43 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia elettorale e di ordinamento degli enti locali” e n.13 “Richiesta di parere sulla proposta di legge costituzionale n. 3212 recante Modifiche alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna)”.

Il presidente della Commissione Autonomia Francesco Agus ha spiegato che i due documenti sono stati esaminati dal parlamentino da lui presieduto contestualmente al Disegno di legge di riordino degli enti locali.

Francesco Agus ha manifestato la necessità di un supplemento di discussione e di un confronto con i relatori delle due proposte di legge di modifica dello Statuto, chiedendo un rinvio in commissione dei due documenti e la convocazione di una serie di audizioni con i presentatori dei testi parlamentari.

 Sulla richiesta di rinvio, è intervenuto il consigliere Tedde che ha espresso perplessità sulla posizione del presidente Agus: «Non capisco il motivo di un rinvio – ha sottolineato Tedde – ci sono tempi che devono essere rispettati. Per uno dei pareri siamo già in ritardo. Non vedo nel merito una motivazione valida».

Marco Tedde ha poi ricordato che l’articolo 43 dello Statuto, così come formulato, blocca le riforme: «I contenuti della proposta di legge costituzionale si possono discutere perché vanno nella direzione di un miglioramento dello Statuto e introducono modifiche di buon senso – ha affermato Tedde – sarebbe stato più utile che i proponenti si fossero confrontati con la Giunta e con il Consiglio».

Il consigliere dell’Uds Mario Floris  ha definito “singolare” la proposta del presidente della Commissione Autonomia. «E’ necessario aprire la discussione su argomenti di fondamentale importanza – ha rimarcato Floris – siamo di fronte a un atteggiamento contradditorio: prima si dice che le riforme costituzionali si intersecano con la riordino degli Enti Locali e poi si chiede il rinvio in Commissione Autonomia dei documenti. Una Commissione, tra l’altro, che si riunisce da tempo senza la minoranza»

Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha invece detto di condividere la richiesta del presidente Agus: «I provvedimenti vanno discussi nel merito – ha detto Cocco – non capisco perché non si debbano sentire i parlamentari. I due provvedimenti saranno all’esame di Camera e Senato, è una questione delicatissima. Arrivare in Aula con un parere più tecnico che di sostanza non va bene. Giusto il rinvio in Commissione».

Per il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni «il problema non è di poca entità, dobbiamo esprimere un parere su alcune modifiche statutarie che toccano l’autonomia e le istituzioni regionali. La Commissione lavora senza la minoranza, è necessario fare un passo indietro e ragionare con attenzione su questi argomenti».

Attilio Dedoni ha poi ricordato che giace da tempo in Consiglio la proposta di una legge costituzionale sarda. «Accettiamo che il Parlamento nazionale ci tagli un abito su misura – ha detto il consigliere di minoranza – non diamo risposte alle aspettative del popolo sardo. Prima di presentare una legge a livello nazionale occorre confrontarsi con il Consiglio».

Angelo Carta, capogruppo Psd’Az, si è detto sorpreso dalla lettura dei pareri. «La Commissione Autonomia prima esprime parere positivo e poi dice che si tratta di un argomento non più attuale – ha affermato Carta – lo Statuto sardo è figlio di nessuno, il primo che si alza la mattina propone una modifica. C’è l’esigenza di occuparsi della Carta della Sardegna e di discutere la proposta di istituzione dell’Assemblea Costituente, unica strada per evitare incidenti come questo. I parlamentari sardi non sanno quale strada prendere».

Il presidente della Commissione Autonomia Francesco Agus ha precisato che è stato dato parere positivo sulla proposta di modifica dell’art. 43 dello Statuto. «Ciò che non è più attuale è la parte che prevede lo svolgimento delle elezioni regionali contestualmente a quelle nazionali ed europee. Il rinvio in Commissione non è una frustrazione ma consentirebbe una discussione più ampia».

Emilio Usula, capogruppo di Soberania e Indipendentzia ha espresso parere favorevole alla richiesta di rinvio in Commissione dei due provvedimenti: «Le parole di Agus mi convincono della necessità di un allargamento del dibattito. Sarebbe utile sentire tutte le forze politiche anche quelle non rappresentate in quest’aula».

Il presidente ha quindi messo in votazione la proposta di rinvio in Commissione dei documenti n.10 e 13 che è stata accolta dal Consiglio.

Subito dopo l?Assemblea ha iniziato la discussione della mozione n. 200 (Zanchetta e più) “Sulla necessità di ottenere dal Governo nazionale il riconoscimento di La Maddalena quale sede del vertice G7 del 2017, per l’avvio dell’immediato intervento di recupero e riqualificazione delle opere già realizzata per il “Grande Evento” relativo alla Presidenza italiana del G8 del 2009 e procedere alla non più differibile riconversione economica e sociale dell’isola, già sancita dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 dicembre 2007”.

Il presidente ha quindi dato la parola al primo firmatario, il capogruppo del Cps Pierfranco Zanchetta, per illustrare il contenuto della mozione.

In apertura il consigliere Zanchetta, pur comprendendo l’irritualità della proposta, ha manifestato la necessità di discutere la mozione alla presenza del presidente della Regione, «per il suo alto contenuto politico – ha sottolineato – ma anche per i significati di riscatto morale, economico e sociale che riguardano l’isola di La Maddalena». «Del resto – ha concluso – il fatto che la mozione sia stata sottoscritta da tutti i capigruppo rafforza l’iniziativa della Regione sul Governo nazionale per tenere il prossimo G7 a La Maddalena».

Il presidente Ganau ha definito la proposta irrituale, anche perché potrebbe costituire un precedente delicato, posto che qualunque consigliere potrebbe chiedere per la discussione di mozioni, interrogazioni od interpellanze, la presenza del presidente della Regione il quale, ovviamente, non può sempre garantire la sua partecipazione ai lavori dell’Aula. E’ preferibile, ha aggiunto, rinviare la discussione della mozione ad altra data ma su questo è necessario che si esprima il Consiglio.

Non essendo state espresse posizioni contrarie, l’Assemblea ha approvato la proposta di rinvio.

Successivamente, il presidente ha ricordato che il punto successivo all’ordine del giorno riguarda l’elezione di tre rappresentanti della Regione nel consiglio di amministrazione dell’Ersu di Cagliari, osservando che nella giornata odierna scade il termine per l’esercizio dei poteri sostitutivi. Il presidente ha chiesto quindi all’Aula di verificare la possibilità di procedere la votazione e, in attesa dell’esito dei necessari approfondimenti, ha sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha chiuso la seduta riconvocando il Consiglio per mercoledì prossimo alle ore 10.00.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

 

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Consiglio regionale 2 copia

Stamane il Consiglio regionale ha approvato i primi 5 articoli del Dl 202 della Giunta regionale sulla trasformazione in agenzia del Consorzio “Sardegna ricerche”.

Il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge istituito con legge regionale 21/85 (Istituzione di un fondo per l’assistenza alle piccole e medie imprese, in attuazione dell’art. 12 della Legge 268/74). Il presidente, Gianfranco Ganau, ha quindi dato la parola al relatore di maggioranza, il consigliere di Sdl Pier Mario Manca.

Nella sua relazione, Manca ha ricordato l’esigenza più volte manifestata dalla Corte dei conti di trasformare il consorzio in Agenzia ed in effetti, ha sottolineato, «negli anni la struttura ha perduto la sua fisionomia originaria; il provvedimento, inoltre, appare in linea con l’esigenza di contenere i costi riordinando il contesto degli organismi di ricerca che fanno capo alla Regione senza spese aggiuntive». Su quest’ultimo punto, ha aggiunto Manca, «sono stati espressi in commissione alcuni rilievi per ciò che concerne il personale, rilievi manifestati in modo analogo anche dai consiglieri della minoranza».

Il consigliere Ignazio Locci, sull’ordine dei lavori, ha osservato che gli emendamenti al Disegno di legge non sono stati messi ancora a disposizione dall’Aula.

Il presidente Ganau ha assicurato che i documenti saranno messi a disposizione del Consiglio quanto prima. Il presidente ha quindi dato la parola al relatore di minoranza, il consigliere Gianluigi Rubiu, capogruppo di Area Popolare Sardegna.

Gianluigi Rubiu ha ripercorso in apertura le vicende più significative di Sardegna Ricerche ricordato affermando che nel tempo la struttura ha assunto un ruolo crescente al servizio del sistema delle imprese. «Ma il provvedimento – ha lamentato – suscita non poche perplessità, la governance passa da gestione democratica ad una monocratica di diretta espressione della politica e ciò esprime la chiara volontà di creare un ennesimo ente regionale a disposizione della Giunta; sul personale, d’altra parte, non è specificato il tipo di contratto da applicare al personale dell’ente e manca ogni riferimento all’anzianità di servizio di molte figure professionale». Si tratta di una ambiguità che, ad avviso di Rubiu, «merita un rigoroso approfondimento giuridico, date alcune precedenti esperienze regionali di segno negativo; esiste insomma un concreto rischio di impugnazione di questa legge, con oneri aggiuntivi a carico della Regione».

Il consigliere Piero Comandini (Pd) ha affermato che il problema può essere affrontato in modo burocratico, facendo riferimento alla trasformazione del consorzio 21, o capire opportunità contenute nel potenziamento di Sardegna Ricerche. «Questa è l’ottica giusta – ha dichiarato Comandini – per potenziare le funzioni di Sardegna Ricerche e valorizzare ruolo della struttura; quello di Pula è il primo parco tecnologico d’Italia con oltre 600 ricercatori, un fiore all’occhiello del sistema Regione, questa è l’idea della Giunta e della maggioranza».  «Siamo consapevoli – ha riconosciuto l’esponente del Pd – che certi modelli di sviluppo sono soggetti a dinamiche internazionali molto complesse ma, proprio per questo, quella di puntare su ricerca ed innovazione è una scelta vincente che consente alla Sardegna di essere un volano del sistema Italia; la legge, in definitva, contiene risposte ai quesiti della Corte dei conti ma politicamente conta di più la volontà di riordinare il sistema della ricerca nella prospettiva del rilancio dell’economia regionale».

Il consigliere Chistian Solinas (Psd’Az) ha premesso che «non è facile intervenire in questo clima,perché  la politica non può smarrire il proprio ruolo rispetto a quello che sta succedendo e lasciare che circolino tante voci sulla sentenza del Consiglio di Stato; le sentenze si rispettano ma un parlamento non può accettare senza dire nulla che un organo della magistratura disponga in materia della sua composizione, serve perciò un approfondimento in una sede da individuare, che potrebbe essere quella dei capigruppo, però procedere in queste condizioni non consente di svolgere il ruolo del parlamento sardo con serenità».

Il presidente ha ribadito che la sentenza non è pervenuta, confermando che se dovesse arrivare si procederà di conseguenza ma al momento, ha precisato, «i lavori del Consiglio possono continuare».

Riprendendo il suo intervento ed affrontando il merito, il consigliere Solinas ha osservato che «in parte il provvedimento risponde ai rilievi della Corte dei conti ma in un’altra parte procede in senso contrario acquisendo il personale in modo indiscriminato al sistema Regione; nei fatti, pur non discutendo le professionalità presenti all’interno di Sardegna Ricerche, il personale passerebbe da un contratto privato ad un pubblico e a questo punto occorre chiedersi cosa farà la Regione quando qualcuno dovesse chiedere la mobilità, con quale qualifica sarà considerato, come sarà possibile conciliare questa norma con quella sulla mobilità interna alla Regione». «Si determinerebbe poi – ha prospettato Solinas – un aumento di organico senza una programmazione a monte,  creando un problema peggiore di quello che si vorrebbe risolvere, senza dimenticare che lo stesso problema si riproporrà a breve con l’Ente Foreste che si sta trasformando in Agenzia». «E’ necessario insomma – ha concluso Solinas – un chiarimento complessivo sul mare magnum degli enti regionali perché altrimenti si procederà con una eccessiva discrezionalità che provocherà poi un contenzioso ingestibile».

Il presidente Ganau ha dato la parola a Marco Tedde (Forza Italia): «Si tratta di una legge che presenta molte zone d’ombra che incideranno su un ente strategico per la Sardegna». «L’azzeramento dei vertici – ha affermato Tedde – ci fa pensare alla volontà politica di mettere l’ente sotto lo stretto controllo della Giunta regionale». Il consigliere ha poi accusato la maggioranza di non aver portato avanti politiche a favore dell’innovazione e della ricerca, «diversamente da quanto fatto dalla Giunta Cappellacci fino al 2013 attraverso il finanziamento della legge 7 del 2007».

Per il vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, la fretta porta a commettere errori. Il consigliere ha auspicato di rinviare la riforma dell’ente al progetto complessivo di riforma degli enti locali. Per Zedda non solo questa legge non porterà risparmi o miglioramenti di risultati, ma, se non verrà modificato l’articolo 8 sul personale, si «creerà un grande pasticcio».

L’esponente della minoranza ha chiesto alla Giunta di dire chiaramente se vuole investire ancora in ricerca e innovazione oppure no, ricordando all’assessore Paci che quando c’era la Giunta Cappellacci l’Università di Cagliari “aveva preteso” ingenti risorse per la ricerca di base.

Il vice presidente Eugenio Lai ha assunto la guida dell’Aula e ha dato la parola al capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, il quale ha sottolineato che le «turbolenze dovute alla sentenza del Consiglio di Stato creeranno qualche problema».

Per l’esponente della minoranza questa legge non darà un nuovo impulso all’attività di ricerca: «Credo che le riforme non debbano essere fatte a spezzatino come propone questa Giunta regionale». Secondo Dedoni bisogna avviare una riorganizzazione organica della Regione anche i benefici per la Sardegna.

Il vice presidente Lai ha poi dato la parola al consigliere Stefano Tunis (Forza Italia). Per l’esponente della minoranza non è comprensibile che si impegni il tempo del Consiglio regionale per modificare la natura giuridica di un ente, quanto l’Isola soffre una crisi mai vista. Per Tunis, visto che con tale modifica non cambia nulla, «si potrebbe pensare che alla base di questo provvedimento ci siano problemi politica e non di risultato». Il consigliere ha poi concluso affermando che la Giunta è interessata a occupare posti di potere.

Lai ha, poi, dato la parola all’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, il quale ha, da subito, sottolineato che non si tratta di occupare posti di potere, visto che non è neanche previsto un Cda. L’obiettivo della legge, ha affermato, è di riordinare un tema importante ridefinendo la natura giuridica di Sardegna ricerche, come chiesto dalla Corte dei Conti. Paci ha affermato di avere accolto diverse osservazioni, «soprattutto quelle degli onorevoli Rubiu e Zedda», e di averle inserite all’interno degli emendamenti della Giunta. L’assessore ha ribadito che non c’è alcuna volontà di trasformare i dipendenti di Sardegna ricerche in dipendenti regionali e che manterranno il loro contratto. Per Paci con questa legge si fa un passo avanti proseguendo il lavoro positivo fatto negli ultimi anni dall’ente e dalla sua presidente, con l’obiettivo di rafforzare il sistema della ricerca in Sardegna.

Il vice presidente di turno dell’assemblea, Eugenio Lai, ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli, che è stato approvato dall’Aula, ed ha concesso la parola al capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, per la discussione generale sull’articolo 1.

Il consigliere Fabrizio Anedda ha lamentato i carenti servizi alle imprese garantiri da “Sardegna Ricerca” nel corso degli anni, a fronte di un cospicuo assorbimento di risorse regionali a valere sui capitoli di bilancio di competenza del Lavoro. «Auspico – ha concluso l’esponente della maggioranza – che con il passaggio al controllo diretto dell’assessorato della Programmazione migliorino i servizi per le imprese e ci sia un più efficace del personale».

Posto in votazione l’articolo 1 (Trasformazione del consorzio “Sardegna Ricerche” nell’agenzia regionale “Sardegna Ricerche e finalità”) è stato approvato con 27 voti favorevoli e uno contrario.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, è quindi intervenuto per dichiarare che la mancata partecipazione al voto dei consiglieri della minoranza è giustificata da “ragioni politiche” e non derivante da assenze.

Il vicepresidente Lai ha proseguito con la votazione dell’articolo 2 (Compiti dell’agenzia “Sardegna Ricerche”) che è stato approvato con 27 voti a favori e 17 contrari.

La consigliere di Forza Italia, Alessandra Zedda, intervenendo in sede di discussione dell’articolo 3 (Organizzazione s statuto dell’agenzia “Sardegna ricerche”) ha sottolineato che al comma 2 si prevede che sullo statuto il Consiglio debba limitarsi al parere, così  come avviene per una ordinaria delibera, ed ha rivolto la richiesta all’assessore della Programmazione perché “fornisca chiarimenti in ordine ai tempi e alla metodologia di approvazione delle statuto dell’agenzia”.

Il consigliere Stefano Tunis (Fi) ha espresso perplessità sulla formulazione del comma 1 dell’articolo 3 in ordine all’inquadramento del personale di “Sardegna ricerche” laddove si fa riferimento alla legge regionale 31 (disciplina del personale e dell’organizzazione degli uffici della Regione). «Bene i chiarimenti forniti dall’assessore Paci – ha affermato l’esponente della minoranza – quando afferma di non voler inquadrare il personale all’interno dell’amministrazione regionale ma la norma è scritta molto male e si presta a confusione». «Per tali ragioni – ha concluso Tunis – propongo un emendamento orale soppressivo del comma 1 dell’ articolo 3».

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha rimarcato l’assenza di un riferimento temporale sul termine di approvazione dello statuto da parte della Giunta regionale. L’esponente della minoranza ha quindi denunciato il rischio di creare «confusione tra l’impianto complessivo della norma in esame e quanto previsto nell’articolo 3 della stessa».

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha affermato, rivolgendosi all’assessore Paci, che «il malvezzo della Giunta di scrivere gli statuti degli enti e delle società regionali non giustifica il fatto che anche quello di “Sardegna ricerche” debba essere scritto dall’esecutivo». «Lo statuto non è un mero atto di organizzazione – ha affermato l’esponente della minoranza – ma va inquadrato tra le competenze esclusive del Consiglio regionale». Christian Solinas ha concluso affermando di condividere la proposta formulata dal suo collega Tunis ed ha rimarcato la formulazione equivoca del comma 1 dell’articolo 3 in riferimento all’inquadramento del personale dell’agenzia.

La consigliere di Fi, Alessandra Zedda, ha preannunciato il voto contrario ed ha invitato l’assessore Paci a trovare una formula per garantire il parere di merito della competente commissione sullo statuto dell’agenzia.

L’assessore della Programmazione, ha però invitato il Consiglio ad approvare l’articolo 3 così come formulato nel testo all’esame dell’Aula («evitiamo ulteriori appesantimenti burocratici»).

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha preannunciato la non partecipazione al voto: «Il malvezzo non può diventare la norma nella nostra Regione».

Dopo il ritiro della proposta orale del consigliere Tunis, posto in votazione l’articolo 3 è stato approvato con 26 voti a favore e 13 contrari.

In sede di discussione dell’articolo 4 (Organi dell’agenzia “Sardegna ricerche”) il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, ha espresso perplessità sulla prevista figura del direttore generale che accorperebbe la figura del direttore di servizio.

Posto in votazione l’articolo 4 è stato approvato con 27 voti favorevoli; 3 contrari e un astenuto. La consigliere di Fi, Alessandra Zedda, ha sottolineato che la mancata partecipazione al voto dei gruppi di minoranza deriva da ragioni politiche e non da assenze.

Il vice presidente Lai, ha quindi aperto la discussione sull’articolo 5 (Direttore generale) ed ha annunciato la presentazione di due emendamenti: il n. 9, sostitutivo parziale proposto dalla giunta regionale e il n.4 (Alessandra Zedda, Fi) aggiuntivo.

Il relatore, Pier Mario Manca (Sovranità, democrazia, lavoro) ha dichiarato parere favorevole all’emendamento n. 4 ed ha invitato al ritiro i presentatori dell’emendamento aggiuntivo n. 9

Per il parere della Giunta, è intervenuto l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, che ha precisato che l’emendamento n. 4, così come formulato, tiene conto delle osservazioni della minoranza e ricomprende il contenuto dell’emendamento n. 9.

La consigliere Alessandra Zedda (Fi) ha quindi comunicato il ritiro dell’emendamento n. 9 ed ha rimarcato l’opportunità di ricercare in prima istanza, la figura del direttore generale, tra i dirigenti della Regione e successivamente attraverso una selezione pubblica.

Posto in votazione l’emendamento n. 9 che sostituisce il comma 5 dell’articolo 5 con la seguente dicitura: il direttore generale è scelto tra il personale dirigente del sistema regione o, con procedura ad evidenza pubblica, tra persone di comprovata esperienza e competenza pertinenti alla funzioni da svolgere e che abbiano ricoperto, per almeno cinque anni, incarichi dirigenziali di responsabilità amministrativa, tecnica e gestionale in strutture pubbliche o private; è stato approvato con 26 voti  favore; 3 contrari e 12 astenuti.

Di seguito l’Aula ha approvato con 27 voti a favore; 8 contrari e sei astenuti l’articolo 5.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha posto come pregiudiziale per il proseguo della seduta un chiarimento e una verifica circa la notifica della sentenza del Consiglio di Stato sulla decadenza di quattro consiglieri regionali ed ha chiesto al vice presidente della Giunta, Paci se corrispondesse al vero l’avvenuta notifica della sentenza presso gli uffici della presidenza della Giunta. Pittalis ha inoltre invitato la presidenza dell’assemblea a verificare se vi siano state notifiche presso l’avvocato del Consiglio regionale.

Il vice presidente Eugenio Lai ha confermato che non risultato notifiche formali presso gli uffici del Consiglio regionale e l’assessore Paci ha rassicurato che il presidente della Giunta seguirà le disposizioni di legge e il corretto iter qualora la sentenza fosse notificata. Paci ha anche precisato di non poter fornire informazioni più puntuali in quanto presente in Aula e non negli uffici della Regione.

Il vice presidente Eugenio lai ha quindi sospeso per alcuni minuti la seduta e alla ripresa dei lavori ha confermato che la sentenza del Consiglio di Stato non è stata notificata alla Regione.

Aperta la discussione sull’articolo 6 (Organo di controllo) il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha evidenziato la necessità di sanare, in sede di coordinamento tecnico del testo di legge, la presunta incongruenza tra quanto stabilito nell’articolo 5 e quanto approvato al comma 1 dell’articolo 3 in merito alle procedure per l’individuazione direttore generale.

L’assessore Paci ha dichiarato che «la sostanza è salvaguardata» ed ha rimandato a opportune verifiche in sede di coordinamento tecnico.

Posto in votazione l’articolo 6, la seduta è stata sospesa per trenta minuti per mancanza del numero legale in Aula.

Alla ripresa dei lavori, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dichiarato conclusi i lavori della mattinata e ha convocato la conferenza dei capigruppo, annunciando che il Consiglio si riunirà questo pomeriggio.

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«Il nuovo gruppo di Sdl è la sintesi di un anno di lavoro in cui ci siamo impegnati a fondo per compattare tutte le forze che, partendo dal concetto di sovranità, intendono valorizzare al massimo l’esperienza di governo della Regione.»

Lo ha dichiarato il segretario nazionale del Partito dei sardi Franciscu Sedda, presentando in una conferenza stampa il nuovo gruppo consiliare “Sovranità, democrazia e lavoro”, formato da consiglieri provenienti da Centro Democratico e Partito dei Sardi con l’adesione tecnica dell’esponente di Sinistra sarda Alessandro Unali.

«La volontà comune sui temi della sovranità – ha proseguito Sedda – è costruita su obiettivi alti e risultati concreti: domani sarà una giornata storica perché la Giunta regionale approverà il disegno di legge per la costituzione dell’agenzia sarda delle entrate che prevede la riscossione diretta in Sardegna di tutti i tributi compartecipati, da qui parte una nuova stagione di autonomia che attribuisce alla Regione la competenza esclusiva sulla politica economica e fiscale.»

«Le tre parole che danno il nome al nuovo gruppo – ha osservato il segretario regionale del Centro democratico Nicola Selloni – sono tutte bellissime ed esprimono al meglio la nostra visione della politica, vicina alla gente ed ai suoi problemi di ogni giorno; noi badiamo alla sostanza e con questo approccio ci proponiamo come secondo partito della coalizione alla quale ribadiamo la nostra lealtà, senza accettare prevaricazione e senza fare sconti a nessuno.»

In questo periodo siamo maturati, ha aggiunto il consigliere Pier Mario Manca: «Il lavoro quotidiano in Consiglio regionale ci ha fatto capire che per incidere sulle grandi scelte ci vogliono sia la capacità di costruire alleanze che di allargare il consenso sulle proposte, un contesto complesso in cui anche il numero diventa sostanza». «Manteniamo buoni rapporti con tutti – ha detto ancora Manca – anche se dai Rossomori ci separano alcune cose, noi preferiamo una politica pragmatica, fondata sulle cose reali, proiettata verso un allargamento della nostra base di azione».

Roberto Desini, presidente del nuovo gruppo “Sovranità, democrazia e lavoro”, ha poi sottolineato che «quella di oggi è la prima tappa di un percorso avviato da tempo, caratterizzato sia dalla scelta coraggiosa in occasione della scelta dei grandi elettori per l’elezione del Capo dello Stato, sia soprattutto dalla sottoscrizione di emendamenti comuni alle leggi più significative approvate dal Consiglio regionale; ora siamo il secondo partito della coalizione, abbiamo in corso interlocuzioni importanti con altri settori del Consiglio e molte affinità con i colleghi di Sel».

«All’interno della maggioranza, nei confronti del Pd ed in particolare del presidente Francesco Pigliaru che riconosciamo come capo della coalizione – ha chiarito Desini – il nostro ruolo non sarà quello di creare o alimentare contrapposizioni ma quello di costruire per migliorare l’efficacia dell’azione di governo; a questo proposito ritengo che, dato il difficilissimo momento che la Sardegna sta attraversando, il Consiglio regionale debba ridurre al minimo la sospensione estiva, abbiamo da approvare leggi importanti come quella sulla sanità (il mandato dei commissari scadrà ad agosto) e non possiamo perdere tempo.»

«La nostra iniziativa – ha evidenziato il consigliere Augusto Cherchi – nasce da profonde affinità politiche, programmatiche e personali, che abbiamo sperimentato sul campo a partire dalla proposta sull’agenzia sarda delle entrate; in Consiglio lavoreremo su temi qualificanti come la sanità, l’assistenza sociale ed il lavoro, con concretezza ma anche con la vocazione di rappresentare un laboratorio con le porte aperte destinato a crescere.»

Dopo aver espresso tutta la suo gioia per la nascita del nuovo gruppo, la consigliera Annamaria Busia ha messo ancora una volta l’accento sul valore del disegno di legge per l’agenzia sarda delle entrate. «Domani sarà un giorno di svolta-ha dichiarato-perché la piena disponibilità delle risorse significa poter operare garantendo ai sardi maggiore giustizia sociale ed equità; rispetto al passato è una grande svolta anche perché la Regione avrà voce in capitolo, nel confronto con lo Stato, nella determinazione e nel calcolo delle risorse da assegnare alla Sardegna».

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E’ stata ufficializzata oggi in Consiglio regionale la costituzione del nuovo gruppo “Sovranità, Democrazia e Lavoro” e il contestuale scioglimento del gruppo “Centro Democratico Sardegna”.

Della nuova formazione faranno parte i consiglieri del Centro democratico Roberto Desini e Annamaria Busia, Augusto Cherchi e Pier Mario Manca del Partito dei Sardi (fino ad oggi componenti di “Soberania e Indipendentzia”) e Alessandro Unali di Sinistra Sarda, uscito dal Gruppo Misto. presidente del Gruppo è stato designato Roberto Desini, mentre Augusto Cherchi assumerà la carica di vicepresidente.

Cambia anche la composizione del gruppo “Soberania e Indipendentzia”. La formazione rimarrà in piedi grazie all’ingresso di Gavino Sale (Irs) e all’adesione tecnica di Eugenio Lai (Sel).

Il Gruppo Misto, invece, sarà composto da un solo consigliere: Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda).

Gavino Manca, infine, torna al gruppo Pd. Ad inizio legislatura, il presidente della seconda commissione, insieme ad Eugenio Lai, aveva dato l’adesione tecnica al “Centro Democratico Sardegna” per consentire la costituzione del gruppo consiliare.

Questa nel dettaglio la nuova composizione dei gruppi:

AREA POPOLARE SARDA:

1) Gianluigi Rubiu (presidente)

2) Giuseppino Pinna (segretario)

3) Gianni Tatti (vicepresidente)    

4) Giorgio Oppi           

PARTITO SARDO D’AZIONE

1) Angelo Carta (presidente)

2) Marcello Orrù

3) Christian Solinas

FORZA ITALIA SARDEGNA:

1) Pietro Pittalis (presidente)

2) Alessandra Zedda (vicepresidente)

3) Marco Tedde (vicepresidente)

4) Ignazio Locci (segretario)

5) Ugo Cappellacci

6) Oscar Cherchi

7) Giuseppe Fasolino        

8) Antonello Peru

9) Alberto Randazzo

10) Stefano Tunis

RIFORMATORI SARDI

 1) Attilio Dedoni (presidente)

2)  Michele Cossa (vicepresidente)

3) Luigi Crisponi

Gruppo “SARDEGNA”

1) Modesto Fenu (presidente)

2) Mario Floris

3) Edoardo Tocco

4) Paolo Truzzu

SARDEGNA VERA

1) Efisio Arbau (presidente)

2) Gaetano Ledda (vicepresidente)

3) Michele Azara (segretario) 

4) Raimondo Perra            

SEL SARDEGNA

1) Daniele Cocco (presidente)

2) Francesco Agus (vicepresidente)

3) Luca Pizzuto

SOBERANIA E INDIPENDENTZIA

1) Emilio Usula (presidente)

2) Paolo Zedda (vicepresidente)

3) Eugenio Lai

4) Gavino Sale

SOVRANITA’, DEMOCRAZIA E LAVORO

1) Roberto Desini (presidente)

2) Augusto Cherchi (vicepresidente)

3) Annamaria Busia

4) Piermario Manca

5) Alessandro Unali

PARTITO DEMOCRATICO

1) Pietro Cocco (presidente)

2) Roberto Deriu (vicepresidente)

3) Salvatore Demontis (segretario)

4) Alessandro Collu

5) Piero Comandini

6) Lorenzo Cozzolino

7) Daniela Forma

8) Gianfranco Ganau

9) Luigi Lotto

10) Gavino Manca

11) Giuseppe Meloni

12) Cesare Moriconi

13) Francesco Pigliaru

14) Rossella Pinna

15) Valter Piscedda

16) Luigi Ruggeri

17) Franco Sabatini

18) Antonio Solinas

19) Gian Mario Tendas

GRUPPO MISTO:

1) Fabrizio Anedda

La  commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto (Pd), ha approvato, all’unanimità, il Testo unificato delle proposte di legge 45 (Oscar Cherchi e più) e 61 (Comandini e più). Il parlamentino ha nominato il consigliere Piero Comandini (Pd) relatore del provvedimento in aula.

La commissione ha anche approvato, a maggioranza, il disegno di legge 202 ((Trasformazione in agenzia del Consorzio per l’assistenza alle piccole e medie imprese “Sardegna Ricerche”, istituito con la legge regionale 23 agosto 1985, n. 21 (Istituzione di un fondo per l’assistenza alle piccole e medie imprese, in attuazione dell’articolo 12 della legge 24 giugno 1974, n. 268) e ha nominato relatori per l’aula Pier Mario Manca (Soberania e Indipendentzia) per la maggioranza e Gianluigi Rubiu (Aps) per l’opposizione.

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La Sardegna può contare su circa 50mila alveari con una densità di 2 per chilometro quadrato e ha importanti margini di sviluppo per arrivare agli undici alveari per chilometro quadrato della Grecia. Lo ha sostenuto il professor Ignazio Floris, del Dipartimento di Patologia vegetale ed entomologia della Facoltà di Agraria di Sassari, sentito oggi in audizione sul Testo unificato delle proposte di legge 45 (Oscar Cherchi e più) e 61 (Comandini e più) sull’apicoltura dalla Commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto (Partito Democratico).

Il testo ha l’obiettivo di riconoscere l’apicoltura come attività agricola di interesse regionale ai fini della conservazione dell’ambiente naturale e dello sviluppo sostenibile delle produzioni agricole. In particolare il testo unico prevede la definizione di apicoltore e di imprenditore apistico, gli aiuti a favore del settore, le disposizioni sanitarie, la formazione e l’assistenza professionale.

Il progetto di legge stabilisce anche l’istituzione di un’apposita commissione apistica regionale che avrà il compito di esaminare e programmare gli interventi a favore dell’apicoltura. Positivo il parere del direttore generale dell’assessorato dell’Agricoltura, Sebastiano Piredda, il quale ha però informato la Commissione che l’apicoltura è stata eliminata dall’indennità compensativa per un rilievo mosso dalla Comunità europea. Piredda ha poi garantito che l’Assessorato si sta comunque attivando per non far mancare l’appoggio ai soggetti esclusi dalla Misura. Forti critiche all’assessorato dell’Agricoltura, però, sono state mosse dai consiglieri Pier Mario Manca (Partito dei sardi) e da Gianluigi Rubiu (capogruppo di alleanza popolare) sul ritardo nell’approvazione del Piano di sviluppo rurale e sulla spesa dei fondi comunitari. Il presidente Lotto ha garantito che questo problema sarà oggetto di una successiva riunione della Commissione alla presenza dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi.

Alcune integrazioni sono state proposte dai rappresentanti dell’assessorato della Sanità, in particolare, per la materia di loro competenza, le disposizioni sanitarie e l’inserimento di un componente del Servizio veterinario all’interno della Commissione apistica regionale. La Quinta Commissione ha poi raccolto anche i suggerimenti alla legge proposti dal rappresentante dell’Associazione degli apicoltori Apiaresos, il quale ha proposto che la formazione avvenga come in Francia attraverso un praticantato di due anni da svolgere in un’azienda apistica