19 April, 2024
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Sono stati inaugurati questa mattina al Policlinico Duilio Casula la nuova strada di accesso diretto all’ospedale (intitolata all’ex direttore sanitario, Roberto Sequi) e il modernissimo Centro di isolamento a pressione negativa del Pronto Soccorso, fondamentale per le prime cure ai pazienti con rischio infettivo.

Centro di isolamento è dotato di sei posti letto, piccole camere di isolamento, provviste di bagno e tutte le migliori tecnologie del momento. Ciascun paziente è monitorato costantemente da un centro di controllo. I percorsi sono ben definiti (sporco/pulito) in modo tale da garantire il massimo della sicurezza per i pazienti e gli stessi operatori. Si trova accanto alla camera calda del Pronto Soccorso e sarà importantissimo, non solo durante l’emergenza Coronavirus.

«Il Policlinico Duilio Casula – spiega Agnese Foddis, commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliariè coinvolto sin dall’inizio dell’epidemia nella gestione dei pazienti sospetti SARS-CoV-2, sino alla conferma o esclusione del contagio. A partire da ottobre 2020, a causa del sovraffollamento del Santissima Trinità, è stata manifestata la necessità di avere un’area ben distinta del Pronto Soccorso dove gestire i pazienti sospetti o confermati SARS-CoV2, in attesa di trasferimento. È stato realizzato a questo fine un’area annessa alla camera calda del Pronto soccorso, in grado di ospitare 6 pazienti contemporaneamente. Si tratta di un centro finalizzato alla separazione dei percorsi con l’individuazione di aree distinte di permanenza per i pazienti sospetti COVID-19 o potenzialmente contagiosi in attesa di diagnosi.»

Il Centro di Isolamento, dunque, nasce nell’ambito dell’attuale emergenza epidemiologica ma in realtà è una struttura che servirà anche quando l’emergenza sarà finita.

«Purtroppo le patologie ad alto contagio ci sono e continueranno ad esserci: è quindi importante avere un Centro ad altissimo livello capace di accogliere e curare i pazienti in totale sicurezza», ribadisce Rosanna Laconi, direttrice del Pronto Soccorso del Policlinico.

Ma da oggi al Policlinico si potrà accedere attraverso una nuova via d’accesso che dal ponte (sulla SS 554) consentirà di arrivare direttamente all’ospedale senza dover passare attraverso la Cittadella universitaria. Cambia nome, dunque, la strada della struttura ospedaliera che da oggi sarà via Roberto Sequi, in onore dell’ex direttore sanitario Roberto Sequi, prematuramente scomparso nel 2015.

«Roberto Sequiricorda il commissario dell’Aou – ha visto nascere il Policlinico agli inizi del 2000 e lo ha reso un ospedale importante e centrale nel panorama della sanità in Sardegna.»

Alla cerimonia hanno preso parte anche i familiari di Roberto Sequi.

All’inaugurazione hanno preso parte il direttore generale dell’assessorato della Sanità Marcello Tidore, il vice sindaco di Cagliari Giorgio Angius, il sindaco di Monserrato Tomaso Locci con la vice sindaca Maristella Lecca.

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E’ stato presentato questa sera, nella Sala Blu del Centro culturale di via Grazia Deledda, a Iglesias, il libro di Franco Reina che racchiude 80 anni di storia di calcio rossoblu Monteponi Iglesias, in 960 pagine, Giampaolo Cirronis Editore. Il calcio rossoblu dagli albori, metà degli anni Venti, al 2005, con gioie e delusioni, tra alti e bassi, attraverso la guerra, il periodo dorato gestito dall’azienda Monteponi e la fase successiva, nella quale solo la grande passione di dirigenti, tecnici e calciatori, ha permesso di continuare a coltivare la grande passione per il gioco del calcio, fenomeno sportivo ma anche sociale.

Franco Reina, già autore della storia della Carbosarda Carbonia calcio e della storia della Coppa Santa Barbara, ha condotto un lavoro di ricerca straordinario, grazie al quale è riuscito a ricostruire passo dopo passo, partita dopo partita, anno dopo anno, 80 anni di storia calcistica, con tabellini, classifiche, statistiche, aneddoti e tante, tantissime fotografie, che costituiscono una testimonianza preziosissima, il tutto racchiuso in un volume che non potrà mancare nelle librerie degli sportivi e, soprattutto, di chi quella storia ha contribuito a scriverla, da calciatore, allenatore, dirigente o anche semplice ma appassionato tifoso.

Alla presentazione erano presenti molti dei protagonisti della storia rossoblu, del passato più o meno recente. Dopo il saluto del presidente del Consiglio comunale, Daniele Reginali, e l’introduzione di Andrea Marras, il calciatore con il maggior numero di presenze, poi allenatore ed ora presidente dell’associazione Vecchie Glorie rossoblù, è intervenuto l’autore, Franco Reina. Si sono poi susseguiti numerosi interventi: da Piero Muscas, dirigente per tanti anni, che ha ripercorso il periodo della gestione di Alvaro Amarugi, a Nino Falchi, uno dei più amati, sia da calciatore sia da allenatore; da Giorgio Cuccu a Giampaolo Cau e Fulvio Cabiddu; da Rino Varsi a Francesco Massole; da Riccardo Illario a Bruno Corda.

Ma nella sala erano presenti tanti altri: da Adriano Novellini a Rino Pianta; da Mario Mureddu ad Antonello Carusi; da Pierpaolo Racugno a Paolo Atzori; da Ottavio Pisu a Ignazio Baldanza; da Franco Gallozzi a Piero Cadeddu; da Gianni Melis a Donnino Casteggio; da Aventino Cinus a Fabio Cau; da Alessandro Leone a Walter Poncellini, da Mario Cuccu a Carlo Cruccas, dirigente da circa mezzo secolo… E c’era anche la figlia maggiore del compianto Ugo Corda, scomparso recentemente.

Nel corso della serata sono stati ricordati anche i tanti protagonisti di questa storia, che purtroppo non ci sono più, dai più anziani a coloro che sono mancati negli ultimi anni: Mariano Dessì, Roberto Sequi, Gianni Giganti, Marco Congiu, Carlo Guzzetti, Chicco Rais ed il già citato Ugo Corda…

Nell’occasione, è stata presentata anche l’associazione Vecchie Glorie Iglesias Calcio, con un’esposizione di fotografie che ripercorrono la storia della gloriosa società rossoblu.

 

 

 

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Primo classificato Innovare per eccellere 2015

Sono un progetto di risk management, per migliorare la sicurezza dei pazienti, uno sulla rete di farmacovigilanza e un altro sulla riduzione dei tempi di intervento  per gli infarti utilizzando le nuove tecnologie, i vincitori del primo Premio del “Forum Innovare per eccellere-Roberto Sequi” dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. Alla premiazione era presente anche il rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo.

«La nostra è una grande azienda – dice Giorgio Sorrentino, commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari – e ci è sembrato naturale organizzare questa giornata per mettere in concorso tutte le eccellenze che abbiamo. Nel nostro dna ci sono l’assistenza al paziente, la ricerca e la didattica ed è proprio questo il nostro valore aggiunto».  Per il direttore sanitario, Oliviero Rinaldi, e per il direttore amministrativo Vincenzo Serra, «è stata una grande giornata che ha inorgoglisce coloro che lavorano con noi: tutti, dipendenti e collaboratori dell’azienda, fanno parte di una grande squadra che sta ottenendo grandi risultati.»

Dopo un ricordo e un omaggio a Roberto Sequi, a cui è stato intitolato il premio, è partita la vera e propria gara tra i progetti finalisti: otto in tutto (ne erano stati presentati 37), che si sono sfidati davanti a una giuria esterna di esperti del settore: Elisabetta Trinchero (Bocconi), Aldo Caddori. direttore struttura complessa Medicina dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, Michele Camerota, docente Storia della Scienza Università di Cagliari, Giorgio Magon Direttore Sitra Ieo Milano, Graziella Pintus Commissario Straordinario del Brotzu, coadiuvati dai moderatori Vincenzo Serra e Piera Poletti.

I tre vincitori sono stati: Root cause Analysis evento avverso in ospedale ed elaborazione di un protocollo aziendale (proponente dottoressa Monica Pedron), Sviluppo della rete di Farmacovigilanza della AOU di Cagliari (proponente dottoressa C. Chillotti), Nuovo modello organizzativo per la gestione dell’infarto (proponente professor Luigi Meloni).

Una giovane giuria di neo laureati e specializzandi, ha invece premiato un altro lavoro (categoria poster) sul miglioramento dell’assistenza ai malati colpiti da ictus. 

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Medicina è soprattutto innovazione, per trovare cure e metodologie sempre più all’avanguardia. Ecco perché l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari ha messo in gara le sue migliori risorse nel Primo Forum Innovare per eccellere, la cui giornata conclusiva con la premiazione dei lavori migliori si terrà domani (sabato 19 dicembre, inizio alle ore 9.00) nell’Aula Rossa dell’asse didattico della Cittadella universitaria di Monserrato. Alla premiazione parteciperà anche il Rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo e l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru.

«Abbiamo deciso – spiega Giorgio Sorrentino, commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari – di dedicare e intitolare questo premio a Roberto Sequi, che ha guidato questa Azienda con spirito innovatore ed eccellente. Con l’era dei trapianti in Sardegna, ha messo sempre davanti a tutto il servizio agli altri e la continua ricerca dell’organizzazione delle migliori cure e terapie possibili. Insomma, è l’emblema di come deve essere il medico.»

Il primo“Forum Innovare per eccellere – Roberto Sequi”  è un vero e proprio contest dove si mettono in gara piani di ricerca importanti e tutti importanti all’innovazione delle cure e dei processi di diagnosi. I progetti presentati sono stati 37.

La giuria interna – costituita dal prorettore Francesco Marongiu, dal Direttore Sanitario dell’Aou di Cagliari Oliviero Rinaldi, dal Direttore S.C Medicina Legale Ernesto D’Aloja , dal responsabile S.C Servizio Tecnico Cristian Cocco, dalla coordinatrice infermieristica Lucia Mulas – ha selezionato 8 progetti che si sfideranno nel corso della giornata finale davanti alla Giuria esterna composta da: Aldo Caddori. direttore struttura complessa Medicina dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, Michele Camerota, docente Storia della Scienza Università di Cagliari, Giorgio Magon Direttore SITRA IEO Milano, Graziella Pintus Commissario Straordinario del Brotzu, Elisabetta Trinchero (Bocconi).

I lavori non selezionati per la fase finale verranno presentati sotto forma di poster e parteciperanno ad uno speciale premio che verrà assegnato da una giovane giuria di medici specializzandi e neolaureati in professioni sanitarie.

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Roberto Serra 2Carbonia 1986-87 3

Si svolgeranno questo pomeriggio, alle 15.30, nella chiesa di San Pietro Pascasio, a Quartucciu, i funerali di Roberto Serra, l’ex calciatore del Carbonia morto domenica mattina, vittima di un infarto, mentre giocava a tennis su un campo del Margine Rosso, a Quartu Sant’Elena.

La notizia della tragica scomparsa di Roberto Serra è rimbalzata in poche ore, soprattutto attraverso i social network, in tutta l’Isola e non solo, lasciando sgomenti tutti, i parenti, i tantissimi amici e quanti hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne le doti professionali e umane, sia negli ambienti sportivi sia in quelli lavorativi. I pur ampi spazi della chiesa di San Pietro Pascasio probabilmente non saranno sufficienti ad accogliere tutti coloro che raggiungeranno Quartucciu per dirgli ciao per l’ultima volta.

Roberto Serra, classe 1963, amava lo sport che continuava a praticare ad amatore dopo aver vissuto un discreta carriera da calciatore.

Cresciuto nelle Giovanili del Cagliari a cavallo tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, conclusa l’esperienza con la Primavera rossoblù, alla fine del 1984 il Cagliari lo cedette al Carbonia, allora militante per la terza stagione consecutiva in serie C2, sotto la guida di Renzo Cappellaro (scomparso il 14 ottobre dello scorso anno, all’età di 77 anni). Giocò da titolare fino al termine della stagione, coronata da una salvezza in extremis con Ugo Corda in panchina, subentrato a Renzo Cappellaro dopo la 26ª giornata, collezionando 19 presenze e 1 goal.

L’anno successivo, con Checco Fele in panchina, Roberto Serra si confermò una delle colonne portanti della squadra. Calciatore dotato di un gran fisico, eccellente tecnica individuale ed ottima visione di gioco, interpretava il ruolo di centrocampista in chiave moderna, non disdegnando le conclusioni a rete dalla media e lunga distanza. Chiuse la stagione con 31 presenze e ben 6 reti, capocannoniere della squadra insieme al centravanti Claudio Aloia, un goal in più di Bruno Conca.

Nella stagione 1986/87 fu ancora grande protagonista, prima con Checco Fele poi con Elvio Salvori, subentrato al tecnico di Carbonia a metà campionato. Nel girone di ritorno i suoi goal decisero le partite con l’Asti (1 a 0), la Pistoiese (1 a 0) e l’Olbia (2 a 1, il secondo goal venne realizzato da Giorgio Melis).Collezionò 32 presenze e 5 reti, risultando ancora il capocannoniere della squadra.

A fine stagione, Elvio Salvori lasciò il Carbonia per assumere la guida del Treviso e portò con sé Roberto Serra insieme al difensore Eligio Ibba. Roberto Serra concluse così l’esperienza nel Carbonia con 82 presenze e 12 reti.

Roberto Serra ha lasciato un grande ricordo tra gli sportivi che ora lo piangono insieme ad altri indimenticabili protagonisti di quegli anni d’oro del calcio biancoblù. In breve tempo, infatti, sono scomparsi prima il portiere Roberto Dore, il 12 dicembre 2013, all’età di 53 anni; poi il difensore Roberto Sequi, il 13 giugno 2015, a 58 anni; tre giorni più tardi, il 16 giugno 2015, il centrocampista Marco Congiu, a 63 anni; ieri mattina, 6 dicembre 2015, Roberto Serra, all’età di 52 anni.

Giampaolo Cirronis

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Il calcio biancoblù del Carbonia piange la tragica scomparsa di Roberto Serra, avvenuta nella tarda mattinata di ieri su un campo da tennis del Margine Rosso, a Quartu Sant’Elena. Roberto Serra, classe 1963, amava lo sport che continuava a praticare da amatore dopo aver vissuto un discreta carriera da calciatore.

Cresciuto nelle Giovanili del Cagliari a cavallo tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, conclusa l’esperienza con la Primavera rossoblù, alla fine del 1984 il Cagliari lo cedette al Carbonia, allora militante per la terza stagione consecutiva in serie C2, sotto la guida di Renzo Cappellaro (scomparso il 14 ottobre dello scorso anno, all’età di 77 anni). Giocò da titolare fino al termine della stagione, coronata da una salvezza in extremis con Ugo Corda in panchina, subentrato a Renzo Cappellaro dopo la 26ª giornata, collezionando 19 presenze e 1 goal.

L’anno successivo, con Checco Fele in panchina, Roberto Serra si confermò una delle colonne portanti della squadra. Calciatore dotato di un gran fisico, eccellente tecnica individuale ed ottima visione di gioco, interpretava il ruolo di centrocampista in chiave moderna, non disdegnando le conclusioni a rete dalla media e lunga distanza. Chiuse la stagione con 31 presenze e ben 6 reti, capocannoniere della squadra insieme al centravanti Claudio Aloia, un goal in più di Bruno Conca.

Nella stagione 1986/87 fu ancora grande protagonista, prima con Checco Fele poi con Elvio Salvori, subentrato al tecnico di Carbonia a metà campionato. Nel girone di ritorno i suoi goal decisero le partite con l’Asti (1 a 0), la Pistoiese (1 a 0) e l’Olbia (2 a 1, il secondo goal venne realizzato da Giorgio Melis). Collezionò 32 presenze e 5 reti, risultando ancora il capocannoniere della squadra.

A fine stagione, Elvio Salvori lasciò il Carbonia per assumere la guida del Treviso e portò con sé Roberto Serra insieme al difensore Eligio Ibba. Roberto Serra concluse così l’esperienza nel Carbonia con 82 presenze e 12 reti.

Roberto Serra ha lasciato un grande ricordo tra gli sportivi che ora lo piangono insieme ad altri indimenticabili protagonisti di quegli anni d’oro del calcio biancoblù. In breve tempo, infatti, sono scomparsi prima il portiere Roberto Dore, il 12 dicembre 2013, all’età di 53 anni; poi il difensore Roberto Sequi, il 13 giugno 2015, a 58 anni; tre giorni più tardi, il 16 giugno 2015, il centrocampista Marco Congiu, a 63 anni; ieri mattina, 6 dicembre 2015, Roberto Serra, all’età di 52 anni.

Ciao Roberto

Giampaolo Cirronis

Carbonia 1986-87 1  Carbonia 1986-87 copia

 

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Floriano Congiu 1 copiaRenzo Cappellaro 2

Una doppietta di Floriano Congiu ha dato la vittoria al Carbonia (2 a 1 sul Sant’Elena) nel 1° Memorial Renzo Cappellaro, disputato questo pomeriggio allo stadio Carlo Zoboli di Carbonia. La rete del Sant’Elena è stata messa a segno da Elio Biondi.

Per onorare la memoria di Renzo Cappellaro si sono ritrovati in tanti, ex calciatori di Carbonia e Sant’Elena, due delle squadre allenate dal tecnico vicentino in Sardegna, scomparso il 14 ottobre 2014, all’età di 77 anni.

Nato a Vicenza il 12 maggio 1937, Renzo Cappellaro iniziò a giocare al calcio nelle giovanili del Lanerossi Vicenza, con la quale vinse il prestigioso Torneo di Viareggio per due anni consecutivi, nel 1954 e 1955, aggiudicandosi anche la classifica dei marcatori (conserva quel primato, raggiunto qualche anno fa dall’attuale centravanti della Nazionale, Ciro Immobile). Giunse alla prima squadra nel campionato di serie A 1957/58 e in cinque stagioni collezionò con la maglia biancorossa 56 presenze e 21 reti.

Lasciò il “suo” Vicenza nell’estate del 1961 per vestire la maglia grigia dell’Alessandria, con la quale vinse la classifica dei cannonieri del campionato di serie B, con 21 reti (36 presenze). L’anno successivo passò al Lecco, poi al Cagliari, nell’estate del 1963. Con la maglia rossoblù, al primo anno, conquistò una storica promozione in Serie A, al termine del campionato 1963/64, realizzando 9 reti. Dopo due stagioni in serie A (complessivamente, in tre campionati, collezionò 63 presenze e 16 reti), ritornò in serie B con il Genoa, per poi passare al Potenza. Appese le scarpette al chiodo quando era ancora giovane, a 32 anni.

Iniziò subito la carriera di allenatore, nella giovanili della Sambonifacese e dello Schio, ma è in Sardegna che riuscì a togliersi le migliori soddisfazioni. Il debutto alla Nuorese (1974/75), poi a Latina (1975/76), ancora a Nuoro (1978/79), Quartu Sant’Elena (1979/80), quindi a Carbonia, in serie D, nella stagione 1980/81, presidente Elvio Verniani. Fu quello, nella prima parte, il miglior campionato della sua carriera. Era il Carbonia di Adriano Novellini, Giampaolo Zaccheddu, Guido Accardi, Floriano e Marco Congiu, Aldo Scopa, Carlo Pusceddu, Giuseppe Mura, Marco Manconi e Mondo Mameli, Pierino Aresu, Roberto Sequi, Marco Fenu, Luciano Gambula, Rino Pianta, Pino Tocco, e ancora di Ugo Corda, Egidio Cossu, il compianto Sandro Piras, Mauro Virdis e Walter Lindiri, che nel catino di Bacu Abis, dove giocava per l’indisponibilità dello stadio comunale , per l’intero girone d’andata e la prima giornata del ritorno, incantò tutti, dominando letteralmente il campionato. Chiuse il girone d’andata in testa alla classifica con 28 punti (13 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte). L’inizio fu scoppiettante: 1 a 0 a Santa Maria degli Angeli con goal di Guido Accardi, primo ko a Viterbo per 0 a 1, riscattato con tre vittorie consecutive: 4 a 0 all’Audax Rufina con goal di Zaccheddu, Floriano Congiu, Adriano Novellini e Pierino Aresu; 2 a 1 a Terracina con doppietta di Adriano Novellini e 1 a 0 al Calangianus con goal di Floriano Congiu.

Dopo la sconfitta di Olbia, 0 a 1, il 2 novembre 1980, goal di Gianni Muresu, il Carbonia di Renzo Cappellaro infilò una splendida serie positiva, con sei vittorie e un pareggio in sette giornate, iniziata una bella vittoria per 3 a 1 nel derby interno con l’Iglesias, un’impresa per 3 a 0 a Cecina, il 5 a 1 all’Isili, l’1 a 1 sul campo del Frosinone (oggi in serie A) , l’1 a 0 al Foligno, l’impresa all’Acquedotto di Sassari contro la Torres, battuta 1 a 0 con uno splendido goal di Marco Congiu e la vittoria con la Romulea, al ritorno allo stadio Comunale, 1 a 0. Il 4 gennaio giunse la sconfitta di Velletri, 2 a 1, riscattata con le vittorie sulla Lodigiani, 3 a 1 (doppietta di Adriano Novellini) e sull’Angelana, 3 a 2 (doppietta di Pino Tocco). Fu a quel punto che la squadra cominciò a balbettare e, giornata dopo giornata, a perdere terreno rispetto alle principali concorrenti, Frosinone e Torres, che era riuscita a fermare rispettivamente con un pari ed una vittoria sui loro campi, nel corso del girone d’andata. Renzo Cappellaro non riuscì a capacitarsi dell’involuzione della sua creatura ed il girone di ritorno si tramutò in un’autentica sofferenza per i tanti tifosi che si erano esaltati per quattro mesi: 6 sole vittorie, 3 pareggi e ben 8 sconfitte, per complessivi 13 punti ed il quarto posto finale, alle spalle delle promosse Torres e Frosinone e del Terracina.

La grande amarezza lasciò il segno e la società mineraria l’anno successivo affidò la guida della squadra a Checco Fele, che con la conferma dei migliori giocatori ed alcuni inserimenti (Pietro Pillosu, Gianni Tronci, Sergio Bodano, Riccardo Erriu e Leopoldo Pardini) riuscì a scrivere una delle pagine più belle della storia calcistica del Carbonia, centrando la promozione in serie C2, nella primavera del 1982.

L’esperienza di Renzo Cappellaro alla guida del Carbonia ricominciò due anni più tardi, in C2, presidente Benigno Atzori. Con un organico completamente rivoluzionato, dopo un buon avvio (2 a 0 a Montevarchi con goal di Fabrizio Rizzola e Giovanni Leone e pari interno con la Massese, 2 a 2, con goal di Giovanni Leone e Floriano Congiu) e tre vittorie interne consecutive (alla 7ª giornata 1 a 0 all’Olbia, con goal di Sandro Zaccolo; alla 9ª 1 a 0 allo Spezia con goal di Luca Rivetta; all’11ª 1 a 0 alla Torres con goal di Giuseppe Innella) , la squadra biancoblù iniziò a balbettare e nell’ultimo scorcio di stagione, con una classifica allarmante, i dirigenti decisero di esonerare Renzo Cappellaro e di affidare la guida tecnica della squadra a Ugo Corda. Il cambio sortì l’effetto desiderato, il gruppo reagì e riuscì a centrare il traguardo della salvezza con 29 punti, grazie alla miglior classifica avulsa rispetto allo Spezia, alla Vogherese e, soprattutto, all’Olbia, alla Nuorese e all’Imperia, che finirono nel campionato Interregionale.

La carriera di Renzo Cappellaro, di fatto, si concluse lì, perché nelle stagioni successive il tecnico vicentino si dedicò alla cura dei giovani. Lascia un bellissimo ricordo tra quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo, sia per le qualità tecniche sia per quelle umane e, come già sottolineato, sono stati tanti quelli che si sono ritrovati allo stadio “Carlo Zoboli” di Carbonia, per ricordarne ed onorarne la figura di sportivo e, soprattutto, di uomo.

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Venerdì 11 settembre, allo stadio “Carlo Zoboli” di Carbonia, alle 16.30, si svolgerà il 1° Memorial Renzo Cappellaro.

Centravanti del Cagliari dal 1963 al 1966 e tecnico di diverse squadre, tra le quali il Carbonia, che guidò per due stagioni in serie D, nel campionato 1980/81 e in serie C2, nel campionato 1984/85, Renzo Cappellaro se n’è andato il 14 ottobre 2014, all’età di 77 anni.

Nato a Vicenza il 12 maggio 1937, iniziò a giocare al calcio nelle giovanili del Lanerossi Vicenza, con la quale vinse il prestigioso Torneo di Viareggio per due anni consecutivi, nel 1954 e 1955, aggiudicandosi anche la classifica dei marcatori (conserva quel primato, raggiunto qualche anno fa dall’attuale centravanti della Nazionale, Ciro Immobile). Giunse alla prima squadra nel campionato di serie A 1957/58 e in cinque stagioni collezionò con la maglia biancorossa 56 presenze e 21 reti.

Lasciò il “suo” Vicenza nell’estate del 1961 per vestire la maglia grigia dell’Alessandria, con la quale vinse la classifica dei cannonieri del campionato di serie B, con 21 reti (36 presenze). L’anno successivo passò al Lecco, poi al Cagliari, nell’estate del 1963. Con la maglia rossoblù, al primo anno, conquistò una storica promozione in Serie A, al termine del campionato 1963/64, realizzando 9 reti. Dopo due stagioni in serie A (complessivamente, in tre campionati, collezionò 63 presenze e 16 reti), ritornò in serie B con il Genoa, per poi passare al Potenza. Appese le scarpette al chiodo quando era ancora giovane, a 32 anni.

Iniziò subito la carriera di allenatore, nella giovanili della Sambonifacese e dello Schio, ma è in Sardegna che riuscì a togliersi le migliori soddisfazioni. Il debutto alla Nuorese (1974/75), poi a Latina (1975/76), ancora a Nuoro (1978/79), Quartu Sant’Elena (1979/80), quindi a Carbonia, in serie D, nella stagione 1980/81, presidente Elvio Verniani. Fu quello, nella prima parte, il miglior campionato della sua carriera. Era il Carbonia di Adriano Novellini, Giampaolo Zaccheddu, Guido Accardi, Floriano e Marco Congiu, Aldo Scopa, Carlo Pusceddu, Giuseppe Mura, Marco Manconi e Mondo Mameli, Pierino Aresu, Roberto Sequi, Marco Fenu, Luciano Gambula, Rino Pianta, Pino Tocco, e ancora di Ugo Corda, Egidio Cossu, il compianto Sandro Piras, Mauro Virdis e Walter Lindiri, che nel catino di Bacu Abis, dove giocava per l’indisponibilità dello stadio comunale, per l’intero girone d’andata e la prima giornata del ritorno, incantò tutti, dominando letteralmente il campionato. Chiuse il girone d’andata in testa alla classifica con 28 punti (13 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte). L’inizio fu scoppiettante: 1 a 0 a Santa Maria degli Angeli con goal di Guido Accardi, primo ko a Viterbo per 0 a 1, riscattato con tre vittorie consecutive: 4 a 0 all’Audax Rufina con goal di Zaccheddu, Floriano Congiu, Adriano Novellini e Pierino Aresu; 2 a 1 a Terracina con doppietta di Adriano Novellini e 1 a 0 al Calangianus con goal di Floriano Congiu.

Dopo la sconfitta di Olbia, 0 a 1, il 2 novembre 1980, goal di Gianni Muresu, il Carbonia di Renzo Cappellaro infilò una splendida serie positiva, con sei vittorie e un pareggio in sette giornate, iniziata una bella vittoria per 3 a 1 nel derby interno con l’Iglesias, un’impresa per 3 a 0 a Cecina, il 5 a 1 all’Isili, l’1 a 1 sul campo del Frosinone (oggi in serie A), l’1 a 0 al Foligno, l’impresa all’Acquedotto di Sassari contro la Torres, battuta 1 a 0 con uno splendido goal di Marco Congiu e la vittoria con la Romulea, al ritorno allo stadio Comunale, 1 a 0. Il 4 gennaio giunse la sconfitta di Velletri, 2 a 1, riscattata con le vittorie sulla Lodigiani, 3 a 1 (doppietta di Adriano Novellini) e sull’Angelana, 3 a 2 (doppietta di Pino Tocco). Fu a quel punto che la squadra cominciò a balbettare e, giornata dopo giornata, a perdere terreno rispetto alle principali concorrenti, Frosinone e Torres, che era riuscita a fermare rispettivamente con un pari ed una vittoria sui loro campi, nel corso del girone d’andata. Renzo Cappellaro non riuscì a capacitarsi dell’involuzione della sua creatura ed il girone di ritorno si tramutò in un’autentica sofferenza per i tanti tifosi che si erano esaltati per quattro mesi: 6 sole vittorie, 3 pareggi e ben 8 sconfitte, per complessivi 13 punti ed il quarto posto finale, alle spalle delle promosse Torres e Frosinone e del Terracina.

La grande amarezza lasciò il segno e la società mineraria l’anno successivo affidò la guida della squadra a Checco Fele, che con la conferma dei migliori giocatori ed alcuni inserimenti (Pietro Pillosu, Gianni Tronci, Sergio Bodano, Riccardo Erriu e Leopoldo Pardini) riuscì a scrivere una delle pagine più belle della storia calcistica del Carbonia, centrando la promozione in serie C2, nella primavera del 1982.

L’esperienza di Renzo Cappellaro alla guida del Carbonia ricominciò due anni più tardi, in C2, presidente Benigno Atzori. Con un organico completamente rivoluzionato, dopo un buon avvio (2 a 0 a Montevarchi con goal di Fabrizio Rizzola e Giovanni Leone e pari interno con la Massese, 2 a 2, con goal di Giovanni Leone e Floriano Congiu) e tre vittorie interne consecutive (alla 7ª giornata 1 a 0 all’Olbia, con goal di Sandro Zaccolo; alla 9ª 1 a 0 allo Spezia con goal di Luca Rivetta; all’11ª 1 a 0 alla Torres con goal di Giuseppe Innella) , la squadra biancoblù iniziò a balbettare e nell’ultimo scorcio di stagione, con una classifica allarmante, i dirigenti decisero di esonerare Renzo Cappellaro e di affidare la guida tecnica della squadra a Ugo Corda. Il cambio sortì l’effetto desiderato, il gruppo reagì e riuscì a centrare il traguardo della salvezza con 29 punti, grazie alla miglior classifica avulsa rispetto allo Spezia, alla Vogherese e, soprattutto, all’Olbia, alla Nuorese e all’Imperia, che finirono nel campionato Interregionale.

La carriera di Renzo Cappellaro, di fatto, si concluse lì, perché nelle stagioni successive il tecnico vicentino si dedicò alla cura dei giovani. Lascia un bellissimo ricordo tra quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo, sia per le qualità tecniche sia per quelle umane e sicuramente saranno tanti quelli che l’11 settembre si ritroveranno allo stadio “Carlo Zoboli” di Carbonia, per ricordarne ed onorarne la figura di sportivo e, soprattutto, di uomo.

Marco Congiu 2 copiaMarco CongiuCarbonia 1981-82 7Carbonia 1981-82 2 Carbonia 1980-81 2Carbonia 1979-80

Tanti ex compagni di squadra, tecnici e dirigenti, si sono uniti a familiari e amici nella cerimonia dell’ultimo saluto a Marco Congiu, celebrata questo pomeriggio nella chiesa della Beata Vergine Maria Madre Della Chiesa di Frutti d’Oro, la frazione di Capoterra nella quale viveva. La passione per il calcio, coltivata per alcuni decenni prima da calciatore poi da allenatore, ha caratterizzato la sua vita ed ha costituito anche il filo conduttore dell’omelia del parroco di Frutti d’Oro, suo grande amico, che ha sottolineato anche il momento dell’incontro tra tanti ex compagni di squadra, di Cagliari, Sant’Elena, Iglesias e Carbonia, ma anche di calciatori da lui guidati da tecnico e di allenatori e dirigenti, che in qualche caso non si vedevano da anni e non sono voluti mancare per salutare Marco.

Tra i tanti ricordi, ne cito soltanto uno, quello di Mario Mureddu, ex bomber del Quartu: «Posso dire di avere avuto la fortuna di giocare al suo fianco – ha detto – perché Marco Congiu era veramente un grande calciatore».

Tra gli ex compagni di squadra, purtroppo, non c’erano Roberto Dore e Roberto Sequi, venuti a mancare prima di lui. Il primo a fine 2013, il secondo appena tre giorni prima di lui.

Marco Congiu, nato a Carbonia nel 1952, è stato un grande protagonista di alcune delle stagioni più belle del calcio rossoblù dell’Iglesias negli anni ‘7o e biancoblù del Carbonia a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Cresciuto nelle Giovanili del Cagliari, è arrivato in prima squadra, senza avere mai la soddisfazione dell’esordio in campionato. Dal Cagliari è stato ceduto al Sant’Elena nella stagione 1973/74 e da Quartu ha iniziato una lunga esperienza nel Sulcis Iglesiente, prima all’Iglesias, poi al Carbonia. In maglia rossoblù ha disputato 4 campionati, con una sola interruzione (la stagione 1975/76 che lo ha visto protagonista con la maglia del Benevento), collezionando da titolare inamovibile del centrocampo, 123 presenze e 24 reti. Nell’estate 1979 è approdato al Carbonia, squadra che, al suo secondo anno in serie D, stava iniziando un ciclo vincente, culminato nella Primavera 1982 con la promozione in C2. E’ stato grande protagonista di quegli anni, con 88 presenze in 3 campionati di IV serie, due di serie D e uno di Interregionale, vinto, realizzando complessivamente 13 reti, giocando anche 9 partite in C2, con 2 reti, prima di lasciare Carbonia. Ha concluso la carriera disputando alcuni campionati minori in squadre del Cagliaritano.

Marco Congiu e Roberto Sequi sono stati compagni di squadra in due campionati con l’Iglesias, 1977/78 e 1978/79 (entrambi in serie D) e poi per 3 campionati con il Carbonia, 1980/81 (serie D), 1981/82 (Interregionale) e 1982/83 (C2). Marco Congiu è arrivato al Carbonia dall’Iglesias un anno prima rispetto a Roberto Sequi. Con Roberto Dore, invece, ha disputato il campionato di serie D 1979/80.

Centrocampista di grande dinamismo, Marco Congiu era dotato di discreta tecnica e fiuto del goal. A fine carriera, ha intrapreso la carriera di allenatore, senza molta fortuna, guidando anche l’Iglesias, nel campionato di Eccellenza 1996/97, reduce da un’esperienza alla guida del Pula. Ha pagato i risultati negativi, determinati dall’inesperienza di molti elementi dell’organico, con l’esonero (al suo posto è stato chiamato Mario Tiddia che, con un buon finale, ha portato la squadra rossoblù al 5° posto). Ha allenato anche il Dolianova, il San Sperate e il Capoterra, la città nella quale ha fissato la sua residenza.

Ciao Marco.

Giampaolo Cirronis

Marco CongiuCarbonia 1981-82 7 Carbonia 1981-82 2 Carbonia 1980-81 2

A distanza di soli tre giorni dalla prematura scomparsa di Roberto Sequi, è mancato oggi Marco Congiu, altro grande protagonista di alcune delle stagioni più belle del calcio rossoblù dell’Iglesias negli anni ‘7o e biancoblù del Carbonia a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Originario di Carbonia, dove è nato nel 1952, Marco Congiu è cresciuto nelle Giovanili del Cagliari ed è arrivato in prima squadra, senza avere mai la soddisfazione dell’esordio. Dal Cagliari è stato ceduto al Sant’Elena nella stagione 1973/74 e da Quartu ha iniziato una lunga esperienza nel Sulcis Iglesiente, prima all’Iglesias, poi al Carbonia. In maglia rossoblù ha disputato 4 campionati, con una sola interruzione (la stagione 1975/76 che lo ha visto protagonista con la maglia del Benevento), collezionando da titolare inamovibile del centrocampo, 123 presenze e 24 reti. Nell’estate 1979 è approdato al Carbonia, squadra che, al suo secondo anno in serie D, stava iniziando un ciclo vincente, culminato nella Primavera 1982 con la promozione in C2. E’ stato grande protagonista di quegli anni, con 88 presenze in 3 campionati di IV serie, due di serie D e uno di Interregionale, vinto, realizzando complessivamente 13 reti, giocando anche 9 partite in C2, con 2 reti, prima di lasciare Carbonia. Ha concluso la carriera disputando alcuni campionati minori in squadre del Cagliaritano.

Roberto Sequi e Marco Congiu sono stati compagni di squadra in due campionati con l’Iglesias, 1977/78 e 1978/79 (entrambi in serie D) e poi per 3 campionati con il Carbonia, 1980/81 (serie D), 1981/82 (Interregionale) e 1982/83 (C2). Marco Congiu è arrivato al Carbonia dall’Iglesias un anno prima rispetto a Roberto Sequi.

Centrocampista di grande dinamismo, Marco Congiu era dotato di discreta tecnica e fiuto del goal. A fine carriera, ha intrapreso la carriera di allenatore, senza molta fortuna, guidando anche l’Iglesias, nel campionato di Eccellenza 1996/97, reduce da un’esperienza alla guida del Pula. Ha pagato i risultati negativi, determinati dall’inesperienza di molti elementi dell’organico, con l’esonero (al suo posto è stato chiamato Mario Tiddia che, con un buon finale, ha portato la squadra rossoblù al 5° posto). Ha allenato anche il Dolianova, il San Sperate e il Capoterra, la città nella quale ha fissato la sua residenza.

Ciao Marco.

Giampaolo Cirronis