28 March, 2024
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Seconda giornata di sciopero dei lavoratori elettrici a Portovesme, organizzata da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil con la fermata totale della Centrale Enel Grazia Deledda. In concomitanza con la giornata di mobilitazione si è svolto un presidio, davanti ai cancelli della centrale, al quale hanno partecipato sia i lavoratori elettrici, sia i lavoratori delle imprese d’appalto.
Le ragioni della protesta che vede impegnati i sindacati unitariamente a livello nazionale e locale, sono tese a contrastare il tentativo di Enel di esternalizzare attività strategiche e tagliare gli investimenti per la transizione energetica mettendo a rischio i lavoratori diretti e degli appalti.
Nel corso del presidio, abbiamo intervistato i segretari di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, Francesco Garau, Giorgio Calaresu e Pierluigi Loi, e don Antonio Mura, responsabile dell’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Iglesias.

Si terrà domani 22 marzo la seconda giornata di sciopero programmata da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil con la fermata totale della Centrale Enel Grazia Deledda, dopo quella dell’8 marzo, quando un guasto a Fiume Santo aveva impedito lo stop nel Sulcis per ragioni legate alla sicurezza della rete. In concomitanza con la giornata di mobilitazione si svolgerà un presidio, davanti ai cancelli della centrale, dalle 8.00 alle 12.00.
Dalle 23.00 di stanotte fino alle 23.00 di domani, l’impianto non produrrà energia elettrica per la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici Enel che si inserisce nel quadro della mobilitazione nazionale contro Enel ma che nel Sulcis Iglesiente assume una valenza specifica: «Non c’è un piano industriale in vista della dismissione di una centrale che garantisce la stabilità della rete regionale e che, nei piani di Enel, non ha alcuna prospettiva per i lavoratori diretti e degli appalti impiegati e nemmeno una alternativa seria allo smantellamento», denunciano i segretari Francesco Garau (Filctem), Gianrico Cuboni (Flaei) e Pieluigi Loi (Uiltec).
«I progetti di Enel si limitano all’utilizzo delle batterie elettrochimiche sparse per l’Isola e provenienti da produzioni in paesi extraeuropei con una tecnologia che non è ancora matura per la conservazione a lungo termine, a prova di sicurezza e stabilità della rete, dell’energia prodotta da rinnovabili. Non a caso i sindacati sostengono da tempo la necessità di un mix energetico fra rinnovabili, gas e idroelettrico che salvaguardi la sicurezza del sistema nella transizione.»
Dopo l’avvio della mobilitazione nazionale e degli scioperi contro le politiche portate avanti da Enel – azienda che in Sardegna occupa 1500 lavoratori – la vertenza si è ulteriormente inasprita a causa dell’imposizione unilaterale di nuovi orari di lavoro: «L’azienda disattende gli accordi sindacali firmati che garantivano un equilibrio nei turni di lavoro, reperibilità e riposispiegano i segretari regionali -. Le carenze di organico non possono essere scaricate sui lavoratori programmando turni disumani e potenzialmente dannosi per la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici».
Per questa ragione, il tema è stato portato all’attenzione del prefetto di Cagliari che si è impegnato a sottoporre la questione alla ministra Calderone.
Più in generale, le ragioni della protesta che vede impegnati i sindacati unitariamente a livello nazionale e locale, sono tese a contrastare il tentativo di Enel di esternalizzare attività strategiche e tagliare gli investimenti per la transizione energetica mettendo a rischio i lavoratori diretti e degli appalti.

Ancora un nulla di fatto al tavolo ministeriale sulla vertenza Eurallumina. Al termine le segreterie territoriali Filctem CGIL. Femca CISL e Uiltec UIL e la R.S.A. Eurallumina hanno diffuso un duro comunicato che riportiamo integralmente.
«In data odierna ha avuto luogo, per lo più in modalità videoconferenza, un incontro di aggiornamento rispetto allo stato della Vertenza Eurallumina presso il ministero delle Imprese a Made in Italy (MIMIT). Presenti alla riunione i funzionari incaricati e relativi staff del medesimo MIMIT, del MASE e del Ministero del Lavoro, gli Assessorati all’Industria, Ambiente e Lavoro per la R.A.S., l’Azienda Eurallumina, Agenzia del Demanio e Confindustria, Segreterie nazionali, regionali e territoriali CGIL- CISL-UIL e relative R.S.A. di fabbrica.

Nel corso della riunione è stata manifestata l’intesa raggiunta tra la Regione Sardegna ed il Ministero dell’ambiente e sicurezza energetica (MASE) rispetto alla bozza del “Nuovo DPCM ENERGIA per la metanizzazione della Sardegna” attraverso il sistema di approvvigionamento del GNL mediante la cosiddetta “Dorsale del gas metano”.
Il Nuovo DPCM “sarebbe” prossimo all’adozione (settimane o mesi!?) e l’iter per la sua approvazione in Consiglio dei Ministri dovrebbe iniziare a giorni… questo quanto riferito al tavolo odierno…
Per quanto riguarda invece il fronte degli ammortizzatori sociali, ovvero la garanzia del reddito per le lavoratrici e lavoratori Eurallumina per l’attuale annualità 2024 (Accordo Ministeriale sottoscritto in data 17 gennaio c.a.), nei giorni scorsi è stata sospesa la procedura dell’emanazione del decreto necessario ad autorizzare l’INPS al pagamento diretto dell’assegno di CIGS con la motivazione che sia necessario il preventivo Decreto di ripartizione alle Regioni da parte del Ministero del Lavoro delle quote parti rispetto ai fondi destinati dalla Legge di Bilancio 2024 per le aziende percettrici della Cassa integrazione Aree in crisi complessa!
Si ricorda che tale decreto di ripartizione è stato emanato l’anno scorso in data 31 marzo 2023!
Nel corso della riunione la stessa Direzione Ammortizzatori sociali del medesimo Ministero del Lavoro ha preso l’impegno di quantificare l’ammontare complessivo dei residui accantonati dallo scorso anno in modo tale da poter adottare il tecnicismo che permetta a norma di legge di utilizzare tali fondi da subito in attesa del decreto di ripartizione alle singole Regioni e di essere quindi in grado di adottare un decreto ad hoc in favore dei lavoratori percettori della CIG dipendenti dell’Eurallumina.
Dalla discussione è poi emerso, da qui l’ulteriore sconcerto e la nostra delusione e disappunto, che il MIMIT non è in grado di sottoscrivere l’Addendum al Protocollo d’Intesa del 2009 poiché da considerarsi non slegato bensì subalterno all’adozione del NUOVO DPCM ENERGIA per la Sardegna!
Diverse e innumerevoli le bozze intercorse nel tempo, un documento, l’Addendum, atteso sia dalla Società Eurallumina così come dalla Proprietà UC RUSAL, documento più volte, sia a Cagliari che a Roma, considerato un impegno Istituzionale sottoscrivibile tra le parti e che soltanto ora viene palesemente considerato parte integrante o meglio successiva a valle del DPCM ENERGIA!
Riteniamo scorretta tale impostazione e confidiamo affinché lo stesso Ministero possa tornare sui propri passi; l’Addendum rappresenta l’Intesa istituzionale che stabilisce modalità e tempistiche per il rilancio dello Stabilimento Eurallumina a distanza di 15 anni dalla fermata degli impianti, oltre ad impegnare le Istituzioni ad un sostegno agli investimenti e la messa in sicurezza del salario delle lavoratrici e dei lavoratori sino al completo riavvio della fabbrica!
Auspichiamo altresì che, così come sottoscritto nell’accordo del 17 gennaio scorso con il Ministero del Lavoro, lo stesso Ministero possa emanare il decreto che autorizzi l’INPS al pagamento diretto quanto prima con soluzione di continuità.
Per i motivi appena esposti, riteniamo di dover manifestare la nostra delusione e disappunto rispetto alle risultanze dell’incontro svoltosi in data odierna.
Nel caso non dovessero giungere dei riscontri certi rispetto alle nostre legittime rivendicazioni non escludiamo di assumere delle iniziative adeguate rispetto all’evolversi della situazione.»

Segreterie Territoriali
Filctem CGIL – Femca CISL – Uiltec UIL
Emanuele Madeddu – Vincenzo Lai – Pierluigi Loi

R.S.A. EURALLUMINA
Filctem CGIL – Femca CISL – Uiltec UIL
Enrico Pulisci – Simone Zucca – Davide Boi

 

Riparte la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici della Portovesme srl. Giovedì 25 gennaio manifesteranno in un sit, a Roma, davanti alla sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy.

«Ancora una volta abbiamo sollecitato il ministero delle imprese e made in Italy affinché sia convocato al più presto il tavolo del gruppo di lavoro interministeriale per affrontare la vertenza Glencore Portovesme srl relativa agli stabilimenti di Portovesme e San Gavino Monreale scrivono in una nota i segretari territoriali Filctem CGIL – Femca CISL – Uiltec UIL, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. Come rappresentanti dei sindacati confederali e di categoria al gruppo di lavoro del ministero delle imprese e del Made in Italy, già lo scorso 10 ottobre, constatato che la vertenza in oggetto non mostrava alcuna evoluzione positiva, abbiamo inviato una richiesta per la riattivazione del gruppo di lavoro sospeso lo scorso 4 luglio.»

«A distanza di tre mesi, lo scorso 10 gennaio è stata reiterata quella richiesta nel corso della quale sono oltretutto sopraggiunte alcune novità sulle quali crediamo sia opportuno e urgente fare il puntoaggiungono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -: il 21 novembre scorso, la Portovesme srl ha comunicato che il progetto pilota Li Demo non si farà a Portovesme ma in un altro insediamento industriale fuori dall’Italia a causa di iter procedurali non codificati dalla legislazione; il Parlamento europeo ha approvato il Critical Raw Materials Act, la proposta della Commissione sui metalli critici per la transizione verde, provvedimento centrale per il piano di riconversione della società Portovesme srl.»

«Alla luce di questa situazione e in assenza di riscontri – concludono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -, il 25 gennaio attueremo un sit in davanti alla sede del Mimit.»

 

Le organizzazioni sindacali e la RSA Eurallumina sollecitano ancora una volta la Regione e il Governo a concludere il percorso di riavvio produttivo dello stabilimento di Portovesme.

«Una vertenza che dura oramai da circa 15 anni e che, nel tempo, ci ha visti “subire” diverse sostanziali modifiche, di progetto in progetto, passando dalla costruzione di una caldaia CHP alimentata a carbone, passando poi al “vapordotto” dall’adiacente Centrale Termica ENEL Grazia Deledda, per poi giungere infine al progetto di approvvigionamento del fabbisogno di energia termica della fabbrica a mezzo del gas naturale metano, inizialmente attraverso l’ubicazione di una FSRU a “bocca di stabilimento” da ormeggiare nel Porto industriale di Portovesme (vedi DPCM SARDEGNA – Marzo 2022), DPCM impugnato dalla Regione sarda e sulla quale il Consiglio di Stato avrebbe dovuto esprimersi in data 16 novembre scorso!scrivono in una nota le Segreterie Territoriali e la R.S.A. EURALLUMINA -. In data 14 novembre il Presidente della RAS Solinas ed il ministro del MASE Gilberto Pichetto Fratin annunciavano il raggiungimento di una sorta di “Intesa Istituzionale”, definita durante una riunione in videoconferenza a mezzo di un comunicato stampa e sulla quale Intesa dovrebbe, ancora non è dato sapere quando, essere sancito a norma di Legge il nuovo assetto di approvvigionamento energetico del gas attraverso la metanizzazione dell’isola individuato, questo l’intento della Regione e del Governo, mediante la messa in opera dell’infrastruttura definita “Dorsale del Gas”, volta alla distribuzione del gas metano in Sardegna sia per le utenze domestiche ma sopratutto a favore del sistema produttivo ed industriale sardo, tra cui rientrerebbe appieno anche lo stabilimento dell’Eurallumina; viene quindi stralciata definitivamente l’ubicazione della FSRU a “bocca di fabbrica” nel Porto industriale di Portovesme in favore di un unica unità FSRU da collocare a Porto Torres.»
«Il presidente della Regione e diversi assessori della sua Giuntaaggiungono – si sono spesi più volte nel tempo sia verbalmente così come mediante diramazione di verbali di riunione e comunicati stampa a valle di incontri, nel cercare di rassicurare le parti sociali nell’addivenire e portare a soluzione le seguenti questioni tuttora irrisolte inerenti la vertenza Eurallumina ovvero:
– Sottoscrizione dell’Addendum al Protocollo d’Intesa;
– Predisporre l’immediata messa in sicurezza delle maestranze dell’Eurallumina sino al completo riavvio della fabbrica o quanto meno per l’annualità prossima ovvero a tutto il 2024!!
– definizione con modalità e tempi certi del sistema di approvvigionamento del gas metano, la Dorsale, alternativo al DPCM SARDEGNA;
Allo stato attuale, sommati i numerosi rinvii susseguitisi con regolare cadenza nel corso di tutti questi anni di vertenza appena trascorsi, la stessa Regione e l’attuale Governo non sono riusciti a determinare il raggiungimento di un risultato alcuno, se si escludono la delibera relativa al PAUR ed il fondamentale dissequestro di una parte del “Sito di stoccaggio dei residui di lavorazione”, entrambe i risultati ottenuti nel mese di maggio di quest’anno, ebbene, ad oggi oltre a ciò null’altro è stato sostanzialmente raggiunto se non perdite di tempo su perdite tempo se non sporadiche dichiarazioni d’intenti!
Un continuo susseguirsi di promesse e nulla più, nessun atto amministrativo e Istituzionale concreto volto a rassicurare l’azionista e la società e di conseguenza la prospettiva lavorativa delle maestranze tutte coinvolte!
Un’inerzia che perdura da troppo tempo per una vertenza da sempre considerata dalle Istituzioni tutte prioritaria poiché definita “strategica” per il sistema paese e ancor maggiormente per lo sviluppo economico della stessa Isola.
Noi che rappresentiamo le lavoratrici e i lavoratori di questa fabbrica e gli stessi lavoratori coinvolti non possono attendere oltre, è arrivato il momento di chiudere le questioni tuttora inevase affinché l’Eurallumina possa finalmente mettere a terra gli investimenti e creare le condizioni volte a garantire con un orizzonte temporale che guarda al medio lungo termine una prospettiva di dignità lavorativa che vedrebbe coinvolte, applicando il coefficiente economico appropriato, circa 1.500 famiglie, tra lavoratori diretti ed indiretti oltre ai servizi e l’indotto, famiglie residenti prevalentemente nel territorio del Sulcis-
Iglesiente!»

«Chiediamo e pretendiamo che nel più breve tempo possibile, entro la prima metà del mese di dicembre, debba essere sottoscritto l’Addendum al Protocollo d’Intesa propedeutico alla messa in sicurezza delle maestranze coinvolte e che di conseguenza possa essere sottoscritto l’accordo per la collocazione in CIGS per le Aree Crisi Industriale Complessa di tutto il personale coinvoltoribadiscono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi per le segreterie territoriali, Enrico Pulisci, Simone Zucca e Davide Boi per la RSA Eurallumina -. Chiediamo altresì che l’Intesa Istituzionale comunicata a mezzo stampa possa essere definita una volta per tutte con forza di legge e che vengano chiariti altresì modalità e crono-programma certi per la messa in opera dell’infrastruttura individuata ovvero per la realizzazione della “Dorsale del Gas”, senza la quale l’Eurallumina non potrebbe vedere concretizzarsi alcun progetto di ripartenza a distanza di 15 anni di lotta e resistenza!»

«È fondamentale ottenere la massima attenzione della vertenza a livello interministeriale, a partire dal MIMIT oltre al MASE ed il ministero del Lavoro ed è quindi per noi necessaria ed improcrastinabile la convocazione di un tavolo ad hoc presso il MIMIT!concludono -. Dichiariamo, infine, sin da ora un’iniziativa di mobilitazione per manifestare in ragione di quanto appena esposto quelle che riteniamo le nostre rivendicazioni e che intendiamo portare all’attenzione del Presidente e della Giunta della RAS attraverso un sit-in delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Eurallumina che si svolgerà in data mercoledì 29 novembre 2023.»

«Le preoccupazioni che avevamo esternato si sono puntualmente concretizzate: nella riunione di stamattina la Portovesme srl ha comunicato che il progetto pilota Li Demo non si farà a Portovesme ma in un altro insediamento industriale fuori dall’Italia. La corretta decisione di sottoporre il progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale si è scontrata, motivo delle nostre preoccupazioni, con l’assenza di certezza dei tempi, condizione inaccettabile per chiunque voglia fare impresa. Il progetto non verrà trasferito certamente in Stati dove non esistono norme a tutela dell’ambiente, ma in uno Stato con le norme giuridiche simili all’Italia.»

Lo scrivono in una nota, i segretari territoriali Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi.

«La decisione comporta la perdita di 27mila ore lavoro per l’installazione da parte delle imprese d’appalto e l’utilizzo di 20/30 lavoratori direttiaggiungono -. Il paradosso sarà che l’impianto verrà realizzato con know-how progettato dai tecnici della Portovesme srl e forse realizzato dagli stessi tecnici. Siamo di fronte ad una situazione inaccettabile, da un lato si spinge e lavora per avviare il processo di decarbonizzazione e dall’altro si rallentano tutti i piani che si inseriscono nell’ambito della transizione energetica; a oggi non esiste neppure una normativa che regolamenti l’utilizzo delle materie critiche. Riteniamo che il legislatore debba intervenire su questa materia per dare gli strumenti normativi al decisore tecnico.»

«La politica Regionale e Nazionale la finisca di buttare la palla in tribuna e dica con chiarezza se si vuole fare ancora industria nel Paese, nel rispetto delle norme ambientali certamente ma con la certezza dei tempi e una legge quadro di riferimento chiarasottolineano Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. L’unica nota positiva emersa nella riunione odierna è che Glencore ha confermato la volontà di proseguire lo sviluppo del progetto definitivo sul litio a Portovesme, ma attenzione se rimane l’attuale atteggiamento di Regione e Governo fatto di sola diffidenza senza indicare percorsi in linea con il percorso europeo recepito recentemente con la votazione delle Commissione Industria del Senato il destino appare segnato.»

«Francia e Germania, intanto, intervengono sul prezzo dell’energia con azioni a favore delle aziende energivore rendendo l’Italia sempre meno competitiva, la Sardegna propone soluzioni giuridiche inattuabili come la golden power. Una politica industriale fallimentare concludono i tre segretari territoriali Filctem-CGIL, Femca-CISL, Uiltec-UIL -. E’ necessaria una convocazione immediata del tavolo nazionale sulla vertenza della Portovesme srl, richiesta inviata formalmente dal gruppo di lavoro tecnico lo scorso 10 ottobre, ancora oggi senza risposta.»

Le segreterie territoriali Filctem CGIL-Femca CISL-Uiltec UIL e la R.S.A. Eurallumina hanno diffuso una nota dopo l’incontro svoltosi ieri all’assessorato regionale del Lavoro, alla presenza degli assessori regionali del Lavoro, dell’Industria e dell’Ambiente, della società Eurallumina, le segreterie territoriali Filctem CGIL-Femca CISL-Uiltec UIL, la R.S.A. Eurallumina e la Confindustria Sardegna Meridionale.

«Nonostante i risultati positivi raggiunti nel mese di maggio, quali il dissequestro di parte del sito di stoccaggio delle lavorazioni e la conclusione positiva del Procedimento autorizzativo Paur in sede di Conferenza dei servizi decisoria e poi attraverso definitiva deliberazione di Giunta regionale (10 agosto 2023), provvedimenti propedeutici ed indispensabili al riavvio delle produzioni per l’Eurallumina, rendendo di fatto la raffineria di bauxite di Portovesme un asset strategico pronto ad essere riavviatosi legge nella nota -, permangono, oltre alla mancata sottoscrizione dell’Addendum ai Protocolli d’Intesa del 2009-2012, anche la definizione certa dell’approvvigionamento del gas naturale a seguito dell’impugnazione del DPCM Energia (cui dovrebbe pronunciarsi il Consiglio di Stato nel mese di novembre p.v.) e su cui la Regione ed il Governo ad oggi non hanno ancora dato, se non attraverso velate indiscrezioni, nessuna certezza attraverso atti amministrativi e/o di Legge!»

«Visto il quadro attuale la società Eurallumina ha annunciato ufficialmente che, nel caso in cui tale scenario non dovesse mutare, ovvero in assenza delle garanzie Istituzionali che la sottoscrizione dell’Addendum al M.O.U. può determinare, si troverebbe costretta suo malgrado nell’avviare a breve la procedura per il licenziamento collettivo che vedrebbe coinvolte le maestranze, a distanza di oltre 14 anni di vertenza e di altrettanti anni di impegni istituzionali spesso disattesi e cambiati in corso d’opera da chi, di volta in volta, ha governato sia a Cagliari che a Roma. Segreterie Territoriali – RSA Eurallumina aggiunge la nota -. È chiaro che nel caso in cui tale scenario ovvero l’avvio della procedura per il licenziamento collettivo, dovesse verificarsi, riterremo la Regione ed il Governo corresponsabili per manifesta inerzia ed inconcludenza. È quanto mai necessario un serio e fattivo impegno da parte di tutti, con le Istituzioni in primis, affinché ciò possa essere scongiurato.»

«Gli assessori presenti al tavolo, recepita la drammaticità della situazione, hanno dichiarato che si starebbe lavorando affinché a brevissimo termine possa essere convocato dal MIMIT (Ministero delle Imprese e Made in Italy) l’incontro per la sottoscrizione del sopra citato Addendum, di impegnarsi nel garantire la protezione sociale di tutti i lavoratori coinvolti e dichiarato altresì che il “Nuovo Decreto Energia” “sarebbe in via di definizione”prosegue la nota delle segreterie territoriali Filctem CGIL-Femca CISL-Uiltec UIL e della R.S.A. Eurallumina -. La Società Eurallumina ha dichiarato che nel caso in cui l’Addendum M.O.U. dovesse essere sottoscritto dalle parti lo scenario nefasto del licenziamento collettivo verrebbe a decadere; in caso contrario a far data dal 15 ottobre p.v. decorrerebbe l’avvio della sopra citata procedura che riteniamo debba assolutamente essere scongiurata. Rispetto a tale situazione che riteniamo assurda e che rigettiamoconcludono le segreterie territoriali Filctem CGIL-Femca CISL-Uiltec UIL e la R.S.A. Eurallumina ribadiamo lo stato di agitazione operativa che comporta il richiamo alla partecipazione alle iniziative con un minimo preavviso; dichiariamo sin d’ora che se entro una settimana a partire da ieri non dovessero pervenire da parte delle Istituzioni “Riscontri con date certe e a brevissimo termine” rispetto alla Convocazione per la sottoscrizione dell’Addendum M.O.U., fondamentale ad evitare l’avvio della procedura di licenziamento collettivo, si avvisano le lavoratrici e lavoratori Eurallumina che verranno inevitabilmente messe in campo contestualmente delle adeguate iniziative di mobilitazione.»

Si è svolto giovedì 28 settembre. un incontro convocato dall’assessore Ambiente Marco Porcu, sollecitato dalle organizzazioni sindacali per un aggiornamento sull’iter autorizzativo relativo alla procedura di valutazione del Progetto Pilota LI Demo per la produzione di litio per batterie proposto dalla Portovesme srl – Glencore.

L’assessore ha comunicato che il progetto sarà assoggettato a valutazione di impatto ambientale. Si tratta di un procedimento che, per i tempi che hanno caratterizzato altri progetti in passato, preoccupa non poco. Perché una dilatazione temporale non può che rallentare, o addirittura venir meno, il processo di costruzione dell’impianto pilota che si inserisce nel percorso di transizione energetica e a cui sono legate anche nuove opportunità di lavoro.

La rispettabile decisione tecnica che collima anche con una visione politica espressa nei vari incontri comporta, intanto, il non avvio degli investimenti, seppur modesti, come quello di un progetto pilota di circa 27mila ore lavoro per l’installazione da parte delle imprese d’appalto e l’utilizzo di 20/30 lavoratori diretti.

Siamo praticamente al paradosso, perché da un lato si spinge e lavora per avviare il processo di decarbonizzazione e dall’altro si rallentano tutti i piani che si inseriscono nell’ambito della transizione energetica; a oggi non esiste neppure una normativa che regolamenti l’utilizzo e il rilascio nei corpi idrici del litio. Riteniamo che il legislatore debba intervenire su questa materia per dare gli strumenti normativi al decisore tecnico, così come riteniamo sia importante una convocazione immediata del tavolo nazionale sulla vertenza della Portovesme srl.

RSU Portovesme srl

Segreterie Territoriali Filctem-CGIL, Femca-CISL, Uiltec-UIL

Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai, Pierluigi Loi

 

«Il 30 giugno scadono i contratti e tutti i lavoratori coinvolti rischiano di trovarsi senza occupazione e il progetto di naufragare. Nonostante gli impegni e gli elogi sulla sua possibile realizzazione, ancora la Regione non ha compiuto alcun atto sulla vertenza che riguarda il futuro del progetto Aria.»

Il nuovo appello alla Regione arriva dalle segreterie Filctem CGIL-Femca Uil-Uiltec Uil.

«Domani saremo davanti alla Presidenza della Regione a Villa Devoto alle ore 10,00 per ricordare a chi ha assunto degli impegni, che siano rispettati», aggiungono i segretari Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi.

«Vanno bene i progetti per il futuro ma ricordiamo che devono essere sempre garantiti i piani occupazionali e che non si può pensare di portare avanti un programma così importante e articolato giocando al ribasso.»

Fausto Durante (Cgil Sardegna), Emanuele Madeddu (Filctem Sardegna Sud Occidentale), Antonello Saba (Cisl Sulcis Iglesiente, Vincenzo Lai (Femca Cisl Sud Sardegna), Federico Matta (Uil Sulcis Iglesiente e Pierluigi Loi (Uiltec Uil), hanno commentato così l’esito della prima riunione del gruppo di lavoro sul futuro della Portovesme srl, svoltasi questo pomeriggio al Mimit.

Il confronto si è chiuso con un leggero passo avanti e qualche apertura: l’azienda ha illustrato il progetto e i piani per il futuro, confermando l’intenzione di rimanere nel territorio dentro una prospettiva che guarda alla transizione ecologica e alla decarbonizzazione.

A questo proposito i sindacati hanno sottolineato l’urgenza di definire la compatibilità ambientale e la sostenibilità delle nuove produzioni e chiesto sin da ora che venga implementata la filiera a monte e a valle delle stesse produzioni previste.

Nel corso del confronto è emersa da parte dell’azienda un’apertura rispetto alla riattivazione, seppur graduale, della linea zinco.

«In questa fase, che pure è tutta ancora da vedere e valutare, resta da risolvere una questione che riguarda lo stabilimento di San Gavino hanno commentato i sindacati -. A nostro parere l’intero compendio deve far parte del complessivo piano di ristrutturazione e rivalorizzazione attraverso un processo di continuità produttiva e industriale e di pieno inserimento dentro il quadro di transizione prevista per gli impianti di Portovesme garantendo, in prospettiva, una missione produttiva anche per quelli di San Gavino.»