20 April, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato nuove norme in materia di dislessia. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Testo Unico sulla dislessia.

Il presidente ha quindi dato la parola al relatore, il consigliere Lorenzo Cozzolino, del Pd.

Nel suo intervento, Lorenzo Cozzolino ha ricordato il lavoro della commissione Sanità, che ha approvato la legge all’unanimità dopo l’unificazione di due proposte ed una attenta ricognizione, condotta in tutte le aziende sanitarie della Regione, sull’incidenza della dislessia in Sardegna, estesa dalla presa in carico dei pazienti fino alla formazione delle liste d’attesa. «Una ricognizione – ha precisato – accompagnata da un ciclo di audizioni che ha riguardato la direzione scolastica regionale, psicologi, pedagogisti e specialisti che hanno collaborato con suggerimenti e proposte, contendo alla commissione di arrivare ad un aggiornamento del testo ad eccezione della norma finanziaria». «La legge – ha aggiunto Lorenzo Cozzolino –contiene la classificazione precisa della dislessia come complesso di disturbi del neuro sviluppo che compromette la capacità di scrivere e leggere pur essendo sani, disturbi modificabili con interventi mirati e tempestivi che insorgono all’inizio della scolarizzazione, e misure che permettono di attenuare o compensare gli stessi disturbi». «La tempestività degli interventi – ha detto ancora il relatore – è un elemento centrale della strategia della Regione perché, in caso di interventi tardivi si impedirebbe allo studente di frequentare normalmente il corso di studi con un peggioramento complessivo delle sue condizioni che potrebbe incidere negativamente anche nella semplice vita di relazione». La prima legge in materia, ha continuato, «è stata emanata dallo Stato nel nel 2010 con l’obiettivo di porre studenti tutti sullo stesso piano, anche se permane una scarsa conoscenza della patologia perché si ferma all’ambito scolastico e non si estende, per esempio, ai concorsi pubblici ed agli ambienti di lavoro: la legge regionale, invece, comprende anche questi casi, introduce la certificazione con valore legale, promuove la ricerca, incentiva la raccolta e l’aggiornamento dei dati e la diffusione della conoscenza di questi disturbi attraverso specifiche attività di formazione dentro e fuori dal contesto scolastico».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia), firmatario di una delle proposte, ha sottolineato che «la legge arriva in Aula forse dopo troppo tempo e tuttavia fornisce uno strumento normativo ed operativo per intervenire nella patologia dei disturbi dell’apprendimento che riguarda i pazienti come i familiari, i quali finora erano privi della possibilità di comprendere la malattia e farvi fronte, dalla scuola alla vita sociale e lavorativa». «La Sardegna – ha detto ancora Edoardo Tocco – affronta questo problema per la prima volta ed ora sarà possibile intervenire sia sulla scuola che sull’individuo e la sua vita normale, partendo ovviamente dai bambini, con lo scopo di garantire a tutti pari diritti, espressione di una sanità attenta ai bisogni ed alle difficoltà dei cittadini, esempio di buona politica e buona sanità oltre che di collaborazione concreta fra maggioranza ed opposizione».

Il consigliere Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulle peculiarità dei diverse forme di disturbi dell’apprendimento, come alterazioni che incidono su alcune abilità e sull’apprendimento in soggetti con caratteristiche fisiche e mentali normali: dislessia (sul testo scritto), disgrafia (leggibilità dei testi), disortografia (sui suoni), discalcolia (sui calcoli). «Secondo stime del ministero della Pubblica istruzione – ha spiegato Domenico Gallus – in Italia sono oltre 186.000 i casi in crescita, segnalati in crescita visto che l’incidenza di questi disturbi è quadruplicata in 6 anni, mentre in Sardegna colpisce circa il 3%, soprattutto, in alunni del primo e secondo grado del ciclo di istruzione». «E’ un disturbo dal quale si può guarire – ha assicurato il consigliere – perché nel 20% dei casi si risolve, nel 45% si ottengono risultati intermedi e solo nel 35% si segnala una persistenza, purtroppo, correlata ad altre patologie come, ansia, depressione, peggioramento della condotta, scarsa motivazione, abbandono scolastico, scompensi emotivi ed affettivi». «La legge – ha concluso – garantisce parità con azioni mirate fin dalla scuola dell’infanzia con attività didattiche specifiche intervenendo anche sull’evoluzione della malattia, affermando in definitiva il principio che le persone affetti da questi disturbi non sono invalidi né portatori di handicap».

Rossella Pinna, del Pd, ha espresso una valutazione molto positiva sulla legge, che contiene «strumenti operativi efficaci rispetto ad una problematica complessa che finora aveva menomato l’autonomia e l’inclusione sociale di tanti bambini ed adulti». «Rispetto ad una realtà nazionale molto diversificata nelle diverse aree che vede la Sardegna vicina al nord ovest ma con limiti di sotto certificazione – ha evidenziato la Pinna, «famiglie ed esperti hanno rilevato però il riconoscimento tardivo del disturbo, anche la legge nazionale del 2010 ha iniziato ad invertire la tendenza attraverso piani personalizzati nei contesti scolastici e lavorativi». «Occorre – ha auspicato l’esponente del Pd – che il sistema sanitario regionale possa operare con competenza ed appropriatezza, promuovendo la crescita della sensibilità e della comprensione del disturbo anche allargando il campo degli interventi al settore della formazione professionale».

Augusto Cherchi, del Pds, ha messo in luce nella premessa che anche la legge sulla dislessia non si è sottratta ad un processo legislativo complesso e lungo non solo per la farraginosità del sistema «ma anche per aspetti burocratici legati soprattutto alla proiezione delle norme sui attività su territori». Manca insomma, secondo Augusto Cherchi, «un pezzo di trasparenza così come manca alla nuova rete ospedaliera che non si vede sul territorio (anzi si vede l’esatto contrario) nonostante il voto del Consiglio regionale risalga ad ottobre scorso». Soffermandosi sul merito del provvedimento in discussione, Augusto Cherchi ha dichiarato che «si tratta di una legge molto importante che interviene non su una patologia ma su alcune difficoltà compensabili legate all’identità individuale (Einstein e Leonardo erano dislessici) che hanno una elevata incidenza nello sviluppo della personalità ed in attività fondamentali come leggere scrivere e far di conto». Positive, secondo il consigliere, «anche l’attenzione alla scuola anche per combattere dispersione scolastica ed il ricorso a soggetti privati ove il pubblico non sia in condizioni di effettuare diagnosi, oltre a strumenti a garanzia del percorso formativo e lavorativo».

Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha messo in evidenza il buon lavoro della commissione Sanità «con una legge che ha lo scopo di intervenire per contrastare i ritardi nell’apprendimento che colpiscono circa il 10% dei bambini ed un altro 30% di soggetti in età più avanzata, dati che segnalano aree di gravissimo disagio sociale per persone e famiglie». «Si tratta di disturbi – ha detto Emilio Usula – tempo-dipendenti localizzate nel primo quadrimestre della prima elementare dove la diagnosi corretta è indispensabile sia per la cura che per evitare l’evoluzione della malattia; servono perciò specialisti ben distribuiti sul territorio e risorse adeguate e, sotto questo profilo, non convince il ricorso a strutture private a pagamento, spero non sia alibi per disimpegno sistema sanitario regionale, sospetto peraltro suffragato dall’attuale scarsità di risorse, aspetto che l’assessore deve chiarire».

In un secondo intervento il relatore della legge Lorenzo Cozzolino ha precisato che «l’accreditamento degli specialisti privati è inquadrato nell’accordo Stato Regioni del 2012 successivo alla legge 170/2010 e disciplina la possibilità per le Regioni (solo per garantire la tempestività degli interventi) assicurando il rispetto del termine di 6 mesi nel rilascio delle certificazioni che attualmente in Sardegna non vengono rispettati, mentre nel settore pubblico le liste d’attesa sono eccessive».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, commentando quanto emerso dal dibattito, affermato che «ogni tanto la politica del buon senso, che si spoglia dalle appartenenze e si impegna per il bene comune fa cose buone per i cittadini, dando una mano a persone sfortunate ed alle loro famiglie, e mette a disposizione della comunità uno strumento utile per avere finalmente risposte concrete e riconoscere diritti». Daniele Cocco, infine, ha auspicato che quello della legge sulla dislessia possa essere un esempio da replicare con la commissione sulla presenza dell’amianto con attenzione all’efficienza delle strutture sul territorio «perché le persone colpite dalle patologie correlate all’amianto devono aspettare oltre 200 giorni per una visita e sono veramente troppi».

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha affermato di condividere la relazione del consigliere Lorenzo Cozzolino scusandosi però del ritardo con cui l’assessorato ha risposto alla commissione. Il quadro generale della sanità in Sardegna, ha aggiunto l’assessore, «ci pone di fronte problemi di enormi dimensioni e ci spinge a profonde riflessioni sulla sanità che vogliamo perché bisogna decidere quale modello adottare». Nel caso della dislessia che, secondo Arru, rientra nell’ambito della riflessione generale sulla sanità sarda, «è vero che serve personale specializzato per andare oltre la fase infantile, è vero anche che gli interventi sulle liste d’attesa richiedono scelte, e tutto deve essere inquadrato appunto in un modello esterno all’ospedale in raccordo con le cattedre universitarie, senza trascurare che in Sardegna ben  960.000 cittadini vivono in zone rurali». Quanto alla nuova rete ospedaliera, l’assessore della Sanità ha ribadito che «la Regione ha inviato ai ministero della Salute e dello Sviluppo economico le sue contro deduzioni per dimostrare che la legge quadro nazionale è stata applicata adottato in autonomia dalla Regione e non c’è alcuna asimmetria fra i suoi contenuti e l’applicazione concreta». Affrontando, infine, il problema delle visite dei pazienti colpiti da patologie legate all’amianto, Luigi Arru ha assunto precisi impegni per ridurre i tempi, ricordando però che secondo i dati più recenti «i sardi hanno prenotato 5 milioni di visite nei Cup sardi ed oltre 1 milione e 200.000 non si sono presentato; è un problema enorme che va affrontato».

Successivamente il Consiglio ha approvato all’unanimità il passaggio agli articoli mentre, dopo una breve sospensione dei lavori, il relatore ha annunciato che tutti gli emendamenti saranno sottoscritti da tutti i componenti della commissione.

A seguire l’Aula ha approvato l’art.1 con un emendamento che corregge il titolo della legge che si riferirà a «disturbi specifici dell’apprendimento». 

Dopo l’articolo 1 (Oggetto) il presidente Gianfranco Ganau ha messo in discussione l’articolo 2 (finalità) con gli emendamenti 4 e 10. L’articolo 2 è stato approvato e così gli emendamenti 4, 10 e 1.

Approvato anche l’articolo 3 (Accertamento e certificazione del disturbo di apprendimento ) con l’emendamento aggiuntivo 11 e poi l’articolo 4 (Comitato tecnico-scientifico sui DSA) con l’emendamento aggiuntivo 12.

Sull’articolo 5 (Iniziative di informazione e sensibilizzazione ) compreso l’emendamento soppressivo parziale 13, la commissione e la Giunta hanno espresso parere favorevole.

L’on. Emilio Usula ha annunciato un emendamento orale per invitare la Regione a potenziare il servizio pubblico con nuove assunzioni.

L’emendamento soppressivo 13 e l’articolo 5 sono stati approvati e così l’articolo 6 (Formazione degli operatori sanitari e scolastici e delle famiglie) con l’emendamento sostitutivo 2.

Di seguito, approvato anche l’articolo 7 (Inclusione scolastica e all’università) con l’emendamento 14. Poi l’articolo 8 (Concorsi, inserimento lavorativo mirato e misure di supporto per i genitori) con l’emendamento aggiuntivo 8.

Approvato l’articolo 9 (promozione della ricerca) e poi il 10 (Accreditamento ai fini dell’articolo 3 della legge n. 170 del 2010) con gli emendamenti 6, 7, 9, 15, 16.

Ok dall’Aula anche all’articolo 11 (norma finanziaria) e così il 12 (entrata in vigore) e il testo della legge, così come emendato.

Per dichiarazione di voto l’on. Roberto Desini (Pds) ha ringraziato tutti i colleghi e ha detto: «Ci sono cinque milioni di prenotazioni all’anno al Cup ma un milione e duecentomila pazienti rinuncia. Dobbiamo chiederci perché rinunciano e io lo dico: perché le visite vengono fissate dopo sette, otto mesi e chi rinuncia va a fare a pagamento la stessa visita. Assessore Arru, lei è un nominato e non un eletto e non deve rispondere a nessuno. Non accetto che lei risponda così». L’esponente della maggioranza, nel suo intervento, ha quindi parlato di “nefandezze”, con un tono particolarmente critico rivolto alla situazione della sanità in Sardegna.

L’on. Roberto Deriu ha parlato a nome del Pd e ha ringraziato i commissari che hanno collaborato a questo testo: «Sono importanti le finalità di questa legge in materia di diagnosi precoce e di diritti delle persone diversamente abili. Siamo molto fieri del voto unanime a questa legge».

Anche l’on. Edoardo Tocco (FI) ha ringraziato «i colleghi che hanno fatto un gran lavoro per questa legge, abbiamo raggiunto un bel risultato per tanti sardi ed è importante per tutta l’Aula». Anche l’on. Marco Tedde (FI) si è associato ai ringraziamenti: «E’ un articolato positivo, un lumicino nel buio di una sanità sarda che non funziona e l’attacco virulento che è partito dai banchi della maggioranza verso l’assessore Luigi Arru lo dimostra in pieno». Per l’on. Mariano Contu (FI) «è necessaria una rete dei servizi territoriali che dia davvero una risposta ai bisogni delle persone con disturbi comportamentali individuati dall’assessore nel suo intervento ma anche nei lavori preparatori di questa legge».

L’on. Daniele Cocco (Articolo 1) ha detto che «quando si fanno cose intelligenti insieme c’è una ricaduta per tutti ma non possiamo non notare che esiste il problema delle liste d’attesa. Chi prenota e non si presenta non può aspettare il pubblico e va dal privato. E’ chiaro che se i Cup avessero personale potrebbero lavorare di più e migliorare i tempi delle liste d’attesa e ridurre la fuga verso i privati».

Favorevole anche l’on. Mondo Perra, presidente della commissione Sanità: «E’ una legge che dà risposte e restituisce dignità, visto che la Sardegna è l’ultima regione a normare la materia della dislessia. Oggi facciamo un salto culturale importante».

Per l’on. Domenico Gallus (Psd’az) «i cittadini ci chiedono risposte in materia sanitaria perché evidentemente non gliele diamo» mentre per l’on. Luigi Ruggeri (Pd) «sono troppe le considerazioni strumentali sull’assessore Luigi Arru, le cui nefandezze corrispondono all’azione di disboscamento delle gestioni del passato. Oggi noi abbiamo in Sanità buona amministrazione, risparmio e pianificazione  che ci stanno portando a rientrare di 50 milioni dal nostro deficit».

Fratelli d’Italia ha preso la parola con l’on. Paolo Truzzu, secondo cui «siamo davanti a una buona legge, per quanto tardiva, nella speranza che sia davvero attuata. Ma non posso non denunciare che la riforma della sanità sarda è ferma. Avete un direttore generale che nessuno ha votato e fa l’assessore. Assessore, ma chi ve lo fa fare? Si dimetta».

Per l’on. Rossella Pinna (Pd) «i toni e i termini del collega di maggioranza Roberto Desini non sono accettabili e dovrebbe chiedere scusa all’assessore Luigi Arru» mentre per l’on. Giorgio Oppi «il voto a favore di questa legge è scontato ma è una legge che arriva in ritardo. Ma non possiamo ignorare che la Sanità sarda non va bene: ognuno deve prendersi le sue responsabilità. E smettiamola di dire sciocchezze sui risparmi conseguiti, visto che stiamo utilizzando i fondi del 2019 per coprire i buchi degli anni precedenti».

Secondo l’on. Augusto Cherchi  (PDS) «la Sanità è un argomento così importante da provocare posizioni dure e aspri, è inevitabile. Non è vero che va tutto bene e non siamo disposti a fare difese d’ufficio». Per l’on. Luigi Lotto (Pd) «siamo tutti grandi e vaccinati e ci stanno anche i toni duri  in una materia così importante come la Sanità». 

La capogruppo di Fi, Alessandra Zedda ha dichiarato voto favorevole al provvedimento ed ha definito “anomalo” il clima in Aula. «Un partito della maggioranza – ha dichiarato l’esponente della minoranza – critica aspramente le scelte fatte sul riordino della rete ospedaliera, nonostante abbia votato a favore dei quel provvedimento che non oggi come allora giudichiamo inadeguato». «Assessore – ha concluso Alessandra Zedda – prenda atto della mozione di sfiducia che gli è arrivata dai banchi della sua maggioranza e tragga le opportune conclusioni».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha ribadito parere favorevole alla proposta in discussione ed ha criticato il governo della sanità nell’isola mentre il consigliere del Partito dei Sardi, Piermario Manca, è ritornato sulla polemica delle liste d’attesa, rivendicando nel contempo il diritto di critica sull’operato dell’assessore, pur restando nella maggioranza.

Il consigliere Francesco Agus (Misto) ha dichiarato voto favorevole («è una legge che attendiamo dalla precedente legislatura») ma ha chiesto di evitare «forzature nel confronto come è stato fatto con il tema delle liste d’attesa”. «Evitiamo processi sommari contro l’assessore della sanità», ha concluso il consigliere ex Sel.

Gaetano Ledda (capogruppo Psd’Az-La Base) ha annunciato voto favorevole alla proposta di legge ed ha criticato duramente lo stato in cui versa la sanità sarda: «La sanità non funzione ed è allo sfascio, per comprenderlo è sufficiente recarsi in uno qualsiasi degli ospedali sardi».

Il consigliere Valerio Meloni (Pd) si è detto dispiaciuto dall’andamento del confronto in Aula: «Non approvo toni e attacchi di tipo personale e affermo che agricoltura e sanità sono i più settori critici».

Pierfranco Zanchetta (capogruppo Upc-Psi) ha dichiarato voto favorevole ed ha parlato di “discussione irrituale” auspicando la convocazione di una seduta ad hoc del Consiglio sul tema della sanità.

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha definito il dibattito in Aula “confuso” ed ha affermato: «Dissento dalle affermazioni che tendono a mettere in discussione il piano di riordino della rete ospedaliera, così come constato che le liste d’attesa non nascono oggi né sono conseguenza della riorganizzazione della rete ospedaliera».

Il consigliere Emilio Usula (Misto) ha dichiarato pieno sostegno al provvedimento in discussione ed ha polemizzato con il gruppo Pds: «I Rossomori hanno scelto di uscire dalla maggioranza ed hanno rinunciato a vantaggi e cariche, altri tengono ben stretti questi ruoli ma in Aula parlano di bande e nefandezze a proposito della sanità».

Il consigliere di Fi, Stefano Tunis (Fi) ha definito “grottesca” la situazione in Aula ed ha dichiarato: «Noi della minoranza siamo a conoscenza delle difficoltà della maggioranza ma chiediamo di chiudere in fretta questa pagina poco felice del centrosinistra al governo della Regione».

Posta in votazione la legge sulla dislessia è stata approvato con 49 favorevoli su 49 votanti.

Si è passati dunque alla discussione della mozione n. 376 (Lai e più) sulla situazione delle parafarmacie e il primo firmatario ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno sull’argomento.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi concesso la parola per la replica all’assessore della Sanità Luigi Arru che, riferendosi alle fasi più spigolose del dibattito sulla legge per la dislessia, così si è rivolto alla presidenza: «Pongo il quesito se un assessore tecnico che ha giurato in Aula abbia o no il diritto all’esercizio politico in Consiglio». L’assessore ha quindi promesso «altre occasioni per discutere il tema della sanità» e si è soffermato sulla situazione della parafarmacie evidenziando che si tratta di attività commerciali e che dunque compiti e funzioni della Regione e dell’assessorato sono assai limitate.

In sede di controreplica, il consigliere Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp), si è rimesso al contenuto dell’ordine del giorno, condiviso anche dall’assessore Luigi Arru, che impegna il presidente della Regione e lo stesso assessore a vigilare «affinché il governo attui politiche favorevoli all’ingresso nel settore del commercio farmaceutico di ulteriori risorse lavorative, riducendo i limiti che ostacolano al crescita delle parafarmacie» e a «scongiurare vecchi assetti monopolistici».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi posto in votazione l’ordine del giorno (Lai e più) che è stato approvato con ventinove favorevoli e uno contrario ed ha dichiarato tolta la seduta, preannunciando la convocazione del Consiglio al domicilio.

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Incontro assessore Paci con ex Keller e sindacati

Il vicepresidente della Regione Raffaele Paci ha incontrato una delegazione di lavoratori ex Keller in una sala del comune di San Gavino Monreale, a margine di un incontro di programmazione territoriale. Insieme a Paci, i consiglieri regionali Rossella Pinna, Alessandro Collu e Gianni Lampis, rappresentanti sindacali, sindaci e assessori locali. L’incontro è stato chiesto dagli stessi lavoratori che, in questo momento, non ricevono più gli ammortizzatori sociali.
«È un dovere essere qui, ascoltarvi e fare un ragionamento sul futuro con voi e i rappresentanti del territorio – ha detto Raffaele Paci -. Questa della Keller è una partita che stanno seguendo direttamente gli assessori dell’Industria e del Lavoro che hanno le competenze specifiche, ma anche la Presidenza segue quotidianamente la vertenza. Ci sono due strade di intervento: una è quella di dare una risposta nell’immediato alle famiglie senza reddito visto che non ci sono più gli ammortizzatori, l’altra è quella di monitorare le proposte degli acquirenti. E in questo la Regione è presente e segue da vicino l’evolversi della situazione. Sempre all’interno delle regole, però: voglio ricordare che non possiamo dare soldi senza rispettare le legittime procedure, perché poi dopo due mesi l’Europa ce li richiede. Adesso aspettiamo di vedere come va il bando che scade il prossimo 29 aprile: se entro quella data non ci saranno manifestazioni d’interesse, cercheremo di individuare e superare insieme al Consorzio industriale eventuali difficoltà di quel bando. Se invece le manifestazioni d’interesse ci saranno, allora immediatamente la Giunta si impegnerà a trovare incentivi all’interno di una procedura negoziale in cui sarà coinvolto anche il ministero dello Sviluppo economico, per accompagnare l’investitore in un processo di rilancio. Riferirò subito di questo incontro al Presidente e agli assessori competenti – ha concluso il vicepresidente Raffaele Paci – in modo che possano continuare a seguire questa vicenda e provare a risolverla al più presto.»

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La riapertura della Galleria Anglosarda, nell’ex compendio minerario di Montevecchio, chiusa da diversi anni, è un traguardo sempre più vicino, così come confermato dall’assessore regionale all’Industria, Maria Grazia Piras nella risposta all’ interpellanza del 2015 e all’interrogazione di giugno del 2016 della consigliera Rossella Pinna del Partito democratico.

Nel confermare gli impegni istituzionali, che hanno richiesto tempi tecnici di attuazione, l’assessore ha comunicato che sono state disposte le risorse finanziarie e già eseguiti gli interventi necessari a consentire le visite ai turisti all’interno della galleria.

«Esprimo soddisfazione e apprezzamento – afferma Rossella Pinna (Pd) –, per la positiva risposta, da tempo attesa. La Galleria Anglosarda, unica e particolarmente suggestiva, riconsegnata alle comunità locali è un patrimonio che appartiene alla loro identità, alla loro storia e che deve essere conservato, valorizzato e, soprattutto, “comunicato” con un’attenta politica di tutela. Si tratta di  un altro tassello che aggiunge un importante valore ai percorsi di visita dell’ex compendio minerario di Montevecchio tra i più interessanti della Sardegna, un indicatore più che positivo per creare nuove opportunità e individuare strade da percorrere per lo sviluppo ai fini turistici di un territorio particolarmente apprezzato.»

«Attualmente – aggiunge Rossella Pinna – l’assessorato sta lavorando alla definitiva applicazione della delibera di Giunta n. 34/10 del 2014, per definire le modalità di passaggio per la gestione e la sistemazione dei beni presenti nel sito, dalla Società Igea SpA al Parco Geominerario, che ha già acquisito la piena operatività. Nuovo ossigeno, in prossimità dell’avvio della stagione turistica – conclude l’esponente democratica – per un territorio pesantemente colpito dalla crisi economica, e che punta a diventare un importante polo di attrazione turistica.»

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Nella seduta odierna il neo deputato del Pd, Gavino Manca, ha rassegnato le dimissioni dalla carica di consigliere regionale. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il regolamento n.7, (Attuazione della legge regionale 23/05 in materia di organizzazione e funzionamento delle strutture sociali, istituti di partecipazione e concertazione. Revisione e integrazione delle norme sulle strutture per l’infanzia e istituzione delle strutture sociali “gruppo appartamento”).

Il provvedimento è arrivato in Aula con il consenso di tutti i capigruppo, in base all’art. 102 del regolamento consiliare. Il presidente ha dato quindi la parola al proponente, il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) per illustrarne il contenuto.

Nella sua relazione il consigliere Luca Pizzuto, dopo aver ringraziato i capigruppo, ha affermato che la modifica del regolamento proposta ha lo scopo di «ampliare i servizi nelle aree periferiche, sostenere le donne e le famiglie, creare nuovi posti di lavoro nell’area educativa, introdurre nuove forme di tutela della salute mentale e dare vita ad una rete di attività economicamente sostenibili». Oggi in Sardegna, ha ricordato, «questi servizi forniti in spazi di piccole dimensioni che potranno accogliere da tre a cinque bambini si potranno diffondere anche nelle aree marginali, nelle campagne e nelle zone rurali a costi accessibili; quindi potranno rappresentare un mezzo di integrazione di reddito, rendere compatibili i tempi di lavoro con quelli dedicati alla famiglia ed aprire nuovi spazi per le cooperative sociali». Un piccolo atto di riforma, ha concluso, «con grandi potenzialità nel panorama regionale».

Rossella Pinna, esponente del Pd, ha sottolineato che «nidi e servizi per la prima infanzia sono essenziali per lo sviluppo della famiglie, soprattutto in Sardegna dove c’è una offerta molto bassa concentrata soprattutto nei grandi centri urbani con costi piuttosto elevati». Con il programma nazionale della “Buona scuola” si è creato un sistema integrato di servizi per la fascia da 0 a 6 anni con l’obiettivo di superare disuguaglianze e svantaggi sociali di cui soffrono molte zone periferiche come la Sardegna, introducendo inoltre una nuova idea di servizi educativi per l’infanzia che da un lato supera concetto di servizio a domanda individuale e dall’altro promuove lo sviluppo armonico dei bambini in continuità con primo ciclo istruzione, potenziando la formazione e la professionalità degli addetti». Ho però qualche preoccupazione, ha avvertito Rossella Pinna, «che si possa snaturare la fisionomia di questo servizio educativo per cui raccomanderei di restare agganciati alla norma nazionale per quanto riguarda i requisiti professionali, accelerando nello stesso tempo l’utilizzo fondi europei che in questo caso possono essere utili non solo per migliorare la condizione donne ma anche per sanare le disparità territoriali e contrastare lo spopolamento».

Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha parlato di un «tema delicato ed importante orientato verso forme di civiltà evolute che, fra gli altri, ha il merito di per insegnare ai giovani il rispetto reciproco in un ambiente familiare e favorisce un modus vivendi al passo con i tempi, coerente con le esigenze affettive, di educazione e soprattutto di integrazione delle famiglie, diffondendo un positivo spirito di comunità in zone dove non ci sono strutture pubbliche, in una sorta di continuità con famiglie di appartenenza». Alessandra Zedda ha poi espresso una valutazione positiva sui requisiti professionali degli addetti perché, ha osservato, «anche questo potrà contribuire a qualificare un lavoro che si inserisce in una fase fondamentale per la crescita della persona, nell’ottica di un miglioramento complessivo qualità della vita che segna un cambio di passo nell’applicazione della legge regionale 23». Si va configurando infine, ha concluso, «un nuovo sistema di relazioni interpersonali anche nelle comunità più lontane e svantaggiate, definendo un modello particolarmente adatto per la Sardegna».

Successivamente il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli del provvedimento, che il Consiglio ha approvato.

Subito dopo, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pd Gavino Manca, recentemente eletto alla Camera dei deputati, ha annunciato le sue dimissioni «dalla casa di tutti i sardi», ha detto fra l’altro, «dove ho conosciuto problemi e speranze di tante persone, cercando di fare e dare il massimo con atti concreti». Dopo aver ringraziato tutti i consiglieri, il presidente dell’Assemblea, il capogruppo del Pd, presidente giunta e gli assessori, Gavino Manca ha rivolto un pensiero particolare al collega Franco Sabatini per i 15 anni di lavoro comune. Soffermandosi sul suo ruolo di presidente della commissione Cultura, Gavino Manca, ha espresso dispiacere per non essere riuscito a portare il testo in Aula dopo un lavoro durato 2 anni. Si tratta di un tema, ha affermato, «che tocca tutti i sardi in profondità ed auspico che, anche per questo, il Consiglio lo possa migliorare ed approvare con spirito unitario». Il Consiglio, ha aggiunto avviandosi alla conclusione, «è spesso circondato da discredito ma la politica è un’altra cosa, un inesauribile confronto fra opinioni diverse che non ammette scorciatoie, nemmeno quelle di internet». Sarò deputato in una fase eccezionale della vita italiana, ha concluso Gavino Manca, «ma mi batterò sempre per il bene della Sardegna»

Il presidente Gianfranco Ganau, nel prendere atto a nome del Consiglio delle dimissioni di Gavino Manca, lo ha ringraziato per il suo contributo formulandogli gli auguri di buon lavoro.

Successivamente ha sospeso la seduta, convocando una riunione della Giunta per le elezioni.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato la delibera della Giunta per le elezioni con la quale, a seguito delle dimissioni di Manca, si individua come subentrante Raimondo Cacciotto che, presente in Aula, ha poi prestato giuramento.

Il Consiglio ha, dunque, proseguito nell’esame del Regolamento n.7. Approvato l’articolo 1 “Integrazioni degli articoli 3, 4, 15 e 28 del regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Tipologia)”, il relatore Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) ha dichiarato parere favorevole agli emendamenti presentati all’articolo 2 “Integrazioni all’articolo 5 del regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Gruppo appartamento)”. Il presidente ha quindi posto in votazione l’emendamento sostitutivo parziale n. 12 (Pinna e più) che interviene sulla tipologia del cosiddetto gruppo appartamento, ed è stato approvato, così come sono stati approvati gli altri due emendamenti sostitutivi parziali n. 1 e 13 (prima firmataria l’on.le Pinna) che introducono piccole variazioni nelle diciture rispetto al testo originario. Approvato il testo dell’articolo si proceduto con il via libera all’emendamento aggiuntivo n. 11 (Pinna e più) sulla compartecipazione alle spese da parte degli utenti.

Approvato l’articolo 4 “Integrazione all’articolo 23 del regolamento n. 4 del 2008 (Sezioni primavera)” il relatore della maggioranza ha dichiarato parere favorevole a tre emendamenti (prima firmataria l’on. Pinna, Pd) all’articolo 5 “Modifiche all’articolo 24 del regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Servizi educativi in contesto domiciliare)” che sono stati approvati: emendamento sostitutivo parziale n. 3 che sostituisce alcune diciture; emendamento sostitutivo parziale n. 4 che interviene sulla lettera d) del comma 1 dell’articolo 5 e che attiene la garanzia delle pari opportunità di educazione, di istruzione, di relazione e di gioco ai bambini e alle bambine fino ai 6 anni, con un emendamento orale che in coda al testo introduce la dicitura “ispirato ai principi della non violenza”. Votato positivamente anche l’emendamento aggiuntivo n. 5 che prevede la verifica almeno annuale dell’adeguatezza dell’ambito di accoglienza e degli operatori. La capogruppo di Fi, Alessandra Zedda ha precisato che con il voto favorevole del suo gruppo all’emendamento 4 si intende ribadire che comunque dopo i tre anni di età la scuola resta l’istituzione principale.

Dopo il parere favorevole del relatore e della giunta sono stati approvati tre emendamenti (prima firmataria Rossella Pinna) all’articolo 6 “Introduzione dell’articolo 24 bis nel regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Agrinidi e agritata)” e precisamente: il soppressivo totale n. 6 che cancella il comma 1 punto 3 dell’articolo 6 ed il sostitutivo parziale n. 7 e n. 8 che modificano alcune piccole diciture. Dopo il via libera all’articolo 6, l’Aula ha approvato un’altra piccola modifica (emendamento sostitutivo parziale n. 9, Pinna e più) al punto 3 del comma 1 dell’articolo 7 e quindi ha votato il testo dell’articolo 7 “Introduzione dell’articolo 24 ter nel regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Sperimentazione “Progetto continuità 0-5”) con un emendamento orale del relatore Luca Pizzuto che sostituisce la dicitura da “0 a 5” con la dicitura da “0 a 6”. Approvato quindi l’emendamento aggiuntivo n. 10 (Pizzuto e più) che stabilisce l’entrata in vigore del regolamento per l’organizzazione e il funzionamento delle strutture sociali, istituti di partecipazione e concentrazione, il giorno della sua pubblicazione sul Buras.

La legge è stata quindi approvata all’unanimità con 39 voti favorevoli. Il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusi i lavori ed ha comunicato la convocazione dell’assemblea per sabato 28 aprile alle 16 ed ha quindi comunicato l’immediata  convocazione della conferenza dei capigruppo e della quarta commissione.

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La commissione Sanità e Politiche sociali presieduta da Raimondo Perra (Cps-Psi) ha ascoltato l’assessore della Sanità Luigi Arru ed il Direttore generale dell’Azienda “Brotzu” di Cagliari Graziella Pintus su alcune importanti problematiche del sistema sanitario regionale.

Con l’assessore Luigi Arru, in particolare, sono stati affrontati i temi delle strutture private che operano nell’area della salute mentale, del nuovo tariffario veterinario e dei servizi funerari e cimiteriali.

Per quanto riguarda la salute mentale, dopo un positivo confronto con l’assessore Luigi Arru, la commissione ha approvato all’unanimità una risoluzione che, prendendo spunto dalla vicenda della crisi della comunità “Approdo” di Nuoro, rilancia il ruolo di queste strutture «nel quadro di una ridefinizione generale dell’offerta (già avviata dall’Ats) che tenga conto della distribuzione dei centri sul territorio e della coerenza fra bisogni terapeutici ed assistenziali dei pazienti e strumenti disponibili».

Illustrando i contenuti del nuovo tariffario veterinario, predisposto da uno specifico tavolo tecnico, l’assessore della Sanità ha sottolineato la necessità di un intervento di revisione sia perché il precedente risaliva agli anni ’90, con tipologie di prestazioni e sistemi di calcolo non più attuali, sia per assicurarne una applicazione unitaria sul territorio superando la frammentazione legata alle diverse Aziende sanitarie.

Sullo schema delle tariffe molti esponenti della commissione hanno espresso riserve, relative soprattutto all’impatto sul mondo agricolo e sul comparto dell’agro-alimentare. Rossella Pinna, del Pd, ha ipotizzato un consistente aggravio reale dei costi per le manifestazioni equestri, sia agonistiche che religiose o laiche, mentre Augusto Cherchi del Pds si è soffermato sugli effetti negativi che potrebbero derivare sulle certificazioni, la movimentazione del bestiame ovino e la circolazione dei prodotti agro-alimentari nei Paesi Ue ed extra Ue, evidenziando in definitiva che «la delibera non affronta il nodo politico della grande sofferenza del nostro mondo agricolo».

L’assessore Luigi Arru ha manifestato ampia disponibilità politica a rivedere in modo puntuale alcuni aspetti «di una delibera certamente molto complessa che, comunque, nel panorama regionale, presenta anche specificità favorevoli alla Sardegna e va inquadrata in una ottica complessiva di sostenibilità del sistema, soprattutto per quanto riguarda le prestazioni extra-Lea a totale carico della finanza regionale».

Sintetizzando l’andamento del dibattito, il presidente Raimondo Perra ha proposto di rinviare l’argomento, per consentire alla commissione di formulare osservazioni di dettaglio sulle singole voci del tariffario, da inserire eventualmente in una risoluzione da sottoporre al Consiglio. La proposta è stata accolta.

La commissione, inoltre, ha deciso di rinviare l’esame della proposta di legge (Comandini e più) sui servizi funerari e cimiteriali per iniziare un ciclo di audizioni con i soggetti interessati.

L’audizione della dr.ssa Graziella Pintus, direttore generale dell’Azienda “Brotzu” di Cagliari, ha invece riferito sulla situazione del settore oncologico dopo che il problema era stato sottoposto all’attenzione della commissione da alcune associazioni di pazienti donne. Graziella Pintus ha ricordato in apertura che la nuova configurazione della rete ospedaliera assegna all’ex ospedale Businco il ruolo di hub regionale oncologico insieme a quelli di Sassari e Nuoro ma questo significa, ha precisato, che l’hub deve essere il terminale di una rete territoriale. «Nel caso dell’area di Cagliari – ha spiegato – abbiamo invece verificato un 35% di accessi in più alle nostre strutture di pazienti che arrivano da Carbonia, Oristano, Sanluri e Lanusei, un dato che da una parte determina un surplus di lavoro non sempre facile fa fronteggiare e dall’altra segnala che la rete territoriale è ancora troppo debole».

Sulle liste d’attesa, altro tema sensibile segnalato dalle associazioni delle pazienti, la responsabile dell’Azienda Brotzu ha fatto una distinzione fra quelle diagnostiche e quelle chirurgiche, nel senso che se per le prime si può parlare di 40/50 giorni, per le seconde c’è un problema di gestione non omogenea ed aggiornata dei dati informatici sul quale è in corso un’approfondita verifica interna.

Dal punto di vista strutturale, inoltre, la Pintus ha segnalato che, a breve e medio termine, il settore oncologico dovrà trovare rimedio alla carenza di alcune figure importanti come gli anestesisti ma soprattutto gli anatomo-patologi, specializzazione finita in fondo alle scelte dei medici con l’effetto collaterale di una forte competizione fra Regioni.

Nel corso delle audizioni con l’assessore Luigi Arru e la dr.ssa Graziella Pintus, sono intervenuti tutti i componenti della commissione. Con la responsabile dell’Azienda “Brotzu” è stato deciso di calendarizzare un nuovo incontro su temi specifici che la commissione si è riservata di individuare.

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La commissione Sanità e Politiche sociali, presieduta da Raimondo Perra (Cps), ha approvato con l’astensione della minoranza il Piano per l’emigrazione 2018/2020 che prevede un investimento di oltre 2.1 milioni di euro per anno.

«Il Piano – ha spiegato nella sua relazione l’assessore del Lavoro Virginia Mura – valorizza la realtà della nostra emigrazione sia come elemento dell’identità sarda nel mondo che come soggetto propulsivo di un sistema di nuove relazioni economiche, commerciali, culturali e sociali; infatti la maggior parte delle risorse è destinata alla realizzazione di progetti coerenti con questa missione e sostenuti o dalla Regione in forma diretta o co-finanziati con l’intervento delle varie istituzioni pubbliche e private dei Paesi in cui operano i Circoli.»

«Inoltre – ha aggiunto l’assessore del Lavoro – l’azione congiunta della Regione e dei sardi nel mondo va inquadrata nella strategia complessiva del governo regionale e, in particolare, degli assessorati del turismo, dell’agricoltura e dell’industria; alla fine del mese gli assessori interessati e i rappresentanti degli emigrati si incontreranno proprio per rendere sempre più stringente ed efficace la reciproca collaborazione.»

«Con la nuova programmazione triennale – ha concluso Virginia Mura – ci proponiamo in definitiva di dare risposte nuove ad un fenomeno, come quello dell’emigrazione sarda nel mondo, che in questi anni è profondamente cambiato: oltre ai flussi tradizionali, fuori dalla Sardegna ci sono molti giovani con un livello elevato di istruzione, imprenditori, persone con un forte senso di appartenenza alla Sardegna ma anche aperte, dinamiche, molto ben inserite nelle società di residenza.»

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Emilio Usula (Misto-Rossomori), Giorgio Oppi (Udc), Rossella Pinna (Pd) e Mariano Contu (Forza Italia).

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E’ stato rinviato alla prossima seduta il parere della Commissione Sanità del Consiglio regionale sulle delibere della Giunta per i Piani locali unitari dei servizi alla persona (Plus) e sul tariffario unico regionale per le prestazioni rese ai privati dai veterinari delle strutture sanitarie pubbliche.

Sui contenuti delle due delibere, la Commissione, oggi presieduta dal vicepresidente Edoardo Tocco in sostituzione del presidente Raimondo Perra, ha sentito l’assessore alla Sanità Luigi Arru.

Sul primo punto (Plus), Luigi Arru ha spiegato che i criteri adottati dalla Giunta per l’erogazione delle risorse agli enti locali (circa 20 milioni di euro) saranno gli stessi dello scorso anno: il 40% del fondo sarà diviso in parti eguali, il 60% in base al popolazione residente.

Gli ambiti Plus riceveranno subito l’80% delle risorse assegnate per la gestione associata dei servizi alla persona, il restante 20% arriverà dopo la presentazione della rendicontazione.

L’assessore, rispondendo a una richiesta di chiarimenti del consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa sulla difficoltà di gestione dei diversi Plus ricadenti nella Città Metropolitana di Cagliari, ha fatto il punto sull’iter per la ridefinizione dei Piani: «Abbiamo da poco concluso il dibattito pubblico con gli enti locali interessati – ha detto Luigi Arru – siamo in attesa del parere del Cal per procedere alla definitiva rimodulazione dei Plus».

Quanto al mancato utilizzo di importanti risorse in alcuni territori, come segnalato dai consiglieri Daniela Forma(Pd) e Mariano Contu (Fi), l’assessore ha spiegato che la Regione sta lavorando fianco a fianco agli enti gestori per migliorare la capacità di spendita dei fondi.  

La consigliera Rossella Pinna (Pd) ha infine sollecitato un recupero della dotazione finanziaria del 2013: «In cinque anni il budget a disposizione dei Plus si è ridotto di circa 5 milioni di euro – ha detto Rossella Pinna – è necessario recuperare quei fondi per garantire i servizi nei territori dove sono carenti».

Sul tariffario unico regionale delle prestazioni veterinarie, l’assessore ha invece spiegato il metodo utilizzato per la ridefinizione delle tabelle: «La Giunta ha lavorato su un tariffario vecchio di 30 anni – ha spiegato l’assessore – per aggiornarlo abbiamo fatto un confronto con le tariffe applicate da altre regioni e, fatta la media, applicato una tariffa che tiene conto delle particolari condizioni economiche e sociali della Sardegna». Il costo di una prestazione resa a un privato da un veterinario di una struttura sanitaria pubblica sarà inferiore alla media nazionale: «E’ una scelta politica che tiene conto della specificità della nostra isola – ha affermato Arru se in Italia si arriva a pagare fino a 20 euro per la macellazione di una pecora, in Sardegna basteranno dieci euro per la certificazione rilasciata ad un’azienda anche per più capi di bestiame».

I consiglieri Mariano Contu (Fi), Daniela Forma e Rossella Pinna (Pd) hanno chiesto un rinvio del parere per consentire di approfondire la questione attraverso la consultazione dei dati relativi alle altre regioni italiane e la comparazione con le attuali tariffe in vigore. La richiesta è stata accolta dal vicepresidente Tocco che ha rinviato il voto alla prossima seduta.

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla pesca ed il disegno di legge sull’istituzione dell’anagrafe regionale degli studenti.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n. 492/A – Giunta regionale – “Disposizioni in materia di pesca”.

Per illustrare il provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd).

Prima di Lotto sono intervenuti alcuni consiglieri regionali sull’ordine dei lavori.

Il consigliere del Pds Roberto Desini, riferendosi alla partecipazione del presidente Gianfranco Ganau ad una video – conferenza con il comitato a sostegno del riconoscimento dell’insularità nella Costituzione attraverso una raccolta firme congiunta con la Sicilia, ha ricordato che «il Consiglio ha approvato una legge che prevedeva contributi alle società sportive per le trasferte nelle isole minori, legge ancora non applicata ed è un fatto vergognoso».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, ha segnalato in modo critico «il tentativo di eliminare la vigilanza presso le guardie mediche dimenticando che la stessa Regione, dopo un omicidio verificatosi nel 2003 a Solarussa, stanziò ben 30 miliardi di lire (allora) per il potenziamento di queste strutture con una forte attenzione al problema della sicurezza». Nel 2005, ha ricostruito ancora Giorgio Oppi, «si tentò una nuova eliminazione della vigilanza che fu però bloccata da una mozione votata all’unanimità dal Consiglio; a questo punto è necessario che l’assessore riferisca in Aula al più presto, per trovare prima una soluzione e poi, eventualmente, pensare ad altri provvedimenti».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, riferendosi ad un emendamento sulla legge in discussione che presenta forse alcuni profili di inammissibilità, ha chiesto che in ogni caso il testo sia distribuito, confrontandosi con gli uffici sulle parti che occorre approfondire.

Il consigliere Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), prendendo spunto dalla recente ricorrenza dell’8 marzo dedicata alla giornata internazionale della donna, ha lamentato che «dal 2017 i centri antiviolenza del Sud Sardegna sono bloccati e la situazione è incresciosa, riteniamo sul punto che l’assessore della Sanità abbia precise responsabilità e chiediamo perciò chiarimenti urgenti, possibilmente alla fine dei lavori».

Illustrando il disegno di legge all’ordine del giorno, il relatore Luigi Lotto (Pd) ha affermato che «la legge proposta dalla Giunta ed approvata dalla commissione con l’astensione della minoranza parte dall’esigenza di rimuovere una disparità di trattamento fra i canoni delle attività di acquacoltura a seconda della forma societaria degli operatori interessati, eliminando il privilegio concesso alle cooperative». Il tema è stato ora risolto con il nuovo testo, ha sostenuto Lotto, «che prevede un trattamento equo per tutti gli operatori del settore e, in più, viene introdotta una nuova disciplina della concessioni per le autorizzazioni alla pesca professionale e sportiva; in particolare l’elemento qualificante è la semplificazione delle procedure per la pesca sportiva, nel senso che non verrà più richiesto il tesserino ma basterà un semplice versamento con allegato il documento di identità». Quanto alla pesca subacquea, ha concluso, «si dà mandato alla Giunta di predisporre norme specifiche da sottoporre poi alla commissione».

Per i Riformatori sardi il consigliere Luigi Crisponi ha ricordato che «la commissione ha insistito su alcuni aspetti positivi, fra i quali l’assenza di norme sanzionatorie, riscontrando però che manca uno sguardo rivolto ad una realtà che chiedeva sburocratizzazione ed inoltre restano alcune criticità come l’aver trascurato pescatori disabili, il riferimento alle zone di riposo biologico, ad organismi di supporto tecnico scientifico, alla definizione del ruolo di associazioni sportive, a nuovi spazi per la gestione della fauna ittica ed acquatica». In sostanza, ha sintetizzato, «dietro lo sport ci sono opportunità di iniziative economiche che vanno considerate a cominciare dalla pesca a pagamento, soprattutto nelle aree interne».

Piermario Manca, del Pds, ha parlato di «una legge che la Sardegna aspettava però, rispetto alla mozione dell’aprile scorso con cui il Consiglio ha assegnato priorità alla pesca in Sardegna, la legge non basta perché siamo convinti che debba essere istituita una direzione generale all’interno dell’assessorato e dare nuovo slancio al settore che merita una sua identità; è una richiesta del Pds che intendiamo ribadire».

Il consigliere Gennaro Fuoco (Misto), ha osservato che «nei prossimi mesi si renderà necessario affrontare una volta per tutte la questione del demanio marittimo a 70 anni dallo Statuto speciale che, peraltro, lo definiva di pertinenza dello Stato, mentre in Sicilia e Friuli – Venezia Giulia è di competenza della Regione». E’ una questione fondamentale, a giudizio di Fuoco, «perché nella nostra Regione una intera macchina amministrativa opera nel settore senza averne titolarità e goderne i proventi economici e le stesse concessioni per la pesca producono risorse che vanno allo Stato; questo aspetto va modificato, possibilmente prima della legislatura, insieme ad una normativa a tutto campo che riguardi anche le concessioni delle spiagge e turistiche».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, rilanciando i temi di un recente dibattito cui partecipò anche l’assessore, ha criticato «il mancato approccio moderno ai problemi della pesca in Sardegna, che presuppone anche l’adeguamento degli organici e la definizione di nuovi compiti e strategie». In Sardegna, ha aggiunto, «abbiamo il 70% delle zone umide d’Italia e quindi la presenza della pesca nelle acque interne, accanto a quella tradizionale e quella di altura appannaggio di altre marinerie, insomma c’è un intero settore da riordinare e rispetto a questi dati di fatto la legge è insufficiente». Da parte nostra, ha detto ancora Dedoni, «abbiamo sollecitato spesso la maggioranza ma purtroppo le cose non sono cambiate, resta il fato che serve una nuova normativa più ampia ed organica per inserire la pesca all’interno del comparto agro alimentare e dare finalmente un esempio di buona politica alla Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, dopo aver valutato positivamente che approva in Aula il tema della pesca dopo che è stato trascurato per 4 anni, ha dichiarato che «la legge si limita ad intervenire su un problema di particolare (comunque importante) ma non offre quella visione di insieme di cui la Sardegna ha bisogno, basti pensare che un anno fa il governo nazionale ha chiesto alla Sardegna di dotarsi di una carta vocazionale, cioè il piano regolatore della pesca, e avremmo dovuto farlo presto e bene perché siamo un’Isola». La Sardegna non ha grandi numeri, solo 2000 marinerie, ed importiamo l’80% del prodotto che consumiamo, significa che ci sono spazi di crescita enormi che vanno sfruttati, attraverso una legge specifica in grado di sostenere le imprese del settore».

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha espresso condivisione per l’emendamento del collega Gianfranco ongiu, a suo avviso coerente con la volontà del Consiglio di istituire una direzione generale dedicata alla pesca. Finalmente, ha commentato, «la Regione ha una legge moderna rivolta ad un comparto per il quale si è fatto qualcosa ma occorre fare molto di più allargando il campo di intervento ad una normativa organica anche a tutela della grande qualità del nostro prodotto». Abbiamo vietato la pesca ai ricci con la canna, ha concluso, «è un paradosso ma fa capire che ci dobbiamo muovere in maniera molto più incisiva».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, nel merito della legge, ha ribadito il suo no alle sperequazioni ed il suo all’apertura ad imprese non cooperative, affermando che a suo giudizio «resta comunque in ombra il principio di programmazione più volte richiamato nella relazione, cioè il punto è che le nostre imprese della pesca non vengano pregiudicate, per esempio nell’accesso alla finanza pubblica soprattutto di fonte europea». Pensiamo in Sardegna le migliori politiche per rilanciare il settore sottraendolo all’assalto di marinerie più evolute, ha poi auspicato Gianfranco Congiu, «senza dimenticare che se altri hanno raggiunto questi traguardi significa che hanno lavorato bene; è la strada da seguire e dobbiamo tracciarla ora che in sede comunitaria si discutono le scelte del settore». Gianfranco Congiu, infine, si è soffermato ancora una volta sulla la mozione votata a larga maggioranza dal Consiglio per istituire una direzione generale ad hoc per la pesca: «dobbiamo muoverci concretamente su questa strada e, per quanto riguarda il mio emendamento mi riservo di presentare una proposta orale più snella».

Dopo l’on. Gianfranco Congiu ha preso la parola l’on. Luigi Lotto (Pd), che ha detto: «Mi fa piacere che questo provvedimento di legge stia destando l’attenzione del Consiglio, che sta dibattendo sul settore pesca nel suo complesso. E’ importante che ci si ponga oggi il problema di gestire dentro l’assessorato dell’Agricoltura la pesca nel suo complesso come un settore economico. Lavoriamo insieme da oggi per mettere in piedi nelle prossime settimane un disegno di legge complessivo e nel frattempo approviamo questo provvedimento tampone».  

Per Forza Italia ha preso la parola l’on. Alessandra Zedda, secondo cui «stiamo perdendo un’occasione: questo provvedimento avrebbe avuto una funzione maggiore se avessimo considerato quanto dice il DM 2016 quando si parla delle 12 miglia nautiche dalle proprie linee di base. Se noi siamo davvero una regione autonoma e speciale dobbiamo usare i nostri poteri sino in fondo. Possiamo riferire anche alle acque interne il concetto di piccola pesca e di pesca artigianale? Possiamo davvero appellarci a vari aspetti positivi del decreto ministeriale che ho citato prima».

Ha preso poi la parola l’assessore Pierluigi Caria, che ha risposto a tutti i rilievi dei consiglieri regionali intervenuti in precedenza. «Auspico che ci sia una direzione generale della Pesca o comunque di un servizio rafforzato all’interno dell’assessorato, visto che di pesca per la Regione oggi si occupano soltanto nove persone, nonostante alti fatturati e un importante numero di addetti».

L’assessore ha ricordato che «quest’anno sono arrivate dai pescatori richieste di finanziamento per circa 20 milioni, molto più rispetto che in passato» e ha aggiunto: «Siamo intervenuti con questo provvedimento per eliminare una disparità di trattamento a seconda della veste giuridica che si utilizza, tra coop e società di capitali. Dobbiamo evitare il rischio che qualche azienda della pesca chiuda e dovevamo disciplinare il canone di concessione dell’area demaniale oltre ad alcuni aspetti burocratici. Certo, l’obiettivo è riformare tutto il settore come da più parti l’Aula sta sollecitando: io sono favorevole a lavorare a una proposta generale per il comparto, anche per il tema del fermo biologico e della pesca del tonno, del corallo e dell’aragosta. Oggi, intanto, risolviamo questi problemi».

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e sull’articolo 1 l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha presentato un emendamento orale, l’articolo 1 bis, che prevede entro tre mesi che l’assessore Pierluigi Caria proponga l’istituzione della Direzione generale della pesca, acquacoltura e politiche del mare all’interno dell’assessorato all’Agricoltura. 

L’on. Alessandra Zedda (FI) a nome del gruppo ha espresso parere favorevole all’emendamento Gianfranco Congiu e così il gruppo dei Riformatori sardi con l’on. Luigi Crisponi e l’Udc con l’on. Gianluigi Rubiu. Favorevole anche l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc), il Psd’Az con l’on. Angelo Carta e anche l’on. Luigi Lotto per il Pd, che ha auspicato  a breve un provvedimento di riordino del settore, non solo l’istituzione della direzione generale.

L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 1 bis.

L’articolo 2 è stato messo in discussione con cinque emendamenti, i primi quattro a firma di Forza Italia e l’ultimo a firma del Pd.

L’on. Alessandra Zedda (FI) ha accolto l’invito al ritiro dei quattro emendamenti. L’articolo 2 è stato approvato e così l’emendamento aggiuntivo 5, relativo «alle persone con disabilità e con disagio economico, agli ultrasettantenni e ai minori».

Sull’articolo 3 è intervenuto l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha manifestato perplessità sulla norma. Anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) ha contestato la norma, sostenendo che «non dice nulla ma delega nei fatti l’attività legislativa alla giunta regionale». 

L’assessore Pierluigi Caria e l’on. Luigi Lotto (Pd) hanno difeso il richiamo alla normativa nazionale e le direttive della Giunta che saranno sottoposte al parere della commissione. L’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha ribadito: «Siamo davanti a una delega totalmente in bianco  verso la giunta regionale. Dobbiamo essere consapevoli di questo e del rischio che la materia della pesca subacquea non sia modernizzata”. L’assessore Pierluigi Caria ha difeso ancora l’articolo 3, “sul quale il Consiglio esercita la sua vigilanza nell’ambito delle norme nazionali e comunitarie».

L’articolo 3 è stato approvato e così l’articolo 4.

Sull’articolo 5 l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha parlato della necessità di una copertura finanziaria per la legge mentre l’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha replicato: «Questo provvedimento era necessario e porterà denaro, poco o molto non lo so, nelle casse della Regione. Non capisco lo spirito della opposizione di qualcuno in quest’Aula».

L’articolo 5 è stato approvato e così il 6.

L’Aula ha poi approvato il testo finale della legge.

Il relatore di maggioranza, Mario Tendas (Pd) ha illustrato iter consiliare e contenuti del disegno di legge n. 440 (Istituzione dell’Anagrafe regionale degli studenti) che su proposta della Giunta ha come obiettivo la tracciabilità dei percorsi scolastici dei singoli studenti al fine di combattere la dispersione scolastica. Il consigliere Tendas ha inoltre evidenziato la condivisione della Seconda commissione consiliare ed ha evidenziato alcuni correttivi apportati al testo dell’esecutivo per rendere il provvedimento più funzionale e snello e adeguarlo alle recenti disposizioni contenute all’interno dei decreti sulla buona scuola.

In ordine alla dotazione finanziaria, Mario Tendas, ha ricordato le  difficoltà di copertura con l’impiego delle risorse europee ed ha quindi confermato l’impiego di fondi regionali: «La quantificazione finanziaria è stata stabilita in modo da consentire il primo avvio del sistema dell’anagrafe studenti ed è pari a complessivi 120mila euro». L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato che “l’’istituzione dell’anagrafe degli studenti deve contenere gli elementi conoscitivi necessari a garantire, a livello regionale, l’adempimento delle competenze in materia di diritto-dovere all’istruzione e la valutazione delle politiche in materia secondo quanto disposto dal decreto legislativo n. 75 del 2005”. «Il provvedimento di cui si auspica l’approvazione in Consiglio – ha concluso Mario Tendas – è utile a monitorare l’abbandono scolastico in tempo reale, rilevando quell’insieme di segnali e campanelli d’allarme rappresentati da assenze reiterate e frequenti, interruzioni di percorso, bocciature e mancata acquisizione di competenze che conducono all’insuccesso scolastico e all’abbandono prematuro della scuola o di altri canali formativi».

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha espresso vivo apprezzamento per le previsioni normative contenute nel Disegno di legge n. 440 “perché ci aiuta a contrastare il triste fenomeno della dispersione scolastica”. L’esponente della maggioranza ha dunque evidenziato i positivi risultati ottenuti negli ultimi due anni in termini di riduzione del tasso di dispersione scolastica in Sardegna ed ha definito l’anagrafe degli studenti “lo strumento utile per programmare rete scolastica e edilizia e monitorare carriera scolastica dei nostri giovani”. La consigliera del Pd ha inoltre ricordato l’emendamento presentato dalla Seconda commissione per ampliare la platea dei  soggetti iscritti all’anagrafe, comprendendo anche i bimbi  da zero a sei anni, per intercettare precocemente i segnali della povertà educativa in relazione alla presenza di nidi e scuole dell’infanzia. La consigliera Pinna ha concluso ribadendo che “combattere la povertà educativa in Sardegna resta una priorità”.

L’assessore della Pubblica Istruzione, Giuseppe Dessena, ha ricordato l’obiettivo dell’esecutivo e della maggioranza («abbattere la dispersione scolastica») ed ha evidenziato l’investimento di 80 milioni di euro nel quadriennio per ridurre il tasso di dispersione scolastica che negli ultimi due anni si è ridotto di 5.3 punti percentuali. «Con l’istituzione dell’anagrafe degli studenti – ha concluso Dessena – potremo disporre della mappatura del percorso di studi dei ragazzi e interfacciare l’anagrafe con tutte le altre anagrafi esistenti, superando gli ostacoli imposti dalle norme sulla privacy».

Approvato il passaggio agli articoli, l’Aula, con distinte e successive votazioni, ha dato il via libera all’articolo 1 (Istituzione); articolo 1 bis (finalità); soppresso in commissione l’articolo 2 è stato approvato l’articolo 3 (Tipologia e gestione dei dati); l’articolo 4 (Modalità di funzionamento e processo di implementazione e integrazione del sistema informativo) e l’articolo 5 (Norma finanziaria).

Votato il testo finale della legge con 33 favorevoli e 10 astenuti l’Aula ha quindi approvato anche il  documento n. 19, inerente il Programma delle attività del Corecom per l’anno 2018, dopo che il capogruppo del Psd’Az-La base, Angelo Carta, ne aveva illustrato i contenuti evidenziando le voci ridefinite in sede di Seconda commissione (la voce “Rimborsi spese e missioni” da euro 20.000 a euro 10.000; – la voce “Dotazione per postazioni conciliazione decentrata” da euro 35.000 a euro 20.000; – la voce “Oneri per convenzioni enti locali, università e tirocini” da euro 35.000 a 20.000; – la voce “Oneri per le verifiche previste dalla L.R. n. 3 del 2015” da euro 10.000 a euro 7.500; – la voce “Spese postali” da euro 1.000 a euro 0; – la voce “Abbonamenti a riviste e acquisto di libri” da euro 3.000 a euro 2.000; – la voce “Comunicazione istituzionale” da euro 10.000 a euro 2.000; – la voce “Iniziative, studi e ricerche connessi all’attività istituzionale” da euro 30.000 a euro 12.500; – la voce “Spese varie ed impreviste” da euro 15.000 a euro 5.000).

Dopo una breve sospensione dei lavori sono state poste in discussioni le mozioni n. 374 e n. 265 sul piano di riorganizzazione delle sedi Inps e sulle sue ripercussioni in Sardegna.

La consigliera del Pd, Daniela Forma, ha illustrato la mozione 374, ed ha ripercorso le varie fasi della riorganizzazione dell’Inps ed ha enunciato compiti e funzioni dell’ente nonché  i principali servizi erogati dall’istituto nazionale della previdenza rimarcando “i timori e le preoccupazioni che si vanno manifestando in Sardegna per la possibile chiusura di  18 sportelli Inps, nei centri delle cosiddette zone interne dell’Isola”. «Sarebbe lo smantellamento dei servizi dello Stato nelle zone più deboli della Sardegna – ha concluso la consigliera Forma – e gli indicatori nazionali non possono essere applicati alla realtà sarda, pena la sottrazione di servizi essenziali per i nostri territori».

Il consigliere di Art. 1 – Sdp, Luca Pizzuto, ha quindi chiesto il rinvio della discussione della mozione sulla Saremar ed il presidente del Consiglio, dopo aver accordato alla richiesta, ha concesso la parola al consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, per l’illustrazione della mozione n.265 sempre sulla riorganizzazione delle sedi Inps. L’esponente della minoranza ha quindi criticato con veemenza le decisioni dello Stato e dell’Inps tendenti alla chiusura di presidi fondamentali nelle nostre comunità ed ha inviato l’esecutivo regionale ad azioni forti e conseguenti per scongiurare lo smantellamento dei servizi vitali. «Non c’è stato il sostegno energico e vigoroso della Giunta alle proteste delle nostre comunità – ha tuonato Crisponi – e lo spopolamento è anche figlio di una politica regionale troppo morbida nei confronti dello Stato». Il consigliere dei Riformatori sardi ha concluso il suo intervento con l’invito all’assessore Spano perché “faccia valere nel confronto con il governo e con l’Inps il drammatico appello del Consiglio per salvare i servizi nelle zone interne dell’isola e scongiurare così una vera e propria bancarotta sociale”.

Ha quindi preso la parola il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) che ha denunciato un evidente arretramento dello Stato nell’Isola: «La chiusura delle sedi Inps arriva dopo quella della caserme dei carabinieri e della polizia e di alcuni uffici postali. Provvedimenti che non fanno altro che acuire il dramma dello spopolamento di cui tutti parlano ma che nessuno ha il coraggio di affrontare con decisione. La verità è che si dirada la presenza dello Stato in Sardegna con il venir meno di servizi pubblici essenziali».

Tedde ha poi ricordato di aver presentato lo scorso anno, insieme al Gruppo di Forza Italia, un’interrogazione analoga per lamentare la chiusura di alcuni uffici postali senza ottenere risposta dalla Giunta Pigliaru: «Oggi si parla di altro, il problema si sta allargando. Non è accettabile che le sedi Inps vengano trasformate in punti d’ascolto. La Sardegna è la seconda regione italiana per estensione territoriale con una rete viaria insufficiente. Regione e Consiglio devono aprire una vertenza con lo Stato, un braccio di ferro deciso. Non si può sempre parlare di chiusure. Occorre affrontare il problema una volta per tutte nella sua complessità. Lo spopolamento continua a crescere. Non può essere mitigato, come sostiene qualcuno, con l’arrivo dei migranti, serve una forte presenza dello Stato che crei economia e ricchezza».

Secondo Piermario Manca (Pds) «il livello di civiltà di un popolo si misura dalla qualità e quantità dei servizi offerti. Risulta indubbio che in Sardegna stiamo regredendo, c’è un arretramento generale dello Stato».

Piermario Manca ha evidenziato le palesi differenze sociali tra la Sardegna e il resto d’Italia: «La popolazione invecchia e si concentra nelle città – ha detto il consigliere del Partito dei Sardi – se si continua così si condanna l’Isola all’oblio. Non è accettabile un arretramento dello Stato di queste dimensioni, non abbiamo strumenti per contrastare lo spopolamento. Questo fenomeno si combatte solo con il presidio del territorio. Occorre attivare tutte le pressioni possibili nei confronti dello Stato perché siano garantiti i servizi essenziali».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, condividendo l’impostazione della mozione presentata dalla collega Daniela Forma (Pd), ha rivendicato la necessità di un rafforzamento della presenza dello Stato nell’Isola.

Rivolto all’on. Luigi Crisponi ha detto: «Senza polemica vorrei ricordare che l’iniziativa di sopprimere le province è stato l’inizio di una sottrazione di servizi. Il venir meno delle funzioni svolte dalle istituzioni periferiche ha contribuito a creare la situazione attuale».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha auspicato la presentazione di un ordine del giorno unitario con l’inserimento di ulteriori due punti rispetto a quelli contenuti nelle mozioni: l’acquisizione del piano di ristrutturazione dell’Inps e la possibilità di presentare osservazioni da parte delle regioni interessate dai tagli sentendo i comuni interessati.

L’assessore Filippo Spanu, dopo aver ringraziato i presentatori delle mozioni, ha rivendicato la bontà dell’azione portata avanti dalla Giunta nei confronti del governo centrale. «Battere il pugno sul tavolo può servire a dare visibilità all’impegno della Regione ma non basta – ha detto Filippo Spanu – occorre avere numeri da spendere, unità d’intenti e  capacità di intavolare una trattativa per far valere i nostri interessi».

Filippo Spanu ha poi ricordato che non è la prima volta che la Giunta si occupa di Inps: «Lo abbiamo fatto a inizio legislatura affrontando una situazione simile. Allora la razionalizzazione mandata avanti dall’Istituto di previdenza ha generato alcuni benefici. Con l’impegno delle amministrazioni locali si sono evitate chiusure di uffici attraverso operazioni di risparmio. Sei o sette sedi dell’Inps hanno ottenuto canoni più bassi o comodati gratuiti e in cambio hanno mantenuto le sedi aperte. Credo che sia necessario mantenere un atteggiamento unitario, coinvolgendo le amministrazioni locali». Secondo Filippo Spanu questo è il metodo da seguire, una scelta che finora ha dato buoni frutti: «E’ accaduto sulle Camere di Commercio (con il mantenimento di tre sedi su quattro in Sardegna) o con l’accordo sulla sicurezza stipulato con il ministero degli Interni. In questo caso non si parla di arretramento ma di avanzamento dello Stato con la previsione di un potenziamento dei presidi della forza pubblica e la riapertura della caserma della Guardia di Finanza a Macomer».

Filippo Spanu ha poi rivelato l’avvio di una trattativa con il Governo e con la sede centrale dell’Istituto di previdenza: «C’è un confronto in atto che parte da una serie di indicatori e tematiche (vecchiaia, difficoltà viaria, infrastrutturazione digitale) – ha detto Filippo Spanu – contiamo di portarlo avanti lavorando a stretto contatto con le amministrazioni locali».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola ai presentatori delle mozioni per la replica.

La consigliera Daniela Forma (Pd) ha mostrato apprezzamento per le parole dell’assessore e si è detta favorevole a una sintesi tra le due mozioni con l’inserimento di alcune integrazioni. «Accolgo con favore i suggerimenti dell’on. Gianfranco Congiu (Pds) sulla richiesta di acquisizione del Piano di ristrutturazione dell’Inps e sul coinvolgimento degli enti locali – ha affermato l’esponente del Pd – inserirei anche una richiesta di potenziamento dell’organico dell’Inps in Sardegna. Nell’ultimo triennio sono andate in pensione 15 persone e non sono state sostituite, altre 20 usciranno nel 2018. L’Istituto di previdenza ha bandito un concorso per 365 funzionari, approfittiamo dell’interlocuzione con il governo per richiedere da subito il rafforzamento dell’organico nell’Isola».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) si è detto favorevole alla presentazione di un ordine del giorno unitario chiedendo la di rimandare la presentazione del testo alla seduta di domani mattina.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dichiarato chiusa la seduta e convocato il Consiglio per domani alle 10.00, annunciando che, al termine della seduta mattutina, la Conferenza dei Capigruppo incontrerà una delegazione dei lavoratori ex Hydrocontrol e Sigma.

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Può una provincia rallisticamente appassionata come quella del Sud Sardegna rimanere orfana di una gara che percorra le sue strade affascinanti? A colmare il vuoto di prove speciali che dura da due anni, ci pensa la Mediterranean Team, guidata da Mauro Nivola che per venerdì 9 fino a domenica 11 marzo, ha messo in calendario il 1° Rally del Parco Geominerario della Sardegna. La gara è stata ufficialmente presentata questa mattina nell’Ipspar di Arbus, con i sindaci di Arbus e Guspini, Antonello Ecca e Giuseppe Defanti. Presenti anche Tarcisio Agus presidente del Parco Geominerario della Sardegna, la Regione Autonoma della Sardegna rappresentata dalla consigliera Rossella Pinna e Alessandro Paita direttore Aci di Cagliari. L’Associazione sportiva “Mediterranean Team” guidata da Mauro Nivola e la passione di Moreno Fosci, con la collaborazione dell’“Arbus Racing Team” e dell’“Ogliastra Racing” curano i dettagli e l’organizzazione tecnico-logistica. 

Evento unico nel suo genere, un caleidoscopio di emozioni sportive e spettacolari che permetterà di vivere il territorio delle Miniere in modo differente. «E’ stata un’idea nata dall’incontro con Moreno Fosci – ha affermato in apertura dei lavori Mauro Nivola della Mediterranean Team – uniremo tradizione, passione, sport a turismo a questo territorio. Realizzare un rally, cominciare con un primo evento e magari con un appuntamento annuale, questa è la volontà che ci auguriamo che le istituzioni ci aiutino a realizzare. Toccare il Parco Geominerario con le prove speciali, è qualcosa di avvincente che ci entusiasma. Sono questi posti, dove si possono facilmente attirare molti spettatori e accendere i fari a livello internazionale. Noi dobbiamo promuovere ciò che rappresenta nella storia la nostra tradizione e la nostra passione».

La competizione sarà articolata su due giornate, quella del sabato e quella della domenica mentre nella giornata di venerdì 9 marzo saranno consegnati presso l’Hotel Meridiana ad Arbus i Road Book ai piloti e ai quali sarà consentito fare le ricognizioni ufficiali.  260 km il percorso complessivo, di cui 80 circa i cronometrati, e si svilupperà su strade asfaltate. Dieci le prove: si parte sabato con sei ps su due percorsi da ripetersi 3 volte. Previste la Montevecchio-Righi di km 4.62 e la Arbus-Cortes Sa Rocca de su Casteddu di km 10.45. La prima andrà a snodarsi all’interno delle storiche aree minerarie,la seconda si svolgerà nelle campagne circostanti l’abitato di Arbus. Per domenica 11 marzo quattro le prove in programma: la Pitzuamu-CostaVerde di km 7,21 e la Funtanazza-Monte Arcuentu di km. 8.22 da ripetersi due volte. 

«Un mix perfetto: il grande evento sportivo si coniuga alla perfezione con l’esigenza di promuovere un territorio di altissima qualità candidato a entrare nelle più importanti rotte turistiche. Un evento che è carico di significati sportivi e spettacolari, nonché di valenze turistico-economiche potrà essere il Rally delle Miniere», ha detto la consigliera regionale Rossella Pinna.

«L’importante iniziativa sportiva che il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna ha sostenuto con i comuni di Arbus e Guspini, rientra pienamente nelle azioni di promozione del territorio del Parco – ha affermato il commissario Tarcisio Agus –  Il Rally nell’Arburese-Guspinese ha trascorsi di grande successo e pone all’attenzione del più vasto pubblico il suo patrimonio ambientale, storico e culturale di notevole pregio. Il percorso sportivo si snoda tra i due centri abitati e il territorio minerario, sino al mare della Costa Verde. Non si fa mai abbastanza perché questo territorio, frequentato prevalentemente durante la stagione estiva, sia posto in evidenza anche nel resto dell’anno, perché propone aspetti sconosciuti, carichi di colori e profumi, di scorci paesaggistici di suggestiva bellezza, tra il lungo orizzonte del suo mare e la frastagliata cordigliera dell’Arcuentu.»

«Il territorio di Guspini, e l’area di Montevecchio in particolare, – ha detto il sindaco Giuseppe Defanti – rappresenta un patrimonio di grande valore che abbiamo l’onore di custodire e il dovere di valorizzare. Dopo alcune esperienze meno impegnative realizzate negli anni scorsi, il coinvolgimento in un importante evento come il 1° Rally del Parco Geominerario, che riporta questo affascinante sport sulle nostre strade, ci offre la possibilità di accendere i fari su una porzione di territorio dall’altissimo valore ambientale e culturale che condividiamo con il comune di Arbus. Il patrimonio ex minerario e i boschi che dal colle di Gennas digradano fino alle dune di Piscinas, sono il nostro biglietto da visita per un’offerta turistica più ampia che fa della sostenibilità la propria mission. Abbiamo accolto da subito e favorevolmente l’idea di un rally che portasse con sé il binomio “sport e turismo” che, in questi luoghi, trova terreno fertile per moltissime attività outdoor e che, per Guspini e Montevecchio, rappresenta una concreta possibilità di sviluppo.»

«Abbiamo accolto con piacere la proposta del rally – dice il sindaco Antonio Ecca – perché si tratta di certo di una manifestazione sportiva importante. Un motore per attrarre le persone nel nostro territorio che si presta non solo per l’attività sportiva in senso stretto grazie alle caratteristiche delle nostre strade, ma anche per le bellezze che le circondano. Da un lato vediamo la nostra costa meravigliosa di quasi 50 km con le Dune di Piscinas e Torre dei Corsari, tutto territorio incontaminato. All’interno il patrimonio storico, culturale di archeologia industriale che è dato dai resti di questo nostro passato che hanno caratterizzato questa terra anche da un punto di vista economico e sociale. Oggi queste testimonianze sono ancora vive, alcune sono rinate sotto forma di strutture ricettive. Ecco perché conviene venire a trovarci, perché mentre si raggiunge quello che è il meraviglioso mare della costa verde di Arbus ci s’immerge in un passato di storia delle miniere, il tutto supportato da un’attività agricola e zootecnica importante. Invito quindi tutti a venire a vedere il rally che è in questo momento l’attrattore più importante, ma lo è in questa grande cornice di carattere storico ambientale che è il marchio di Arbus. Un ultimo aspetto di non poca importanza è che tutto questo è all’interno dei siti d’interesse comunitario per la presenza del cervo sardo e per la presenza del Parco Geominerario della Sardegna.» 

La bellezza dei luoghi, il supporto dell’ACI-Automobile Club, la disponibilità dell’assessorato Turismo e Sport della Regione Sardegna, i comuni di Arbus e Guspini permetteranno di trasformare l’evento in una grande festa che coinvolgerà tutti i partecipanti: piloti, navigatori, meccanici e tifosi. Adesso attendiamo che si accendano i motori.

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La consigliera regionale del Partito democratico Rossella Pinna ha inviato una lettera-denuncia al CO.RE.COM e all’assessore regionale degli Affari generali Filippo Spanu, sulla inadeguatezza del livello di copertura del segnale televisivo del digitale terrestre, delle TV satellitari e della telefonia mobile nel territorio di Montevecchio, frazione di Guspini nel Medio Campidano.

«Da tempo – afferma l’on.le Rossella Pinna del Partito democratico – gli abitanti di Montevecchio, frazione di Guspini, nel Medio Campidano, lamentano gravi problemi legati sia alla irregolare ricezione dei canali televisivi che all’insoddisfacente segnale di telefonia mobile e di internet.

Con una nota inviata in data odierna al CORECOM, all’assessore e al Direttore generale competenti in materia, ho chiesto interventi risolutivi, volti a ripristinare pari opportunità tra i cittadini, ancor più in relazione al servizio pubblico generale radiotelevisivo.»

«Ho segnalato, tra l’altro, i risultati ottenuti a seguito di un’indagine da me proposta, in  collaborazione con le famiglie della frazione di Montevecchio, per verificare, attraverso un questionario ad hoc rivolto ad un campione di 80 famiglie del luogo, la reale portata del disservizio – aggiunge Rossella Pinna -. I dati hanno rilevato, con una netta prevalenza (75% e l’86% del campione), la inadeguatezza della qualità del segnale di ricezione per entrambe le tipologie accennate, con un 25% che ritiene la ricezione dei canali televisivi appena sufficiente.

Per la telefonia mobile i dati appaiono ancor più sconfortanti: solo il 6% lo ritiene sufficiente, mentre la maggioranza, l’84%, si attesta tra lo scarso e l’insufficiente, e la percentuale residua fa notare la totale assenza del segnale, con la preclusione, in particolare, della visione dei programmi trasmessi dal canale RAI 3 Regione.

Ritengo che i disagi rappresentati siano riconducibili, verosimilmente, agli apparati tecnici o ai ripetitori non in grado di garantire un segnale continuo e di qualità accettabile», prosegue l’esponente del Partito democratico.

«Un disservizio pesante – afferma Rossella Pinna – che grava sugli utenti di Montevecchio, declassati a cittadini di serie B, che però pagano un regolare canone senza vedersi riconosciuta la parità di informazione e di comunicazione, a prescindere dal luogo di residenza, e di usufruire di un servizio pubblico tanto importante quanto imprescindibile nella sua interezza.

Ritengo che disservizi, malfunzionamenti o l’impossibilità di accesso ai normali mezzi di informazione e comunicazione, siano inoltre pregiudizievoli, anche sotto il profilo turistico, in ragione di ciò che l’area di Montevecchio rappresenta come attrattore turistico, con le sue ex miniere considerate tra le più significative testimonianze di storia e cultura dell’industria mineraria, nonché insignita del prestigioso premio EDEN, come migliore destinazione italiana nell’ambito del turismo sostenibile.

Impensabile, considerato il ruolo di preminenza che la “tecnologia” assume nella società contemporanea, che un territorio possa essere “tagliato fuori dal mondo” configurando così una grave discriminante del diritto di partecipazione alla vita della società.

Auspico da parte delle autorità competenti – conclude Rossella Pinna – interventi efficaci e risolutivi volti a superare un gap infrastrutturale che garantisca il diritto all’informazione in tutte le sue forme, e per tutti , residenti, operatori economici e turisti.»